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con Matono, Shinsei

23:19 Matono:
  [Esterno Magione] Passo cadenzato e svelto ,sguardo torvo fisso in avanti, in direzione dell'enorme palazzo destinato al Kage del suono. Si presenta come sempre Matono, sia nell'aspetto esteriore che nelle espressioni e nelle emozioni trasmesse, Maglia bianca e pantalone scuro con scarpe chiuse, letteralmente ci possiamo fermare qui, non un particolare o un' accessorio di sorta, fatta eccezione per il coprifonte del suono ben legato al bicipite destro, il suo aspetto anonimo si riconferma tra i suoi preferiti anche nella nottata odierna, con la luna che pian piano si riappropria della sua interezza ed è ormai a metà dell'opera, Non una nuvola sembra impensierirla, si staglia sola nel cielo scuro. L'illuminazione nei pressi della magione del Kage comunque è molto intensa, soprattutto se la rapportiamo anche al resto della sezione del suono, che fatta eccezione per l'area di ricerca resta comunque dall'aspetto arretrato e classicista, non che a Matono dispiaccia questa caratteristica, anzi al contrario ne è felice come se fosse nostalgico riguardo un era che nemmeno ha sognato, figuriamoci vissuto, un istinto recondito comunque ogni giorno gli pungola la psiche ripetendo che tutto questo non è quello che dovrebbe essere la sua esistenza. In tutto questo il ragazzo s'accompagna ad una figura bionda dalla capigliatura decisamente degna di attenzione, fortunatamente a quell'ora tarda non dovrebbe succedere, Shinsei tiene il suo passo a circa mezzo metro da lui, sulla sua destra. I due al momento comunque viaggiano spediti ed in silenzio, non che di loro siano due chiacchieroni, forse Shinsei sicuramente di più ma il problema del biondo resta quello che di solito esce dalla bocca.<Mh.> Suono gutturale di stizza alla visione ormai abbastanza nitida della villa del kage, a circa una decina di metri dai due, Matono blocca il suo incedere finora molto spedito, improvvisamente, e prende a tenere sotto attenzione la costruzione di fronte a lui, la linea della bocca si storce e cambia, i suoi occhi restano sempre colmi di una sensazione che sembra una fusione tra apatia e rabbia accumulata negli anni, in ogni caso non una bella espressione.< A volte, se ci penso, non riesco a capire a cosa servirebbe avere i Kage qui, siamo stati decontestualizzati da questo mondo, e loro sono diventati niente più che politici.> Si riferisce ai kage d'altra parte.<Ma al tempo stesso a volte fatico anche a biasimarli.> Conoscere la tranquillità dopo tante guerre non è cosa da poco, riuscire a dimenticare per un periodo di tempo così lungo quanto l'incombere della falce sia improvviso e repentino ha fatto stare bene molti.<Forse siamo rotti> Conviene verso Shinsei, sorridendi amaramente. Perchè mai dovrebbe desiderare che i muri non ci fossero, e che i ninja tornassero ad essere la forza militare che era, non ha alcun senso vivere con la costante paura della guerra.<O siamo nati nel momento sbagliato.> Per magari morire a 15 anni, ma smettiamola.

23:40 Shinsei:
 Un ottima destinazione è stata scelta quest’oggi dall’atomico duo. Così diversi, accumunati solo dall’avere sul cazzo il mondo intero. Da quello e dalla passione per le fantasie floreali. Calzoni neri, lisi e usurati, canotta nera, felpa nera ma col cappuccio abbassato stavolta, a mostrare quel cranio dai fianchi lisci e decorati da draghi d’inchiostro, con i capelli ancora raccolti in una coda. Può mostrarsi, si fida del moro. Le mani sono infilate nelle tasche della felpa. Passo lento e cadenzato anche il suo, adeguato a quello dell’altro. Il volto affilato è proiettato in avanti, contro quel palazzo enorme. Lo sguardo oscuro, mostra la solita, continua, inestinguibile motivazione. Una sorta di sacro furore che non lo lascia mai solo e che spesso trasforma la sua espressione in una forma di austerità non curante verso nient’altro che non sia ciò a cui mira. E oggi mira a quel palazzo, come se volesse buttarlo giù a suon di sguardi. Non se la ricorda neanche la residenza del kage di Oto. È un mondo troppo diverso, seppellito dalle macerie di un’esistenza corrotta e marcia, qualcosa da non rinvangare. Non senza dolore. Ascolta il dire dell’altro, spostando nient’altro che le pupille per guardarlo con la coda dell’occhio, solo un attimo, prima di tornare a guardare davanti a se, dritto verso quelle luminarie accecanti. E d’un tratto arresta l’incedere. Fermo come una statua per lunghi momenti, come se stesse soppesando quelle parole, come se fosse immerso in chissà quale visione da esse scatenate. Resta muto e fermo per abbastanza tempo da destar preoccupazione, ma lo fa spesso d’altra parte <Non è solo il kage ad essere inutili. Tutti i ninja lo sono. Inutili oppure servi.> Regala al mondo la sua sentenza. Un mondo che probabilmente nemmeno ci tiene a sentirla. Scuote il capo, lentamente, due volte <Nessuno dei due. Siamo esattamente al posto giusto e al momento giusto.> In che senso? Cos’ha in mente? Difficilmente riesce ad essere chiaro. Non comunica bene con le parole. Lo fa molto meglio coi pugni di solito. Osserva di nuovo quel palazzo e d’improvviso un brivido lo pizzica lungo la schiena, e quell’espressione austera si macchia di rabbia, ceca, incontenibile <tsk> schiocca le labbra contro il palato <Ho cercato di conoscere questo posto di merda un po' meglio, in questi giorni.> Ammette, senza filtri. Difficilmente riesce ad averne, figurarsi con una persona come il moro. <Ho scoperto un po' di cose> Lo butterebbe giù davvero quel palazzo se potesse. Eppure resta lì, fermo, a farsi investire da quella luce alla quale non è abituato e che lo costringe ad affilare lo sguardo. Come se non volesse dimenticarsi qual è il suo obbiettivo, se volesse tenerlo sempre davanti a se.

23:55 Matono:
  [Esterno Magione] Non si aspettava una risposta diversa dal biondo, sicuramente sembra aver meno dubbi di Matono, o perlomeno le sue certezze li superano. Alza le braccia verso l'alto e socchiude le palpebre, oscurando per un attimo la già ottenebrata vista, seppur le luminarie siano intense al punto di non mostrare quasi alcuna stella nel cielo.<Infatti mi sento assolutamente inutile> sottolinea veemente, sbuffando dai polmoni l'aria abbastanza rumorosamente.<Una vita tranquilla e lunga alla maggioranza aggrada però> il discorso doveva essere incalzato maggiormente d'altra parte, quel che è certo comunque e che il moro si arrovelli visibilmente nell'espressione in quel frangente, increspando il viso in una smorfia. La replica sul momento comunque lo forza ad archiviare temporaneamente i pensieri precedenti, ferma il discorso e risponde interrogato.<Non credo di afferrare.> Occhiata a Shinsei con il volto che lentamente si scosta verso destra, parole bofonchiate a bassa voce, d'altra parte distano mezzo metro e non ha voglia di svegliare il Kage o delle guardie.<Hai la mia attenzione.> una pausa ove si schiarisce la voce.<Sei assolutamente più efficiente di me che cammino senza meta come un idiota a pensare a cose stupide.> Una descrizione perfetta della sua settimana, letteralmente inutile.<In ogni caso, non stuzzicare la mia curiosità. Spara.> Lo invita portando allargando le braccia e alzando le spalle, voce flebile ed attenzione su Shinsei. In ogni caso anche senza osservare od analizzare il biondo, si può palesemente percepire attorno ad esso un aria intensamente colma d'odio, almeno molto più forte e palpabile rispetto alla norma, che già di per se ha dei livelli belli alti. In ogni caso si zittisce tornando a studiare il palazzo, scuro e con note viola completamente in legno ma ben curato e decisamente ben costruito. Sospira e ricade nell'oblio della mente e dei pensieri, nell'attesa della replica non perde tempo spendibile a nuotare nell'oceano di fastidi causati dal suo fantasticare su cosa come sarà.

00:17 Shinsei:
  [Esterno Magione] Lo ascolta. Annuisce alle sue prime parole mentre non riesce ad impedire un fremito di rabbia a scuotergli le labbra. Ma resta in silenzio ancora, frase dopo frase, invito a parlare dopo invito a parlare, come se d’avvero stesse cercando il senso in quel mondo leggendo solo dalle parole del moro che ha di fianco. <Non c’entra niente l’efficienza.> Commenta, quasi con disappunto, ancora senza guardarlo. Poco da descrivere sui movimenti, che non esistono, resta fermo. L’unica cosa che sposta è il volto affilato verso il compagno, cercandolo con lo sguardo nero < “Una vita tranquilla e lunga alla maggioranza piace”> Ripete esattamente le parole dell’altro <Ed è giusto che sia così. Ma noi non siamo la maggioranza, Matono.> Lo include, nel discorso, non tanto per una comunanza di ideali. <Non lo siamo perché noi abbiamo la capacità di utilizzare l’energia della natura. Possiamo l’immenso potere che il chakra ci dona> Ecco cosa li accomuna e li rende speciali <Chi ha questo dono dovrebbe aspirare a qualcosa in più di una vita piatta e lunga.> Decida lui quale sia l’ideale. Che non sia l’ignavia però. Chissà una persona normale cosa farebbe con quel potere. Chissà cosa faranno i nostri due eroi che quel potere ce l’hanno sul serio <Ho visto un mondo che si basa sulla paura, Matono.> Chissà quale rivelazione si aspettava. Lo sanno tutti questo. <La paura dell’esterno tiene tutti all’interno, e qui dentro sono tutti contenti finchè non ci parli sotto voce, al riparo da orecchie. E allora scopri che non ce n’è uno che ci sta bene qui.> Il respiro inizia a farsi pesante, gonfia la grossa cassa toracica e, stranamente, inizia lentamente a muoversi di qualche passo in avanti, poi di qualche passo indietro, come un animale in gabbia, ma senza mai scostare lo sguardo da Matono <Capisci che dico? Coloro che hanno il potere di governare l’energia del mondo hanno accettato di vivere in un mondo in cui è la paura a governare, in cui è un bene stare chiusi dentro delle mura che non si sa per quanto ancora ci salveranno e in cui è un CAZZO di piacere stare zitti e buoni a fare i servi di chi ha approfittato del momento giusto per farsi avanti> La urla quella parolaccia, è furioso, ossessivamente furioso. Quella povera mente frammentata dev’essersi incagliata. È diventato anche più loquace del solito. Più espressivo anche nella mimica del corpo. <Hai capito adesso, perché siamo al posto giusto e al momento giusto?> è incomprensibile il discorso, seppur qualcosa cominci a chiarificarsi. Eppur sembra quasi impaziente di spiegarsi, come se volesse far arrivare al moro un concetto a lui caro, prezioso, ma ci tenga a dirlo al meglio. Lo osserva, senza smettere di camminare avanti e indietro.

00:41 Matono:
  [Esterno Magione] Matono sulle prime è abbastanza colpito, le repliche dapprima portate con frasette sprezzanti e corte diventa discorsi articolati e complessi, una serie di esternazioni fuori norma per il biondo portano alle orecchie di Matono diverse cose, ne accumula un po e replica ai piccoli blocchetti suddivisi dalla sua mente.<Ora come ora preferirei morire fuori che dentro.> Un tono dubbioso quando nel mentre della replica ripensa a quanto sta per dire, certo ricorda bene i latrati ultra terreni ed il caos, non è così sicuro di preferire degli umani a delle chimere.<Certo è più semplice capire le chimere che un altro essere umano.> Sbuffa fuori piuttosto infastidito, tono secco. L'attenzione di Matono ora balza dal vuoto alla magione ed in qualche frangente a Shinsei, sembrerebbe circospetto ma in realtà potrebbero semplicemente essere dei tic nervosi.<Tutti abbiamo paura > Sottolinea lapidario.<Chi non ne ha è scemo o mente.> e sembra dare un calcio ad una porta per chiuderla, metaforicamente riferito al discorso. Sembra quasi invitare Shinsei ad andare avanti prendendo ad osservarlo impaziente, certo Matono le sue convinzioni le ha, i dubbi sono di tutt'altro genere.<Questo è tipico di un ambiente chiuso, non avrei mai creduto che tutti fossero contenti in quest'utopia rotonda.> Incrocia le braccia e socchiude nuovamente le palpebre, ma questa volta resta in questa posa, con il capo che va leggermente verso terra.<noi abbiamo il potere di essere diversi, ma fintanto che non abbiamo lasciato alcun segno.> Si porta la mano destra a livello della fronte strisciandola lentamente verso il basso la replica portata flebilmente.<Non siamo diversi da una qualunque altra persona.> Sobbalza leggermente quanto Shinsei prende ad urlare, d'altra parte era intento a liberare la mente con gli occhi chiusi. La palpebra destra si apre e va a guardare shinsei, spostando leggermente il capo per riuscire a metterlo a fuoco come si deve.<Loro più di tutti con molto più potere di me e te messi assieme non facendo alcunchè si sono dimostrati il gradino più basso, nonostante siano ironicamente gerarchicamente più alti di tutti noi.> Ora apre entrambi gli occhi voltando la sua figura di novanta gradi voltandosi completamente in direzione di Shinsei indicandone il capo con l'indice destro affermando con tono deciso.<In quella testa bacata sta frullando qualcosa.> torna ad incrociare le braccia sospirando< Tutta l'aria attorno a te urla " Guai". Io la penso così ma non ho il quadro generale.> Criptico si porta la mano destra al mento distogliendo per un attimo l'attenzione dal biondo, passato qualche secondo la riporta nuovamente li, e domanda con vigore.<Il tuo quadro generale è influenzato da come sei stato cresciuto. Come il mio d'altronde. Ora vorrei comprendere questo come> Non si pone tanti problemi a sparare la richiesta, un pò conta sul suo essere senza peli sulla lingua.

01:09 Shinsei:
 Quattro passi avanti, quattro passi indietro, avendo Matono come centro del suo movimento. Prima o poi scaverà un solco continuando a camminare in quel modo. È il suo turno di ascoltare e lo fa senza riserve. Ancora una volta non risponde ai singoli discorsi. Resta in silenzio sempre. In silenzio ma non fermo. Lo sguardo si distoglie presto dal Moro, fissandosi prima sul grande palazzo, e, all’opposto, sulla lunga strada deserta, quando cammina con le spalle al palazzo le mani si stringono in pugni abbastanza stretti da spingere le vene a ridosso con la pelle. Fatica a pensare ad altro, ma d’altronde è proprio questo che significa pensare ossessivamente, compulsivamente a qualcosa. Vuol dire non riuscire a pensare ad altro. E per lui è visibile che quel problema di cui la maggior parte delle persone parla come se fosse il più generico dei massimi sistemi, adesso, è il problema più concreto e urgente che esista. Eppure, lentamente, mentre l’altro parla, s’arresta e sposta di nuovo lo sguardo oscuro su di lui i passi si fanno sempre più lenti, come se quelle parole fossero una musica distensiva per i suoi nervi. Perché? Perché risuonano esattamente con la sua anima. Si sono capiti a vicenda. Si ferma, di fronte a lui, le labbra si distendono fino a snudare i denti in un sorriso sincero <Esatto> esatto cosa? Esatto tutto. Dalla prima all’ultima parola, ma partiamo dall’inizio. La salta la parte delle chimere. Non è il momento, si vede che sono due freak che li in mezzo non sanno proprio starci. <Non si tratta di non avere paura! È questo che non capisco> Lo capisce da solo che deve spiegarsi meglio <I ninja hanno sempre affrontato la paura. Non esiste il coraggio senza la paura, ed è proprio questo che chi utilizza il chakra può fare. Combattere la paura. È per questo che non mi rassegnerò mai a vivere in un mondo in cui va bene stare rintanati piuttosto che fronteggiare quello che ti aspetta al di fuori>. Si prende una pausa, poi un lampo negli occhi. E si avvicina di mezzo passo, arrivando a portata di braccio e tentando, qualora il moro lo consentisse, di sfoderare una mano dalla tasca della felpa e abbatterla sulla spalla dell’altro, in una pacca <Ecco che hai capito. Esattamente, noi non saremo mai diversi finchè non faremo qualcosa, è per questo che siamo al posto giusto e al momento giusto.> è difficile entrare nella mente di un uomo mosso da una motivazione cieca, da un furore costante che spesso gli ostacola anche la parola. Il tocco, in ogni caso, sarebbe breve. Alle ultime due frasi dell’altro si limita a sorridere <Nessuno di noi ha il quadro generale.> Una sentenza <Anzi, nessuno ha MAI il quadro generale> sottolinea quella parola. Il quadro generale non esiste. Esistono solo le interpretazioni <Vuoi vedere con i miei occhi?> è una domanda retorica, mentre gli da le spalle <Vedresti una città-stato in cui tutto l’enorme e colorato spettro degli ideali del mondo ninja si è ristretto a due opposti> Sospira, non amareggiato, ma di nuovo furioso, desideroso, bramoso di fare qualcosa. Si volta verso l’altro, posizionato tra il moro e il palazzo luminoso, proiettando su di lui la sua ombra <O accetti una vita inutile, nella luce, oppure diventi il cattivo. Luci e ombre, e dove la luce è più forte le ombre sono più profonde> Lascia svanire ben presto l’epicità di quel momento <Io non accetto di vivere in un mondo sorretto dalla paura, Matono. Certo, nessuno mi impedisce di andarmene, ma è ovvio che singolarmente nessuno avrebbe scampo. Voglio che tutti. O almeno tutti i ninja, aprano gli occhi> e come? Perché è questa la domanda che stiamo tutti aspettando di risolvere. Si prende qualche attimo, prima di tornare a guardarlo <è la mia storia, che mi stai chiedendo?> è un tono più freddo quello che usa, ma non minaccioso, ha imparato che con l’altro si può parlare. Sta solo cercando di capire.

01:38 Matono:
  [Esterno Magione] Certo chiunque osserverebbe la scena avrebbe diversi dubbi, Shinsei sembra incastrato in un movimento ripetitivo come rimbalzando su muri invisibili. Matono si limita a spostare la testa assieme al movimento di Shinsei, da destra a sinistra mantenendo il contatto visivo e l'attenzione su di lui, restando in silenzio. Tutta la figura del biondo sembra colta da continui fremiti e tensioni, forse la vicinanza a questo luogo innervosisce Shinsei più del solito, saltasse fuori qualcuno ora prenderebbe un destro alla velocità di un treno. Il silenzio comunque vien spezzato poco dopo, analizza la replica di Shinsei a fondo, d'altra parte il suo modo di comunicare sebbene sia decisamente diventato più esaustivo resta sempre leggermente criptico, và interpetato insomma.<Io forse lo capisco.> Con entrambe le mani alzate fa l'inconfondibile gesto del virgolettato, portando poi la replica con tono volutamente poco convinto<"La via Più facile" è un costrutto che fondamentalmente non scontenta nessuno. Chi vive quest'epoca gode di un aspettativa di vita maggiore, meno paure e dubbi. Mentre chi la controlla ha il proprio giardino dell'eden. Il senso di alienazione è stato soppresso dalle coscienze.> Evidentemente non dalla loro, è chiaro. Certo Shinsei emette un certo ardore in questa sua battaglia personale, decisamente ha un attrattiva di un qualche tipo, le idee sono certamente condivisa sebbene le metodologie di approccio siano enormemente diverse. COglie la domanda retorica ma la cosa non gli toglie la voglia di capire cosa c'è dietro a quella domanda, quindi lo fissa negli occhi, nero su nero,
furia su apatia.<Stai pensando in grande.> Lo fissa ancora, intenso, le sopracciglia s'inarcano leggermente, la bocca si apre e si chiude, parole portate con tono deciso, ma mai la voce si alza oltre i toni, la mantiene uniforme.<Seppur come ti ho detto era impossibile credere che queste idee sono condivisibili anche con altri. Le idee vanno trasformate in azioni, e sò che stai scalpitando proprio per questo.> Fa un cenno verso Shinsei che ancora dondola passeggiando a piedi pesanti di fronte a Matono, sembra scaricare la rabbia solcando il terreno e consumandosi le scarpe quasi a vista d'occhio.< Prima di diventare ninja non c'era niente di particolare che io volessi diventare. Non ho mai pensato veramente ai miei sogni e alle mie speranze. Avevo lasciato che le cose andassero per il loro verso vivendo alla giornata senza scopo, e immaginavo che sarebbe stato sempre così. Perciò pensavo che, anche se mi fosse capitato un incidente o roba del genere, e fossi morto, la cosa non avrebbe avuto molta importanza. Poi mi è venuto da pensare che se non riuscivo a vedere la speranza da nessuna parte forse dipendeva dal fatto che non lavevo mai cercata, quella speranza.> Tossicchia e indica il coprifronte con la mano destra.<Pensavo fosse qui, ma così questo è solo un accessorio. forse più che speranza dovrei chiamarlo scopo.> Ora osserva Shinsei nuovamente con forza, intenso, poi annuisce lentamente tre volte prima di affermare.<Esattamente> D'altra parte l'obolo d'oro pagato da Matono quale un piccolo frammento di sè stesso dovrebbe essere sufficente, come pagamento, per attraversare l'ade di Shinsei.

02:07 Shinsei:
 Più calmo, almeno nei movimenti, meno in quell’austera voglia di spostare il mondo da solo che si porta dietro, solleva la mancina solo per farsi una carezza sui capelli passando le dita su quei draghi che adornano il cranio. <Ma certo che lo capisci> Commenta <Tutti lo capiamo, anche io>. Con un paio di ampi respiri, anche i movimenti del torace tornano tranquilli, quasi impercettibili <Per chi viene da fuori le mura questo posto è un miraggio, la salvezza.> Spiega. <Nonostante questo, io non sono fatto per questo> il discorso qui diventa più personale, meno sui massimi sistemi. Si scambia sguardi con l’altro. Occhi così uguali, sguardi così diversi <Non è vero.> Sentenzia con un bagliore. No, non sta pensando in grande, quello in realtà è solo l’inizio. Eppur si tace. Non può non concordare sul fatto che le idee vadano trasformate in azioni e l’altro riesce a leggergli l’impazienza di farlo stampata in faccia come fosse un libro aperto. Resta in silenzio ad ascoltare la sua storia. La ascolta completamente, senza interromperlo, Sposta lo sguardo sul coprifronte indicato da lui, di nuovo sorride, un sorriso disteso, senza tensioni. Si limita a sollevare di nuovo il braccio, avvicinandosi quel tanto che basta da poter toccare il coprifronte dell’altro, la mano destra si alza, tutte le dita distese eccetto il dito indice, tenuto dal pollice in una sorta di cerchio, per poi essere rilasciato in una schicchera che andrebbe a colpire proprio il metallo. Una schicchera data senza chakra, ma è comunque un uomo che dispone del massimo della forza a disposizione di un uomo medio. Decisamente non è nella media come uomo. <Sei su questa terra per un motivo, Matono> Lo chiama <Se non pensi sia così fai prima a superare le mura, trovare la prima chimera che incontri, spalancare le braccia e farla finita> Gelido nel commento, mentre abbassa la mano <Se invece trovi anche solo un motivo per non farlo, te lo devi coltivare come se fosse la cosa più cara che hai su questa terra.> Tiene lo sguardo su di lui <A parte riuscire a farmi il culo, un giorno.> Quel sorriso quasi pacato si tinge dell’ombra di un ghigno. <Io spero di sbagliarmi, che esistano altre vie. Ma se non è così, devi capire se ti sta bene questo sistema e dedicare la tua vita a difenderlo o se non ti sta bene e dedicare la tua vita ad abbatterlo>. Abbassa lo sguardo, senza rassegnazione ne tristezza nel tono. Sembra convinto della sua analisi. E finchè qualcuno non troverà gli argomenti per smentirlo, non c’è motivo di cambiare <è un argomento spinoso> Commenta quando l’altro gli chiede della sua storia <Ma è anche di questo che volevo parlarti quando sono venuto a cercarti stasera. La mia storia è l’altro lato della moneta> come ha detto anche Matono, ognuno di noi guarda il mondo a seconda di da dove proviene <e presto potrei aver bisogno di un aiuto.> Ancora una volta criptico, mentre stavolta lo sguardo non si schioda dal suolo, come se ci fosse una pepita d’oro ai piedi del moro.

02:31 Matono:
  [Esterno Magione] Tutto questo discorso causa in Matono una sensazione di deja vù pressante, si cruccia in viso e fruga nei ricordi alla ricerca di un qualche riferimento, ma mai nella vita si è intrattenuto in questo tipo di conversazione e soprattutto nemmeno in un discorso così lungo ed approfondito. Lascia fluire le repliche dei Shinsei, trasale leggerrmente al "non è vero" come se facesse qualche ragionamento a riguardo istantaneamente.<Non lo è?> Non rivolge una reale domanda, lo domanda più a se stesso in questo frangente.<Potrebbe non esserlo.> Si risponde, sempre da solo e verso sè stesso, infatti lo sguardo è rivolto verso il basso, rimuginante. E nuovamente ha un piccolo sobbalzo, non dovuto ad un vociare del biondo, bensì dovuto ad un colpo inferto, nulla di chè se non un sordo suono metallico dovuto alla vibrazione dovuta al colpo, Shinsei pare attendere il cessare del tintinnio per continuare.<Mi roderebbe parecchio morire senza aver combinato niente. Diciamo che è un ottimo carburante, straparlo non farci caso> Con la mano destra ondeggia facendo segno di lasciar perdere quel lato del discorso, sebbene abbracciare una chimera cambierebbe il suo status di nulla in quello di folle.<Questo sistema non mi andrà mai bene.>Afferma con tono deciso.<E di sicuro non passerò la vita a difendere le mura se non viene minacciata direttamente la mia vita s'intende> inspira ed espira profondamente, si strofina gli occhi con la mancina per un paio di secondi, sbattendo le palpebre velocemente subito dopo per un paio di volte, rimesso a fuoco il biondo interrompe la pausa per riportare la sua voce a rompere il silenzio, le sensazioni all'interno della voce sono più percepibili della consueta neutralità, la curiosità s'accende e fà guadagnare a Shinsei una rinnovata attenzione da parte del moro.<Sono molto curioso.> Sottolinea la parola "molto" con un tono vocale leggermente più alto e marcato.<Non so cosa tu voglia fare a questa gabbia.> sembrerebbe avere un mezzo sorriso dipinto in viso.<Ma se la vuoi aprire, so anche che non ti fermerei in nessun modo.> Non che avesse una qualche intenzione di fermarlo.<Quindi questa tua richiesta di supporto mi incuriosisce ancora di più, temo potresti convincermi.> Non che sia un reale timore ma quasi una battuta.

03:08 Shinsei:
 Lo osserva, lo ascolta. Un’altra di quelle persone con cui l’interesse nel parlare non tramonta, ma divampa. Scuote il capo. Confermando la sua risposta <è l’inizio> conferma, alimentando quella possibilità che lui stesso ha colto. Deve esserlo. Per come ne ha parlato il suo è un’ideale distruttivo. Ma gli ideali distruttivi non possono fornire tutta quella forza di volontà. Quella ce l’ha chi ha una causa da combattere. Chi vede nella distruzione solo il primo passo. Eppure, a dire il vero, la strada gli è preclusa. Oscura, invisibile. <Non stai straparlando.> Scuote il capo <e se lo stai facendo, sei in una fottuta ottima compagnia> sembra una gara a chi piscia più lontano. Eppure non lo è. È un confronto piuttosto. Quando l’altro dichiara la posizione in cui NON si troverà mai. Il biondo non può che far spallucce <è comunque un inizio, ma l’hai fatto di nuovo. Invece di scegliere dove tu…v u o i…stare> pone enfasi sulla volontà dell’altro <hai scelto dove non vuoi stare.> Che, convinzione del biondo, evidentemente non è la stessa cosa <Stiamo parlando per portarci a casa delle riflessioni. Trovarsi l’obbiettivo di una vita in una notte è stupido. Pensaci su. Ne riparleremo.> Una promessa solenne e, probabilmente, nient’affatto positiva. Ma è qualcosa per chi è partito senza obbiettivi, no? È qualcosa anche per chi è partito con la voglia di spaccare il mondo ma senza sapere come fare. Ascolta le sue successive parole < Sul cosa fare mi fermo.> Ammette, questa volta si, amareggiato <So che è un sistema che si basa su due convinzioni.> si accompagna co un gesto. Mano chiusa a pugno con indice e medio che svettano a contare con le parole <la convinzione che li fuori ci sia qualcosa che non si possa affrontare e la convinzione che qui dentro tutto sommato si stia abbastanza bene> le mascelle si serrano. Facendo guizzare i draghi sulle tempie <Sono due convinzioni che si autoalimentano. Nessuno troverà mai la forza di cercare di risolvere il problema fuori da queste mura sapendo che si stà così bene all’interno, e nessuno troverà la forza di cambiare le cose qui dentro, se saprà che c’è il rischio che tutto collassi e che si sia costretti a tornare all’esterno> Si prende una pausa <Quando avrò capito come far crollare queste due certezze te lo dirò> Ah, quindi distruggere quello che di fatto è un governo mondiale e contemporaneamente spazzare via la minaccia del finto dio… no ma questo mica è pensare megalomane… no no <In ogni caso, come ti ho detto, ne riparleremo.> Sospira <Le cose importanti: ho bisogno che tu sappia alcune cose. Potrebbero essere giorni un po' strani, i prossimi> Lo ammonisce, per poi scuotere il capo. Comprendendo che è la strada sbagliata per spiegare. Troppo complicato <Vedi. Temo di non saperla raccontare la mia storia> Di nuovo si alza la mano per andare a massaggiare una delle due tempie, li sul muso del drago stilizzato d’inchiostro. Come se stesse avendo una fitta di mal di testa <Ricordo di essere stato uno studente dell’accademia di Oto, anni fa> Scuote il capo. Questa volta un gesto violento, incontrollato, come se stesse evitando qualcosa nel suo cervello <Sono stato selezionato per… qualcosa. C’è stato…> il tono, sempre austero e convinto, si fa titubante, come se cercasse pezzi sparsi di se <un laboratorio…> serra di colpo chi occhi, come se avesse visto qualcosa che non ha voglia di rivedere, per poi riaprirli <Ne sono uscito… non lo so, credo un paio di anni fa, sono stato la fuori, ho scoperto che Oto non c’era più. Ho saputo di questo posto e l’ho raggiunto.> Ci è stato la fuori. Ha visto com’è il mondo fuori <Sono uscito da un buco nella terra, Matono, senza sapere chi io sia> scuote il capo <Non posso fare niente cosi. Ho questi…> si ferma, amareggiato, deluso, arrabbiato con se stesso, sbuffa forte dal naso <Perdo il controllo, troppo spesso. Non posso continuare così. Ho bisogno di ritrovare il mio passato per poter pensare al futuro> Si, nonostante quel sacro furore. Quel biondo è un uomo con metà della sua lucidità e della sua forza di volontà. Un uomo ancora spezzato. Non pronto. <e quindi…> si ferma un attimo, come se di colpo si stesse chiedendo se parlarne sia una cosa giusta. Lo sguardo corre a cercare quello apatico dell’altro.

03:35 Matono:
  [Esterno Magione] Decisamente notte fonda sulla sezione di Oto, tralasciando le loro voci ed i rumori dei loro spostamenti. I grilli con cadenza regolare friniscono e si zittiscono quando i due continuano a scambiarsi pensieri, molte parole e al momento nessuna lascia il tempo che trova, anzi il discorso comincia a farsi impegnativo, l'ora tarda non sembra rallentare i processi cognitivi di nessuno dei due.<Il primo tornante.> Considerando considerando alla fine Shinsei ha ragione sul blocco mentale che si autoimpone sul definire cosa vuole davvero.<Non dico di no.> Scuote il capo<Ma sicuramente è la prima volta che vengo considerato di compagnia, figurati ottima.> Quasi ride, no forse no non è chiaro, ma una cosa così simile ad un sorriso si è vista di rado.<Io avrò bisogno di una valigia allora.> La sua mente è già al lavoro ovviamente, a catalogare tutto quanto, sicuramente più tardi dovrà far i conti con un gran mal di testa. Shinsei mette sul piatto aggiuntive considerazioni, valuta le parole più adatte, cercando di spiegare un concetto che a malapena riesce a rendere tangibile nella mente.<Un ambiente controllato come questo ha un equilibrio su cui si basa. Tutte le civiltà ne hanno uno e questa due convinzioni di cui parli sono esattamente quelle alla base di questo particolare villaggio.> Annuisce lentamente, inspira espira e lascia qualche secondo di pausa per rianalizzare quanto detto e ricominciare con voce che ora inizia a denotare una certa stanchezza, ma non manca di tono e decisione.<Basta che un elemento esterno causi uno sbilanciamento all'interno di questi capisaldi e potrebbe bastare a causare una frana inarrestabile. Basterebbe anche che una chimera rompa questo velo di sicurezza.>Non che finora fosse mai successo, a quanto ne sa Matono perlomeno. Poi arriva il racconto, il piatto forte si direbbe, ovviamente anche questo deve esser interpretato, pertanto verrà archiviato sotto la voce urgente.<Considerando il fatto che fuori ci sono quei mostri, mi conferma il fatto che tu non sei affatto normale arrivando fin qui.>Non è una battuta, ma una pura considerazione convinta, il tono e lo sguardo lo denotano chiaramente. Ironicamente Shinsei riguardo quello che ha alle spalle va nella direzione opposta rispetto a Matono, eppure camminano insieme.<Se pensi che il tuo passato sia la causa e rincorrerlo sia la soluzione > Alza il braccio destro perpendicolarmente al corpo verso shinsei componendo un angolo retto, mano che si serra e porge il pugno in direzione di Shinsei.<Ti darò una mano> Non gli interessa particolarmente cosa o perchè, ha ragionato con l'istinto ed esso ha detto perchè no, potrebbe essere d'aiuto anche allo stesso moro. Attende in quella posizione tutto il tempo necessario a Shinsei per rifiutare o colpire il pugno di Matono. <Se non vuoi andare avanti non lo fare.> Lo esorta a scegliere la cosa che preferisce, in tutti i contesti finora trattati.

03:55 Shinsei:
 Sono considerazioni, le loro, che devono restare rintanate nella parte più buia e fredda della notte, per ora. Proprio all’opposto della forte luce che hanno davanti, loro, restano li, con la notte a far schermo da orecchie indiscrete. Sorride alle sue prime frasi. Probabilmente è stata una notte composta di tante prime volte. Lo è stata anche per il biondo. Annuisce quando si parla di valigie. Concorde senza rispondere. Farà lo stesso. È l’altro poi a far cadere in mezzo al discorso una proposta pratica. La prima. Lo sguardo oscuro del biondo s’assottiglia, tingendosi di morbosa curiosità mentre lascia che quell’idea penetri <mh> non annuisce, non contraddice. Quando si parla di queste cose, di queste idee, serve tempo per metabolizzare e considerare ogni dettaglio. <Qualcos’altro a cui pensare> s’aggiungono tasselli. A prescindere dall’idea, l’altro ha ragione, forse invece di pensare a far crollare le convinzioni dall’alto, si può provare dal basso. Quando il moro si lascia scappare quella considerazione lui non può che lasciarsi scappare un sorriso. Probabilmente è vero, è uno di quei rari casi che se decidesse di mandare tutto alle ortiche e scavalcare il muro, dall’altra parte non starebbe neanche così male. E invece no. Quella fiamma che il moro è stato in grado di veder ardere, costringe il biondo a restare li, in virtù di un obbiettivo idealmente chiaro, praticamente ancora confuso, ma in ogni caso qualcosa che lo consumerà fino a sparire. Tutto solo nella vaga speranza di lasciare qualcosa. Un segno. Questo è un uomo votato a qualcosa <Ti ringrazio, ma potrei dire lo stesso di te che hai avuto il coraggio di stare in questo covo di serpi. A ognuno le sue difficoltà> Sicuramente, ad esempio, la vita per il biondo dev’essere stata assai meno stressante. Ha un pensiero binario infondo, da animale. Diviso in buoni o cattivi, nemici o alleati, prede o predatori. È facile ragionare così, senza i grigi. Non può non dipingersi un sorriso strano, quasi dolce su quel volto affilato <Si, recuperare ciò che sono stato è fondamentale. L’hai detto tu. Il nostro quadro generale dipenda da chi siamo. E se non so chi sono non riuscirò mai ad avere una visione nitida del mio quadro generale> E nonostante questo è la cieca volontà a spingerlo <E ti ringrazio per avermi compreso> Gelido si, ma d’una profondità mai raggiunta, il ringraziamento per lui è qualcosa di eccezionale. Non lo concede mai <Ma non è in questo che puoi aiutarmi. Ho preso contatto oggi con un genetista. Credo sappia quello che fa ed è vincolato dalla cosa più sacra che c’è in questo mondo schifoso. L’interesse personale> Ha dovuto promettere qualcosa, questo è chiaro, ma cosa non è l’oggetto della conversazione. Non ancora. Non adesso <Passerò dei momenti complicati in questa ricerca. Non so in che stato potrebbero ridurmi. Ho bisogno di un posto sicuro sul quale poter contare. Tendo ad essere… poco gestibile> per usare un eufemismo <se perdo il controllo> Non gli sta chiedendo un aiuto diretto, non potrebbe mai, ma qualcosa di altrettanto importante. Se perdesse il controllo per strada finirebbe in prigione tempo zero, magari anche con qualche morto sul groppone. Aspetterebbe la risposta dell’altro. Prima di affiancarlo sulla via del ritorno. Perché molto di quello che doveva essere detto è stato detto, e c’è tanto su cui riflettere [END]

04:23 Matono:
  [Esterno Magione] Le Discussioni trovano finalmente il tramonto tremendamente vicini all'alba di una nuova giornata ormai sul punto di iniziare. La stanchezza si fa sentire pressante, infatti si lascia scappare un profondo sbadiglio, tappato dalla mano destra che vola sulla bocca e vi rimane. La mente stessa ormai segnala la sua fatica con dei piccoli dolori nella parte occipitale di essa, li massaggia ora con entrambe le mani, ma serve a poco e nulla, la mole di informazioni processate che ora intasa tutti i pensieri del moro è una matassa aggrovigliata di fili da sbrogliare.<Più che il coraggio è stata una questione di non avere scelta. O abbastanza "forza" da poter scegliere dove stare.> Ammette, non si tratta affatto di coraggio a parer suo, d'altra parte i problemi che si presenterebbero fuori sono infinitamente più mortali.<Diciamo che però fuori non è concesso errore, qua dentro decisamente di più.> la parte centrale della replica di Shinsei trova il suo assenso eseguito con il capo, dondola la testa avanti ed indietro.<Allora non ti resta che fare strada, ficcherò il naso nei tuoi affari.> Tono leggero.<In questo caso non mi resta che portarti dove stanno se già non lo sai. Non ne conosco direttamente ma so dove si trova la loro sede operativa, non mi è mai piaciuto quel posto comunque.> Si volta ed indica verso nord est alzando il braccio destro e usando l'indice, una struttura poco lontana dalla magione del kage, massimo dieci minuti di camminata dal quartiere abitativo.<Per quanto riguarda questa possibilità che tu perda il controllo.> Sospira e sembra pensarci un attimo, abbastanza intensamente su quanto sta per comunicare.<Credo di poterti essere d'aiuto. Ma ne riparleremo> Richiede un analisi approfondita la cosa, su diversi piani e livelli. Dovrà studiare davvero tanto nella settimana che verrà. La mente sembra già volersi ribellare alle notti insonni e ai ragionamenti in loop<In poche parole. Il posto sicuro sono io> Forse eccessivamente certo di poterlo aiutare, gli lancia un occhiata e gli fa un cenno con la mano, meglio sparire prima che il sole arrivi e per strada comincino a muoversi le persone, non è ancora pronto a trattenere shinsei, e non avendo dormito non saprebbe dire se non parteciperebbe o tenterebbe di calmarlo. Passo lento, non c'è fretta, si affianca a mezzo metro da Shinsei guardando di fronte a se e direzionandosi verso la parte sud della sezione del suono ove risiede.[END]

Shinsei e Matono si incontrano di fronte alla magione del Kage del suono, ed il luogo sembra scuotere entrambi i genin, anche se le reazioni dei due sono molto diverse. Dalle prime battute scaturisce un discorso molto più ampio e se vogliamo più profondo per due caratteri che similmente odiano l'aprirsi o peggio fidarsi di qualcuno. Anche per il discorso riguardante il loro passato agiscono in maniera opposta, uno lo ignora e lo evita mentre l'altro lo insegue. Le ultime battute definiscono un discorso che si prospetta lungo e tortuoso che certo ad oggi lascerà solo una marea di domande e nessuna risposta, a parte un patto.