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con Rasetsu, Dokuhiro

15:29 Rasetsu:
 Il sole è ormai bello alto nel cielo e, con molta probabilità, ha dormito più del necessario. D’altronde, deve recuperare le energie spese durante la notte – una nottata che sarebbe potuta svanire con l’accendersi delle luci, ma che da bravo bambino è riuscito a superare con l’oscurità. E’ abbastanza adulto da non aver paura del buio. S’è addormentato – forse – abbracciato al cuscino o, con molta più probabilità, qualcunA è stata sostituita da quell’ammasso di morbidezza. Le motivazioni potrebbero essere tra le più disparate. Si districa da quell’intreccio creato con le sue stesse braccia, aprendo un occhio verde dapprima, seguito rapidamente dal secondo. Scandaglia il comodino alla ricerca degli occhiali, come prima ed unica avvisaglia dell’essersi davvero svegliato. L’altra mano, nel frattempo, cerca qualcuno di specifico di fianco che, a quanto pare, non è presente. <Mhn…> Mugugna infastidito, infilando distrattamente gli occhiali e mettendo finalmente a fuoco il mondo vicino a sé. Non che abbia reali problemi da lontano, ma da vicino – beh, meglio tenerli per precauzione. Scivola dabbasso, vestito soltanto d’un paio di boxer e racimolando in fretta quanto meno la camicia bianca. Le braccia entrano senz’alcuna difficoltà, ma non ha ancora abbastanza tempra per riuscire ad abbottonarla quindi la lascia aperta. Va alla ricerca di Hiro che, a quanto pare, ha ben deciso di svanire. E pensare che di solito è lui a comportarsi in questo modo, a discapito di chiunque altro abbia frequentato il medesimo letto del rosso. <Hiro?> La voce impastata, gli occhietti che vanno alla ricerca di qualunque indizio possa indicare la presenza – o meno – dell’altra all’interno dell’abitazione. Per il momento, pare piuttosto tranquillo, forse perché è dormiente per metà. Ha bisogno di caffeina. Oh no, anche quella crea dipendenza. [ Chakra OFF ]

15:38 Dokuhiro:
 È vero, è ormai quasi pomeriggio e ha dormito per un bel pezzo, ma alle luci dell'alba doku si è eclissata come i rimasugli di un sogno agognato per molto tempo, come se non fosse mai esistita se non per le piuttosto evidenti prove che ha lasciato addosso al rosso, partendo dia graffi sulla schiena, da diversi capelli rossi strappati per il troppo tirare, un morso sull incavo della spalla e un succhiotto sul pettorale: quello quando glielo ha fatto? Bho, la notte è stata lunga. Eppure ora che il rosso è sveglio è semplicemente svanita, niente biglietti, niente oggetti, e la già impersonale casa in cui sono è diventata ancora più vuota. Forse doku era solo il suo parto delle droghe e in realtà non è mai esistita? Forse è ancora in quello stato o è in coma di overdose e si è sognato tutto. Partendo dalla diavoletta che lo ha rimesso in sesto come una sorta di angioletto sadico, poi le gelosie, e infine l'Unione, forse quello ha rotto tutta la bolla del sogno creato e ha abbandonato il talamo del demone? Sul tavolo niente, sui comodino nessun biglietto, la cucina è rassettata come se non avesse nemmeno fatto colazione, e tutti i vestiti che si era tolta sono tornati nel cesto della biancheria, almeno quelli ci sono, quindi non era forse completamente una follia pensare che sia esistita non solo perche si vede ma anche per semplice possibilità della sua presenza. Come detto è pomeriggio inoltrato ormai, quindi è da un pezzo che manca. È il momento di cominciare a impanicare chiedendosi se si sia fatto qualcosa di male ieri sera

15:59 Rasetsu:
 Sbuca nel salotto scalzo, avvertendo un lieve fastidio provenire dalla spalla e dal cuoio capelluto. Solleva la mancina per massaggiar i capelli cremisi, scostando alcune ciocche ormai lunghe sin quasi alle scapole. <Tch.> Fa schioccare la lingua contro gli incisivi. Per quanto riguarda collo e petto, ha una vaga idea sul perché pizzichino ogni tanto, ma lascia correre per il momento. Ha necessità di svegliarsi. Però, nota fin da subito qualcosa che non torna. La casa è troppo in ordine. C’è decisamente abbastanza silenzio. <Dove cazzo s’è cacciata?> Pazienza zero a giudicare da come già commenti a sproposito, assottigliando lo sguardo e cercando la figura minuta altrui. Non si rende conto neppur dell’orario. S’avvicina nei pressi del cucinino, laddove ha disposto – dispoticamente parlando – una macchinetta del caffè automatica cosicché non debba fare assolutamente niente. Va bene tentare di cucinare i pancake ogni tanto che, di base, son abbastanza facili da preparare, ma non mettetevi in testa che possa fare molto altro senza una guida adeguata. Ninjatube è certamente la soluzione. Sfila la tazza da sotto la macchinetta, pronto a bere il suo caffè con tutto l’odio per il mondo che a prima mattina qualcuno può generare – ed è inutile sottintendere che è tardo pomeriggio perché non se ne renderà conto tanto presto. <DO-KU-HI-RO.> Scandisce meglio le parole, ma in ritorno avrà esclusivamente dell’eco che non porterà assolutamente a niente di concreto. Sta ringhiando mentre a momenti sbrodola direttamente nel caffè. E’ poggiato contro lo stipite della cucina, soffia – come un gatto – contro il vapore ch’esce dall’alto. Inspira profondamente, non deve incazzarsi appena sveglio altrimenti si trascinerà dietro il malumore per l’intera giornata. [ Chakra OFF ]

16:21 Dokuhiro:
 "Ro ro ro" l'eco nella casetta che l'altro può sentire quando grida il suo nome per tutto l'appartamento, ovviamente alla fine non si preoccupa, figurarsi, ma sicuramente c'è ancora tempo, il tempo di un caffè ad esempio, per capire che la diavoletta non è nel suo appartamento e che ammettiamolo, forse ha fatto qualcosa davvero per scatenare il suo allontanamento o addirittura la sua evasione o il suo rapimento! Tipo delle teste mozzate sul bancone e con annesse minacce? Forse è la volta buon che davvero la chiude dentro e la lascia sotto sorveglianza per tutto il giorno. La sua ovviamente. Sia mai che una femmina o un maschio facciano cose strane e si ritrovi pure cornuto. Il semplice fatto è che l'altro sta cadendo nelle conclusioni sbagliate? Bhe intanto doku è sulla via del ritorno nel suo appartamento, ancora giù in strada con i suoi sacchi per la spesa in una mano, una spesa piccola, niente di che, le uova più che altro dato che rasetzu cucina ma poi non rimette niente in frigo, e le sta scoppiando il fegato dalle troppe uova. Ma non ha il cuore di fermare la sua vena artistica per la cucina. Forse però sarebbe il caso che casualmente gli mette sotto mano pure il volantino che ha nella borsa, e ovviamente ha la sua cartella da ninja studente, perche è stata bocciata quindi le sue lezioni non sono cambiate e deve ancora subire le interrogazioni scolastiche come ogni altro bambino, non che sia passato inosservato che sia ancora li, quindi è stata pure presa in giro sai suoi ex compagni di corso tutti promossi

13:54 Rasetsu:
 La signorina sta tornando nell'appartamento che ormai condividono da qualche tempo, con un'unica problematica evidente: lui non è stato assolutamente informato di nulla. E sappiamo che il demone, spesso e volentieri, è assai esagerato nei suoi meccanismi di difesa personale. Terminato il caffè, poggia la tazzina in malo modo contro il ripiano della cucina, facendola tintinnare anche troppo. Per fortuna, non pare rompersi tanfo meno scheggiarsi. Inspira profondamente perché sta, per ovvietà, perdendo la pazienza. Ravviva i capelli con un gesto secco di ambedue le mani, portando le ciocche indietro affinché non gli ricadano sugli occhi. Sistema anche gli occhiali, spingendoli lungo il setto nasale. Uno ad uno, anche piuttosto velocemente sicché indossa abitualmente quelle vesti, richiude i bottoni della camicia lasciandone aperti soltanto i primi due in prossimità del collo e del petto. Dovrebbe mettersi un paio di pantaloni, ma stiamo pur sempre parlando del rosso. Quindi, le premure di cui ha fatto vanto finora son anche eccessive. Non ha avuto premura di farsi veder nudo, in effetti, per le strade del settore kusano — evento del quale, quasi sicuramente, ricorda ben poco se non la convalescenza che ha dovuto subire in seguito, per diretta conseguenza. Inspira profondamente, gonfiando il petto, dopodiché appropinquandosi verso la porta d'ingresso. <Adesso basta.> Sibila a denti stretti e con sguardo inferocito, allungando la mancina verso la maniglia della porta così da aprirla. Pretenderebbe di sbucar fuori quanto meno con la testa e il mezzo busto per permettersi di adocchiar l'esterno. Ed è lì fuori che, in effetti, andrebbe alla ricerca di Dokuhiro sinché non la vede tornare a casa. Una figura in avvicinamento a sua detta, ma da quale lato? Sbucherà a breve? Aggrotta le sopracciglia, snuda addirittura le lunghe zanne e fa presagire che non ci sarà niente di buono in quelle quattro mura domestiche quando il topolino tornerà nell'appartamento nel quale dimora il grande gatto rosso. [Chk Off]

14:04 Dokuhiro:
 Ovviamente non può immaginare che il grosso gatto Cheshire è incazzato nero, come il colore del suo sangue, ma dall'altra ha da fare qualcosa di diverso ovvero sbucare dalle scale e dalla tromba di essa con un sacchetto della spesa e il suo solito abbigliamento attillato, tanto non ha certo curve da esibire o che il rosso possa essere geloso degli sguardi a quella scheletrica figura malaticcia o per lo meno schizzata. Non pare nemmeno aver accusato la nottata, con il suo solito musetto inespressivo da maschera. Che viene tradita con una certa sorpresa quando nota il gatto che sta bruciando dalla porta <tutto bene?> domanda molto tranquillamente mentre si avvicina all'uomo non certo più forzuto o massiccio di lei, piegando il capo con evidente perplessità a vederlo ancora li, quando dovrebbe essere al lavoro da dottore per quanto ne sa lei <posso entrare?> chiede piuttosto inespressiva nonostante quella sia casa sua, almeno da quanto ha detto all'uomo e anzi il topolino sta proprio cercando di rientrare nella tana con il gattaccio. Ma dovrebbe ricordarsi rasetzu che anche i topi mordono... Quindi si avvicina vagamente per provare a dargli un bacetto sulle labbra di saluto e sgaiattolare all'interno, sempre ammesso che non abbia già ricevuto la sua porta in faccia e tanti saluti all'appartamento. E anche al gatto. Intanto sposta il peso della spesa nell'altra mano per potersi assicurare una presa migliore per scappare all'interno anziché all'esterno dove ogni persona sana di mente andrebbe

14:30 Rasetsu:
 Definirlo arrabbiato, in realtà, è anche ben oltre le rosee aspettative. Invero, è una rabbia che andrà a scemare al minimo accenno di delicatezza da parte dell’altra – quale un bacetto inaspettato, appunto. Tuttavia, conoscendo il diretto interessato, è assai naturale che tenga il muso anche per qualche altra ora, giusto per dar fastidio non per reale necessità. Una volta affacciatosi la vede salire le scale con in mano qualche busta evidente della spesa. Inarca un sopracciglio dubbioso, nonché sorpreso. Il fatto che avrebbe dovuto essere a lavoro è presto spiegato, qualora gli venga chiesto. <…> La segue con lo sguardo fintantoché non se la ritrova letteralmente sotto al naso, inalando il di lei odore e squadrandola dalla testa ai piedi. Non ricambia quel bacio, per quanto accennato – come anticipato, deve tenere il muso anche se non serve, soltanto perché in cerca costante d’attenzioni. E pensare ch’è sveglio da neanche qualche minuto e s’è già rovinato la giornata in completa autonomia. Grugnisce qualcosa, un verso infastidito. <Entra.> Commenta subito dopo, nonostante appaia quanto più un imperativo che la obbliga ad entrare nella casa. Si scosta di lato, quel tanto che basta per rientrar nelle mura domestiche, aprendo la porta e permettendole così di varcar la soglia. Le tende la mancina col palmo aperto e le dita ben divaricate fermandola in prossimità della busta che stringe nella sua. Vuole aiutarla, indirettamente parlando. E’ un controsenso vivente. E’ esattamente un gatto che vuol le coccole e, appena ottenute, non ne vuole più tanto da graffiare chi gliene ha appena fatte. <Dove sei stata?> Le chiede, squadrandola di nuovo, assicurandosi che sia tutta intera, pulita, sporca semmai di qualche segno lasciato la sera precedente da denti e succhiotti – ma nient’altro che questo. Si dimostra quanto meno coscienzioso nel fingersi interessato ad aiutarla, anche perché sistematicamente solleva ben poco con quella minima forza che ha nelle braccia (a chakra disattivato, poi, di che parliamo?). Ha la forza da sollevatore di polemiche o nuvole di fumo. [ Chk OFF ]

14:39 Dokuhiro:
 osserva i movimenti dell'altro con scarso interesse, non capendo per quale motivo possa essere così arrabbiato o immusonito <ah, ho capito> dichiara semplicemente <vuoi farlo di nuovo?> ma...doku! ovviamente il fatto principale che abbia indirettamente pensato subito a quello è un buon segno: significa che il rosso non ha fatto qualcosa di troppo malvagio la sera prima, anzi, potrebbe addirittura avere il privilegio di averne ancora, sempre a luci spente <va pure a spegnere le luci, arrivo tra un attimo> spiega all'altro, notando che le viene poggiata la mano per fare in modo che possa affidargli la borsina della spesa, in cui all'interno ce una buona scorta di uova, qualche ingrediente preconfezionato per zuppe e compagnia, e infine un volantino di quartiere dove ci sono delle mamme felici ai fornelli e la scritta "vieni a imparare con noi, corso di cucina base per casalinghe" ovviamendo alla naturale ed espressiva maschilinità del volantino, che prevede che solo le donne siano casalinghe e che debbano saper fare da mangiare, il volantino non è del loro quartiere ma di quello opposto ad ame <sono andata a fare la spesa, e a controllare il nuovo appartamento, dobbiamo spostarci, no?> dopo le teste tagliate, mentre sul corpo dell'altra non si riscontrano cose particolari se non qualche morsetto e succhiotto, soprattutto sotto al mento dove spicca un bel segno rosso delle labbra dell'altro, quindi intanto si avvia al bagno per qualche istante, il minimo per i suoi bisogni, sperando che il gatto non la segua, e tornando poco dopo

14:57 Rasetsu:
 Fissa l’interlocutrice quasi senza capire. Ma cosa sta dicendo? Perché non ha capito? Deve farle un disegno? E’ chiaro, specialmente se è lui in primis a non parlare, facendo la primadonna. <Che?> Domanda ad alta voce, fissandola come se avesse appena detto un insulto tra i peggiori esistenti. <No, cioè sì, non mi dispiacerebbe> Si autocorregge poiché l’affermazione negativa sarebbe il VERO e REALE insulto presente all’interno della discussione. Si stringe nelle spalle, cercando di replicare ulteriormente a quella domanda, così da risultar quanto più certo nonché chiaro possibile. <ma non adesso.> Il che, qualora fosse stato ubriaco o sotto effetto di droghe, non sarebbe affatto esistito. Inspira profondamente, consapevole che deve prendere in esame un discorso, che ne deve parlare perché se s’arrabbia v’è una motivazione la stragrande maggioranza delle volte – il problema è che non sa affrontarle a sua volta. Recuperata la busta della spesa, la poggia sul tavolo della cucina-salotto, in modo che possa togliere dal suo interno il cibo e le altre utilità che ha acquistato. <E questo?> Le chiede, dandole ancor le spalle o tre quarti del busto sicché ella s’è diretta al bagno, mentre lui è rimasto in sala ad attendere il suo ritorno ravanando all’interno del sacchetto della spesa. Solleva il ricettario o presunto tale, così da capir meglio per quale motivo l’abbia acquistato o preso con sé, senza neppur comprendere che potrebbe averlo fatto per qualcuno in particolare – tipo lui che s’ostina a preparare per la maggiore dei pancake perché son quelli che gli riescono meglio, senza considerare che variare quanto si mangia è tanto essenziale quanto dormire o bere. <Che appartamento hai trovato?> Borbotta ancora, comportandosi quasi in maniera naturale adesso – deve scontrarsi piuttosto spesso coi repentini sbalzi d’umore del rosso, i quali non son certo cessati con la disintossicazione. <Piuttosto> Comincia. <quando desideri sparire dalla circolazione, potresti lasciarmi un messaggio o avvertirmi? Così> Gesticola, trattenendo in parte il fastidio che quanto commesso ha causato in lui. <per regolare anche la mia giornata.> O per assicurarti di non restare da solo come da quando sei nato? I demoni del passato lo tormentano, ha degli scheletri nell’armadio a sua volta, non è certo immune da questi avvenimenti sventurati. Tutti ne hanno. C’è chi riesce a conviverci, come lui ha sempre fatto sinora, e chi invece ha necessità di farli sparire. [ Chk Off ]

15:05 Dokuhiro:
 finalmente esce dal bagno, asciugandosi le mani rimanenti all'interno della maglia e lasciandone delle belle impronte non dissimili dalle mani del rosso che hanno afferrato e toccato fino alla notte prima <va bene> riguardo al non volerlo fare ora mentre gli mostra il ricettario e lei semplicemente alza un sorpacciglio con evidente perplessità <un regalo> spiega semplicemente lasciandolo immaginare per un secondo che possa essere per lei, o per ichigo, perche sempre vipera rimane anche se meno incattivita <per te> aggiunge affinche possa capire, dopo che gli ha fatto venire tutti quei strani pensieri. nuovamente si alza il capo verso l'altro <te lo ho lasciato> gli fa notare <hai acceso il cellulare?> eh, non lo ha fatto. il rosso. ma se lo avesse fatto avrebbe visto il messaggio di doku che recitava piuttosto chiaramente "vado a fare la spesa" con a seguito, diviso dal precedente messaggio, un cuoricino rosso: una incredibile testimonianza di quanto pure lei sia presa, in effetti ci ha pensato parecchio prima di mandarlo, e quale mandarlo, prendendo in esame un cuore nero, un gatto, ma infine optando per il piu semplice cuore rosso come i capelli dell'altro <sempre qui nel quartiere, così dovrebbero metterci un po a trovarci e intanto possiamo prepararci al meglio> spiega all'altro con naturalezza facendo poi segno di toccarsi l'orecchio e indicare la finestra rotta, lanciandogli un messaggio, a quanto apre non gli dirà ora dove andranno per trasferirsi, andando intanto nel cucino a prendersi una tazza di caffe pure lei, anche se sanno entrambi che su di lei ha un effetto tanto eccitante che probabilmente non dormirà per i prossimi due giorni. il rosso puo ancora fermarla!

15:38 Rasetsu:
 Il cellulare. Che idiota! Non ci ha mica badato al cellulare. Lo ha lasciato sul comodino, prendendo esclusivamente gli occhiali. Molteplici i punti interrogativi immaginari che vanno formandosi sulla sommità del capo del demone, il quale inclina dopodiché quest’ultima verso la spalla manca come se avesse appena ricevuto una mazzata tra capo e collo. <Un regalo.> Commenta ad alta voce, ripetendo le altrui parole incredulo. Gli hanno mai fatto un regalo? Tutto ciò che riceveva era perché gl’era dovuto. Tutto quel che gli portavano era inerente ai suoi traffici, ai suoi molteplici impieghi. Non ha mai ricevuto un regalo se non da parte di Yukio stesso, un regalo che dura una vita intera finché morte non li separi. Non comprende l’entità – lei – di quel che ha appena fatto. <E’ come regalare la tua anima al demonio> Così esagerato. Si rigira il ricettario per le mani, sfogliandolo con cautela come se non volesse assolutamente romperlo. Non deve danneggiarlo. E’ così raro ricevere qualcosa di prezioso. Deve sapersene prendere cura ed è questo il problema più importante. Sbadato, arrabbiato, brusco. Non sa tenersi affianco neanche qualcuno che possa volergli bene, ma è giusto iniziare dalle piccole cose, dopotutto. Un libro. <ne sei consapevole?> Le s’avvicina a passo cauto, senz’alcuna cattiva intenzione a giudicare da come avanza. Tenderebbe la mandritta verso il suo capo, in modo da poggiar delicatamente il palmo contro la nuca. Non v’è cattiveria tanto meno eccessiva forza in quel che fa – inutile ribadirlo. Ne spingerebbe la fronte in sua direzione e, data la differenza d’altezza, non è assolutamente complicato posarle delicatamente un bacio in prossimità della fronte, tra i ciuffi ribelli. Un ringraziamento… tacito, senza dubbio, ma resta tale. <Non l’ho acceso. Son partito con la consapevolezza che non saresti tornata o che te ne fossi andata per chissà quale ragione. Avrei aspettato tornassi per qualche ora, poi avrei ripreso la vita di tutti i giorni: tra uno shottino e una sniffata.> Nonchalance. Segno inequivocabile dell'abitudine a cui è soggetto. La lascia andare, permettendole d’allontanarsi dal rosso, tuttavia viene immantinente intercettata – di nuovo – nel notar come si vada dirigendo verso la macchinetta del caffè. Sa a cosa va in contro. Notti insonni. Non ne ha nessuna intenzione: adora dormire – negli obitori, un tempo, ma quest’è un dettaglio opinabile. Orsù. <Col cazzo che bevi il caffè. Altrimenti sii conscia che dormirai fuori.> Come i cani. O i topi. Qui di gatto ce n’è uno solo e non è avvezzo ai paragoni. Mano sulla spalla o mano sulla tazzina qualora l’abbia già riempita dell’amaro liquido, poiché in nessun caso quel contenitore arriverà alle labbra altrui. [ Chk Off ]

15:52 Dokuhiro:
 <addirittura?> chiede divertita nella un'espressività del volto, anche se leggermente il tono è più leggero del solito, passa in secondo piano la nuova casa rimanendo a guardare mentre il demone gli si avvicina e le schiocca un bacio tra i capelli, che la fa mugugnare di piacere, in un silenzioso ringraziamento, un metodo tra loro di parlare in silenzio mentre gli tira una ciocca di capelli come piace all'altro prima di sollevare gli occhi mentre si sta versando il suo bicchiere di caffè <e invece sono qui, mi dispiace> aggiunge rovinando i suoi piani di tornare a essere un tossico come lo era quando lo ha raccattato dal vicolo come un gatto. Quindi si sta portando la mano fino al bicchiere e sollevandolo si allunga alle labbra. Ma si trova invece la mano dell altro, finendo per baciargli il dorso della mano e sbarrando gli occhi guardando l'altro, e ascoltando che a quanto pare sara lei a rimanere fuori <va bene, vabene> mormora <mi e andata male> a quanto pare lo stava puntando mentre va a dare qualche altro bacio sul dorso dell'altro prima di allungare i baci verso la manica dell'altro e la camicia provando a raggiungersi nel collo dell'altro alzandosi sulle punte per raggiungerlo <allora posso bere te?> domanda con gli occhioni da diavoletto sgranati e supplichevole, sbattendo le ciglia mentre poggia il bicchiere di caffè e voltandosi verso l'altro completamente per provare a toccargli il busto. Probabilmente l'altro si è appena svegliato e già deve fare i suoi doveri di ragazzo e fidanzato probabilmente se non viene scacciata sara felice di poter passare altro tempo con rasetzu//exit!

23:24 Rasetsu:
 Addirittura? Non osa neanche immaginare quanto questo gesto possa essere così raro e apprezzato da parte del rosso. Allo stesso modo di come lui non riesce a pensare a come sia tremendamente simile agli umani che tanto disdegna, reputandoli inferiori alla stirpe demoniaca della quale fa parte. Si limita ad un mero cenno del capo poiché la discussione che si potrebbe generare da tali parole potrebbe prolungarsi più del necessario. La sobrietà del momento, purtroppo, non lo rende poco propenso a questi discorsi, bensì li valorizza ulteriormente e gli ricorda quanto triste sia stata la sua vita nel corso del tempo – certamente non scevra di bei momenti di tanto in tanto. Uno di questi è quel che sta vivendo adesso, dopotutto. Non tutto vien al mondo per esser becero – lui stesso n’è la prova. <Oh, che gran dispiacere.> Commenta in maniera divertita e fortemente ironica nei di lei riguardi, mentre tenta di sottrarle la tazzina dalle delicate mani, poggiandola sul ripiano più vicino a sé stesso, ma ben più lontano dalla ragazzina. Sotto caffeina, non è una gran cosa. S’agita per niente, non dorme e resta ventiquattr’ore su ventiquattro a guardare quelle trasmissioni degli abiti da sposa – senza sapere che, con uno come il rosso, non indosserà mai qualcosa del genere. Avverte quei delicati baci che Hiro poggia lungo il dorso della mano, salendo pian piano sin ad inoltrarsi nell’incavo del collo del demone. La segue passo passo, fremente. Con quel tono e quella domanda, sa fin troppo bene dove voglia andare a parare ben prima che glielo dica in maniera così aperta. <Posso rifiutare una proposta del genere?> A sua volta ironico nel replicarle, non farebbe altro che accoglierla tra le proprie braccia – non avendola in effetti mai abbandonata sinora, e cercare con poca grazia le altrui labbra, spinto dal fomento dell’istante vissuto e del regalo ricevuto. Diamo tempo al demone di svegliarsi o cosa? [ Exit ]

Dopo una noche de fuego, Rasetsu si sveglia senza Dokuhiro di fianco.
Nonostante si arrabbi, inizia a sospettare che sia sparita come tutti quelli prima di lei.

Torna con la busta della spese ed un regalo per il demone ( ç_ç ) che mai nella sua vita ne ha ricevuto uno.