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Lo Yakuza casalingo

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con Rasetsu, Mattyse, Dokuhiro

21:16 Dokuhiro:
 casetta bella...bhe bella magari no. non è niente di che, anzi probabilmente si è ampliamente innestata all'interno in modo abusivo, e abusivamente si è aperta una porta supplementare nel muro che divideva la stanza dal salotto, la tempesta impervia con furore all'esterno della abitazione, sballottando i passanti a discapito di chi è al calduccio...piu o meno, all'interno dell'appartamento, mentre in questo preciso istante dokuhiro si sta beando della tisana calda che si è preparata ed è tutta stravaccata sul divano con le gambe lunghe per tutta la lunghezza, osservandosi come al solito qualche programma di spose che cercano abiti adatti scoppiando a piangere, quindi si poggia la tazza fin sul tavolinetto stiracchiando di nuovo i muscoli inesistenti mentre si volta sulla pancia dondolandosi sul cuscino come un vermicello e beandosi della situazione tranquilla...ancora per poco probabilmente, ma solo perche qualcuno di sua conoscenza è li attorno, forse arriva o forse è gia in casa e se la trova con il sedere all'aria mentre si struscia sul cuscino con la federa pulita, insomma, è una feticista del pulito sorpattutto dopo la doccia che si è fatta giornalmente e puntualmente cambia la fodera per non dover poggiare la testa su un cuscino sporco quando si hanno i capelli appena puliti da poco. un'ossessione non troppo malsana, fino a quando non si danno le spalle a un pedogrell in libertà senza museruola, per di piu con i vestiti aderenti che non aiutano a ricordare che sia una femmmina

21:37 Rasetsu:
 Oh, eccome s’è in casa. Con un tempaccio del genere, non ha nessuna intenzione di mettere il naso fuori. Ha pensato, invece, di far qualcosa d’interessante per sé stesso. Non l’ha mai fatto in realtà. Non s’è mai preoccupato di farsi da mangiare, c’era sempre qualcuno che ci pensava al posto suo. Adesso, è diverso. Deve anche cercare di non pensare costantemente alla sua dipendenza, la quale lo fa ancor star male. Per questa ragione, ha messo su il telefono cellulare con la rotazione automatica, in modo da poter visualizzare un video che ha scaricato da Ninjatube in orizzontale. Si tratta del NinjaChef che picchia sempre tutti con le sue enormi mani e che spiega come fare un’omelette alla perfezione. Non ci vuol niente secondo i suoi calcoli, ma secondo quelli del demone un po’ sì. Ha tirato fuori quattro uova. Reputa che bastino per due persone e – sì, ovviamente sta preparando qualcosa anche per Dokuhiro intenta a guardarsi quegli stupidi programmi per abiti da sposa. Non capisce tutt’ora come facciano a piacerle. Sta di fatto che ha rotto le uova e ha seguito passo passo la ricetta che stava guardando e ascoltando. Le sta farcendo in questo momento con del prosciutto – la spesa non l’ha sicuramente fatta lui, ma ci sta provando a far le cose come si deve. Una volta terminato, con la linguetta che sbuca da un angolo delle labbra, sistema alla bell’e meglio quelle uova strapazzate – poiché di frittata non può davvero parlare – in un piatto. Recupera due forchette. Le osserva, lasciando il cellulare in cucina. S’avvia verso il salotto, poi non molto distante. E’ vestito soltanto con un paio di pantaloni neri privati della cintura, ragion per cui scivolano di tanto in tanto dabbasso, ma niente d’eccessivamente fastidioso. Il petto ed il resto del busto sono totalmente esposti, alla mercé di Hiro. E’ visibile una cicatrice piuttosto vistosa ad altezza del fianco mancino, poco sotto il fegato e la mancanza in generale di peluria. La schiena è completamente tatuata, come la Yakuza insegna a dover portare. Rappresenta una bara nella quale uno scheletro è spaparanzato a godersi la giornata, assieme a tutt’altri ghirigori che coprono le scapole ed il resto del dorso, scendendo sin ad altezza del bacino e quivi fermandosi. Lo rappresenta in pieno. I capelli son bagnati, segno inequivocabile che s’è fatto la doccia e lo shampoo relativamente da poco. Addirittura profuma. E’ un grosso passo avanti, forse anche grazie alla ragazzina con cui vive. <Tieni.> Glielo porge, titubante, fermandosi nei pressi del divano ma non davanti alla tivù. Non vuole discuterci. [ Chakra OFF ]

21:51 Dokuhiro:
 sbatte gli occhioni quando qualcuno la chiama, aveva sentito che qualcosa stava succedendo in cucina ma aveva semplicemente chiesto un paio di volte se stesse tutto andando come doveva. quindi si solleva un po sul peso e spazia con la mano in cerca del dorso del divano e si solleva <che cosa succede?> domanda tranquillamente ravvivandosi i capelli, e poi si accorge delle omelette e ci rimane come un gattino con la boccuccia aperta <waaa, le hai fatte tu?!> domanda improvvisamente piena di vita tanto che balza in piedi e fancu*** pure alla tv, tutta la sua attenzione è sul rosso, che ovviamente si è preso un bel po di occhiate per il suo aspetto...ma nel senso lascivo del termine. ovviamente in piu va subito ad appropiarsi del suo piatto e per sicurezza adocchia se sia cotto all'interno: pare di si. quindi va a tagliarne una bella fetta e comincia subito a masticare; il prosciutto, o forse l'omlette, è stata salata troppo ma in compenso prova a non farlo notare masticando adeguatamente con le guanciotte piene per riuscire a evitare di sentire il gusto saporoso del sale assieme al prosciutto: sale e prosciutto. queste due le cose che sente di piu che d'altro. non puo fare a meno di accettare il regalo anche se sta morendo all'interno per il sapore troppo deciso delle omelette, però ci sta provando sul serio ad accettare quanto sia accaduto con tutta la grazia possibile, tanto che addirittura le scende una lacrimuccia di gioia da un occhio, o forse è dolore per le sue papille gustative

22:07 Rasetsu:
 Gli occhi del demone restano focalizzati sulla figura altrui. Le porge il piatto assieme alla forchetta, poggiando il resto sul primo ripiano che trova nelle vicinanze del divano. Non sa se sia il caso d’assaggiare la propria creazione. Potrebbe esser venuto eccessivamente salato oppure non essere ben cotto all’interno. Nonostante abbia seguito la ricetta a menadito, non vuol dire che abbia eseguito tutto in maniera impeccabile. D’altro canto, è anche la prima volta che tenta di cucinarsi qualcosa ed il fatto che non si sia bruciato o tagliato nel tentativo di farlo è già tanta roba. <Non ti sto avvelenando, giuro.> Commenta alla di lei volta, storcendo le labbra con fastidio. Non vuole sapere se sia buona o meno. Ha le gote un po’ annerite – impossibile che siano rosse poiché il suo sangue è totalmente nero, però s’accendono un pochino di colore. La guarda poi mangiare, incuriosito in realtà da quel che possa provare mangiandola. E’ buona? Non lo è? Non vuole saperlo? Vuole? Tituba. <Ho seguito le ricette su Ninjatube.> Mormora, sedendosi a sua volta sul lato del divano possibilmente libero, così da prender posto comodamente e avventurarsi nella sua omelette. D’altronde, ne ha fatte due di proposito. <Mh?> Mugugna, voltandosi in sua direzione con la forchetta ancor in mano, quando nota quella lacrimuccia che scende dall’occhio della corvina. Sgrana gli occhietti verdi e li fossilizza sulla figura dell’altra, giusto per capire cosa stia succedendo. <Fa schifo, vero? Cazzo, lo sapevo.> E infastidito, sbatte la schiena contro il divano morbido, allontanando il piatto e la relativa posata. Non la mangerà. Sa per certo che adesso gli è uscita da schifo e ne resta profondamente offeso fintantoché Dokuhiro non dirà qualcosa. [ Chakra OFF ]

22:22 Dokuhiro:
 deve finire di mangiare almeno quell'enorme boccone che si era presa, macchica lentamente per riuscire a finire ampliamente la propria boccata e deglutendo si rivolge all'altro <è salata> ammette <ma è buonissima, sono anni che nessuno mi prepara qualcosa senza chiederlo> ammette allungandosi lungo il divanetto per schioccargli un bacio sulla guancia mentre si pulisce la guancia dalla lacrima di gioia che ha avuto <vuoi un assaggino?> domanda all'altro per sicurezza con un sorrisetto mentre si allunga per riuscire a sedersi sulle gambe dell'altro col suo esile peso quasi inesistente e ovviamente con l'intenzione di dare brutte idee al maschio mezzo nudo, mentre spezza un pezzetto e lo prepara soffiandovi sopra in modo che il rosso non si scotta, allungando poi la forchetta verso l'altro <fai ahh> mormora con il suo solito tono basso, ma è certo che la gentilezza del rosso a provarci a fare qualcosa da mangiare la abbia resa estremamente piu provocatrice nei riguardi del demone, tanto che dimentica per un attimo tutto quello che era successo, da troppo tempo non aveva una minima gentilezza da parte di nessuno. <altrimenti me la mangio tutta io> miagola con una chiara ironia all'altro, e in effetti è troppo salato, ma non le dispiace piu, d'altronde lo ha fatto per aiutare un po la giovane e poter quindi farsi spazio ancora un po nella vita della corvetta. che ora è proprio su di lui come un vero corvo appollaiato sulla sua preda come se niente fosse sprezzante del pericolo che corre

22:46 Rasetsu:
 Ed ecco che Dokuhiro gli rivela finalmente la verità su quell’omelette che le ha preparato. E’ troppo salata. Storce le labbra. Forse ha sbagliato il dosaggio mentre preparava le uova e le sbatteva con la frusta. Cerca di ricordare dove abbia sbagliato e finisce con lo stringersi nelle spalle. <Mh> Mugugna soltanto, contrariato dall’aver sbagliato. In fondo, si tratta di puro e semplice orgoglio maschile. Niente di che. Gli occhi glissano in direzione dell’omelette che ha lasciato abbandonata sul tavolo. Dovrebbe assaggiarla, ma ci pensa la corvina a farglielo fare. <Da quant’è che vivi da sola?> Una domanda lecita la sua, soprattutto dopo le affermazioni altrui. Torna a ricercarne lo sguardo, piegando un sopracciglio con evidente curiosità. Non sa da quanto, non sa veramente quasi nulla del passato della ragazzina. Che sia giunto il momento d’indagare a fondo? Riuscirà a scoprire qualcos’altro? La vede arrivar in sua direzione, pronta a far qualcosa che farà finire non poco male la serata. S’appioppa sulle sue gambe, affatto pesante ma anzi piuttosto esile a sua volta. Dapprima, lo raggiunge persino un bacio sulla guancia a cui replica con un mezzo grugnito di disapprovazione. Non lo vuole lì, il bacio. E si stufa a dovergliene chiedere, quindi resta in silenzio. Aspetterà paziente, privo della pazienza dato che non ne possiede. <Devo proprio?> Le circonda la vita con il braccio mancino, così da tenerla ferma su di sé ma senza apparente doppio fine – per il momento. Scruta quel che tenta di fare, adocchiando la forchetta che s’avvicina alla sua bocca. <Lo sai come va a finire se fai la cattiva, Hiro> Chiude le fauci attorno alla posata, così da assaggiar la sua creazione e iniziare a masticarla. Non perde il contatto visivo con lei neanche per un istante, vuole carpirne le intenzioni. E la frase che le ha appena pronunciato ha quel non so che di lascivo che s’annida tra le ultime lettere pronunciate, che non a caso son il nome di lei. <E’ effettivamente salata> Ammette, stringendosi nelle spalle. La mandritta, quella libera, s’appoggia sulla coscia nei suoi pressi, giacché sedutasi sulle di lui gambe, carezzando dolcemente quella zona ma senza cercare di risalire oltre. Per ora. <ma non è così male.> Onesto, dai. Poteva andare peggio. [ Chakra OFF ]

22:58 Dokuhiro:
 <te lo avevo detto> che non era male, mentre fa un leggero sorrisetto arrossandosi sulle gote mentre si ritaglia un'altro pezzone per se, con buona pace per la sua milza, perche giustamente il salato si farà sentire tutto soprattutto accettando i diversi tentativi dell'altro, in realtà voleva solo fargli assaggiare che non sia così male mentre va a pensare a quanto tempo sia da sola, ha sedici anni quindi.. <sei anni?> si chiede senza nemmeno saperlo nenanche lei <non che prima fosse diverso> ammette alzando le spalle mentre si fa un'altra masticata, poi si ricorda di rasetzu e prova a indicarla con la forchetta come a chiedergli se vuole ancora dell'altro, in ogni caso, niente le impedisce di prendersi un'altro pezzo soffrendo gia di male di milza per il troppo sale presente <ml> mormora leccandosi le labbra, anche se sta soffrendo un po, un male necessario per la gioia del rosso che ha fatto del suo meglio <tu?> chiede all'altro <da quant'è che sei solo?> domanda dato che anche l'altro vuole sapere, oggi è piu chiacchierona del solito, soprattutto dopo quella gentilezza ricevuta, ma in definitiva oltre a essere una persona pacifica e placida raramente parla, piu che altro perche non ha molto da dire o da litigare, se non appioppando ogni tanto un colpetto a rasetzu <la branda è ancora comoda o vuoi provare a dividere il letto con me?> la spudoranza! è incredibile! è semplicemente spudorata e lo ha detto con una chiarezza chiarissima e normalissima come se niente fosse per riuscire

oh... che bella serata! Sarebbe un peccato rompere le scatole di nuovo, vero? Bhe, sono bravo in questo! Visto che il rosso ha alcuni affari in sospeso, i piccioncini potranno sentire un rumore provenire dalla stanza accanto, un rumore simile a veti che si infrangono, rompendosi in diversi pezzi e andando a spargersi su tutto il pavimento. Sara` ben udibile anche il rimbalzare di un qualche oggetto resistente proprio sul terreno. A voi muovervi in maniera piu` o meno tranquilla (o ignorare il rumore per qualcosa di piu` divertente)

23:24 Rasetsu:
 Sì, gliel’aveva detto ma il punto non è questo. <Dovevo provarlo anch’io. Magari, per me va bene la sapidità.> Commenta in sua direzione, seppur preferisca lasciar perdere. Pensava di riuscire al primo tentativo a farla perfetta, la qual cosa è di per sé impossibile se consideriamo che nessuno riesce a far le cose al primo colpo. E’ pur vero che si considera un genio, ma nell’ambito culinario non s’era mai approcciato prima d’adesso. <Eri una mocciosa, non che ora sia diverso> Commenta, lasciandosi andare ad una piccola risata giacché sta cercando inverosimilmente di prenderla in giro con far affettuoso. E’ raro che si leghi alle persone, ma quando lo fa rischia di legarcisi per la vita e difficilmente vorrà perdere quel determinato individuo. Diventa al pari d’un membro del clan Kokketsu, pur non essendolo direttamente. <ma vivere da sola dai dieci anni in poi non deve esser stato facile.> N’è consapevole perché, a sua volta, è stato solo per un bel po’ di tempo prima di trovar qualcuno con cui condividere gioie e malumori, passato e presente, nonché il futuro. Scuote la testa quando gli vien indirettamente chiesto se ne voglia ancora. Non ne vuole. Gli argomenti che stanno affrontando son ben diversi e più interessanti del mangiare un’omelette che sa esclusivamente di sale. <Non so dirlo con certezza> Ha preferito dimenticare quel che accadde, ha preferito omettere il suo vero nome e crearsene uno nuovo, ha preferito scordare il passato a differenza di Sango che pretende di riviverlo ancora o di non dimenticarlo affatto. E’ complicato capire anche cosa voglia fare l’altra, seppur non sia fondamentale al momento. <lo sono stato per molto tempo all’inizio per mio stesso volere> D’altronde, ha ucciso i suoi genitori di sua spontanea volontà, ragion per cui non può dir che sia dovuto a qualcosa che hanno fatto gli altri se – per l’appunto – l’ha fatto con le proprie mani. <ma ho poi trovato gente di cui potessi fidarmi che, man mano, è andata perdendosi. E quando mi sono risvegliato sotto terra, erano passati circa dieci anni da quel che mi hanno poi raccontato.> Sta a significare che era di nuovo solo quando s’è risvegliato e che poche persone l’hanno circondato da allora, se non lo stesso Kamichi che ha trovato la morte per mano del Serial Killer e Hiro adesso. E’ fortunata. Sgrana immantinente gli occhi nell’istante in cui gli propone di dividere il letto con lei. Sta scherzando? E’ seria? Non ha le traveggole? Non ha sentito male? <Che domanda del cazzo, possiamo andare a dividerlo anche adesso!> Eccolo che coglie immediatamente la palla al balzo, come se niente fosse. Mica scemo da farselo ripetere due volte. Quella brandina è veramente scomoda. Non a caso, si intrufolava spesso nel lettone altrui solo per riposare meglio, eh. <Forza, scendere, andiamo!> Cerca di farla scendere dalle sue gambe cosicché possano avviarvicisi, se non fosse per la finestra che va in frantumi nella stanza di fianco. <La tempesta?> E’ una valida alternativa come causa della rottura della finestra. Tuttavia, conviene anche andare a vedere poiché va chiusa in qualche modo. Inoltre, la corvetta ha fatto più volte capire che quella casa è stata “rubata” o “presa in prestito”. Proprietari? Qualora ella sia scesa dalle gambe come richiesto, tenta d’avvicinarsi all’uscio della stanza. Non prospetta niente di negativo in realtà. Non ancora. [ Chakra OFF ]

23:36 Dokuhiro:
 <ehy, ehy!> dichiara ridendo <calma eh, insomma> dato che viene scacciata nemmeno un gatto sulle gambe da quello che era accaduto e dalla sua domanda, poi sente l'improvviso rumore e tutte le sue attenzioni vengono calamitate verso di essa, scende davvero dalle gambe dell'altro scivolando da esse e accucciandosi fin sotto al limitare del divano, tutti i sensi all'erta e chiaramente è ben pronta alla battaglia o a scappare, come un gatto che ha sentito qualcosa di strano e non vuole attaccare <mhhh...> mormora <non penso...> mormora a bassa voce prima di scivolare accanto alla porta ed essere pronto ad aiutare l'altro prendendo un kunai da sotto alla pila di lettere che usa solitamente per aiutarsi ad aprire le buste, perche si. ovviamente è utile anche per difendersi, e si appiattisce al muro guardando velocemente rasetzu: a lui la prima linea, perche ci tiene alla sua vita ed entrare palesemente assieme è troppo semplice. ovviamente alla fine lascia fare all'altro e per prima comunque mette dentro la testolina adocchiando all'interno con una vaga visione della stanza ma è chiaramente pronta in assetto da guerra per dare man forte al rosso...con le sue vaghe bravure da allieva perche da genin non è che sia esattamente il meglio che possa chiedere. ma aggiungiamoci che tiene almeno bene il suo pugnale, è chiaro che sia abituata a combattere da sola e a cavarsela in quel modo, perche ha appunto guardato all'interno nonostante ci sia prima rasetzu nella linea di successione per la lotta

i due piccioncini abbandonano il loro momento relax per investigare, avvicinandosi alla stanza da cui si e` propagato quel rumore. Agli occhi della coppia si paleseranno i cocci di vetro sparsi per terra, molti di questi rifletteranno la luce di un lampo proveniente da fuori, illuminando per qualche istante tutta la stanza. Vicino alla porta a cui Dokuhiro e Rasetsu si sono avvicinati vi e` un sasso dalle dimensioni di una pesca, questa non ha una forma perfettamente sferica, su un lato si mostra appena appuntita e proprio questo lato e` appena sporco di un qualche liquido che macchia il pavimento di rosso. Un altro tuono spezzera` il silenzio, il lampo darebbe modo ai due di veder meglio i pezzi di vetro sparsi, ma giusto qualche attimo dopo, sempre da fuori quella finestra, si accendono due luci: queste luci sono di colore rosso e danzano come se fossero emesse da un qualche fuoco, non illuminano in maniera perfetta attorno a loro, difatti i nostri protagonisti non potranno vedere la strada dietro al punto in cui si propaga la luce, ma questa e` incanalata proprio verso di loro.

14:55 Rasetsu:
 Prima di far qualunque cosa, prima d’avanzare ulteriormente verso la porta della stanza, ha necessità di risvegliare il proprio Chakra per ogni eventuale mossa avversa. Deve farsi trovare pronto. Solleva la mancina ad altezza del petto. Quivi, formando il mezzo sigillo della capra, non farebbe altro che generare due sfere differenti tra di loro. Ognuna d’esse racchiude un determinato tipo di forza. Ad altezza della fronte, avrebbe intenzione di richiamare le proprie energie spirituali e mentali, dettate dall’alta capacità d’utilizzo delle arti illusorie e del suo quoziente intellettivo. Dabbasso, ad altezza del ventre, vi risiederebbe quella minima forza indispensabile alla sopravvivenza, nonché l’utilizzo delle arti magiche nelle quali eccelleva. Quando non possiedi abbastanza forza nelle braccia o nel corpo in generale, la natura dei ninja risveglia tutt’altri assi nella manica per sopperirvi. Unirebbe le due sfere al centro del plesso solare, cosicché possano formarne una soltanto. Unendosi, darebbero vita al Chakra, la linfa di sostentamento. Il di lui busto è ben eretto, gli occhi guardinghi ed i sensi all’erta. <Shht.> Le intima, portando la mandritta all’indietro con il palmo aperto rivolto in sua direzione, un chiaro segno che le indica d’attendere. S’affaccia tanto quanto basta allo stipite della porta. Gliene son successe di cotte e di crude, motivo per il quale tenta di spiare all’interno soltanto con una lieve porzione del proprio corpo, coprendo il restante. E’ anche a petto nudo e non ha nessuna protezione indosso: in parole povere, è un po’ nella merda. Le luci che compaiono nella stanza immergono la casa in un alone rossastro. <Finitela con questi giochetti del cazzo e fatevi avanti.> Bercia ancora, non entrando ancora nella stanza. Deve richiamare l’innata e, per farlo, ha necessità d’un minimo di concentrazione. Intanto, inizia ad avvicinare il polso alle labbra, pronto a mordere qualora ve ne sia ulteriormente la necessità, a seconda delle risposte che potrebbe o meno ricevere da chi ha deciso d’irrompere in quella pacifica dimora nel bel mezzo della serata. <Non vedo niente> Mormora verso Dokuhiro, tentando d’abbassare la voce affinché soltanto lei possa ascoltare quel che le viene detto. <aspetta.> Intima ancora. Deve essere sicuro di quel che fa. Non può permettersi errori, soprattutto ora che è lucido. [ ¾ - Tentativo Richiamo del Chakra ]

15:01 Dokuhiro:
 che carino, lui non puo permettersi errori! certo però che anche lei non pare esattamente felice di starsene nella retroguardia, ma ovviamente si rende conto che rasetzu è ben piu bravo di lei in quelle cose e tace attendendo un comando, la stanza le pare vuota se non per il sasso che è rotolato all'interno, quindi si solleva leggermente dalla sua posizione e con ancora i muscoli, quelli pochi che ha, in trepidazione, è pronta ad attaccare con il suo kunai apribuste. perche si. è bene avere sempre qualche arma in giro. a quanto pare però non pare esserci proprio nessuno sporge leggermente di piu il corpo e cerca di capire che cosa sia accaduto. è presto detto dal sasso che rimane poco lontano con qualch pittura rossa su di esso, sangue nella peggiore delle ipotesi, magari di un povero animaletto che non aveva fatto niente se non finire nelle mani sbagliate. una folata gelida di tempesta entra dalla finestra e le ferisce il volto, facendola arretrare leggermente solo per adocchiare anche le altre finestre della stanza; sia mai che sia un'imboscata, e a differenza dell'altro lei non ha armi al suo arco di chakra, rendendola a conti fatti inutile come una neonata che ha appena fatto i primi passi, ma il resto della casa pare tranquillo e non le pare di sentire qualcuno che vuole entrare da nessuna direzione: tanto meglio. torna su rasetzu che rimane in attesa di indicazioni, ben piu brava a seguire anziche a comandare, e se siamo finiti ad accettare gli ordini di uno come rasetzu c'è sicuramente da ridere

tenero il rosso che si offre per avanzare e proteggere la sua nuova fiamma, intimandole di rimanere indietro. Dokuhiro, troppo curiosa, riesce pero` a buttare anche lei un occhiata rapida nella stanza e a intravedere il sasso, che come gia` detto palesa delle chiazze rosse, persino qualche gocciolina che andrebbe ora a macchiare il pavimento. Rasetsu avra` una visione piu` completa della stanza, stanza che risultera` piu` che normale se non fosse proprio per la finestra rotta ed i vetri sparsi sulla pavimentazione fredda. L'acqua entra dalla finestra e sta iniziando a creare delle piccole pozzanghere, bagnando gli ipotetici mobili che la circondano. Come gia` detto, oltre quella finestra sono apparse due luci rossastre, che si agitano come se fossero generate da una qualche fiamma che non viene spenta da quell'acqua che cade con forza. Il rosso ha impastato il chakra senza alcun problema, e direi meno male avendo anni di esperienza alle spalle, ed al suo parlare non riceve nessuna risposta. Non vi e` rumore per la casa esclusi quelli provenienti da fuori, generati proprio dalla tempesta che sta prendendo di mira quel quartiere.

15:31 Rasetsu:
 Non giunge nessuna risposta da parte di chiunque possa esserci all’esterno della dimora. Sta di fatto che non è comunque una gran bella cosa. Sceglie di proteggere. Snuda i canini e cerca di ferirsi, d’aprire una delle innumerevoli cicatrici che si son formate a furia di mordere lo stesso pezzo di carne. Da qui, farebbe fuoriuscire una stilla di sangue che inizierebbe a colare lungo l’avambraccio, se non fosse per l’unione dell’elemento Suiton. Quando l’acqua ne entrerà in contatto, il sangue inizierà semplicemente a volteggiare nell’aere circostante, partendo dal polso da cui esso fuoriesce. Lo circonderebbe interamente, formando addirittura una sottile nube violacea, dal color predominante nero come il sangue che sgorga dalle sue vene. Dal centro della palpebra inferiore, discenderebbe una coppia di lacrime che raggiungerebbe il mento, percorrendo le guance in verticale. Gli occhi, dal classico color verde, assumerebbero una tonalità giallastra. Le estremità delle mani si colorerebbero di nero per adottar le gocce di sangue nel combattimento, qualora ve ne sarà necessità. Inoltre, essendo a petto nudo, sarà possibile vedere delle vene nerastre che andrebbero ad ispessirsi partendo dalle spalle e riconducendosi al centro del petto, come a voler abbracciare il cuore del demone. Rivolge un’occhiata nei riguardi della ragazza, così da farle cenno di spostarsi verso un’altra finestra. <Controlla.> Le intima, riferendosi ovviamente all’eventualità d’essere soli o meno. <Dovremmo andare fuori, ma non voglio che tu vada da sola.> E’ controproducente dividersi, lo ha sperimentato con Kamichi durante l’ultima missione alla quale ha preso parte. Non vuole che ciò riaccada e quest’è quanto. Il suo permarrebbe comunque un bisbiglio affinché soltanto lei possa ascoltarlo. Deve creare una controffensiva. Per questa ragione, vorrebbe adottare il sangue che s’è formato sulle sue mani, in modo che possa coagularsi e formare un costrutto dalla forma d’una lancia. Si tratta del suo cavallo da battaglia. Per il momento, non paiono esserci molti movimenti, quindi ha tutto il tempo del mondo per crearne e generarne uno. Il problema è che deve avvicinarsi per poter colpire e, non volendosi esporre troppo, si preoccuperebbe – appunto – di generare un costrutto dalle dimensioni massime di un metro, per quanto riguarda la lunghezza. Il diametro sarebbe pari ad una decina di centimetri – non di più. <Allora? Facciamo i finti tonti, mh? Venite a rompere le palle in casa alla gente!> Bercia ancora alla volta della luce che vede ancor entrare nella stanza. <Trova qualche oggetto da lanciare.> Qualunque cosa, al momento, potrebbe andare bene anche solo per capire cosa poter fare di fronte al problema che li sta affliggendo. [ 2/4 – Tentativo Attivazione Hijutsu Kokketsu I ON + 2/4 – Creazione I Costrutto (Lancia) ][ Chakra: 34/35 || PV: 99/100 ]

15:39 Dokuhiro:
 lo fissa, annuisce, ha capito. scivola a livello del terreno fino alla finestra opposta, in modo magari di vedere pure bene le fiamme e se c'è il loro creatore nei paraggi, sapendo bene che quella direzione non potrebbe essere possibile nascondersi troppo bene, osserva il sangue dell'altro che si coagula in una lancia, lo guarda sgomento come a dire che dopo fanno i conti, ma in quel momento si preoccupa appunto di fare come chiede e afferrare proprio il piatto con l'omelette finita: almeno serviranno a qualcosa e porgerlo all'altro o almeno vedere quale sia il suo piano e se debba buttarlo in quel momento o quando meglio crede <per caso l'assassino usava le fiamme?> domanda a bassissima voce, giusto per sapere se magari è quel famoso assassino che da quanto sa è ancora a piede libero e che probabilmente non è stato felice della sorpresa di rasetzu e dei suoi mentre si arrischia a guardare effettivamente fuori passando dall'altra finestra SENZA ovviamente mettere la testa fuori ma sfruttando solo il taglio di prospettiva generato dalle finestre e pronta a scappare e darsela a gambe: in quello è estremamente brava come forse presto rasetzu imparerà, d'altronde è poco meno di una allieva, e che da quanto il rosso ha visto si allena esclusivamente in forma teorica sui libri, ma che ora si sta chiarmanete pentendo di non essersi preparata a dovere, d'altronde cosa aveva intenzione di fare? avvelenare tutti quelli a portata? bel piano di m*** soprattutto in quel contesto! e presa dalle sue iracondi pensieri cerca di sbirciare [sbircia dalla finestra secondaria]

ed eccoci nel momento piu` importante di tutta la serata: Rasetsu attiva la propria innata, mostrando quello che e` il suo sangue dall'inusuale colore, nel mentre Dokuhiro si avvicina alla finestra, afferra un piatto e lancia un rapido sguardo oltre il vetro per capire da dove provengano le fiamme. La signorina vedra` posate a terra due teste, una di un uomo dai capelli a spazzola, alquanto corti, non le e` consentito comprenderne il colore, il viso e` appena appena tondo, lasciando intuire che non si trattasse di un soggetto particolarmente piccolo di statura. Il secondo invece ha dei capelli appena piu` lunghi con una frangetta che scende dal lato sinistro fino a coprire l'occhio destro, il volto ha un lineamento piu` sottile, con un mento appena appuntito, decisamente piu` piccolo rispetto al compare. Entrambe le teste, mozzate di netto con un taglio perfettamente orizzontale, hanno le bocche aperte e la lingua di fuori. Dalle due fauci esce quella luce citata pocanzi. Entrambi gli shinobi potranno capire senza troppe difficolta` che si tratti del fuuinjutsu appurentisu e, SE Rasetsu decidesse di dare un occhiata ai due volti, potra` riconoscerli come Aryako e Tashi, il gigolo e la sua guardia del corpo che ha incontrato con l'ormai deceduto Dyacon. Sulle lingue dei due vi sono delle scritte, rispettivamnte "150" e "K". A voi l'interpretazione e il continuo della giocata! Buona free ed in caso di dubbi esitate a chiamarmi!

16:07 Rasetsu:
 Si limita a scuotere il capo innanzi alla domanda che gli viene posta direttamente da Dokuhiro. L’assassino non usava le fiamme o, comunque, non gliele ha mai viste usare. Quindi, si tratta d’una negazione con qualche incertezza. <E’ stato preso dagli Anbu che io sappia.> Professa in sua direzione, mantenendo di nuovo la voce bassa per via dell’accaduto e cercando comunque di ricostruire il puzzle della serata. Dalla finestra non riceve nuovamente alcuna risposta, mantenendo la lancia a sua portata cosicché possa usarla nel caso in cui sia necessario. S’acquatta dabbasso, così da poter camminare ma restare al contempo fuori da qualunque linea di tiro. La fanciulla dovrebbe già essersi resa conto di quel che vede, mentre lui tenta di starle comunque di fianco per prevenire eventuali attacchi ai di lei danni. Qualora sia riuscito ad arrivare senz’alcun intoppo, distenderebbe la mancina – nonostante sia sporca di sangue – per poggiarla delicatamente contro la sua zona lombare. Una piccola pacca, una carezza – che dir si voglia – per assicurarsi che sia ancora integra e che nessuno le abbia torto un capello. <Hai visto qualcosa?> Le domanda, aspettando una papabile risposta da parte di quest’ultima prima di poter dire o fare qualunque altra cosa. Evita anche di sporgersi. A tempo debito, potrà capire come comportarsi, ma ha necessità delle informazioni da parte sua. Si guarda ancora attorno, accertandosi ulteriormente che non ci sia altro movimento dentro le mura domestiche. [ Hijutsu Kokketsu I ON ][ I Costrutto (Lancia) ON ][ Chakra: 34/35 || PV: 98/100 ]

16:15 Dokuhiro:
 eccerto, è normale trovarsi fuori casa due teste mozzate luminescenti che salutano i potevacci di fuori, si stringe la testa nelle spalle e sgrana leggermente gli occhi, non che sia estranea alla violenza ma non si aspettava di certo una cosa simile, ma decide di fare la forte sentendo la pacca sulla zona della schiena da parte del rosso <non dare di testa. probabilmente sono qui attorno> mormora all'altro mentre si volta per fare finta di niente e coprirsi inoltre le labbra mentre si gira <ci sono due teste mozzate, un bel regalo> ammette all'altro prima di scivolare verso l'altra stanza <vado a vedere il sasso> dichiara all'uomo, piu forte, piu sicura ma sempre in qualche modo distaccata dalla situazione e dal mondo: se c'è qualcuno, vuole fargli intendere che non ha la minima paura. quindi si avvicina alla finestra e al sasso <ma guarda che macello, però...> borbotta sinceramente poggiandosi le mani sui fianchi buttando un'occhiata alle teste, ovviamente non è che stia esattamente in vista, ma diciamo che sta facendo la dura. si volta verso l'altro <a chi devi 150 mila soldini?> domanda all'altro con naturalezza come se fosse normale avere un debito simile sul groppone mentre controlla da vicino il sasso SENZA toccarlo <e che si fa? si chiama qualcuno?> domanda al maschio, d'altronde è una cosa sua e si limita a porgergli domande con un tono pacato e diretto, forse abbassando troppo la guardia, ma sicuramente forse avrebbe visto arrivare qualcosa di grosso dalla finestra come un kunai...forse.

16:40 Rasetsu:
 Per sua somma fortuna, la pioggia continua il lento lavoro di lavaggio del sangue - compreso il proprio qualora decidesse d’uscire all’esterno della casetta che divide con Dokuhiro. Si solleverebbe appena con la colonna vertebrale, affinché possa poggiar il mento sopra la testolina altrui. Vorrebbe che restasse lì per il momento, sotto la sua ala protettrice se tale possa definirsi. Se sono riusciti a trovarlo, vuol dire che per un po’ non dovrà farsi vedere lì in giro. Ultimamente, non ha dato molto peso a quel che ha fatto quand’era ubriaco, anche perché tende a ricordare ben poco. Sporgendosi, anche per lui dovrebbe essere adesso facile comprendere con chi ha a che fare. A chi deve centocinquanta mila ryo? Forse lo ricorda, ma non rammenta assolutamente la motivazione. Cos’ha comprato? A chi ha dato fastidio? Sono praticamente atteggiamenti da mafiosi, gli stessi che adottava a sua volta, nonostante avesse qualche principio da poter definire tale. Sgrana appena gli occhietti verdi, affatto spaventato, bensì sorpreso. Si sposta quel che basta per permetterle d’alzarsi ed avviarsi in direzione della stanza ad osservare quel sasso. <Chi vuoi chiamare, gli sbirri? Così devo spiegare per quale ragione ci sono due teste mozzate là fuori che dichiarano di voler indietro centocinquanta mila ryo che – ovviamente – non ho? E poi dovrei anche spiegar loro la motivazione per la quale li vogliono!> E sinceramente, ricorda soltanto d’aver avuto a che fare con gente del genere, forse li ha presi in giro o non ricorda con esattezza. Sta di fatto che ha sicuramente commesso qualche errore e quest’è quanto. <Adesso, mi occupo di prendere quelle teste. Prepara un sacco. Dobbiamo farle sparire. Tu non hai visto niente, sia chiaro.> L’avvisa, mentre modificherebbe il costrutto che ha precedentemente creato affinché possa assumere la grandezza d’una mano. Essa avrebbe il palmo largo e lungo circa mezzo metro, assieme alle falangi artigliate che andrebbero a coprire anche l’altro mezzo metro restante. Nel momento in cui il sangue si sarà coagulato abbastanza, dirigerebbe il costrutto fuori, aprendo la finestra che s’affaccia su quella strada e che è ancora integra nei suoi paraggi. Farebbe in modo che il costrutto s’avvicini e tragga in salvo quelle due teste poste l’una vicino all’altra. La luce dovrebbe finalmente sparire o spegnersi nel caso in cui il sangue vada a sporcare il fuda nella loro bocca ormai defunta. Tenta di riportare all’interno dell’abitazione quelle due testoline ormai morte, attendendo che Dokuhiro abbia con sé un sacco nero, qualunque cosa in cui poter far sparire quei crani. <Anzi, vai in stanza, dove ho poggiato le mie cose ci sono dei fuda. Portameli.> E’ quasi certo che, una volta sigillati al loro interno, non dovrebbero esser oltremodo un problema. <Poi pensiamo a chiudere anche la finestra.> Quella rotta, intende. Non sorride. Sa cosa gli aspetta e sa che deve andarsene il prima possibile, ma attende ancora a dirglielo. [ ¼ - Rimodellamento costrutto + 2/4 – Movimento Costrutto ][ Hijutsu Kokketsu I ON ][ I Costrutto ON ][ Chakra: 34/35 || PV: 97/100 ]

16:48 Dokuhiro:
 <un, vero> mormora riguardo alla polizia <magari qualche tuo amico?> domanda vagamente mentre guarda l'altro che da le sue istruzioni aggiungendo che non ha visto niente <cancello subito la parte> dichiara all'altro con sicurezza della sua memoria, ovviamente scherzando, o per lo meno non pare affatto spaventata della cosa, anzi, piuttosto infastidita che sbrodola tutto nella sua casetta, stringe le labbra quando chiede di un sacco e va a prenderne uno nero per la spazzatura, ma poi vira all'ultimo secondo per andare a prendere anche i fuda <spero che li butterai molto lontano da qui> fa notare all'altro con un buon pensiero logico ed efficente, come se non fosse la prima volta <mh> sulla finestra. sente che qualcosa non va, non solo per il fatto delle teste con la lingua di fuori e con annessi fuocherelli, ma anche sul fatto che l'altro non fa qualche battuta fuori luogo come farebbe di solito anche da non drogato e astemio, lo fissa per qualche istante dopo aver chiuso il sacco aiutata con la mano di costrutto della creatura <con permesso, signori trapassati...> mormora quasi una piccola preghiera mentre va a chiudere la prova di qualche cazz*** che ha fatto il rosso quando era ancora senza la sua protezione, il sasso a quanto pare non da niente di interessante ma tiene a pendocconi il sacco da una mano poggiandolo a terra poco dopo con non curanza come se fosse solo la solita spazzatura che fanno e che devono andare a buttare per non navigarci all'interno mentre fissa ancora l'altro per qualche istante in un silenzio simile a quello dei gatti che ti fissano

17:14 Rasetsu:
 Si limita a scuotere con un cenno di dissenso il capo in merito alla domanda che gli è appena stata rivolta. Non è affatto un amico, non lo definirebbe neanche un conoscente. Sta di fatto che la mano formata dal costrutto torna in dietro con le teste al suo interno. Non appena ella apre il sacco, le butta al suo interno senz’alcuna problematica. Dopodiché, una volta ricevuti anche i fuda, non farebbe altro che portare ambedue le mani – le proprie, questa volta – a ridosso dei due oggetti. La mancina sfiorerebbe il fuda, la destrorsa il sacco con le teste che lei ha sapientemente chiuso immediatamente. Vi farebbe scivolare attorno del Chakra, fuoriuscendo dagli tsubo presenti sul palmo delle mani e nel resto del corpo d’ogni ninja che si rispetti. In un rapido “puff”, la busta sparirebbe e dovrebbe restar sigillata nel fuda. Tira finalmente un sospiro di sollievo. Chiuderebbe pure la finestra subito dopo, salvo poi guardare Dokuhiro che, doverosamente parlando, sta aspettando delle risposte da parte del rosso. <Deciderò in seguito cosa farne.> Deve ancora capire come comportarsi nel migliore dei modi, considerata la questione spinosa venutasi a creare. Son minacce bell’e buone quelle che ha ricevuto quest’oggi. S’alza in piedi, poggiando il fuda all’interno della tasca posteriore dei jeans così da averlo sempre a portata di mano. <Tempo fa, ho preso per il culo della gente. Ero sbronzo> A mo’ di scusa, allarga le braccia verso l’esterno, ancor coperto di sangue nero quasi dalla testa ai piedi per via della trasformazione in atto. <e penso d’aver scelto proprio le persone sbagliate. Sta di fatto che ho poi pensato di rapire una di loro per vendicarmi della richiesta di centocinquanta mila ryo. E non se l’è passata bene. Io e un mio compare l’abbiamo resa paralizzata.> Spiega brevemente in sua direzione, mantenendo or gli occhi fissi direttamente sull’interlocutrice. Vuol valutarne l’espressione in base alla risposta che gli darà di lì a breve. Evita di commentare a proposito dello stupro ai danni della ragazza, reputa che sia ben poco necessaria come motivazione per quell’avviso: non dovrebbero saperlo. <Ed eccoci qui, metodi della cara mamma Yakuza.> Ammette, stringendosi nelle spalle. Cerca di fare dello spirito, tanto per smorzare la situazione. S’avvicina verso Dokuhiro, senza disattivare ancor l’innata. Tenta di tener sotto controllo tramite l’udito la zona circostante, nel caso in cui ci sia qualcun altro che possa rompere le scatole in questa serata. <Questa situazione mi ha messo addosso un po’ troppa adrenalina…> Che va consumata? *Ammicc*. [ Hijutsu Kokketsu I ON ][ Chakra: 33/35 || PV: 96/100 ][ 2/4 – Sigillamento nei Fuda ]

17:21 Dokuhiro:
 lo fissa e via via che il discorso si snoda in quello che ha fatto l'occhiata si fa sempre piu pesante [perche non mi stupisce?] che la ha resa paralizzata? che ha preso qualcuno rapendolo e chiedendo un riscatto? che sia tutto partito perche era ubriaco? fatto sta che non la sorprende, ma piuttosto va a strofinarsi gli occhi con la destra dopo aver visto scomparire il sacco mentre si mette una mano sul fianco [ammazzali tutti, no? in quello sei bravo. o almeno lo eri] si lascia scappare con l'altro, in realtà ha forse detto troppo? si toglie la mano dagli occhi guardando che l'altro prova ad avvicinarsi [ah, bel tentativo] spezza una lancia in favore del maschio che ovviamente ci prova, d'altronde erano lili poco prima, e insomma...la natura chiamava. perche ora ha tutta l'intenzione di giungere a discapito della situazione [euuurggh...mi tocca davvero fare l'esame genin e imparare qualche tecnica avanzata per salvarti il culo] borbotta a tono basso, perche naturalmente è quello il tuo nono. nessun squillio, nessun tono acuto, solo una fredda e crudele sicurezza [come si chiamano?] domanda semplicemente forse per avere qualche altra informazione al riguardo mentre lo tiene lontano prendendo la scopa lì vicino e tenendolo lontano con il manico di essa, spingendolo dal centro del cuore verso indietro [e che è questo schifo? sbrodoli a terra] del sangue [...somiglia a quella di kamichi...] che ha visto piu di una volta e in effetti ora nota pure i segni sui polsi e borbotta [non lasciavano segni eh?] purtroppo per il rosso, ha una buona memoria

17:51 Rasetsu:
 Fa spallucce. In effetti, perché dovrebbe stupirsi? E’ qualcosa che farebbe anche tutt’ora, forse in maniera più coscienziosa di quando l’ha fatto mesi prima sotto stupefacenti ed alcol. <Non preoccuparti> Mormora in sua direzione, anche in virtù del fatto che quest’ultima s’armi di scopa per spingerlo lontano, per allontanarlo da sé nonostante le abbia prestato tutte le preoccupazioni del mondo. <farò in modo che non ti disturbino oltre. Se me ne vado da questa casa, quasi sicuramente non dovrebbero darti alcun fastidio.> C’è anche il pericolo che la prendano di mira proprio perché lui ha scelto di cambiare dimora, così da sapere dove in realtà sia andato. A conti fatti, deve ragionarci come si deve anche perché non è per lui possibile essere in due posti contemporaneamente, non con la tecnica della Moltiplicazione che sa utilizzare adesso. E’ basilare, non sarebbe sufficiente. Deve sgomberare la mente per cercare di pensare, ma pare esser piuttosto serio nell’esternare l’eventualità che possa lasciar la dimora di Dokuhiro per andarsene in un’altra. <Lo farei, ma non so quanti sono e non ho collaboratori che possano darmi una mano.> Mormora in sua direzione, grattandosi distrattamente il capo con l’ausilio della mancina. Sospira, mentre disattiverebbe l’innata che finora ha avuto modo d’usare. Anche il costrutto dovrebbe venir meno, seppur sarebbe stato utile per chiudere la finestra o per aiutarli a farlo. Tuttavia, sgocciola e alla fanciulla pare dar parecchio fastidio. In effetti, non tiene in considerazione il fatto che sporchi un po’ ovunque vada né s’è mai posto problemi in merito. <Dannazione! Perché tu puoi avvicinarti a me e toccarmi, ma quando lo faccio io rischio sempre di beccarmi una scopa su per il culo?> Adirato, aggrotta le sopracciglia con evidente fastidio. Insomma, dopo la situazione che ha appena passato, pensava di ricevere del sostegno da parte sua, sostegno che ovviamente non riceve. Un po’ d’affetto avrebbe fatto sicuramente la differenza, ma se si pone a quel modo fa sembrare che voglia tutt’altro, in effetti e non gli farebbe di certo schifo. <L’esame Genin è una stronzata. Ci metterai due secondi a passarlo.> Confida nelle sue capacità, dopotutto, altrimenti che partner in crime sarebbero? Hanno appena dimostrato di saper collaborare, nonostante sia lui quello che porta i problemi con sé e che coinvolge anche gli altri, come in questo caso. <Non li conosco, ma agiscono come la Yakuza della quale ero a capo anni fa.> Si fa serio per rispondere alla sua domanda, cercando d’aggirare la scopa. La terrebbe con una mano dal manico, così da bloccarla, anche se in fatto di forza fisica è piuttosto scarso. Ma avendo lei il Chakra spento, s’equivalgono [ Forza 5 – Rasetsu VS Forza 10/2 di Dokuhiro a Chakra spento ]. La mano libera, invece, s’avvicinerebbe al suo volto per cercare – ovviamente, senza pretesa alcuna, eh (come no) – di stringerle le guance tra la coppia formata da indice e medio ed il pollice dall’altra parte. <Perché è la stessa innata> Riferendosi a Kamichi, nonostante s’incupisca ulteriormente in viso per averlo nominato. Gli fa ancora male, è una ferita profondamente aperta che prenderà del tempo per risanare. <e comunque lascia segni solo a me.> Sintetizza, desideroso d’annullare le discussioni. Che non voglia saltar al dunque, ormai non gl’interessa. La situazione ha smorzato qualunque intento, nella fattispecie quella scopa che gli ha puntato al cuore. Tuttavia, pretende, ricerca con insistenza quelle labbra alle quali s’avvicina piano. Le sta lontano. Prima erano così vicini ad aver una serata normale e sa che non potrà tornare ad essere tale. [ Innata OFF ][ Chakra ON ]

18:00 Dokuhiro:
 e lei invece perche è infame gli picchietta ancora la scopa quando l'altro urla la sua indignazione per quel trattamento, facendogli un sorrisetto di chi lo puo legare al letto...anzi lo ha fatto. forse lo sta sfidando <eh? sarebbe controproducente> rivela all'altro <sono predatori, se notano che te ne vai si sentiranno piu inclini alla crudeltà, probabilmente mi hanno gia vista, quindi indovina da chi andranno?> domanda all'altro con naturalezza prima di vederlo schivare la scopa un'altra volta e poggiare la mano su quella dell'altro premendovi la guanciotta <spiacente, non puoi liberarti ancora di me> gli rivela con un sorrisetto mentre si prende quelle improvvise coccole dopo tutte quelle emozioni <prima faccio l'esame, prima imparo il chakra, prima andiamo a fare le pulizie. per quanto penso puoi comprendere la loro rabbia> prova a fargli provare dell'empatia <e anche se gli dessi la cifra che vogliono, non cambierà niente> a quanto pare sa anche lei come funaizionano le storie di guerra. o forse semplicemente risponde come lei stessa risponderebbe. si sentirebbe indignata per i soldi, lo ucciderebbe comunque, d'altronde ci è andata di mezzo una persona che per loro era importante <in realtà...non sarebbe male proporre una tregua> prova a spiegargli prima di alzare la mano <so che non sarà possibile, ma penso che sia evidente che non sei lo stesso di un tempo> prova a spiegargli mentre allunga le braccia per afferrargli le spalle e spingerlo piu in basso dandogli un leggero bacio sulle labbra <e mo come chiudiamo il buco?> poi ci pensa <della finestra!> miagola piccata, quando lei è la prima ad aver pensato male!

18:38 Rasetsu:
 Le parole di Dokuhiro hanno palesemente un fondo di verità. Il problema è che si tratta di quella verità che ti fa perdere le staffe. Ed in questo la signorina qui presente è veramente molto brava. Al contempo, il demone è molto bravo a perdere la pazienza avendone ben poca. <So anche questo. Le possibilità sono due al momento: o me ne vado io col rischio che vengano da te> Ragiona a dovere su quel che sta dicendo questa volta, cercando d’inspirare profondamente per riprendersi dalla scossa momentanea dovuta all’adrenalina che gli è entrata in circolo. <oppure andarcene entrambi in tutt’altra abitazione, sicuramente non quella del mio compare col rischio che vengano a rintracciarci anche lì.> Ammette, stringendosi nelle spalle. Con molta probabilità, dovrebbe cercare di sparire piuttosto che restare, ma come gli ha fatto notare la ragazzina c’è il rischio che poi se la prendano con lei e ciò gli fa rabbia. Non devono allungare un dito. <In verità, cercheranno d’arrivare a me tramite vie traverse. Inizieranno a rintracciare la gente che mi bazzica attorno e – fidati – è molto poca, tolta la gente dell’ospedale in cui lavoro.> Un’informazione piuttosto basilare e conosciuta. Quindi, potrebbero anche cercarlo direttamente a lavoro, il che sarebbe un problema non indifferente. <Ho bisogno di pensare, ma senza distrazioni.> E non si riferisce a quel ch’è appena successo. E’ proprio davanti a lui la sua benedettissima distrazione. Nota il fare altrui, quella guancia che va poggiandosi contro la mano a palmo aperto del demone, che l’allarga affinché possa toccare ulteriormente la candida pelle altrui. La fissa con fastidio, assottigliando le palpebre. <Tra i due, il gatto sei tu. Ti prendi le coccole solo quando vuoi e difficilmente le fai a tua volta.> Le accarezza la guancia col pollice, ma ciò non vuol dire che non ce l’abbia con lei per qualche oscura ragione – tipo quella di puntargli una scopa contro il petto per farlo allontanare. <Partiamo dal presupposto che col cazzo che gli do la cifra pattuita. Neanche la posseggo e ne va dei miei principi: i soldi che rubo o che guadagno sono i miei.> Sbotta, scuotendo poi la testolina dai cremisi ciuffi. Col cappero, davvero. <Non scendo a compromessi con gente simile. Sono io il primo a comportarmi come loro e sarei il primo a far una cosa del genere. Quindi, non resta che affrontarli e farli fuori.> Commenta, ascoltando ulteriormente quel che la ragazza ha ancor da dire in merito al suo esame Genin e all’eventualità che possa contribuire all’assalto a questi individui. Le schiocca un’ennesima occhiataccia. <Non esiste che io proponga una tregua. Devono succhiarmi l’uccello.> Però si ferma nuovamente a rimuginare in merito all’eventualità che questa tregua serva davvero. <Ma se loro non sapessero che è una tregua finta… Inoltre, la Yakuza difficilmente accetta le tregue. Piuttosto t’ammazza se hai un debito con loro.> Gli occhi si muovono in giro per la stanza prima di tornare a fissare l’interlocutrice verso cui rivolge ulterior attenzione. Si lascia chinar dabbasso dalle braccia altrui, così da essere a portata, ad altezza altrui. Si becca il bacio e si premura di ricambiarlo, stendendo poi i propri arti superiori affinché possano passare attorno ai fianchi e alla vita di Dokuhiro, nel tentativo d’abbracciarla senz’alcun secondo fine – per quanto strano possa sembrare. Le si poggia di fianco – ammesso gli sia concesso – contro la spalla, nonostante la posizione scomoda. <Sono sempre lo stesso. Non mi pento d’aver fatto quel che ho fatto. Lo rifarei altre tremila volte.> Le sussurra contro, rispondendo direttamente alle sue farneticazioni. <L’unica cosa differente da allora è che ho qualcuno che vorrei non morisse. Più che dipendenza, la chiamerei debolezza.> Avrebbe potuto agire senza ripensamenti, adesso deve fare attenzione a lei. Infatti, aveva subito pronosticato d’andarsene, ma lei gli ha fatto capire che sarebbe inutile perché prenderebbero di mira proprio la qui presente. Con altra gente, avrebbe fatto quanto detto, lasciandola nella merda a cavarsela da sola. <Avevo già preventivato di sbarrare le finestre cosicché tu non potessi scappare da me, quindi puoi usare parte di quelle assi di legno che avevo preso. Sono in un altro fuda.> Giusto per nascondergliele sotto al naso, capite? [ Chakra ON ]

18:48 Dokuhiro:
 <ma...rasetzu!> si lamenta alzando di una tacca il proprio tono di voce quando sente che voleva intombarla all'interno dell'appartamento roteando gli occhi <il problema è che saresti tu a essere chiuso con me > risponde come aveva visto fare in quel film che hanno guardato assieme, mentre prova a tirargli una ciocca di capelli solo per farlo spazientire ulteriormente <oh, Bhe, almeno non sono l'unica con una debolezza> mormora l'ovvio, che ormai ha compreso. Quando non c'è pensa a lui, quando ce non può fare a meno di guardarlo se anche lui sta ricambiando lo sguardo <è più simile a una malattia.> mormora ancora provando a dare qualche bacetto sul collo del rosso, dato che ha aggiunto che lei non fa spesso le coccole. In effetti preferisce prenderle, ma comprende che questo comportamento possa risultare tedioso, chiude pure gli occhi per sentirne l'odore del demone e si apre e fa indietro sgranando gli occhi <ohhh no. Non devo sniffarti. Che cazzo, non sono una maniaca> eccome se lo sei, pervertita e maniaca, ma a quanto pare non vuole proprio ammetterlo, ma quando ammette che lo rifarebbe ancora lo fissa a lungo con uno sguardo di sospetto <faro finta di non aver sentito> meglio per tutti, meglio anche per il demone, quindi sospira riguardo alla yakuza <ho...agganci. Possiamo provare per quelle vie un nuovo posto> propone all'altro <e ora chiudi, o mi tocca farti la pelle per scaldarmi> dichiara con uno strano rossore sulle gote <anche se preferirei ben altro tipo di esercizio di riscaldamento> sorride sorniona con lo sguardo da pervertitissima mentre si appresta ad andare a prendere gli attrezzi

19:07 Rasetsu:
 E dov’è il problema se resta chiuso all’interno di quelle quattro mura con lei? Rischiano di far qualcosa che non dovrebbero? Oh, non immagina quanto perché lei non potrebbe più fuggire e lui non ne ha mai avuta l’intenzione, se non ora per salvarla eventualmente dai guai. <Non vedo dove sia il problema di restar rinchiuso con te. Sei soltanto psicopatica.> Commenta a mezza voce, stranamente stanco e affranto, forse per via della situazione venutasi a creare o delle coccole che finalmente sta ricevendo e che lo rendono un gatto rosso felice e soddisfatto. E ha detto niente, comunque. Son due psicopatici all’interno d’una medesima dimora che son costretti a dividere – e lei ha chiesto se abbia voglia di dormire assieme. E’ tutto un rischio. <Comprendo che quanto di più romantico io possa fare sia prepararti una frittata con del prosciutto, ma definirmi una piaga è veramente poco carino nei miei confronti.> Ammette alla di lei volta, facendo spallucce, ma restandole avvinghiato come una cozza allo scoglio – in fondo, non è neanche tanto bello, quindi il paragone calza a pennello. Mugugna qualche verso di compiacimento nel sentir le labbra altrui scivolar sul proprio collo, mantenendo gli occhi semichiusi. Allunga a sua volta le labbra verso la pelle scoperta di Dokuhiro, giusto per darle fastidio – come uso e abitudine. Trae un lembo di pelle, delicato. Non morde. Non lascia segni. Per ora. <Ah no?> Solleva soltanto una palpebra per via della cazzata appena pronunciata dalla ragazza, la quale asserisce di non essere in alcun modo una maniaca. E chi ci crede? Lui non di certo. Lo è eccome, lo ha dimostrato legandolo al letto quando si stava disintossicando. <E poi ti conviene farlo adesso. Ho ripreso in mano anche l’igiene personale.> Che viene giustamente lasciata indietro nel momento in cui la tua mente è costantemente immersa nell’alcol e nel circolo della droga. Dormiva in mezzo ai cassonetti, orsù. Non v’era niente di pulito addosso a lui e si curava decisamente meno del necessario. <E io continuerò a ripetertelo.> Se farà finta di non ascoltare. Non ha paura di lei, che volino minacce e che venga legato al letto. Tutto sommato, è una pratica che potrebbe piacergli. Seppur venga fissato, ricambia soltanto con un occhio mezzo aperto e languido. Ora che può godersi quel minimo di serenità, potrebbe anche pugnalarlo alle spalle e non avrebbe nulla in contrario. <D’accordo. Proviamo a seguire la teoria.> Riferendosi agli agganci che lei ha detto d’avere. Potrebbe funzionare, come no, quindi tiene in considerazione anche tutt’altro genere di alternative ovviamente. Mai averne soltanto una a disposizione. <Deduco con Ichigo perché io vengo sempre scacciato in malo modo.> La provoca di proposito e non s’alza certo ad andar a chiudere la finestra. Bimba cattiva, lui lo è di più. [ Chakra ON ]

19:17 Dokuhiro:
 Rotea gli occhi mentre se ne va a prendere gli attrezzi da una stanza attigua, tanto è tutto vicino quindi non deve nemmeno fare chissà che chilometri, anzi può pure rispondergli <ohhh, certo. Ichigo. Si è anche offerto di farmi da maestro per l'esame genin> in realtà è stato un altro, in realtà lo sta mettendo chiaramente in pericolo, ma quando ricompare con la cassetta degli attrezzi ha un qualche fascino tutto suo. Morboso ovviamente, scheletrico, ma in qualche modo addirittura da donna alpha per via della cassetta forse(?). Si tira indietro i capelli con una mano <spetta qualche minuto, quando ho finito torno e li e ti puoi attaccare di nuovo come una mosca al miele> giustamente rasetzu è la mosca, perche fa schifo. <tesoro. Ci hanno fatto un balcone nuovo con le teste dei tuoi amici> gli fa notare indicando appunto la situazione e il bancone mentre prende il legno necessario e con un colpo di gamba evita che cada a terra ficcandoselo sotto un braccio, quando l'altro dice che non è una piaga <almeno ora che sei astemio Uccidili tutti. E intendo tutti.> mormora <la vita dei bambini è impossibile senza qualcuno che gli voglia bene> mentre da già i primi colpi di martello e chiodo biasciando imprecazioni mentre fa la alpha e si mette a posto casa, un po in modo rozzo ma funzionale per il momento dandogli le spalle esili mentre fa il suo lavoro <ti ricordo che devi ancora scoprire cosa ce sotto i vestiti, potrebbe pure schifarti e no, la luce spenta non funziona> le dice vagamente mentre sta piazzando la prima tegola per coprire il danno

19:30 Rasetsu:
 Con evidente riluttanza, si distacca dal corpo altrui e dal collo sul quale s’era quasi abbioccato alla perfezione. Sbadiglia rumorosamente, rivolgendole nuovamente un’occhiataccia bieca per via delle parole che gli rifila. Sia mai che ce ne sia qualcuna carina nei suoi confronti! E’ veramente una megera. <Digli che hai già un insegnante.> Non è vero, ma che indirettamente si stia proponendo in quanto tale? Lui? A malapena riusciva a farlo con Kamichi. Non è tagliato per fare il Sensei, tanto meno il capogruppo in una missione. Cosa gli fa credere che possa farcela adesso? La vede riapparire con una cassetta degli attrezzi, pronta a riparare il danno fatto nel muro cosicché possano evitare di far compagnia alla tempesta lì fuori. L’hanno praticamente invitata ad entrare. <Vengo a darti una mano.> Bofonchia, cercando di rimettersi in piedi alla bell’e meglio, poggiando dapprima un ginocchio e conseguentemente raddrizzando l’altro per ritrovarsi in forma eretta. <Cerca di non beccarmi le mani. Ti tengo le assi.> Tuttavia, trae dapprima il fuda nel quale esse son contenute, adoperando la tecnica inversa rispetto a quella precedentemente utilizzata. Se dapprima le ha sigillate, adesso deve farle uscire. Ne sono in totale una decina. Non sufficienti a rendere quella finestra adeguata al viverci, anche perché privi del vetro fondamentale, ma abbastanza per chiudere la falla. Ed è quel che farebbe poi, tenendo l’asse ben ferma affinché lei possa metterci dei chiodi e fissarli. Non n’è capace. Si romperebbe un dito da solo. <E’ bello un balcone addobbato con le teste dei miei nemici, non trovi?> Potrebbe recuperare anche quelle che mancano alla collezione, così da addobbare il tutto in vista della festività più in voga dell’ultimo periodo e alla quale manca meno d’un mesetto. Fa roteare poi gli occhi di nuovo innanzi all’ultimo commento della ragazza che, intanto, da brava alpha woman sistema casa come meglio crede. <E ci tengo a ricordarti che finora non m’hai fatto avvicinare neanche per scherzo. Dovevo usare le maniere forti?> Potrebbe. Sì, in effetti. Ha senso. Si risponde da solo. [ Chakra ON ]

19:45 Dokuhiro:
 Il colpo manca e becca il muro quando sente l'ultima cosa che ha detto, sa che è debole a queste cose. Eppure il demone picchia proprio li e la giovane fa un sorriso malatissimo e perverso deglutendo la bava quando chiede se doveva usare le maniere forti. Prova a ricontrollarsi <perche, pensi chhe scheletrico come sei riusciresti a tenermi?> domanda semplicemente allaltro con un evidente tono di supponenza sbattendo gli occhioni morenti <effallo però> il bancone con le teste che mancano <mangia bello mio, quando torni sui novanta di muscoli forse avrai qualche speranza di farti largo a forza> ovviamente sta ironizzando, d'altronde se non era per l'inghippo avuto forse sarebbero davvero finiti in quella situazione mentre alla fin fine lentamente riesce a sistemare il buco, guarda quindi l'altro e sorride lievemente <e ora...> mormora avvicinandosi con passo felpato. Dato che il buco si è tolto e quindi zompetta fino al letto in cui si butta sopra di esso e si volge all'altro con uno sguardo vagamente sorridente. Anzi proprio beffardo. <dove è la mia mosca preferita?> domanda al rosso aprendo le braccia verso di lui con il suo solito musetto serioso in sua direzione. E se la sua mosca tornerà da lei, sara una nottata full coccole per il rosso che si becchera un sacco di carezze e baci affinché possa tornare a quella sonnolenza precedente, senza ovviamente contare che in realtà dormirà forse un po scomodo dato che doku è piattissima e piccola, anche di grandezza oltre che di età//exit

20:04 Rasetsu:
 S’irrigidisce immantinente nel notar quel colpo venir abbattuto in un punto non proprio focalizzato per via delle parole che lui ha appena pronunciato. <Oh> Un sorrisetto sghembo gli s’allarga sul pallido ovale. <buono a sapersi.> Ha un ottimo punto di partenza, quindi sta a significare che ben presto la signorinella potrebbe trovarsi non poco nei pasticci. <Non ho bisogno della forza fisica> Le rammenta, facendo spallucce e lasciando andare l’asse di legno or fissata, seppur non in maniera perfetta – sta di fatto che ci sa fare in queste piccole faccende, a differenza del rosso. <ti rammento il mio costrutto che t’ha preso come un gattino e riportata dentro casa.> Riferendosi a quella volta che stava tentando la fuga proprio perché il rosso ha tentato velatamente d’usare le maniere forti, salvo poi lasciarla scappare in cambio d’un bacetto d’addio. <Non penso d’aver mai pesato novanta chili in vita mia, tanto meno d’aver avuto dei muscoli. Non ne ho bisogno se ho dalla mia il sangue nero.> Non lo dice tanto per vantarsi, sia chiaro. E’ un dato oggettivo, glielo ha anche dimostrato. Può dimostrarglielo ancora qualora volesse. Anche adesso, ad esempio. Tuttavia, quella dannata psicopatica si lancia a peso morto sul letto allargando le braccia, nella chiara attesa che il rosso la raggiunga. Scalzo com’è, con soltanto il pantalone indossato, è praticamente già pronto per fare la nanna – ammesso finiscano col fare soltanto quella. <Prima malattia, adesso mosca.> Bofonchia contrariato, ma accettando di buon grado di salir sul lettone assieme a lei. Le s’accoccola di fianco, come prima quand’erano inginocchiati. Incassa la testa contro il suo collo e la relativa spalla, circondandole la vita con un braccio e tenendola stretta a sé per quanto necessario. E giacché l’ha minacciata e poiché lei lo provoca in continuazione, non è molto fuori luogo quella mano che s’insinua appena sotto l’indumento superiore affinché possa toccar la pelle sottostante, privata dell’indumento ma senza sollevarlo più dell’utile. <Ora però smettila di dire cazzate.> Le mormora a bassa voce, nel tono di chi ben presto dovrebbe crollare – dormirà quanto meno felice. [ EXIT ]

Dokuhiro è in salotto a guardare il suo solito programma sugli abiti da sposa, mentre Rasetsu s'è chiuso su ninjatube per guardare alcune ricette. Le prepara un'omelette che, per quanto salata, viene apprezzata dalla ragazza.

Tuttavia, la bella serata iniziata con qualche coccola, viene immediatamente interrotta da un sasso che entra dalla finestra e da due teste mozzate trovate nei pressi dell'abitazione che richiamano l'attenzione del demone con una cifra precisa: 150K - il suo debito.

Compresa l'assenza di malintenzionati, riparano la finestra pensando al da farsi e lasciandosi, infine, dopo qualche diatriba chiarita sul momento, ad una serata apparentemente tranquilla assieme nel lettone.

#RaseHiro