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Incontri piacevoli al Bosco Centrale

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con Shizuka, Shuuya

21:46 Shizuka:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Non essendo ancora rincasata indossa sempre quella felpa molto larga, di colore nero, al di sotto della quale porta una maglietta a maniche corte, nera anch'essa. Alle gambe indossa dei leggins blu scuro, che non le stringono la vita ma la fasciano morbidamente, ai piedi quegli anfibi alti fino a metà polpaccio. I capelli sono sollevati in uno chignon molto stretto, solo frontalmente il ciuffo è lasciato ricadere sul viso, al momento indossa pure quelle cuffie grandi e blu, la musica che le tiene compagnia, quegli accordi inseparabili da una vita. Al collo, sotto la felpa quella collana dorata, dal pendente a farfalla con le ali internamente decorate di pietre blu, sulla schiena al momento troneggia uno zainetto nero, contenente portafogli, cellulare, chiavi di casa, sue e del Sumi, e quel reggiseno senza ferretto che aveva rimosso dopo aver terminato il tatuaggio. Ora oltre al vestiario ha addosso quella pellicola trasparente che le fascia completamente il busto, per far si che gli abiti non si impregnino di quello che l'opera sulla propria schiena potrebbe spurgare essendo fresca. In particolare al momento sta passando per il bosco centrale, ha lasciato Akaya al limitare del distretto di Konoha dopo la cena avuta al favoloso chiosco di Ichiraku e ha deciso di fare una passeggiata per tornare a casa, nella zona dei Clan di Kusa. In fondo prendendo il treno ci avrebbe messo meno ma avrebbe dovuto prestare attenzione a non appoggiarsi troppo ai sedili, quindi meglio camminare almeno per stasera, anche per smaltire l'ottimo pasto. Gli occhi blu si poggiano distrattamente sulla strada che sta percorrendo, la testa nelle note e ai pensieri più svariati, è sempre un piacere passeggiare sotto le fronde degli alberi.

21:52 Shuuya:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Una serata piuttosto placida, il cielo essenzialmente sereno invita a passare il tempo fuori e per il quattrocchi kusano la scelta stavolta propende per il bosco della zona centrale di Kagegakure. L'ultima uscita all'Ochaya è stata un po' una conferma per lui sul fatto che quel genere di posti non faccia per lui, essendo più abituato e a suo agio in luoghi dove regna la pace e la tranquillità, e meglio ancora se sono presenti anche sprazzi di natura. E infatti eccolo lì, con le braccia poggiate sulla steccionata di legno che da sul laghetto. Peso scaricato sugli arti inferiori, schiena appena piegata in avanti, in una postura di essenziale relax. Il solito abbigliamento tradizionale e antiquato a rivestirlo. Torso coperto da un gi blu scuro decorato da un rombo bianco diviso in quattro rombi più piccoli, simbolo che si presenta sul petto all'altezza del cuore e sulle lunghe e larghe maniche all'altezza delle spalle. Sotto il gi è appena visibile lo hanjuban bianco a fare da maglia intima, i cui lembi si intravedono leggermente dalla classica scollatura a v di abiti come nipponici come questo. Gli arti inferiori sono invece ricoperti dallo hakama nero, lungo fino alla caviglia e legato alla vita da dei lacci marroni sopra un obi nero, appena visibile solo dalle aperture laterali del pantalone gonna. Ai piedi, dei semplici sandali zori. Un vestiario piuttosto semplice, quasi spartano, privo di grandi decorazioni se non un piccolo rosario di sfere di legno al polso sinistro. Lo sguardo delle iridi castane è perso verso il laghetto, in contemplazione del vuoto. Pensieroso. Un sospiro di vento scuoterebbe appena le ciocche ai lati dei lunghi capelli neri, legati dietro la nuca in una coda di cavallo, a fare da contorno a un volto dall'espressione severa, per quanto rilassata. In religioso silenzio lui sta lì, fermo. Preso dai propri pensieri

22:16 Shizuka:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Gli occhi blu della ragazzina si appoggiano tranquillamente su ciò che la circonda, che siano gli alberi oppure il laghetto che sta costeggiando mentre passeggia. E' li che intravede quella figura pensierosa e dall'espressione severa. Lo squadra un poco, osservandone il vestiario tradizionale e molto semplice se non per quel rosario al polso sinistro. Una figura singolare che in quell'ambiente però sembra avere una sua bellezza effimera, qualcosa che se avesse dietro il blocco le piacerebbe disegnare. In effetti non ha dietro i suoi strumenti però ha un cellulare che può in maniera parziale bloccare quell'immagine e darle modo di riprodurla poi in un secondo momento, tuttavia uno scatto non è come un disegno, l'immagine reale di quella persona rubata in quel modo potrebbe essere non desiderata. Necessita il permesso, per questo i passi vengono mossi in quella direzione, consapevole del fatto che in questo modo potrebbe distruggere il momento stesso, ma il rispetto verso il resto del mondo prima di tutto. Una volta arrivata in prossimità del soggetto, lasciando qualche metro fra i due la voce educata e composta della rossa andrebbe a farsi strada nel silenzio della zona, muovendosi in direzione dell'uomo dal lungo crine scuro: << Mi scusi se la disturbo Signore... >> Qualora lui le avesse rivolto attenzione con quel semplice richiamo avrebbe proseguito nella sua richiesta, con un leggero rossore sulle guance: << E-Ecco io....sono una disegnatrice. E volevo domandarle se potessi scattarle una foto per poi provare a ritrarla. >> E' una richiesta assurda lo sa bene anche lei, però veramente avrebbe aumentato sicuramente le sue abilità nella ritrattistica. << Prometto di utilizzarla solo per riprodurla su carta o tela. Non verrà postata su ninjagram. >> Cerca di spiegare l'utilizzo che vuole farne, così da aiutarlo ad accettare una proposta così particolare.

22:32 Shuuya:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Assorto dai propri pensieri, continua a fissare lo specchio d'acqua, perdendosi nei riflessi delle luci e degli edifici su di esso. Socchiude appena gli occhi mentre una folata di vento un po' più forte gli carezza la chioma corvina. Respiro cadenzato, quasi di uno che medita. Fino a quando, non sentirebbe una voce femminile. Inizialmente non si accorge che stia parlando con lui, ma gli basta girare appena il volto verso la ragazza per rendersi conto grazie alla vista periferica che in quell'area è effettivamente l'unico a cui è possibile si stia rivolgendo <Io?> Chiederebbe d'istinto, per avere conferma che non stia facendo una gaffe enorme e non ci sia invece qualcun altro dietro di lui. Ma Shizuka pare andare avanti con una richiesta, che per l'archivista risulta davvero sorprendente. Non gli è mai capitato che qualcuno gli chiedesse di fotografarlo così, senza un vero motivo, almeno per quel che può pensare lui. Raddrizzerebbe appena la schiena, a mostrare che l'attenzione è rivolta verso la Kokketsu <Ehm... sì, d'accordo> Acconsentirebbe, quindi, seppur ancora un po' preso alla sprovvista, dopo che la ragazza ha esposto con cura gli obiettivi e condizioni, con la precisione e la correttezza di una che si vede fa questo praticamente di mestiere <Posso chiedere come mai io? È la prima volta che mi viene fatta... una richiesta simile> Direbbe ancora, curioso, mentre si sistemerebbe gli occhiali sul naso spingendoli appena con indice e medio della destra <Che cosa disegni, nello specifico?> Domanda ancora, squadrandola e cercando di cogliere da sé quale sia la sua specializzazione. Per il resto resterebbe lì, in attesa di istruzioni di Shizuka

22:44 Shizuka:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Ovviamente quell'approccio stupisce non poco colui che ha innanzi tanto da portarlo a voltarsi in di lei direzione con viso stupito. Si raddrizza, volge l'attenzione a lei perdendo quindi quell'aspetto pensieroso e quella posa, il danno ormai è fatto però almeno ha ottenuto un assenso anche se dubbioso. Sembra già tutta soddisfatta quando lui le pone una domanda, oltre a specificare che nessuno gli aveva mai chiesto una cosa del genere. Gli occhi blu si spostano sul viso dell'altro, il rossore ancora leggero sulle guance: << Beh perchè era un'immagine bellissima. Lei intento a guardare l'acqua, perso nei suoi pensieri, il vento a smuoverle i capelli, la luce della luna a illuminarla... >> Cerca di spiegare il perchè, ma è complicato dire a parole ciò che solo l'occhio può cogliere. Nuove domande vengono poste, ora che il ghiaccio è stato rotto in maniera assurda fra due perfetti sconosciuti: << Beh dipende... sto cercando di migliorare nella ritrattistica al momento. Prima disegnavo solo ciò che immaginavo. Ora sto cercando di guardare con gli occhi della fantasia la realtà che mi circonda e di riprodurla in maniera fedele, apportando eventuali modifiche una volta che il soggetto diventa più chiaro ai miei occhi. >> Una spiegazione criptica, se ne accorge da sola, di nuovo sembra difficile spiegare a parole ciò che la vista coglie. Sembra fortunatamente un tipo pacato, qualcuno con cui si possa conversare pacificamente. << Se non le dispiace potrebbe semplicemente continuare a fare ciò che stava facendo quando l'ho interrotta? Prometto di mostrarle il risultato! >> Un sorriso cortese e non esagerato verrebbe rivolto al Kusano, attendendo che lui ritorni nella posizione precedente o in una simile, estraendo il cellulare dal proprio zainetto, pronta per cogliere l'attimo migliore.

22:58 Shuuya:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Non dovrebbe essergli troppo difficile notare l'imbarazzo sul volto della Kokketsu reso evidente dal rossore, per quanto leggero esso sia. La risposta della giovane lo spiazza <Oh... capisco> Per quanto sia sempre composto nel modo di fare, non può non tradire un po' di imbarazzo anche lui. Anche lui arrossisce leggermente, e la destra andrebbe all'altezza del proprio volto a grattare la rispettiva guancia con l'indice, inconsapevolmente. Sì, è la prima volta che si sente considerato oggetto di ammirazione, se così si può definire, da un punto di vista estetico e artistico. Ora forse inizia a capire cosa potrebbe aver provato Sanae quando è stato lui a vederla a suo tempo con quello stesso sguardo, anche se sa che, molto probabilmente, non è esattamente la stessa cosa che sta succedendo ora con Shizuka. Anzi, ne è piuttosto sicuro. Ascolterebbe la spiegazione successiva di lei. Ne coglie i tecnicismi e annuirebbe lentamente. In realtà non ci capisce moltissimo di arte nel senso tradizionale del termine, e l'espressione darebbe bene a vedere come alcune delle cose che sta dicendo la ragazza siano per lui assolutamente criptiche, ma sarebbe comunque visibile come, seppur ignorante, in lui sia presente un vero interesse e una curiosità genuina, di chi comunque apprezza quel genere di cose. Infine, ecco le istruzioni dell'artista <D'accordo. Quindi... basta che mi metto così?> Domanderebbe, prima di porsi di nuovo con le braccia appena incrociate e posate sulla staccionata, rivolto verso il laghetto. Schiena arcuata nuovamente, a cercare di riassumere la postura precedente. Si rilasserebbe, tornando a fissare il lago. Sicuramente ora è un po' più consapevole di essere il soggetto di una fotografia, quindi purtroppo Shizuka non riuscirà a cogliere l'attimo perfetto che cercava. Però il desiderio di darle un buon risultato c'è, quindi cercherebbe di ritornare nello stato di prima, semplicemente tornando ai pensieri di prima. Ragionando, usando i riflessi del lago come catalizzatori per i propri pensieri. Non è un attore, né un modello, quindi ovviamente non sarà un risultato ottimale. Ma, ehi, ci prova

23:12 Shizuka:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Un tipo di poche parole sicuramente, lei certamente lo ha stordito come non mai fra mezzi complimenti, spiegazioni su cosa vorrebbe fare e in cosa punta a migliorarsi. Pare però che tutto sommato il Kanzaki sia una brava persona, sulla richiesta di lei cerca di posizionarsi nella medesima posa che aveva assunto prima. Effettivamente è complicato riprodurre il tutto, anche solo la spontaneità che aveva prima non è la medesima però almeno la posa sembra simile, sembra quasi che lui si stia impegnando al massimo per ritornare indietro nel tempo. Lei si scosta, fa qualche passo indietro ricercando quella che, al femminile occhio, pare l'angolazione migliori, per la luce, per le ombreper il vento. Ci mette più del previsto a trovare il momento perfetto per scattare quella fotografia però ottiene un risultato soddisfaccente, poi in realtà il segreto sta nell'essere riuscita a vederlo prima; ormai nella testolina rossa quell'immagine è incisa nella memoria, quindi dovrebbe riuscire a riprodurla efficacemente su un foglio. Una volta eseguito lo scatto comunque tornerebbe sui di lei passi, avvicinandosi allo sconosciuto nuovamente, allungando la destra che sorregge lo smartphone su quella foto. << Vede cosa intendevo dire? >> Già un'immagine vale più di mille parole. Lui potrebbe ammirare se stesso, in quella posa inclinata, fissando l'acqua, ma oltr a quello c'è di più, il vento che scosta leggermente le vesti, la luce della luna che rischiara alcuni punti e altri no, lo sguardo perso del soggetto intento a contemplare il nulla. Gli lascerebbe il tempo di comprendere ciò che gli occhi blu hanno colto nell'osservarlo per poi interrompere il silenzio nuovamente: << Comunque io sono Shizuka Kokketsu. Se le interessa posso farle avere il ritratto una volta che sarà finito. >> Glielo propone, come a chiunque altro abbia mai ritratto, si sente sempre un po' in colpa quando ritrae qualcuno, come se gli stesse rubando parte del suo io.

23:33 Shuuya:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Passano alcuni secondi di silenzio mentre la ragazza si prende tutto il tempo necessario per riprodurre ciò che a quanto pare prima l'aveva attratta così tanto. In quel lasso di tempo il Kanzaki si lascerebbe nuovamente trasportare dai pensieri. Un po' per la foto della ragazza, un po' perché, in fin dei conti, ormai sono pensieri fissi. Quella leggera malinconia dovuta al blocco contro cui si è scontrato negli allenamenti sta occupando interamente il suo cervello, sempre al lavoro per trovare una soluzione, cercare di capire quale sia quella chiave che possa permettergli di sbloccarsi. A un certo punto, percepirebbe poi Shizuka avvicinarsi di nuovo, capendo che la foto è stata scattata. Si volterebbe verso di lei, quindi, drizzando nuovamente la schiena in una postura eretta più naturale. Si staccherebbe anche dalla staccionata, avvicinandosi un po' a lei per accorciare le distanze e osservare il risultato sul telefonino <Oh, caspita> Si lascerebbe sfuggire un po' di sorpresa a vedere la foto che è riuscita a fare <Confesso che mi fa molto strano vedermi così, in quella foto, ma...> Breve pausa, non sa bene nemmeno lui come reagire <...sei molto brava, devo dirlo> Inarcherebbe appena l'angolo destro della bocca, in un lieve sorriso. Ecco poi che la giovane si presenta <Kanzaki Shuuya. Molto piacere> Ricambierebbe, inchinandosi con quel suo modo di fare sempre un po' cortese, se non quasi formale <Certo, con piacere. Se le tue foto sono così, sono curioso di vedere come sarà il lavoro fatto a mano> La risposta alla proposta sul ritratto. Poi, alla luce del nome, farebbe qualche collegamento <Kokketsu? Sei anche tu di Kusa, quindi> Tirerebbe la conclusione, basandosi sul suo cognome <Una Genin, per caso?> In fondo, i Kokketsu sono il clan dello Hasukage, anche lui ne ha sentito parlare, e gli sembrerebbe piuttosto logico che un membro di quel clan abbia intrapreso la via del ninja. Tace, quindi, in attesa di una qualche sua risposta, sia essa a confermare o disconfermare la sua ipotesi

23:47 Shizuka:
  [Bosco Centrale - Vialetto] Lui si avvicina, occhi che si poggiano su quella foto rimanendone stupito, probabilmente inconsapevole di quanto lui stesso risulti quasi far parte di un quadro. Gioisce del suo stupore, come se fosse riuscita effettivamente a mostrare qualcosa di artistico a qualcuno mostrando solamente una foto. Lui le fa quel complimento che la stupisce, facendola tornare leggermente rossa in viso: << B-Beh è solo questione di occhio... >> Sminuisce quell'occhio artistico che la distingue da altri, da quelli che ad esempio preferiscono far di conto. Alla femminile presentazione comunque segue una maschile, scoprendo così il nome e il cognome di colui che le si pone innanzi, nulla però scatta nella mente della piccoletta. Lui sembra ben disposto ad avere poi il ritratto vero e proprio finito, incuriosito a suo dire dal vedere come ella sia in grado di trasporre la realtà su di un foglio. << Io disegno prevalentemente a matita, però sto cercando di migliorare anche in quello. Il mio ragazzo dipinge quindi vorrei farmi insegnare qualcosina anche da lui. >> Gli sorride serenamente, andand sempre a parlare troppo di quello che le interessa, di ciò che progetta di fare, fin troppo chiacchierona. Tuttavia quello scambio di battute porta lui a fare i necessari collegamenti, il cognome della rossa pronunciato a voce alta, ma non associato a qualche insulto, semplicemente dedotta la locazione geografica e supposto il suo ruolo nella società. Lo sguardo blu osserva quel viso serioso ma cortese donando risposte e concedendo qualche informazione aggiuntiva: << Anche lei è di Kusa quindi! In centro c'è uno studio di tatuaggi dove lavoro part-time! Volendo può provare a cercarmi lì per il ritratto... >> La manina viene posta sotto il mento come a riflettere, << Oppure in ospedale... >> Boffonchia più fra se e se che non parlando effettivamente con l'altro. << Comunque si, sono una Genin, oltre che apprendista medico. Lei invece? Avendo tutte queste nozioni sarà sicuramente uno shinobi anche lei presumo. >> Deduzione fatta a voce alta, senza domandare direttamente ma facendolo implicitamente.

00:12 Shuuya:
  [Bosco Centrale - Vialetto > Settore Kusa] Una lieve risata sommessa e composta al sentire la risposta imbarazzata della ragazza al suo complimento, del tutto genuino. Incrocerebbe le braccia al petto, quindi, restando in ascolto sulle ulteriori spiegazioni di Shizuka sulle sue propensioni artistiche e le sue tecniche attuali e in apprendimento <Capisco. Non ne so molto di arte e di disegno, ma percepisco che metti passione in ciò che fai, tanto da imparare sempre cose nuove, e credo sia una gran cosa> Sincero il tono. Nonostante lo sguardo affilato, la sua è un'espressione cordiale (per quanto la sua bitch face glielo permetta) e i complimenti sono sentiti. Ascolterebbe poi l'ulteriore dire della ragazza che, di fatto, andrebbe a confermare la sua ipotesi <Uno studio di tatuaggi, eh? Non sono solito frequentarne, ma va bene. Sicuramente sarà più comodo anche per te> Acconsentirebbe quindi a quella soluzione per il completamento della transazione(?) <Esatto, sono anch'io un Genin di Kusa. E archivista presso l'archivio del villaggio. Anche se sono ancora in fase di apprendistato> Esporrebbe anche lui il resto delle sue generalità, scrollando appena le spalle alla specifica sul proprio mestiere. Quelle poche che ha da offrire, in realtà. Nel parlare noterebbe come la zona stia iniziando a diventare ancora più isolata, suggerendogli che l'ora è tarda <Oh, credo sia ora di ritornare. Si è fatto piuttosto tardi> Braccia che si sciolgono dalla posizione incrociata di prima, andando a ciondolare rilassate lungo i fianchi <Forse sarebbe meglio che torni anche tu> Un po' di sana apprensione verso una ragazza più giovane di lui, sola, al buio <Se vuoi possiamo fare un pezzo di strada insieme. Di questi tempi, per dei Genin come noi camminare da soli non è esattamente auspicabile> Dopotutto, che lui sappia c'è ancora un assassino di ninja in circolazione. Detto ciò, farebbe per avviarsi, prendendo la strada in direzione del settore di Kusa, aspettando ovviamente prima una risposta dalla ragazza. In caso lei decidesse di restare ancora, la saluterebbe con un lieve inchino di commiato. Se invece accettasse la sua proposta, aspetterebbe che lei raggiunga il suo fianco, così da scortarsi a vicenda nella via del ritorno [USCITA]

00:26 Shizuka:
  [Bosco Centrale - Vialetto -> Verso Kusa] Dall'aspetta sembra un tipo tutto serioso e austero, aveva quasi pensato di presentarlo ad Akaya, tutta precisina con la sua educazione orientale e rigorosa, invece gli sfugge una risata mentre lei arrossisce per il complimento, lasciando intravedere un animo sicuramente meno rigido di quanto non dia a vedere. Sembra inoltre che più la rossa parla più anche lui si senta a suo agio o in dovere di fare altrettanto. << Beh...se qualcosa ti piace di solito cerchi di farla nel migliore dei modi no? >> Al successivo mezzo complimento cerca nuovamente di giustificarsi, come per non mettersi in mostra anzi, sottolineare quanto i suoi gesti siano normali. Ascolta il dire dell'altro, venendo a conoscenza del fatto che anch'egli sia un ninja, un parigrado per giunta, e che come lavoro faccia l'archivista. Una professione interessante, che implica una conoscenza generica di ogni cosa e la possibilità di raggiungere informazioni importanti, magari celate ai più. Tuttavia l'ora ormai è avanzata ed è lui il primo ad accorgersene, offrendole di fare parte della strada insieme. La testolina rossa viene mossa in segnale di assenso: << Beh perchè no? In fondo dobbiamo andare dalla stessa parte no? E come dice lei Signor Kanzaki di questi tempi la sicurezza non è mai troppa! >> Accetta di buon grado di proseguire quel rientro in compagnia, soprattutto perchè effettivamente curiosa di scoprire quanto un apprendista archivista sappia e conosca. Probabilmente il malcapitato dovrà sorbirsi un sacco di chiacchiere sulla via del ritorno, di sicuro però non avrà più tempo di pensare troppo a ciò che cercava disperatamente sul filo dell'acqua, nel bosco centrale. [//END]

Shizuka decide di tornare a casa a piedi dal distretto di Konoha dove ha appena finito di cenare con Akaya. Attraversando il bosco centrale si imbatte in Shuuya che sosta vicino al laghetto immerso nei propri pensieri.
L'immagine è suggestiva per la piccola artista che tuttavia non vuole violare la privacy altrui senza chiedere il permesso.
Una breve conoscenza dettata dall'arte che si conclude con un rientro dei due al distretto kusano.