Una strada come tante altre. Quel tragitto è stato fatto mille e più volte. Avanti ed indietro, ogni giorno almeno due volte al giorno. Quanto è monotona la vita? Ormai Jikken penserà, probabilmente, di poterla prevedere. Ha trovato una casa in cui vivere, un tetto che lo protegga dalle intemperie ed il calore di un focolare in cui gli è assicurato cibo e sopravvivenza. Non desidera altro giusto? Cos’altro potrebbe desiderare un ragazzo simile? Un vagabondo, sopravvissuto per strada così a lungo da perdere quasi la memoria di cosa significhi sentirsi protetto, cosa voglia dire non preoccuparsi ad ogni pasto dell’assenza di cibo, dover magari rubare, mendicare e pregare sconosciuti senza pietà o peggio ricche donne dallo sguardo stizzosamente impietosito. Quei tempo potranno anche sembrare lontani a causa di quella routine che ormai si è ins5taurata ma non è così, la presenza stessa di Shinsei non è forse un pericoloso campanello d’allarme? Ci avrà mai pensato il nostro quasi ex vagabondo? Cosa può comportare quella presenza in casa sua? E se dovesse trasferirsi anche lui? E se poi usasse la sua influenza per sbatterlo fuori? Come sarebbe la vita? Forse sono stati questi pensieri che inconsciamente l’hanno portato a trovarsi un lavoretto o forse no, il fato questo non può saperlo, il suo compito è d’insinuare dubbi e giocare con il destino dei nostri protagonisti non certo decidere. Si diverte come un dio crudele a mettere qualche ostacolo qui e lì, dare una piccola ricompensa prima di strapparla via con violenza. Oggi lo sguardo di quell’entità misteriosa così come spietata si è posato su una semplice stradina nel distretto di Ame. Una strada secondaria poco trafficata perfetta per chi non vuole tardare da lavoro e ha ormai imparato ogni scorciatoia, perfetta quindi per il povero Jikken a volte tanto perseguitato dal destino da dimenticarsi che esiste altro oltre alla pioggia. Quest’oggi infatti non ci sono lacrime a cadere dal cielo, le nuvole incombono scure e minacciose ma ancora non riversano il proprio pianto, i muri grigi delle case moderne sembrano quasi muoversi per cercare di inglobare e catturare chiunque decida di attraversare l’asfalto su cui le loro finestre si affacciano, come giganti immobili e silenziosi osservano la vita scorrere ogni giorno sotto a loro. Silenziosi non avvisano, non dicono ciò che sta per succedere ma forse è proprio quel silenzio a dover mettere all’erta. Siamo in una strada laterale poco trafficata, inizia a far freddo e l’umidità data da quella cappa formata dalle spesse nuvole aumenta la percezione del freddo invernale che inizia ad affacciarsi sul mondo eppure forse almeno qualche bambino dovrebbe esserci in strade, le finestre dovrebbero essere aperte e non ben serrate. Che sia deserta? Disabitata o semplicemente vuole dare quell’idea? Dove sono finiti tutti? Queste solo alcune delle domande che potrebbero sorgere nella mente del genin. La strada è stretta e lunga, circa due metri tra una parete e l’altra mentre ancora non ci si avvede della sua fine. Un odore acre mischiato invece a quello più dolciastro dell’umidità permeano il luogo. Tutto appare come immobile come se il tempo avesse smesso di scorrere eppure Jikken si sta muovendo, può camminare ed addentrarsi ulteriormente, non può certo permettersi di far tardi a lavoro. Cosa succederebbe se venisse licenziato? Probabilmente Shinsei potrebbe insinuare il dubbio in Sango, farlo apparire come uno svogliato nullafacente immeritevole di qualsiasi aiuto. Jikken è davvero pronto a tornare per strada? [Quest chiusa:Jikken][No limite di tempo]
I pensieri attanagliano la mente del ragazzo, un neonato in caso, le urla, i pianti la tensione e lo stress. Cosa potrebbe succedere? Se poi per caso li facesse cadere nel tentativo di consolarlo? Sarà davvero in grado di aiutare quella che a conti fatti è una famiglia in fase embrionale. I motivi per cui sembra essere un po’ con la testa sulle nuvole sono molti e sono collegati al perché ha deciso comunque di percorrere quella scorciatoia normalmente popolata e pian di ilare vita. Infila le mani tra le braccia, si richiude quasi inerme e incapace di affrontare le temperature di questa sera senza ed è proprio mentre gli occhi si spostano necessari a quel gesto che può udire dei passi alle sue spalle ma soprattutto infondo alla via. Sono molti, tanti, forse persino troppi visto che la strada è larga solo due metri. Senza nemmeno la necessità di guardarli potrà sicuramente percepire l’aria farsi tesa, quasi elettrica, il silenzio spezzato solo da una moltitudine di suole che sbattono con forza e decisa violenza al terreno. Ritmici nel solo caos i passi si arrestano in qualche secondo. Alzando la testa, tornando a guardare davanti a lui potrà notare quell’ombra farsi più scura e densa. Una macchia nera che occupa tutta la larghezza di quella strada si fa avanti. L’altezza della stessa presenza è poco costante, ci sono punte fino al metro e settanta circa per poi invece raggiungere depressioni di oltre venti centimetri rispetto alle proprie punte. Appare compatta. Avanzando pian piano i suoi occhi saranno in grado di metterla meglio a fuoco, non si tratta di una indistinta minacciosa massa nera ma bensì di tanti, minacciosi esseri umani vestiti di nero. Indossano come sembra una divisa, un semplice Kimono, in mano hanno delle armi, chi pugnali, chi kunai chi ancora ha già la katana sguainata. Gli abiti sono chiaramente d’altri tempi, ricordano gli anni prima dell’avvento del finto dio. Calzari tradizionali ed in fili di paglia scuri, calze nere a proteggerli dal freddo, tutti indistintamente però hanno un segno distintivo in vita, la cintura è di un verde accesso ed estremamente luminoso, a causa della rifrazione della luce delle nuvole potrebbe essere quasi fastidioso per gli occhi, accecante. Sul petto dello stesso colore, si accorgerà avvicinandosi ulteriormente che in corrispondenza del cuore tutti loro hanno ricamato il simbolo di Kusa. In alcuni riesce ad intravedere il fianco e per questo può intuire che sulla schiena sia ricamato altro. Ma i passi alle proprie spalle? <Così ci avete attirati qui sperando di poterci battere schifosi?> tuona una voce che arriva proprio dal primo gruppo descritto. Una voce profonda e dal tono decisamente disgustato, una risata di massa lo segue. Mentre quindi il capo sembra aver parlato Jikken potrà girarsi e cercare di capire a chi si è rivolto, o temere d’essere accerchiato da loro e pensare d’essere colpevole di qualche misfatto. Alle sue spalle comunque una simile massa, non è ben chiaro dove si fossero nascosti ma eccoli lì, anche loro armati di tutto punto, molti sono pelati o con il codino dietro alla nuca, hanno abiti civili ed un Kimono che invece è di colore violaceo, un colore simile quasi al porpora, di poco ci si distacca se non nei toni più lievi. Anche i loro abiti sono tradizionali e non si distaccano molto dall’altro gruppo se non fosse per il simbolo di ame, dio un viola più profondo, quasi blu, ricamato sul petto a mostrare chiara la loro appartenenza. Anche di loro Jikken potrà scorgere parte del fianco ed intuire che altro viene nascosto nelle loro schiene <sparisci moccioso o ammazziamo anche te> ringhia adesso il secondo gruppo <siete solo degli schifosi usurpatori, vi spacchiamo la faccia> lo stesso ragazzone che ha parlato prima. Pare proprio che il povero, innocente ex vagabondo Jikken sia finito proprio nel mezzo di una lotta tra gang. E mo?[Quest chiusa:Jikken][No limite di tempo]
Quel sigillo, davanti ha delle bande di teppisti è vero ma sembrano allarmarsi appena lo vedono far qualcosa con le mani. I kunai ed i pugnali vengono estratti da parte dei membri di Kusa <guardateli questi pisciasotto di Ame si sono portati il ninja!> non hanno la minima idea di cosa possa fare quel sigillo a conti fatti, sanno semplicemente che sono guai ora e si sa: meglio far male prima di venir messi al tappeto. Dal canto loro quelli di Ame a quest’accusa sembrano essere decisamente risentiti <oh ma che cazzo volete! Non è mica con noi!> e anche loro estraggono le armi. Da questo momento in poi quindi ecco cosa succede: insulti. Mentre Jikken si concentra per richiamare il chakra i due team iniziano a afre la voce grossa, minacce che partono, insulti alle madri ed ai villaggi di appartenenza che volano da un lato e dall’altro di quello che è il terreno di combattimento. Insomma un atteggiamento molto scurrile e razzista a volerlo ben dire. L’unica cosa che a Jikken sarà fin troppo chiaro è che la polvere da sparo si è infiammata e si trovava già in una polveriera. Ormai è abbastanza chiaro che si arriverà allo scontro e che lui non ha davvero altra possibilità di fuga se non: provarci. Si avvicina così al team di Kusa per cercare di aprirsi un varco ma quello che ottiene è un grosso gigante pelato incazzato che esce e lo spintona indietro, fino a farlo cadere. Un colpo di frusta, potrà sentire il suo corpo interro mosso, scosso ed inerme davanti a quella forza bruta ed ignorante. Mentre cade a terra sentirà il sibilo di quelle armi. Mentre potrà provare a non farsi troppo male alle natiche cadendo sentirà che da dietro di lui si parte all’attacco, kunai e pugnali precedono il movimento del corpo. Se non dovesse bastare potrà osservare la stessa identica reazione davanti a lui. Mentre alcuni portano la mano alla katana altri flettono indietro il gomito, piegano il polso e poi come una catapulta rivolgono l’arma verso lo schieramento nemico, proprio mentre cade il tempo sembrerà rallentare. Che sia la paura, che sia l’ansia qualcosa sta accadendo. Il ragazzo riesce ad osservare distintamente il movimento di tutta quella massa, ogni singolo uomo va estremamente piano, ogni singolo muscolo può essere analizzato. Questa percezione però riguarda anche la sua caduta che pare interminabile, i suoi stessi muscoli risponderanno estremamente lentamente. Se dapprima era tutto estremamente concitato adesso è tutto molto chiaro ed è palese anche la fine della sua stessa vita, infatti in quel fuoco incrociato ci si trova lui, cosa succederà? Come può fuggire? Quali potranno mai essere le sensazioni e le domande che affiorano la sua mente? Jikken sente un potere muoversi in lui, qualcosa di estremamente istintivo ed animale, gli appartiene e al contempo lo può percepire come estraneo, lontano da ciò che è. Chi è davvero? Cosa succede? Parliamo di sensazioni primordiali, istinto pure di sopravvivenza che lo sta scuotendo con forza, fin quasi fino a fargli sentire la nausea. Tutto si muove in maniera inevitabile e tutto sembra così prevedibile. Sapeva che sarebbe morto qui così? Il fato ride osservando la fine di un barbone qualunque, colui che aveva appena trovato una casa in cui sentirsi al sicuro. Ironico come la sorte sappia colpire nei momenti più inaspettati vero? Ma il destino non conosce la resilienza umana, Jikken dimostrerà di averla? Sarà capace d’essere animale e ninja o morirà solo come un barbone senza sogni e prospettive?[Quest chiusa:Jikken][No limite di tempo]
Apre le braccia ed esplode in quell’urlo. Non esplode solo la voce però anche il chakra dentro di lui, qualcosa che sente distintamente non appartenergli lo pervade e lo circonda, come se il suo chakra stesso avesse preso vita. I Kunai direzionati verso di lui tremano qualche istante. Sembrano fermarsi. Li può osservare e può sentire la forza scorrere da lui verso l’esterno, le mani vorrebbero fermarle e respingere le persone così come sente che qualcosa di lui sta respingendo quelle armi. Non sa cosa gli sia successo, lui che ha perso i ricordi e vede quelle figure sa solo che è per loro se ora le armi tremano si allontanano di un centimetro e poi cadono a terra. Quanta stanchezza ora nelle membra del povero ex barbone. Un urlo disperato, una rabbia animalesca e l’assenza quasi completa di forza. Sente distintamente una mano sul coppino a prendere la stoffa che lo veste. Una mano che gli sfiora il collo delicatamente e fredda. Qualcuno che lo prende mentre la vista inizia a farsi offuscata. Tutto appare così sfocato a lui, ma la sensazione non al dimenticherà. Ora sta scemando, qualsiasi cosa sia esplosa si è portato via tutto ma l’animale è dentro di lui, ingabbiato e stanco. Una voce femminile mentre i corpi di quegli energumeni lo superano e tra urla ed insulti iniziano a menarsi di santa ragione, le armi vengono usate di tanto in tanto più per lasciare dei segni che per uccidere davvero. Jikken sentirà il suo sedere venir debolmente trascinato via da quella battaglia verso la quale inizierà a perdere contato visivo mentre le palpebre calano <ho un amico di Suna che sa fare la stessa cosa> delicata quella vocina acuta giunge fino alle sue orecchie <ora ti porto da lui, saprà aiutarti>. I rumori del combattimento infuriano, urla, ringhi ed insulti che continuano ad arricchire il vocabolario del ragazzo. Ma ora sembra non essere interessante. Vieni trascinato e poi poggiato su qualcosa di freddo, ruvido come legno, un carretto magari? <se siete uguali lui potrà salvarti> sì perché èp chiaro che il potere scatenato ora, senza il corretto controllo abbia portato semplicemente all’esaurimento delle proprie energie. Un istante in cui si decide la morte, l’istante in cui Jikken ha preso in giro il fato aprendo il cancello della mente, facendo riemergere la bestia che in lui è stata sedata anni prima. Il ragazzo è ancora sveglio, può parlare certo, osservarsi intorno seppur a fatica ma i muscoli risultano essere molli ed estremamente pesanti al tempo stesso una sensazione di formicolio che pervade ogni singolo arto. Tutto ora sembra così difficile mentre vede il cielo iniziare a correre davanti ai suoi occhi, le nuvole sempre più veloci e l’aria a tenerti sveglio[Quest chiusa:Jikken][No limite di tempo]
Jikken forse ha perso conoscenza, o forse le nuvole sono rimaste tutte uguali così a lungo da sembrare che il tempo non passasse mai, perché ad un certo punto sentirà una voce maschile, abbastanza giovane dire semplicemente <lascialo a me Mel> gentilmente verrà sballottato mentre pian piano, ad ogni battito di ciglia, il mondo tornerà semplicemente a venir messo a fuoco, il cielo muta diventando il soffitto in legno di un dojo tradizionale, il tatami a sorreggere il suo corpo ed infine un filo argenteo transita davanti agli occhi svenendo insieme al rumore di passi delicati oltre alla porta. Un nomignolo ed il colore dei capelli l’unico indizio che avrà di quella ragazza, nulla di più. Passerà altro tempo prima che un ragazzo lo tiri su, facendolo poggiare con la schiena ad un muro e dandogli un bicchiere di qualche tisana calda <sono Joshiro e ti insegnerò ad usare la nostra innata. No so chi sei ma non mi importa> replica il ragazzo serio in volto. I suoi capelli corti e scompigliati sono scuri, la pelle abbronzata, le gote appena più scure come scottate dal sole ed il naso è lievemente spellato, braccia forti e muscoli ben allenati. Indossa un paio di occhiali da vista tonda che schermano appena gli occhi castani. Il ragazzo dimostra qualche anno più di Jikkan ma è ancora molto giovane, gli occhi sono saggi, provati forse dalla vita e dalla gang di strada, questo solo il futuro potrà dircelo. Porge al genin la bevanda cercando di accompagnarla fino alla sua bocca <questa è la tua nuova famiglia pare> ed è con queste parole che potrai trascorrere la serata a parlare. Da ora è uno di loro ora, non importa da dove tu venga loro sono i Noribiki, un nobile clan di Suna che si farà conoscere molto presto, che Jikken imparerà a conoscere. La forza che scorre in loro è spesso in contrasto con quell’atteggiamento pacato, conoscono il loro potere e non hanno bisogno d’ostentarlo. Questa stessa gli verrà insegnato come richiamare correttamente la propria innata e avrà una prima infarcitura di come utilizzarla. Gli verrà inoltre spiegato che potrà recersi da loro ogni volta che riterrà necessario e sarà lì che in futuro gli verranno insegnate le tecniche. Ma restiamo sul presente, su quel ragazzo che cerca di ristorare le sue energie con calma e gentilezza <come ti chiami fratello?> la storia dietro a quella ragazzina e la relazione con quello che da oggi potrebbe diventare il sensei sono nascoste, un legame che forse potrebbe illuminare su molti aspetti di quell’accettazione nel clan passato oltre al capo clan o a chiunque, lo sguardo di quel ragazzo però sembra suggerire che sarà pronto a lottare per te Jikken. Il fato smette di ridere vedendo il sole spuntare tra le nubi della tua infelice vita e così gira lo sguardo su qualcun altro. Oggi sei tu ad aver vinto ma siamo sicuri che sia stata una saggia mossa?[Quest chiusa:Jikken][No limite di tempo][joshiro: https://www.pinterest.it/pin/20547742042489694/]