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con Mattyse, Saigo, Shizuka, Tenjiro

19:20 Shizuka:
  [Prossimità dei Quartieri Poveri di Kiri] Il cielo è davvero sereno oppure è solo l'animo della ragazza ad essere particolarmente felice? E' così di buon umore dopo quella giornata passata quasi ed esclusivamente con il fidanzato, che ha deciso di dedicarsi ad un qualcosa che aveva messo da parte proprio a causa di quel nuovo tatuaggio: un giretto per i quartieri poveri di Kiri a dispensare cure gratuitamente a chi servisse. Non è il buon cuore a smuovere la Kokketsu in tal direzione ma essenzialmente il fatto di voler migliorare le proprie abilità in qualità di curatrice. Indosso ha una maglietta nera semplice e larga sul buso, sopra la quale si trova una felpa anch'essa nera, con il cappuccio e la cerniera shiusa parzialmente frontalmente, le gambe sono coperte da dei leggins blu, che la fasciano morbidamente in vita, ai piedi anfibi alti fino a metà polpaccio. I lunghi capelli rossi sono raccolti in una coda alta, che lascia sfuggire solo qualche ciuffo frontalmente, incorniciandole il volto; sulle spalle indossa uno zainetto contenente le chiavi di casa sua e del ragazzo, cellulare, blocco da disegno con relative matite e null'altro. La direzione di provenienza è quella del centro di Konoha che ha lasciato da poco, una volta in prossimità però del quartiere povero di Kiri la Kokketsu andrebbe a congiugnere le mani di fronte al petto, simbolo ovino riprodotto mentre, fermando il passo per un attimo, andrebbe a ricercare all'interno del proprio corpo quelle forze atte a generare il Chakra. Una verrebbe ricercata nella zona del cerebro, identificata nella di lei immagnazione come una fiammella blu, molto viva, l'altra dovrebbe venire ricercata a livello dell'addome, identificata come una fiammella rossa, sfavillante. Qualora fosse riuscita a trovarle avrebbe cercato di far convogliare queste forze verso il centro del corpo, a livello della bocca dello stomaco, così da farle unire, andando a generale una fiammella violacea, molto intensa pronta all'uso. Se tutto fosse andato in maniera corretta, la ragazzina dovrebbe percepire quel potere scorrere all'interno del proprio corpo, in un circolo spontaneo, pronto per essere appunto utilizzato su chiunque ne avesse avuto necessità. Il passo viene ripreso in direzione della propria meta, un sorriso pacato sul visetto vispo. [Se Chakra 30/30]

19:28 Mattyse:
 Quartiere povero di Kiri, quale posto migliore per trovare qualche demente che potrebbe aiutare il nostro bianco nei suoi intenti poco legali se non un luogo ove la gente lotta giornalmente per campare? Mat passeggia per quei quartieri con un paio di scarpe eleganti dal colore nero, le gambe son coperte da un pantalone del medesimo colore, elegante anch'esso, stretto in vita da una cintura di cuoio che tiene ben tirata la camicia bianca. Questa non presenta pieghe particolari, proprio perche` ben stirata e mantenuta dalla stretta della cintura, le maniche sono rialzate fino ai gomiti scoprendo gli avambracci. Il lato sinistro del volto presenta delle ustioni che attraversano l'occhio sinistro, reso opaco e cieco a causa proprio di questa cicatrice, queste scendono lungo il collo per allargarsi sul petto e sul collo, luoghi pero` coperti dagli indumenti. I lunghi capelli bianchi sono legati in una coda alta, ma abbastanza lunghi da potersi posare con le punte sulla schiena. Ad ogni passo il Senjuu poserebbe il proprio occhio ambrato su un angolo diverso di quelle strade, cercando qualche povero disperato da poter comprare a poco. Ancora vive nella sua mente il ponte di Kiri che crolla al proprio "kai", come le ripercussioni che l'esplosione ha avuto su tutto il villaggio. Uno sbuffo uscirebbe dalle labbra del bianco mentre il passo rallenta, probabilmente alla vista di un qualche edificio interessante, ma nulla che lo inviti veramente a fermarsi e ad indagare. <Non sapevo che a questa gente facessero schife i Ryo.> commenterebbe ad alta voce con l'intento di istigare effettivamente qualcuno che, con puo` di fortuna, potrebbe saltare fuori per ascoltare le proposte del terrorista.

19:34 Saigo:
 Mettiamola così: tra noia, desiderio di sfogarsi, rabbia repressa e necessità di concentrarsi su tutto fuorché le sue ferite oggi ha deciso di seguire le voci udite in giro ultimamente e se ci scappa potrebbe anche picchiare un barbone, tanto a quei rifiuti della società non si interessa nessuno, un livido in più o uno in meno che possono cambiare. Con queste per nulla belligeranti intenzioni decide di avvicinarsi al quartiere povero di quella città, la parte più povera del settore e forse di Kagegakure stessa. Indossa una semplice minigonna in jeans a vita alta, viene fasciata delicatamente con le gambe che restano coperte da velate calze nere capaci di contrastare appena il pallore di quella pelle. Sulla gamba il segno della ferita ormai recente, le è stato detto che ci vorrà un po’. Freddolosa com’è non avrebbe mai potuto uscire senza un paio di collant a proteggerla da quel freddo per lei ormai da inverno inoltrato. Si pente in verità, appena l’aria la sfiora lasciando che i brividi corrano lungo la schiena inizia a ritenere la sua una pessima idea, ma ormai è in ballo. Si muove agile su un paio di trampoli, sandali neri in pelle con una non indifferente zeppa al di sotto, un paio di calzine bianche a coprire i collant e donarle un che da bambolina, pizzo merlato che corre intorno alla caviglia come colletto dei piedi stessi. I capelli lunghissimi e lisci sono sciolti, ben pettinati cadono su quel maglione in lana nero infilato nella gonna in jeans dai bottoni centrali. Morbido copre la parte superiore del corpo cadendo appena sulla spalla destra, mostrandone generoso il profilo candido ed il segno rossastro risalante alle ultime ferite di battaglia. Spera davvero che spariscano. Il grosso del mare biondo fragola si poggia sulla spalla gemella, segno che per quanto guarita ancora la pelle prova fastidio davanti allo sfregamento di quei ciuffi controllati ma dall’animo ribelle. Non teme particolarmente per la sua incolumità, spinta un po’ dalla vocina che le dice quanto la sua vita continuerà a far schifo. Si trova a metà tra la resa definitiva e la rivalsa e per ora si limita a fregarsene di quello che potrebbe accaderle provocando le persone sbagliate nel posto sbagliato e vestita come se fosse una bambolina innocente e indifesa. Nelle tasche laterali della gonna troviamo qualche ryo giusto per comprarsi da bere ed il cellulare, ben nascosto e pronto ad essere utilizzato nel caso finisca sbronza a qualche angolo di Kiri e abbia bisogno di qualcuno che la recuperi, insomma le sue intenzioni non sono principalmente di affogare tutto nell’alcool ma mai dire mai ad oggi.

Una nuova giornata volge al termine. Il sole abbandona i cieli del nostro emisfero terrestre, lasciando che il buio cali lentamente sul creato. La vita rallenta il proprio ritmo, ma la notte non significa riposo per tutti. C'è qualcosa che al calare della notte si risveglia e muove i propri passi. Ci sono ombre che, con il favore del buio, mettono in moto ingranaggi che potrebbero risultare difficili da fermare. Laddove il popolo di Kagegakure preferirebbe un cielo trapunto di stelle e una luna candida, le nubi si ammassano inquietanti a formare uno spesso strato scuro e minaccioso. Quasi come se si trattasse della concretizzazione di questi oscuri presagi. Il sipario si alza in uno dei quartieri più poveri del grande Villaggio delle Ombre: il distretto meno abbiente di Kirigakure. Perchè? Perchè l'ombra colpisce più forte dove la luce fatica a colpire... e pochi sanno quanto in basso si può sprofondare per queste viuzze dimenticate dalla civiltà. Chi vive qui fatica ad arrivare alla fine della propria giornata... combatte per un tozzo di pane e per portare a casa il minimo indispensabile per sopravvivere. Insomma, non è qui che è il caso di cercare la Dignità. Qui c'è qualcuno per cui la Guerra non è mai finita. Una guerra che non è risolvibile con la semplice caduta di un dio. Ad ogni modo, veniamo ai nostri protagonisti. Il destino li ha portati a percorrere un sentiero impervio. Un sentiero che forse non avrebbero neanche voluto imboccare. Ognuno prosegue per la sua via, seppur le tre strade scelte abbiano destini indissolubilmente intrecciati. Tutti e tre potranno percepire uno strano sentore nell'aria. Si tratta del tipico odore che la tempesta porta con se: un'umidità quasi tangibile, carica degli odori che la terra rilascia appena inizia a bagnarsi. Non ci vuol molto prima che il colossale banco di nubi inizi a riversare la propria angoscia sul nostro palcoscenico... il palese inizio di una tempesta decretato da un sonoro [WROOOOOOHM!] Un tuono squarcia il cielo, illuminando a giorno per qualche frazione di secondo tutto il circondario. Qualche attimo dopo, il ticchettio della pioggia su ogni superficie solida diviene il sottofondo costante di questa sera. Un sottofondo assordante, nella sua quietezza, considerando che per le strade del quartiere povero, di notte, si aggirano veramente poche persone! Tutti e tre, infatti, non vedranno chissà che affollamento in giro. Molte aspettative verranno disattese, specialmente per chi desiderava andare a caccia di barboni su cui sfogare la rabbia repressa. Che il destino abbia di meglio in serbo? Shizuka è la prima a ritagliarsi le attenzioni del fato, calcando una stradina larga non più di quattro metri. Palazzine di altezza variabile, ma mai superiore ai due piani, costeggiano i suoi fianchi per tutta la lunghezza del viottolo (circa una cinquantina di metri). Queste case sono diroccate, seppur abitate. Le luci che filtrano dalla finestra sono molto deboli: tipiche di chi illumina la propria stanza con una candela, o con vecchie lampade ad olio. In altri casi, queste strutture sono addirittura disabitate... o occupate abusivamente dai tanto cercati barboni. Per strada non c'è anima viva, se non qualche pozzanghera appena creatasi per via della pioggia. La Vita, qui, non fa rumore... ed il tutto rende ancora più inquietante. Tuttavia, proprio mentre potrebbe farsi spazio nella sua mente l'idea che non ci sia più nulla da curare in questo posto, un urlo straziante squarcia l'aria con la stessa forza del precedente tuono. <AAAAAAAAAAAAAAAH!> Urlo dalle tonalità femminili, che riecheggia per le vie indistintamente. E' difficile capirne la provenienza a primo impatto, ma con un po' di impegno e la giusta pensata ci si potrebbe porre rimedio. Le case più basse non sono più alte di 5 o 6 metri, mentre il lungo viottolo si interseca alla fine dei 50 metri con una strada direttamente perpendicolare. In un punto non molto distante, anche Matt è costretto a fare i conti con la pioggia. Le nubi rovinano i programmi di tutti, specialmente se l'obiettivo è quello di trovare un compare d'affari. Non ci sono uomini coraggiosi abbastanza da sfidare la Notte, in questo settore. Non ci sono uomini coraggiosi abbastanza da sfidare le Ombre e l'oscuro presagio che attanaglia questa povera gente. Mattyse potrà notarlo con i propri occhi... non c'è un'anima viva in giro. E se c'era... <AAAAAAAAAAAAAAAH!> ha appena tirato il suo ultimo respiro con tutta probabilità. Anche lui sente un urlo femminile provenire da un punto non meglio definito del settore povero. Percepirà dei movimenti direttamente alle sue ore dodici: movimenti non semplici da mettere a fuoco, eppure impossibili da ignorare. Anche lui si trova in una strada, ma leggermente più larga (circa otto metri), dove i negozianti hanno già chiuso i battenti da un po'. Sotto i suoi occhi, vedrà sbucare dapprima un'ombra umanoide a gran velocità, che a circa dieci metri di distanza si immette sulla sua strada da un viottolo sulla destra. Velocissimo e impossibile da riconoscere, sparisce subito dopo lungo quel viottolo che prosegue sulla sinistra... ma non è solo. Dietro di lui, altrettanto velocemente, schizza un'ombra quadrupede. Inquietantemente grande. Che stiano andando entrambi verso la fonte dell'urlo? A lui la scelta sul da farsi. Che sia anomalo persino per i bassifondi del Villaggio della Nebbia? Ultima, ma non per importanza, è la giovane Saigo... che al principiar della tempesta, viene sorpresa da un nuovo urlo. Ancora una volta si tratta di un urlo femminile estremamente sgraziato. Tipico di chi sta rischiando molto più di qualche ferita sparsa qua e la. Lei si trova in una simil piazzetta, circolare e del diametro di venti metri. Ai punti cardinali di questa piazza si trovano delle strade di immissione, che possono tranquillamente esser percorse qualora ne abbia desiderio. A differenza degli altri due, lei percepirà benissimo la provenienza dell'urlo. Proviene dalle sue ore dodici, ma gli occhi non possono aiutarla nel capire di cosa si tratti. Ciò che risalta maggiormente alla sua attenzione, invece, è il fatto che i popolani che abitano quella piazza si stiano affrettando a chiudere le finestre e sigillarle come possono. Molti spengono addirittura le luci... e lo scenario diventa ancor più tetro di quanto già non sia. Anche gli ultimi barlumi di luce artificiale abbandonano la zona, lasciandola in balia del buio. Per Saigo saranno disponibili le sagome vaghe degli oggetti che la circondano. La strada non è particolarmente ostruita, ma la fanghiglia creata dalla pioggia e dalla terra potrebbe nascondere pozzanghere di profondità ignota. Solo di tanto in tanto, un tuono illumina il circondario dandole percezione più nitida della posizione delle cose, ma subito dopo sprofonda daccapo nel buio e tutto tace. Cosa sta succedendo a Kirigakure?[Turnazione libera]

20:41 Shizuka:
  [Quartieri Poveri di Kiri - Viuzza -> Tetto (?)] Pioggia? Che noia totale! E dire che la giornata era soleggiata fino a un attimo prima, forse Kiri non è esattamente il distretto più fortunato del mondo. Un tuono squarcia il silenzio caratteristico della zona, la rossa rabbrividisce istantaneamente, portando le mani ad accarezzarsi le braccia. Non ama proprio per nulla la pioggia, i temporali men che meno. Quasi all'improvviso la pioggia inizia a cadere, in maniera insistente. I passi verrebbero mossi in prossimità delle case più o meno diroccate della vietta, nella quale stava avanzando, cercando di ripararsi il più possibile da quel tempaccio. La mente si muoverebbe addirittura in direzione dell'invadere qualche adeficio abusivo, spesso luogo di ricovero dei meno abbienti. Tuttavia mentre cerca di ripararsi alla meglio, un nuovo rumore, ben definito interrompe lo scrosciare incessante della pioggia. Un urlo, il tono pare essere quello di una donna ma la direzione non le è chiara; di sicuro però qualcuno è in pericolo. Vicolo stretto, case mediamente basse, quell'urlo sopraggiunto da una direzione non ben definita. Beh diciamo che fortunatamente quel Chakra che le scorre in corpo le torna utile. La rossa cercherebbe di convogliare parte di esso a livello delle piante dei piedi, formando attorno a essi una sorta di patina che le consenta di aderire meglio al terreno e, come proverebbe a breve, sui muri. E' questa infatti l'intenzione della Kokketsu che dopo aver ridiretto il suo potere sulle leve inferiori cercherebbe di poggiare la suola di uno dei suoi anfibi sul muro di uno di quegli edifici, quello che le pare più resistente e meno fragile. Verificatane l'aderenza si muoverebbe in maniera rapida verso l'alto, percorrendo velocemente quei cinque o sei metri di altezza che paiono uno standard per la zona in cui si trova. L'idea è che dall'alto possa guadagnare una visione più completa della zona circostante, così da individuare colei che ha emesso quell'urlo straziante, in modo da eventualmente correre in suo soccorso. Non si avvede degli altri due presenti in loco per il momento, troppo concentrata sul ritrovare la malcapitata, unico gesto che viene compiuto è quello di alzare il cappuccio della felpa sopra la testa, inutile tentativo di ripararsi dalla tempesta. [Chakra 30/30]

20:44 Saigo:
 La giornata poteva andarle peggio ma decisamente sarebbe potuta andare molto ma molto meglio. Sta camminando presa da quei suoi deliranti tentativi di sfogare la sua rabbia quando l’umidità inizia a percepirla come densa, ha ancora più freddo. Lei abituata al sole di Suna, alla sabbia e al calore secco e debilitante non si è ancora abituata, in questi dieci anni, ai cambi di temperatura normali in quel di Kagegakure ma soprattutto a come lo stesso fenomeno riesca concettualmente a manifestarsi con maggior intensità in determinati quartieri. Un rombo che la fa sobbalzare, nemmeno fosse una bambina. Mentre si sta stringendo tra le sue stesse braccia, andando a legare le dita sui gomiti opposti, proteggendo l’addome da quell’umidità un primo rumore inaspettato squarcia il terrificante silenzio di poco prima. La piazzetta all’improvviso le diventa nemica e senza nemmeno potersi guardare intorno fa un piccolo salto indietro. Si spaventa. Una bambina in lei è rimasta chiusa, costretta a nascondersi da quell’adulto che invece si è dovuto affrettare a mostrarsi al mondo e così ora convivono, rendendola più di una semplice adolescente. I muscoli sono ora tesi, irrigiditi a causa di quel rumore che cogliendola alla sprovvista l’ha fatta saltellare. Per poco non finisce per prendersi una storta <ma mannaggia al cazzo> mormora nel momento stesso in cui la lucidità torna. Sa di aver appena fatto un balzo come la più fifona delle vigliacche e questo la umilia, la fa sentire in difetto tanto da sentirsi in dovere di guardarsi intorno. La pioggia inizia ora a riversarsi su tutto quel posto finendo per bagnarle la testa. Lei così esposta e scoperta in quella piazza, senza ombrelli e non abbastanza vicina alle grondaie si ritrova per i primi istanti a riversare la sua rabbia fuori dalla sua bocca, con un delicato tono sussurrato che sembra voler esprimere tutto il suo odio verso il mondo e verso sé stessa <porca di quella porca di quella porca cagna schifosa, maledetta bagnata pioggia del cazzo> una sequela di insulti e di paroline poco gentili proseguono a mezza bocca, mangiucchiate e più che altro pensate <molto maturo Kiri, molto molto maturo> sta ancora parlando da sola, inveendo contro il settore, la pioggia, il freddo e la sua maledetta decisione d’essere uscita di casa quando un urlo sgraziato giunge fino alle sue orecchie. La prima reazione logica sarebbe quella di far finta di niente e andarsene, infondo non sono affari suoi. Per questo si volterebbe dalla parte diametralmente opposta lasciando che tutto scorre come dovrebbe, senza porsi troppe domande e senza certo correre in aiuto e forse in una trappola, lei voleva solo picchiare dei barboni. Si blocca però di fatto solo a quella piroetta. Il cielo è buio. Non ha più alcun riferimento e la pioggia continua ad inzupparla. Ricorda il discorso con Kan e la necessità di trovare informazioni su una gang, magari potrebbe ficcanasare giusto un pochino. La mano destra che andrebbe a comporre il mezzo sigillo della capra mentre lei proverebbe a richiamare le sue energie fisiche nel basso ventre. Si concentrerebbe sui muscoli tesi, la pelle bagnata ed i capelli più pesanti per aiutarsi a trovare quelle forze, similmente poi andrebbe a rincorrere la sua resilienza per aiutarsi a rintracciare le energie mentali e radunarle dietro alla fronte. Se fosse riuscita fin qui andrebbe a muovere le due sfere così create, controllandone la velocità di rotazione rendendola omogenea e provando a farle incontrare all’altezza della bocca dello stomaco dove vorrebbe amalgamare le due energie così da dar vita al chakra che poi, se fosse riuscita, inizierebbe a circolare in lei. Per questo motivo adesso quello che vorrebbe fare è semplicemente muoversi con attenzione verso le sue ex ore dodici, girandosi ancora una volta e sforzandosi per rendere ogni suo passo il meno rumoroso possibile. Cercherebbe di riportare alla sua mente le poche immagini della piazza così da tentare prima di tutto di raggiungere un muro, potenzialmente sulla strada verso l’urlo, per poi andare zitta zitta e con cautela a camminare rasente al muro. La mano che lo sfiorerebbe un poì come faccio i ciechi, cercando di lasciare che sia la conformazione stessa delle abitazioni ad aiutarla nella scelta del percorso. Ogni volta che un fulmine squarcia il cielo però per un solo istante si palazzina, come un gatto spaventato e pronto a fuggire. Ogni volta che la luce prorompe nel suo campo visivo lei si blocca. La bambina spaventata dal temporale è ancora lì. Ad ogni fulmine un’imprecazione mormorata e mangiucchiata piena di odio e risentimento, quasi questi sentimenti l’aiutassero ad affrontare il senso di ansia che l’attanaglia [richiamo chk][1/4 movimento]

21:10 Mattyse:
 Le luci sono andate rapidamente a svanire per quelle strade che si mostrano piu` deserte della strada che conduceva a Suna. L'occhio ambrato del Senjuu continua a studiare gli edifici attorno a se aspettando sempre una risposta a quella provocazione, risposta che non giunge. Sara` un tuono a spezzare il silenzio che lo circonda, facendogli sollevare il volto verso il cielo, permettendo cosi` alle prime gocce di ricadere sul suo viso. <Che palle.> Un pensiero espresso ad alta voce, scocciato per il mal tempo che parrebbe perseguitarlo in quei ultimi giorni. Mat riprenderebbe il proprio cammino, intento a perlustrare quanti piu` vicoli possibili prima di tornarsene a casa... ma improvvisamente un urlo, apparentemente femminile, irrompe nelle sue orecchie, ma non sara` questo a portarlo sugli attenti, ma ben si le due ombre che successivamente si mostrando dinanzi a lui, anche se per poco tempo. Il bianco si fermerebbe per qualche secondo, chiuderebbe entrambi gli occhi per poi ricreare nella propria mente un immagine del proprio volto. Questo avrebbe entrambi gli occhi aperti, i diversi colori sarebbero ben visibili e messi in risalto: il destro un ambrato piu` acceso rispetto a come sia realmente, ed il sinistro cosi` opaco da essere paragonabile al bianco della cornea. Mat andrebbe a concentrarsi inizialmente sul sinistro, associando a quel bianco quella che sarebbe l'energia mentale, tentando inizialmente di smuoverla con una vibrazione, come se si trattasse di un liquido, per poi cerca di farle compiere un movimento circolare. Se vi fosse riuscito, andrebbe a concentrarsi sull'occhio destro, quello ambrato, a cui tenterebbe di assegnare l'energia fisica, caratterizzata dalla forza dei propri muscoli, anche con questa tenterebbe inizialmente di smuoverla con una vibrazione per poi farla girar in senso orario, come quando si mescola un minestrone con il cucchiaio di legno. Se fosse riuscito nel ricreare le due energie, continuerebbe inizialmente a farle girare, per poi cercar di farle avvicinare, proprio come due liquidi, verso il centro di quel volto ricreato dalla sua mente. Mat tenterebbe di farle riunire attraverso l'attraverso sempre una rotazione, l'energia mentale cercherebbe di unirsi dall'alto, mentre quella fisica dal basso, cercando di mischiarsi man mano che i due recipienti, gli occhi, andrebbero a svuotarsi, donando il loro contenuto al quel miscuglio. Cercherebbe cosi` di mischiare le due energie, intento ad unirle per ricreare quello che, se vi riuscisse, inonderebbe il suo corpo come Chakra. Se vi fosse riuscito riaprirebbe entrambi gli occhi, avanzando poi con uno scatto intento ad avvicinarsi a quel punto ove le due ombre si erano mostrate. [Impasto chakra 3/4][1/4 movimento ore 12 per 15m] [SE chakra 25/25]

Shizuka tira un d100, cortesemente

Shizuka tira un D100 e fa 39

Incredibile come il sole possa lasciare rapidamente il posto al buio, vero? E' la stessa velocità che la felicità ci mette a sprofondare nell'oblio e nella paura. In un modo o nell'altro, tutti e tre i protagonisti sentono una morsa all'anima. Disagio... fastidio... per alcuni anche Paura nella sua forma più pura e innocente, ma andiamo per gradi. Shizuka, seppur maledicendo la pioggia, sfida quella penombra soffusa e la furia della pioggia. Il chakra viene convogliato verso la pianta dei piedi, in maniera tale che possano farsi beffe delle comuni leggi della fisica e percorrere in verticale la parete di un'abitazione. I suoi piedi incontrano la superficie mattonata, che un primo momento scricchiola in maniera paurosa. I mattoni su cui poggia i piedi si muovono appena, sintomatico del fatto che non siano propriamente fissati e stabili... fino a quando un passo sbagliato inizia a creare una piccola falla nella struttura portante. [TRRRR! TRRRRR!] Il tentativo di scalata si mostra fallimentare, almeno in principio... ma la ragazza ha un vantaggio dalla sua: è leggera! Certo, la pioggia non aiuta, rendendo la superficie ancor più scivolosa e instabile, ma l'alternarsi rapido delle leve inferiori le permetterà di lasciarsi alle spalle una voragine via via crescente. Alla fine riesce a raggiungere il tetto, seppur con difficoltà, con la consapevolezza di aver fatto cascare la facciata frontale del palazzo dietro di se. Il rumore dei mattoni che capitombolano verso il basso e si riversano in strada, non è propriamente leggero. Seppur subito dopo torni il silenzio, è probabile che qualcuno abbia sentito. Non che sia un problema di Shizuka in questo momento, vero? La sua attenzione è rivolta altrove. Dall'alto della palazzina appena raggiunta, le sarà possibile dare un'occhiata un po' più concreta alla situazione, seppur la luminosità insufficiente le sia avversa. Non troppo lontano da dove si trova ora, in quello che sembra essere un vicolo cieco, un po' di popolani più coraggiosi, o almeno persone che sembrano popolani, si stanno raggruppando attorno a qualcosa di non meglio definito. Si tratta di due o tre tetti in linea d'aria, che la ninja potrà benissimo provare a percorrere per avvicinarsi di più. In questo vicolo la luce è decisamente più forte e dipende dal fatto che uno di questi individui tiene alta una lanterna attaccata ad un bastone. Come approcciare queste persone è una sua scelta, sempre ammesso che sia saggio approcciarle... e almeno per il momento, nonostante la luce, non le sarà possibile capire attorno a cosa si siano radunati. Mattyse, invece, viene preso un attimo alla sprovvista dagli eventi palesatisi sotto i suoi occhi. Come per ogni ninja che si rispetti, la preparazione spirituale è fondamentale e propedeutica a qualsiasi tipo di intento... ma questo gli costa attimi preziosi per quanto riguarda il tenere il passo con quelle due ombre. Una volta pronto a sfruttare il chakra che gli circola in corpo, scatta in direzione del vicolo, ma le ombre si sono già dileguate e non è possibile capire che direzione abbiano preso. Almeno non a primo impatto! Ora che sosta proprio in prossimità del crocevia, gli sarà possibile notare che due figure tanto veloci e tanto imponenti non abbiano potuto fare a meno di lasciare segni del loro passaggio. Segni più o meno evidenti... alcuni per occhi attenti e altri per i più distratti. Una cosa è certa: quelle grosse tracce nel fango sono obiettivamente per occhi poco attenti. Ampie falcate di un uomo hanno anticipato le orme sguaiate e ferali di qualcosa assai più grande. Il fango non ha resistito al peso di qualsiasi cosa sia passato e ora è tempestato di avvallamenti che richiamano a se l'acqua dal cielo. Non ci vorrà molto prima che la pioggia riempia le tracce e le trasformi in pozzanghere inutilizzabili... esattamente come non ci vorrà molto prima che i suoi obiettivi diventino irraggiungibili. Anche qui, una sola cosa è certa: dalle impronte di qualcuno è possibile capire tante cose... Tuttavia, cosa ha realmente la precedenza? Infine, eccoci nuovamente nella piazza dove Saigo decide di affrontare le proprie paure. Il buio la avvolge e la fagocita completamente, coadiuvato da una serie di brividi che le percorrono la schiena. Freddo? Terrore? Magari entrambi... ma siamo solo all'inizio. Il distretto povero di Kirigakure ha ben altro da offrire questa sera. Lei decide di farsi coraggio e di far leva sulla propria memoria. Le leve inferiori si alternano piano, mentre intraprende la stradina a nord. Passi lenti e ponderati che le permettono di mantenere stabile la propria andatura, senza incappare nelle pozzanghere. Infine, ecco che la mano raggiunge qualcosa di solido: il muro che tanto cercava! I mattoni bagnati rispondono al tocco di colei che cerca di indagare. Sotto i polpastrelli percepisce il sudiciume di una struttura che probabilmente ha visto tempi molto migliori... ma che in questo preciso istante le è amica. Laddove gli occhi non possono aiutarla, gli altri sensi si acuiscono... e sarà proprio l'udito a donarle un nuovo segnale. [Stomp! Stomp!] Dei passi secchi. Pesanti. Subito dopo un respiro pesante, tipico di qualche animale di grossa taglia. Non può vederlo. Non sa dove sia, ne cosa stia facendo... ma l'odore di pelo bagnato e sudicio inizia ad insozzare l'aria. A permearla. Anche il tatto le fornisce un'indizio in questo preciso istante. Il muro sembra esser finito! Improvvisamente non v'è più superficie da toccare... non v'è più nulla a cui poggiarsi. Una rientranza? Una stradina secondaria? Chi lo sa... Sta di fatto che decidere sul da farsi potrebbe essere molto urgente. Non v'è molto tempo per pensare... anche perchè il destino decide di giocarle un nuovo brutto scherzo. [WROOOOOOOOHM!] Ancora un tuono. Ancora un flash che illumina tutto... e in quest'istantanea scattata al vicolo, a Saigo saranno stati visibili pochi, ma distintivi elementi: un folto e fradicio pelo nero; l'altezza al garrese di quasi due metri e un'iride rosso rubino che per qualche frazione di secondo potrebbe aver incontrato il suo sguardo. Se lo sarà immaginato? Pare essere sopraggiunto da una viuzza laterale che interseca la strada intrapresa da lei. Le offre il fianco destro e in bocca trasporta qualcosa. [Grrrrrrrrr!] Un ringhio pesante. Minaccioso, ma non agitato... e subito dopo ancora una serie di [Stomp! Stomp!] Qualsiasi cosa sia, si sta muovendo. [Turnazione Libera]

21:55 Mattyse:
 Mat raggiunge quel loco ove precedentemente quelle due figure misteriose si sono mostrate, anche se per un frangente tanto piccolo da aver reso impossibile il comprendere in che direzione queste siano andate. Il volto verrebbe rivolto prima alla propria destra poi alla propria sinistra, cercando quelle stesse sagome in lontananza o un qualsiasi movimento che possa attirare la sua attenzione. Nulla, il suo occhio non riesce a trovar dettagli, non gli rimane che il suo ingegno. Il Senjuu cosi` si piegherebbe sulle ginocchia, posando il palmo della mancina sul ginocchio sinistro mentre la mano destra verrebbe allungata verso il terreno. Studierebbe il terreno cercando di trovar dei segni o delle impronte, se riuscisse a trovare prima le impronte dell'uomo, andrebbe a passarvi dentro i polpastrelli delle dita nel tentativo di ricostruire quei dettagli che l'occhio non riesce a ricevere a causa della scarsa luce: tenterebbe di ricreare la sagoma del piede, intento a comprendere in quale lato fosse il tallone e in quale la punta, e attraverso lieve curvatura che solitamente ha la pianta, cercherebbe di comprendere pure se si trattasse del piede destro o sinistro, giusto per essere sicuro sull'ipotetica direzione. Al termine di questo "studio" farebbe scivolare la mano, senza mai staccare le dita dal terreno, verso quella che inizialmente sembrerebbe un impronta diversa da un piede. Andrebbe a cercarne prima il centro per mettervi il medio in verticale, come ad andare a studiarne la profondita`, per poi accarezzare sempre lo stampo lasciato nel fango in cerca di segni piu` o meno distinguibili di possibili artigli o di unghie, la forma e la dimensione dell'impronta potrebbe anche dargli informazioni su che tipo di bestia si tratti: la zampa di un canide e` diversa da quella di un felino e sprofonda in maniera differente nel sangue, come quelle del cinghiale, animale a lui piu` comune. Se fosse riuscito a raccimolare abbastanza informazioni, che per se quelle essenziali sarebbero solo la direzione in cui il duo possa essersi diretto, Mat si isserebbe nuovamente sulle gambe per poi voltarsi nella rispettiva direzione e, allungando la gamba destra, muoverebbe i primi passi, passi che rapidamente diverrebbero una corsa. Qualsiasi cosa ha visto lo ha incuriosito e potrebbe tornar utile per quelli che sono i suoi scopi. [2/4 studio terreno][2/4 movimento in direzione x][Chakra 25/25]

21:59 Saigo:
 Il sudiciume su quel muro la stizzisce non più di quanto faccia la consapevolezza di essere sotto alla pioggia in un quartiere come quello. Non osa nemmeno immaginare le condizioni delle sue calzettine bianche e fini. Orribile il solo pensiero di doverle poi ripulirle, tacitamente si rassegna a buttarle, un po’ come sente che dovrà fare con quelle scarpe. Avanza per quanto le è possibile, seguendo quel rumore, quell’urlo mentre il volto assume un’espressione più schifata che impaurita. Bleah. Un conato di vomito sembra pervaderla qualche sitante ma con grande abilità viene fatto passare oltre. Non è proprio il momento di fare la viziata su. Ad ogni passo rimpiange il calore del suo appartamento e la pizza in forno. Il muro poi termina, non ha più idea di come proseguire non trovano appiglio in quel buio motivo per cui si ferma a riflettere. La sua idea era quella di passare inosservata ma cieca come è ora non può certo spiare nulla. Per qualche istante si sofferma a riflettere velocemente su cosa sia meglio fare tra tornare indietro ed abbandonare la ricerca o trovare un modo per proseguire. La mano libera dal muro cercherebbe quasi istintivamente il cellulare nella sua tasca sperando di poterlo usare come torcia, meglio di nulla infondo. L’odore di pelo bagnato, quell’affannoso respiro comunque le suggeriscono di starsene ferma ed immobile. Non le sono mai piaciuti particolarmente gli animali, figurarsi se non può nemmeno vederli. Procede spaventata dal tempo e dal buio come una bambina ma tranquilla e consapevole di non poter essere troppo in pericolo come solo un’agente della shinsengumi ed un ninja potrebbe fare. Proprio mentre le dita scivolano lungo i suoi fianchi fino alla fodera interna della gonna un nuovo fulmine illumina la bestia <ah.> un urletto che le esce incontrollato. Non se lo aspettava e certo non lo immaginava così grosso, sommato poi al fulmine le è stato impossibile controllarsi, non era nello stato mentale corretto. Apre la bocca emette quel suono strozzato e la destra, che prima stava sul suo telefono cellulare, corre veloce verso le labbra, impedendole di fatto di emettere altri suoni. Si immobilizza mentre la figura dell’animale. La posizione, gli occhi, le fauci, l’odore tutto le entra nella testa con prepotenza, un’istantanea mentale che non la libera, anche ora che la luce è tornata a scarseggiare. Non si muove. Panico. Una bestia? Calmati. Le voci si rincorrono veloci nella sua mente mentre cerca di trovare una logica, tenta quasi inutilmente di domare quella paura scegliendo la via della ragione, solo così può sconfiggere quel mostro dentro di lei, deve domarlo, deve trovare una spiegazione sensata per quello che ha visto. Quella non può essere una bestia divina, non posso essere entrate, l’incubo non può ricominciare, non ancora una volta come quel giorno, non può riviverlo ancora senza crollare. L’impellenza di agire la sente ma è bloccata in quello stato di semi coscienza, tenuta ferma dalla paura ma soprattutto dall0incapacitò di continuare a ragionare lucidamente, sospesa tra incubo e realtà alla disperata ricerca di un barlume di logica, di conoscenza per spiegare quello che vede. Analizza e rianalizza ciò che ha visto nella sua mente cercando di arrivare ad una conclusione differente mentre nella sua mente volta per volta si fa largo, con sempre più forza, la convinzione che stia ricominciando tutto. Lui è arrivato a prenderla, infondo l’aveva detto di non aver ancora finito. Sta per ricominciare tutto, l’inferno lo ha risputato fuori. La vita è ciclica e la sua a quanto pare anche ironica dato che è debole ed inerme come dieci anni fa e pare stia per rivivere la stessa cosa proprio ora che stava cercando la forza per non arrendersi[chk on]

21:59 Shizuka:
  [Quartieri Poveri di Kiri - Viuzza -> Tetto (?)] Eppure aveva cercato di testare quel muro prima di intraprendere quella camminnata! Quel percorso verso l'alto risulta non fallimentare ma nemmeno liscio come l'olio. La facciata dell'edificio si lascia andare quasi sotto ai suoi piedi, anche se l'agilità e il peso della ragazzina paiono aiutarla nel compiere la scalata fino alla cima. Un profondo sospiro viene emesso, di sicuro quello è un danno non indifferente e il pensiero per un attimo si rivolge a quanto quella zona sia effettivamente poco curata dal governo stesso. Però non c'è tempo per preoccuparsi di questo ora (?), qualcuno potrebbe necessitare di cure immediate ed è questo che gli occhi blu andrebbero a ricercare. I piedi ben piantati sul tetto si metterebbe a cercare attorno a se qualche indizio, che la aiuti a comprendere da dove quelle grida erano sopraggiunte. Il battito cardiaco è ancora accelerato, si è spaventata non poco a causa di quel crollo, oltre al fatto che sicuramente avrà attirato l'attenzione di molti. Nel suo vagare con lo sguardo riesce a intravedere una luce e un gruppetto di persone che paiono molto attratti da qualcuno o qualcosa. La distanza da essi è irrisoria, il suo vestiario scuro inoltre le consente di passare probabilmente più inosservata in quel buio che la tempesta ha generato, decide di muovere il corpo in quella direzione, cercando di rimanere sui tetti e prestando molta più attenzione al terreno, così che al minimo cedimento riesca a mettersi in una posizione vantaggiosa per non finire di sotto. Se possibile dunque proseguirebbe verso quel vicolo cieco ma da una posizione sopraelevata, cercando di non far crollare se possibile nessun altro edificio. Se fosse riuscita a raggiungere la zona desiderata non sarebbe scesa immediatamente ma avrebbe cercato di studiare dall'alto la situazione, con il cappuccio in testa a nascondere quei capelli rossi, celandosi nel buio per quanto possibile.[Chakra 30/30][Turni 2/4 spostamento]

Saigo e Mattyse, tirate un D100 per favore

Mattyse tira un D100 e fa 70

Saigo tira un D100 e fa 95

Laddove alcuni dei cinque sensi vengono meno o non sono completamente sfruttabili, gli altri si acuiscono per compensare la mancanza. E' il caso di Matt, che non potendo fare affidamento sulla vista, decide di sfruttare la percezione tattile per studiare ciò che i suoi obiettivi hanno lasciato dietro di loro. Le dita affondano nel fango quanto basta per studiare la forma della prima impronta. Ad occhio e croce sembra un piede relativamente piccolo. Calza meno di quaranta... e questo può dargli indizi circa la stazza dell'obiettivo. Con tutta probabilità non sarà più alto di un metro e sessanta. Continuando a toccare la traccia, gli sarà anche chiaro che il fango non ha subito una pressione esagerata. Non si è compattato troppo... quindi quella figura umanoide non è neanche troppo pesante. Ultimo, ma non meno importante, indizio a riguardo... è la totale assenza di calzature. la forma è palesemente quella di un piede scalzo. Bando alle ciance! C'è un'altra impronta da studiare. La mano, quindi, si sposta sul secondo fulcro di interesse e ripete la stessa e identica analisi morfologica. Analisi che, tuttavia, restituisce risultati decisamente differenti e più inquietanti. Tanto per cominciare la forma dell'impronta sembra essere decisamente di origine canina... Qualsiasi cosa l'abbia lasciata ha calcato decisamente troppo il terreno, portandolo persino a sconnettersi sotto il peso del proprio passo. Le piccole crepe vanno or ora riempiendosi con l'acqua piovana, lentamente sparendo... ma a primo impatto è chiaro che questo qualcosa sia molto molto forte. Inoltre, la dimensione dell'impronta è tale da suggerire un'animale di grossa taglia. Forse alto poco meno di due metri al garrese. Quelle dita, inoltre, sembrano star affondando in qualcosa di troppo denso per essere acqua e troppo caldo per essere fango. Il tepore che avvolge i polpastrelli è secondo solo al sentore che ora il suo naso percepisce: quelle zampe sono sporche di sangue appena stillato. Prima ancora che possa concentrarsi e scoprire la direzione verso la quale si sono diretti, un forte boato attirerà la sua attenzione. [BOOOOOM! TRRRRRRRR!] Sembra esserci stata una grossa esplosione, seguita dal tipico rumore della roccia che rotola via. Non sarà complicato per lui capire da dove provenga il rumore. La strada, infatti, prosegue per una manciata di metri prima di svoltare sulla sinistra e proseguire dritto per dritto verso uno dei muri di confine della zona povera di Kiri. Qualora decida di intraprendere quella strada, riuscirà di già a sentire il vociare di qualcuno. Un vociare sempre più forte ed in avvicinamento. Come comportarsi in merito? Shizuka, invece, decide di proseguire per i tetti e avvicinarsi il più possibile al punto illuminato dalla lanterna. Per sua fortuna, peso ed agilità le vengono ancora una volta incontro, riuscendo a contrastare eventuali difetti strutturali o punti in cui il tempo e l'usura sono stati poco clementi. Raggiunta l'estremità del tetto più vicino e aiutata dal favore delle tenebre, potrà mettere meglio a fuoco la situazione. Si tratta di cinque popolani, di cui quello con la lanterna sembra essere il più vecchio. <Povero ragazzo...> borbotta uno dei cinque, chinandosi su quello che, a conti fatti, sembra essere un corpo per terra. <Dite che è morto?> Difficile dirlo, se non hai competenze mediche in merito. <Con delle ferite del genere? Io dico di si.> Qualcuno sembra darlo già per spacciato. <Ma! Si è mosso?!> Ovviamente cercano di tenere la voce bassa! Le strade non sembrano essere sicure... quindi meglio non fare troppo rumore. <E anche se fosse?! Ormai è più di la, che di qua. Dai... staranno per arrivare, non possiamo farci trovare qui.> Sul posto del delitto. <Mh...> il vecchio mugugna, pensieroso, finchè a malincuore decreta la ritirata. <Andiamo via... questa faccenda non ci riguarda... E che qualcuno lassù abbia pietà per questo ragazzo.> Un'invocazione verso entità superiori e dalla volontà più forte, mentre tutti e cinque abbandonano il vicolo cieco. Assieme a loro va via la luce... ma un piccolissimo spiraglio luminoso da una delle finestre che costeggiano il vicolo, rende visibile la sagoma del ragazzo a terra, immerso nella pozza di sangue. Shizuka sarà libera di decidere sul da farsi. Il corpo è ormai lasciato a se stesso. Potrebbe essere vivo, o potrebbe essere morto. Intanto, molto lontano, anche lei sente un vociare di sottofondo. Troppo distante perchè sia immediatamente in grado di impensierirla, ma si sta facendo sempre più vicino. Rischierà la sorte? Intanto torniamo ad affondare le mani in quella pece nera che or ora sta fagocitando Saigo. Una pozza viscosa e appiccicosa che ti trascina verso il basso, fino a soffocarti e distruggerti. Questo è la Paura. Quel fulmine, associato alla visione della belva, strappa un sussulto alla ragazza. Il passo della bestia si interrompe istantaneamente, e cala daccapo il silenzio. L'ha sentita. La pioggia fa da velato sottofondo musicale, mentre rivoli d'acqua scivolano lungo il viso di lei dopo aver completamente infradiciato i suoi capelli. La mano alla bocca vuole frenare il respiro affannoso e l'emissione di rumori compromettenti, ma quanto la logica può aiutarti mentre la consapevolezza della fine che si avvicina è sempre più viva? Il passo della bestia riprende... dopo pochi istanti le sarà chiaro che non si sta allontanando, bensì si fa sempre più vicina. Saigo è ancora vicina al muro, mentre la bestia si muove al centro della strada, fino a quando non si trova esattamente alla stessa altezza della ragazza. I due distano non più di tre metri e Saigo, alle proprie ore dodici, ha il fianco della bestia. Il respiro affannoso di quest'ultima copre i rumori della pioggia. Il passo si interrompe e [Sniff! Sniff!] cerca di fiutare qualcosa. E' vicina e sa di non essere sola. Per fortuna quello scambio di sguardi precedente sembra esser stato unicamente un'impressione della ragazza, ma ormai è solo questione di tempo. Il motivo per cui non l'ha ancora scoperta? E' abbastanza semplice e persino Saigo potrà capirlo senza necessità di un nuovo lampo rivelatorio. La bestia porta in bocca un corpo. I denti affondano nella carne della schiena e dell'addome, mentre braccia e gambe penzolano verso il basso come corpo morto vuole. L'odore ferroso e stantio del sangue ora si fa vivido e lei lo sentirà. Quello stesso odore che ora sta coprendo il proprio e le sta donando qualche attimo di copertura. In questo fiume di sfortunati eventi, però, il crollo del muro causato da Shizuka e il boato del crollo vicino Mattyse, spezzano il silenzio di questa serata proprio al momento giusto. [GRRRR!] Un ringhio improvviso testimonia che la bestia ne è stata attratta e, seppur Saigo non possa saperlo, questo le dona qualche istante di vantaggio in più. Alla sua sinistra ha ancora la fine del muro e la rispettiva rientranza (di ancora ignota profondità). Alla propria destra si riapre la piazza. Di fronte ha la bestia. Scappare? Celarsi? Restare immobile? Ognuna di queste scelte prevede una presa di posizione. Un qualcosa che non può essere lasciato alla Paura... perchè si sa, gli animali sono molto bravi a fiutarla.[Turnazione Libera]

23:02 Saigo:
 Affonda sempre più velocemente in quel manto di paura e terrore, il suo cuore sembra aver subito un’impennata come se fosse partito a tutto gas e non c’è pensiero che possa distoglierla da quella semplice constatazione, questa volta è la fine. Si ritrova faccia a faccia con qualcosa che somiglia fin troppo al ricordo delle ombre nei suoi incubi, qualcosa che le ha tolto tutto e ora sembra essere tornata a prendere il resto. Proprio come qualche mese fa quella paura avvolgente lascia però lo spazio ad una semplice e lampante considerazione: lei vuole sopravvivere. Si è stupidamente recata in quel luogo alla ricerca di qualcuno contro cui sfogare la sua rabbia, infischiandosene dei pericoli, agendo come se non le importasse della sua stessa incolumità eppure davanti alla constatazione di quanto vicina sia la sua morte esita. Vuole resistere. Salvarsi e in qualche modo onorare i suoi compagni caduti. Proprio come quando cercò di togliersi la vita ma alla fine deviò quel colpo ora si rende conto di quella singola scintilla nel suo animo e la segue, lasciando la logica da parte cercando solo di farsi guidare da quel desiderio che sente ribollire dentro di lei, che scalpita per liberarla dalla melma di paura e resa incondizionata. La sente più vicina, annusa e tace. S adi essere spacciata come può sperare di sfuggire al suo olfatto? Ed ecco qualcosa di inaspettato. La bestia non riesce a percepirla, nonostante sia bagnata qualcosa lo impedisce. L’immagine le torna alla mente. Quello che ha visto potrebbe essere davvero un cadavere, non è solo la sua mente ad averlo ricostruito, il sangue, ecco cosa potrebbe schermarla. Questa semplice informazione non costituisce comunque una via di fuga ma è inaspettatamente proprio la bambina in lei a ricordarle cosa fare. Quell’oscurità sembra avvolgere anche il suo carnefice, perché non attaccarla altrimenti se non l’avesse vista? Allora perché non provare a sfruttarla? Il più silenziosamente possibile tenterebbe semplicemente di fare un singolo passo indietro, tornando al muro appiattendosi in quel sudiciume e in quel marciume, sperando di celare meglio il suo odore. Inconsapevole di quelle lacrime che silenziosa scorrono sul suo viso macchiato dal terrore ricorrerebbe a questo punto ad una delle sue più vecchie conoscenze: la dissimulazione. Il chakra le dovrebbe permetterle di aiutarsi in quest’operazione mentre lei poi resterebbe immobile, né le mani si son mosse né oserebbe sbattere le ciglia troppo velocemente, si appiattirebbe solo su quel muro provando a diventare ombra e parte integrante. Lasciando che i suoi abiti, i suoi capelli ed i suoi collant aderiscano, cercando di far confluire in esso il chakra limitandosi così ad amalgamarsi nel mattone come a volerne divenire parte. Sfrutta l’oscurità, l’ombra ed il rumore improvviso che ha distratto la bestia per scivolare verso quel muro e concentrarsi così che ogni suo singolo muscolo sia immobile. Calmerebbe il respiro, rallentandolo e trattenendolo fin quando possibile, cercando di meditare così da rallentare i suoi battiti e produrre sempre meno rumore possibile così da diventare essa stessa parte di quella parete. Immobile. Non può fuggire, le gambe sono pesanti in parte in quella melma e sa che se iniziasse a correre lo farebbe senza controllo, mossa solo dalla paura, finendo per cadere o scontrarsi al buio. Non può combattere perché si reputa semplicemente troppo debole così prova a fare ciò che tutte le prede provano sempre: sopravvivere. Cela la sua presenza sperando che il cadavere nelle fauci di quell’essere collabori ancora un po’ permettendole di coprire l’odore. E Kiri per una volta non fare la simpatica, evita di far cadere un fulmine proprio ora, lasciale l’oscurità. Non è tipa da pregare ma questo è il momento in cui inizia, nella sua mente, ad implorare l’oscurità d’esserle compagna ed alleata[chk on][arte della dissimulazione]

23:08 Shizuka:
  [Quartieri Poveri di Kiri - Tetto -> Vicolo cieco/Tetto (?)] Si avvicina, senza ulteriori frane o disastri, fortunatamente con un poco di attenzione ha avuto la meglio su altri cedimenti ed è riuscita ad arrivare dove desiderava, appostandosi sopra il tetto. Le blu si scontrano inevitabilmente con quelle figure, un gruppetto effettivamente di popolani che si sono mossi a controllare quello che sembra un corpo senza vita. Le parole bisbigliate sono udibili con difficoltà complice anche la pioggia scrosciante ma qualcosa viene colto: parlano di un ragazzo, di brutte ferite di qualcuno che sta per arrivare. L'urlo che aveva udito inizialmente sembrava quello di una donna, oppure in effetti avrebbe potuto essere quello di un ragazzo veramente giovane, pre pubertà? Forse ma questo non è per nulla importante al momento. Ormai è zuppa come un pulcino forse riesce addirittura a percepire con il naso quell'odore di sangue proveniente dal tipo sotto di lei. E' un medico, è una ninja, quell'aiuto da lassù al quale si riferiva il vecchio è decisamente lei. Scendere, con cautela si ma rapidamente, il tempo pare essere tiranno sia per un'eventuale cura che per quel qualcuno che sta per sopraggiungere. Sempre mantenendo il controllo del proprio chakra sulle piante dei piedi andrebbe a discendere dall'edificio in maniera rapida essendo solamente al massimo 6 metri di altezza. Si sposterebbe dunque in prossimità di colui che è stato ferito, con le sue conoscenze anatomiche e curative derivanti dalla propria professione dovrebbe riuscire facilmente a comprendere l'entità del danno subito, oltre a comprendere se sia possibile o meno salvare la vita del malcapitato tamponando temporaneamente quelle ferite che pare avere sul corpo. Qualora il suo giudizio risultasse positivo e quindi fosse in grado di far sopravvivere quel malcapitato, andrebbe senza indugio a convogliare il proprio Chakra medico a livello delle mani, facendolo scivolare dagli arti superiori fino a raggiungere appunto le estremità. Una volta riuscita in questo processo procederebbe imponendole al di sopra delle ferite del ragazzo, andando a cercare di far fuoriuscire il proprio chakra dagli tsubo, così da aiutare la rigenerazione dei tessuti, limitando il danno effettivo. La concentrazione è massima, tuttavia essendo un vicolo cieco la piccoletta avrebbe avuto l'accortezza di posizionarsi con le spalle al muro, così da non essere eventualmente colta alla sprovvista: il bravo medico è anche quello che non si mette in pericolo per salvare gli altri. Qualora invece la situazione fosse risultata troppo disperata per il giovane avrebbe nuovamente cercato riparo sul tetto, tornando sostanzialmente da dove era appena discesa, cercando nuovamente di nascondersi nel buio, per attendere quei soggetti che pare siano in avvicinamento. [Se Chakra 25/30 per mani terapeutiche][Turni 1/4 metà spostamento in giù; eventuale 1/4 metà spostamento in su]

23:12 Mattyse:
 Le dita della destra riportano informazioni particolarmente utili, in grado gia` di ricreare qualche immagine nella mente del Senjuu: il piede piccolo e poco profondo nel fango riporta un corpo di piccola statura, non certamente qualcuno dal peso di centocinquanta chili, mentre l'impronta poco dietro e` complicata, la memoria associa quel disegno che le dita stanno ricreando alle impronte di Akuma, il cane di Keiga. Che si tratti di un Inuzuka? Le dimensioni lo suggeriscono, ma potrebbe essere anche un qualsiasi addestratore. Le dita poi si macchiano di un qualcosa, un liquido troppo denso per essere acqua. Mat solleverebbe la mano dominante per portare i polpastrelli sotto al naso nel tentativo di sentire quell'odore di sangue che subito gli farebbe allontanare il capo, quasi schifato. <Ma che cazzo...> tra se e se, prima che il boato possa attirare la sua attenzione. <E no eh. Non mi importa se hai un coniglio, un lupo, o Fenrir stesso. Le esplosioni sono mie.> Un pensiero sempre per se stesso che precede la corsa in quella stessa direzione. Raggiunta la svolta a sinistra si volterebbe subito, rallentando il passo per avanzare in maniera piu` prudente. Un passo davanti all'altro per quella che ora e` una semplice camminata, con il volto che andrebbe a posarsi prima sugli edifici del lato sinistro e poi del lato destro, cercando di cogliere quante piu` informazioni possibili. Quel rumore sembrava un esplosione seguita da un crollo, ma di solito l'esplosione genera anche della luce e delle fiamme. La testa del bianco continua a lavorare mentre avanza, fermandosi pochi metri dopo di colpo. Se avesse usato il raiton per nascondere la tecnica tra i tuoni? La cosa potrebbe reggere... ed ecco le voci, che parrebbero pure avvicinarsi, la cosa potrebbe essere un problema, se fossero gli anbu il bianco si sarebbe fatto trovare nelle vicinanze di un disastro, con il chakra impastato e senza nessun alibi... trova una soluzione, trova una soluzione... idea! La mano destra verrebbe sollevata per portare il pollice tra i propri incisivi, questi poi andrebbero a mordere con forza la pelle nell'intento di procurarsi una piccola ferita in grado di causargli una perdita di sangue minima. Mat farebbe cadere qualche goccia per poi avvicinarsi al muro alla propria destra, sempre in maniera tranquilla, poserebbe poi le spalle contro la parete e andrebbe a comporre il sigillo della chakra, successivamente tenterebbe di smuovere il proprio chakra verso l'esterno del proprio corpo, intenzionato a ricoprire la propria pelle da una patina di quell'energia che dovrebbe andar a modificare la sua forma. Nella mente del bianco verrebbe disegnata la forma di un cestino della spazzatura composto da sbarre verticali di colore verde, le sbarre avrebbero una distanza di circa un pollice l'una dall'altra e queste avrebbero uno spessore di circa tre centimetri, l'altezza del cestino sarebbe di un metro e mostrerebbe, in svariati punti sulla parte piu` alta, dei punti di colore piu` rossastro, intento ad imitare la ruggine e quello stato di degrado per far si che il cestino possa sembrare adatto alla zona malfamata. Disegnata questa immagine, Mat tenterebbe di assumere questa stessa forma attraverso la tecnica della trasformazione. Il piano sarebbe semplice, rimanere immobile quanto necessario per assicurarsi di non essere arrestato inutilmente, lasciando una piccola traccia di sangue per strada per quell'ipotetico lupacchiotto. Se e` assetato di sangue lo verra` a cercare e si mostrera` a lui, se cosi` non fosse... bhe, speriamo di tornare a casa! [1/4 mozzico al pollice][1/4 movimento verso parete][2/4 tentativo trasformazione][Chakra 23/25]

Mattyse, un D100 please

Mattyse tira un D100 e fa 35

Mattyse si fionda nella stradina dalla quale provenivano i rumori, rallentando improvvisamente nel momento in cui diventa necessario fare attenzione ai dettagli. Il suo occhio si posa un po' ovunque sul circondario, senza notare particolari mutamenti nello scenario. Le palazzine rispecchiano gli standard di degrado di questo settore di Kiri e non sembrano esserci anomalie. V'è una sola costante in questa serata: quelle orme per terra che sembrano condurre esattamente verso il luogo dell'esplosione. A circa trenta metri, alle proprie ore dodici, Mattyse noterà un varco circolare di circa tre metri di diametro nel muro di confine del settore... e tutte le impronte lasciano intendere che i due vi siano passati attraverso. Qui le orme si interrompono... o quanto meno il Bombarolo è costretto ad arrestare il proprio passo per via del vociare sempre più insistente. Raccoglie il proprio chakra e si fa portavoce di un'idea vincente. Una volta accostatosi ad un muro, provoca la fuoriuscita del proprio sangue, per poi definire in mente l'immagine precisa di un cestino e poi tramutarvisi grazie alle arti degli shinobi. La trasformazione viene ultimata giusto in tempo! Quanto basta per non farsi scoprire or ora che, proprio dalla strada da cui è arrivato lui, stanno sbucando gli anbu sulla scia degli stessi indizi seguiti precedentemente dal dinamitardo. <Sono andati di qua.> Borbotta una delle guardie, salvo poi schizzare in direzione della falla nel muro. <Dobbiamo sistemare la faccenda prima che si faccia giorno!> A quanto pare, sembrano essere dotti sul problema... e sembra che abbia una certa urgenza la sua risoluzione. La goccia di sangue lasciata cadere, per quanto furba come pensata, purtroppo non riesce a sortire gli effetti sperati. La bestia probabilmente ha una preda più succulenta da seguire... oppure semplicemente la pioggia sta coprendo quella piccola traccia che qualche goccia di sangue può rappresentare. Ad ogni modo, sarà vincolato a quella trasformazione ancora per un po', almeno finchè gli Anbu non saranno fuori dai giochi. Questo implicherà la perdita definitiva delle tracce del duo che stava inseguendo... ma il destino sembra avere qualcosa in dono per lui. Solo tramite un'attenta occhiata, potrà notare che qualche ciuffo di pelo nero è rimasto tra i ruderi dell'esplosione. Probabilmente peli strappati durante la foga della corsa. A lui scegliere se appropriarsene o meno. Dopo di che potrà tornare a casa. Discorso differente per Shizuka, invece, che decide di abbandonare i tetti in soccorso di quello che potrebbe essere a tutti gli effetti un cadavere. Si avvicina a questo ragazzo, immerso in una pozza di sangue più che copiosa. Ad occhio e croce potrebbe anche esser morto per dissanguamento, ma la sua sindrome da crocerossina verrà ripagata. Un barlume di speranza v'è ancora. Quella piccola fiammella, il desiderio di vivere, brucia ancora in fondo all'animo di questo ragazzo. Certo, le condizioni non sono delle migliori... riporta svariate perforazioni ad altezza del petto. Fori perfettamente allineati per formare delle mezze ellissi. Insomma, qualcuno potrebbe anche scommettere che sia stato morso da qualcosa di molto grosso! Peccato che Shizuka non abbia avuto strani incontri questa sera... Oltre alle perforazioni dai canini affilati, riporta anche svariate lacerazioni sul basso ventre e sulle gambe di gravità e profondità non indifferenti. L'intervento della dottoressa è tempestivo e provvidenziale. Porta un briciolo di sollievo a chi aveva ormai abbandonato la speranza, rinfrancando il suo spirito e rinforzando la catena che lo tiene attaccato al mondo dei vivi. Eppure, mentre il chakra fluisce e le ferite iniziano lentamente a rimarginarsi, quelle voci si fanno più insistenti e vicine. Preso qualcuno sarà lì sul posto. Cosa fare? Continuare a curarlo e far finta di niente? Assicurarsi che sia stabile e lasciarlo nelle mani di chi lo troverà dopo? Oppure... c'è un'altra possibilità. In quel vicolo, precisamente alla sua destra, una porta è palesemente malridotta. Il pomello è stato visibilmente divelto e la totale assenza di serratura rende quella porta spalancabile. Non arriva luce dalle crepe nel legno. Non v'è un anima che fiata... eppure quelle strutture sanno nascondere più di quanto si potrebbe immaginare. Avrà voglia di sfidare la sorte e trascinare il ragazzo nel buio ignoto, per non lasciarlo in balia degli sconosciuti? Per quello che è possibile intravedere nella penombra, il ragazzo non ha più di ventisette anni. Capelli corti castani e neanche un filino di barba. Sotto le mani, mentre lo cura, potrà notare una muscolatura definita e tipica di chi si allena almeno un minimo. Insolito, per un quartiere povero come quello in cui si trovano. Tuttavia il vestiario è molto minimale... un pantalone di cotone, niente scarpe e una canotta a maniche corte. L'unica nota di colore è una targhetta tipicamente indossata dai ninja, dalla quale, però, non è possibile riconoscere il simbolo del villaggio di appartenenza per via del buio. Tic Toc, Tic Toc. Il tempo stringe, Shizuka, e questa scelta può essere cruciale. Ed è sempre parlando di scelte cruciali che non possiamo fare a meno di tornare su Saigo. Una donna costretta ad affrontare quella che potremmo definire la sua paura più grande. L'ombra che la perseguita da anni. Quel momento di distrazione della belva non durerà per sempre... esattamente come non può durare per sempre la copertura fornita dall'odore ferroso del sangue caldo. La rosa di possibilità che le si apre innanzi è molto varia, ma la paura gioca un ruolo predominante in questa scelta. Saigo decide di farsi piccola piccola. Attenta a non fare movimenti troppo accentuati o rumori di sorta, attinge al proprio Chakra in maniera tale da distribuirlo uniformemente sul corpo ed attuare una delle tecniche di mimesi più basilari, e al tempo stesso efficaci, degli Shinobi. Questo potrebbe ingannare la vista della bestia, ma non l'olfatto. E purtroppo, in questo contesto... l'olfatto ricopre un ruolo predominante rispetto agli altri sensi primari. <...> La bestia torna a concentrarsi sulla via. Ancora qualche rumorosissimo [Sniff! Sniff!] Mentre i primi sentori dell'odore di lei la portano a volgere il grande capo in sua direzione. Le sue zampate pesanti notificano alla giovane Ninja l'avvicinamento della belva, fino a quando riuscirà a sentire le sue espirazioni pesanti soffiarle addosso ad altezza del petto. Meno di un metro. Ogni singolo respiro della bestia si conclude in uno sbuffo caldo e vaporoso, decisamente maleodorante. La puzza di carcasse marcescenti potrebbe restarle addosso per ore... eppure questa non è la preoccupazione maggiore del momento. La bestia esita, proprio perchè la vista non la aiuta... e laddove sarebbe bastata una sagoma fuori posto per convincerla ad attaccare, la totale mimesi con la parete di pietra la manda leggermente in confusione. Sente il suo odore, ma non ne percepisce la presenza fisica. [Sniff! Sniff!] E' troppo vicina. Probabilmente potrebbe anche percepire le variazioni nel battito cardiaco di lei. [GRRRR!] Un nuovo ringhiare fa vibrare l'aria attorno alla ragazza, mentre l'apertura momentanea delle fauci permette alla bestia di rigirarsi il corpo tra i denti e sistemarselo in maniera più comoda. E' in questo momento che [DING!] Qualcosa di metallico cade a terra tra i due. Prima ancora che l'informazione possa esser processata, però, un nuovo grosso boato richiama ancora l'attenzione della bestia [GRRRRRRRRROOOOOOAR!] convincendola definitivamente ad esplodere in un ruggito più corposo e schizzare via alla volta della fonte del boato. L'alternarsi delle zampate frenetico e poderoso si fa sempre più distante, fino a sparire del tutto. Lentamente torna il silenzio e persino l'odore della pioggia torna a prendere il posto del fetore di cane bagnato e di cadavere putrescente. Ed infine... [WROOOOOOOOOOOHM!] Un nuovo tuono scatta l'ultima istantanea di questa sera, mostrando a Saigo un'area priva di minacce, ma segnata da un'esperienza terribile. Le impronte di quella bestia sono ancora lì, impresse nel fango. Il cadavere gli è cascato di bocca durante l'ultimo ruggito e ora giace inerme a terra in una pozza di sangue, e ai propri piedi giace una targhetta metallica che per un attimo risplende al bagliore del fulmine. Il peggio è passato. Forse è il caso di recuperare il recuperabile ed andar via, prima che arrivi gente anche qui e la trovi di notte con un cadavere ai propri piedi.[Turnazione Libera]

00:11 Saigo:
 Per lunghi istanti resta in dubbio. Ora è un animale all’angolo e quando il fingersi morti, o quantomeno non visibile, non funziona più allora bisogna attaccare pur di guadagnarsi la fuga. A lungo riflette sui suoni, ascolta e cerca indizi su quel muso, sulla bestia come a volerla vedere a cercar di capire dove attaccare, che attacco usare. Se solo avesse il guanto con lei, una decapitazione e via potrebbe fuggire, ma non ora. L’arte dell’illusione viene esclusa da quel buio, dovrebbe sperare in un fulmine ma a quel punto pur vedendo il suo obiettivo si ritroverebbe tra le fauci di quell’essere prima ancora di poter pensare ad un’illusione, non va bene. Deve riflettere, scuotersi di dosso quella sensazione che continua a lasciarla lì immobile e non tremante solo perché conscia di quanto un simile errore potrebbe costarle. Mentalmente analizza le sue conoscenze, quali altri tecniche potrebbe usare? Le lame di vuoto, no non sa dove colpire esattamente troppo rischioso. Ancora e ancora analizza, riflette pensa mentre la fine si fa sempre più imminente. Non s’arrende però, vuole vivere, non avrebbe mai pensato di farlo ma si attacca alla speranza di potersela ancora cavare, spera di sopravvivere perché è questo che vuole fare. Una volta è già sopravvissuta alle bestie divine non può che ripetersi, è stata brava la prima, seppur in maniera assolutamente istintiva e deve esserlo anche ora. Trascinarla nel suo mondo, confonderla e fuggire? No sarebbe in svantaggio schiacciante, non potrebbe mai cavarsela lì da sola, può solo sperare di prendere tempo, che dei rinforzi arrivino persino lì dove nessuno ficca mai il naso, dove a nessuno importa chi muore o sopravvive. Un boato poi. Resta immobile ma chiude gli occhi, li stringe con tutta la sua forza ed ecco il tintinnio metallico. Aprirebbe gli occhi proprio mentre il fulmine cade a terra ed illumina il tutto. La bestia sempre più lontana, questa volta davvero non solo nella sua mente che cercava disperatamente di non badare al ringhio per non distrarsi. Ora è il momento della fuga. Scorge quella targhetta e senza esitazione si allunga, flette le gambe e sposta il baricentro in avanti così che la mano destra possa raggiungerla, nel fango e nella poltiglia. Osserva il cadavere solo di sfuggita, sopravvivere per raccontarlo, forse anche l’altro avrebbe voluto. Si rialzerebbe e per qualche momento non potrebbe fare a meno di focalizzarsi sul pensiero che quella stesa a terra potrebbe essere lei, solo la fortuna le ha permesso di salvarsi, ma è davvero così che la vogliamo chiamare? Non è forse il destino che si sta accanendo su di lei? Una riflessione profonda che la segue durante quel suo voltarsi di scatto e poi correre, senza mai guardarsi indietro, fradicia sporca e ancora piangente, disperata ora apre la bocca, inspira a pieni polmoni e libera le labbra dalla sua stessa presa. Nuovi incubi per lei ma in quella targhetta che stringe con forza forse troverà anche il modo per affrontare tutto. Stringe quell’oggetto metallico al punto da avere far sbiancare le nocche più di quanto già non siano. Il sangue non circola uniformemente quindi nemmeno si accorge di quanto fredde siano diventate le sue dita per via di quella presa. Una fuga disperata che la vedrà fermarsi solo tra un bel po’ [chk on]

00:24 Shizuka:
  [Quartieri Poveri di Kiri - Tetto -> Vicolo cieco/Tetto (?)] Dopo una veloce ma attenta valutazione il ragazzo risulta ancora vivo e con una voglia estrema di restarci. Non è la prima volta che si ritrova le mani sporche di sangue di uno sconosciuto, e la prima volta che era successo era riuscita a salvare qualcuno dalla morte, da quell'assassino che aveva terrorizzato Kagegakure per parecchio tempo. Quella volta era stato un tonico per recuperare la salute a salvare il malcapitato, ora sono le sue stesse mani. Quel ristoro che gli dona pare essere sufficiente a rinfrancargli lo spirito, è andata infatti ad agire in maniera prevalente sulle zone in cui la perdita di sangue sembra più copiosa cercando di rimarginare i tessuti nel migliore dei modi. Lo scruta rapidamente cogliendone la forma fisica e i tratti del viso, nonostante gli abiti non di pregiatissima fattura sembra tuttavia appartenere al gruppo degli Shinobi, quindi un collega potenzialmente, colto alla sprovvista. Le ferite sono molte, soprattutto le gambe la impensieriscono ora che quelle voci sconosciute si fanno sempre più prossime. Lo sguardo blu si discosta mezzo secondo dal proprio paziente, sulla destra intravede quella porta, aperta potenzialmente ma che da su un luogo buio, mentre li all'esterno può chiaramente vedere ciò che potrebbe arrivare. I popolani sembravano molto turbati dall'arrivo di qualcuno o qualcosa. Poco tempo per pensare, però l'importante è mettere in salvo il ragazzo, e la scelta migliore al momento pare essere nascondersi e continuare a curarlo. << Ti riassesto le gambe un minimo e scappiamo li dentro intesi? >> Solo ora gli rivolge la parola, cercando collaborazione, vuole portarlo al riparo dalla pioggia, da possibili altri aggressori. Le mani si scosterebbero quindi sulle gambe per cercare di arginare un minimo le fratture ivi presenti, deve fare in modo che lui riesca ad aiutarsi nei movimenti, la forza della rossa è esigua ma la distanza da percorrere breve e con un poco di aiuto da parte di lui, che desidera così ardentemente sopravvivere potrebbero pure riuscirci. Una volta raggiunto un obbiettivo accettabile cercherebbe quindi di spostarsi insieme all'altro verso il buio, verso quella porta che pare li solo per essere aperta e consentire loro di sparire da occhi indiscreti. Se fossero in grado in due di arrivare al punto stabilito senza farsi scoprire da colore che stanno per giungere andrebbe in qualche modo a cercare poi di sbirciare ciò che avviene nel vicolo ormai cieco e vuoto se non per quella pozza di sangue e lo scrosciare della pioggia. [Se Chakra 24/30 per mani terapeutiche; cura di 8pv a turno][Turni 2/4 metà spostamento in giù; 2/4 per il movimento]

Shizuka tira un D100 e fa 9

Il Dinamitardo avrà tutto il tempo di scegliere sul da farsi una volta che gli Anbu saranno andati via. La totale assenza di nuove minacce gli permetterà di dileguarsi come meglio crede, dopo aver ultimato le attività di ricerca sul posto. Piuttosto, particolare attenzione necessita la piazza dove Saigo ha affrontato qualcosa di estremamente pericoloso. No, per assurdo non era la bestia in se ad essere pericolosa, bensì il confronto con le proprie paure. Involontariamente si è ritrovata contro l'ultimo avversario che avrebbe voluto incontrare... un faccia a faccia che potrebbe segnare l'inizio di qualcosa che cambierà ancora una volta la sua vita. In ogni caso, l'ombra è ormai lontana. Resta solo la pioggia, a cui spetta l'amaro compito di camuffare le lacrime, mentre la mano destra stringe con forza la targa metallica appartenuta allo Shinobi. Una volta a casa, quando gli occhi saranno meno gonfi e la mente più libera da pensieri malvagi, Saigo magari butterà un occhio a quella targhetta e proverà a decifrarne i simboli. Ricordano vagamente il frontierino di Kirigakure, seppur tra le tipiche onde sia stato inciso a mano un cerchio con un punto nero nel centro. Cosa significherà mai? Ammesso che abbia un significato, ovvio. Allo stesso modo, la serata volge al termine anche per Shizuka, seppur con un epilogo meno felice di quanto avrebbe potuto essere. L'avvento di queste nuove fonti di disturbo la spinge a prendere una decisione critica. Prova a curare il ragazzo per poi spostarlo, ma evidentemente le sue condizioni sono troppo critiche per far si che ciò avvenga in piena sicurezza. La sutura dei tessuti superficiali per mezzo del chakra, infatti, ha permesso alla dottoressa di arrestare l'emorragia, ma non di porre rimedio ai danni causati in profondità dalle lacerazioni e dalle perforazioni. Qualcosa che ad occhio nudo non traspare e che, per tanto, diventa fonte di criticità quando l'altra prova a trascinarlo verso l'interno della struttura abbandonata. Dopo qualche strattone, finalmente riesce a celare il corpo all'ombra di queste quattro mura, giusto qualche istante prima che un gruppo di tre Anbu si presenti sul loco. <...> Tacciono, anche loro muniti di illuminazione artificiale varia. <Koga, qui c'è del sangue.> Uno degli anbu parla e notifica il ritrovamento della pozza dove prima sguazzava il giovane ninja. <Mh...> Koga mugugna. Il buio non permette loro di vedere quei lievi strascichi di sangue che il ragazzo ha lasciato mentre lo stava portando al riparo... e questo è un bene! <Non può essere andato troppo lontano. Dividiamoci e cerchiamolo. E cercare quella maledetta creatura... avete tempo fino all'alba.> Discorsi sconnessi. Poco comprensibili per Shizuka, visto che non ha la più pallida idea di quale sia la creatura a cui si riferiscono. In ogni caso, mentre cerca di origliare la conversazione degli Anbu, non si rende conto in tempo che le condizioni del ragazzo stanno peggiorando velocemente e che l'averlo spostato sta dando il via ad una serie di emorragie interne che, lentamente, lo porteranno alla morte. Per fortuna è incosciente, ma ciò non toglie che alla fine si ritroverà sola e al buio con la testimonianza concreta del fallimento delle proprie arti mediche. Potrà tenere il suo frontierino metallico, se vorrà... un frontierino riportante lo stesso simbolo del cadavere ritrovato da Saigo. Coincidenze? E' una notte buia per Kirigakure... la pioggia copre le lacrime e nasconde i singhiozzi, mentre un vento cupo suona il requiem per le povere anime che sotto queste nuvole hanno incontrato la loro condanna. Per loro è la fine di un percorso, ma per i nostri protagonisti? Beh... questo potrebbe essere l'inizio di una storia assai più grande di loro.[The End]

01:24 Shizuka:
  [Quartieri Poveri di Kiri - Edificio Abbandonato] Difficile complicata la situazione, il pensiero è forzato, cercando la fortuna in un nascondiglio, celando la propria presenza e quella del ragazzo agli occhi di chi è sopraggiunto. Degli Anbu! Forse un'ancora di salvezza oppure no? Il dubbio permane dopo quelle frasi abbozzate dai tre all'esterno, che parlano di una creatura e probabilmente di quel ragazzo che ha cercato di salvare. Perchè lo stanno cercando? Dopo aver visto tutto quel sangue potrebbero tranquillamente ipotizzare la sua dipartita, che gli serva persino il cadavere eventuale? E' distratta, troppo, quelle cure parziali, effettuate di corsa non risultano sufficienti a salvare il ragazzo che potrà vedere come ultima cosa solo quegli occhi blu pregni di disperazione. Questa volta non è riuscita a salvare quella giovane vita, però ha ricevuto parecchie informazioni, da quel corpo, dalla popolazione, dagli Anbu stessi. Qualcosa non torna, la mano destra delicatamente andrebbe a chiudere le palpebre di quel giovane castano, mentre andrebbe a recuperare quel frontierino dalla divisa altrui. Non è riuscita a riconoscerne il simbolo ma al momento è l'unica cosa che lega quel cadavere al mondo ninja. Lo recupera e lo nasconde nel proprio zainetto, per poi accovacciarsi accanto a lui, in totale silenzio, unico rumore a tenerle compagnia quello della pioggia battente e quello dei pensieri nella sua testa. L'odore della pioggia e del sangue ne permeano le narici, la stanchezza inizia a calare, mentre il sentimento preponderante è un totale sconforto; deve migliorare, deve essere in grado di salvarli tutti. [Chakra 24/30][//END]

Un triste destino conduce i tre protagonisti a Kiri. Quella che era nata come una giornata tranquilla, conosce un triste epilogo tra sangue e pioggia. Le voci che parlavano di un'ombra incombente su Kiri pare che si stiano concretizzando e anche nel peggiore dei modi. Shizuka, infatti, dopo aver sentito un urlo femminile scopre un ragazzo gravemente ferito da una fiera di dimensioni sconosciute. Nel buio di un vicolo prova a curarlo e tenerlo in vita, ma con scarso successo. Qui recupera un frontierino con un simbolo anomalo e scopre il nome di una guardia anbu: Koga. Mattyse, invece, si cimenta nell'inseguimento di due ombre che gli son sfrecciate davanti in piena notte. Dall'analisi delle tracce scopre che si tratta di una figura umanoide dalle proporzioni minute ed una bestia di dimensioni opposte. Seppur provi ad inseguirle, l'arrivo degli Anbu lo costringe a ritirarsi per evitare la compromissione della propria figura. Anche lui nota il comportamento strano della polizia ninja e recupera una ciocca di peli della bestia. Saigo, invece, ha un incontro molto ravvicinato con una seconda bestia. Il buio le impedisce di metterla a fuoco per tutto il tempo, ma allo stesso tempo la salva da morte certa. Per tutta la serata porta avanti una battaglia con se stessa, dove la totale rassegnazione ha combattuto alla pari con il desiderio di sopravvivere. Alla fine, seppur paralizzata, riesce a scamparla grazie ad una tecnica di occultamento e alla distrazione della belva da parte di fattori esterni. Anche lei recupera un frontierino con un simbolo strano.

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Mi sono divertito molto nel masterarvi e spero che la giocata sia stata divertente anche per voi. E' inutile dire che tutto quello che vi è stato lasciato è fonte di spunto di gioco per il futuro, qualora vogliate/possiate perseguire la strada della ricerca info e del collegamento dei puntini che ognuno di voi ha collezionato.
Al di la dell'abilità ruolistica, per cui non c'è bisogno che io mi spenda, volevo invece complimentarmi con tutti, e nello specifico con Saigo, per la coerenza nel muovere i propri personaggi durante tutto il corso della quest. Vi ho messo davanti delle scelte e penso che non avreste potuto seguire percorsi migliori.
I miei più sinceri complimenti, perchè la coerenza sta diventando una qualità sempre più rara e sempre più preziosa.