Un fuoco per kusa
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Giocata del 23/09/2021 dalle 18:53 alle 22:56 nella chat "Quartiere Notturno"
Quartiere notturno, buco nero di legalità di quella città, come la pupilla nera con intorno un’iride colorata e dipinta come la perfezione. Perché? Dubbi non suoi in principio ma fatti suoi di recente l’hanno spinto di nuovo in quel posto. La necessità, viscerale, è quella di esplorare egli stesso quel posto, fin nei più oscuri anfratti. Non conosce altro modo, se non dando ogni fibra di se, per conoscere quella strana città che ancora non ha capito, e che forse non capirà mai. Di sicuro, ha capito come non farsi notare. No, quello è molto difficile, diciamo che ha capito come farsi notare il meno possibile. Jeans neri aderenti alle gambe scolpite. Anfibi del medesimo colore ai piedi. E sopra? Un sottile giacchetto impermeabile, corto alla vita, dalle maniche lunghe che faticano a contenere le braccia. è lasciato leggermente aperto sulle clavicole marchiate da segni ormai quasi sbiaditi. Così come il collo. Null’altro si intravede sotto di esso se non pelle liscia e lucida. Il cappuccio è alzato. Sotto di esso, i biondi capelli sono lasciati sciolti, coprendo i draghi d’inchiostro che gli decorano i lati del cranio. Il volto affilato è dipinto in un’espressione austera. Che è la sua, normale, ma che gli da l’aria di chi ora ignora, ora disprezza ciò che vede. Lo sguardo, nero e profondo a decorare il volto, pesante ma pigro, divora tutto ciò che è nel suo campo visivo, fornendo a quella mente frantumata informazioni continue. Se c’è una cosa che ha imparato, a sue spese, da quel posto, è che avventurarcisi senza il chakra è azzardato. Avrebbe dunque piegato il gomito fino a portare gli avambracci paralleli al terreno, l’uno contro l’altro, con le dita delle mani ad abbracciarsi nel sigillo della capra. Avrebbe dunque compiuto un profondo respiro, per trovare la concentrazione necessaria a richiamare, oltre il velo frammentato della sua mente, l’energia psichica, fonte delle sue emozioni. Instabile e vibrante, l’avrebbe dunque portata al plesso solare, ad incontrarsi con la gemella, l’energia fisica, gemella opposta. Potente e fluida. Le avrebbe quindi impastate ed unite tra loro, per ottenere un’energia superiore: il chakra. L’avrebbe dunque spinto nel sistema circolatorio, ricavandone quel brivido di piacere che non trattiene. Le mani son dunque riposte nelle tasche, mentre il volto affilato si inarca all’indietro, stendendo il collo teso. Per un attimo le oscure iridi son celate al mondo, prendendo nient’altro che la pioggia. Ah, la pioggia, dolce nel cercare di lavare un’anima sporca. Solo un attimo si concede con lei, prima di tornare in quel mondo, in quel quartiere. Senza star tanto a guardare, tenterebbe di infilarsi nel primo locale che trova. Ad altri decidere che tipo di locale sia [Tentativo impasto chakra] Fottuta pioggia. L'acqua picchia con forza contro quelle strade che proprio in questo tardo pomeriggio il bianco ha deciso di percorrere per continuare con i propri piani malvagi. Una pozzanghera verrebbe aggredita da uno stivale nero, tanto alto da stringere fino a meta` stinco della gamba del suo proprietario, avvolgendo anche i pantaloni dal colore nero. Questi sono un paio di pantaloni semplici e comodi, nulla che possa interferire con dei movimenti complessi come potrebbero fare dei pantaloni eleganti o di un qualche completo. Vi sarebbe poi una lunga veste a coprirlo, dalle ginocchia fin sopra i capelli, una veste di un colore marrone scuro, inscurito maggiormente dalla pioggia che gia` da chissa` quanto batte sulle sue spalle. La veste presenta lunghe maniche appena allargate alla fine che nascondono le mani, scoprendo appena le punte delle dieci dita, ed un cappuccio che, per ovvie ragioni, e` sollevato, nascondendo i lunghi capelli bianchi e cercando di tenerli asciutti il piu` possibile (Spoiler, non funziona molto). Il volto, a differenza del resto del corpo, sara` ben visibile anche grazie ai lampioni e alla luce da loro emessa che si riflette sull'acqua. Il volto presenta una bruciatura che risale dal lato sinistro del mento, raggiungendo anche l'occhio sinistro, opaco a causa del gemello di colore ambrato. L'occhio ambrato salterebbe da un lato all'altro della strada, per lui quei vicoli sono pericolosi: ha fatto scoppiare uno di quei locali undici anni fa e ucciso il capo della yakuza, poi ha rovinato una festa sempre della stessa... Non lo stupirebbe se in qualche momento qualcuno tentasse di aggredirlo per farlo fuori, anzi, lo stupisce che non ci abbiano gia` provato. Quindi? Mat andrebbe a ricercare quelle due energie, quella mentale e quella fisica; la prima verrebbe cercata all'altezza della fronte, assegnandole poi un colore azzurro, mentre la seconda all'altezza del ventre, con un colore rosato. Se fosse riuscito a trovarle, le racchiuderebbe in due sfere ben distinte, che successivamente verrebbero fatte avvicinare al plesso solare, ove tenterebbe di unirle per ricreare il chakra. Se fosse stato in grado di inondare il proprio corpo con quell'energia aumenterebbe il passo, deciso a trovare un edificio abbastanza alto per i suoi "studi", passo tanto deciso da urtare con la spalla un ragazzo che con lui non ha niente a che fare, un povero biondo dalle tempie tatuate. Gli Yakuza te li vai proprio a cercare Mat?[3/4 impasto chakra][Chakra 25/25] Potrebbe sembrarlo, un membro della Yakuza in effetti, se non fosse che quei tatuaggi, per ora, non si vedono, coperti tanto dal cappuccio quanto dai capelli lasciati sciolti. Ovviamente non s’avvede subito dell’albino, anzi. Fa per continuare il suo incedere. Impossibile dire se sia disattenzione dell’altro o sua per aver virato verso l’entrata senza guardare, fatto sta che si prende quella spallata. Poco male il danno in se, il ragazzo è più basso e più magro, un contatto del genere dovrebbe a mala pena scalfirlo. Non è il gesto in se a crear danni. È che s’accompagna a una scheggia invisibile puramente mentale, che lo trafigge. Su una delle tempie. Il movimento risulta essere come se quella spinta glie l’avesse data un tir. Serra le labbra. Perché gli ha tirato quella spinta? Perché non si è scusato? Perché quell’odio così improvviso? Che voglia scontrarsi? Vuole fargli del male. Ormai ne è sicuro. E la miglior difesa è sicuramente l’attacco. Si volterebbe lesto verso l’alto, allungando rapido la mano nel tentativo di agguantare quella spalla che l’ha colpito, se vi riuscisse, lo tirerebbe a se, ma non completamente, solo per girarlo. Il volto affilato dipinto in un ringhio, le oscure inchiodate sull’altro, ad assimilare ogni dettaglio <Perché> ringhia all’altro. Ma è una domanda ormai già superflua per lui non è importante il perché di quel gesto. O meglio, è fin troppo chiaro che abbia voluto provocarlo <Potevi anche chiedere se volevi fare a botte.> ancora sotto a quel cappuccio calato. Una reazione un po' eccessiva per quella spallata, ma d’altronde tale non è nella testa bacata del biondo, che ha almeno la decenza di non attaccare subito. Cosa che probabilmente un membro della Yakuza farebbe. Non è il massimo stare li sotto la pioggia, effettivamente, ma non ha intenzione di lasciar correre quel gesto subito, dalla sua mente tanto ingigantito. Probabilmente bere qualcosa di caldo sarebbe la cosa migliore, ma per quello pare ci sia ancora del tempo. Resterebbe li, guardingo ma teso, davanti al biondo.[chakra on] In effetti su una cosa il biondo ha ragione, perche` non si e` scusato? Il bianco non ha avuto malizia, e` solito rifugiarsi nei suoi pensieri tanto da neanche accorgersi di urtare la gente, e` stato cosi` anche quando ha incontrato Mekura, che lo ha preso e portato in un vicolo per salvarlo da qualcuno che probabilmente gli sarebbe saltato addosso proprio per aggredirlo... Shinsei ha ancora una reazione pacata confronto a quelle di molti altri. La mano del biondo raggiunge senza alcun problema la spalla del Senjuu, fermandolo un po` per per la sua presa e un po` per lo status mentale del bianco. Come Shinsei e` consapevole di poter essere aggredito, lui e` praticamente in territorio nemico e consapevole che potrebbe ricevere un kunai al centro della schiena in un qualsiasi momento. Il piede sinistro avanzerebbe ancora, facilitando una rotazione di quarantacinque gradi verso la propria sinistra, tenendo il piede destro come perno e cosi` non allontanando la spalla destra dal biondo. Qui diverrebbe protagonista il braccio destro, che dal basso andrebbe ad alzarsi davanti a se, ruotando in senso antiorario con la spalla, il braccio quindi si alzerebbe davanti a se, sollevandosi tanto da superare la stessa spalla tentando in questo modo di far perdere a lui la presa su questa, poi verrebbe portato indietro per andare a chiudere il suo arto proprio tra il bicipite destro e il proprio busto. Una mossa base per liberarsi da una presa alla spalla ed effettuarne una al braccio. Se vi fosse riuscito, il capo verrebbe sollevato per mostrare il proprio volto al ragazzo, privo di espressivita` in questo momento. <Gia`, avrei potuto chiedere.> Risponderebbe secco, abbassando poi lo sguardo prima di sollevare nuovamente il braccio, cosi` che nel caso la presa fosse andata a buon fine possa essere sciolta. <Scusami. Avevo la testa altrove.> Cerca di tagliare corto, assottigliando appena lo sguardo e studiando meglio quel volto. All'Ochaya non ha visto nessuno simile a lui, si che la Yakuza non si concentra tutta in un locale, pero` perche` non provare? <Anzi... Posso rubarti qualche minuto?>[Chakra 25/25] Effettivamente avrebbe potuto reagire in tanti altri modi. Tant’è. Il bianco non risponde. Non subito almeno. Decide di fare l’anguilla. Dovrebbe riuscire ad osservarne i movimenti. Se non altro in tempo per notare che sta finendo a sua volta in una presa. In realtà non se ne preoccuperebbe poi tanto. Lascerebbe entrare in azione entrambe le braccia, contemporaneamente. Il sinistro, bloccato in quella presa, verrebbe tirato con la forza di cui dispone verso di se, traendo la forza non solo da bicipite tricipite e spalla, ma da tutta la catena cinetica del corpo, compreso il busto che ruota in senso antiorario, accompagnato dai fianchi. Lesto il movimento, l’effetto? A scelta, o liberarsi dalla presa, o avvicinare l’altro. A cosa? Al braccio destro che, sfruttando la stessa catena cinetica e lo stesso movimento di torsione, verrebbe scagliato verso l’altro, a mano aperta, verso la faccia. Sguardo oscuro, viso distorto in un ghigno. È in modalità scontro. Al punto da ignorare la prima frase dell’altro. Ma di colpo, la presa viene meno, e la parola successiva proferita dal bianco, è una parola di scuse. Fermerebbe la mano aperta a pochi centimetri dal volto dell’altro. E dunque abbassata lentamente, a rivelare un volto disinnescato. Non più dipinto in quell’espressione rabbiosa, seppur ancora non proprio al settimo celo <Finirai per trovartela su una cazzo di picca, quella testa.> altro che testa altrove. Ringhia in direzione dell’altro che, nonostante tutto, trova il modo di sorprenderlo ancora. La reazione? Un sopracciglio, che, lentamente s’inarca. <Per cosa.> è una domanda. Ma non lo è. Eppure una nota di curiosità balena nello sguardo nero dell’altro, che passa sopra ai dettagli, a quello sguardo sdoppiato e diverso, a quella cicatrice. Lo studia, portandoselo in quel buco nero che sono i suoi occhi. Cos’ha in mente? Difficile dirlo. Ma non se ne va, il biondo, e questo potrebbe anche bastare, come risposta.[chakra On] Lo strattone di Shinsei ha una doppia utilita` per il biondo che riesce sia a liberare il braccio dalla presa del Senjuu, a causa del differenza di forza, sia a tirarlo verso di se. Il piede sinistro verrebbe allontanato dal terreno, rendendo difficile per Mat trovare un movimento fluido per schivare quella manata che in un secondo momento minaccerebbe il suo volto. Il bianco si metterebbe il cuore in pace, accetterebbe quella manata in volto, contraendo nel mentre il pettorale sinistro e piegando il gomito mancino nell'intento di portare la rispettiva mano ad afferrare il suo polso. L'idea sarebbe quella di prendere il colpo ma conquistare anche un sostegno su cui far leva per rispondere... Ma la mano si blocca non troppo distante dal suo viso, e cosi farebbe anche la propria... riflessi arzilli il biondo, che coglie tutto cosi` velocemente, un tipo aggressivo ma nel giusto, probabilmente solo sul chi va la`. Un piccolo sorriso mentre la mancina verrebbe fatta ricadere lentamente lungo il proprio fianco. <Gia`, me lo hanno detto in molti...> Ma nessuno ancora c'e` riuscito, anche se Shinsei e` stato probabilmente quello piu` vicino a farlo, in appena... due mosse? Mica male. Questo elemento e` importante, non bisogna lasciarselo scappare. <C'e` un locale qui vicino, anche abbastanza famoso, l'Ochaya. Non ho ancora capito se si tratti di un club privato o una semplice discoteca. Ci sei mai stato?> Chiederebbe in maniera pacata, come se quel mezzo combattimento avvenuto pochi istanti prima non fosse mai caduto. L'occhio ambrato e` fisso su quelli del biondo, senza timore che questo possa memorizzarne i lineamenti. Se fosse un dipendente di Masumi e lo riconoscesse sarebbe probabilmente la fine, ma Mat e` ancora convinto di poterlo affrontare in qualche modo... Nessuno e` invincibile. Lo sguardo poi volterebbe verso l'ingresso che il giovane stava per varcare e qui un altro piccolo sorriso. <Entriamo a prendere qualcosa, almeno mi faccio perdonare come si deve.> Un vero e proprio invito a bere! Non ha invitato a bere nemmeno Furaya e Mekura, e con la prima ha una relazione e con la seconda una figlia! [Chakra 25/25] Ancora sopracciglio inarcato, quando scrolla via la mano anche dalla presa dell’altro. Non schifato, ma palesemente non a suo agio con il contatto fisico. Torna a guardarlo. Ne ascolta le frasi. Memorizza informazioni anche minime. Non importa. Alla domanda che riceve si limita a scuotere il capo, lentamente, sotto la pioggia. Ancora incapace di comprendere del tutto che, nella testa del bianco, il combattimento è finito. Non è intimorito come non lo è il suo interlocutore, eppure sicuramente diffidente. <L’unica volta che sono venuto in questo posto è stato per cercare un rosso dalla risata fastidiosa e per trovarlo mi è toccato discutere con uno della Shinsengumi.> Sentenzia senza giri di parole. Non conosce un bel niente di quel quartiere, c’è da ammetterlo. L’altro invece, sembra sapersi muovere molto meglio, e questo non è da sottovalutare. Ed ecco che viene spiazzato per la terza volta. Quell’invito a bere. Ben poco della sua sorpresa emerge dall’espressione, a dire il vero, ma ci mette un po' a muoversi, come se stesse calcolando quante possibilità ci siano che l’altro voglia finire quel battibecco che hanno iniziato, li dentro al bar, invece che fuori dove si trovano. Convintosi che forse va bene così, si limite <mh> annuisce piano, seguendolo nel locale. Meglio dentro che fuori, con quel tempo. È più alto della maggior parte degli astanti nel posto, appena entrato si toglie il cappuccio dal capo, lasciandolo cadere sulle spalle e scuotendo con forza la testa, liberando, questa volta si, anche allo sguardo del bianco, quei tatuaggi, solo per un momento, prima che i capelli li nascondano di nuovo <Perché cerchi questo posto?> Senza preavviso, tenendo lo sguardo sul bianco e un tono di voce abbastanza alto da farsi sentire oltre il chiacchiericcio della gente. E no, non è che gli importi molto di essere quello che strilla o di dar fastidio ad altri, a giudicare da come sembri camminare su una rotaia e per chi gli viene contro… pazienza. Quanto ci metterà ad inimicarsi qualcuno rovesciando qualche bicchiere? Resta in attesa, guardandosi in torno. Così è questo che fa la gente nel tempo libero? <è così che ci si diverte…> Una considerazione che è appena mormorata, all’altro decidere se la coglierà o meno. Bisognerebbe evitare di pensare ad alta voce [chakra on] Quindi il biondo non appartiene al quartiere notturno? Poco male, potrebbe sempre essere una balla, puntando magari a farlo rilassare per poi stenderlo con maggior facilita`, ma il bianco non e` solido escludere nessuna ipotesi prima di avere una risposta certa. <Un rosso dalla risata fastidiosa?> Chiederebbe sollevando il sopracciglio dell'occhio cieco. Si, Rasetsu e` conosciuto un po` da tutti proprio per queste caratteristiche. <E lo hai trovato?> Non e` sicuro che parli di lui, ma un po` lo sospetta. Quanto riguarda il membro della shinsengumi, ve ne sono tanti, potrebbe parlare dellos tesso Kamichi (RIP, ci mancherai), ma ve ne sono sicuramente molti altri. Il biondo accetta l'invito, cosi` e` il bianco a far strada, aprendo la porta irrigidendo la mano mancina e passando, facendosi largo in quel locale. Lui non abbassa il cappuccio, troppo pericoloso, qualcuno potrebbe avverare la premonizione di Shinsei in quella stessa sera. Mat avanzerebbe verso il bancone, cercando di tenere il ragazzo sulla propria destra, cosi` che possa restare nel suo cono visivo gia` estremamente ridotto. <Non cerco quel posto, so bene dove sta.> Risposta veloce, raggiungendo una sedia del bancone su cui posare le proprie chiappe. <Ho bisogno di qualche informazione in piu` pero`. Su chi lo gestisce... e anche sul numero di stanze e le dimensioni. Vorrei comprarlo> Mente spudoratamente, cercando di non lasciar traccia di queste menzogne, cosa che non dovrebbe esserli difficile visto il quantitativo di volte in cui lo ha fatto con Furaya, gli anbu e tutti coloro che dieci anni prima non si son fidati di lui. <Che cosa bevi?> Chiederebbe al biondo, sollevando la mano destra per attirare l'attenzione di quel lavoratore probabilmente sottopagato o sotto ricatto dalla malavita. Quel pensiero espresso ad alta voce del bianco giunge si alle orecchie del Senjuu, ma decide di ignorarle, o meglio di immagazzinarle nella propria memoria e lasciarle scorrere. Piu` cose sfuggo a Shinsei e piu` lui potra` crearsi un quadro su che persona sia e su come muoversi con lui. Giusto per capire se possa essere una minaccia, uno sconosciuto o, perche` no, un alleato. [Chakra 25/25] <Si.> che altro potrebbe aggiungere. Che non sia un tipo poi tanto espansivo dovrebbe essere chiaro. Praticamente ce l’ha scritto in faccia. Eppure il bianco l’ha spiazzato abbastanza da portarselo dietro in quel locale. Lo osserva infilarsi nel buco di uno sgabello davanti al bancone, così decide di fare la stessa cosa. Il problema è che non c’è posto. Così si limita ad infilarsi tra il bianco e il povero consumatore di fianco, che si vede lentamente compresso di fianco a sua volta e, nel voltarsi stizzito, troverà nient’altro che la spalla del biondo, sovrastata però dal volto affilato, piantato nei suoi occhi con un fare per niente amichevole. Probabilmente ha la fortuna che quel locale sia effettivamente pieno di gente normale, o è l’altezza, o il volto tutt’altro che allegro. O un mix di queste cose, fatto stà che ben presto ha uno sgabello e può voltarsi verso l’altro e ascoltarlo. Sbatte un paio di volte le palpebre al dire di lui. Non particolarmente sorpreso, perché? Perché di soldi, investimenti, locali. Non sa niente di tutto questo <E come pensi di scoprirlo senza andarci?> Chiederebbe secco, con il tono interrogativo sempre molto debole, più una sentenza che una domanda, ma proseguendo con quella serie di curiosità sull’altro. E ne avrebbe altre, tipo la cicatrice che percorre senza sosta con lo sguardo pesante. È vistosa, l’altro ci sarà sicuramente abituato, e scatena domande, che per ora non vengono poste. Anzi è l’altro a chiedere, e la risposta è sicura <quello che vuoi ma niente di alcolico. O potrei…> si osserva intorno. Divertirsi troppo? Beh lui forse, gli altri molto meno <Niente di alcolico.> conferma. Certo lasciare all’altro la libertà di scegliere espone al rischio di tiri mancini. Cosa che però il biondo per ora, per inesperienza o chissà per quale altro diavolo di motivo, sembra ignorare <Che hai fatto a quell’occhio?> Eh, dai, era troppo difficile trattenere quella curiosità e il biondo di sicuro non sa cosa sia la delicatezza. [chakra On] Scruta il biondo intimidire un altro povero cittadino dubbiamente onesto ed il sorriso si stampa sul suo volto, il fatto che tratti in questo modo un po` tutti significa che e` un tipo sicuro di se e della sua stazza, probabilmente non sta mirando a colpirlo alle spalle proprio per questa sua sicurezza. Qualcosa nella testa del bianco gli dice che se Shinsei dovesse mai colpirlo, lo farebbe in maniera "onesta" e senza pugnalate alle spalle. <La compravendita di un locale e` molto complessa. Se vado li` mi faranno vedere solo quello che vogliono loro per alzare il prezzo il piu` possibile, ma se trovassi qualcuno in grado di dirmi tutto nei minimi dettagli in maniera imparziale troverei sicuramente degli appigli per abbassarlo vertiginosamente> O per demolirlo in quattro semplici passi, come hai fatto la prima volta. Si, che emozione. Solo il ricordo di quel kai gridato dall'altro mentre una copia lignea all'interno scoppiava, la vista di quell'edificio in fiamme e la gente terrorizzata che scappava... Lui era li` di fronte, sul tetto della casa davanti che osservava il tutto e aspettava il proprietario... Solo il ricordo genera un brivido che percorre repentino la schiena del bianco, ampliando il sorriso che si farebbe divertito. Qualche attimo per ritornare con i piedi per terra. <Ok, niente alcolici. Direi per fortuna, non reggo molto.> Il volto ora verrebbe offerto al barista. <Due te` per favore.> un ordine semplice, adeguato per l'orario e per scaldarsi da quella pioggia che raffredda i corpi dei passanti. Ecco una domanda, l'ustione che ha in volto. Shinsei chiede senza alcun tipo di tatto, ma non genera nessun problema al bianco che invece le vede come un trofeo. <Undici anni fa una persona mi ha portato via l'unica cosa che mi avrebbe impedito di far stronzate. E quindi ho fatto una stronzata.> Bhe, a dir poco poetico, non trovi? <L'ho chiuso in una bolla d'acqua e ho fatto da scudo mentre i suoi tirapiedi lanciavano palle di fuoco per liberarlo. L'ho fatto annegare.> Non e` andata proprio cosi`, lui ti ha piegato due costole, poi una palla di fuoco ti ha superato e lo ha liberato. Se non fosse intervenuto Sakir quel giorno non avresti perso solo l'occhio. <L'ustione ha travolto l'occhio sinistro ma la parte piu` ampia e` tra` collo e spalla.> Parti del corpo adesso fin troppo coperte. Il bianco che nessuno attorno a se noti le somiglianze tra il suo racconto e la morte di Orochi o rischia di rovinare una serata gia` non iniziata proprio bene... E se Shinsei sapesse? E se quella domanda fosse proprio per aver la certezza che si tratti di lui? [Chakra 25/25] Non ha modo di capire cosa passa per la testa del bianco, altrimenti probabilmente avrebbe continuato ciò che è iniziato e finito di fuori. E invece niente. Lo sguardo nero sulle labbra del bianco che si muovono, che continua in quella sua menzogna. Non ha elementi per comprenderla, il biondo, che quindi annuisce <Mh, ed è qui che entrerei in scena io, suppongo.> Non può che dedurre qualcosa si simile dalle parole del bianco. Quel suo sorriso, dovuto al ricordo, lo scambia per una reazione al non bere alcolici. Si probabilmente sarà meglio tenerli tranquilli per ora. Ascolta l’ordine. Annuisce. Ignora senza degnarlo d’uno sguardo il barista. Lo sguardo austero, piuttosto, inizia a vagare per il posto. Senza una meta precisa, finchè l’altro non lo richiama, e a quel punto, lentamente, lo sposta fino a portarlo su quella cicatrice. Ascolta quella storia. La ascolta completamente, senza interromperlo, finchè l’altro non finisce di descrivere dove arriva la sua cicatrice. Solo allora le labbra sottili del biondi si stendono fino a snudare la dentatura bianca. Un sorriso affilato e per niente raccomandabile. Lo riconosce infine. No, non come scagnozzo di chissà chi, lo riconosce perché ha davanti a lui un’anima affine, in qualche strano modo. Tanto quanto è dissimile, in effetti <Vendetta a qualunque costo, mh?> Chiede. Spostando lo sguardo sull’occhio ambrato. Perché simili? Perché in quel gesto, è stato estremo. Senza sfumature, ed è l’unico modo sensato di vivere. Per tutti? No, per il biondo. Chi se ne frega degli altri. <Capisco> commenta semplicemente spostando lo sguardo sulle due teiere e sui due bicchierini. Lui? Afferra senza troppi problemi la teiera e gli toglie il coperchio, sostituendola alla tazzina. Troppo piccola. Toglie il coperchio quindi, e attende che un po' di calore esca. <Shinsei.> Lo ringhia lì, tra i due. All’altro capire che sia il suo nome. [Chakra On]
Giocata del 15/10/2021 dalle 16:40 alle 21:01 nella chat "Quartiere Notturno"
<Vendetta? Non e` proprio la parola giusta.> Difatti la vendetta e` il far pagare a qualcuno per qualcosa che si ha perso. <Quel qualcosa che mi ha tolto e` ancora in giro...> La tonalita` di voce e` andata a scendere lentamente, mentre lo sguardo viene spostato verso una parete, in maniera poco piu` spenta. L'ordine arriva ed il bianco ancora non lo afferra`, non come il biondo ha fatto. In questo momento e` avvolto nei propri pensieri. Kimi... Kimi Aya Senjuu... Rischiamo il tutto per tutto. La mano mancina leverebbe il coperchio dalla tazzina, mentre l'occhio ambrato osserverebbe il vapore uscire da questa. <Hai mai sentito il nome di Orochi Hyuga? O Masumi?> Ecco che rapidamente l'occhio verrebbe schiacciato appena, rendendo lo sguardo affilato, per poi essere portato verso Shinsei, studiandone qualsiasi reazione che possano tradirlo. <Mattyse.> Ringhierebbe il proprio nome, consapevole che quel nome per la Yakuza sia quasi un tabu. La mancina afferrerebbe la tazzina e la solleverebbe, avvolgendola bene con il palmo, cosi` che in caso di emergenza possa scagliarla come una pietra sul volto della minaccia... Speriamo che non serva. Mat attenderebbe quindi, sia una risposta che una reazione in grado di fargli capire se il compare sia un nemico o un probabile alleato. Potrebbe anche dirglielo senza problemi, vuole distruggere quel locale, vuole riavere sua figlia, vuole farlo esattamente come ha fatto undici anni fa... con il fuoco, il sangue e la violenza piu` totale, a costo di morire e perdere il secondo occhio. [Chakra on] Parole affilate quelle che giungono alle orecchie del biondo. Parole che vengono ascoltate. Sembra non fossilizzarsi tanto sulla correzione che gli viene fatta, quanto sulla frase successivo. Sta donando al bianco il profilo affilato del volto appuntito, con quello sguardo nero e pesante piantato nel suo, con quel taglio affilato che lo rende più animalesco, rabbioso quasi. <mh> Commenta all’inizio, ma lo sguardo non si distoglie da lui. Sta ragionando su quelle parole, e solo quando ha formulato il suo pensiero le labbra sottili si schiudono <E tu sei alla sua ricerca?> tono di voce basso, si, solo per loro, ma quella cassa toracica rende ogni sussurro più vibrato. Sembra di stare davanti ad una grossa cassa per la musica. I bassi vibrano tremendamente. È una domanda quella che pone. Eppure non ha modo di collegare la storia di quella cicatrice al loro discorso principale: Ochaya. Non sfugge a quello sguardo nero, la reazione più spenta, il tono di voce più pesante, la leggera distrazione che lo coglie. Appunti mentali che prende, ma che a maggior ragione l’hanno spinto a chiedere, e a tenere lo sguardo su di lui, per approfondirne le eventuali reazioni. Arriva poi quella domanda, quei due nomi, e quella tazzina finalmente presa da parte sua <Orochi Hyuga> Mormora, memorizzando quel nome mai sentito prima <Masumi> Prosegue, lenti sussurri, mentre riflette. Sta ancora riflettendo, quando gli arriva anche un altro nome, <Mattyse> Imprime nella memoria anche quest’ultimo, associandolo per la prima volta al volto dell’albino <Non ho mai sentito questi nomi, Mattyse.> Risponde sincero, spostando questa volta lo sguardo di lui e tornando a soffiare con forza direttamente nella teiera che tiene con una mano sola, dalle dita lunghe e affusolate <Senti, ho sentito che a breve ci sarà una serata li dentro. Potrebbe essere interessante farci un giro.> La serata Serial Killer, ovvio. Interessante soprattutto per lui, probabilmente, che non ci ha mai messo piede, e non lo conosce. <Se però vuoi una mano, Mattyse, devi dirmi più precisamente cosa vuoi da me, che cosa me ne viene in tasca, e a cosa potrei andare incontro.> Scende nel pratico, forse è anche ora. Dopo un’ultima soffiata. Non esiterebbe a portare la teiera alla bocca e… versarsi il tè direttamente in bocca. Dimezzando il contenuto del recipiente con un sorso. Lo sguardo nero tornerebbe sul suo, in attesa [Chakra on] Sguardo fisso, senza neanche sbattere le palpebre, non si deve perdere neanche mezzo istante di quella visione. Non un solo movimento verrebbe lasciato al caso, anzi, il suo corpo sarebbe un fascio di nervi pronti a scattare in qualsiasi momento. Il petto ruota lentamente in senso orario quando ripete il proprio nome, dopo i due precedenti, e` una lieve pressione che viene posta sul grilletto fin quando... Non risponde in maniera completa. Facendo sospirare il Senjuu per qualche secondo. <Per un secondo ho pensato di doverti uccidere.> Parla chiaro, ora, consapevole che la sua parola non basti per potersi fidare di lui, ma d'altro canto, puo` dargli informazioni false per controllare il tutto. Ecco che il biondo propone quell'evento, mentre il braccio mancino accompagna la tazza di te` caldo verso le labbra, a differenza di Shinsei, lui non soffia, preferisce bruciarsi la lingua, mandare giu` un sorso e, dopo aver abbassato repentinamente la tazzina, stringere gli occhi e i denti. <Ah... Sono un coglione.> Ringhierebbe verso se stesso, soffiando poi aria calda dalle labbra nell'intento di sopportare meglio quel bruciore. Il biondo offre la sua collaborazione, il bianco lo osserva nuovamente prima di annuire. <Mi servirebbero le dimensioni del locale. So che ci sono delle scale ma non ricordo bene le loro dimensioni... Di quel locale non so nulla.> Ecco che lentamente lascia cadere la maschera, andando a rivelare i suoi veri bisogni. <Aiutami a pianificare come riprendermi mia figlia. E saro` disposto a distruggere Kagegakure per ripagarti.> E sappiamo che il bianco su questa cosa non mente. <Cosa potresti andare in contro? Solo la Yakuza. Roba da poco...> In effetti, cosa potranno mai farti dei malavitosi pagati per rompere ossa e uccidere persone? Nulla confronto quello che puo` fare una chimera... forse. <Devo sapere quanti saranno quando entrero`, quale muro porta alla stanza di Kimi e come poter scappare da li` senza farmi ammazzare. Nella peggiore dei casi, devo sapere quante persone dovro` uccidere e quanti alleati avro` al mio fianco.> A voce bassa, intento a non farsi sentire da orecchie indiscrete, ma non troppo, considerando sempre il biondo un ipotetico Yakuza. <Tu che vorrai in cambio.> Carta bianca, vuole Ame? Vuole Oto? Un demone? Una testa? [Chakra on] Ha ancora il liquido, non proprio rovente, ma comunque molto caldo in bocca, quando sente quella minaccia. Si limita a stendere le labbra di nuovo in un ghigno, uno dei suoi, mentre il pomo d’adamo si muove su e giù e le guance si svuotano <Ti farei faticare più di quanto immagini> Il tono, per quanto sempre basso e profondo, ha una vena d’umorismo nel dire. Non c’è paura, o almeno non la da a vedere. Che sia un bene o un male saranno i Kami a deciderlo. Ovviamente parlerebbe solo dopo essersi liberato la bocca, tornando a poggiare la teiera sul bancone. La tiene li tra le mani, le ha già abbastanza calde, come sempre, ma non per questo il piacere di tenere qualcosa di caldo tra le dita è minore <Nemmeno io.> Commenta, lasciando perdere l’insulto che si auto rivolge, ma quando sente la frase successiva qualcosa si ferma. O meglio, tutto si ferma li intorno. Il cuore ha un doppio battito e lo sguardo affilato, lentamente si sgrana. Lasciando che il nero di quegli occhi si veda completamente <Tua figlia…> Deglutisce a fatica, e non gli sfugge nemmeno quel nome che, come per gli altri tre fatti, memorizza ripetendolo <Kimi…> Si, ovviamente si è reso conto che tutto ciò che ha sentito dall’albino fino a quel momento è finzione, e a dirla tutta, anche questa volta non ha, per ora, gli strumenti per verificare quella storia, che però rispetto alla precedente tocca una corda intima, è evidente. L’unico elemento di sincerità sta nella disponibilità dell’albino a fare qualsiasi cosa per ripagare il debito. Cosa alla quale però non risponde. Non manifesta il suo prezzo. Non ancora. <C..cos’è la Yakuza?> Chiede. Uno che ha vissuto per una buona decina d’anni lontano dal mondo e che quando ci stava dentro non ne aveva che una decina, non può sapere certe cose. Si vede che tenta di tenere un contegno, ma le dita intorno alla teiera si serrano con un po' troppa forza, facendole emettere un sonoro “crick”. Non ancora in frantumi, ma crepe cominciano a comparire sulla liscia ceramica. Con il chakra impastato e tutta la sua forza a disposizione, è facile perderne il controllo. Soprattutto per uno come lui. <Quanti anni ha Kimi?> Una domanda che spara di botto, senza guardarlo, tenendo lo sguardo sulle sue mani, chiuso in chissà quale pensiero. [Chakra On] Ad ogni parola il biondo guadagna un punto, non vede reazioni che possano insospettirlo, anche se parla poco e questo non sempre e` un bene. Una tattica usata spesso per ricordare le informazioni e` quella di ripeterle in mente piu` e piu` volte, cosa che che spesso si traduce in "non parlo per non dimenticare". <Oh ne sono sicuro!> Inerente a quanto il biondo possa dargli del filo da torcere. <Sottovalutare il proprio nemico e` il primo passo verso la morte... il primo passo per una rapida discesa.> Con un mezzo sorriso sul volto mentre il braccio isserebbe nuovamente la ceramica per sorseggiare quella bevanda, questa volta gia` piu` tollerabile. Ascolta il suo dire, il ripetere delle parole e dei nomi, come ha fatto in precedenza per memorizzare il proprio, se non fosse stato per quello avrebbe ricevuto il primo campanello dall'arme... Ma questo non tarda comunque a venire, non per la domanda inerente alla Yakuza, quanto piu` per la ceramica che si cretta tra le dita di Shinsei. Il bianco smette di bere improvvisamente, distende poi il braccio per portare la tazzina sul bancone e, successivamente, allungherebbe le gambe per toccar terra con entrambi i piedi. <La Yakuza e` un gruppo di persone pronte a tutto per il loro capo. E a capo di tutti, per quanto so ora...> Il volto andrebbe a rivolgersi in sua direzione, il sorriso e` sparito, lo sguardo e` serio e l'occhio intento a scrutare qualsiasi cosa, tornando ad essere quell'unico fascio di nervi di prima. <...E` Masumi.> Sussurra quel nome, caricandolo di Enfasi. <Hai reagito un po` male o sbaglio?> Sollevando il sopracciglio sinistro. La mancina ha posato la tazza in ceramica, ma ancora non l'ha mollata. <Dieci anni. A breve undici.> Secco, freddo, ha tolto tutti i punti che il giovane aveva recuperato. <Ma dimmi qualcosa di te invece.> Una minaccia? Puo` darsi, ma vuole capire perche` il nome di sua figlia lo abbia congelato in quella maniera. [Chakra on] Tiene quel coccio ormai troppo fragile tra le dita ben serrate. Ad essere ignorata ovviamente adesso è la prima frase dell’albino. Ha saputo qualcosa che l’ha scosso molto di più che un semplice errore di valutazione. Annuisce una volta, ma in modo quasi impercettibile, sostanzialmente quasi ignorando le informazioni sulla Yakuza. La sua mente, comunque presente a se stessa, le annota. Sono informazioni importanti alla fine, ha appena scoperto che si addentrerà nel covo di una banda sostanzialmente. Nemmeno quel nome sembra intaccarlo, per quanto l’enfasi venga colta e il nome… di nuovo, venga masticato tra i denti <Masumi> Sta ricevendo tante informazioni, eppure per ora non chiede chiarimenti, ma lo sguardo si sgrana ancor di più nel sentire l’età di quella ragazzina. È la mascella questa volta a serrarsi. Non sta ringhiando solo perché le labbra sono premute l’una contro l’altra nascondendo la dentatura bianca <merda.> impreca senza ritegno e resterà per lunghi momenti immerso in quei suoi pensieri, fissando il bancone davanti a se, prima di annuire lentamente due volte <Si.> Risponde secco. Ha reagito male effettivamente <Non mi piace> Ammette mormorando <Sapere che c’è una ragazzina prigioniera non mi piace per niente> Sta ringhiando, e lo sguardo è piantato con una tale intensità davanti a se che non sbatte nemmeno le palpebre <Mi è successa la stessa cosa Mattyse.> Di colpo si volta il capo, rapido e veloce, schiantando contro l’albino il suo sguardo <Vuoi sapere qualcosa di me? Ero un allievo del villaggio del suono una dozzina di anni fa, mi hanno allontanato dal villaggio e da li non ho ricordi. Un paio d’anni fa sono scappato, sono tornato al villaggio, l’ho trovato distrutto, ho iniziato a sentire di questo maledetto posto e l’ho raggiunto qualche settimana fa.> Semplice, conciso e diretto. Parla veloce, come se volesse vomitargli addosso ciò che sa di se stesso e evitare di starci troppo a pensare. Come se stesse ancora scappando da quel posto. S’alza di scatto anche lui, violento, scagliando indietro lo sgabello <Senti andiamo adesso. Sembri uno abbastanza idiota da provarci. Quanto me almeno.> Ha reagito effettivamente male.Adesso sembra averla perso, quel briciolo di lucidità che ha mantenuto. Con la mente chiusa in quel vortice ossessivo che lo porta a voler correggere immediatamente una situazione che non gradisce. Costretto anche contro l'evidenza dell'impossibilità, a schiantarsi contro quel muro <Da quanto è li?> Chiede verso di lui, guardandolo dall'alto. [Chakra on] La tensione e` alle stelle, quel locale e` paragonabile ad una stanza piena di gas con il pericolo che qualcuno entri ed accenda la luce... si sta camminando sul filo di una carta bomba. Il biondo ripete il nome di Masumi, poi decide si spiegarsi, fornendo delle informazioni sensibili che permette al Senjuu di ricreare la reazione che il giovane ha avuto. Ascolta ogni sua parola, allentando gradualmente la presa sulla tazzina fino a lasciarla completamente. Shinsei non ha vissuto in mezzo alle rose, come molti dei ragazzi che ora girano per Kagegakure, un altra cosa che li accomuna piu` di quanto credano. Si, Mat ha vissuto guerra e battaglie come shinobi e non come vittima di una catena di odio, ma questo non significa che i due possano esser rimasti scottati in maniera diversa. <Quindi sei arrivato da poco eh?> Una domanda retorica, lo sguardo rivolto verso Shinsei cambia, torna quel mezzo sorriso e la tensione cala drasticamente, direi meno male! <Mi piace la tua determinazione.> Annuisce convinto, voltandosi nuovamente verso il barista. <Portaci due alcolici qualsiasi.> Ordina prima di tornare a guardare il nuovo amico. <Non andremo sta sera. Perche` sono abbastanza folle da buttarmi nella mischia anche da solo, ma voglio sapere dove combattero`.> Ancora un mezzo sorriso, mentre la mano destra ora verrebbe posta al biondo. <Voglio almeno una possibilita` di vincere, prima di andare a morire con un sorriso in faccia.> ironico, ma e` il suo carattere. Se qualcuno assistesse a due milioni di futuri e ve ne sia uno solo in cui Mat vince... Bhe, trovera` come far si che sia quel futuro ad avverarsi. A costo di morire. <Non lo so. Orochi l'ha presa quando e` nata. Ho trovato lui, ho distrutto il locale, ma di lei nessuna traccia. Poi sono arrivate le chimere...> E che palle. <Shinsei. Io lo faccio per mia figlia, ma li` c'e` molta piu` merda di quanto tu creda... Vendono bambini... e non come un orfanotrofio.> Sperando che lui capisca. <E se vuoi veramente aiutarmi, se vuoi veramente aiutare loro. Aiutami a capire come distruggere quel posto e ucciderli tutti, nessuno escluso.> Attende ancora la mano, alzando il mento mentre i drink vengono serviti. <Aiutami a fare un bagno di sangue.> E se lo sentissero? Sangue in piu`. Ancora una volta, liquida con un cenno di assenso del capo la sua domanda retorica. Senza donargli troppo attenzione, e lo stesso fa con i complimenti. Completamente incapace a reagire come si deve a questo tipo di scambi umani. Le restanti parole vengono ascoltate dal biondo in assoluto silenzio, tenendo lo sguardo piantato sull’albino. Non interromperà le sue risposte, fino all’ultima frase, che scatena in quello sguardo nero una luce spettrale, e un ghigno affilato tanto ampio da snudare le zanne. <Mi sta bene.> Commenta dopo qualche secondo, ritirando lentamente quel ghigno <Vuoi evitare di uscire li dentro con un cadavere in braccio. Questo richiederà un po' di preparazione in più, suppongo.> Rammaricato? Certo. Se c’è un maestro di carica a testa bassa questo è lui. Distoglierebbe o sguardo dall’altro solo per voltarsi verso lo sgabello, incastrare un piede tra le zampe di legno e tirarlo su con la gamba per afferrarlo con la mano e ficcarselo di nuovo sotto ai glutei. Evidentemente ancora pensoso ma probabilmente più convinto della necessità di un piano. Almeno questo, seppur visibilmente turbato dalla consapevolezza appena acquisita che in quella città ci sia un posto simile. La mascella ancora serrata <Ti aiuterò.> Con convinizione. Di più, con determinazione. Di più, con quell’ardente furore distruttivo che già pregusta quel bagno di sangue, dipinto negli occhi neri. <Parleremo in futuro del modo in cui potrai aiutarmi, Mattyse. Intanto aggiorniamoci in seguito alla serata alla quale, a questo punto, parteciperò.> Per forza. In qualche modo dovranno aggiornarsi sugli sviluppi <Non ho ancora un telefono. Dimmi un posto nel tuo settore che sia facile da vedere e che frequenti. Ti cercherò li.> è come? Facendo il piantone? Non sembra tipo da lasciarsi scoraggiare, dopotutto. Non da questi particolari. Aspetterà con l’altro il da bere. Sugelleranno così la nascita di qualcosa che potrebbe portarli ad affogare nel loro stesso sangue, o a sguazzare nel sangue altrui. Il futuro è ancora incerto, e va bene così. Berrà con estrema moderazione. Vista l’incapacità di trattenere i suoi istinti anche da sobrio. Giusto per evitare che finisca in rissa, o che finisca contro l’albino stesso. A brindisi terminato, si dirigerà verso il suo settore, sparendo nella notte così com’è apparso[End] Ha compreso, quel biondo che sarebbe probabilmente in grado di incutere timore alla stessa Furaya, grazie alla sua stazza e a quella sua determinazione che si palesa come un aura intorno a lui. <Vedrai che in breve sara` tutto finito.> E` quello che si ripete da tempo ormai, e` quello che ripeteva Mekura e che, grazie al cielo, non ripete neanche Furaya. Osserva Shinsei riprendere la sedia e lui tornera` al suo posto, afferrando il bicchiere portatogli dal barista. <Una parola a qualcuno e finisci nella conta.> A sangue freddo si rivolge al barista, sollevando il bicchiere per andare a sorseggiare l'alcolico, senza distogliere lo sguardo neanche per un istante. <Quando vorrai riscattare il favore dovrai solo fare un fischio.> E senza pensarci due volte dovra` ripagare, costi quel che costi, non sta chiedendo un favore del cavolo, ma una mano in qualcosa di paragonabile ad un massacro. Chissa` come andra` a finire. <Non ho un telefono neanche io, quindi non e` un problema. Ci sono due posti in cui puoi trovare me o delle persone fidate.> Qui verrebbe issata la destra con tutte e cinque le dita chiuse. L'indice verrebbe sollevato per primo. <Nel settore di Konoha, puoi trovare me e la mia compagna. Una ragazza bassina, capelli rosa e lunghi, occhi azzuri. Furaya Nara.> Il nome della decima hokage, chi sara` mai? Il dito medio sarebbe il secondo ad issarsi. <Nel bosco oscuro vi e` un'altra ragazza ed il suo cane. Capelli neri, due segni rossi sulle guance. Lei sapra` sempre dove trovarmi.> E ora il braccio verrebbe appoggiato sul bancone. <Parla liberamente con loro, se non ti porteranno da me mi aggiorneranno in ogni caso.> Il bianco solleverebbe il bicchiere, cercando di avvicinarlo a quello del biondo. Si, lui regge poco, motivo per cui gia` solo quel drink potrebbe farlo distendere in qualche vicolo, immergendo la faccia nel proprio vomito. GG MAT! <All'Ochaya> palesemente ironico, propone quel brindisi per festeggiare quella nuova amicizia. [END]