Il gatto nel sacco
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Giocata del 02/09/2021 dalle 13:37 alle 18:30 nella chat "Piazza Centrale [Ame]"
La vita accanto al demone rosso mangia uomini non è esattamente la migliore delle situazioni, ma dokuhiro è abbastanza certa che lo stesso valga anche per il rosso nei suoi riguardi. Ad esempio ha un certo modus operandi che non appena sgarra di un millimetro dalla via maestra si mette a disagio, ha certe cose che il rosso non può toccare nemmeno se la prega in una qualche lingua sconosciuta come il sardo, famosissima lingua leggendaria(?), tra queste cose che non si possono toccare, sono in realtà davvero poche, tra cui il suo portaoggetti, e forse l unico libro della casa. Una raccolta di poesie di altro tempo probabilmente trafugato da qualche biblioteca e mai riportato a chi di dovere. E a nessuno pareva importare. In compenso il rosso ha quasi sempre la casa per se, la mattina scompare dopo aver fatto da mangiare per entrambi, variando da cereali a frittata a omelette dolce, e tornando a notte inoltrata. Per un totale di 4 ore di dormita per notte. Ovviamente è stato pure difficile la prima convivenza degli spazi privati e spesso se il suo letto era occupato dal demone andava a dormire nella branda che gli aveva preparato per lui, ma oggi era finalmente riuscita a riavere il suo morbido lettuccio, nonostante stia provando un certo calore diffuso in tutto il corpo e una certa pesantezza, nonostante ricordasse nel sonno che non si era coperta ed era ben lontano dalla stagione fredda per piumoni pesanti. Non riuscendo a capire il motivo di quel disagiante caldo apre finalmente gli occhi impastati dal sonno per capire cosa succeda A casa della signorina, si sta trovando anche piuttosto decentemente. Sta cercando d’abituarsi alle manie schizofreniche altrui. Non parla più del necessario, non dice nient’altro di quel che potrebbe pronunciare a voce. La maggior parte delle volte continua a restare in silenzio, come se niente fosse. Gesticola, scrive. Non è esattamente un male, ma il rosso è parecchio espansivo nei suoi giorni buoni. In quelli pessimi, dove gli sbalzi d’umore tendono sul prospetto negativo. Non è neanche innaturale che abbia ben pensato di rubare il letto matrimoniale più di qualche volta, poiché incapace e infastidito dal dormire s’una branda che non gli basta. E’ abituato fin troppo bene – quando un tempo aveva persino dei soldi in tasca. Anche questa volta, però, non è esente dall’aver provato a dormire nel lettone. A differenza delle altre in cui ha provato, che svegliandosi non ha più trovato la signorina di fianco, quest’oggi sembra essere andata in maniera del tutto diversa. Il di lui braccio mancino è al momento allungato verso un fianco della fanciulla, nel tentativo d’abbracciarla. Dorme sul fianco destrorso, non s’è ancora svegliato. Ha dovuto occuparsi del turno di notte in ospedale, quindi non è innaturale che abbia ancora necessità di dormire – anche se stiamo parlando d’un demone e del fatto ch’egli si reputi immortale. Indossa un paio di pantaloncini neri rubati chissà dove, assieme ad una camicia completamente sbottonata che gli copre esclusivamente parte delle braccia e la schiena. Ronfa con assoluta tranquillità, neppur fosse un infante. I capelli sono totalmente spettinati ed è privo degli occhiali. Il suo corpo non è freddo, vive. Quindi, emana abbastanza calore specialmente con quel braccio steso a coprirla. <…> C’è della tristezza in tutto questo, ma non viene in alcun modo esternata. Storce sol le labbra ogni tanto, come se stesse sognando qualcosa – o qualcuno. [ Chakra OFF ] Un peso sul fianco che non pare nemmeno riuscire a capire di cosa si possa trattare, ma finalmente può alzarsi appena per capire che prima di tutto il materasso pende all'indietro. Cosa piuttosto strana. Ma non poi tanto non appena che si è girata appena a guardare che un brutto artiglio scheletrico si è agguantato sul fianco <ma porc...> impreca subito non appena ha capito che non solo il rosso ha tentato, ma è pure riuscito a infilarsi nel lettone, nonostante fosse chiaro che a lei il silenzio non dispiaceva affatto, stavolta lo ha rotto per cacciare un imprecazione. Vedendone la situazione si volta andando a muovere e cigolare il letto matrimoniale per vedere il volto del rosso che si sta combattendo nei suoi sogni qualcosa che doveva affrontare spesso. Le gote sono leggermente arrossate, d'altronde è ggggiovine dokuhiro ma sperando di non essere vista sta cercando di alzare lo scheletrico braccio del rosso con entrambe le mani facendo perno dal polso per riuscire a scivolargli via e poter panicare in pace mentre non è più sotto alle grinfie del demone appisolato, che a quanto pareva aveva fatto la notte pure lui. Un veloce recap dalla luce della finestra le rivela pure che ha dormito come un ghiro per troppo tempo e che è in ritardo. Ma in effetti...quando le ricapita di avere il demone tutto appisolato e inerme a sua disposizione? Sempre se non si era già svegliato per i suoi movimenti, in quel caso un esplosione di rosso in faccia per l imbarazzo non glielo leva a nessuno, nemmeno alla impassibile dokuhiro Indubbiamente, non è proprio quel che vorresti vedere non appena svegliatoti. Non lo mettiamo in dubbio, ma è comunque un piccolo anCioletto che sta riposando come tutti. Il braccio non viene smosso dalla sua posizione poiché, evidentemente, si trova anche comodo. Dokuhiro tenta ovviamente di districarsi da quella lieve stretta, spostandone il braccio con tutta calma. L’uomo aggrotta le sopracciglia. Non vuole spostarsi, altrimenti l’avrebbe fatto da sé. <Non andare via…> Sussurra appena, con quel classico tono di voce impastato di chi sta dormendo, ma che potrebbe svegliarsi da un momento all’altro. Quand’è ubriaco, sogna, un po’ come tutti – alla fine, si sogna sempre, solo che al risveglio non ci si ricorda quasi nulla. Anche da sobrio, tuttavia, non è una novità che parli nel sonno, specialmente se sta immaginando qualcuno che ben conosce. <Sparisci sempre…> Mormora ancora, ma non oppone chissà quanta reticenza nello spostarsi del braccio, il quale vien flesso. La mano poggia or sull’ipotetico cuscino, mentre il suo corpo va ulteriormente contorcendosi per trovare una posizione comoda. E’ in bella vista il polso dell’arto in questione, giacché spostatosi, con le relative cicatrici da taglio di cui esso è disseminato, esattamente come il gemello. Non si taglia perché soffre, assolutamente. Tuttavia, un soggetto esterno non potrebbe in alcun modo immaginare per quale ragione abbia determinati tagli, dopotutto. A lei il da farsi, dunque… Le sta lasciando la strada spianata, per il momento. [ Chakra OFF ] Non immagina, e nemmeno ne ha la voglia di ipotizzare, che il rosso non stia parlando di lei nei suoi fumi di sonnolenza. D'altronde lei sta sentendo solo quello che l'altro dice, non può certo entrargli nella testa e nemmeno in realtà ne ha intenzione, ma ciò non toglie che dopo aver rivoltato gli occhi nelle orbite per far sentire il suo disaccordo sulle affermazioni del rosso, lo sguardo si punta davvero sui suoi tagli, un istante di insicurezza le scuote le membra. Che non sia lui? D'altronde perche mai un demone rosso dovrebbe tagliarsi? Per dolore? Per sentirsi vivo? Non lo sa, ma ormai è a un punto troppo avanzato della loro convivenza per farsi domande: ha una scommessa da vincere e delle domande a cui ha bisogno di rispondere. In effetti a differenza dell'altro dokuhiro non indossa mai abiti che vanno oltre i polsi, come se stesse nascondendo pure quei qualcosa, ma in questo momento non è di dokuhiro che stiamo parlando, ma di ciò che è il rosso per lei. Un ghigno disagiato e zampetta a passo felpato a prendere le cose necessarie per le sue prossime mosse. Corde prima di tutto, ma per sicurezza anche il filo di nylon. Quindi attende che ritorni a uno stato di sonnolenza profonda (nonostante sia lei ad averlo svegliato poco prima) e cominciare prima di tutto da ciò che rende pericoloso un uomo libero; le mani. Legate ben bene alla costola del letto di ferro, si assicura più volte che i nodi siano stretti e che il rosso non si sia ancora svegliato, per poi passare alle gambe, ma se si svegliasse, allora si bloccherebbe un istante per assicurarsi che i nodi reggano D100 Fortuna. Se tiro sotto i 50 si sveglia, altrimenti continua a dormire.
Rasetsu tira un D100 e fa 83
Il nostro demone è veramente fortunato… Molto probabilmente, potremo iniziare a chiamarlo “Demone della Fortuna” anziché del Sangue. Sta di fatto che, a quanto pare, ha avuto veramente molto da fare durante la notte per essere così stanco. Resta placido nel letto matrimoniale che adesso è divenuto magicamente tutto suo. Dokuhiro è andata a prendere lo strumentopolo misterioso che useremo più tardi. S’agita leggermente anche quando viene sapientemente legato, incapace di venir svegliato. E’ evidente come non basterebbero neppure le carte bomba di Mattyse per tirarlo giù dal letto a seguito del turno di notte, altrimenti non si spiega. Che sia diventato sordo tutto in una volta? Ad ogni modo, si rigira nel letto e si stende in maniera supina, così da facilitare – addirittura – le movenze della fanciulla. Le mani vengono legate al bordo del letto senz’alcun problema, ma lui continua di tanto in tanto a mugugnare qualcosa nel sonno. <Mi stai abbandonando di nuovo…> E’ frequente anche un sogno simile. La prima volta che lo ha incontrato, dormiente in quel cartone bagnato, stava al contempo pronunciando parole simili con un soggetto, addirittura. Sta di fatto che la Hasegawa ha pieno controllo della situazione per il momento… Chissà per quanto, dato che non sembra esser capace d’aprire gli occhi per il momento. Gli occhi permangono ben chiusi, le labbra appena scostate con un lieve rivoletto di bava che scivola fuori dal labbro inferiore. Come poc’anzi, non è assolutamente una bella scena quella che s’apre agli occhi dell’altra. Del resto, non è tutto questo bel vedere… [ Chakra OFF ] Che sia incredibile o meno, ha visto scene peggiori di un po di bava di demone rosso. Ma ciò non toglie che alza gli occhi al cielo con uno sbuffo ora capendo che effettivamente non stava parlando di lei, non che gli dispiacesse, avrebbe solo reso più semplice il compito che stava facendo. Ma nonostante questo è sicuramente stupita che effettivamente la stia aiutando addirittura volgendosi in modo da aiutarla completamente, e una volta legati i polsi in modo singolo, affinché non possa avvicinare le mani e le dita, passa ai piedi ognuno per un posto. Ironicamente si potrebbe dire che ha avuto la gentilezza di trattare le corde per essere più solide, è vero, ma anche più gentili attorno ai polsi del rosso ed evitare che magari possa sanguinare anche in caso di violente reazioni. Una volta completato il tutto, osserva di nuovo il rosso sbavante e dato che ha completato quando doveva, assicurando pure con fili di nylon il tutto, va a bagnare con un po d'acqua un fazzoletto di stoffa e ne va a tergere la bocca sbavante del rosso. E probabilmente così lo sveglia pure, ma non pare impoetarle più, dato che ha fatto quanto possibile per sventare le sue reazioni sicuramente violente per la sorpresa di ritrovarsi in quel modo appena sveglio, nonché la sicurezza che anche lei dovrà stare attenta una volta che la terapia sara finita al dormire, dato che il rosso è sicuramente vendicativo soprattutto dopo i dolori che gli fara passare da li a poco. E pensare che non si tratta nemmeno di tortura! Remake.
Rasetsu tira un D100 e fa 6
Per fortuna, ancora una volta, riesce a continuare quel suo sonno tranquillo nonostante abbia praticamente le mani ancorate alla testiera del letto. Inizia ad agitarsi quando Dokuhiro passa alle gambe… Il che, qualora si svegliasse, potrebbe generare due tipologie differenti di reazioni. Ben presto, andremo ad analizzarle entrambe, rivelando infine quella corretta. V’è uno spasmo alla leva inferior manca quando lei stringe quella opposta, costringendolo a lamentarsi ancor una volta nel sonno. Gli occhi vibrano appena, segno inequivocabile di come sia prossimo al risvegliarsi, ormai. E’ quasi riuscita a raggiungere l’obiettivo finale, ma non abbastanza in fretta. Quando passa all’ultima gamba, apre un occhietto. Rotea nella sua orbita, salvo poi iniziare delicatamente ad aprire ambedue la coppia di palpebre. <Mhmm…> Mugugna, mentre tenta – come uso e abitudine – di stiracchiarsi per quanto possibile. Non vi riesce, per ovvietà. Ed è in questo esatto momento che sbarra gli occhietti perché inizia a sentirsi intrappolato. E’ la famosissima paralisi del sonno? China il capo dabbasso e, in effetti, un demonietto che lo tiene bloccato a letto lo vede eccome. <Hiro…> E’ già passato al soprannome senza protendere per il “via” o per un barlume di confidenza. Tuttavia, s’è affidato completamente a lei, quindi tanto vale assecondarla – a modo proprio. <Non pensavo ti piacessero le corde e affini. E’ una pratica che non mi si addice, ma possiamo comunque testarla se ti va.> Devo aggiungere a cosa vada riferendosi o posso evitare di commentare anche il suo atteggiamento da marpione? Sbadiglia rumorosamente – e soprattutto in maniera sgraziata. Non agita ancor nessuna parte del suo corpo – visibile – tant’è che attende un possibile responso da parte della fanciulla ai piedi del letto. [ Chakra OFF ] Si congela sul posto quando le viene dato il soprannome, segno inequivocabile che è stata beccata in fragrante. Osserva l'altro per un istante e poi fa un sorrisetto, a quanto pare non ha capito, quindi con qualche moina piegando carinamente il capo a destra e sinistra mentre sale sul lettone facendolo vigilare per il peso esiguo che viene spostato, nonostante il corpo scheletrico, pare essere conscia di avere un certo fascino che qualche malintenzionato...cof cof. Il rosso. Possa trovare interessante e chi per lui; il fascino decadente delle loli? prova a finire il suo lavoro stringendo e legando anche l'ultima gamba libera e non appena riuscita le moine finiscono come sono iniziate e così il sorriso, scendendo dal letto <non mi piacciono...> ammette all'altro <ma sono necessarie per la tua sicurezza> spiega all'altro con una certa naturalezza anche se ancora biascica le parole per la poca voglia di parlare, più che per reale motivazione una volta fatto questo e portato a termine andrebbe a sedersi accanto al rosso legato in ogni modo possibile e immaginabile, sporgendosi sul volto di rasetzu per controllare qualcosa <si avvicina...> mormora provando ad alzare una mano per andare ad aprire leggermente l occhio del rosso se non scosta la testa ma non ci proverebbe nemmeno a continuare il suo contatto che sia andato bene o meno <la dieta...cambia.> aggiunge <saranno nutrienti...e di facile ingestione. Avrai molta fame...all'inizio> gli fa sapere come se sapesse davvero quello che sta facendo Non sembra neanche essersi arrabbiato più di tanto. Del resto, continua a credere che lo stia facendo per benessere d’entrambi, alla stregua di giochini di coppia – una coppia che, tra l’altro, non sono. Ma, del resto, a lui che importa? Ha sempre fatto tutto quel che voleva fare, a prescindere dalla normalità della cosa – o del buonsenso, soprattutto, giacché n’è fondamentalmente privo. Si lascia distrattamente legare anche l’altra gamba, sbattendo rapidamente gli occhi affinché possa finalmente mettere a fuoco la figura antistante. <Nyahahah> Ride, non come suo solito poiché s’è appena svegliato, ma facendo risaltare i dentini affilati che si ritrova. <per la mia sicurezza? Pensi di farmi del male?> Non ha proprio capito con chi ha a che fare… Il soggetto potrebbe essere intercambiale tra i due. La signorina non ha compreso che il demone è tutto fuorché normale. E lui non è ancora riuscito a capacitarsi del fatto che Dokuhiro non stia assolutamente scherzando. La vede salire sul letto, la qual cosa fa sì che il rosso stia particolarmente attento ad ogni sua movenza. Dalle labbra, sbuca fuori la punta della lingua che le umetta appena. Lascivo nel fare, nota poi come quest’ultima stenda il braccio e la mano con le relative dita, aprendone le palpebre. <Guarda che ho gli occhi già abbastanza aperti.> E solo in un secondo momento scuoterebbe la testa, così da allontanare quelle mani dal proprio viso. <Assicurati che siano ben lavate prima di toccare zone esposte come occhi, naso e bocca.> Sul serio sta parlando di pulizia ed igiene quando s’è portato a letto le peggiori prostitute di basso borgo che riusciva a trovare nei vicoli? Andiamo! E’ soltanto una palese scusa. Risulta essere, adesso, lievemente imbronciato come se Hiro gli avesse fatto qualcosa di sbagliato. <Non ho capito. Cosa dovrei mangiare? Posso cibarmi del tuo corpo?> Solito vecchio porco… Il problema è che, a lungo andare, ogni qualvolta la signorina apre bocca per dargli spiegazioni, egli inizia a diventare un pochino irrequieto. Non è molto concorde con il modus operandi… [ Chakra OFF ] <io non ho alcuna intenzione di farti del male> ammette con una frase piuttosto lunga, che porta ovviamente a compiersi con parecchio tempo, e forse questo non farebbe esattamente pensare che stia dicendo la realtà delle cose <te ne sei già fatto. E parecchio.> mormora distrattamente prima di guardarsi le mani e roteare gli occhi <come se fosse...il peggio.> non che sappia cosa ha combinato nei bassi fondi, ma non si preoccupa esattamente così tanto per il demone rosso da addirittura perdere tempo prima che si stia per assicurare ancora una volta che le corde siano ben salde, alzandosi e torreggiando sul rosso a distanza da possibili morsi e non avendo di certo abbastanza seno da essere a portata dei denti aguzzi del rosso, ma ovviamente le parole dell'altro non vengono ignorate. Si può dire molto del disagio di dokuhiro, ma non che ignora chi le sta attorno, semmai non ha Sbatti di rispondere, che è una cosa ben diversa, e per sicurezza piega il capo verso rasetzu con una faccia come per dire "ma lo hai detto davvero?" di volersi cibare di lei. Ovviamente non può fare a meno di tornarsene a sedere <avrai fame, durante le crisi> spiega all'altro <te lo avevo detto...la mia terapia è difficile ma utile> gli ricorda cosa effettivamente aveva detto <ti somministrero una dose...ogni tot.> spiega <se non lo facessi, collasseressi> il fatto è che stia parlando come se niente fosse di cose pure serie, con qualcuno che per lei sarebbe alla stregua di un semplice sconosciuto semmai pure pericoloso <lentamente abbassero il dosaggio> Dokuhiro lo tranquillizza, asserendo come non intenda fargli alcun male. D’altronde, non aveva per caso già sottinteso che lo stava facendo esclusivamente per il suo bene? Che male c’è, dopotutto? Lui ha tra l’altro acconsentito, motivo in più per continuare ad assecondarla esattamente come ha finora fatto. Si potrebbe dire con assoluta certezza che se l’è cercata. <Hiro> Riprende in sua direzione, assottigliando appena le palpebre. <non me ne sono mai fatto. Tutto ciò che riverso nel mio corpo, non può uccidermi. Sono dannatamente immortale.> Secondo lui… è sopravvissuto all’imminente overdose in guerra soltanto perché è stato costretto a restar chiuso all’interno d’un cristallo generato da una divinità per un decennio. Non per altre motivazioni. Lui, tuttavia, ne resta convinto ed è esattamente la convinzione che fotte la gente. <Se ti sto permettendo di lavorare al mio essere è solo per questione scientifiche. Qualora riuscissi a rimuovere temporaneamente questa mia ossessione, potrei riuscire a lavorare alacremente ben più di quanto stia facendo adesso.> Sentenzia verso di lei, schiarendosi la voce e cercando nuovamente di spostarsi e sgranchirsi, con evidenti difficoltà. <Inoltre, dovresti ben sapere che un ninja è in grado di liberarsi da corde del genere con facilità, specialmente un ninja che un tempo era considerato un Jonin.> Rivelando parte della sua verità, giacché andrebbe a distendere indice e medio della mancina per formare il mezzo sigillo della capra. Due sarebbero le fonti dalle quali andrebbe a prendere sostentamento: l’energia fisica e quella spirituale. Ad altezza della fronte, la prima sfera violacea prenderebbe posto racchiudendo la sua psiche e le sue memorie; dal senso opposto, circa verso il ventre, la seconda sfera andrebbe a racchiudere la sua forza fisica – decisamente poca – e tutte le capacità che ad essa sono correlate come l’agilità e la resistenza. Ambedue inizierebbero a roteare su loro stesse, per poi cercare d’avvicinarsi con voracità l’una all’altra nel tentativo di mangiarsi e d’alimentarsi. Così facendo, dovrebbe riuscire a far nascere, ad altezza del plesso solare – loro punto d’incontro, una sfera unica che rappresenterebbe in toto il Chakra che cresce e nasce nel corpo di ciascuno. <So bene come si comporta un tossicodipendente privato della sua dose. Quando lavoravo alla clonazione, arrivavo all’estremo per poi essere costretto a raggiungere quasi l’overdose. Dopodiché, ho semplicemente smesso di rinunciarvi.> Dopo quell’evento, in effetti, ha iniziato a mischiare ogni volta che poteva, era perennemente sotto Sbrilluccica ed era anche piuttosto evidente. Non usciva mai senza, poiché veniva anche spacciata direttamente da lui – in quanto produttore. <Dammi un contentino, ogni tanto e potrei essere la persona più pacata del pianeta.> Facile a dirsi... [ ¾ - Tentativo Richiamo del Chakra ] Lei lo guarda alzando appena un sopracciglio <nessuno lo è> gli assicura riguardo all'essere immortale <nemmeno tu> mormora nemmeno gli stesso tirando pugni in faccia con sberle di verità come contorno, osserva che stia tentando effettivamente una tecnica e fa una sorta di smorfia <avrei preferito non farlo...> ammette prendendo il resto di filo di nylon e andare a provare a interrompere il processo e legare anche le dita del rosso <si dice, si dice sempre all'inizio> ammette vagamente con aria già stanca, come sempre in effetti, per quanto riguarda il voler smettere ed essere solo un esperimento scientifico <bene. Ci rinuncerai stavolta> aggiunge con un improvvisa sicurezza che non dovrebbe avere <lo avrai. O moriresti> prr il contentito perche non pareproorio aver percepito il fatto che il rosso si creda immortale, per lei non esiste niente ei simile, quindi per facilita nemmeno il rosso lo è <perche...ti fai. Eri forte. Eri un jonin, e magari anche ricco...> evidentemente la giovane non comprende affatto cosa possa averlo spinto su quella strada, privandosi di due pilastri evidentemente importanti per doku, ovvero potere e soldi. Non che lei abbia uno o l'altro, e questo la rende ancora più confusa al riguardo. Che sia riuscita a finire il suo lavoro alle dita del rosso bloccandone i movimenti è tutto da vedere <allora..per scienza...smettila di agitarti. Che ci credi o no, per ora sono dalla tua parte> lo sguardo solitamente impassibile si muove appena in una sorta di comprensione che dura un istante solo Scoppia di nuovo a ridere nell’istante in cui ella replica all’altrui osservazione. <Nyahahah!> Getta appena il capo all’indietro, giacché impossibilitato anche soltanto ad eseguire movenze del genere – per ovvietà che tendiamo a non sottolineare ancora. <Posso morire soltanto venendo ucciso.> Il suo marchio di fabbrica, quelle esternazioni che soltanto un demone psicopatico come lui potrebbe fare e che, tutt’ora, fanno parte di sé stesso. <Non osare sfidarmi, ragazzina> Adesso – sul serio – sta iniziando ad arrabbiarsi. Continua a spostarsi, ad agitarsi e non sarà affatto facile per Dokuhiro unire quelle dita o farle separare. Ancorché decida di farsi ferire, continua ad agitar la mano pur di tenere unite le dita che, assieme, dovrebbero generare l’attivazione del Chakra. <non puoi prendermi nel pieno del sonno e sperare che io stia tranquillo. T’ho detto che collaboro, ma non pensare di potermi tenere legato al letto.> Ringhia fuori dalle fauci, allontanando per quanto possibile quella mano dalle grinfie dell’altra, anche minacciandola eventualmente con un morso (del resto, la bocca non gliel’ha ancora bloccata). Lo sguardo resta uniformemente focalizzato sulla ragazzina, pronto ad aggredirla con quel che ha in corpo se soltanto lo lasciasse fare. Sospira pesantemente, sentendosi irrimediabilmente stanco a sua volta. <Ho bisogno di continuare a lavorare, a breve avrò anche una missione da svolgere. Quindi, ti asseconderò se smetterai di legarmi. Altrimenti, potrei diventare il paziente più irrequieto che tu possa conoscere.> La sta soltanto avvisando, anziché minacciando. Il suo tono si mantiene quanto meno normale, anche s’è palese il fastidio che quelle gesta stanno causando sulla sua pazienza. Inarca un sopracciglio nel sentire le parole successivamente espresse dalla ragazzina. <Ero ricco e non avevo necessità di spendere i miei soldi. La droga della quale mi facevo la producevo io stesso!> E non è innaturale che uno spacciatore provi e testi la droga su di sé, quindi va da sé che vi abbia poi preso anche il vizio che n’è conseguito. Se ne vanta, ovviamente, perché per lui è motivo di vanto quanto espresso. Gonfia la cassa toracica, continua ad opporre strenua resistenza e ad agitare le dita per non facilitarle in alcun modo il lavoro. [ Eventualmente… Chakra On? ] in realtà pare piuttosto paziente persino quando l'altro continua ad agitarsi, anzi, incredibilmente pare avere a che fare come con un bambino solo molto piu cresciuto e pericoloso <buono...> borbotta, ma quando si parla del suo lavoro, che ha addirittura una missione, pare fermarsi dal cercare di separare le dita dalla presa e schivare i morsi del rosso, quello lo rispetta, e lo sa <mh..> borbotta <come faccio a sapere che non ti farai in missione?> domanda all'altro con noncuranza riprovando a fare quanto stava cercando di fare poco prima, ma non puo fare a meno di ascoltare quanto dica subito dopo <maddai...la hai la ricetta?> domanda sinceramente, con uno strano brillio negli occhi...quello è rispetto?! a quanto pare si. <sappiamo entrambi...che durante una crisi...sarai violento...e cercherai di farti. devo legarti> prova a farlo ragionare con una certa logica, ma per lo meno non sta riprovando a separargli le mani, ma nemmeno a slegarlo, per ora vuole parlare in una certa posizione di vantaggio, seppur bieca e cambiabile da un momento all'altro <o forse dovrei fidarmi...?> domanda con evidente ironia all'altro <non è colpa tua. tutti i drogati sono così. soprattutto mentre si puliscono> spiega al rosso, non è un fatto di non credere a lui, ma di una intera categoria di persone che si fanno <fai come i bambini...> borbotta quando vede che gonfia la cassa toracica, come i bambini che trattengono il fiato mentre fanno i capricci per ottenere quello che vogliono, non che a doku interessi, puo pure diventare ciaonotico per quanto le riguarda Non prima d’esser riuscito nell’attivazione lascerebbe che possa stringergli anche le dita. <Corri il rischio che possa fermarmi il normale flusso del sangue se stringi troppo. Non sei un medico tanto meno uno scienziato, quindi non puoi capire.> Fa spallucce, per quanto possibili a causa delle corde, senza smettere di guardarla neanche per un secondo. S’è svegliato male, ma ha le sue buone ragioni per essere del tutto in disaccordo. <Non credo d’essermi mai svegliato così di merda come stamattina.> E’ mattina, almeno? Non n’è molto convinto poiché, in effetti, potrebbe essere tranquillamente pomeriggio. Non comprende quante ore abbia potuto effettivamente dormire. <Anzi, una volta è successo. Ero sotto terra ed erano passati dieci fottutissimi anni!> Bercia lamentandosi, digrignando i denti e continuando di nuovo a muoversi, strattonando con forza le corde alle quali è stato legato. Non intende restare in quella posizione un attimo di più. <Dovrai slegarmi prima o poi, anche solo per pisciare o per farmi fare un bagno. A meno che tu non sia così caritatevole da farmi da infermierina! NYAHAHAHAH!> Ride in maniera del tutto sguaiata, mostrando quelle file di denti acuminate con le quali è solito tagliarsi le vene – letteralmente parlando – per l’attivazione della propria innata. A proposito delle domande che gli vengono rivolte, egli si premura quanto meno di risponderle, pur essendo infastidito come un bambino al quale hanno tolto il giochino preferito. <Perché in missione non porto equipaggiamento. Quindi, potrai controllarmi quando esco se ho qualcosa con me. Al massimo, un tonico per recuperare il Chakra perso che – per fortuna – non crea dipendenza.> Si permette persino di fare del sarcasmo, ma pensa un po’. Non è esattamente nella situazione giusta per permettersi una mossa del genere. Aggrotta successivamente le sopracciglia, trattenendo a stento un’altra piccola risatina isterica. <SONO SEMPRE DANNATAMENTE VIOLENTO! Non c’entra l’ingestione d’una droga. Sono fatto così!> Lo disegnano così, soprattutto. E’ un cattivo, nient’altro che questo. Non comprende per quale ragione debba fare del bene senz’avere qualcosa in cambio. Preferisce agire secondo il proprio libero arbitrio, evitando accuratamente di sottostare a delle leggi che non gli piacciono particolarmente. Tutto qui. <Qui, l’unica mocciosa sei tu e lo sappiamo entrambi.> E nonostante questo, due secondi prima, le stava facendo delle avances del tutto fuori luogo. Lo chiamavano Enza. Coer Enza. <E comunque> Tornando, subito dopo, ad un altro argomento che avrebbe dovuto affrontare e al quale, finora, non aveva ancora risposto. <è tutto qua dentro.> Non può ticchettarsi sulla testa con le dita e potrebbe anche avere un duplice significato, ma si riferisce alla ricetta della Sbrilluccica. Non l’ha mai rivelata a nessuno e non l’ha mai scritta. E’ sempre con lui. In testa. [ Chakra ON ] <non serve essere un medico, basta averlo gia fatto altre volte> alza platealmente le spalle, lei che puo farlo, ovviamente biascicando lentamente ogni parola quindi lo guarda con una strana espressione, come se non avesse capito niente. o meglio come se il rosso non avesse inteso <è ovvio...che ero l'infermiera...> non la disturba la risata, stavolta, forse perche non le interessa molto in quel momento quindi ci pensa vagamente, a qualcosa. e il rosso sa che è pericoloso quando pensa <se mi sbrigo...a diventare genin...potrei controllare che non prendi dosi...mentre sei in viaggio> che addosso quando parte potrebbe non averli, ma niente evita che possa procurarsene mentre sta per partire da qualche spacciatore comune quindi pare aver deciso <bene. chi è il capo dell'operazione?> domanda all'altro completamente incurante che il rosso magari non ce la vuole una rompipalle dietro al sedere quando pensava di aver trovato una scorciatoia <mh, fa niente, preferisco i veleni> mormora, d'altronde è ovvio, il suo nome stesso lo dice! le urla dell'uomo arrivano per tutto l'appartamento e si tappa per un secondo le orecchie <e perche sei così?> domanda semplicemente, lei ha una motivazione per essere quello che è, evidentemente, quindi non capisce, ma in compenso sta cominciando a slacciare i legacci dei piedi, per ora preferendoli dal lasciare libere le mani dell'uomo. per quelle ce tempo, dai. ovviamente il fatto che abbia anche deciso di infilarsi in una missione non aiuta l'umore del rosso, ma in compenso pian piano libera i nodi che ha fatto e se avrà ancora la testa attaccata al collo gli farà pure da mangiare <è pomeriggio> gli fa notare per amor di stronzaggine//exit