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con Furaya, Keiga

12:13 Furaya:
 In una fresca mattinata di metà ottobre, una donna dai capelli rosati che un tempo si sarebbe potuta definire addirittura Hokage, sta lavorando già da un po’ di tempo. S’è alzata presto, non riuscendo a dormire più dello stretto necessario, lasciando chiunque fosse all’interno dell’abitazione nel tepore delle coperte. Sugli steli d’erba, ha intravisto le gocce di rugiada scivolar dabbasso verso il terreno, rendendolo di fatto umido. Non un problema per chi genera lava e, dunque, calore dall’interno del corpo. Veste con un pantalone nero aderente alle cosce, munito di tasche laterali per portarvi attrezzi ed oggetti d’altra utilità sempre ai fini della costruzione che sta facendo. Non che sia la prima volta che costruisce un’armatura, dopotutto, quindi conosce già i requisiti per poterla fare. Non crede che gli altri ne abbiano necessità, ragion per cui sta lavorando esclusivamente al proprio progetto e con le proprie misure che ha preso in precedenza. A coprire l’addome, v’è una felpa grigia rubata rigorosamente al Senjuu senza che gli chiedesse alcunché: d’altronde, quando si è una coppia, bisogna anche essere consapevoli che l’uno ruberà all’altro un vestito sancendo categoricamente ch’è di sua proprietà. Ai piedi, infine, calza un paio di scarponcini. Dal fuda, sta tirando fuori un’incudine, un martello, altri attrezzi necessari quali pinze e scalpelli. Non ha necessità d’un forno, poiché è lei stessa a produrre la lava necessaria allo scioglimento del metallo. Quanto meno, ha soltanto dovuto ricavare l’acciaio necessario, dunque i materiali per poterla forgiare. Niente di troppo espansivo, alla fine conosce i suoi fornitori dai quali si reca da gran parte del tempo che vive all’interno delle mura di Kagegakure. <…> Inspira profondamente, aspettando soltanto di mettersi comoda così da attivare l’innata. Non aspetta visite, ma ciò non evita che possano avvenire. Data la situazione, non ha armi con sé. Del resto, potrebbe usare esclusivamente il chakra lavico che sta per andare a richiamare e sarebbe alquanto sufficiente per far del male al prossimo. [ Chakra ON ]

12:24 Keiga:
 Alla fine non è mai tornata al bosco da ieri. Ha passato la notte in uno dei vicoli dello stesso quartiere povero in cui ha portato avanti quella ricerca. Solo in mattinata, con tanta fatica e voglia di mettere fine alla vita di chiunque, si è spostata, raggiungendo quella casa in cui prima abitava. Ma è orgogliosa e dunque preferisce restare nascosta, china sulle ginocchia ed appoggiata di schiena al muretto che fa da perimetro. Capelli neri, lunghi fino al sedere e lisci incorniciano il viso dagli occhi neri e la pelle olivastra con i due triangolini rossi, simbolo del clan, sempre sulle guance ma nascosti per la maggior parte da una mascherina nera di tessuto. Indossa un top nero di finta pelle che le copre il seno, lasciando libero la zona addominale ed il ventre dove un paio di pantaloni neri, attillati e di finta pelle, le coprono la parte inferiore infilandosi in un paio di anfibi neri ben allacciati. Le braccia sono scoperte se non per gli avambracci e le mani, coperti rispettivamente da vambracci e guanti senza dita con la placca di ferro a protezione dei dorsi. Dalla spalla destra, che prende di poco la scapola, fino al gomito, si nota un tatuaggio composto da strisce messe a caso che però hanno un loro perchè, rendendo il disegno guardabile. Sopra il pantalone, invece, porta gli schinieri. Legato alla coscia destra c'è il porta armi con dentro due kunai e due shuriken. Al fianco sinistro è fissata la tasca porta oggetti che porta all'interno solo un tonico curativo e uno di recupero chakra. Di certo, quella ragazza che sta trafficando si è già accorta della sua presenza ma fino a che non dice nulla, lei se ne resta lì, in posa canina, con lo sguardo nel vuoto davanti a se e l'orecchio teso verso il giardino. Quello che sembra voler fare il suo ingresso senza troppi problemi è il cagnolone, Akuma. Non è la prima volta che li va a trovare da solo, sebbene ora proprio solo non sia. Trotterella, con la linguaccia penzolante e la coda che segue il passo, sventolando a destra e sinistra. Arrivato davanti al cancelletto, intona uno dei suoi versi, manco suonando il campanello <*Woooff!*> E parte a scodinzolare, aspettando di avere il permesso per entrare. Si, potrebbe farlo senza problemi ma è un cagnolone educato quando vuole.

12:47 Furaya:
 Al pari d’un richiamo del Chakra, deve canalizzare due differenti energie affinché se ne formi una soltanto. L’unica differenza sostanziale sta nel fatto che due elementi vanno a sostituire le energie precedentemente menzionate e solitamente utilizzate al fine d’attivazione del Chakra. La prima sfera assumerebbe la tonalità rossastra del fuoco, fiamma ardente che divampa al centro del petto della fanciulla, la quale corrisponde al contempo alla Volontà del Fuoco della quale si fa baluardo. La seconda, invece, racchiude tutte le sue insicurezze, le preoccupazioni relative all’andare avanti, il senso di colpa attanagliante nel sapere che il villaggio della Foglia è andato distrutto per sua colpa – tutto protetto dallo scudo della terra. I due elementi del Chakra andrebbero dopodiché a cercarsi l’uno con l’altro poiché son sensazioni che non possono vivere distanti. L’una dipende dall’altra. L’orgoglio e il senso di colpa son frutto della stessa medaglia, nonostante la fierezza con la quale sceglie di portare entrambi. Una volta unite in un’unica grande sfera, questa avrà sembianze differenti. Il fuoco divampa ancora intrappolato nella nuda terra, generando un’energia scura e pulsante come la lava del vulcano che sta per eruttare. Il chakra lavico così generato, in primo luogo, si soffermerebbe nella cavità orale all’interno dei condotti salivari – pronta ad uscire, ormai attiva. Sta per iniziare a generare quel potere, con tutti i progetti già stabiliti mediante un disegno appropriato che, col suo passato da tatuatrice, non è neanche tanto difficile da ottenere. Viene fermata immantinente dall’abbaiare d’un cane, consapevole di non averne nei dintorni. Ne aveva un tempo, d’animali. Peccato che or si sia procurata a malapena un felino che dormicchia costantemente attaccato al Senjuu – vi pare normale? <Mh?> Solleva un sopracciglio, girando lo sguardo e il suo corpo in direzione del cancello – un cancello che Akuma potrebbe balzare con un salto letteralmente per quant’è grosso lui rispetto a quel fermo. Le s’illuminano gli occhi, tanto da dirigersi immantinente verso il cancello che vien di rimando aperto con uno scatto della serratura. <Akuma!> Esclama, allargando le braccia verso l’esterno in attesa che il cagnolone possa raggiungerla e salutarla come si deve, facendogli non poche coccole dato che non si vedono da parecchio tempo. Lui, sì, viene a trovarla spesso e volentieri, ma non è detto che gran parte delle volte lei ci sia in quell’abitazione. Sta lavorando altrove… <E Keiga?> La cerca con lo sguardo, sperando che almeno quest’oggi sia presente anche la ragazza dal crine corvino per cui ha una crush che non ammetterà mai finché campa. [ Chakra: 48/50 ][ Hijutsu Yoton II ON ][ 2/4 – Attivazione Hijutsu Yoton II ]

12:59 Keiga:
 Il canone nero, quando Furaya lo richiama, distende le anteriori sollevando il culone e sventolando la coda. Giocoso e felice. Una lieve flessione delle posteriori per poi saltare il cancelletto e correre a mo' di tsunami verso la Nara. Poveretta. La linguaccia, molto simile ad una bistecca, cercherebbe immediatamente il corpo della donna, 'n do cojo, cojo, praticamente. Si prende le coccole, azzardando anche qualche balzo giocoso attorno alla rosata. LE orecchie sono dritte, tendenti alla sua figura. Solo, quando nomina l'umana fa una fatica assurda a non guardare in sua direzione, ed infatti non lo fa. E' l'orecchio più vicino alla sua posizione che svela tutto. Si gira infatti, come una parabola, inclinando il muso nella stessa direzione. Lei, ancora ferma e nascosta lì dietro, ruota appena il capo quando il cane supera il confine, beccandosi tutte le coccole della rosata. Quando sente il suo nome si pietrifica per mezzo secondo, con le labbra schiuse. E poi eccola voltarsi per appoggiare le mani al muretto e lentamente tirarsi su, cercando di far sbucare quel tanto che basta per spiare e vedere cosa stia succedendo. Pare essere tornata la Keiga diciassettenne. E guarda, facendo balzare le nere da Akuma alla rosata. Immobile, chissà che non la veda.

14:16 Furaya:
 Rischia quasi di finire a terra per via del peso e della grandezza del cagnolone, ma punta saldamente i piedi a terra, divaricando leggermente le gambe. In questo modo, dovrebbe reggersi abbastanza da evitare di cascare all’indietro. Le mani vanno subito in cerca del retro delle orecchie così da dargli opportune attenzioni sotto forma di grattini. Massaggia delicatamente la zona in mezzo a risate giocose, divertita dall’aver a che fare con quella belva. Lo ricorda così piccolino che si ribaltava nelle ciotole! O quando veniva rincorso da Choco – il gatto della Nara – perché era entrato nel suo territorio e non voleva che ci fosse un altro essere in casa; come se non bastassero quelli che aveva già. Nota il fare del cagnolone che volge l’attenzione nei confronti della sua padroncina nascosta poco oltre. Non vorrebbe, ma si lascia scappare quell’occhiata e quell’orecchio voltato così da captarne movenze. <Uh?> Non smette di dargli tante piccole carezze e grattini, cercando d’evitare che tutt’ora la ribalti non appena perde aderenza e concentrazione sulla posizione mantenuta, pur cercando d’adocchiare la corvina. <Ehi!> La richiama non appena ne vede sbucar parzialmente il capo e lo sguardo, taciturna come spesso la ricorda. <Giù, Akuma, su.> Cerca d’impartirgli un mezzo ordine priva però di premietti o anche solo della giusta tonalità di voce da permettere al cane di capire che non sta scherzando. Non riesce ad essere aggressiva con le bestioline coccolose come quella. <Vuoi restare lì ancora a lungo?> Le chiede, speranzosa che decida di superare quel confine ed entrare nella struttura. Si guarda attorno a sua volta, cercando di comprendere se ci sia qualcosa di nuovo oppure no – o qualunque altra presenza all’infuori delle loro tre che potrebbe dar fastidio a qualcuno, compresa soprattutto Keiga. Ne conosce i tratti caratteriali, quindi prova anche ad andarle in contro. Forse non è dell’umore. [ Chakra: 47/50 ][ Hijutsu Yoton II ON ]

14:30 Keiga:
 L'invadenza di sembra ben controllata. Si trattiene, lasciando cadere anche qualche gocciolina di pipì per il troppo entusiasmo. I grattini li adora e la donna sa bene dove andare a toccarlo, facendo anche partire la posteriore, manco dovesse mettere in moto il motorino. E poi si, si è fatto sgamare, indicando alla rosata l'esatta posizione della sua umana. Umana che comunque sarebbe stata vista prima o poi. Akuma si ferma, restando comunque euforico, trotterella attorno a Furaya per poi annusare l'aria e a terra, in cerca di Seshi, ovviamente. Lei, al sentire quelle parole, sgrana gli occhi ed incassa la testa nelle spalle, nascondendosi nuovamente. Brontola appena con un lieve ringhio sommesso, ovattato dalla mascherina nera. E poi, imbronciata come una bimbetta, fa qualche passo canino, sulle quattro zampe, verso il cancelletto. Guarda all'interno e poi attorno prima di recuperare la postura eretta ed entrare, assicurandosi di richiuderlo alle spalle. Non la guarda in faccia, manco fosse una bimba appena tornata da una marachella. In realtà è solo perchè sono mesi che non va a trovarli e sono sempre andati loro da lei. Ma quella posizione è troppo scomoda. Certo dovrà riabituarsi a stare dritta ed in piedi. Si piega sulle ginocchia, appoggiando i palmi delle mani a terra, tra le gambe. Guarda verso il basso e leggermente oltre alla rosata <Mh..> Saluta, a modo suo. Abbassando di poco la testa quando l'altra si avvicina. Lo sguardo pare incazzato, ma in realtà è il suo solito. Per la gioia di Furaya, ha i capelli che sono lerci, con foglie e rametti, nodi e probabilmente qualche altro organismo non conosciuto. Lo stesso vale per le parti di pelle scoperte. Fango, qualche graffio e macchie di sangue animale che Mowgli, spostati. Puzza un sacco, di bosco eh, ma puzza.

14:57 Furaya:
 Non sembra essere molto contenta o anche solo convinta di trovarsi lì. In effetti, è palese come si sia abituata allo stare nei boschi piuttosto che in mezzo alla civiltà che le sta così tanto stretta. Mentre è lì intenta ad accarezzare il cagnolone, tenta di districarsi da quest’ultimo per portarsi nei pressi della ragazza. E’ naturale vederla sporca e piena di foglioline e rametti, non è niente di nuovo. Però, è anche consapevole del senso che prova dentro di sé, della necessità di ripulirla. Sa anche piuttosto bene che non sarà così facile come crede. Non le interessa della sporcizia, strano ma vero, quando la fanciulla si apposta lì a terra. Si inginocchia a sua volta, così da arrivare abbastanza alla sua altezza da provare a far quel che deve. Allungherebbe ambedue le braccia così da accoglierla direttamente al centro d’esse, contro il suo petto e, trovandosi alla medesima altezza circa altrui, il capo verrebbe poi spinto in direzione dello sterno e dell’incavo del collo. Non può negare che l’odore che provenga da Keiga non sia propriamente dei migliori, ma comprende ch’è quello il suo odore. Non può essere altrimenti. Tenta, dunque, d’abbracciarla e di tenerla a sé segno inequivocabile di come non se la sia affatto presa per la sua mancanza in quel territorio civilizzato. <Ti ho fatto qualcosa?> Le chiede in virtù del fatto che non le stia parlando e che sia tornata a disquisire a monosillabi anche nei suoi confronti. Quindi, si premura anche di capire cosa sia successo – ammesso sia davvero accaduto qualcosa. E’ preoccupata in minor parte, potrebbe preoccuparsi ulteriormente nella malaugurata ipotesi non voglia neanche l’abbraccio che le sta dando. Tenta di sondare il terreno, in parole povere, prima di raccontarle qualcosa o di rivelarle delle novità interessanti. Vuol prima capire se ne possa essere davvero interessata, dato che sarebbe una dei loro cavalli di battaglia; forse la sola rimasta a poterlo essere davvero. [ Chakra: 46/50 ][ Hijutsu Yoton II ON ]

15:09 Keiga:
 Akuma snuffia, l'aria e a terra, arrivando presto all'entrata della casa, chiusa, per fortuna. Nel cercare Senshi sente un altro odore, più cattivo di certo. Ringhia, sbattendo una zampona contro la porta. Nel caso qualcuno apra e se dentro ci fosse davvero un felino, potrebbe essere in serio pericolo. Tutto questo comportamento, neanche troppo strano ma molto chiuso, è tutta colpa di Mattyse, che le ha messo la pulce nell'orecchio riguardo all'invito di vivere assieme, di nuovo. Magari con una cuccia, visto che le piacciono sul serio. Ma più di quello, l'ha fatta rendere conto sul quanto le manchi la vicinanza di Furaya e degli altri. Ormai si sa che fa la tosta ma con chi vuole bene sa solo fare l'orgogliosa per non sembrare debole, come dice lei. Quando la rosata si china davanti a se, lei finalmente la guarda, deglutendo silenziosa dietro alla mascherina. Il suo di odore è sempre buono. Le è sempre piaciuto. Intercetta con gli occhi le braccia che presto finiscono per stringerla in un abbraccio. Non che non se lo aspettasse ma il piacere di quel gesto è talmente grande che la testa, con la parte della fronte, si fionda verso l'altra, per cercare di incastrarsi sull'incavo del collo dell'altra. Muove anche appena la testa, come se provasse ad infilarsi meglio. Gli occhi socchiusi si aprono un poco a quella domanda, mentre le mani, passando sotto le braccia dell'altra, cercando di raggiungere la sua schiena, per abbracciarla a sua volta. E poi la risposta, se può definirsi tale <Mi manchi.> Non che gliela stia dando, ma è così lei. Ormai la si conosce.

15:41 Furaya:
 Mentre è il turno di Keiga per prendersi le coccole, Akuma sta cercando qualcosa tramite un odore pervenuto alle sue narici. E fintantoché s’avvicina alla porta d’ingresso, si sente dall’interno un soffiare infastidito unito ad un miagolio insistente che, con molta probabilità, sveglierà gran parte della gente al suo interno. Non sa se Mattyse sia invero già uscito, ma è conscia del fatto che Senshi, a quest’ora, starà probabilmente facendo colazione con Kai sulle gambe – sì, il gatto si chiama Kai (non giudicate la fantasia della donna). Si narra che, ogni volta che venga chiamato da qualcuno, in particolare dal bianco, un’esplosione si faccia sentire in lontananza. Alcuni la definiscono soltanto una leggenda. <Puoi richiamare Akuma prima che m’ammazzi il gatto?> Le chiede con delicatezza, poggiandole un bacio sulla fronte dove, ipoteticamente parlando, dovrebbe essere ben più pulita, anche se è facilmente intuibile come non lo sia in gran parte del corpo. Non ci prova neanche a farle notare che dovrebbe farsi veramente una bella doccia, dal momento che la ragazza potrebbe esser fuggita dall’abitazione che condividevano con Tachiko anche per via della doverosa intenzione della rosata di farla lavare a tutti i costi – come se non sapesse prendersi cura di sé stessa senza mamma Fru a starle accanto. Mentre la tiene ancor abbracciata, avverte le altrui braccia piegarsi e concludere quella stretta. Le poggia, infine, una guancia contro i capelli lerci seppur si distanzi nel notar come ci sia qualcosa in movimento lì dentro. <Ti prego, dimmi che non sono pidocchi.> Mormora a mezza voce, infastidita dalla sola idea che possa attaccargliene, dato che potrebbe prenderne addirittura Senshi di rimando. Le due paroline che le sente pronunciare le fanno battere il cuore poco più velocemente, sorridendole di rimando. <Mi sei mancata tanto anche tu.> La tratta alla stregua d’una figlia talvolta, seppur anche per l’altra rosata non è che abbia fatto da madre così tanto. Purtroppo, non è stata neanche colpa della Judai. <Cosa ti ha spinto ad uscire nella civiltà?> Le domanda, giusto per assicurarsi che non si sia fatta male, che non sia successo niente di pericoloso o di cui aver pensiero. [ Chakra ON | Hijutsu Yoton II ON ]

15:53 Keiga:
 E ciao, dall'altra parte quel coso soffia. Lo sta sfidando? Si ferma il cane con le orecchie tese verso l'interno della casa per poi iniziare a ringhiare contro la porta, con tanto di zampate, manco ci fosse dentro il pericolo più pericoloso del secolo. Lo sguardo si alza appena a quel commento per inquadrare Akuma e tornare su di lei a quella parola <G-Gatto?> Nonostante la mascherina si può benissimo vedere dallo sguardo la sua espressione disgustata. Hanno un gatto. Guarda Furaya manco fosse una traditrice, per qualche secondo. Poi sospira ed emette un suono, tipo un cinguettio. Nel bosco funzionano benissimo questi richiami. Akuma ringhia nuovamente ma si ferma, restando statuario davanti alla porta. E se il gatto si mangia Senshi? Non lo può permettere. Riguardo ai capelli, la guarda, stavolta un tantino più terrorizzata, per paura che tiri fuori lo strumento di tortura. La spazzola. <N-no..?> Ma ovvio che si, insieme ad altre cose probabilmente. Durante l'abbraccio però, quando le confida di esserle mancata, chiude gli occhi come se si stesse assaporando quella vicinanza dopo tanto tempo. Si scosta appena poi, per riuscire a guardarla in viso, con un sopracciglio innalzato. <Mat mi ha detto di cercare umano e animale a Kiri> Spiega <E poi sono venuta qui> Nulla di cui preoccuparsi, quindi. <Ma ha piovuto> Conclusioni da trarre, che non ha ben capito se ha trovato qualcosa o meno. Tornerà, comunque.

16:22 Furaya:
 Non dovrebbe sorprenderla più di tanto. Anche dieci anni fa, quando viveva nella stessa casa della Decima, c’era un gatto che occupava gran parte del suo tempo a conquistare il territorio ch’era suo di diritto, anziché lasciarlo a quell’animaletto peloso che s’aggirava assieme alla sua padroncina per le stanze della magione. <Sì?> Le chiede di rimando, anche se è a metà tra una domanda e un’affermazione. Teme fermamente, comunque, che non lavorerà oltre durante la giornata per via dell’arrivo di Keiga e del cagnolone gigante. <Ehi, guarda che ho sempre avuto un gatto! Non ti ricordi di Choco?> La buon’anima di Choco considerando ch’è morta ben prima che il mondo andasse a scatafascio. Non si sente minimamente in colpa, nonostante l’altra la stia squadrando alla pari d’una che è appena stata scoperta in flagrante. Inspira profondamente, anche troppo a giudicare dall’odoraccio di flora selvatica che le giunge alle narici. Mantiene comunque quell’abbraccio del quale diffida di voler fare a meno. Il lavoro aspetterà. <Se mi prometti che Akuma riesce a star tranquillo e tu compresa, vi porto dentro. GIURO> Solennemente se vuole. <che non userò strumenti di tortura. Una tisana calda?> Le propone, guardandola direttamente negli occhi o quanto meno ricercando proprio quel contatto visivo che al momento manca per via della posizione delle due. <Umano e animale a Kiri?> Perché non ne sa niente? E perché soprattutto non gliel’ha detto? Molteplici i punti interrogativi in mente, pur consapevole di come il bianco non stia fermo gran parte del tempo, soprattutto dopo avergli spiegato quel che vorrebbe fare. E prima d’uscire fuori dalle mura, c’è qualcosa che deve compiere – non è scemo. <Di cosa parli?> Incalza, desiderosa di capire qualcosa in più in merito all’argomento del quale non sa praticamente nulla per colpa d’un bianco a caso. <C’è Senshi in casa, comunque. Tachiko temo sia già uscita e Matt non ne ho idea.> Potrebbe essere all’interno come no, alla fin dei conti, giusto per far una conta di chi possa trovare tra le quattro mura domestiche qualora decida d’acconsentire alla richiesta della rosata. [ Chakra ON ][ Hijutsu Yoton II ON ]

16:34 Keiga:
 Si che lo ricorda ma sperava che non vi ricadesse.. a prendere un gatto. <si..> Risponde, sebbene non siano mai andate troppo d'accordo, si tolleravano, graffio più, graffio meno. Torna su Furaya a quella proposta, che però ascolta con gli occhi chiusi in fessure, almeno fino al giuramento. <Io sono tranquilla> Si. Akuma forse pure meno in questi casi, ma alla peggio sta fuori. Alla tisana storce un pò il naso. Lo si vede chiaramente dallo sguardo <Hai della carne?> Chiede, inclinando la testa di lato per riappoggiarlesi addosso. Annuisce alla sua domanda <E' venuto l'altro ieri al bosco, chiedendomi di trovare una pista. Aveva i peli nel fuuda> Che detto così. Vabbè. Fa spallucce <Ha detto che potrebbe esserci qualcuno come me> Stringe i denti, anche se non si vede, probabilmente ma quella pausa la dice lunga. Dannato clan, che muoiano tutti. <E che se li avessi trovati gli avrebbe chiesto di unirsi alla squadra> Fa una pausa <Spero che creino problemi> Aggiunge <Ha detto che li uccidiamo se rompono> Ed annuisce come se dicesse la cosa più normale del mondo. al sentire che Senshi è in casa si raddrizza appena, cercando però di nascondere quella contentezza nel rivederla. Sia mai che si mostra debole. <Hai della carne?> Chiede ancora. Una scusa per entrare più in fretta. Se la crede affamata. Cosa che è, tra l'altro, ma lo è sempre.

17:04 Furaya:
 Spiace. Alla Nara son sempre piaciuti i gatti e non smetterà certo d’amarli perché deve avere a che fare con un animaletto come Keiga. Piuttosto, tenterà di farli sopravvivere. <Tu sì.> La corregge, stringendosi nelle spalle e lanciando un’occhiata direttamente all’animale che l’accompagna che, di contro, non è molto incline a star pacato nei confronti d’un gatto d’appartamento. <Sì, penso d’averne.> Riferendosi alla carne che la fanciulla chiede di poter avere. Dal momento che vi abitano in quattro, è quasi certa che ce ne sia in casa. Ascolta poi il resoconto che fa a proposito di Mattyse e del suo arrivo nel bosco, sicché pare averle portato dei peli da far analizzare direttamente all’olfatto dei due Inuzuka. <Unirsi alla squadra?> E non gliene parla? Altro che convivenza, qua rischiano di prendersi a mazzate un’altra volta. E pensa proprio di sapere come imbastire il discorso. <Diciamo che ucciderli è sempre l’ultima spiaggia da considerare in questi casi.> E si trova infatti abbastanza d’accordo, purché sappiano come far sparire i corpi successivamente perché non vuole averci granché a che fare. Forse, può donare loro un po’ di lava con cui scioglierli totalmente. Sì, è un’idea, ma al tempo stesso vuol prima capire cosa l’altro abbia in mente e cosa sia riuscito a scorgere quella notte a Kiri. <Sì, alzati, dài. Andiamo dentro così saluti anche Senshi.> D’altronde, è ben consapevole che quest’ultima vorrà vedere Zia Keiga e Zio Akuma, così come i due appena citati siano contenti e felici di veder la bambina dal crine rosato. Una domanda, ultimamente, le sorge spontanea però. Ma Saisashi che fine ha fatto? Tuttavia, non è un buon momento per parlarne e per trovare delle informazioni in merito. Sa che, quasi sicuramente, non vorrà seguirla in quel che ha deciso di fare, così come non ne aveva alcuna intenzione appena usciti dal cristallo. Ancor rimembra le sue parole, frasi che hanno punto nel vivo e che hanno fatto anche sinceramente male. [ Chakra ON ]

17:12 Keiga:
 Annuisce, poco convinta, visto che di certo qualche occhiataccia al gatto ce la rifila senza pensarci due volte. E si raddrizza ancora, guardandola quando ammette di avere della carne. <Non di lepre, vero?> Ne ha le palle piene, mangia praticamente solo quello al bosco e di rado qualcosa di più grande. Ah si, qualche gatto, anche. Annuisce nuovamente alla sua domanda <Mi pare abbia detto così> Pausa <Ma spero non siano Inuzuka> Che odia a priori. <E poi ha detto altro, di un'altra cosa da fare con te> Le mette la pulce nell'orecchio, ma in realtà spera che almeno di questo sappia già qualcosa, visto che sarà lei a doverla rimettere a nuovo, e ci sarà da ridere. Al suo -alzati- si alza, si, ma resta sui quattro arti, abbandonando solamente la postura seduta canina. Avesse la coda probabilmente adesso scodinzolerebbe, mentre si avvicina con lei alla porta. <Akuma, se vuoi entrare devi lasciar stare il coso> Il cagnolone brontola, non troppo contento, ma vuole vedere Senshi anche lui, quindi la guarda, ringhiando appena <Guarda che poi ti cazzia lei, non io> Un cenno del capo verso la rosata, ed Akuma tira le orecchie indietro, ben consapevole che quando si incazza lei, chimere spostatevi.

18:16 Furaya:
 Ripensa alle loro riserve nel frigorifero, ragionando ben bene su quel che potrebbe trovarci all’interno. <Dovremmo avere del maiale, qualche scatola di ramen istantaneo e certamente dei panini con dell’affettato.> Piacciono a Senshi e lei non li disdegna. <Dovremmo avere anche della frutta e dello yogurt, ma non credo ti piacciano.> Si stringe nelle spalle, è consapevole dei gusti altrui quindi sa perfettamente che, pur avendoglieli elencati, non verranno affatto toccati se non dalla rosata che, di rimando, le proporrà alla figlia per una dieta equilibrata e quanto più sana possibile. <Capisco.> Pronuncia alla volta di Keiga per quanto riguarda, invece, la richiesta proveniente da Mattyse nei di lei riguardi e dei quali la Nara era totalmente all’oscuro. Il seguito le fa drizzare immantinente le orecchie, aspettando d’alzarsi assieme e di dirigersi verso l’ingresso dell’abitazione, nonostante sia soltanto lei quella s’erge nell’effettivo dato che la Inuzuka bazzica ancora a quattro zampe. <C-Con me? Cosa?> E perché diamine non gliene ha parlato? Perché continua a nasconderle le cose? Ha necessità d’avere un telefono cellulare tra le mani in quest’istante perché così avrebbe potuto minacciarlo tramite messaggini. Ora come ora non può farlo ed è un peccato. <Do della carne anche a te se fai il bravo.> Professa in direzione del cagnolone, dandogli piccole pacche sulla testa per carezzargli il pelo tra le orecchie. Quindi, qualora sia riuscita ad entrare nella struttura, aspetterà che anche i due siano entrati a loro volta; per non parlare delle risposte che attende in virtù delle idee di Matt, qualora le vengano poi effettivamente pervenute. Recupererà i materiali più tardi e disattiverà l’innata una volta all’interno. Il lavoro può aspettare… [ Exit? ]

18:46 Keiga:
 Ascolta l'elenco delle cose, mentre guarda verso l'alto, pensosa, indecisa su cosa scegliere. Ma infine sembra scegliere <Hai anche della vacca?> Domanda, per poi continuare <Il maiale va bene e anche il ramen> Pausa <Magari i panini me li porto via>Altra pausa <Blè> Riguardo frutta e yogurt. Come svuotare il frigo in tempo zero. Una volta spiegata la questione Kiri, sembra che la rosata non sappia neanche del resto, che per giunta, la riguarda. La guarda a quelle domande, stupita e con un sopracciglio alzato <Ma vi parlate, si?> Le viene spontaneo chiederlo, visto che ogni volta che lei dice qualcosa che ha fatto con Mattyse la rosata sembra cadere dal pero. Ad ogni modo non specifica, non racconta. Akuma ritira fuori la lingua, scodinzolando solo per la carezza tra le orecchie figuriamoci per il cibo. E si entra, infine. Akuma, approfittatore, segue Furaya, colei che porta l'onore di sfamarlo. Lei, invece, costringendosi a recuperare la postura eretta, annusa l'aria in casa, sentendo la puzza di gatto ma senza lamentarsi <Seeeeeeeeeeeenshiiiiiiiiiiiiiiiii!!!> Diventa scema per quella bambina. [End]

Furaya sta iniziando a lavorare alla sua armatura, quando sopraggiunge Keiga e Akuma che la trattengono con coccole e grattini. La Inuzuka le accenna qualcosa in riferimento ad ordini diretti di Matt che chiaramente la rosata non conosce. Zan zan.