Botte di conversazione
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Giocata dal 11/09/2021 15:31 al 12/09/2021 00:48 nella chat "Campo d'addestramento [Oto]"
[Zona erbosa] Assolato pomeriggio di fine estate, ancora il caldo tepore del periodo non sembra voler lasciar spazio alla stagione fredda, le spire del sole ancora ammantano Kagegakure con forza. Matono dal canto suo, estremamente accaldato, sfoggia i consueti vestiti, piatti e senza fronzoli, maglietta bianca e pantalone scuro lungo i cui lembi inferiori sono accartocciati e tirati su sopra il polpaccio grossolanamente. Si trova nel centro dell'area erbosa del campo di allenamento del suono, seduto in terra privo delle calzature, poco distanti alla sua sinistra. Gli occhi chiusi e la posa quasi di meditazione sembra intento a riordinare qualche pensiero et a progettare qualche cosa, a giudicare dai leggeri cambi di espressione che qualche passante potrebbe notargli in viso. Le fronde degli alberi rumoreggiano nel mentre, una corrente ventosa costante e sostenuta prende a soffiare nell'area, di conseguenza diverse foglie prendono a volteggiare sospinte dal vento, andando a finirgli in faccia, Matono non sembra avvedersene affatto, restando perfettamente immobile con il respiro lento e cadenzato. I suoni attorno restano unicamente naturali, segno del fatto che attorno non vi sono presenze umane oltre a quella del ragazzo, proprio per questo sfoggia un'espressione serena e beata come mai rispetto alla normalità, infatti basta un vociare distante ed appena accennato per causare una piccola smorfia infastidito, fortunatamente non sembra proseguire in sua direzione, quindi può tornare a meditare sui suoi pensieri senza preoccupazioni e senza dover sfoggiare la sua misantropia a colpi di sguardi torvi e borbottii vari. [Zona Erbosa] Ancora sole. Non si abituerà mai a quella palla luminosa nel cielo, ne al suo calore. La notte poi è ancora peggio, con tutte quelle luci artificiali. Perché si trova li? Non è dato saperlo, probabilmente nemmeno lui lo sa con certezza, ma quel che ha scoperto è che il centro del villaggio durante il finesettimana è un posto dal quale stare lontani. Forse è per questo che è andato in cerca di luoghi più appartati. È vestito come il giorno prima, e come il giorno del suo arrivo in città. Vesti tutt’altro che sgargianti. Pantaloni lunghi, grigio piombo che s’immergono in pesanti stivali alti fino a metà polpaccio. Una canotta nera ad avvolgere la muscolatura definita del torso, lasciando libere le braccia tornite. Alla vita porta una giubba dello stesso colore dei pantaloni. Le vesti portano i segni delle intemperie, logori e strappati in più punti. I pantaloni e gli stivali soprattutto risultano macchiati da copiosi schizzi d’uno strano liquido nero. Chissà se si lava il sangue di chimera. Deve tuttavia aver trovato modo di darsi una sciacquata da qualche parte, la pelle risulta più pulita. E i capelli, lasciati lunghi sulla parte superiore del crainio e completamente assenti sui fianchi e sulla nuca, sono legati in una coda più ordinata del solito. Due vistosi draghi d’inchiostro decorano le tempie del biondo. Così conciato giunge anche lui alla zona erbosa. Ma non vi si addentra. Non sopporterebbe di stare al sole. Resta al margine, finisce con l’appoggiarsi con la schiena ad un albero e a lasciarsi scivolare seduto piegando le gambe. Sulle ginocchia appoggia i gomiti, portando le mani a intrecciare le dita, formando una base d’appoggio per il volto. Lo sguardo nero, oscuro, si pianta senza neanche saperlo sul malcapitato meditatore al centro della zona erbosa. Si ritrova a guardarlo con insistenza, con quell’espressione che di certo non è poi così raggiante. D’altronde non sa fare ancora molto di più che guardare brutto le persone. Non come primo approccio, sicuramente. [Zona erbosa] Esercizi di concentrazione, inspirazione due attimi ed espirazione, lente ed impercettibili, gli occhi restano oscurati dalle palpebre serrate, la mascella dapprima tesa si rilassa. La mente si sgombra e le mani molto lentamente vanno ad unirsi ed a formare il sigillo della capra, iniziando la manovra per il tentativo di impasto del Chakra. Visualizza nella propria testa l'obiettivo, liberandosi da tutto ciò che può distrarlo, preoccupazioni, pensieri e progetti vengono spenti e messi via mentre la respirazione in quel frangente và a fermarsi dopo l'espirazione. Il Chakra ora fluisce all'interno del corpo partendo dal centro, raggiungendo ogni zona andando a toccare i vari punti di fuga, una sensazione di mista tra forza e benessere lo pervade e sente i sente le percezioni acuirsi. Resta in quella posa e concentrato sull'impasto anche dopo aver avuto la sensazione di esserci riuscito, non sembra badare al tempo quando si tratta di allenare il contatto con sè stesso e l'equilibrio mente corpo. Qualcosa però sembra disturbare la sua concentrazione, prima un rumore non troppo lontano, sembrerebbero dei passi sull'erba, Matono comunque lo ignora, come da prassi, ma la sensazione non cambia, anzi si fà pressante, soprattutto dato qualche rumore successivo che non riesce ad identificare, ma tanto basta.<Mh> Mugugna gutturalmente, una piccola smorfia si dipinge in volto increspando completamente la rara espressione rilassata che aveva tenuto fino a poco prima. Si vede costretto a controllare, dunque apre gli occhi all'improvviso, voltandosi in direzione del rumore alla ricerca della fonte con fare seccato e sguardo torvo.<Ma che cazzo?> Nota un ragazzo biondo dalla pettinatura alquanto vistosa, fermo seduto sotto un albero a fissarlo, non che si sia mai tirato indietro ad una gara di sguardi di quel tipo, era un discreto esperto, ma nemmeno Shinsei scherzava. <Che c'é? Cerchi qualcosa ?> Palpabile il fastidio nel tono vocale, anche non amando le persone di solito le schiva semplicemente, ma uno che lo fissa non gli era mai capitato, scocciato comunque perdura nel guardare dritto negli occhi Shinsei, nero su nero[Chk ON - Vestiario Avatar N°3] [Zona Erbosa] Chissà quali torbidi e marci pensieri hanno iniziato a galoppargli nella mente. Quali malsani scenari gli si sono piazzati davanti agli occhi, al posto d’una giornata di sole e d’un ragazzo che medita. È altrove, ma purtroppo solo lui può vedere dove. Qualcosa lo richiama tuttavia sulla terra e quel velo di ricordi o di macchinazioni future si squarcia, aiutato da due battiti di ciglia. Ben prima che l’altro si accorga di lui, è un movimento ad aver richiamato l’attenzione di un inconscio che evidentemente è rimasto vigile. Il movimento delle mani ad unirsi in un sigillo. Certe cose non sfuggono a chi viene da fuori, a chi è abituato a star sempre in guardia e d’istinto, quasi all’unisono con l’altro, imita la sua stessa posizione, allargando il torace per un profondo respiro che gli consenta di richiamare al plesso solare l’energia psichica che gli permette di sorreggere quell’universo di frantumi e schegge taglienti che è la sua mente, per congiungerlo all’energia fisica che permette alla vita di fluire dentro di lui attraverso il sangue pompato dal cuore. Due sorelle opposte che si congiungono in una forza nuova che lo irrora. Eppur lo sguardo non cambia, resta piantato sul ragazzo, stavolta per davvero. E l’altro evidentemente se ne accorge. Difficile meditare con un corvo del genere a fissarti, giustamente. Ma a quelle sacrosante parole il biondo non si scompone, limitandosi a dipingere sul volto un ghignetto strano, quasi ad accettare quella che percepisce come una provocazione. Scuote il capo a quella domanda <No.> una risposta secca, mentre scioglie il sigillo per lasciar le mani lungo i fianchi, poggiate a terra, anche la schiena impercettibilmente aderisce meglio al tronco, pronto ad usarlo come leva con il proprio corpo per reagire ad eventuali attacchi. Eppur per ora non si muove, resta teso come una corda di violino, ma non agisce, non lo farà per primo. Non c’è paura, solo prontezza nell’agire, quasi meccanica a dire il vero <Tu?> Altrettanto secca la domanda, gli lascia percepire il fastidio di rimando. Due bestie asociali si incontrano. Come poteva mai andare?[Chakra ON] [Zona erbosa] Attende e si aspetta una qualche giustificazione per le stranezze di questo tizio biondo, in ogni caso i muscoli delle gambe vengono tesi e ed entrambe le braccia vanno verso terra poggiandovi le mani, che immediatamente arpionano l'erba triandola verso il centro, avambracci pronti a sorreggere e bicipiti pronti a dare la forza per alzarsi se c'è ne fosse stata la necessità, d'altra parte il sigillo eseguito da Shinsei è inconfondibile. L'attesa per la replica termina e la risposta lo lascia, oltre che carico di astio, un pò interrogato.<Quindi hai deciso senza un motivo di metterti a fissarmi.> Solleva le sopracciglia in un espressione leggermente più accesa, tiene comunque il tono basso nonostante le emozioni in lui siano di gran lunga più rumorose. Dunque decide di alzarsi, non troppo rapidamente in realtà, quindi shinsei, si mette eretto e voltato in direzione di Shinsei, calcola la distanza ad occhio e dà un ulteriore sguardo alla postura del ragazzo, alla ricerca di qualcosa che possa segnalare un eventuale aggressività. Matono per un attimo sembra però pensare lucidamente, è và ad affermare.<A me sembra che interrompa di proposito il mio allenamento. Dunque ora lo diventerai tu.> tende la figura portando la gamba sinistra leggermente indietro rispetto alla destra mentre la spalla destra avanza rispetto alla controparte, il busto dunque ruota in senso antiorario di qualche grado. Si posiziona e lo invita.<Pronto?> Conscio del fatto che Shinsei non fosse solo uno rompipalle Matono sceglie la massima cautela, tiene la distanza alzando il braccio destro verso Shinsei, non perfettamente perpendicolare verso il basso, mentre la mano sinistra ne afferra il polso facendo confluire il Chakra prima verso il braccio destro e dunque nella mano dello stesso, espira tutto l'ossigeno dai polmoni prima di andare a causare il rilascio del chakra Katon fuori dalla mano aperta dalla quale un proiettile rosso intenso diretto verso Shinsei a gran velocità<Hmm> Il contraccolpo è violento ed istantaneo, con tutte le forze tenta di resistere quanto può e cercando di compiere una traiettoria che non lo faccia finire a terra, schiena forzatamente rigida, cinque i metri percorsi prima di riuscire a resettare la forza cinetica di ritorno. [Chk ON 14/20 NINJ 25- Vestiario Avatar N°3] [Zona Erbosa] Non scompone lo sguardo, scuro e profondo come quello del moro. Lo osserva alzarsi, con il mento che si alza per seguirne i movimenti, anche se a mezza decina di metri di distanza, sono ora uno seduto, il biondo, e l’altro in piedi. Ne ascolta le parole, e quel ghigno beffardo sul suo viso si affila e s’allarga fino a snudare la dentatura bianca. Perché? Perché ha capito il malinteso, ovviamente. Spiegarlo adesso però, sarebbe inutile. Comunque andasse uno dei due sarebbe costretto a compiere un passo indietro, e adesso non si può fare, per nessuno dei due. Semplicemente decide di premere con la schiena contro l’albero e con le mani contro l’erba soffice sotto di lui. Tenterebbe in questo modo di alzarsi, con un movimento sinuoso e coordinato, facendo leva anche sui piedi puntati al suolo. Ascolta dunque il successivo dire del moro. Un allenamento dunque, deve essere un ninja. Non l’avrebbe detto, non senza il coprifronte. Siamo nella zona di Oto, è logico presupporre che sia di del suono, ma ieri stesso il biondo ha incontrato l’Ishiba di Ame… niente può esser dato per scontato. <Uh, mi dispiace> ma perché no, un allenamento non gli dispiace per niente. E neanche la prospettiva di menare le mani con quel fissatore brutto seriale. Non è sparito quel ghigno di scherno dal suo volto. Mentre reprime il brivido del chakra che scorre violento. La mente, già instabile, lascia posto all’istinto. Quello della bestia che gli ha permesso di arrivare oltre quelle mura. Ne osserva dunque l’agire. Riesce anche ad avvisarlo dell’attacco. Un lusso che spesso non gli è stato concesso. Ma non sorride più, il ghigno lascia il posto al ghiaccio sul volto. Non vi sono sigilli ad annunciare quella tecnica, ma l’altro è rivolto verso di lui e qualcosa dovrà pur succedere. Quel braccio afferrato come arma e la colorazione rossa che assumono poi, forniscono l’indizio finale. Per fortuna le capacità percettive, la prontezza di riflessi e il corpo allenato lo aiutano. Flette le leve inferiori, agili e allenate, caricandole come molle pronte a scattare. Al momento giusto tenterebbe di compiere un movimento semplice, sbilanciando il colpo alla sua sinistra, concentra tutta la tensione sulle gambe lasciandole scattare per tentare di proiettarsi in uno scatto di 6 metri proprio verso la sua sinistra. Uno scatto insomma, usando il massimo della sua rapidità, di fianco. L’intento è quello di evitare quel Jutsu. E ora il contrattacco. Non ha intenzione di scoprire le sue carte, non subito. Non per una quisquiglia simile. Opta dunque per esporsi quel tanto che basta per soddisfare il suo ego di combattente. Di nuovo piega le gambe verso il terreno e questa volta si sbilancia con il busto in direzione del moro prima di rilasciare tutta la tensione. Di nuovo, utilizza tutta l’agilità di cui dispone per avventarsi sull’avversario. Non usa tecniche, non consuma chakra. Non ancora almeno, si limita ad utilizzare la migliore arma di cui dispone: il suo corpo. Brucerebbe i metri che lo separano dal suo avversario per arrivare a portata di un attacco a mani nude, di fronte a lui, a poco meno di un metro di distanza. Concluderebbe quindi il movimento piantando il piede destro al suolo e sfruttando l’inerzia del movimento eseguito alla massima velocità per tentare di caricare la leva inferiore destra, che viene portata all’indietro, aiutata dal movimento del busto che si sbilancia verso sinistra per fare da contrappeso e consentirgli di tentare di scaraventare un calcio orizzontale mirando al braccio destro di Matono, alla giuntura della spalla per la precisione. Il colpo quindi dovrebbe per matono orizzontale, da destra verso sinistra, all’altezza del braccio. L’obbiettivo? Rendergli meno utilizzabile possibile quel braccio e scagliarlo il più lontano possibile <Non stavo guardando te, comunque.> Commenta semplicemente. Ed è vero, anche se impossibile da credere. [1/4 schivata del cannone (destrezza 45), ¼ scatto contro Matono, 2/4 attacco: calcio orizzontale. Forza 40][Chakra: On] [Zona erbosa] Il colpo viaggia, sfortunatamente
non abbastanza veloce da impattare sull'obiettivo che nel frattempo volteggia a sinistra, non si scompone in alcun modo comunque, lo sguardo nero resta fisso sulla figura bruciacchiata di Shinsei, serio e corrucciato, archivia il fallimento e si riporta in posizione di guardia, non sembra intenzionato ad usare le parole per un pò. Questa volta i gradi di rotazione del busto vengono aumentati, cerca di dare meno spazio possibile alla mira dell'avversario, braccia fronte al viso con i pugni serrati, la spalla destra è quella più avanzata dando forma alla più basilare guardia. La risposta non si fa attendere, serra le mascelle e tende gli addominali, la figura si abbassa di qualche centimetro andando a piegarsi sulle ginocchia, l'unica cosa che fa in tempo a pensare è "veloce" infatti l'avversario taglia la distanza così in fretta che lo costringe ad improvvisare, ed il corpo a corpo non è la sua arte più brillante, per usare un eufemismo. Colpo di reni per scansare a sinistra, la gamba destra a dare forza mentre la sinistra a dare equilibrio mentre le braccia si alzano e cercando di mettersi più vicino al viso, "troppo lento"[Agi 25] letteralmente il pensiero e l'accenno della schivata gli hanno mangiato il tempo utile per effettuarla completamente, Il colpo arriva, veloce e lapidario . Matono tenta di limitare i danni polpacci tesi e figura che cerca di abbassare il baricentro, le spalle sorrette dai relativi muscoli cercano di dare equilibro spostandosi in avanti mentre le braccia rifiniscono la ripresa ma la forza inferta sulla sua figura eccede la resistenza[15] di Matono che perde l'equilibro fino a finire fuori dal suo asse e rischiare di rovinare a terra, un dolore intenso a livello della spalla lo intontisce per un attimo mentre sul resto del corpo la forza cinetica agisce. Superato l'intontimento si trova in posizione precaria, la guardia è saltata e Matono con un colpo di reni cerca di rimettersi in posizione eretta, tenta di riportare il peso sulla sua destra, mentre il piede sinistro e la caviglia dello stesso devono impegnarsi duramente a tenerlo in piedi, quando finalmente riassettato non può far altro che cambiare tattica e spostarsi di 12 metri indietro rispetto a Shinsei, correre così e più faticoso ma non può dare la schiena ad uno così. Una volta riposizionato Cambia tattica, entrambe le braccia vanno ad unirsi ed a comporre "cinghiale - Gallo", la sua mente prova una strana sensazione, ma non se ne cura, porta la mano sinistra alla bocca ed in quel momento inizia a soffiarci dentro direzionato verso Shinsei attivando tramite la mente l'effetto visivo di un velo di nebbia formarsi di fronte al biondo. La concentrazione in questo frangente combatte contro il dolore e Matono deve richiamare tutta la forza d'animo per tenere sgombra la mente dalle interferenze del colpo subito, cerca di rilassare i muscoli del corpo, tesi al massimo fino a poco fa, anche in viso scaccia via l'apprensione e distende l'espressione, fa fluire il Chakra verso gli occhi dell'avversario fissandolo.[Agi1 25 1/4 12m - Genjutsu nebulizzatore 3/4 - Chk ON 8/20 - Spalla destra dolorante guardia spezzata ] [Zona Erbosa] Lo sente il corpo dell’altro. L’osso della tibia in quel momento non è niente di più che un’arma, Simile in tutto e per tutto a una mazza che impatta sull’obbiettivo. Eppure non gioisce. Non gioisce mai. L’altro s’allontana. Informazione preziosa. I riflessi e la rapidità non sono certo quelli di un amante del corpo a corpo, non è difficile notarlo. Lo studia mentre s’allontana. Non risponde alla giustificazione che il biondo ha fornito. Sarebbe impossibile prenderla per vera, non senza conoscerlo. Ma stanno imparando a conoscersi a vicenda. Stili di combattimento opposti. Yin e Yang che si fronteggiano. Assottiglia lo sguardo quasi incuriosito, spegnendo in parte la lucida furia che scatena in se mentre combatte, senza che nulla delle sue emozione traspaia all’esterno. Lo osserva e forse perde l’attimo di reagire come avrebbe dovuto. L’altro esegue dei sigilli che vengono visti, e inizia a soffiare verso di lui quella che pare esser nebbia. Una nebbia che va infittendosi. Non è certo tanto sprovveduto da convincersi che sia una cosa naturale, avendone visto la genesi. Ciò che deve capire è di che arte si tratti. Ha saggiato le abilità dell’altro nel ninjutsu e ne conosce l’agilità. Volta rapido la gamba destra, poi i fianchi, il busto e quindi il capo, per poi flettere le leve inferiori e sprigionare di nuovo uno scatto alla massima velocità che il suo corpo gli consente, agevolando il movimento con l’ondeggiare degli arti superiori opposto al movimento delle leve inferiori. Movimenti precisi e coordinati che sfruttano la vista diminuente per non schiantarsi contro gli alberi ma zigzagarci dentro. Lo scatto dovrebbe essere abbastanza repentino e duraturo da uscire con la dovuta sicurezza dal raggio dei ninjutsu del giovane, e la nebbia dovrebbe almeno ridursi. Mentre invece, continua ad aumentare. È la mente ad esser fallata. Bisogna prender provvedimenti. Intanto il biondo si limiterebbe ad espandere i suoi sensi nell’intorno. La vista pian piano viene meno e a quello porremo rimedio, ma intanto è fondamentale capire dove sia il moro e cosa abbia intenzione di fare. Suoni, odori, variazioni di pressione dell’aria, folate di vento, fruscii, tutto viene processato per capire se sia percezione amica o nemica [2/4 scatto zigzagando nel bosco (45 m), ¼ percezione della presenza, ¼ continuo dell’azione precedente] [Chakra: on] [Zona erbosa] A giudicare dall'espressione di Shinsei l'effetto della tecnica illusoria prende forma attorno al suo utilizzatore. Matono Arretra piano piano per non perdere la concentrazione e continuare a mantenere il genjutsu attivo fino a comporre il ciclo completo e a far perdere la vista completamente all'avversario. Il problema è che quest'ultimo prende a correre in direzione opposta rispetto a Matono che dal canto suo una tale distanza non è altro che la condizione più ideale, pertanto si rimette in posizione perfettamente eretta liberando il jutsu per non sprecare chackra ulteriore, inoltre Shinsei potrebbe pensare di essere semplicemente uscito dalla tecnica, non sembra importare più di tanto a Matono che va a massaggiarsi il braccio qualche attimo, prima di tornare a guardare Il biondo piuttosto allontanarsi come una scheggia a quasi 60 metri. Approfitta del momento per comporre 4 ulteriori sigilli "Bue - Cane - Drago - Cinghiale"[2/4], una copia perfettamente identica a Matono si palesa alla sua destra e anch'essa immediatamente prende a fissare Shinsei con astio e con l'obiettivo di muoversi assieme a Matono alla sua destra non più distante di due metri e mantenendo la stessa andatura.<...>Fornisce alla copia ulteriori informazioni riguardo la tattica successiva all'avvicinamento, sottovoce ma certo che la distanza sia sufficiente ad evitare di essere sentito. Ora non restava che prendere a muoversi verso Shinsei fino a raggiungere i 40 metri di dstanza e prepararsi in posizione di guardia metri di distanza e[Spostamento 25m Agi 25 - Genjutsu nebulizzatore interrotto - Chk ON 6/20 - Spalla destra dolorante - 1 copia ] [Zona Erbosa] Quella nebbia non se ne va. Contamina il cervello, lede la stabilità d’una mente già instabile di suo. Per un attimo perde l’espressione gelida che ha sempre sul volto. Perché? Perche alla nebbia s’aggiungono figure. Le spire del fumo iniziano a plasmare orrendi scenari davanti ai suoi occhi. Eventi indicibili, squarci di ricordi che non devono affiorare. Serra i denti. I muscoli del cranio serpeggiano sotto la pelle facendo prender vita al drago d’inchiostro che gli adorna la mente. Lo sa che sono allucinazioni. Probabilmente non sa che solo la nebbia è frutto del Jutsu che ha subito e il resto è frutto della sua testa, ma questo non conta. Che fare? Non è qualcosa di fisico. Quindi qualcosa da fare c’è sicuramente. E la conosce. Le braccia allenate si piegano fino a portare le mani all’altezza dell’addome definito. Sta sudando, ma si sforza di compiere un profondo respiro, raccogliendo una bolla densa di chakra proprio dietro alle mani, al centro del petto. Le mani s’abbracciano nel sigillo della capra, gli occhi si chiudono <KAI!> ringhia tra i denti facendo esplodere la bolla di chakra che ha creato per lasciarsi pervadere dal brivido provocato dalla momentanea inversione del suo flusso di chakra. Il tentativo è quello di eseguire un rilascio illusorio che gli consenta di liberarsi di quella nebbia. L’effetto è quello di una finestra aperta in una stanza piena di fumo. Se vi riuscisse, gli occhi gelidi, oscuri e profondi, si riempirebbero di una realtà soleggiata e dettagliata. Eppure una fitta di mal di testa lo avvolge. Non è facile sorreggere un genjutsu in quello stato mentale. volta di tre quarti nella direzione in cui percepisce arrivare qualcuno. Si raddrizza, come se non avesse subito niente, chiuso nel serafico, sprezzante atteggiamento. Spalle dritte, attende e nel vedersi arrivare due Matono, di nuovo provocatorio, ghigna con le labbra sottili <mphf> sprezzante. Assottiglia lo sguardo pronto a reagire. Non lo lascerà di nuovo libero di imprigionarlo in un genjutsu. [4/4 Rilascio Illusorio] [Chakra 7/10] [Zona erbosa] La stanchezza e l'uso del chakra cominciano a far sentire i propri effetti sia nel corpo che nella mente, stringe i denti, le mascelle tese ormai da tempo cominciano ad indolenzirsi. Meglio calmarsi subito, è intelligente a sufficienza da capire di essere spacciato una volta finita la sua risorsa primaria oltre al piccolo inconveniente di andare nel mondo dei sogni, o magari morirci pure. Nel frattempo il biondo effettua un sigillo, ma non c'è da porsi domande in quanto urla per rilasciare il jutsu, Matono non reagisce in alcun modo, l'originale e la copia fanno allo stesso momento, guardandosi qualche passo nella direzione opposta, mantenendosi a distanza di 3 metri. Aspira ed espira profondamente e rumorosamente dal naso, decisamente un allenamento provante. Dopo qualche secondo Matono e la copia andranno a comporre gli stessi sigilli. "Bue - Cane - Drago - Cinghiale"[2/4] Una copia appare equidistante tra l'originale e l'altra copia, così da confondere ulteriormente le idee con la stessa tattica sconsiderata della precedente copia, ma il dolore è un buon insegnante, tanto vale togliersi il dubbio. Ora le copie si spostano nuovamente mettendosi i linea sparsa ove una copia e Matono sono a un metro l'uno dall'altro mente l'ultima copia due metri dietro l'originale. Tutti e tre i Matono ora si mettono in posizione di guardia tesi e pronti ad agire, il biondo è davvero troppo veloce per essere gestito ora direttamente, dunque porta parte destra del corpo in avanti proprio quella dolorante. Forse questa è l'ultima idea giocabile, meglio farla fruttare in qualche modo.[Chk ON 6/20 - Spalla destra dolorante - 2 copie 1 Copia 2 Matono 3 Copia ] [Zona Erbosa] Lo osserva stanco, ansimante. Lo è anche il biondo, ma per i disagi d’una mente malata. E soprattutto non ha una spalla malconcia. Lo sguardo fissa negli occhi i due mori. A quanto pare l’avversario non ha intenzione di mollare. E tutto questo è per una mera questione di principio, di futilità. Non lascerà trasparire nulla delle sue elucubrazioni, anche perché l’altro non gli dà il tempo. È ora di porre fine a questa storia. Questa volta agisce immediatamente appena osserva le braccia dei due alzarsi. All’unisono. Memorizza le posizioni degli (ancora) due. Quindi tenterebbe di flettere le leve inferiori, ma questa volta in aggiunta alla tensione muscolare aggiunge sulle gambe una grande quantità di chakra. Quindi si sbilancia verso uno di loro, a caso. Una volta scelto l’obbiettivo lascerebbe esplodere l’energia delle gambe con un rombo. La velocità e la coordinazione sono massime. Non si risparmierà questa volta. Tenta di bruciare i 5 metri che li separano, per giungere d’improvviso a portata di corpo a corpo con l’avversario con il piede destro, caricando indietro questa volta non la gamba sinistra ma il braccio scolpito, carica all’indietro le anche, la spalla e il gomito, per poi sganciare il meccanismo motorio in avanti verso la spalla (sempre la stessa). Qualora fosse il Matono sbagliato, dovrebbe sparire in un istante e questa volta non perde tempo. Sempre qualora avesse puntato la copia, alla fine del suo attacco al primo Matono dovrebbe sbucare fuori il secondo clone, lo sguardo del biondo tuttavia resta inchiodato sull’unico rimasto dei primi due Matono, che quindi deve essere l’originale. Affondato quindi i colpo all’incorporea copia (qualora dovesse essere una copia) sfrutterebbe l’inerzia del suo stesso movimento, senza arrestarlo, per chinarsi verso il basso, convogliare di nuovo il chakra sulle leve inferiori e lasciarle esplodere contro il bersaglio. Questa volta nessun colpo. Si mantiene basso, concentrato. Anteponendo la sua spalla e usandola come ariete, concentrandovi gran parte del chakra accumulato sulle leve. L’idea? Una semplice spallata, data con tutta la forza che il suo corpo e il chakra usato gli consentono. L’obbiettivo? Di nuovo quel braccio malconcio. Scarica in quei colpi la rabbia di una persona ferita nella mente dall’altro. [2/4 totsukegi, 2/4 totsukegi [Chakra 5/10] [Zona erbosa] Chiamiamolo il momento della verità in uno scontro che perdura da parecchio tempo, almeno per quanto riguarda Matono s'intende. Si aspetta un attacco poderoso, almeno tanto quanto quello precedente ma questa volta dovrà mettere in mezzo un filo di astuzia per rendere meno evidenti le differenze fisiche tra i due, solo un fattore sorpresa può fare un minimo di effetto, e solo da un ampia distanza può ridurre quanto conta sulla bilancia l'estrema velocità di Shinsei, al momento disperso da qualche parte tra gli alberi. Non tarda molto ad arrivare, percepisce la corsa e lo vede arrivare come un razzo in sua direzione, questa volta la distanza gli permette perlomeno di capire che sta arrivando, oltre che riuscire a denotare meglio quanto sia effettivamente veloce, Ma ci sarà tempo in futuro per lavorarci. La tattica è chiara, andare a sbattere il muso in un campo che non gli compete, un pò perchè non sa che altro fare un pò per avere la soddisfazione di riuscire perlomeno a prenderlo. Fa muovere le copie, ora in fila indiana l'una davanti all'altra, lo attende forte dell'aver avuto la possibilità di pensare ed ora di coprire alla vista due su tre Matono stando in fila indiana, a distanza di un metro . Non appena Shinsi è a 10 metri di distanza la copia più arretrata scatta mentre l'originale in mezzo si abbassa permettendole si usare la schiena dell'originale come trampolino saltando dunque oltre la prima, con il braccio destro teso verso il basso ove si trova Shinsei con la mancina a tenere il polso, un diversivo più per l'attenzione che per altro. Se le tempistiche per qualche miracolo si inserissero nel modo sperato il Matono originale agisce attendendo il momento poco prima dell'eliminazione della copia. Fuori l'ossigeno dai polmoni, polpacci che si tendono atti a spingere la sua figura quanto più velocemente possibile, deve raggiungere l'avversario tagliando il metro di distanza dalla copia poco prima che questa sparisca, un piano quasi idiota a ripensarci. Una volta giunto li utilizzando il moto del colpo di shinsei sulla copia tenterebbe di andare a spazzare basso con quanta più forza riesce prima che quest'ultimo cambi direzione, blocchi l'inerzia del suo movimento o si accorga del piano. Non si aspetta di fare granchè, ma la mira viene portata a livello del ginocchio portando il proprio colpo da destra, bloccando il moti e poggiando entrambe le mani sul terreno per utilizzarle come punto su cui ruotare.<HMPF> La spalla duole e lo fa con un intensità abbastanza alta da fargli emettere un piccolo suono. Niente che lo fermi comunque, almeno per ora, la gamba destra nel movimento viene spinta quanto più velocemente possibile sperando che le forze in atto facciano più della sua prestanza fisica nel menare ma almeno cercare di atterrarlo, anche senza danni è il massimo a cui può aspirare, almeno ora.[Chk ON 4/20 - Spalla destra dolorante - Copie terminano l'effetto] [Zona Erbosa] Movimenti vengono compiuti, distanze vengono bruciate. Copie svaniscono e di colpo l’originale compare. Non ha modo, il biondo, di evitare quel colpo che lo raggiunge in piena faccia. Si, la forza non è tanta, c’è da dirlo, è abituato a ben altro, ma è in una posizione sbilanciata e subisce una spinta improvvisa all’indietro. Il colpo gli spinge il capo all’indietro e il corpo lo segue crollando a terra. In una situazione normale avrebbe utilizzato quella posizione per tirar su le gambe in una verticale e cercare di stampagli un calcio in faccia. In qualunque modo si sarebbe scaraventato sull’altro senza pietà. Ma resta li a fissare il cielo che nel frattempo s’è fatto stellato, lo sguardo nero, profondo come la notte, è sgranato, le labbra si sollevano. Che cos’è quel bruciore al mento. Sarà mica dolore. Appoggia entrambe le spalle a terra, e anche le mani, che strizzano e strappano l’erba. Le labbra si tendono, sempre di più in un sorriso che snuda la dentatura perfetta e si distorce in un’espressione malsana. No, non riesce a trattenere una risata <AHahAHahAH> qualcosa di malsano e profondo che squarcia quella pace buia. Perché ride? Perché finalmente ha incontrato qualcuno che valeva la mena incontrare. L’altro avrà agio di far ciò che vuole ma l’unica azione che il biondo compie, ora, è raggruppare le gambe in un gesto fluido che solleva da terra anche i glutei e la parte bassa della schiena, per poi spararle in aria e disegnare col suo stesso corpo un arco che gli consente di finire in posizione accovacciata. Di fronte all’altro <Per che cosa?> una domanda che può sembrare senza senso, ma a questo punto è curioso di sapere cosa a spinto a tanto quel ragazzo <per che cosa ti stai allenando?> chiede piantando lo sguardo in quello dell’altro. Bestie uguali. Sguardi neri. Nient’altro, se non far leva sulle gambe per raddrizzarsi, fiero di portamento. Una folata di vento freddo sulla pelle sudata. Mentre lui distoglie lo sguardo dall’altro verso le luci più vicine <voglio un thè> è un mormorio per se stesso in realtà, ma è udibile. [Zona erbosa] La fatica comincia a presentare un conto salato, mente e corpo sono abbastanza provati e sente che la benzina sta per finire, sia essa quella fisica che quella mentale. Tempo di fare i conti con il fato dunque, la spazzata si muove veloce verso il suo obiettivo, il contatto fisico che percepisce segnala che il colpo perlomeno è andato a segno, termina il movimento ritraendosi e facendo due passi indietro, non ha visto o capito precisamente cosa è successo, ma il risultato sembra essere quello immaginato anche se in quel momento l'avversario sta ridendo fragorosamente. In ogni caso è al punto limite così tanto che nemmeno sta a chiedersi perchè mai stia ridendo, rilascia il Chakra e rilassa i muscoli andando a lasciarsi andare in terra sedendosi, visibilmente affaticato e dolorante. Ha giusto il tempo per rifiatare che sente Shinsei parlare, porta lo sguardo sul biondo osservandolo a specchio, rompe il silenzio con voce affaticata.<Per cosa> Sembra quasi chiederselo ripetendo a voce bassa e rimuovendo il tono interrogativo.< Fino a che si trattava solo di cavarmela non era difficile, questioni elementari come cibo soldi o altro erano lo scopo. > Una pausa.<Ora mentirei se dicessi di averne uno chiaro in mente.> Al commento sul thè sembra sgranare gli occhi verso Shinsei, come se gli fosse caduta una mela in testa.<Ho comprato un thè ad ame coltivato con impianti idroponici, penso tu sappia già come sono fatti loro e la tecnologia.> Fortunatamente non lo ha addosso altrimenti sarebbe stato perso per sempre. indica l'area ristoro allungando il braccio destro, dimenticandosi che era quello malconcio ci pensa una bella fitta a ricordarglielo.<Quando medito mi porto del thè, resetto. Ma anche menarsi non è stato male come pausa.> Bofonchia quasi come una battuta, ora tocca a lui, anche se in realtà al momento ha un unica domanda.<Chi cazzo sei tu?> Afferma prima di sospirare profondo, sbadigliare e guardare il cielo, ormai senza luce, e una temperatura decisamente più sopportabile. [Zona Erbosa] Non sta a guardarlo tutto il tempo del suo discorso. Ben presto, una volta raddrizzatosi, volta lo sguardo altrove, verso l’alta torre che si erge dal centro della città. L’espressione facciale s’è ripresa dal combattimento ed è tornata imperturbabile. Cosa ci sarà di così interessante in quella torre, quali pensieri attanagliano quella mente scheggiata a tal punto. Solo quando sente l’altro ammettere l’assenza di uno scopo per cui allenarsi. Allora abbassa il capo, si volta in sua direzione di tre quarti, ma ancora senza guardarlo <sei arrivato quasi allo stremo senza un vero motivo per arrivarci.> Perentorio nella sua frase, che non ammette repliche, anche perché sta evidenziando la semplice verità. <Interessante.> cosa? Non è dato sapere, e non v’è emozione, nemmeno l’interesse di cui parla, che trapela da quel volto. Un accenno di sorpresa invece gli si dipinge in volto quando scopre che hanno una cosa in comune… probabilmente non così tanto. Ma un thè in quel momento gli andava davvero. Nel sentire quella frase sorrise <No. Non so di cosa tu stia parlando, in realtà> commenta ancora una volta secco nella smentita. D’altronde, basta guardarlo, i vestiti logori, laceri, lerci e imbrattati di sangue di chimera parlano di una persona che non viene da Kagegakure. <è buono?> una sottile vena di curiosità interrogativa questa volta emerge dal tono di voce, mentre lo affianca nel dirigersi al punto di ristoro tenendo la meta nello sguardo e nient’altro. <Dovremo rifarlo.> Una il condizionale esplica una proposta, il tono di voce che usa esprime, di nuovo, un’imposizione. <mh?> Quasi come se non si aspettasse quella domanda. Gira piano il capo verso di lui stavolta, memorizzandone i tratti <Shinsei.> risponde con lo stesso tono < e tu?> una nota di interesse in più nella voce, aspetterebbe la risposta prima di ritornare sull’argomento <Come sono…quelli di Ame… con la tecnologia?> delle brevi pause nella frase, come se stesse cercando di capire se sta facendo la domanda giusta. Una domanda che però parla di quanto poco conosca Kagegakure. [Zona erbosa] La replica è più che giusta, si direbbe una reazione eccessiva dettata dal solo istinto forse, non lo sa nemmeno Matono in realtà fà un mezzo sorriso alla semplice frase di Shinsei.<Già> Come per condividere l'incredulità del gesto, forse serviva, doveva poterlo fare con qualcuno ed il momento presentato con pretesto era decisamente troppo ghiotto.<Ame era un villaggio estremamente tecnologia.> Per il momento sembra mettere in pausa tale argomento, ora che ne ha la possibilità studia senza ansia la figura del ragazzo, cerca di analizzarne le espressioni, fissandolo ovviamente, la specialità di casa. Dura qualche secondo comunque prima di riprendere tono andare ad alzarsi e dirigendosi verso la piccola area ristoro. Ora andando avanti quasi col pilota automatico accende un fuoco nell'apposita area e vi si pone al di sopra tramite un treppiede un recipiente a brocca, attendendo che l'acqua bolla continua il discorso.<estremamente.> Manifesta una chiara approvazione per questa miscela doppia di verde e nero. Annuisce dunque al voler ripetere l'esperienza.<Certamente. Sei decisamente meglio di dormire seduto nella radura.> dà un occhiata rapida al the udendo qualche bolla scoppiare, segnale del bollore. Si volta ruotando sulla gamba destra, vola nuovamente verso la teiera sul fuoco che viene spento con della sabbia, panno alla mano rimuove il coperchio e vi versa all'interno le foglie essiccate attendendo 1 minuto prima di andare a sollevare la teiera, con il panno, e versare il li liquido contenuto all'interno di due tazze in terracotta, le afferra e torna da Shinsei al quale porta la tazza, con incredibile nonchalance riprendendo a parlare.< Io sono Matono, sono un genin di Oto.> Presentazione piuttosto spoglia. volutamente per concludere con il discorso di Ame.<Ne hanno molta, per svariate cose, per capirlo a pieno dovresti vederlo con i tuoi occhi. Io stesso ho fatto lo stesso.> Conviene, anche perchè non è così avvezzo alla tecnologia da riuscire a spiegarsi bene, Intanto da una sorsata al the ritenendo sia abbastanza freddo da non ustionare. [Zona Erbosa] Ame quindi è un villaggio molto tecnologico. O almeno lo era, ed effettivamente è da prima della quarta grande guerra ninja, da Pain e l’Akatsuki che si sa questa cosa. Certo, a distanza di tempo alcuni dettagli delle lezioni accademiche vengono meno. Ma effettivamente Matono gli rinfresca la memoria con semplicità. Ci rimugina sopra, donando non più di un lieve sorriso quando lo sente dire che quell’allenamento è stato meglio della meditazione che c’era in programma. Non si può che concordare. Infila uno dei tavolini affianco al bollitore approntato dall’altro. Si siede su una delle due panchine ai lati del tavolo di legno e di nuovo solleva i gomiti per poggiarli sul tavolo, congiunge le mani intrecciando le dita e ci appoggia sopra le labbra. La posizione è la stessa con la quale è cominciato tutto. Uno sguardo gelido e oscuro, che si sposta seguendo i gesti dell’altro. Eppure è impossibile sapere a cosa stia pensando, per ora. <Si, dovrei.> commenta tenendo ancora il capo appoggiato sulle mani. Dovrebbe visitarlo il distretto di Ame. Lo sguardo si assottiglia e il capo, per qualche istante, si alza nel sentire che quello è un genin di Oto. Lo guarda come se questa notizia gli avesse conferito uno statuto speciale nella sua testa. Un posto particolare <Da quanto tempo sei a Kagegakure, Matono?> ne richiama l’attenzione, mentre continua a seguirlo con lo sguardo finchè l’altro non gli porge la tazza, pronunciando il suo nome. Solo allora solleva il capo e scioglie le dita, per poi sollevare anche i gomiti <Ti ringrazio.> Un perentorio ringraziamento. Si limiterebbe a prendere la tazza dal bordo superiore e portarla al naso, per assaporarne gli aromi <Sembri esperto di thè.> La lascia li questa affermazione, per quanto con quel tono che suo. Lascia che sia l’altro, se vuole, ad approfondire. Lui si concede qualche attimo di silenzio <Anche io vengo da Oto.> Commenta poco dopo <Dal villaggio. Non dal distretto> Specifica pronunciando quell’ultima parola con una nota di disprezzo che si percepisce chiaramente, soprattutto in contrasto con il concetto di villaggio. Una posizione chiara. [Zona erbosa] Va a riposizionarsi nello stesso punto ove poco prima si era lasciato cadere, l'erba schiacciata lo segnala vistosamente. Una volta rimesso con il culo a terra, riprende a sorseggiare il suo thè, occhi socchiusi ed ampi respiri, ripete la cosa ad ogni sorso, tre profondi cicli di respirazione e dunque va a riaprire le palpebre, tornando a dare attenzione a Shinsei.< Dal principio, 10 anni in sostanza.> per un attimo sembra provar a fare mente locale sul passato, ma sembra esserne alquanto inorridito quindi prosegue su un argomento a lui congeniale e di comfort.<Diciamo che ne sono ampiamente dipendente, è un buon modo per sciogliere i miei nervi, quindi ho studiato un pò.> Non proprio la nozione più utile del mondo da acquisire.<In origine anche io prima del suo abbandono e trasferimento qui, avevo 7 anni più o meno> Ampia sorsata, oramai il thè è alla temperatura ideale, e l'espressione di Matono sembra gioirne particolarmente ogni volta che ne beve un pò, non dico sorrida, ma sembra essere piuttosto rilassato e quasi soddisfatto. Magari un mezzo sorriso si può intravedere. Certo quella risposta sulla provenienza gli ha fatto venire una pulce all'orecchio.<Hai sicuramente qualcosa di diverso.> Lo osserva più intensamente, ma non più torvo o scocciato come fino a prima perdurava in viso. Sembra stia cercando di studiarlo o di capirlo.<Ora credo di poterti girare la domanda.> Muove le spalle su è giu dolorante, per un attimo socchiude gli occhi serrando la mascella e stirando le membra della schiena, affaticate ed indolenzite, prima di decidersi a porre la domanda.< Tu che scopo hai. Sei saltato fuori dal nulla, ma non combatti come uno normale> porta la tazza alla bocca un' ultima volta, vuotandola e posizionandola sul prato.< Potrei morire per del thè> Bofonchia tra sè e sè, ma senza preoccuparsi di non farsi sentire, non che gli importi. [Zona Erbosa] È difficile cogliere lo sguardo del biondo. È buio e la luce colpisce il suo volto disegnando ombre indistricabili intorno agli occhi e alla bocca. Ombre dalle quale emerge di tanto in tanto un lugubre scintillio, come se qualcosa le abitasse. A quello sguardo tuttavia non sfugge il brivido di orrore quando il ragazzo ripensa a un passato non dicibile. Non ancora almeno. Nulla nella sua figura lascia tuttavia intuire che l’abbia notato. È un’informazione che tiene per se, per ora. Accenna di nuovo a un leggero sorriso, più per cordialità che per altro, quando l’altro rivela la sua dipendenza. Poi altri dettagli sul suo passato. Una nota interessante, sono quasi coetanei. Forse un po' più grande il biondo, chi può dirlo. Si limita ad annuire due volte lievemente col capo a quella risposta. Non gli sfugge neanche quell’espressione sinceramente soddisfatta che sfugge all’altro nel bere il thè sarebbe interessante provare qualcosa del genere. Ma cosa potrebbe appagare in quel modo il biondo, per ora, è difficile dirlo. Sorseggia anche lui il thè, in sorsi piccoli dati senza rumore. Una nota quasi di curiosità torna sul suo viso quando l’altro gli rivolge l’attenzione, visibili non dagli occhi immersi nell’ombra ma nel capo che si piega leggermente di lato. Qualcosa di diverso? Definizione interessante. Annuisce una volta. Accetta quella domanda <Sei la seconda persona che me lo dice da quando sono qui> lascia intendere che è passato molto poco tempo. Tira un lungo sorso di thè, prima di continuare, allargando le braccia e scrollando le spalle in un gesto fluido, un sorriso nell’oscurità si disegna deformando le ombre del suo volto <Intanto devo capire cosa tiene uniti sei villaggi chiusi in questo…> si ferma. Rimembra le parole della rossa Ishiba. Deve stare attento a parlare di una situazione che non conosce a persone che conosce poco. Per quanto il combattimento sia un ottimo modo per conoscerci <…posto.> Conclude. Non può essere solo la paura. Nella sua mente non è contemplato. Anche questa frase, appesantita dalla pausa, ha il suono di un’oscura promessa. <Non sono sbucato dal nulla. Ma suppongo che ci sarà tempo di condividere un passato del quale nessuno dei due vuole parlare> Si. Lo tira fuori adesso, quel brivido inorridito che gli ha visto fare al ricordo. Tira l’ultimo sorso di thè, svuotando la tazzina di thè. La poggia sulle tavole e la spinge con un gesto fluido verso l’altro <Inoltre, da adesso il mio scopo è essere il tuo scopo.> Commenta, e questa volta il ghigno che si dipinge è tale da snudare i denti bianchi alla luce della luna. Solo quelli visibili. Mentre lentamente si alza, scavalcando la panchina <La prossima volta mi aspetto almeno di sanguinare.> Ha il tono di un ordine. Ma ben presto quel tono sparisce, lasciando il posto alla gratitudine sempre fredda per gli standard di chiunque, ma non per lui. <Ti ringrazio del thè, Matono.> Un leggero cenno del capo. È meritato, era davvero buono. Si volta dandogli le spalle definite. Ora nient’altro che una sagoma oscura in controluce. Ancora fermo. <Verrò più spesso qui. Ci sarà tempo per parlare. Ci rivedremo.> Lo ritroverà in qualche modo. Proseguiranno i discorsi. Ma non stasera. È stato con qualcuno che non sia la sua mente per troppo tempo. I suoi demoni premono per uscire, e quella calma serafica e glaciale non può essere mantenuta a lungo. S’allontana mentre parla. Sparendo presto nell’oscurità.[END] [Zona erbosa] I corpo e la mente iniziano a perdere colpi, visibilmente. Il torpore pian piano si appropria dell'intro Matono, che prima di sopirsi li si rimette in piedi. Pur essendo a tarda ora ed in un are non così ben illuminata cogliere le reazioni espressive di Shinsei risulta difficile, non che sia granchè leggibile sepmlicemente, anzi.<Non dico che due indizi facciano una prova. Però si, dai nell'occhio.> intende il modo di combattere ovviamente. il discorso successivo potrebbe aprire una discussione infinita, che nella testa di Matono è già partita, rimugina rimugina in concomitanza con i discorsi fatti con Shinsei, solo quando combatte smette di arrovellarsi, una cosa di cui ricordarsi.<Questa è una domanda che mi pongo da quando sono qua. Comunque non ti aspettare questo grande raccondo> Shinsei è un tipo criptico senza dubbio, Matono anche, quindi non sembra possa essere possibile molta comunicazione, eppure è riuscito ad avere un rapporto umano più oggi che nei 10 anni passati all'interno del villaggio delle ombre, un pensiero che si aggiunge alla catasta. <Il tuo?> Matono non sembra capire esattamente cosa intende, forse per stanchezza forse perchè ci vorrebbe un manuale per l'uso, fatto stà che annuisce mettendo in pausa quell'argomento andando avanti.<Allora ci rivedremo qui, vedremo quanto riesco ad adattarmi a te, dovrebbe essere la mia specialità.> Almeno lo era sempre stata, l'adattabilità alle situazioni.<Grazie a te.> Non ricorda al momento l'ultima volta che ha pronunciato "grazie", nemmeno scavando nei ricordi più nascosti. Lo osserva allontanarsi oltre il suo campo visivo, inghiottito dall'oscurità del campo di addestramento, la notte comincia a diventare profonda, il silenzio del villaggio sopito ha come sola interruzione qualche lontano boato in sottofondo. Matono dunque imita il biondo e si allontana, non aveva certo programmato di restare li così tanto, ma non prima di aver recuperato thè e teiera, ci mancherebbe[END]