Ricerche in biblioteca
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Giocata del 09/09/2021 dalle 10:18 alle 14:16 nella chat "Centro di Kagegakure"
[Biblioteca] Giornata giunta nella vita del Sumi per cominciare delle ricerche riferendosi al dire dell'Ishiba. Una vecchia discussione di settimane orsono in cui la presenza di Hitomu ha reso una conversazione del tutto interessante fino al suo compimento; un mero paragone tra l'albino e il Nono Hokage segnando, purtroppo, una diversa concezione del mondo quanto della vita stessa. La presenza di un demone nel conversare ha portato il genin a decidere, scegliere di intraprendere una via altamente ardua, conquistare quella bestia la cui presenza ha terrorizzato i villaggi per anni e anni. Con se, come sempre, la presenza della Kokketsu, oramai una costante nella propria essenza, una simbiosi avvenuta durante il periodo estivo in cui la sparizione dell'Otino ha segnato la nascita di qualcosa di ben più forte della mera amicizia, consacrata da quella rivelazione, seguita dalla notte passata in di lei compagnia. Passo svelto attraversa il centro di Kagegakure per giungere in prossimità della biblioteca pubblica, loco in cui, spera, di ritrovare le informazioni necessarie per creare in se stesso un'idea del tutto. L'outfit odierno del Sumi risulta profondamente cambiato, un modo radicale per decretare il nuovo modo di vestire, totalmente opposto al precedente, diverso nei colori, nei tessuti e nelle stesse vesti prescelte per l'occasioni. Nera maglietta a maniche lunghe, di sottile fattura, sovrasta l'intero busto in maniera aderente delineando il fisico, collo alto coprendo il collo per circa la metà di esso; pantaloni di un nero leggermente più chiaro sugli inferiori arti ricadono fino a metà della coscia essendo inseriti in calzari, anch'essi del medesimo colore seppur presentino il bordo di un grigio chiaro con varie linee dello stesso colore. I pantaloni su di essi presentano medesime linee a decorarli ma di un color rosso tenue, simile a del sangue. Cintura passa per la vita dalla fibbia grigia recante il simbolo del proprio clan. Lungo giaccone nero vien riposto al di sopra della maglietta con lunghe maniche ricadendo per tutta la figura dell'albino fin a metà polpaccio. Bordi di esso contornati dal grigio come mera decorazione, il tutto è concluso da una cinta dello stesso tenuta sciolta. Sulla cintola dei pantaloni è riposto un portaoggetti contenente al suo interno fuda e inchiostri speciali donati direttamente dal clan per portare a compimento l'atto liberatorio del dogma Sumi. Bianca chioma spettinata eppure mai in disordine ricopre il capo discendendo ben oltre il collo dal volume piuttosto basso nonostante tutto. In mano porta con se una cartella con al suo interno un quaderno, delle matite e delle penne per poter prendere dei meri appunti, insieme a una piccola custodia per degli occhiali. <Devo fare delle ricerche e tu, nanetta, mi aiuterai> non una richiesta, quasi un'imposizione avanzata da un leggero ampiamento delle labbra mostrando parte dell'arcata dentale mentre la destrorsa alzata avvolge la genin sulle spalle stringendola a se, spingendo entrambi oltre la soglia della biblioteca, un loco altamente tecnologico. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica] Il piano per quella mattina o giornata era stato deciso il giorno prima, dopo quel pranzo abbastanza particolare avuto con i genitori della rossa. Perciò ha deciso di adeguarsi al tema ricerche, vestendosi in maniera adeguata: indossa una camicetta bianca semplice, dalle lunghe maniche e molto aderente alle forme della ragazzina, una cravatta nera al collo, le gambe sono avvolte in dei pantaloni neri, lunghi a sigaretta che portano l'occhio verso le scarpe, delle semplici ballerine con il fiocchetto nero. Dietro le spalle porta con se uno zainetto nero, contenente cellulare, chiavi di casa, cuffie blu, un quaderno nuovo dalla copertina gialla e l'astuccio contenente l'occorrente per scrivere. Le cuffie sono state rimosse dalla testolina una volta incontrato il fidanzato, in di lui compagnia risultano superflue, un di più. I capelli rossi sono raccolti tutti in uno chignon medio alto, con due ciuffi ad incorniciarne il volto, insieme ovviamente alla frangetta. I passi vengono mossi in direzione della biblioteca pubblica di Kagegakure alla ricerca di non sa bene quale tematica, non avevano ancora avuto modo di affrontare l'argomento adeguatamente con il discorso 'Informiamo papà che stiamo insieme ora'. Quel braccio la avvolge stringendola a se e varcando l'ingresso del luogo mentre la vocina inizia a farsi sentire, in maniera soffusa essendo ormai all'interno: << Libera scelta eh? Ma cosa stiamo cercando esattamente Mio? >> Già se l'era messa in testa il giorno prima, quella sorta di soprannome utilizzato per sancirne il ruolo, davanti a chiunque potesse udirne il verbo, in fondo sempre tre lettere sono no? Non è poi così diverso dal vero nome del Sumi che comunque non avrebbe mai smesso di utilizzare. [Biblioteca] Inoltrati nella biblioteca il passo viene arrestato qualche momento scostando le dorate sul volto della rossa per via di un quesito giustificato eppure all'epiteto permane interdetto, da semplice pronome a vero e proprio soprannome. Quel leggero sorriso permane in viso da parte dell'albino le cui dorate scostano su di ella non perdendola mai di vista <Informazioni su demone volpe a 9 code e sugli altri demoni con relativi possessori> breve pausa lasciandole metabolizzare tali informazioni <Tempo fa ebbi una discussione con Sango in merito, parlammo di Hitomu, della volpe e lei stessa mi ha accennato di aver visto morire ben possessori di demoni. Convengo ce ne siano altri e voglio saperne di più, voglio sapere dove trovarli e come poterli prendere> concludendo il proprio piano, esplicando ad alta voce il suo volere per quell'odierna giornata. Sospiro pesante rilasciato nell'aria, ossigeno rigettato all'esterno stringendo maggiormente la rossa a se, portandola ad avviare il passo alla volta di un vuoto tavolo con un paio di postazioni da lavoro comprensive di Pc, mouse e monitor. Breve la distanza ovvia con tono vocale emerso in un sussurro <In due possiamo trovare più informazioni ed è comunque un modo per stare insieme> occasioni perse per passare del tempo in di lei compagnia non sussistono minimamente, qualunque scusa risulta buona, adatta. Lascia andare la ragazzina aggirando il tavolo, portando se stesso alla posizione opposta prendendo posto sulla sedia davanti allo schermo. Cartella riposta sul tavolo, aperta estraendo un blocco notes con svariate matite e penne, insieme ad un evidenziatore, tutto l'occorrente per rendere la ricerca ben più che fruttuosa. Dalla cartella viene estratta la custodia per occhiali, aperta tirandone fuori il classico paio dalla nera montatura riponendoli sul viso a contatto col naso. Dita ricurve all'interno del palmo, fatte schioccare dalla controparte e viceversa, sgranchisce l'intero corpo cominciando a scrivere sulla tastiera, digitando la più banale delle parole ovvero "demone volpe a nove code" su ninjanet. Veloce il moto delle dita attendendo il compimento della ricerca da parte del browser con la relativa comparsa dei siti inerenti all'argomento iniziando ad aprirne uno. Il mouse scorre sulle scritte con le dorate intente nella lettura dell'argomento mentre il blocco notes viene aperto dinanzi a se, penna stappata ponendo al di sotto della testiera il suddetto ed incominciando a scrivere. Legge a bassa voce memorizzando le informazioni, senza guardare il foglio segna vari appunti come, appunto, tutto ciò che è collegato alla volpe da Hitomu andando ancor più indietro, ricerca nella pagina argomenti riguardanti la vita della stessa, la nascita, la prima comparsa, il ruolo ottenuto nel mondo ninja. Il mouse evidenzia frasi ben precise da riportare scritte sul foglio memorizzando al meglio le informazioni ottenute, clicca sulle sotto voci o collegamenti forniti dal sito stesso eppure esso non basta. Cambia pagina tornando indietro aprendo un nuovo sito, sempre relativo alla volpe di cui ricerca informazioni del tutto nuove rispetto a prima. Cosa sono i demoni, perchè Hitomu ha posseduto una bestia del genere? Domande a cui ricerca una giusta risposta, segna tutto eppure, da sotto, strappa un foglio ponendolo di lato creando un diagramma con al centro, all'interno di un cerchio, la parola "demone" in grande da cui può partire tutto quanto. Alta l'attenzione, dorate fisse sullo schermo contemplando la lettura, isolando se stesso da tutto il resto dando priorità a qualcosa di procrastinato per troppo tempo. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica] Nota quel sorriso che gli si stampa sul viso all'udire il soprannome e ne ascolta la spiegazione riguardo alla materia da indagare. E' proprio li che qualcosa non le torna: Demoni, Sango, Morti. Lui ne vuole uno? vuole prenderli? Per se? Confida in lei nell'aiuto che la testolina rossa può darle ma quelle parole le rimbombano nella testa e non risponde inizialmente alle spiegazioni ricevute, aggrottando però la fronte e mostrandosi decisamente pensierosa. Non parla granchè si siede dove lui la lascia, di fronte a un pc che prontamente viene avviato. Nel frattempo le manine andrebbero ad estrarre quell'astuccio e quel quaderno giallo, una penna viene estratta dall'astuccio in questione il cui colore è nero. Una volta avviato il PC ovviamente la ricerca ha inizio sul ninjanet. Sono posti uno di fronte all'altra, menti diverse con priorità differenti che quindi rendono la ricerca più efficace se possibile, perchè ognuno ha diverse priorità. La prima ricerca effettuata dalla Kokketsu infatti è relativa ai demoni in generale, viene quindi digitato sul menù di ricerca la parola chiave "Demoni Codati". Si parte dal generale per andare al particolare, o per lo meno ella la vede così. Diversi risultati le sopraggiungono, andando ad aprire il primo sito, che riporta informazioni di base, semplici, ma anche una descrizione dei diversi demoni e le loro caratteristiche. Su quel quaderno inizia perciò a scrivere con la destra, elencando i demoni e le loro caratteristiche e teoricamente la loro ubicazione classica nel mondo ninja. Arrivata circa a metà di quella lista, dopo aver appuntato qualcosa riguardo al cinque code, la testolina rossa andrebbe a rivolgersi al bianco, occhi blu alla ricerca delle dorate mentre le labbra si schiudono, rivelando un tono preoccupato: << Che cosa te ne fai di una cosa del genere Mio? Tu sei già perfetto. >> La mette su quel tasto, volente o nolente sa come giocare con ciò che il Sumi davanti a lei ama e sa di se stesso. Quella notizia apparsa dal nulla l'ha scossa abbastanza, soprattutto per quell'associazione con le morti dei contenitori di tali mostri. [Biblioteca] Il silenzio giustamente cala tra loro, labbra serrata nel mentre continua la lettura. Shizuka stessa ha cominciato con essa fornendogli una mano non indifferente, con la coda dell'occhio scruta attentamente il suo da farsi prima di ributtare se stesso sullo schermo del pc. Il monitor illuminato mostra una pagina, o meglio un forum adibito proprio a tali questioni, una discussione in atto in cui vengono trattati gli antichi kage e possessori di demoni, ultimo tra i quali Hitomu. Il Nono Hokage, da parte del Sumi, è l'unico conosciuto e la ricerca mira ad andare indietro con il tempo facendo attenzione ai singoli dettagli; sottolinea le parole chiave con il mouse andando ad inserirle nel foglio trascrivendo quanto viene letto, cliccando sulla voce volpe e su quella dei demoni per notarne le diramazioni di ricerca. Nel diagramma al di sotto della tastiera una linea viene fatta trascrivendo il nome del Nono stesso come collegamento mentre sul pc un'altra scheda è aperta ricercando proprie le parole chiave di "Hitomu Nono Hokage" per poter leggere la storia, le azioni compiute, il suo divenire Kage della foglia, i combattimenti effettuati. Concentra parte dell'attenzione su tal pagina cliccando su un sito apposito mentre nel foglio degli appunti crea una sezione interamente dedicata ad Hitomu trascrivendo la sua storia, i vari legami da lui stretti mentre con l'evidenziatore va a sottolineare delle parole chiave da lui trascritte per poter effettuare collegamenti successivi nei riguardi della questione <Avanti, possibile che non trovo altro oltre alla volpe...> non un vero quesito quanto più una sorta di pensiero espresso a bassa voce per poi aprire una terza pagina trascrivendo "possessori di demoni" su ninjanet lasciando caricare anche quell'argomento. Mentre attende la carica ritorna sulla finestra primaria ricominciando a leggere da capo l'articolo ricercando nuove informazioni, attento nel caso sia scappato qualcosa di effettivamente importante alla tematica. Inspira, trascrive, dorate fisse sullo schermo smuovendole da destra verso sinistra, dall'alto verso il basso venendo interrotto solamente dal quesito della Kokketsu. Leggero il sorriso creatosi sul volto dell'albino <Non è questione di perfezione ma di utilità, amore mio> cominciando quella breve spiegazione <Con Sango ho parlato di questi demoni e un po' per gioco, un po' per sfida le dissi che avrei catturato la volpe per farla mia anche se non ci puntavo molto> ammette francamente <Però ho iniziato a pensarci seriamente quando, sempre Sango, mi ha proposto di uscire dal villaggio per una sorta di allenamento> breve pausa <Uscire è pericoloso e ho rifiutato ma allo stesso tempo ho pensato che, forse, il potere di uno di quei demoni ci avrebbe potuto restituire la libertà al di fuori di queste mura e per come sono fatto io, voglio quella libertà> concludendo la brevissima spiegazione lasciando all'altra il tempo di riflettere, pensare mentre ritorna alla propria lettura. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]
Giocata del 09/09/2021 dalle 16:53 alle 19:55 nella chat "Centro di Kagegakure"
[Kagegakure - Biblioteca Pubblica] Mentre lei cerca qualcosa di generico lui si concentra su qualcosa di specifico, nel momento in cui però sovviene quella domanda da parte della rossa la testa del Sumi si alza, spiegandole il perchè di tale interesse. Alla prima affermazione però già lei cerca di interromperlo, anche se non ci riesce, ma le labbra vengono aperte e la bocca richiusa, il visino imbronciato denota il fatto di aver sentito qualcosa che non le piace. Poi pronuncia il nome di Sango, quella che una volta l'adorava e che l'aveva quasi minacciata perchè non voleva che Kan soffrisse ora vuole portarlo fuori dalle mura? Forse lui ha fatto bene a portarla in biblioteca dove non può dare di matto come se fossero in qualsiasi altro luogo per decoro, puntare sull'educazione di Shizuka gli ha risparmiato una bella scenata. Lui finisce di spiegare, le fa intendere che lui è interessato a questa libertà, più che il potere di queste bestie, però nel momento in cui lui smette di parlare, lei non riesce decisamente a trattenersi più. << Prima cosa tu sei utilissimo, non hai bisogno di un mostro dentro di te per esserlo. Seconda cosa, Sango viene a fare scenate a me di non farti del male e poi propone di portarti fuori per farvi ammazzare? Tu sei Mio, senza di me non vai proprio da nessuna parte che sia in alcun modo pericolosa. >> Sembra quasi che dica tutto d'un fiato, è arrabbiata, lo si vede da quanto il faccino è corrucciato, da quanto il tono sia indispettito e con la velocità alla quale si sta esprimendo. << Terza cosa perchè non può farlo qualcun altro questo sacrificio? Può essere un'altra persona ad abbattere i limiti delle mura che poi altro non fanno che farci vivere serenamente. >> Si interrompe, il tono è meno arrabbiato e decisamente più preoccupato: << Quarta cosa...come posso essere il tuo scudo se diventi un demone? Dovrei diventarlo anche io, per stare al tuo fianco. Altrimenti a quel punto sarei io a diventare inutile... >> Distoglie lo sguardo, ributtandolo sullo schermo del pc, decisamente non è una conversazione da fare in biblioteca. << E inoltre una volta distrutte le mura dove vorresti andare? Dove vorresti vivere? >> Forse lui non ci ha nemmeno pensato, ma lei ha accumulato tutti quei pensieri in maniera rapida e fastidiosa, tutti piccoli concetti che in realtà derivano dall'affetto smisurato che prova ormai per chi si trova innanzi. Non aspetta una vera e propria risposta a quei quesiti, lo sguardo torna sullo schermo, i cricetini che si muovono veloci, come le mani che iniziano a digitare una nuova ricerca dopo aver ultimato quella generica sui demoni: "Come si ottiene un demone codato?" Vorrebbe andare a ricercare il processo quindi tramite il quale ciò avvenga, se ci sia bisogno di un rito particolare, se sia pericoloso, se ci sia possibilità di fallire, se il corpo di chi accoglie il demone viene modificato. Tutto in relazione ovviamente alla salvaguardia del corpo ospitante, come se andasse alla ricerca di rassicurazione fra quelle pagine. [Biblioteca] Conclude con il proprio dire riportando lo sguardo su quel pc dove la prima pagina risulta aperta mentre la terza permane ancora in caricamento alla ricerca dei risultati necessari per fornire una ricerca migliore possibile. Ricomincia la lettura da capo riportando sul foglio ulteriori dettagli per ampliare gli appunti, dettagli dapprima ritenuti superflui ora aggiunti in corso d'opera. La destrorsa è mossa ben più velocemente del normale, scrive svariati kanji uno dietro l'altro, punti sulla volpe, sulle caratteristiche e sui vari demoni in caso di nomina da parte dell'articolo o delle pagine ad esso collegate. Ricerca in modo minuzioso qualunque tipo di riferimento, qualunque tipo di descrizione non solo della volpe ma anche di altri, come fatto intuire dall'Ishiba quel giorno in casa propria. Passa al diagramma costruito creando un'altra linea scrivendo all'interno la parola demone e da essa svariate altre linee immettendo in altri cerchi tutti i dettagli percepiti dalla lettura eppure da essa passa alla terza pagina la quale ha completato la ricerca degli argomenti andando a cliccare sul primo risultato non trovando, difatti, nulla di interessante. Leggero lo sconforto sul viso passando repentinamente al secondo link sul quale comincia la propria lettura, poco fiducioso di trovare effettivamente qualcosa. L'ignoranza in materia non gli consente di effettuare ricerche approfondite potendo portarsi solamente sul generale, forse anche sul banale ma esso rappresenta l'unico metodo a sua disposizione. Legge a bassa voce girando il foglio del blocco per prenderne uno pulito, su esso ricomincia la presa di appunti con la destrorsa mentre la mancina sottolinea determinate parole chiave, appuntate anch'esse; intere frasi vengono prelevate, in caso anche qualche nome in particolare se appartenuto a qualche ninja di fama, il tutto in base alle conoscenze dell'albino. La mano passa dal blocco al diagramma staccando lo sguardo solo per qualche attimo apportando su di esso varie altre diramazioni in merito aggiungendo le nuove nozioni trovate prima di riprendere con la lettura. Esce dalla pagina cambiando link, passa al terzo trovato soffermandosi su esso, poche le informazioni di tal pagina ma se le fa bastare mentre il tutto viene interrotto dal dire della Kokketsu la quale comincia con la propria serie di commenti in merito alle precedenti parole. Il sorriso torna nel visitare il volto del Sumi <So di essere utile, non sarei vivo altrimenti ma io da solo posso fare ben poco e sarebbe stupido affermare il contrario> consapevole di non esser chissà quanto potente, essere solamente uno shinobi come tutti gli altri. Stupito e sorpreso da ciò che ode in merito all'Ishiba; a conti fatti non sono mai entrati nel merito di quella questione, forse per dimenticanza o glissandola totalmente <Ti ha fatto una scenata simile?> quesito improvviso ma giustificato dalla curiosità <Non ci sarei andato neanche con te. Non voglio rischiare la mia vita, figuriamoci la tua> portarla fuori risulterebbe un suicidio, un farle del male gratuito, non può permettere l'avvenimento di ciò. <Perchè nessuno lo sta facendo, nessuno vuole farlo> parla a bassa voce <Almeno credo> ammette l'ignoranza <Viviamo serenamente ma c'è tutto un mondo la fuori pronto per essere esplorato. I ninja del passato lo hanno visto, perchè non posso vederlo anche io? Perchè non possiamo vederlo anche noi?> domanda direttamente alla ragazzina, indirettamente forse, in modo retorica, attende tali risposte con impazienza. Sospira in maniera inevitabile, non può farne e meno <Amore, tu non sei inutile, questo lo sai e poi non voglio diventare un demone. Non m'interessano queste cose, voglio solo rendere fede a ciò che sono. Il mio clan è libertà e io voglio portare avanti questo, voglio rendere fede a tutto ciò. Sono nato per portare questo stendardo Shizuka, è lo scopo della mia vita> essere libero, portare la libertà, lasciare che questo concetto si espanda per l'intero mondo ninja. Assurdo come un semplice dogma vada a coinvolgere qualcuno in tal modo eppure l'albino si ritrova preso, forse anche troppo <Voglio vivere con te, non m'importa dove purchè ci sia tu al mio fianco e, diamine, voglio andare ovunque, girare questo mondo, esplorarlo, capire come è fatto e voglio farlo con la donna che amo. Voglio essere libero con lei> una parola, una singola parola scappata, fuoriuscita dalle labbra in modo inconscio, preso dal discorso mentre ritorna a leggere, penna in mano, prelevata dal tavolo segnando qualche altra parola prima di rendere conto a se stesso di quanto detto <Ops...>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica] Ed ecco che diversi siti appaiono di fronte a lei a quella richiesta, apre i primi due cercando le informazioni relative all'acquisizione di tali bestie, ai rituali necessari, se sia possibile in età adulta diventare un portatore e soprattutto se sia un procedimento doloroso. Non le importa cosa si debba fare in realtà è concentrata sul fatto che non possa farlo soffrire, questo non lo accetterebbe mai. Qualora non riuscisse a trovare tutte le informazioni che va ricercando proseguirebbe con altri siti, appuntando sul proprio quaderno ogni informazione ritenga necessaria. Come ad esempio se i rituali differiscano o meno fra demone e demone e se vi sia un modo per rimuovere questi esseri da un corpo una volta terminato il loro utilizzo. E' lui che però risponde ai di lei quesiti ad interromperla nella ricerca, a distrarla sentendo quella voce che viene tenuta bassa. << Tu non sei solo ci sono io! >> La risposta le scivola automaticamente fuori dalle labbra, come se il sentirlo affermare di essere da solo la infastidisse enormemente. Poi giunge quella domanda incuriosita riguardo Sango: << Diciamo che mi ha detto che non avrebbe accettato che io continuassi a farti del male... E lei è comunque l'ultima che deve parlare! Dovresti vedere quanto fa stare male Shiroyuki! >> Si sente tutto l'astio per qualcuno che non reputa minimamente in grado di fare affermazioni riguardo all'amore e come gestirlo. Poi però lui si lascia andare in quel discorso tirando fuori tutto il suo amore per la libertà, per essere libero di fare quello che vuole, come i ninja del passato. Quei muri che circondano Kagegakure per lui sono qualcosa di fastidioso, di limitante che non pare riuscire ad accettare. << Sinceramente non ci ho mai pensato. Qui sto bene, sono felice ho tutto quello che potrei desiderare. Fuori ci sono questi mostri, queste chimere e rispetto a loro io non sono nulla. Non ho mai pensato che mi interessasse fuori perchè fuori, c'è solo dolore e sofferenza e non mi interessano. >> Il pensiero di molti, troppi, il desiderio di vivere sereni, tranquilli in pace. Però allora perchè diventare ninja? Perchè spignersi a diventare migliori se tanto c'è la pace? Queste sono domande che sarà meglio affrontare in un'altro momento. Lui sospira, ma continua in quel discorso, sembra accalorato, coinvolto più del necessario. Quel discorso pregno di libertà di agire, di desiderio di esplorare e conoscere culmina nello stare con lei e fare tutto quanto con lei. Così nel discorso sputa fuori anche quella parola che non si erano mai scambiati; avevano deciso di essere una coppia, erano stati insieme in maniera ben più intima che un bacio, eppure quel verbo non era mai stato utilizzato ne dall'una ne dall'altro. Lei diventa istantaneamente rossa in viso, lo sguardo si imbroncia e boffonchia qualcosa tra i denti: << Stupido Bakan! >> Già se l'è meritato, non è il momento ne il luogo adatto per uscirsene con certe affermazioni. Alla realizzazione di aver fatto l'irreparabile lei non fa altro che fissare lo schermo che ha di fronte, tornando a cercare qualcosa di più specifico ancora: "come si può uccidere un Jinchuriki?" Andrebbe a ricercare qualsiasi modo conosciuto a livello storico, come decessi in battaglia, vecchiaia, o addirittura se sia possibile estirpare il demone provocando la morte di colui che lo possiede. Si distrae per un poco non guardandolo più non commentando ma restando rossa in volto come un peperone. Poi dopo quel silenzio che probabilmente entrambi hanno vissuto in maniera pesante, le labbra si schiudono, lo sguardo blu a cercare le dorate, con una serietà disarmante: << Promettimi che non farai nulla di avventato e che non metterai in pericolo la tua vita in alcun modo! >> Si interrompe, tornando a guardare lo schermo decisa a non incrociarne lo sguardo: << Non potrei mai sopportare di perdere la persona che amo intesi? >> Ora pare che pure le orecchie siano diventate rosse, cosa visibilissima dati i capelli raccolti. Tornerebbe a scorrere le pagine, leggendo il più attentamente possibile per non saltare informazioni importanti, segnando e appuntando ogni riferimento alla vita dei portatori.
Giocata del 11/09/2021 dalle 10:40 alle 14:08 nella chat "Centro di Kagegakure"
[Biblioteca] Stanno parlando davvero molto, argomenti usciti in un luogo non consono eppure continua con quella ricerca in maniera minuziosa e alla fine, dopo aver effettuato numerose digitazioni sceglie di sfruttare la più banale delle frasi. Una quarta pagina viene aperta scrivendo i kanji per "demoni simili alla volpe" ed attende il caricamento della suddetta mentre rilegge i propri appunti dall'inizio prendendo l'evidenziatore, evidenziando parole chiave, frasi chiave di quanto scritto per comprendere al meglio. Non solo trascrivere quanto imparare quasi a memoria le informazioni da poterle sfruttare al meglio nei giorni a venire. La ricerca viene completata trovando altre numerose pagine. La frase, per quanto banale, risulta persino generica non avendo la minima idea di cosa poter digitazione con esattezza per trovare le informazioni affidandosi alla magia del web. Muove il mouse con la mancina cliccando sul primo sito trovato, un forum di discussione tra gli abitanti di Kagegakure ed un nome in particolare lo coglie alla sprovvista, un utente di nome "Hitomu69" e cosa ancor più strana è la risposta sotto al post di costui il cui nome è "Furaya90", un accoppiata stramba. Pochi attimi in cui il volto del Sumi scosta dallo schermo fissando il vuoto inorridito, divertito e stupito allo stesso tempo. Scossone del capo ritornando alla lettura, uscendo in fretta da tale forum per cliccare sul secondo link aprendo un sito d'informazione sul quale posa le dorate incominciando una nuova lettura. Legge riga per riga ponendo la massima attenzione alle frasi trascritte mentre prende altri appunti con la destrorsa la quale viene mossa sul foglio scrivendo annotazioni tramite la solita penna. Legge i riferimenti ai demoni in caso ce ne siano, ogni minima informazione a loro riferita scorrendo con la scrollbarr, evidenziando determinate frasi con il mouse, parole specifiche che, tramite il tasto destro, gli permette di aprire una finestra di collegamento da cui continuare in modo più specifico senza andare troppo sul generale. Comincia a scrollare i siti della nuova finestra cliccando su uno in particolare, il quarto per la precisione da cui riprende la minuziosa lettura delle informazioni una dopo l'altra col medesimo procedimento di memorizzazione e trascrizione. Delle frasi in particolare attirano l'attenzione dell'albino, totalmente preso, abbastanza da scriverle sul foglio evidenziandole fin da subito con l'evidenziatore fosforescente permettendo loro di risaltare ad occhio nudo ad ogni rilettura. Scende giù per quella pagina proseguendo ancora, isolando se stesso per lunghi attimi in cui la mente viene totalmente svuotata, private dei pensieri memorizzando ogni virgola preposta al fine di creare un quadro più chiaro. Il diagramma al lato riserva utilità anche in quello; smuove la destrorsa su esso creando nuove diramazioni, inserendo nuove parole all'interno di cerchi specifici per notarne i vari collegamenti creando uno spettro più chiaro alla vista, concreto. La distrazione giunge nuovamente dalla Kokketsu le cui parole emergono invadendone lo spettro uditivo con gran forza <Lo so amore, non intendevo quello> sottile il sorriso sul volto del genin, per nulla agitato o nervoso, consapevole delle proprie parole <In ogni caso non devi preoccuparti più di lei, le ho chiesto di stare al suo posto e di conoscerti> spiega brevemente lasciando scappare una piccola risatina divertita, molto soffusa, a bassa voce <Beh, il loro matrimonio è andato in fumo, non faccio fatica a immaginarmelo> senza poter sapere di trascorsi passati, salvo uno vissuto sulla propria pelle ma si tratta di argomenti da trattare in luoghi diversi, meno pubblici. Percepisce l'astio nei riguardi di Sango, a tratti la comprende eppure, ora, risulta impossibile effettuare altre rivelazioni in merito <Appunto Shizuka e un'essere come la volpe può aiutare a liberare il mondo la fuori rendendolo di nuovo sicuro. A questo serve questa ricerca, restituirci ciò che è nostro di diritto> esaltando se stesso nel proferire nuovamente tali intenzioni. Comprende l'altrui discorsi seppur la visione sia diversa, riportare la libertà di viaggiare, muoversi altrove. Un'errore è commesso, una rivelazione inadatta, improvvisa, inaspettata, portata avanti per puro istinto senza pensare alla reazione di lei, alla conseguenza. Il viso viene riportato sul pc cessando di guardarla, ricominciando con il ricercare informazioni per portare un minimo di distrazione ed in quel silenzio medita al modo migliore per agire, creare azioni concrete, fin quando una promessa viene richiesta <Te lo prometto> conferma dunque l'intenzione di non esser stupido ne di farla soffrire <Così come ho promesso di non lasciarti mai> rimembrando vecchie promesse fatte in passate fino al momento in cui ode il successivo verbo. Sgrana le dorate dinanzi allo schermo, deglutisce <Shizuka...> il muscolo cardiaco perde un battito, per un momento si ferma, il mondo stesso si ferma godendo il suono di quella frase. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica] Quando quella promessa viene richiesta e accettata gli occhi dei due si fissano, contrapposti e distanziati da quei pc e quella scrivania. Deve assolutamente trovare ora qualsiasi informazione le consenta di proteggerlo, di preservare quella vita che vale quasi di più che la propria. Non alza la testolina rossa dallo schermo nemmeno quando sente pronunciare il proprio nome, con tono imbronciato anzi risponde, come se quanto detto fosse un nonnulla: << Che c'è? Hai iniziato tu! >> Quel tono infantile a tratti ritorna, probabilmente generando in qualche modo tenerezza e rendendo la scena ancora più assurda. Era il caso di dirgli che era la prima volta che lo diceva a qualcuno? Sicuramente non è ora il momento adatto, magari più tardi, magari mai... In fondo era davvero così importante che con Yasuhiko non si fossero mai veramente esposti tanto? Forse proprio li poteva celarsi la differenza nei due rapporti. Ma i cricetini ora sono distratti, intenti alla ricerca su come abbattere un mostro del genere. Vari siti vengono spulciati e letti attentamente, trovate probabilmente informazioni banali come il morire di vecchiaia o in combattimento. Difficile credere che lo scontro possa portare alla morte di un codato in maniera semplice, deve essere uno scontro veramente notevole. Ecco che sopraggiunge quindi un'altra domanda la cui ricerca viene effettuata su di una nuova scheda del Ninjanet: "Scontri con demoni codati". Nuovi risultati, nuove pagine, incontri di una certa portata, con date e combattimenti vengono descritti dai siti e annotati sul quaderno che si trova accanto, sul quale ha già appuntato qualche pagina. Poi però i cricetini la spingono in una direzione forse collaterale, qualcosa di inesplorato per ora ma che la pone su un livello successivo, proseguendo nel progetto dell'albino, forse correndo troppo. "Comparare la forza dei demoni con quella delle chimere" Il ninjanet fornisce parecchie informazioni, le più assurde a volte, anche se non conta di trovare informazioni riguardo ciò. Forse qualche pazzo maniaco su qualche forum ha fatto una statistica, una proiezione comparando i poteri dell'una e dell'altra bestia. O forse qualcuno si è occupato di spulciare gli eventi passati con quelli odierni che li hanno costretti a rinchiudersi fra quelle mura, come topi in gabbia. Questa ricerca dovrebbe costarle un pochettino più di fatica e attenzione, assorbendola completamente e qualora riuscisse a trovare qualcosa di attendibile cercherebbe di schematizzare il tutto nel modo più semplice possibile sui propri appunti. A contrario del Sumi lei è una che scrive parecchio e poi ricontrolla il segnato, elaborandolo e riadattandolo nel migliore dei modi. Questa ricerca le costerà parecchio tempo libero. Ad un certo punto il rossore quasi scomparso dal viso però i cricetini sembrano essere esausti. La schiena poggiata allo schienale della seggiola su cui è acocmodata, le braccia distese, unite di fronte a se vengono portate verso l'alto, stiracchiando così la propria figura, mettendo tuttavia in mostra quel corpicino senza accorgersene. Uno sbadiglio viene nascosto dietro la man destra rapidamente. << Mi sembra che ci siano troppe informazioni! Il mio cervello sta fumando! >> Si lamenta a mezza voce, mimando anche del fumo che le esce dalle orecchie. Però effettivamente è la prima volta da quell'affermazione che torna a guardarlo: le vesti nere che ne risaltano il candore della pelle, i capelli bianchi spettinati con cura, gli occhi dorati nascosti in parte dietro quelle lenti dala montatura scura. Arrossisce inevitabilmente senza un apparente motivo mentre lo osserva prendere appunti su quell'argomento. << Sarò il tuo scudo anche se prenderai uno di questi cosi. Io sono nata per diventare un demone, ce l'ho nel sangue. >> Sembra una frase che sbuca fuori dal niente, o forse solo dalla consapevolezza di avere qualcuno seduto di fronte a se per il quale farebbe apparentemente qualsiasi cosa. [Biblioteca] Non la guarda mugugnando parole a bassa voce, borbotta con svariati sussurri cercando di non farsi ne udire ne sentire da nessuno li nei dintorni mentre ella avanza nuove parole, l'ennesimo vociare per rompere quella situazione imbarazzante <Io non ho fatto nulla> borbottando quella breve risposta <Ne parliamo a casa poi> lasciando che l'argomento sfumi. Non è luogo ne momento per affrontare argomenti tanto delicati. Torna ad affrontare la lettura delle pagine del web continuando a sfogliare ogni singola riga e foglio. Legge i vari paragrafi scendendo verso il basso, smuove le dorate velocemente assimilando più concetti tutti insieme mentre la destrorsa continua con il prendere appunti; ad un certo punto pone una riga sopra qualche frase di troppo, inutile allo scopo da lui prefissato preferendo continuare oltre. Clicca sulle voci sottolineate del pagina web, viene indirizzato su altri fogli da cui ricomincia la propria lettura, questa volta si tratta si di un forum ma meglio organizzato, privo di qualsivoglia nome strano dove è in corso una discussione tra svariati utenti con pareri, possibilità, opinioni in merito all'argomento da lui ricercato. Legge i vari commenti uno dopo l'altro ponendo l'accento su alcuni decisamente più importanti di altri, focalizza la lettura su coloro le cui parole risultano interessanti quanto articolati con frasi già avvedute eppure in esse può scorgere particolari abbastanza importanti. Riporta le parole altrui sulle proprie note aggiungendole persino al diagramma posto di lato, inserisce altri termini all'interno dei cerchi, evidenzia per la prima volta tali termini. Inspira, espira, rilascia ossigeno all'esterno buttando completamente fuori l'aria in eccesso. Il calore del momento comincia nel farsi sentire percependo una certa stanchezza, gli occhi risultano doloranti, leggermente sfocata la vista ma non arretra di un solo passo volendo proseguire minuziosamente. Inghiotte grumi di saliva, libera la gola ed espira per l'ennesima volta. Ricomincia a digitare nella barra di ricerca altri kanji inerenti alle figure demoniache riportando l'attenzione su Hitomu stesso, unico esponente da lui conosciuto per poter progredire; egli è il punto cardine di tutto e maggiori informazioni preleva sul suo conto, maggiori sono le possibilità di ampliare le proprie conoscenze. Solamente quel nome è digitato sfogliando immagini a lui inerenti, vari articoli di cui ne parlano, la sua storia passata, il suo governo come nono Hokage e solo alla fine sospira pesantemente adagiando la schiena contro lo schienale della sedia su cui si ritrova adagiato. Socchiude le palpebre per qualche momento, ancora intenzionato ad andare avanti, per nulla convinto di quanto stia segnando <Anche il mio ma non possiamo fermarci, voglio continuare fin quando sarà possibile> esprime il proprio parere dopo quei brevi attimi di pausa tornando all'attacco. Sbuffa riprendendo il mouse, dorate fissate sullo schermo isolando nuovamente se stesso da ogni altro essere vivente, eccetto la Kokketsu; non denota il suo rossore ne lo sguardo su di se, altamente concentrato nell'andare avanti, progredire con la lettura sul Nono della foglia, risalire alla nascita ripercorrendo tutta la carriera ninja da lui affrontata, la vita vissuta come shinobi di Konoha ben prima di tutto questo eppure nuovamente viene distratto dalla vocina di Shizuka la quale riporta un leggero sorriso sul volto dell'albino <Finiscila con questa storia dell'essere demone> breve pausa presa <Tu sei soltanto una rospetta irritante> sogghignando divertito <La mia per inciso> ponendo il massimo accento su quella possessività incessante all'interno del proprio animo. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica] La risposta che ottiene da quella frase detta con decisione non è esattamente quella che si sarebbe aspettata. Lentamente nella testolina rossa si sta facendo sempre più largo la consapevolezza di essere un Kokketsu, di cosa può fare, di cosa diventerà con il passare del tempo. Ormai per lei l'idea di essere associata a un demonio non è esattamente e totalmente qualcosa di dispregiativo, sta quasi diventando un vanto, un demone in senso buono, spaventoso per i nemici e utilissimo per gli alleati e per coloro che ama. Non ha mai visto i genitori combattere assieme ma sa che sono una squadra da anni e ha cercato di immaginarsi come possano sembrare insieme, sul campo di battaglia, al nemico. Descrivibili con una singola parola: MERAVIGLIOSI. << Non posso. E' quello che ho nel sangue Kan. Ma questo non significa necessariamente che sia qualcosa di negativo. RK aveva ragione tanto quanto me: siamo demoni, ma questo potere possiamo usarlo come più ci aggrada. >> Si interrompe andando a clicare sul portale della biblioteca rapidamente, cercando la tematica "demoni codati" per ricercare delle letture che non siano allo schermo e digitali, magari qualche vecchio giornale. << E io lo userò per proteggere te Mio. >> Trovato ciò che le serve farebbe scivolare indietro la sedia silenziosamente, andrebbe a recuperare il portafogli, per poi osservarlo, una volta riguadagnata la posizione eretta: << Vado a prendere qualcosa da bere e qualche libro. Vuoi qualcosa anche tu? >> Un sorriso cortese sulle labbra femminili, stava pensando che anche solo dell'acqua avrebbe aiutato a sbollire un poco. Qualora ricevesse risposta si muoverebbe dapprima alla ricerca dei tomi o documenti relativi ai demoni trovati sul portale della biblioteca. La figurina rossa si allontanerebbe quindi dalla propria postazione, lasciandola occupata con zainetto, quaderno e penne. Si inoltrerebbe nelle file di libri e documenti, andando a ricercare in particolare la sezione ritrovata descritta sul portale dedicato, fermandosi in quel corridoio cercando quello che più potrebbe risultarle utile riguardo al passato dei portatori e la loro dipartita. Si perchè per lei, ancora è quella la parte fondamentale, era solo stanca di fissare lo schermo mentre al momento sono in una biblioteca. Una volta trovato ciò che cerca, andrebbe poi a recuperare qualcosa da bere per entrambi, ciò che lui ha eventualmente richiesto, oppure due semplici bottigliette d'acqua per ritornare infine dopo qualche minuto alla postazione pc. Una volta giunta li andrebbe dapprima alla propria postazione per poggiare i libri e la sua bottiglietta d'acqua, senza tuttavia sedersi, muovendosi attorno al tavolo per andare dal suo lato, porgendogli la bevanda da lui prescelta: << A te genietto! >> Se lui si fosse rivolto verso di lei gli avrebbe rifilato un bacio sulle labbra, rapido solo un accenno di contatto, altrimenti avrebbe appoggiato le labbra solamente sulla guancia di lui, troppo intento nella ricerca; provando quindi a tornare alla propria postazione, alla ricerca di informazioni sul cartaceo invece che su qualcosa di digitale.
Giocata dal 16/09/2021 21:49 al 17/09/2021 00:49 nella chat "Centro di Kagegakure"
[Biblioteca] Il desiderio di parlare apertamente di una questione di levatura, in un luogo come la biblioteca, è pressoché assente. Troppa l'importanza per un simile discorso eppure, nel procrastinarlo, un leggero senso di colpa avanza, minimo, poco rilevante eppure presente nell'animo dell'albino il quale non trova una vera pace. Leggero il sospiro buttato all'esterno scacciando qualsivoglia pensiero in merito per portare la concentrazione sulla ricerca in corso. Non gli manca molto, anzi, il numero di notizie trovate risulta bello corposo, abbastanza da poter effettuare uno studio in privato con i più svariati collegamenti. Le ricerche su Hitomu, la volpe e esseri simili alla volpe sono ancora in corsa, le pagine aperte ed il mouse passa da una all'altra velocemente facendo un piccolo recap di quanto letto, alla ricerca di informazioni sfuggite ad una prima lettura oppure alla seconda. La sicurezza di aver carpito ogni singola informazione possibile non è presente, per tal motivo ritorna sulla prima schermata evidenziando ogni minima frase procedendo dall'inizio, rileggendo tutto quanto l'articolo con minuziosa attenzione mentre la destrorsa, tenuta ben stretta la penna, segna i particolari mancanti tra gli appunti. Lento il moto della mano sul foglio nello scrivere, varie le linee apposte cancellando termini sbagliati, frasi inesatte non corrispondenti all'obiettivo prefissato. Dorate continuano nel loro movimento di lettura passando in rassegna ogni frase trascritta sul sito internet nei riguardi della volpe, in particolari della possibile esistenza di demoni simili, bestie di tale levatura in corpi umani. Difficile pensare un qualcosa del genere eppure, perchè l'Ishiba avrebbe dovuto far presente qualcosa di simile senza un fondo di verità alle spalle? No, impossibile, deve esserci effettivamente qualcosa. Passa alla seconda pagina, quella incentrata in maggior misura su di essi, di nuovo l'operazione riprende dal principio con il cursore atto a sottolineare le singole frasi per carpire i dettagli sfuggiti pochi attimi prima. Non può definirsi annoiato, bensì stanco; gli occhi cominciano nell'arrossarsi, la sclera perde quella bianca lucentezza percependo il loro bagnarsi. Sbatte le palpebre scegliendo di procedere, avanzare ancora, leggere con attenzione le varie informazioni senza tralasciare nulla di importante. Ci prova nonostante la stanchezza incombente capace di abbassare la soglia dell'attenzione in modo inevitabile. Inspira a fatica, sbatte continuamente le palpebre staccando la lettura pochi attimi prima di riprenderla nella sua interezza per le ultime righe dell'articolo proposto dal sito e solo alla fine un sonoro sbuffo emerge dalle labbra del Sumi. Dorate sollevate, riposte sul visetto della Kokketsu la quale intavola un nuovo discorso, il suo essere demone a tutti gli effetti <Il termine corretto, secondo me, non è demoni ma unici. Voi siete unici nel vostro genere> breve pausa presa <E poi, anche voi fate affidamento sul chakra, perciò, in cosa dovreste essere demoniaci? La vostra abilità non è altro che uno dei tanti benefici innati del chakra> alzata veloce di spalle semplificando il discorso eppure, nell'udire l'utilizzo ch'ella desidera fare del suo potere scatena inevitabilmente un sorriso addolcito <Ci conto, eh?> lasciando scivolare un po' di ironia nel tono vocale. Annuisce al quesito preposto <Una bottiglia d'acqua> nulla di eclatante, necessita solamente di ripristinare un po' di liquidi all'interno del corpo. Attende paziente ripassando gli appunti presi sul foglio ed il diagramma disegnato nell'altro con vari collegamenti tra gli argomenti. Smuove il capo solamente nel percepire la presenza della Kokketsu al proprio fianco volgendo lo sguardo verso di lei; non fa in tempo a proferir parola ritrovandosi con un bacio, accettato, ricambiato eppure, l'arto sinistro viene innalzato avvolgendola appena per evitare di lasciarla andare prima di aver portato le labbra nei pressi del padiglione uditivo sussurrandole un paio di piccole paroline, udibili solamente a lei, ed a nessun altro. Solo in tal momento la lascerebbe tornare alla propria postazione. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica] Pare che a lui non piaccia quell'idea sui demoni che lei si sta lentamente facendo, sembra strano come ora sia qualcun altro a dirle che onn deve considerarsi tale, che deve considerarsi speciale, unica, ma non un mostro. E dire che in fondo, Ryoma, Rasetsu, in parte pure il folle Kamichi avevano qualcosa di particolare, che sia il sangue a condurre a ciò non è dato sapere. Comunque ha poca importanza il nome generico, Kokketsu o non quel potere sarebbe tornato utile per proteggere loro e chiunque fosse stato tanto fortunato da ricadere nell'affetto della rossa. Lui chiede una semplice bottiglierra d'acqua, quella che voleva recuperare pure lei stessa. Si allontana però con l'intento di recuperare anche qualcosa di cartaceo riguardo all'argomento, gli occhi di lei si stanno stancando di fissare quello schermo e probabilmente anche quelli di lui. Andrebbe quindi in direzione della zona adibita a tal argomento, se ne avesse trovata una nell'apposita applicazione controllata poco prima al pc. Si sarebbe persa fra i tomi, cercando quelli più interessanti, più specifici magari sul come creare e distruggere un Jinchuriki. Qualora avesse trovato, sfogliandoli, volumi incentrati su tale argomento li avrebbe messi sottobraccio, stando attenta a non caricarne troppi per poi andare a recuperare appunto quell'acqua per entrambi. Tornata da lui la priorità sarebbero stati i libri da poggiare sul tavolo, per poi portare il liquido fresco al compagno di studio. Il Sumi si rivolge in femminile direzione, ricevendo così quel bacio rapido che dura più del previsto dato che lui la trattiene un poco, ricambiando e poi sussurrandole all'orecchio un paio di parole che altro non fanno che farla arrossire violentemente. Lo sguardo blu si fionda sul dorato, il visino inevitabilmente si imbroncia come se le avesse detto qualcosa di estremamente negativo: << Bakan! >> Altro non favella, mantenendo il tono molto basso, rifilandogli però un altro bacio sulle labbra, allontanandosi mordendogli appena il labbro inferiore, come se dovesse applicare una piccola vendetta. Cercherebbe quindi di divincolarsi dalla presa altrui, tornando al proprio posto e aprendo uno dei libri recuperati: << Dovresti staccare gli occhi dallo schermo! Cerca qualcosa qui! >> E senza dire altro gli allungherebbe un altro tomo fra quelli recuperati, incentrato se possibile sulla volpe a nove code. Attenderebbe quindi pazientemente che lui recuperi quel documento prima di proseguire con la propria ricerca in maniera un poco più analogica, sfogliando il libro che ha innanzi, ricercandone dettagli fondamentali e notizie non colte ancora dal computer che ha innanzi. [Biblioteca] Prolungato il bacio fornito dalla rossa, non distoglie le labbra dalle altrui se non per quelle paroline improvvise, un pensiero giunto in lui troppo in fretta rispetto al normale, maturato con il passare delle settimane, dei mesi ma mai portato all'esterno con chiarezza. Sempre di soppiatto, frasi di circostanza esattamente come quella di prima, meno incisiva, più malleabile e sopportabile. In risposta il rossore della genin primis, reazione pronosticata fin dal principio, capace di ampliargli le labbra in un tenero sorriso divertito; il nomignolo, infine, come unica parola proferita, null'altro in cambio. Va bene così, storie non vengono fatte, parole non proferito; il, verbo muore nell'albino, contento di quanto ha compiuto, dimostrazioni avanzate sia tramite fatti, sia tramite parole, il compito prefissato fin dal principio. Prende la bottiglietta d'acqua, svita il tappo avvicinando il bordo, inghiottendo il fresco liquido dissetando gola, corpo, mente, ogni minima parte trova ristoro in quell'abbeveraggio mentre le dorate seguono la Kokketsu nel suo distanziarsi, tornare al proprio posto passandogli un tomo cartaceo da poter leggere, sfogliare, toccare con mano. Bottiglietta richiusa, adagiata sul tavolo con la mancina posta sulla copertina del libro prontamente avvicinato a se. Lenta l'apertura della prima pagina sfogliandolo con svogliatezza, risulta stanco, sfinito eppure continua arrivando al primo capitolo dello stesso. Comincia con la propria lettura passando dalla prima riga alla seconda, attento ad ogni singola parola scritta su di esso cercando svariati riferimenti sull'argomento; inspira leggendo attentamente ma non prendendo appunti, trovando vari riscontri con quanto percepito sul web. Braccia adagiate interamente sulla superficie lignea del tavolo, capo chinato, a sua volta poggiato sulle vesti a ricoprire gli arti superiori. Smuove le labbra sussurrando quanto viene letto, memorizzando ogni parola, ponendo su di essa la massima attenzione possibile lasciando fuoriuscire un piccolo sbadiglio, difficile continuare in quello stato ma la mancina, appena sollevata, volta la pagina giungendo alla seconda e successivamente alla terza mangiando ogni riga, rendendola sua. D'istinto le dorate innalzano la loro posizione concentrandosi sulla genin, lei viene ammirata, letta, assorbita al contrario del libro fornito <Siamo qui dentro da ore, forse dovremmo fermarci e tornare un'altra volta> parla a bassa voce lasciando soltanto a lei il compito di udire il proprio verbo. Lento il moto del corpo alzando se stesso, tornando in posizione eretta perpetrando un passo svelto aggirando il tavolo, ponendosi al fianco di Shizuka. Puro l'istinto nel guidarlo per compiere tale azione adagiando le labbra su quelle di lei in un bacio prolungato, più spinto, ricercato, voluto; prosegue senza lasciarla, continuando imperterrito pur assicurandosi di non esser visto da nessuno, o quasi <Ti ho tenuta qui tutto questo tempo, facciamo qualcosa che piace a te. Rilassiamoci, divertiamoci, ti va?> destrorsa sollevata nel carezzarne il visetto, indice mosso dall'alto verso il basso, e viceversa, sull'altrui guancia. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica] Lei scorre quelle righe facilmente, non sembra stanca dalla ricerca, non particolarmente, ha trovato qualcosa che le interessa e che la stimola a continuare. Cerca informazioni ulteriori, qualora ne trovasse le appunterebbe nuovamente su quel quaderno giallo, aggiungendole a quelle già estratte dal web. E' così intenta nella ricerca che lo sguardo di lui si di lei nemmeno la tange, anche se la bottiglietta d'acqua della rossa è gia stata svuotata per metà. Quasi non si accorge che lui si sposta accanto a lei, quel primo verbiare viene accolto da un sorriso sul viso, mentre le blu non si scollano da quello che pare essere un passaggio molto importante. Il Sumi non ci mette molto ad accaparrarsi quel bacio, prolungato, spinto; la Kokketsu non aspettandoselo minimamente resta interdetta per qualche secondo, per poi lasciarsi andare fin troppo. Il libro viene poggiato sul tavolo che ha di fronte, in parte sulla tastiera, le braccia di lei si allungano dietro il collo del ragazzo, una mano si intreccia con il crine bianco altrui. Il bacio viene ricambiato con altrettanto desiderio, con altrettanto coinvolgimento, le blu socchiuse per godersi il momento. E' lui che si allontana da lei, che nel frattempo è riuscita ad arrossire sulle guance di nuovo: << A me piace stare con te, ovunque. Quindi se sei stanco prenditi le tue responsabilità! >> Un largo sorriso le si stampa in faccia, le braccia ancora saldamente dietro al collo di lui, trattenendolo. << Però in effetti qui devo condividerti con troppi occhi indiscreti... >> Fingerebbe di guardarsi attorno, come a controllare se qualcuno li stia fissando o meno. << Poi se usciamo possiamo parlare meglio no? >> A cosa si riferisce con quella frase non è dato sapere. Ma le braccine esili si staccherebbero dal corpo del Genin, e se lui si fosse scostato, la rossa avrebbe iniziato a raccogliere le proprie cose, riponendo quaderno e astuccio nel proprio zainetto, riordinando la postazione e ripulendo la cronologia sul web. Andrebbe quindi a recuperare anche i volumi cartacei anche del bianco, pronta per riporli nel luogo esatto da dove li aveva recuperati: << Torno subito, li metto via! >> Se lui non l'avesse trattenuta oltre srebbe sparita per la sua missione, per tornare poco dopo, avvicinandosi nuovamente all'albino, come in attesa di lui per poi eventualmente allontanarsi insieme. [Biblioteca] La ricerca, per quanto riguarda all'albino, giunge al suo naturale compimento. Da troppo tempo risultano rinchiusi li dentro intenti nella lettura, ricercando qualcosa di improponibile, difficile eppure ci ha messo il suo impegno trascrivendo ogni minimo particolare trovato. La lettura risulta fin dal principio interessante eppure la stanchezza prende il sopravvento, il desiderio di rilassarsi, andare oltre, svagare mente e corpo. Distrazioni sopraggiungono, particolare quella della Kokketsu la cui sola presenza è abbastanza da permettergli di staccare il volto dal libro, spingerlo ad alzare la propria essenza da tal posizione accorciando le distanze, mettendo fine ai terribili metri intenti nel separarli. Il culmine di ciò è l'ennesimo bacio, forse dettato dall'ancora presente incredulità nell'esser riuscito un'impresa di dimensioni titaniche; vincere contro se stesso lasciando andare una parte di se alle intemperie sentimentali con colei le cui parole, atteggiamenti e guardi, è riuscita nel provocare una ferita facendo breccia in modo irreparabile quanto definitivo nell'animo dell'albino. Percepisce la presa sul collo, la mano nella chioma, trascinata, coinvolta da quel mero gesto. A sua volta si ritrova preso da ella, totalmente, inesorabilmente, continuamente dal primo incontro con la rossa; sottile la distanza messa mettendo fine al contatto tra le labbra, dorate incastonate nelle azzurre ammirandone il neo rossore del visino. Ricambia il sorriso ampliando appena le labbra <Posso prendermele fuori di qui> allude, a cosa non viene esplicato in maniera chiara ne diretta lasciando il tutto avvolto nella nebbia lasciando andare una leggera risatina, molto sommessa, trattenuta tenendo un tono vocale quanto mai basso, poco propenso all'esser udito <E' gelosia quella che percepisco?> innalzando il destro sopracciglio nell'attesa di una risposta quanto mai adatta, incuriosito nell'apprendere quel tipo di particolare, forse notato ma mai realmente emerso in maniera diretta <Allora usciamo da qui> nel dire ciò rimette brevi distanze aggirando il tavolo a propria volta spegnando il computer, riponendo tutti i fogli e gli appunti presi nella cartella dando loro un'ultima quanto veloce lettura assicurandosi di prendere goni singola trascrizione. Occhiali rimossi dal viso, inseriti nella custodia la quale è riposta nella cartella; vista non peggiorata, alleggerita da un peso stranamente intenso. Il tutto viene chiuso attendendo il giungere della Kokketsu la quale viene nuovamente abbracciata, stretta a se portandola verso l'uscita della biblioteca. Non smuove un passo senza di lei, saluta la bibliotecaria fuoriuscendo dall'edificio <Di qua> indica una strada di fianco, priva di vita, almeno in apparenza e in caso venisse seguito dalla rossa, andrebbe a guardarsi alle spalle per poi spingerla lentamente contro il muro del vicolo riadagiando le labbra su quelle altrui, spingendole con maggiore foga, forza e voglia senza proferir altra parola, lasciando solamente ai gesti il compito di rendere l'altra partecipe. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali][Fine ricerca] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica -> Vicolo] Evidentemente quelle due parole l'hanno lasciata più accesa che mai, inoltre lo stare in compagnia di lui le piace, sempre di più ogni giorno che passa. Lui risponde ironicamente trattenendo una risata, la rossa non intende probabilmente il doppio, triplo, quadruplo senso, ma quando l'albino inarca il sopracciglio e le pone quella domanda la risposta arriva rapida, senza nemmeno dubitare per un istante di star dicendo qualcosa di stupefacente: << Certo che lo è! Tu sei Mio e basta! Nessun altro può averti. >> Lo ha sempre saputo no? Lei non è mai stata una da scappatelle, se inizia qualcosa è perchè non ha intenzione di interromperla, e non è per nulla aperta alla poligamia. Lui si distanzia, sistema quel che deve, aspetta che la genin ritorni per poi abbracciarla, portandola con se appena fuori dalla biblioteca, salutando in ingresso la bibliotecaria. Una volta all'aria aperta invece che immettersi nel traffico delle vie principali lui la conduce in un vicolo decisamente meno battuto, dove al momento non sembra passare anima viva. Gli occhi dorati si guardano indietro, poi si poggiano sulla nanetta, che viene spinta contro il muro, sovrastata da lui e paciata in maniera passionale, con desiderio crescente. Quando la Kokketsu ne capisce l'intento il cuore perde un battito, arrossisce in maniera violenta ed istantanea ma, nel momento in cui le labbra del Sumi richiedono quelle attenzioni, quelle della rossa concedono tutto, si separano un poco, lasciando che quel bacio si intensifichi maggiormente, lingua femminile che si allunga verso le labbra altrui, come a richiamare la gemella dell'altrui proprietario. Si alzerebbe istintivamente sulle punte dei piedi, per mitigare la distanza fra i due, le braccia si avvolgerebbero di nuovo attorno al collo di lui, la mano destra ad infilarsi fra quei ciuffi bianchi, trattenendolo a se, cercando di non fare in modo che si allontani troppo presto. Una volta soddisfatta da quel contatto sarebbe lei a cercare di distanziarsi un minimo, per scambiare due parole, prima di tornare ad avventarsi su quella bocca appena abbandonata: << Anche io >> Lui può facilmente intuire a cosa ella si riferisca, certo è diverso che sentirselo dire ma non è spiacevole ricevere una risposta, anche se distanziata temporalmente. [Esterno] Udire quella conferma sull'altrui gelosia gli basta. Seppur quella risposta appaia scontata al proprio udito, non può fare a meno di rallegrarsi di una simile situazione in cui non viene lasciato indietro, in cui egli stesso non si tratta come un mero oggetto. In automatico diviene parte di qualcosa, una comfort zone dalla quale non desidera uscire minimamente, al contrario sceglie di permanere al suo interno scavando fino in fondo in quella dinamica definita emozione, comprendere maggiormente i sentimenti provati per la Kokketsu. Leggero il sorriso formato sul viso del Sumi, desideroso di replicare, emettere qualche suono eppure, a volte, basta il silenzio a far comprendere le reali intenzioni. Un lungo quanto momentaneo silenzio con il solo compito di proferire in un linguaggio universale dettato solamente da movimenti del corpo, del viso, espressioni ben delineate. Quel nuovo nomignolo, quel "Mio" è sottolineato per l'ennesima volta, oramai divenuto un mero epiteto insieme al "Bakan" di pochi minuti prima, espresso in preda all'agitazione, al rossore del momento per l'inaspettata confessione da parte dell'albino, liberatoria, voluta e desiderata. Sistema le proprie cose riponendole in quella cartella portandosi all'esterno della biblioteca, finalmente aria pulita e fresca di un'estate oramai in procinto di giungere al termine. L'afoso caldo cessa al passare di ogni ora, inspira, trattiene aria pulita all'interno del corpo riempiendo totalmente i polmoni, gonfio il petto mentre il passo prosegue svoltando in quel vicolo nascosto, privo di occhi indiscreti da lei tanto odiato eppure non è solo un mezzo di passaggio quanto un modo per poter permanere da solo in compagnia. Leggera la spinta verso quel muro ponendosi in maniera frontale, sovrastando la genin in completo silenzio, incastonando ulteriormente le dorate in quelle di lei favorendo quel bacio decisamente più spinto, pregno di desiderio verso i di lei confronti abbandonando ogni cosa. I limiti imposti vengono meno, persino la pubblica decenza è messa al bando nello spingere il volto contro l'altro in quell'incrocio di carni, un contatto di lunga durata con entrambi i muscoli cardiaci in agitazione. Ennesima la percezione degli arti di lei sul proprio collo, l'alzarsi, l'avvicinamento improvviso prima di un breve distacco. Una frase, un'unica frase con il potere di far perdere un unico battito, una dichiarazione inaspettata, ricambiata in un tempo breve, forse troppo per poter essere metabolizzato con giusta efficacia <Adesso sai che non ho mai finto, neanche una volta. Sai cosa sei riuscita a farmi> rimembrando nuovamente il passato per osservare meglio il presente. Cartellina lasciata cadere al suolo, mani riposte sui fianchi di lei sollevandola da terra, prendendola in braccio pur tenendola stretta contro il muro. Labbra tornano nel ricercare quel contatto riprendendo il bacio dalla sua precedente interruzione, desideroso di proseguire, andare ben oltre, godersi lei in tutto e per tutto. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Kagegakure - Biblioteca Pubblica -> Vicolo] Bugia quella che esce da quelle labbra che però in un attimo tornano su quelle della Kokketsu, cartellina a terra, viene sollevata da terra come se fosse una piuma, spinta ancor più contro il muro, mani sui fianchi che la toccano come se fosse qualcosa di prezioso, desiderato, bramato. Le gambe di lei si stringono attorno al corpo di lui tanto quanto le braccia avevano fatto prima. Chissene importa se ciò che ha detto era una bugia, chissene frega se lui le si è presentato con una maschera antipatica all'inizio. Tutto cadea terra infranto in mille pezzi, così come la decenza dei due che sembra essere passata in secondo piano. Più quel contatto permane più il cuore accelera i suoi battiti, più le braccia si avvolgono attorno a lui, e la passione ha la meglio sul presente e quel che accade. La mano destra si stringe fra quel crine, in maniera possessiva, desiderosa e passionale; il fiato inizia a farsi corto, mentre le lingue continuano a danzare fra loro ed intrecciarsi, tanto quanto i corpi. Forse è troppo, tutto insieme ed esplosivo, forse se continueranno a bruciare in maniera così intensa rischiano di estinguersi presto, ma sarà il tempo il testimone di tale evento, se mai accadrà. Le guance arrossiscono visibilmente, la testolina rossa viene scostata, il bacio interrotto, si avventerebbe sul collo del Sumi, mordendolo appena e lasciandovi un segno, la mano sinistra a scorrere sul petto di lui, trovando i vestiti particolarmente fastidiosi ma utili per aggrapparsi. Si interromperebbe dopo appunto averlo marchiato, il fiato corto, il tono decisamente coinvolto: << K-Kan non è il posto migliore questo... >> Si interrompe, le blu a cercare le dorate dell'altro, un desiderio palese negli occhi femminili: << Andiamo a casa? >> Non possono li, in quel vicolo, dove chiunque potrebbe vederli, però lo vuole per se, tutto completamente, ora e per sempre idealmente. [Esterno] Tirata su di peso da terra, trattenuta a se portando se stesso ad avanzare continuamente, baciarla, esprimere tutto quanto provato nei di lei confronti. Una bugia? No, non una menzogna, una persona nata e cresciuta con diversi ideali, mai realmente avvicinatasi a qualcuno abbastanza, innalzato con dogmi di libertà portati all'estremo concesso rendendo ogni azione liberatoria sotto ogni punto di vista. Giorni oramai andati, forse mai più sarebbero tornati nel prossimo futuro; vivamente la speranza accresce dentro l'animo del Sumi, una speranza di non riveder mai più quella facciata di se preferendo nettamente la rossa, la sua compagnia, la sua presenza insieme al sentimento da lei avanzato. Inspira trattenendo l'aria dentro di se nel proseguire quel bacio, spingere le labbra sulle altrui mentre le mani dai fianchi giungono alla schiena avvolgendola, stretta, impossibilitata a muovere un qualunque tipo di muscolo. Possessività da entrambe le parti dimostrata più volte, enunciata come un qualcosa di normale, di tutti i giorni eppure, l'interesse nel far comprendere qualcosa di simile, a chi risulta esterno, è nullo, totalmente assente. Non oppone la minima resistenza al morso, socchiude le palpebre permettendo l'avvenimento di quel marchio, uno dei pochi da lei lasciati; digrigna appena i denti carezzandone il corpicino, passando sulla rossa chioma, percependo quella chiara intenzione da parte di lei eppure il blocco giunge all'instante. Dorate nelle azzurre, ode il verbo pronunziato, il problema messo in conto. Inspira, espira finendo per sospirare guardando intorno a se, scrutando la zona circostante. Ultimo il bacio datole, molto meno partecipe, più casto, trattenuto, accompagnato da un sorriso appena accennato <Andiamo a casa> sussurra mantenendo le labbra vicine a quelle di lei, permettendole di essere l'unica di udire tal frase. Lento il lasciarla andare riaccompagnandola dolcemente sul suolo così da reggersi sui propri arti; recupera a sua volta la cartellina tenendola stretta tra le dita col fiato corto, respirazione agitata e l'arto destro ad avvolgere le spalle della genin incominciando il proprio moto verso la dimora del Sumi a Sud di Kagegakure, non la più vicina quanto la più vuota, solitaria in cui possono ottenere l'intimità necessaria eppure, nonostante tutto, la stretta del braccio viene intensificata, trattenuta a se con l'ennesima volontà di renderla sua, impedendole di andarsene dalla propria vita. [END]