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con Rasetsu, Dokuhiro

19:17 Dokuhiro:
 La via per la casa che devono lasciare a breve per non essere uccisi dal passato di rasetzu ha una strada molto più lunga e buia quando non ce in fondo al tunnel il copricapo di ame, anziche la morte buia e lontana sempre in agguato. Alla fine aveva fatto l'esame solo per riuscire a essere più performante nelle battaglie che detesta, dopo che le hanno addobbato il balcone di teste mozzate. E invece se ne sta tornando a casa lentamente e con lo sguardo chino, non che sia una cosa così strana, d'altronde lei pare sempre piuttosto melanconica o strana, o eccentrica, e anche in questo caso le persone che sono attorno a lei non potrebbero capire che ha avuto un brutto esame solo dal suo sguardo, perche come sempre è quello di un gatto matto e misterioso. O semplicemente scemo. Dipende dai punti di vista, che in questo caso per la nostra dokuhiro è quello di davvero. DAVVERO oscuro e contorto. Così contorto che quasi non si accorge che sulla sua via ce un bel ragazzotto che sta provando ad approcciarla da almeno tre quartieri, di fatto seguendola fino a quel momento e provando ad attirarne l'attenzione con vari rimedi, dal parlare ad alta voce di un gattino abbandonato in un cartone a una svendita di leccornie. Finalmente si accorge di esso solo perche è praticamente piazzato di fronte al suo naso, piantato a terra nemmeno dovesse placcare la sua fuga, che invece viene rimandata solo per vedere se questa persona potesse essere un problema per il futuro o addirittura uno della yakuza, anche se non lo parrebbe, è Bellino, con i capelli a spazzola, più alto di lei e forse pari a rasetzu con però più muscoli addosso rispetto al gatto rosso...un ottima descrizione di ichigo

19:43 Rasetsu:
 E’ consapevole d’un’unica cosa nella sua vita quest’oggi: Dokuhiro doveva sostenere l’esame Genin. Tinteggiato di nero è completamente il suo vestiario. Una camicia ne copre l’addome, i cui primi due bottoni son lasciati fuori dalle rispettive asole. Un pantalone scuro è sottostante alla prima, sorretti da una cintura in cuoio. Con sé, oltre al telefono cellulare nella tasca posteriore e qualche tonico di recupero del Chakra e coagulante, non ha molto altro. Non è solito girovagare con delle armi o con qualcosa che gli assomigli vagamente. Ha portato con sé… niente. Dei pancake, sì. Ecco. Li ha fatti a mano. Nei momenti in cui la sua mente pensa insistentemente all’alcol o alle droghe, piuttosto che uscire a cercarne, ha deciso che si metterà a cucinare. E difatti, l’ha appena fatto, giusto in tempo per potersi recare nei pressi del campo d’addestramento dell’omonimo settore, nel tentativo d’andare a prenderla. Ha sistemato i pancake all’interno d’un contenitore provvisorio e di sopravvivenza, di quelli talmente anti nucleari che riportavi indietro a tua madre altrimenti vedevi partire lo zoccolo di legno tempo zero. Quindi, così facendo, s’addentra per le vie. Sta volgendo l’angolo giusto in tempo per veder di spalle un ragazzo dai capelli a spazzola, alto quasi quanto il demone che fronteggia la *sua* Dokuhiro. Perché – diciamocelo – ha arbitrariamente stabilito ch’ella sia di sua proprietà, nonostante l’incoerenza lo porterà quasi di sicuro a cercar altrove terreno fertile. Non è molto fedele se lo si lascia a piede libero, ecco. Ha bisogno d’un guinzaglio. <…> S’irrigidisce sul posto. Le vene bruciano. Il cuore pompa più forte. Si sta arrabbiando, ma assieme al sentimento della rabbia sente montare dentro di sé tutt’altro. Gelosia? Oh, sicuramente non è amore. Non sa neanche di provarlo. Reputa che sia affetto, e forse neanche. Non sa donare affetto, non sa donare amore. Sistematicamente, farà qualcosa per la quale lei fuggirà e l’allontanerà definitivamente. E quindi, non è forse questa l’occasione ghiotta per lasciare che le cose facciano il suo corso? <Ehi, tu, smamma.> No, decisamente no. Sbuca da dietro l’angolo, inviperito. Lo fulmina con lo sguardo. E’ Ichigo – n’è sicuro. [ Chakra OFF ]

19:54 Dokuhiro:
 Convintissimo fosse ichigo, in realtà è tutt'altra persona, dato che il cosiddetto ichigo non sia mai esistito se non per accalappiare in un nodo stretto il demone rosso dopo che era stata rifiutata. Mica scema la ragazza. E sfortunato il tipo che si volta a guardare il losco figuro, che ovviamente porta lo stesso ad avere subito un atteggiamento protettivo verso la sua preda, ovvero dokuhiro che in effetti è leggermente stupita di vederselo comparire con un bento sotto mano vestito di nero per fare risaltare il rosso e con un Grigno da squalo. È ovvio che il falso ichigo volesse proteggere una creaturina indifesa come doku! Anzi, intima anche alla creatura rossa di andarsene fronteggiando lo con le spalle larghe. Doku invece osserva entrambi con evidente lentezza come al suo solito, occhioni da gattone che stanno valutando cosa accade per poter decidere da chi prendere il boccone più ghiotto, che a quanto pare è reputato dal demone, sta per fare una politica e tranquilla dichiarazione quando l'uomo decide di dare la pietra sulla sua tomba "meglio se ci allontaniamo, cucciola" questo genera, si vede chiaramente, un improvviso blocco delle funzioni cerebrali della giovane doku, senza alcun rossore sospetto se non evidente sgomento, ovviamente il demone può decidere di prendere la sua spiegazione e le sue azioni come tutt'altro, ma è palesemente chiaro che succederà un casino di li a poco "che giornata di merda" pensa, perche stavolta è anche giusto esplicare i pensieri di una persona. Per una volta.

20:12 Rasetsu:
 “Cucciola” è già abbastanza sufficiente per farlo andare su tutte le furie. S’irrigidisce sul posto, iracondo come un drago dalle cui orecchie potrebbe uscir del fumo di lì a breve, tanto da fargli friggere il cervello nella calotta cranica. <Hiro> Le rivolge un’occhiata, traslando immediatamente di lato come a voler togliere di mezzo il presunto Ichigo della situazione. E’ chiaro come chiunque, d’ora in avanti, s’avvicinerà alla fanciulla avrà come epiteto quello di Ichigo. Ed è completamente colpa della corvina. Non sa neanche cosa dire, oltre a pronunciare l’altrui nome nel tentativo d’attirarne l’attenzione. <ti sta importunando?> Le domanda, indicando con un cenno della mancina, sprezzante, l’individuo che la divide dalla sua proprietà. Sì, è molto materiale e sì, è anche abbastanza tossico come individuo. Rivolge un’occhiata glaciale al ragazzino, il quale ha sicuramente almeno dieci anni in meno di lui – esattamente come la ragazzina, d’altronde, ma non è un dettaglio sul quale stiamo troppo a sindacare, dopotutto. Inspira profondamente, incanalando aria nella cassa toracica o quanto meno provandoci. E’ molto complicato, a dirla tutta. Vorrebbe soltanto attivare il Chakra, risvegliare l’innata e appenderlo contro un muro, nel tentativo di fargli talmente tanta paura da renderlo ridicolo agli occhi della corvina. <”Cucciola” ci puoi chiamare tua sorella, sicuramente non lei. Anche perché ha ben poco per cui poterla chiamare così.> La sta difendendo, ma in un certo qual modo non si sa bene su quale brace voglia bruciare per primo… se sulla propria o sulla furia demoniaca della sedicenne. Per il momento, resta lì a debita distanza, in attesa che possa anche soltanto valutare i movimenti del ragazzo che ancor lo divide da lei. E non sopporterà a lungo questa condizione, tuttavia ne siamo tutti consapevoli. [ Chakra OFF ]

20:36 Dokuhiro:
 Non ha alcun affetto o pietà per il povero ragazzo che si è frapposto tra lei e rasetzu, non nutre alcun sentimento di quel genere se non vagamente per donne e bambini ed esclusivamente quando sono innocenti ai suoi occhi, ovvero praticamente sempre se non si conta la presenza di rasetzu e delle possibili civette li attorno <no,il signore se ne va> spiega dokuhiro a voce bassa come al suo solito, attuando una strategia piuttosto cordiale nei riguardi del ragazzo più giovane che regala a entrambi un occhiata, quindi pare capire qualcosa "oh! Voi siete suo fratello!" grattandosi la testa con imbarazzo "mi dispiace tantissimo, sa, girano brutti ceffi" tipo rasetzu "mi permette di portare sua sorella da qualche parte? La seguo da un pezzo ma non mi ha mai calcolato!" e fatte le due domande. Ma a quanto pare questo "ichigo' e la versione tutta muscoli e scema del classico hero, probabilmente nemmeno è un ninja, e sicuramente non un jonin come lo era stato rasetzu, doku invece sta provando a circumnavigare lo scoglio per andare sotto l'ala e le catene di rasetzu, guardandolo stranamente quando non pare che lei sia una Cicciolina indifesa, quindi una volta arrivata abbastanza vicino annusa distrattamente l'aria della città e indirizza gli occhioni verso il bento di panchacke che sta nelle mani di rasetzu, con il nasino che si muove leggermente per captarne l'odore che proviene da esso. Piuttosto prova ad avvicinarsi ancora, con tranquillità come se non fosse accaduto nulla dal lato destro del rosso. Pessimo luogo

21:12 Rasetsu:
 Questa giornata potrebbe finire male, ma nel vero senso della parola se non fosse che quel che ha di fronte è praticamente un allocco allampanato. Si tratta praticamente d’un ragazzino fatto e finito, della stessa età anagrafica della corvina, ma differente mentalmente. Dokuhiro non si comporta certo così ed anzi arriva ben presto alle soluzioni, alle chiarificazioni che, in questo caso, al terzo incomodo mancano. <Perfetto.> Asserisce nei confronti della corvina, fortunatamente assecondato da quest’ultima, poiché altrimenti la situazione sarebbe andata decisamente peggiorando. <”Voi”?> Ripete ad alta voce, titubante e sgranando gli occhietti verdastri nel sentir pronunciare quell’epiteto. Lo fa sentire incredibilmente vecchio, più di quanto già non sia. In effetti, bisogna considerare l’età anagrafica del demone e non quella che fisicamente dimostra. <Sì, e uno di quei brutti ceffi sono io.> Bercia rapido, portando in avanti il piede manco così da sorreggerne il corpo e mantenendo il gemello indietro così da avere uno stabile equilibrio con il resto. Snuda i denti da squalo che si ritrova, visibilmente infastidito. Ci manca soltanto che si metta a soffiare dal naso ed il gioco è fatto. <Partiamo dal presupposto che non sono suo fratello> E fin qui ci siamo, ma al contempo non sei nient’altro, se non un gatto randagio che ha raccolto dalla strada, ripulito, rimesso a nuovo. Di solito, in questi casi, si viene lasciati di nuovo liberi o adottati. E il rosso ondeggia in questo limbo d’indecisione. <e che no, non puoi portarla da nessuna parte perché è in punizione.> Punizione? Ma chi sei, veramente suo fratello? Ora ci manca soltanto che venga scambiato per genitore e abbiamo davvero concluso la serata in bellezza. La ragazzina gli s’avvicina verso il fianco, laddove porta il bento con dentro i pancake preparati per la riuscita dell’esame da regalare ad Hiro. Li sposta nella mano opposta, così da allontanarli dal naso altrui. Non se li è ancora meritati. Le schiocca un’occhiataccia, con la quale reputa di doverla mettere a posto, in riga. Autoritario. [ Chakra OFF ]

21:26 Dokuhiro:
 la faccia dell'allampanato, ma anche di doku, hanno per un secondo la stessa identica espressione: sgomento. una perche le è stato privato della possibilità di avere cio che sta nel bento panchake, mentre l'altro perche sente che è in punizione "ma allora siete suo padre!?" domanda sgomentato, d'altronde l'età. nel caso dei maschi, vale poco o nulla, dato che basta andare fino al mulino una volta sola, e quindi la giovinezza è così giustificata tra i due, doku invece si da una manata in fronte non riuscendo a capire se quello ce o non ce. quindi intuendo che le sue possibilità sono appena scemate per la pessima figura che ha fatto, parlando nella sua idea come se fosse un fratello e non un genitore, fa diversi inchini di scuse prima di immettersi nella folla e sparire alla vista <mhh> mormora provando ad agguantare di nuovo il bento muovendo lentamente una manina fino al raggiungimento del sacchetto tenendosi l'altra mano sulle labbra. per lei non ha fatto niente di male, quindi vuole la merenda. ovviamente il rosso potrebbe dire una cosa altamente diversa e semplicemente si volta verso di esso <mh. mh.> è tornata ai versi, come spesso si esprime, modulandoli adeguatamente per creare i propri ragionamenti, mentre trotterella con dei piccoli passetti per fare il giro e raggiungere il bento che le viene sottratto da sotto il naso all'ultimo secondo, che l'occhiataccia lei non la capisce nemmeno, perche per lei è tutto normale, peccato che tra poco si troverà chiusa in casa con netninja attivo 24h per tenerla dentro

22:49 Rasetsu:
 Vorrebbe davvero tirare quel bento in faccia al ragazzino che ha di fronte, ma sprecherebbe parte del suo tempo che ha usato, appunto, nella preparazione dei pancake. <…> S’irrigidisce ben più di prima, poiché la situazione è diventata veramente inverosimile. Siamo passati, addirittura, ad etichettarlo come il genitore della ragazzina che ha di fronte. <NO!> Esclama di getto, sgranando di nuovo gli occhietti verdi mentre Dokuhiro gli volteggia attorno. Vuole accaparrarsi quei pancake anche se palesemente non se li sta meritando. Per sua somma fortuna – sua nel senso d’entrambi, ormai perché sarebbe plausibile sia per l’uno che per l’altra – Ichigo sceglie di scusarsi in qualche modo, capendo d’aver fatto una pessima figura nei confronti del rosso. L’Hasegawa, nel frattempo, s’è chiusa nel suo mutismo selettivo e sta continuando a replicare soltanto con qualche mugugno di sottofondo che, giustamente, non sono risposte adeguate al contesto. Schioccata l’ultima volta la lingua contro il palato, si volta rapidamente alla volta della corvina, sollevando di rimando il braccio verso l’alto. In questo modo, è assolutamente certo che la ragazzina non riuscirà in alcun modo a raggiungerlo, a meno che non impari a volare o a sfruttare il Chakra in maniera adeguata. <Quindi? Sono tuo fratello o tuo padre?> Le chiede, pronto ad ascoltare qualunque risposta possa proferire, nonostante sul viso demoniaco vadano formandosi delle rughe sulla fronte per via dell’aggrottarsi delle sopracciglia. E’ abbastanza adirato, tuttavia non vuole dirlo apertamente, quasi s’aspettasse che sia la fanciulla a capire dove sia il problema in sé. Agita appena il bento, come se fosse una carota da porgere al mulo dopo averlo colpito col bastone, esattamente come sta facendo. Altra cosa fondamentale, non sta per niente sorridendo. La situazione inizia ad essere inverosimile e lui è piuttosto stanco di non aver le cose in mano, chiare e precise come dovrebbero essere. E' un punto da considerare e per il quale bisogna trovare una soluzione. [ Chakra OFF ]

22:58 Dokuhiro:
 il bento viene portato fuori dalla sua direzione, lasciandola di nuovo a bocca asciutta che le fa soffrire il cuoricino, volendo soltanto strafogarsi di gelato e pancacke dopo la delusione dell'esame, e invece non è possibile perche il rosso ha tolto del tutto la direzione della sua presa, mancandole di nuovo il suo premio, fino a vederlo così in alto che le tocca alzare la testolina puntando sempre lo sguardo verso di esso, quindi si alza in punta di piedi aderendo al corpo del rosso, che tanto non ha curve quindi non è che puo procurare chissa che piacere, allungando una manina sfruttando l'appoggio del demone, se non la ha gia scacciata, per provare a raggiugnere il bento mugugnando dalla fatica e dal tremore del muscolo delle braccia per giungere fino al suo premio <eh? sei il mio ragazzo, scemo> dichiara senza alcun problema all'altro <non pensavo ti desse tanto fastidio> ironizza leggermente anche se il volto rimane piuttosto monocromo, potrebbe anche star mentendo platealmente e forse non riuscirebbe a vederla <ho solo stranamente successo. genero voglia di protezione> spiega cosa sia successo per quanto riguarda prima, ma d'altronde...non aveva forse detto che oltre a ichigo c'erano molti altri? mh? si,ma in questo momento mira soltanto al bento e a risolvere velocemente il fastidio <ti stanno venendo le rughe da rabbia> gli fa notare guardandolo mentre è spalmata addosso all'altro nel tentativo di distrarlo e riuscire a raggiungere il bento che le viene tenuto lontano

15:12 Dokuhiro:
 Il suo piano malefico ha successo e nell'esatto momento in cui l'altro è stunnato dalla conoscenza del fatto che sia effettivamente il suo ragazzo come si suoi sogni volevano, solleva le zampette per arrivare alla portata del bento volante sopra la sua testa, agganciandovisi come un gatto su un paio di pantaloni seguendo un puntino rosso. Quindi rimane a dondolare nella presa nella speranza che rasetzu molli il tutto e lei se lo possa tenere tutto per se <eh?> chiede distratta dalla operazione che stava facendo <non essere deficiente, sei mio. Non ti divido con nessuno> dichiara con una chiarezza inusuale per qualcuno come lei, quindi muove distrattamente gli occhi nella direzione intrapresa da ichigo <quello non era ichigo> perche ichigo non esiste, in prima istanza dondolando ancora come un micio nella ricerca spasmodica del premio che non si è meritata sotto moltissimi punti di vista. Partendo dalla gelosia di rasetzu fino alla mancanza altrettanto ovvia del copricapo nuovo che dovrebbe avere se avesse passato l'esame, oppure lo ha nascosto? Fatto sta che sia evidente la sua manza di tatto <mi si è parato in mezzo alla strada, volevo capire se fosse qualcuno che ce la aveva con noi> ricordandogli il piccolo dettaglio di una certa serie di teste impalate fuori dal bancone. <o forse mi vuoi dire che sei geloso perché mi ami?> domanda con un'ultima stoccata per riuscire a reclamare completamente il bento dalle mani dell'altro, sperando di stupirlo tanto da fargli addirittura aprire le mani

16:01 Rasetsu:
 Che si tratti esclusivamente d’un piano malvagio architettato da quella vipera? Perché di tale si può parlare visto e considerato il modo in cui l’ha appena fatto fesso. Uscirsene con la storia d’essere fidanzati, dopodiché con quella d’esser geloso perché la ama. Sta dando di matto e, di conseguenza, sta dando di matto anche lui. Il sopracciglio manco vibra come se non sapesse che pesci prendere, mentre ha letteralmente perso la presa sul bento che viene rapidamente agguantato da Dokuhiro. Gli occhietti del demone restano per un attimo fissi davanti a sé, laddove una volta v’era la figura della ragazzina, salvo poi glissare con lentezza – incredulo – nei riguardi dell’altra che s’è avventata al cibo come se non mangiasse da dieci giorni. <Io- Io non mi trovo con le tue spiegazioni, ecco.> Finalmente tira fuori qualche parola dopo il mutismo selettivo nel quale s’era chiuso a seguito dell’affermazione riguardante la sfera sentimentale. <Un giorno, è come se mi odiassi e il giorno dopo mi vieni a parlare in questa maniera.> E per quanto possa sembrare arrabbiato da questo cambio improvviso delle carte in tavola, il labbro vibra e s’incurva verso l’alto in un piccolo sorriso, condito da un cenno di malizia che verrà ripercosso anche nella voce. <Ti conviene marchiare il tuo territorio, allora. Non so dire di no ad altre fanciulle avvenenti.> Oh, sta cercando di giocare allo stesso gioco di Dokuhiro, probabilmente senz’alcuna possibilità di riuscita, conoscendola. Non gli concederà mai la soddisfazione di vederla gelosa, no? Reputa che non possa farlo, ma ogni volta tenta un approccio differente nel caso in cui vi sia qualche miglioramento. <Lo so che non era Ichigo> Ammette, stringendosi nelle spalle e cedendole completamente quel bento con riluttanza, poiché non lo merita davvero. Tuttavia, li ha preparati per lei, tanto vale non fare il brutto ceffo come suo solito. <tuttavia, chiunque s’avvicinerà a te d’ora in avanti verrà chiamato Ichigo. E tu sai che brutta fine tocca a chi porta questo nome.> Soltanto perché sei psicopatico. Non vuol dire che chiunque si chiami in tal maniera possa finire con il provarci con la corvina. Questo è stato solamente un caso, dopotutto e tutto è nato dalla stramberia dell’altra – per giunta. Indirettamente, è colpa di Dokuhiro. Questo è l’importante, se ne laverà le mani con la coscienza. Ritira immantinente indietro il cibo, nonostante lei possa stringerlo e sentir l’odore dolciastro dei pancake, guardandola negli occhi e chinandosi appena dabbasso col busto e le spalle. <Devi darmi qualcosa.> E no, non è necessariamente rozzo e lascivo nel pronunciarsi così facendo poiché non si sta riferendo esclusivamente a quel fiore che posseggono le donne. <…> Invero, è l’ultima frase, la domanda che gli viene rivolta che lo lascia… agitato. Gli monta dentro… cosa? Una giustificazione? Non è rabbia? E’ fastidio? Lo ha punto nell’orgoglio? Allunga la mano libera, il bento un lontano ricordo che lei potrà tranquillamente afferrare. L’avvicina al suo mento, in modo che possa sollevarglielo. Vorremmo aggiungere “che lei voglia o meno”, ma ha veramente poca forza anche soltanto per credere che possa riuscirci. Si fa salda la presa, con il palmo a contatto con la linea della mascella, le dita ben divaricate che potrebbero andar a coprire buona parte della guancia e fermarsi tra i capelli. <Ammettilo> Voce roca, bassa, mentre si porta a poca distanza dalla sua fronte con la propria, chinandosi dunque innanzi per via della differenza d’altezza. <che vuoi soltanto farmi arrabbiare> Perché è così davvero che stanno le cose? Gli occhi brillano, ma ha toccato d a v v e r o un tasto dolente. <che vuoi soltanto farmi arrivare al limite.> Piano le dita arrancano tra i ciuffi, iniziando quel lento tirare per costringerla ad arcuare il collo e portare il capo verso l’alto. Non le sta ancor facendo male, ma ci son speranze che accada. [ Chakra OFF ]

16:19 Dokuhiro:
 Sono troppo particolari, le sue spiegazioni, non ce alcun dubbio in merito e infatti anche doku alza leggermente le spalle come a chiedere cosa vuole farci <se per fanciulle avvenenti intendi le prostitute, non ho certamente paura che ti possano insediare se non hai un soldo> traduzione, non solo gli sta dicendo che è povero, che non può avere una donna se non pagandola, a parte lei, e soprattutto che è bruttoh. Quindi sta per scartare il bento ma le viene tolto <mghh.> mormora irritata da quando il rosso le toglie il cibo, ma poi capisce cosa vuole, e in mezzo ancora alle cie periferiche della cittadella lo vede diventare ciano, poi bordeoux, o meglio annerirsi di rabbia? Di fastidio? Ha colpito abbastanza a fondo e parendo intuirlo fa pure lei un sorrisetto mentre osserva le mani del demone avvicinarsi e poggiarsi sulla pelle liscia e dura del volto, come una maschera di porcellana in un abito da ninja aderente e combattente, non che abbia chissà quale prova del combattimento avuto, in realtà pare tornare proprio come era andata, intonsa. Anche i capelli corvini fanno bene e sono soffici, così come quelli del demone se useranno l'eguale balsamo che lei abbandona nella doccia assieme al resto: rischiando per altro l'osso del collo quando poggia il piede dentro alla doccia e sopra al tubetto di shampoo pronta a cadere. Poi nota che arriva effettivamente a tirarli leggermente per farla arcuate, ma ignorando lo stimolo piuttosto socchiude gli occhi fino a chiuderli e aprendo le labbrucce rosee chiude le stesse attorno al pollice del demone

17:23 Rasetsu:
 E’ giunto il momento di far qualcosa. Seriamente, però. Perché la ragazzina pensa d’avere il coltello dalla parte del manico, mentre vuole dimostrarle che così non è. Non sortisce molto effetto il tocco del rosso che s’appropinqua a tirarle un minimo i ciuffi corvini. E va bene così, per il momento. Non le ha fatto male di proposito. Le schiocca un’occhiataccia ferale. E la mano attorno al suo collo si stringe un pochetto più forte, non abbastanza da farle mancare il respiro. <…> Osa. Quelle labbra si schiudono e vanno subito a richiudersi attorno al pollice del demone, il quale avverte una scossa riverberare per tutto il suo essere. Lo sta provocando, anche fin troppo arrivati a questo punto, tanto che la motivazione per quale s’è recato sin lì è passata paradossalmente in secondo piano. Non glielo chiede, non glielo domanda e non fa caso al coprifronte perché lui non è mai stato abitudinario nel portarlo. Lo ha lasciato chissà dove a marcire non appena conquistato, sparendo completamente dalla sua vista. <Mphf.> Sbuffa dalle labbra, inferocito come un toro. S’addolcisce appena nel guardarla come si guarda la preda di potersela gustare. Gli occhi chiari si focalizzano sui dintorni, adocchiando immantinente uno dei vicoletti di quella stessa strada. China il capo dal cremisi manto verso quella specifica direzione. Tacito l’invito, ma poco propenso a farle capire che si tratta di qualcosa del genere perché le s’avventerebbe direttamente addosso. Sfila quel pollice dalle labbra, incurante di chiunque possa esservi in giro. Qualora non venga fermato dall’altra in alcun modo, tenta di sostituire il dito con le proprie labbra nonché la lingua. Mica scemo. Non vuole lasciarle tempo di respirare. E sicché è il fiato che vuole levarle, inizierebbe anche a promuovere il passo così da avanzare in direzione del vicoletto che ha visto in precedenza. La spingerebbe ad andare a ritroso, volgendo la schiena proprio a quella via, mentre lui la guida dal fronte. Petto e spalle dirigono le danze poiché le uniche, assieme al volto, abbastanza adagiate contro di lei per fungere da eventuale coadiuvante del movimento. <Mi hai stancato.> Che di solito intima un atteggiamento che precede la rottura di qualsivoglia relazione, ma che in questo caso potrebbe addirittura principiarla… [ Chakra OFF ][ Tentativo di molestia ]

17:37 Dokuhiro:
 In effetti non aveva compreso che guaio si era cacciata se non che nota il vicoletto che l'altro indirizza con appena un fugace sguardo dato che non le interessa granché dando una ultima leccatina al polpastrello del pollice recriminato e beccarsi al posto suo mezzo chilometro di lingua che scansati ponte Naruto che sei corto a confronto. Ovviamente il fatto non la lascia indifferente se non addirittura emozionata da quelle effusioni a cielo aperto, sempre se non arriverà prima la polizia per rasetzu, che è abbastanza certa servirà di li a poco. Ma la sua mente si attutisce mentre saggia il demone; è estremamente debole ai baci così focosi. Talmente tanto debole che non le è strano indietreggiare senza nemmeno accorgersi di stare facendo una cosa simile, gli occhioni chiusi solo alla ricerca di più sensazioni da parte del demone, rispondendo energicamente agli affronti del maschio e si, un pochino si graffia pure la lingua per colpa dei canini di quella bestia che la sta portando nel vicolo senza che lei manco quasi se ne accorga, retrocedendo passò dopo passo per colpa di rasetzu. Finalmente riesce a prendere fiato e il volto arrossato misto a un piccolo riviolo di saliva come colpa che hanno fatto la stordiscono abbastanza da accusare seriamente la frase dell'altro <eh?> domanda piuttosto stupita, il solito volto che ha poche emozioni, quali apatia o lussuria, ne mostra un altra: disperazione, tristezza, come un pulcino abbandonato se stesso, pensando ovviamente che quella frase volesse dire qualcosa di male <m-mi hai stancato anche tu!> si affretta a riferirgli in un conato di orgoglio ingrossandosi come un gattino soffiante

18:08 Rasetsu:
 Una volta raggiunto il muro all’interno del vicolo – e solo allora – può decidere di staccarsi un minimo dalle di lei labbra soltanto per consentirle di respirare e di parlargli, qualora voglia farlo e ne sia ancora in grado. Lui si pone innanzi al corpo di Dokuhiro, incurvato per la solita motivazione inerente all’altezza, tenendo la schiena di quest’ultima contro il muro retrostante. Il peso del rosso non è eccessivo, tanto più la sua forza – differente è per la resistenza che, in ogni caso, non s’aggira verso chissà quali apici. La mano, ancor intrufolata tra il collo e la nuca, non farebbe altro che addentrarsi così da carezzarne, tramite i polpastrelli, la pelle morbida altrui. Di rimando, la bocca scivola dalle labbra della ragazzina, scivolando leggiadra verso il lato opposto del collo. Pur avendo ricambiato finora quello scambio d’effusioni, si rende conto che non è sufficiente. E sicché non ha fatto altro che provocarlo, or farebbe lo stesso a sua volta. Trae tra i canini appuntiti un lembo della pelle del collo, non tanto per morderlo, quanto più per far in modo che possa sentir il calore dell’altro su quel preciso punto così pregno di nervi, tanto da generare esclusive emozioni. Lo tira verso di sé, senza mordere – conscio che non le piacciono i fori, unica avvertenza che si sente in grado di donarle. Vuol lasciare un segno, lui – a sua volta. Ma a differenza dell’altra che ha generato esclusivamente rabbia nel rosso, quest’ultimo pretende di lasciar qualcosa d’esclusivamente tangibile: un segno rosso, un succhiotto, qualora non venga fermato. <Mh?> Mugugna appena, glissando con lo sguardo in sua direzione ma senza davvero scollarsi da quell’odore afrodisiaco che lo trattiene lì, in prossimità della pelle del collo. <Non ci credi neanche tu. Non hai il coraggio d’ammettere che ci tieni al sottoscritto, ma poi sancisci autonomamente che sono di tua proprietà – ma soltanto a parole.> Perché se non agisce lui, non accade niente, giusto? Gli angoli delle labbra si piegano in un bieco sorriso, facendo sbucar fuori la punta della lingua che, altrettanto leggiadra, passa lungo quel punto preciso in cui in precedenza ha succhiato. Lei provoca a parole – a differenza d’esternare dei sentimenti tramite queste – mentre il demone agisce direttamente – cosa che invece non fa a parole, non essendone poi molto capace. Sono l’uno l’opposto dell’altro, ma che potrebbero incastrarsi come i pezzi d’un puzzle. [ Chakra OFF ]

18:40 Dokuhiro:
 Ci crede? Probabilmente nemmeno lei ha l'ardire di ammettere che alla fine ci sta tenendo al rosso. Doveva ucciderlo ed ecco come sono finiti: con dokuhiro, il terrore velenoso, appiccicata a un muro mentre sente il profumo dell'altro, che probabilmente è lo stesso suo, se usano gli stessi cosmetici che incredibilmente doku ha davvero in casa. Comunque ora il fatto è che le guardie non fanno mai i giri di ronda quando serve e la giovane sente uno strano punto, che le sembrava di non aver mai provato prima e freme sul posto alzando una mano per cercare di raggiungere i capelli del rosso <m...morso...> mormora con la vocina che si è fatta piccola piccola e tremolante di emozione, ancora una volta lei provoca e probabilmente il demone farà quanto le viene chiesto <io dico...che non resisti fino a casa> non che siano molto lontani, ma lo sta provocando di nuovo quando lei stessa prova a tenere verso il basso il capoccione rosso dell'uomo verso di se, e forse gli sta pure dicendo tra le righe che forse succederanno cose? <p-pero decido io come sistemare la stan...za...> in realtà anche lei non è che stia riuscendo più molto a controllarsi, ma anziché avere il solito sorriso da pervertita che esordisce quando l'altro la provoca o si sente in vena di capire male, diventa improvvisamente il contrario, sempre pervertita, sia chiaro, ma non nel modo precedente, più spontaneo tanto che è una vera rarità farle nascondere la vocina tremante, fremendo di nuovo al sentire la lingua mentre l'intero corpo si flette per colpire il maschio lungo tutta la figura che riesce a raggiungere, dal basso fino all'alto, non che possa effettivamente allontanarlo dato che è piatta, ma dovrebbe avvicinarli ironicamente di piu

19:10 Rasetsu:
 Quel che sta facendo par sortire l’effetto desiderato. Il ghigno non smette d’apparire e di far parte del suo volto. Mugola piano contro il suo collo, lievemente ansimante. Può ancora fermarsi, se vuole. Può ancora decidere se proseguire, al contrario. La mano risale verso la guancia, dapprima posata sul collo, carezzando ancor quella pelle che vorrebbe veder rossa sotto il suo tocco. E non ci vuol poi molto a scorger quel rossore farsi spazio sulle guance della fanciulla, un rossore che gli scatena dentro qualcosa di ben diverso dalla rabbia: desiderio? Un desiderio differente dal solito impulso sessuale, c’è una tensione generata da un sentimento ed è qualcosa che non prova da tanto – da quando Kouki è stata sempre più assente, da quando non gli ha dato più le giuste attenzioni delle quali aveva bisogno, quando ha scelto a sua volta di sparire. Gliene fa una colpa, seppur sia potuta scomparire per la stessa motivazione del rosso. Non è mai colpa *sua*, sia ben chiaro. E’ sempre e costantemente colpa degli altri. Anche in questo caso, dov’è lui che la sta praticamente molestando, la colpa viene attribuita a Dokuhiro perché l’ha provocato strenuamente. <Nh-> Schiude le fauci innanzi a quella richiesta. Le richiude attorno ad una porzione di pelle, attento a non mordere le vene del collo, grazie alle sue conoscenze, bensì volendo generare nell’altra soltanto brividi di piacere. Non azzanna come un animale. E nel mordere, in ogni caso, la lingua fa da contorno, ne ammorbidisce le carni spazzando via ogni timore. Sente quella vocetta farsi soffusa e di rimando un brivido gl’attraversa la schiena. Quella manina vien infilata tra i capelli del demone. <Tira.> Se lei chiede di morderla, lui chiede di tirare. Un patto reciproco, no? Cinquanta e cinquanta. Le sta donando delle sensazioni, ne vuole a sua volta. Egoista lo è sempre stato, ma ragiona anche in virtù di quel che sta dando e dell’effettivo guadagno che potrebbe andare a prendervi. <Ah no?> Davvero crede che non abbia un minimo d’autocontrollo or che non beve e non assume alcunché? Non s’allontana soltanto perché ha necessità di quel “premio” per esser stato bravo, tuttavia smette di morderla, baciarla o anche solo toccarla. Allontana persino la mano dal suo volto e, nonostante lei tenti di strusciarglisi addosso, egli tenta di restare perfettamente immobile – nonostante abbia sortito senza dubbio qualche effetto nel demone. <Sei così persa che stai parlando a vanvera.> Le sussurra a contatto con l’orecchio, convinto per una volta di star facendo la cosa giusta – quando poi, neanche qualche settimana prima, l’aveva quasi addirittura allontanata osando baciarla. E quindi, staccandosi in parte dal di lei calore, pretende in qualche modo che lo richiami a sé, che capisca che se lui non resiste è perché è lei a non resistere a sua volta. <Allora, io decido come arredare la cucina.> D’altronde, sta diventando un ninjachef coi fiocchi con tutte le ricette che tenta d’emulare ogni volta che ha un attacco d’astinenza… [ Chakra OFF ]

19:19 Dokuhiro:
 una richiesta viene espressa anche da parte dell'altro, gli occhioni socchiusi dopo diversi brividi di piacere che ne hanno addirittura fatto tremare il corpo, pregustabile dallo stesso ninja rosso, si appresta a fare quanto richiesto, tira piano, per il momento, d'altronde non sa quanto vuole che tira, ma a sentire l'ennesima fitta di piacere, e non dolore, i muscoli si fanno piu forti e si contraggono in un colpo abbastanza secco, niente di esagerato, non ne ha la forza, o per il rosso sarebbe significato essere calvo in quel punto per un bel pezzo. l'altro si ritira, in realtà lei prova anche a seguirlo come se le avesse appena tirato via qualcosa di piu prezioso dei panckake e del telecomando quando ce la maratona degli abiti da sposa <non hai capito> sulla stanza da letto <quando arriviamo a casa...> mormora facendosi vicina all'altro facendo il contorno della mascella con l'indice ben piu in alto della sua stessa altezza <preparerò la nostra stanza per qualcosa di piu divertente di arredare> prova a fargli capire cosa intendeva <tesoro> mormora poi provando a farlo abbassare per potergli sussurrare qualcosa <ti prego, sbrighiamoci a tornare> mormora con gli occhioni pieni di intenzioni...diverse dal lascivo, in essi, forse peche sono neri, rasetzu riesce a vedersi, a specchiarsi, a capire di essere voluto in un modo diverso dal semplice desiderio, lasciandogli intuire quanto sia emozionata pure lei, perche diciamocelo, il rosso non le è indifferente, e stavolta è piuttosto palese dove voglia andare a parare mentre soffia le parole nell'orcchio del demone, perche anche lei è un diavoletto a propria volta, e assieme fanno esplosioni. in molti sensi.

20:50 Rasetsu:
 Non c’è che dire: i pancake sono un lontano ricordo. Inoltratisi nel vicoletto da lui adocchiato e conseguentemente scelto, non c’è spazio per il cibo – a meno che non vogliano cibarsi l’uno dell’altra come, in teoria, potrebbe accadere di lì a poco. Mentre è lì in prossimità del collo altrui, lasciandosi tirar i cremisi ciuffi, inspira profondamente. Le mani vorrebbe toccarla, stringerla, ma al contempo non vuole dargliela ancora vinta. Non può accadere sempre. Pretende che sia lei a desiderarlo, una volta tanto. Un mugolo di piacere vien fuori dalle labbra socchiuse del demone, per quanto irriverente sia quel che ha appena fatto nel trascinarla nel vicolo. Tuttavia, c’è anche da aggiungere ch’è stata lei di sua sponte a camminare a ritroso: avrebbe potuto fermarsi e non l’ha fatto. <Uh?> Drizza immediatamente il radar nell’avvertire quelle parole al suo orecchio, riluttante al restargli ancora distante, tanto da lamentarsene con uno sbuffo ed avvicinarsi a lei ancora una volta. A questo giro, però, vuol guardarla. Vuol esser sicuro d’averla in pugno, vuol esser certo che sia effettivamente sua nonostante tutte le tiritere delle quali finora parlavano. Ma quel sussurro all’orecchio gli piace, lo fa risvegliare ben più di quanto già non fosse sveglio. <Sembra interessante.> Ghignante e tronfio, se la ride perché convinto che accadrà certamente qualcosa d’entusiasmante, qualcosa che aspetta da tempo – inutile girarci attorno, è palese che ne fosse attratto e che volesse ben di più delle solite coccole, che comunque non disdegna assolutamente. Lei ha giocato sporco, dannatamente sporco. Le poggia un bacio sull’angolo delle labbra, lascivo nel farlo. Dokuhiro appare come un vero e proprio diavoletto sulla spalla del demone, come se ne avesse per altro bisogno. Si son dimenticati, però, uno dei punti fondamentali della giornata: la signorina qui presente avrebbe dovuto sostenere un esame, del quale non sa tutt’ora l’esito. Glielo chiederà quando sarà opportuno perché, in questo momento, potrebbe essere difficoltoso anche il rientro conscio che s’approprierà del collo o delle di lei labbra gran parte delle volte prima di riuscir ad aprire la porta della dimora in cui vivono. <Andiamo.> Mormora con riluttanza, dimentico ormai anche dei pancake per via di com’è andata la giornata, poiché l’attenzione vien donata a ben altro, a qualcosa d’interessante per entrambi. Glieli potrà ripreparare – domattina, con calma. [ EXIT ]

Rasetsu sta andando a prendere la bambina all'Accademia.
Le porta dei pancake per via dell'esame che deve sostenere.
La scopre assieme ad un ragazzo che pare volerci provare con lei e che scambia il rosso prima per suo fratello, poi per suo padre. Colta la figura di merda, il bamboccio fugge via e lascia da soli i due - mai errore fu più grande.

C'è una prima sfuriata da parte del rosso per via della vicinanza con quel ragazzo - tossico geloso - che Dokuhiro ripara immediatamente a modo suo. In un primo momento, par risentito lo stesso salvo poi trascinarla in vicolo...