Popi Popi
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Giocata del 09/09/2021 dalle 19:37 alle 23:37 nella chat "Mercato dell'Acqua"
Non è mai stato un'amante della pioggia. Delle basse temperature si, ma dell'acqua piovana che s'infila e si annida tra le fibre degli indumenti - mutande comprese - provocandogli fastidio e imprecazioni varie, decisamente no. Eppure questa sera si ritrova a camminare in una sezione del villaggio differente da Suna, quella Kiri dove un temporale sembra solidificare quel patto astrale tra l'evento atmosferico e il nome del distretto di Kagegakure. < Che palle... > Sussurra a fil di labbra, visibilmente scocciato e spazientito di dover affrontare tale intemperie. Nell'avanzare fa attenzione a non impattare contro nessuna delle poche anime avventuriere che popolano il luogo. Di solito chiasso e fragore d'un emporio pregno di vita e di acquirenti dovrebbe sentirsi da molta distanza, invece quest'ultimi sono silenziati sia dalla poca presenza fisica d'avventori, sia dai rombi che si susseguono in cielo, anticipati dal bagliore delle lingue eteree che scaricano tutta la loro violenza sulla terraferma. < Le terme di Suna dovrebbero esser aperte... > Bofonchia tra se e se, riportando alla mente il cartello con gli orari settimanali delle terme. Ha veramente bisogno di un bagno caldo, così da togliersi di dosso la pioggia che si è insinuata fino alle ossa, oltre che ristorare corpo e mente. Si presenta slanciato nella figura, alto più di 180cm e con una corporatura non eccessivamente muscolosa, ma comunque definita ed allenata. La rossa chioma cade nettamente in contrasto con la colorazione dell'abbigliamento total black. Il busto infatti è coperto da una maglietta anonima, scura come la pece, la quale presenta dei tagli orizzontali ad altezza addome sinistro, fino all'inizio del costato, mettendo in mostra parte dei classici quadrati della tartaruga. Sopra di essa un giubbotto in pelle nero, adornato con diversi spuntoni, bottoni e cerniere in metallo. Corta giacca sportiva dalla natura decisamente rock, le cui maniche coprono in toto le braccia, distendendosi fino ai polsi. Mani coperte da un paio di guanti rinforzati sulle nocche con delle piastre in acciaio stondate. Ovviamente esterne. A concludere il tutto, dei pantaloni comodi, larghi sui quadricipiti, tenuti in vita grazie alla presenza non di una, ma bensì di tre cinture. Se la prima è perfettamente orizzontale, le altre due scivolano fin sotto l'anca mancina. Ai piedi, degli anfibi pesanti la cui suola affonda senza difficoltà alcuna nella fanghiglia che inevitabilmente si è venuta a creare. [Chakra OFF] Maledetta, insistente pioggia. Non ci si abituerà mai, nonostante il suo corpo non sia fatto per esporsi al sole troppo a lungo i ricordi sbiaditi del caldo di Suna la tormentano in questi giorni. Ormai ha vissuto più anni in questo villaggio che in quello d’origine eppure continua a rimpiangere quelle lunghe giornate accaldate, scottarsi ogni volta che usciva senza aver messo la protezione solare, finire con mezzo volto bruciacchiato solo perché perdeva il cappellino durante i giochi con i compagni ecco tutto questo le manca particolarmente quando si ritrova sotto l’implacabile pioggia che invece caratterizza decisamente di più il villaggio d’origine del settore in cui ha messo piede. Sarà stato il tempo atmosferico ad ispirarla o forse semplicemente la necessità di tenersi sempre impegnata e fuori di casa ma eccola al mercato del pesce, no cioè delle armi. Ha lasciato una traccia tanto tempo fa, ormai è quasi convinta che le armi non la porteranno da nessuna parte ma tentar non nuoce no? Gli stivali in pelle nera producono un rumore umidiccio quando vanno ad impattare contro la pozzanghera, il fango che si solleva andando a sporcare l’orlo inferiore di quel paio di jeans blu scuro e dal taglio a sigaretta. Una cintura sulla vita alta di quell’indumento dentro cui va ad infilarsi una felpa di un blu altrettanto denso, una scritta sul petto bianca, i caratteri sono quelli classici e recita “Suna Centro”. Una di quelle felpe che vengono vendute per mero scopo pubblicitario e che probabilmente nemmeno si è data la pena comprare, una collaborazione ormai sepolta nella sua mente. Sul collo spunta la camicia, quel semplice risvoltino inamidato bianco proprio come la scritta, casual sì ma con un tocco di eleganza, sicuramente aver appena finito un provino per interpretare una studentessa influisce sul suo attuale abbigliamento. I capelli sono raccolti in una lunga treccia che corre per tutta la sua testa terminando in quel sussultante ciondolio che accompagna ogni suo passo. Sulla testa, a proteggerla dalla maledetta pioggia un semplice ombrellino nero, uno di quelli che si possono semplicemente ripiegare a far sparire in borsetta, non che abbia una borsa con sé. Come a chiamarla mentre cammina si rende conto che quel gocciolio sembra essersi ridotto così si ferma in mezzo a quella strada, non troppo trafficata comunque, allungando il palmo della mano sinistra, rivolto verso il cielo, fuori dalla protezione offerta dall’ombrello stesso. Soppesa la quantità di gocce, attende uno scroscio e si limita a flettere appena il busto in avanti così da poter osservare le nubi sopra di lei oltrepassando con le rosse iridi la stoffa nera. Finalmente la pioggia smette di rompere le palle, che è quella roba, lui che arriva dal deserto non ci è mica abituato, come penso chiunque nativo della sua regione che abbia anche solo un vago ricordo. Quasi un amarcord direi, perché seppur il governo che protegge ce la mette tutta per ‘replicare’ gli ecosistemi natali di quella che sono le popolazioni diverse che compongono i ‘sudditi’ di Kagegakure, rimane comunque un qualcosa di artificiale, un’imitazione. La sabbia sotto i piedi è reale ma è come se la grana fosse diversa, più spessa e per quelli come lui queste piccolezze si notano. Esce da una delle varie botteghe, vestito nella maniera più disparata e fuori luogo possibile considerando dove si trovava ma soprattutto che era scoppiato a piovere pocanzi! Un cappello bianco largo in testa con il lino e cotone ancora bagnati per la pioggia anche se hanno ‘protetto’ il capo del cioccolatino. A coprirne il busto e le membra invece una maglietta bianca di cotone, semplice, senza stampe, con sopra una camicia di lino senza colletto, lasciata slacciata, color denim sbiadito, anche se l’acqua della pioggia ha ridato vigore a quel colore, rendendolo più scuro, così come quella maglietta ora è traslucida lasciando intravedere, grazie al contrasto elevato dovuto alla carnagione dello Hyuuga, qualche linea del busto. Le gambe sono coperte da dei pinocchietti larghi che arrivano appena sotto il ginocchio, color blue scuro, stesso colore delle infradito che porta ai piedi. Come sempre protegge gli occhi con un paio di occhiali dalle lenti tonde, color giallo, gli gira così. Alza la mano destra, sventolandola per ringraziare chi gli ha offerto asilo dalla pioggia per poi continuare a camminare, cercando qualche bottega specializzata per quello che ha in mente. Si riemette nello stradone principale, accostato dalle varie bancarelle per poi accorgersi, solo dopo che questa ha abbassato l’ombrello, della presenza della coinquilina. Allunga il passo, leve lunghe e falcate ampie fino a raggiungerla. Flette la mano sinistra e il braccio portandola sulla propria schiena, piegando il busto in avanti, come i vecchietti se non fosse che il dorso della sinistra è contro il proprio osso sacro, poco più su. La destra invece si porta a tenersi il cappello, prima che la gravità lo faccia cadere e, prima ancora che la sua voce lo possa preannunciare è il profumo a lei familiare a tradirlo. Dovrebbe apparire nel campo visivo di Saigo dalla sua destra per poi esordire con un semplice < Yo! > amichevolmente. [Outfit: https://i.pinimg.com/564x/65/ea/38/65ea38fbb61d79e51f60e69278eac547.jpg ] La mano destra viene estratta prima dalla rispettiva tasca dei pantaloni e poi, dopo aver dipanato le dita, fatta passare tra la folta capigliatura rossastra nel tentativo di darle una sistemata. Gesto invano il suo, poiché alcune delle ciocche intrise d'acqua, ricadono con nonchalance davanti l'occhio destro, occultando quest'ultimo in parte. < Ah... > Incredulo ferma il suo incedere, reclinando di poco il capo all'indietro e permettere al naso ed allo sguardo scuro come l'oblio in cui è caduto molti anni fa di perdersi nelle nubi nere che sostano sopra di lui. All'improvviso ha smesso di piovere e tale interruzione repentina lo ha portato a mimare lo stesso movimento effettuato da Saigo poco più avanti. < ...... > Fa spallucce, ormai abituato a questi sbalzi climatici, riprendendo a camminare lungo la strada intrapresa in precedenza. Avanzerebbe dritto per dritto, accorciando di fatto le distanze dal Manami, provenendole frontalmente. Quest'ultima, pochi istanti più tardi, viene affiancata da un ragazza dal vestiario alquanto particolare, decisamente diverso e lontano anni luce da quello messo in mostra dal Goryo. < Tsk... > Sghignazza appena, ampliando quel sorriso sarcastico che ha stampato in volto. Sta perculando Nobu? Decisamente. Ma lo fa con garbo, tenendo per sé ogni tipo di commento al riguardo. Ora il suo obiettivo è uno solo: tuffarsi in un bagno caldo dove riposare. Tuttavia, il piano sembra esser rimandato nell'esatto istante in cui gli occhi incrociano quelli di Saigo. Rallenta il passo, fino a bloccarsi a circa tre, quattro metri di distanza dal duo della Shinsengumi. < Sbaglio o tu sei quella apparsa in tv? > Senza presentazioni, senza convenevoli di sorta. Dritto al punto, come sempre. Nell'esternare il quesito assume un'espressione pensierosa, tanto che le dita della mano dritta massaggiano il mento glabro. In attesa di una risposta da parte della ragazzina, l'attenzione si alterna da lei al cioccolatino che ha vicino. Una volta avvicinatosi, lo sguardo di entrambi potranno notare dei piccoli dettagli sul corpo del rosso: ha un orecchino a forma di piuma che gli ciondola dal lobo sinistro e, al collo, una catena il cui pendente è nascosto sotto la maglietta nera. [Chakra OFF] La prima cosa a colpirla è il profumo, lo sente trascinato da quell’aria frizzantina che accompagna la scomparsa della pioggia. Sbatte le palpebre per un attimo confusa e distratta da quel suo tentativo di comprendere quanto sia sicuro disfarsi dell’ombrellino, subito dopo è la voce del ragazzo a chiarire ogni dubbio. Si gira verso destra. Individua da quel lato la fonte della voce familiare e di quel profumo, gli occhi sai spostano mentre la sua schiena va a raddrizzarsi, l’ombrello che scivola lungo la sua spalla scoprendo così il capo al cielo. Sorride infine, divertita da quell’incontro casuale eppur assurdo, entrambi di Suna ed entrambi nel cuore del mercato di Kiri durante la pioggia. Mostra quindi quell’espressione naturale ma soprattutto reale, divertita senza andare a nascondere quella nota di amarezza perennemente presente nei suoi occhi quando non si sforza di farla sparire. Non è difficile da leggere è solo raro che lo permetta a qualcuno <hey>. Lo osserva in quel vestiario così opposto al suo, così leggero, per quanto si sia abituata alla sua presenza continua a non poter rimuovere dal suo cervellino malato le basilari domande di ogni ragazza in crisi ormonale: come sarebbe toccare lì sotto? Non le esprime e anzi cerca di tenerle a bada, non può certo rovinare tutto come è già successo con Fuji. <che ci fai qui?> domanda con quel tono allegro e genuinamente divertito dall’averlo trovato lì. Gli occhi corrono poi verso le esposizioni alle sue spalle, sta cercando proprio Lui? No. Ma buttare l’occhio sulle armi alla ricerca della SUA fattura non è mica reato, così solo per assicurarsi che sia ancora vivo e non morto da qualche parte, morto come lei reputa sia ormai la loro amicizia. L’arrivo di quel fan così diretto le ricorda quasi magicamente l’ombrello che ha ancora aperto e poggiato sulla spalla. Come se ogni suo gesto fosse stato programmato si accinge solo ora a richiuderlo, voltandosi ancora più di lato per evitare di bagnare i suoi attuali interlocutori <beh> replica quindi verso il fan, senza nascondere quell’orgoglioso sorriso sul suo volto. Di certo non è modesta quando si tratta del suo lavoro o anche solo di parlarne <sono un’attrice quindi direi di sì> finita quindi l’operazione torna a raddrizzare il busto e sposta lo sguardo verso il rosso. Non lo ricorda ma poco importa. Permette uno scambio di sguardi che dura più di un secondo, come regalo personale verso uno dei suoi primi ammiratori, un gran bell’ammiratore diamo a Shin quel che è di Shin <a chi devo dedicarlo l’autografo?> frutta solo adesso il corpo del ragazzo sconosciuto per perdersi nelle armi esposte dietro a lui, non c’è l’inconfondibile tocco di Mozaemon nemmeno in quelle. L’ombrellino richiuso ora penzola dal suo polso sinistro mentre la mano si porta nella tasca, piccole goccie d’acqua ricadono nella pozzanghera accanto al suo piede, il tempo inesorabile scorre e ticchetta nel suo orecchie mentre viene ignorato. Che corra ha già perso tutto. Si raddrizza al suo fianco dopo che l’ha salutato, tornando a torreggiare sulla coinquilina, essendo più grande e anche più alto rispetto a lei. Abbassa la mano che aveva sul cappello mentre pure la sinistra si sposta dalla schiena in direzione delle tasche, infilandosi dentro, camminando appena appena con fare molto molleggiato. LA schiena è quasi inarcata all’indietro mentre il capo è pur sempre girato verso Saigo. Non si avvede di Shin, così come non pensa che quel sorriso sornione sia per il suo outfit che è si atipico per il quartiere dove si trova ma, onestamente, poco gli importa, deve pur sempre tornare a casa dopo, no? Lì è più normale vedere persone vestite in maniera ‘estiva’. Le infradito sbattono con la suola contro il pavimento mentre la pianta invece si alza in concomitanza con il flettere del piede, sbattendo contro il tallone in quel classico rumore che fanno a meno che non si striscino i piedi. < Sono venuto a dare un occhiata, dicono che ci siano fabbri eccellenti qui e dato ce la fucina di fianco casa ha praticamente chiuso, beh ho pensato di farmi un giretto. Non mi aspettavo però sto acquazzone improvviso. > Risponde in maniera molto naturale, alzando le spalle appena insieme a quelle linee che le ha appena recitato. L’attenzione viene poi catturata prepotentemente da Shin che si para, come spesso succede nei vialoni a doppio senso di marcia, davanti al duo, chiedendo appunto se Saigo fosse quella apparsa in TV e… si, beh, è un attrice, ovviamente è apparsa. Anche lui non lo ricollega alla diretta televisiva che i due hanno fatto in veste di membri ufficiali della shinsengumi e, se anche avesse un minimo di tarlo di dubbio sul fatto che il rosso possa riferirsi a ciò, questo viene scacciato da come risponde la Manami. Nobu si limita a sorridere, falso come sempre, alzando la mano sinistra dalla tasca per poi estendere indice e medio in un classico segno di vittoria o V. China appena il capo di qualche grado alla sua sinistra per poi socchiudere appena quegli occhi azzurro chiaro, celati a mala pena da quelle lenti tonde e gialle che sono più sul naso che sul ponte di esso. [Outfit: https://i.pinimg.com/564x/65/ea/38/65ea38fbb61d79e51f60e69278eac547.jpg ] Troneggia di dieci centimetri buoni sulla figura di Saigo, ragazzina membro della Shinsengumi che ha scelto come sua interlocutrice di serata. Dovrebbe esserne onorata. < ..... > Lo sguardo scuro rimane fisso sulla struttura corporea dell'esponente femminile, ma senza alcuna malizia. Sembra soppesare la figura della Manami, quasi come a volerla studiare, prima di aggrottare la fronte nel sentire le sue frasi. < Sei un'attrice? > Sfarfalla per un attimo le palpebre, non avendola affatto collegata al mondo televisivo. Almeno non in quello delle celebrità. < Non mi serve nessun autografo... > La liquida così, con superficialità, come se d'un tratto non fosse più così attraente. < Credo di averti scambiato per la ragazza della Shinsengumi che andò in televisione a parlare di un problema... > Non ricorda benissimo il motivo della loro intervista. Come suo solito è stato attirato dal notiziario, ma non vi ha dato molto peso. Nonostante le faglie siano una scocciatura non indifferente da contrastare, lui è un egoista nato. Se la questione non lo tocca in modo dannatamente ravvicinato, se ne frega altamente. Tuttavia ha potuto notare con il suo vivere a Kagegakure, come i membri della Shinsengumi abbiano dei privilegi non indifferenti. Privilegi che potrebbero tornargli molto utili e far comodo in determinate circostanze. < Fa niente, torno a Suna... > Fa spallucce, infastidito dal fatto di non aver raggiunto l'obiettivo. Rinfila le mani in tasca e fa per muovere il passo. < Ehi amico... > A Nobu, senza guardarlo in viso. Parole dette nell'esatto istante in cui le loro figure sono fianco a fianco. < Bel vestito... > Ruota di poco il volto verso manca, dando modo al Ryuuzaki d'entrare nel suo raggio visivo. Gli strizza l'occhio, nascondendo sotto quelle parole e quel gesto ammiccante, una presa in giro in piena regola. Continuerebbe la sua avanzata. Ormai non ha motivo d'intraprendere un discorso con il duo. Non è nelle sue corde caratteriali. [Chakra OFF] No Nobui queste cose non si dicono. Colpita e affondata. Insomam quella singola frase sulla fucina di Fuji che spazza via in un istante quel suo continuo mentire a sé stessa e i mesi passati nel tentativo di non soffrire per quell’amicizia che reputa conclusa, quell’abbandono di cui non riesce proprio a farsi una ragione, le avesse almeno lasciato Aozora come ricordo per i tempi andati. Tanti, troppi avvenimenti mancati in quei mesi che possono contarsi per via delle ferite nel suo animo. Annuisce però senza replicare in merito. La fucina chiusa, la sua sparizione e quell’alleanza. Prima nulla li legava se non le amicizie comuni ed ora è l’assenza stessa dei protagonisti ad unire quelle due comparse <forse dovremmo davvero trovarci una nuova casa> la butta òì come unica risposta mentre il Ragazzo torna a farla sorridere, quel segno di vittoria con le mani, l’ego che vien lusingato. No Shin queste cose non si dicono. Il suo castello di carte viene smontata immediatamente da quelle parole, sbuffa, vistosamente e senza nemmeno provare a nascondere quanto sia contrariata dal ragazzo. Non l’ha vista in televisione per via del suo lavoro, sono mesi che dice al suo agente che non è abbastanza ed eccoci qui davanti all’evidenza dei fatti: il suo agente fa schifo <e se fossi stata lei che mi avresti detto? Che hai forse visto uno di quei bastardi che vuole farci fuori tutti?> la butta sul tragico ma in fin dei conti in questo momento è drammatica. Insomma anni e anni di ruoli orribili per poi non venir ancora considerata come la splendida stella nascente che in realtà è. Dai. Non si conferma comunque come membro della Shinsengumi, non indossa la divisa e a dirla tutta non ha proprio voglia di mettersi addosso quella maschera da perfetto agente sempre cordiale e gentile con tutti <o forse sei uno di loro eh?> quindi tanto vale sfogare la sua rabbia repressa in un modo poco costruttivo e molto infantile <HEY FRATELLONE> sì chiama così Nobu, alza il tono così che tutti coloro che ancora si aggirano per quei negozi la possano sentire <HAI SENTITO?> si guarda intorno. Ha attirato l’attenzione? <Qui c’è uno di quegli STRONZI TRADITORI che usa quei fenomeni che diceva la Shinsengumi> sottolinea volutamente determinate parole così che chiunque sia all’ascolto si faccia un’idea chiara e molto truffaldina di quello che sta succedendo. Le è appena stato ribadito due volte quando sia facile dimenticarla, la prima volta l’ha fatto Nobu ricordandole di Fuji e la seconda Shin ignorando il suo lavoro da attrice ed è arrabbiata per questo, non può semplicemente calmarsi deve cercare il sangue, la rissa ma soprattutto la gogna pubblica. Spera che la popolazione lo att5acchi, lo insulti e lo pesti come si meriterebbe per averla ferita. Perché se Nobu ha il privilegio d’esser preso in considerazione come la figura più simile ad un amico che per lei esista Shin non è altro che un ostacolo sul suo cammino al momento Oggi in realtà Nobu è particolarmente pacifista e, seppur avendo capito che Shin lo sta perculando, non si scompone più di troppo, non gli è mai importato nulla degli estranei infondo, non vedo perché dovrebbe farlo adesso. < Grazie, bell’orecchino. > Gli risponde in maniera molto cordiale, sorridendo di nuovo, interrompendolo solo per parlare e rispondere al rosso. Che lo stia prendendo in giro? Può essere come no, infondo Nobu ha i lobi bucati e si può notare, per quel che ne sa Shin davvero gli piace quell’orecchino. Non fa in tempo a sparire dalla vista del duo però che Saigo però ringhia indietro… perché? Gli basta quell’introduzione di frase sulla delusione di non essere riconosciuta per i suoi ruoli al punto da fargli aprire bocca pure a lui. < Beh.. ti ricordo che vestitini ci ha procurato per quella missione, come mi sono dovuto conciare e chi ho rimorchiato? > si, parla di quella volta che si è messo quel completino aderente in latex, parrucca e trucco, finito in maniera alquanto bislacca tutto fatto a fare il destriero per Fuji, già, l’ultima volta che hanno visto i loro due ex compagni e già lì erano più estranei che altro. Ci ha messo una pietra sopra, inutile sfasciarsi la testa su due macchie nella sua vita, qualcosa che Saigo però sembra aver fatica a fare. Quando urla quel titolo non capisce che si sta riferendo a lui, ciò guardateli, sono la coppia della ringo e anzi, a giudicare dal colore di pelle e carnagione, pensa si stesse riferendo a Shin, difatti lo guarda un attimo perplesso, sbigottito. Collega i neuroni solo dopo: se fosse suo fratello lo saprebbe che lei è un attrice e non si sarebbe presentato così… magari Saigo era in giro con suo fratello davvero prima di averla vista tra la folla! Si volta in giro a cercare una figura che le possa assomigliare, ma l’unica cosa che vede sono qualche artigiano che guarda di sbieco Shin. Fa spallucce e anzi, fa un qualcosa che è un po' che non faceva: alza la sinistra, enorme com’è, e la posa sul capo roseo di Saigo a darle un paio di carezze. <Beh.. sus è sus… dice di essere di tornare a Suna ma è una mozzarella.. non che tutti debbano essere ‘abbronzati’ però…> cioè neanche così pallidi. [Outfit: https://i.pinimg.com/564x/65/ea/38/65ea38fbb61d79e51f60e69278eac547.jpg ] Qualche passo più avanti rispetto alle posizioni occupate da Saigo e Nobu ed ecco che il suo incedere viene nuovamente spezzato sul nascere. O quasi. Infatti le parole della Manami gli giungono chiare alle orecchie, tanto da fargli fare perno sulla gamba destra e dar modo alla struttura corporea del rosso di ruotare, guadagnando ancora una volta la posizione frontale rispetto alla coppia. < Non sono affari che ti riguardano. Bella felpa comunque. > Il mento scatta in direzione dell'indumento appena citato, quello riportante la scritta Suna Centro. Non la manda a farsi fottere solo perché indossa qualcosa del suo villaggio d'origine. Patriottico. Tuttavia il modo con il quale la liquida, senza dargli neanche l'opportunità di controbattere, è da bullo vero. Arrogante e altezzoso fino al midollo decide di non perdere ulteriore tempo con la Manami, almeno fino a quando le sue successive affermazioni gli fanno aggrottare la fronte. < Vuole farci... > Sottolinea volutamente l'ultima parola, scandendola e dividendola dal resto della frase grazie ad una pausa. < ...fuori tutti. > Singolare come affermazione no? < Cosa vorresti dire? > Domanda, prima che la situazione precipiti in una dannata sceneggiata tipica del sud(?). < Ca**o urli? > Non si scompone più di tanto, anzi, formula quella domanda con un'espressione di fastidio stampata sul viso. Cerca di comprendere il motivo di quella manfrina, senza riuscirci. < Ehi attricetta... > Burbero la squadra dall'alto verso il basso. < Non siamo davanti ad una videocamera o sul palcoscenico di un teatro. > Allarga le braccia oltre i rispettivi fianchi per farle vedere che si trovano al centro di un mercato. < Se vuoi farti pubblicità, non utilizzare il sottoscritto! > Il pollice della mano destra si distende verso il petto, autoindicandosi. < O sganci qualche ryo, o non se ne fa nulla! > Niente per niente. < Invece tua sorella sputa melanina da tutti i pori... > E' più bianca di lui. < A proposito... > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l'esterno, abbozzando un sorriso divertito. < Siete sicuri di essere fratello e sorella? > Tono irriverente per nulla nascosto. Tutt'altro. [Chakra OFF] L’immagine di Nobu in quella tutina di lattex la scivola nella mente con infida prepotenza e potrebbe anche generare se solo in ricordasse anche la calotta color carne rotta, quel singolo ciuffo di capelli che spunta proprio dal centro della fronte. Santi dettagli che le permettono di non diventare scema di colpo. Ridacchia appena quando nella sua mente zoomma sulla sua faccia poco convinta e così conciato. Sì è stato bello. Non replica comunque perché c’è una sceneggiata da mettere in atto. Annuisce dando man forte alle parole del coinquilino. Un annuire vistoso e che potrebbe ricordare molto da vicino quel modo di fare degli sgherri quando si sostengono l’un l’altro mentre trovano modi ridicoli per attaccare briga <fai forse il finto tonto?> domanda ancora a sua volta <o hai delle informazioni o sei uni di loro finto Sunese> colpisce duro! Lo osserva e poi si limiterebbe ad osservare quel che rimane della folla <PUBBLICITA’ GUARDATELO> continua alzando nuovamente il tono di voce <CI HA PRESO TUTTI PER SCEMI> si schiera, si fa voce del popolo senza controbattere direttamente a quelle affermazioni. Del resto è vero, pure lei arriva da Suna ed è assurdamente pallida ma è quasi convinta che sia a causa di quel sangue Otsotsuki nelle sue vene, non che abbia compreso in che legame sia il clan con i genitori e roba simile, considerando che tra lei e i suoi il legame si è ridotto per anni ad un saluto ai pasti prima di essere abbastanza grande per potersi mantenere da sola e svanire nel nulla. Sì insomma non sa in che modo sia legata al clan ma è sicuramente colpa loro se è pallida. Non è originaria di Suna lo sa, ne è sicura, se lo sente ma quel rosso che spiegazioni ha in merito eh? Le attende silenziosamente, si fa per dire, senza domandare nulla direttamente. Non che sia davvero interessata alle possibili informazioni su quella strana associazione di gente che insegue dei portali, al momento non potrebbe interessarle di meno vuole solo vedere la folla accanirsi su qualcuno che inconsciamente l’ha colpita duramente Sta cominciando a tirare aria di cat fight: prendi una ragazza con qualche problema di ego e prendi un biker e mettili insieme… che pessima ricetta benedetta, altro che fatto in casa per voi! Si stacca da Saigo, lasciandola divertire, già perché probabilmente è quello che sta facendo: divertirsi. Sta pure per andare via se non fosse che gli rivolge la parola di nuovo, due passi aveva fatto, due, il giusto per doversi voltare di nuovo e guardarlo. Sbuffa in maniera vistosa e la destra si alza ad abbassare il cappello e gli occhiali da sole a mostrarsi in viso. < Ascolta, aspirante cantante di qualche boy band orientale con un gusto estetico discutibile… > già… perché chi diammine va in giro vestito così con i guanti e la giacchetta borchiata, con l’orecchino lungo con la piuma e una maglietta fatta a brandelli, diammine gliene comprerebbe una al primo chiosco se solo chiedesse. Si fa vedere senza ‘costumi’ con l’espressione seria che aveva durante quello show, per essere appunto associato a quell’intervista. < Io lo capisco che oltre ai capelli hai anche le mutande rosse che sei mestruato, però anche meno…inoltre chiedere soldi per delle prestazioni in mezzo alla strada… ouch> sibila a denti stretti, facendo un espressione simile al dolore, lasciando alla sua mente l’associazione con il mestiere più antico del mondo. Prosegue oltre il duo, lasciandoli scornare tra di loro se proprio si divertono così, non ne ha voglia, non è così infantile da litigare con estranei per il nulla cosmico e anzi prosegue guardando i vari artigiani che stavano guardando la scena, chi in tumulto e chi sbigottito. Non gli dice di calmarsi, lascia il divertimento alla collega e compagna di casa ma bensì si avvicina verso una bancarella che sembra essere appartenente a un fabbro. Guarda le varie chincaglie, le armi, e le corazze, troppo spesse. Si sofferma davanti a un manichino lasciando che appunto sia la persona al bancone ad avvicinarlo e, come spesso accade, chiedergli che cosa sta cercando. < Cerco una suit che sia leggera, flessibile ma che mi dia protezione. Niente blocchi metallici, non sono nel medioevo. Qualcosa che possa essere indossata sotto i vestiti…> [Outfit: https://i.pinimg.com/564x/65/ea/38/65ea38fbb61d79e51f60e69278eac547.jpg ] Si guarda intorno attonito, passando in rassegna i volti dei pochi passanti che popolano quella strada a doppio senso posta al centro del mercato. < C'è un dottore...? > Un medico in un emporio di armi, come no. < La ragazzina qui ha bisogno di cure. Ha battuto la testa ed il trauma ha sparigliato quei già pochi neuroni che aveva. > Ormai i superstiti son rimasti soli e divisi tra loro. Qualcuno sosta nel lobo frontale, mentre altri in quello occipitale. Scuote leggermente il capo, muovendo qualche ciocca ribelle ancora pregna d'acqua piovana davanti a quell'incarnato albino dove risaltano le pupille color brace. < Vuoi giocare? > Domanda retorica riferito a Saigo. < Bene. Chiudiamo qui questa farsa. > Di certo non si tira indietro quando c'è una sfida in cui gareggiare. *TAP - TAP* Uno, due, tre, quattro passi vengono indirizzati verso la struttura corporea di Saigo, TENTANDO di fermarsi a meno di un metro dalla stessa, osservandola dall'alto al basso. < Smettila. > Sentenzia con tono di voce deciso, fermo, mentre la mano destra verrebbe alzata e poi allungata in direzione del volto della Manami. L'indice si chiude nell'incavo tra lui ed il pollice, caricandosi d'energia. Questa verrebbe rilasciata in un gesto classico conosciuto come schicchera, dando modo all'unghia del dito citato in precedenza d'impattare contro la fronte della ragazzina. D'intenzione dritta e senza imprimere troppa forza. Vuole soltanto "spegnerla" e tornare a fare quello che stava facendo: rientrare nel distretto di Suna. Se tutto fosse andato come descritto, si dovrebbe sentire un leggero quanto acuto *STACK*, simbolo dell'avvenuto contatto. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, divertito dal parlare di Nobu. Verso di lui ruota il capo, facendolo rientrare nel proprio raggio visivo. < Tu che dici a me di avere un gusto estetico discutibile? > Sfarfalla un paio di volte le palpebre, esterrefatto. < Ma ti sei visto? > Indica con un gesto repentino del mento il suo di vestiario. < Sembra che ti si è allagata casa e per scappare, ti sei messo addosso i primi pezzi di straccio che hai trovato. > Come dargli torto? Sulla questione del lavoro più antico del mondo sorvola, anche perché il cioccolatino sembra allontanarsi dal fulcro della diatriba. [Chakra OFF] Nobu si allontana e così sia, in qualche modo ha fiducia in lui, seppur sia una parola difficile da ammettere ma non ha timore nel vederlo voltarsi e sentire che si sta allontanando, non fisicamente almeno. Dovesse sparire anche lui poi se ne riparlerà. Lo lascia andare sicura di avere qualcuno che le possa guardare le spalle, per quello che riguarda Shin invece, oh è tutta una faccenda diversa. La mano all’interno della tasca semplicemente andrebbe a formare quel mezzo sigillo della capra. Alza la mano l’altro, le si avvicina e lei sostiene quello sguardo. Si lascia colpire. Potrebbe richiamare il chakra era già pronta a farlo eppure simula. Al tocco si quell’indice sulla sua pelle lei si limiterebbe ad assecondare il movimento esagerandolo, lasciando che il capo risulti spinto dal semplice gesto. Un urlo di dolore che si propaga da lei come se fosse stata ferita davvero. Il resto lo farà la sua pelle delicata, non c’è colpo che non le rimanga sul corpo, persino quella schicchera dovrebbe rivelare un piccolo alone rosso proprio lì dove è stata colpita. Non che lo mostri. Mentre quindi muove violentemente il capo allontanandosi anche i piedi seguono quel movimento come se avesse perso l’equilibrio e negli stessi istanti andrebbe a portare entrambe le mani sul volto coprendo quel punto <lo avete visto!> esclama andando ancora a rivolgersi alle persone intorno a lei, la voce vorrebbe farsi tremante, quasi spaventata <LO AVETE VISTO TUTTI!> esclama ancora <COSA MI HAI FATTO MALEDETTO?!> e si allontana di un passo. Una dolce ragazzina indifesa, non un ninja, non un temibile cane del governo solo una sedicenne che è appena stata pubblicamente colpita da quello che pare proprio essere un bulletto. OH. Finge e cerca di rendere la recita il più credibile possibile mentre si fa vittima, si fa debole e bisognosa d’aiuto. Che qualcuno lo arresti, che qualcuno lo meni e renda così la sua una serata migliore. L’ombrello appeso al suo polso sinistro che ondeggia rilasciando poche gocce sulla sua felpa blu che ora va a scurirsi lì dove si è bagnata, dando adito a qualsiasi fantasie sul possibile sangue visto che cade proprio sul petto, sotto al mento. Coerentemente ad una ferita. Sembrano gesti dettati solo dal dolore, dalla paura e dall’istinto ma non c’è dettaglio di quel movimento che lei non abbia curato. Vuole che il rosso venga visto come un mostro, che paghi per non averla riconosciuta. Tutto questo accanimento perché? Beh Fuji e Nene sono spariti senza darle spiegazioni spezzandole il cuore che s’ostina a non ascoltare, servono altri motivi? L’addetto alle vendite gli mostra un paio di completi, armature, suit in kevlar, esattamente quello che stava cercando. Si ferma davanti a un manichino che indossa proprio l’articolo che fa al caso suo. < Perfetto, direi questa ma nera. Andiamo a prendere le misure? > chiede per poi essere scortato nel retro bottega dove misurano altezza e varie circonferenze come braccia, busto, vita, spalle e così discorrendo. Gli danno pure una da provare, più grande delle dimensioni che Nobu ha, si ok è alto ma non è un colosso, anzi, tutt’altro nonostante sia parecchio… coriaceo se così possiamo dire. Si spoglia, rimanendo in intimo per poi indossare quella suit. Si piega un attimo, cammina sul posto, salta e fa un po' di shadow boxing nello stile tipico della casata con la quale si allena: il pugno gentile. Non sembra che sia troppo immobilizzato da quello che sta indossando mentre la protezione che offre sembra essere più che sufficiente. < Perfetto, la compro. Falla arrivare a Suna, all’oasi. Grattacielo X al 48esimo piano, campanello Manami. > Già, non ha ancora messo il suo nome su quel posto, era solo una tappa momentanea no? Eppure anche adesso Saigo gli ha chiesto di cercare una nuova casa insieme, come se ormai la sua presenza lì al suo fianco sia scontata e permanente, al contrario di quello che doveva essere: temporanea. Si riveste, tanto non ci vuole molto a mettere quegli indumenti che nel frattempo si erano anche asciugati, inclusi cappello e occhiali. La sinistra si infila nel portafogli a estrarre il conto… salato, molto salato! Speriamo che renda almeno. Finito ciò si allontana di nuovo, attratto anche da quell’urlo da parte di Saigo, sta facendo proprio teatro. Cammina fuori da quella bottega giusto per vedere la scena e, fastidiosamente, torna vicino ai due. < Aaaah, sei come i bambini che fanno i dispetti alla ragazzina che gli piace. Ora capisco. > Lo aveva sentito prima dirgli della casa eccetera ma non ci da importanza, non può andare in giro sempre in giacca, camicia o in divisa, quando è nel suo momento libero si veste da susano e a Suna ci si veste leggeri, non così pesanti, altrimenti sai che puzza di ascelle?! Si china nuovamente ma questa volta con il capo verso l’orecchio mancino di Saigo < Hai finito? Io sto andando a casa, vieni? > le chiede in un bisbiglio mentre la mancina si allunga alla ricerca della destra della Manami, come a prenderla per mano e portarla via, cosa che fa a priori dall’esito. La destra invece si smuove appena a salutare il rosso < Ciao pagliaccio, alla prossima, magari con il naso rosso e il make up intero > ma perché pagliaccio? Beh vestito strano lo era, il cerone lo aveva e i capelli rossi pure…[Outfit: https://i.pinimg.com/564x/65/ea/38/65ea38fbb61d79e51f60e69278eac547.jpg ] [Exit] Nene, Fuji, chi diavolo sono? Non conosce nessuno dei due, eppure sembra che stia pagando tutto lui per qualche mancanza che la fantomatica coppia ha avuto nei confronti di Saigo. Anche se li avesse conosciuti se ne sarebbe sbattuto ed infischiato altamente e le cose sarebbero rimaste esattamente come sono adesso. < ..... > Sente avvenire l'impatto. La maggior parte della zona esterna dell'indice viene a contatto con la fronte della Manami, lasciandole - dopo pochi secondi - un lieve quanto flebile rossore. Niente di così eclatante. Eppure la ragazzina prende la palla al balzo per mettere in piedi l'ennesima sceneggiata di serata. < Shahahahahaha... > Meglio prenderla sul ridere. Risata sguaiata la sua, la quale funge da apripista ad un consiglio spassionato. < Dovresti incentrare la tua carriera sulle scene drammatiche. Ti riescono particolarmente bene. > Gli strizza l'occhio destro, mentre l'arto con il quale ha fatto partire l'attacco, verrebbe ritratto con lentezza, fino a scomparire di nuovo nella tasca dei pantaloni. < Ho talmente paura che mi tremano le gambe e me la sto facendo addosso... Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, prima d'indietreggiare di qualche passo e allontanarsi da Saigo. < Se i tuoi ammiratori desiderano un'ardente vendetta, possono tranquillamente venire a Suna e chiedere di Shin Goryo. > Posizione, nome e cognome lasciati alla mercé di qualche avventuriero che vuole provare cose forti. < Oh, è tornato giacchetta lunga fino alle caviglie e pantaloni corti fino alle ginocchia. > Ovviamente si sta riferendo a Nobu che rientra nel proprio raggio visivo. < Tu porta le scarpette. Il pagliaccio ti farà ballare sulle punte... > In effetti con quei calzoni corti mancava solo un tutù bianco ed il gioco era fatto. Stranamente non si avventa sulla giugulare del cioccolatino. Si limita ad esser superiore, riprendendo a camminare verso la strada di casa, pronto a rientrare nel distretto di appartenenza: Suna. [X] Nobu arriva e allunga la mano destra verso di lui, lasciando il volto scoperto e quel minuscolo segno rosso visibile. Sarà anche brutto doversi ricoprire di crema solare massima protezione ogni volta che c’è un po’ di sole o non poter colpire per sbaglio un mobile senza avere un livido violaceo per giorni, sarà brutto che i segni di quelle ferite autoinflitte le siano rimaste per mesi ma adesso le viene decisamente comoda quella sensibilità assurda della sua cute. Beccati questa finto fan! Stringe così il coinquilino, inizia davvero a fare affidamento su di lui e la sua presenza, senza rifletterci e senza nemmeno rendersene conto, si affida a lui e inizia a camminare <tutto sommato è stato divertente> ammette seguendolo verso casa <stavo pensando ad un trilocale, così anche tu e Poldo avreste la vostra stanza> continua semplicemente in seguito a quell’offerta. Vuole provare a staccarsi da Fuji e dal suo ricordo, dal dolore che prova ogni volta che passa sul pianerottolo e vede quella porta chiusa, segno di quanto lui abbia deciso di allontanarla dalla sua vita, almeno per come la interpreta lei. Vuole andarsene ma non è in grado di farlo da sola, ha sempre dipeso dal Chikamatsu in un certo senso ed ora lo sta rimpiazzando, trovando un nuovo supporto emotivo, qualcuno capace di vederla crollare, qualcuno che non la illuda. Il tutto mentre un innocente Shin si difende come può, la butta sul ridere, lei se ne va. Insomma nessuno che lo ha picchiato a sangue ma almeno adesso conosce il suo nome, Shin Goryo di Suna, cerca di memorizzare il suo nome perché qualcosa le suggerisce che non è finita qui, potrebbe voler giocare un altro giorno [end]