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Lite nel bosco

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con Furaya, Kan, Karum

16:26 Karum:
 Una nuova giornata di fine estate soleggiata e perché non approffittare di fare una bella passeggiata, nel Bosco Centrale di Kagegakure? Si presenta come un ragazzo con la carnagione chiara, occhi piccoli e marroni e lunghi capelli grigi. Indossa un paio di pantaloni beige, una maglietta rosso fuoco e delle scarpette da ginnastica. Stavolta tiene un portaoggetti dove all'interno vi sono un fuuda con il tronchetto da sostituzione e un shuriken. Unico accessorio di cui non si divide mai? Il suo personale coprifronte del Villaggio dell'Erba, suo paese d'origine, legato al braccio sinistro con una fascia blu. Cammina con passi lenti e piccoli e le mani infilate nelle rispettive tasche dei pantaloni <ahhhh che meraviglia> esclama sentendo il profumo degli alberi e il cinquettio degli uccellini che svolazzano sopra la sua capoccia. E' proprio rilassato, dopo un bel pranzo a base di carne fresca e patatine fritte. [Chakra off]

16:33 Kan:
 Danno oramai fatto, invito alla rospetta mandato tra una sfuriata ingiustificata e un imbarazzo generale, unica consolazione per poter ambire ad andare avanti è la ballerina dell'Ochaya? No, in tal caso risulta il cibo, spazzatura, richiesto a gran voce dopo aver concluso il proprio turno in ospedale. Avanza con cadenzato passo con mani occupate nel tenere alto un sacchetto ripieno di takoyaki di cui ne mangia avidamente, pallino dopo pallina, bocca costantemente piena, in continuo movimento nel masticarli. Dorate ampiamente aperte, lucenti, incerti, indecise sul da farsi dei prossimi giorni. Dal sacchetto fuoriesce un'odore di fritto e pesce, in particolare del polpo contenuto all'interno della pietanza <Maledetta rospa, sono peggio di una droga> il tono vocale risulta distorto, ovattato dal cibo. Passo dinanzi a Karum oltrepassandolo, il quale può sentirne il vociare, l'odore del cibo. Il vestiario del Konohano risulta atipico, strano ai più eppure originale nella sua bellezza effimera composto da un paio di blue jeans nel ricoprire gli inferiori arti, più smosso in zona polpaccio e caviglie e sandali shinobistici per finire la parte inferiore. Marrone cintura con fibbia dorata legata alla vita ed una camicia blu di lunghe maniche sul busto, bottoni inseriti nelle apposite fessure ma le ante della stessa risultano separate permettendo la mostra del fisico allenato del diciottenne. Polsini viola e bordi blu ed una giacca color del latte ricade su spalle, schiena e braccia i cui bordi inferiori risultano di un viola, esattamente come le sfumature sulle spalle. Albina chioma pettinata ma allo stesso tempo scomposta, lunga non oltre il collo. Portaoggetti legato alla cintola, fianco destro come parte selezionata trovando al suo interno fuda e inchiostri speciali, favoriti dal clan per portare avanti la suprema bellezza dell'arte ereditata al momento della nascita. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

Kan, tira un D100 fortuna.

Kan tira un D100 e fa 98

La pietanza è talmente buona che non si rende conto di quanto la butti giù in fretta. Un pezzo dopo l’altro, un boccone subito dopo aver neanche iniziato a masticare quello precedente. Sono davvero una droga, ma se lo fossero per davvero? Non a caso, è poco propenso a lasciar quel contenitore e quel cibo prima di qualunque altra cosa. Non sarebbe neanche irreale che parli con la bocca piena qualora Karum o qualcun altro gli rivolga la parola. Le labbra e il mento vengono sporcate dai rimasugli della pietanza appena trangugiata, lasciandogli addosso – una volta terminato il pasto – un senso di sconforto che potrebbe venire rimpiazzato o “ripulito” soltanto da altro polpo. Peccato che, nelle sue vicinanze, ci sia soltanto un ragazzino, qualche panchina e altri passanti che si limita a passar oltre, senza neanche degnarlo d’uno sguardo. Poco male. Poteva finire peggio. Ad esempio, poteva cadere a terra e venir mangiato da qualche animale randagio piuttosto che dal diretto possessore. [ Continuate in Free ]

16:42 Karum:
 Continua a camminare in quel posto, vicino i pressi della torre governativa del nuovo villaggio dove tutti si son riuniti, alla fine dell'ultima grande guerra ninja. Dal primo incontro avvenuto con la Rosata, nonchè ex Kage del Villaggio della Foglia, ha scoperto che ancora oggi ci sono quei nemici fuori da queste mura. Prima o poi avrà la sua vendetta. Hanno ucciso il suo migliore amico. Il suo amico di infanzia. Colui con cui è cresciuto e ha avuto le prime esperienze. NO. NON PENSATE MALE, SPORCACCIONI. Stiamo parlando di esperienze di allenamento, visto che entrambi erano intenzionati a servire il loro villaggio d'origine come shinobi. Il passato fa male ma serve per crescere. Bisogna imparare da esso per non commettere gli stessi errori in futuro. E' appoggiato sulla ringhiera ed osserva il lago mentre sente il rumore del cibo masticato da KAN. Si gira verso di lui, esclamando con tono pacato e gentile <Ciao. Una bella giornata per fare due passi eh?> vuol fare un pochino di conversazione, se l'altro glielo permette <Cosa stai mangiando? L'odore è buonissimo> fa un sorriso, cedendo adesso parola. [Chakra off][Equipaggiamento: 1 shuriken e 1 fuuda con tronchetto da sostituzione]

16:52 Kan:
 Uno dopo l'altro la busta di takoyaki diviene più vuota, priva di contenuto con la destrorsa intenta nello scendere sempre più in profondità toccando il fondo del sacchetto <Mh?> dita pigiamo sulla carta sporca dentro, cercando, ricercando una nuova pallina senza accorgersi della reale situazione in cui si ritrova <Ne ho prese un chilo> spinge imprimendo al tocco una forza di maggiore levatura; dorate chinate al basso per scrutarne l'interno notandone l'immensa quanto pulita desolazione al suo interno. Sbarrate, completamente aperte perdendo un battito, un solo e unico battito pregno di sconforto. Labbra serrata, passo arrestato, volto portato in avanti con sguardo fisso nel vuoto. Attimi di lungo silenzio intercorrono, nulla viene proferito finendo per esordire con un sonoro <AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH> grido liberatorio stringendo il sacchetto nel palmo della mano, dita arpionate intorno ad esso, stropicciato, quasi strappato dalla forza impressa con crescente nervoso <Ne ho presi un chilo Kami santissimi. Dove sono finiti? Dove maledizione sono finiti? Chi si è avvicinato a rubarmeli?> guarda intorno a se all'evidente ricerca di un colpevole, non notando l'effettivo schifo fatto dalla propria persona. Parole d'odio rivolto al nessuno, interrotte dal vociare di Karum il quale interrompe il momento attirandone l'attenzione. Volge il viso verso kusano, scruta le fattezze, la posizione, finendo sul volto altrui <Bella giornata un emerito cazzo, sono finite> sollevando il destrorso arto con in mano il sacchetto <Cosa stavo mangiando, takoyaki> il pensiero sbava al suo posto eppure, qualcosa viene meno, un particolare fondamentale della conversazione appena inizia <E tu chi sei?> prima importante frase, comprendere con chi si ritrova a parlare.

Kan getta un urlo che persino un suo genitore dalla tomba potrà sentire. Difatti, molti presenti s'affacciano dalle loro panchine per adocchiare quant'accaduto. S'è fatto male qualcuno? Il killer ha ammazzato qualcun altro proprio sotto gli occhi di tutti e alla luce del sole? No, al contrario, si tratta soltanto d'un albino un po' troppo dispiaciuto per la fine dei suoi takoyaki. <Che è successo?> Bercia qualcun altro in mezzo agli alberi che popolano quel bellissimo bosco centrale, tutt'ora fiorito ma con l'imminente arrivo dell'autunno alle porte. <Il gatto t'ha morso i genitali? Guarda che è un uso comune di quelle bestie.> Bercia un vecchietto con tanto di bastone che sta passeggiando tranquillamente per quelle vie portando al guinzaglio un piccolo bassotto completamente nero. Tuttavia, proprio perché siamo molto caritatevoli nei confronti altrui, ambedue i ragazzi potranno adocchiare facilmente - a circa una decina di metri di distanza - un piccolo chiosco. Non è come quello di Ichiraku, sia mai che qualcuno possa emularlo. Si tratta d'un piccolo banchetto trasportabile, di quelli che smonti e porti via una volta terminato il lavoro. L'istinto di Kan gli dirà immediatamente che quel chiosco, volente o nolente, venderà dei takoyaki in modo da poter sopperire a quella mancanza interna che avverte or che sono finiti i propri. Karum, al contrario, si renderà conto che è meramente un venditore d'hot dog... No, i traumi per il nostro Sumi albino non sono per niente terminati: sono appena cominciati. [ Continuate in free ]

17:09 Karum:
 Alza il sopracciglio sinistro quando sente prima l'urlo e poi il resto delle frasi che gli vengono rivolte. Si gira verso destra e poi verso sinistra, vedendo che i passanti affrettano il passo, quasi spaventati <Ehi amico. Non fare così che spaventi gli altri> scrolla la testa facendo un sospiro, gettando aria dalle labbra e dalle narici <Nessuno te li ha rubati. Te li sei mangiati tutti tu e nonostante tutto ti sei mangiato un kilo di takoyaki, sei in ottima forma> poi la domanda <ma cosa sono questi takoyaki? Dei dolci o qualcosa di salato?> si, non ne ha mai mangiato uno e non sa a cosa si riferisce o forse lo prende in giro? Non si scoprirà mai e poi mai <io amo moltissimo le torte alla frutta e anche mangiare carne e anche il pesce e i contorni vari> in effetti mangia tutto, anche i famosi broccoletti che tutti scartano ma lui invece se li mangia senza problemi, avendo vissuto con i nonni per la maggior parte della sua vita notando poi il piccolo chiosco o per meglio dire un banchetto trasportabile che monti e smonti a fine lavoro. Assottiglia lo sguardo verso di lui notando che è un venditore di hot-dog <Sono Karum, Genin> si presenta <Tu, piccolo scimpanzè urlante?> lo chiama in quel modo, in maniera scherzosa, ritornando in silenzio ma dando, di tanto in tanto, un'occhiata al chiosco. In effetti, un pochino di fame gli è appena venuto, nonostante il pranzo abbondante. [Chakra off][Equipaggiamento: 1 shuriken e 1 fuuda con tronchetto da sostituzione]

17:19 Kan:
 L'ira funesta del pelide Kan risulta appena cominciata, un possente grido emerge dalle corde vocali dell'albino ottenendo in risposta la voce di un vecchio a spasso col cane. Prima di Karum, egli ne attira l'attenzione rivolgendo le dorate all'uomo trovandosi dinanzi un signore anziano con un piccolo bassotto, molto carino eppure è l'altrui dire ad irrompere prepotentemente facendogli perdere amaramente il briciolo di calma <A te la dentiera non è ancora caduta? Vai a farti un giro nonno e lasciami in pace> biascica al poveretto passante, il malcapitato di tale situazione. Per fortuna Karum è pronto, come un'eroe salvatore della situazione, a prendere ogni singola parola, gesto o sfuriata da parte dell'albino la cui ira ancor non s'aggalla dall'animo. Ogni verbo proposto risulta sbagliato all'udito del Sumi tornando a guardare il kusano nuovamente, dando lui una nuova breve occhiata <E allora? Cosa stramega cazzo me ne può importare degli altri? Tu ti fai sempre bello per gli altri abitanti?> bofonchia con fare spregiudicato, strafottente, totalmente guidato dall'ira per aver concluso il proprio spuntino ad una velocità invereconda, per nulla soddisfatto <SSSSSSSH non rinfacciarmelo dannazione, il coltello è già troppo in fondo> mancina scende sul ventre, carezzando la superficie <Ovvio che sono in ottima forma, ci lavoro su questo corpo. Non siamo mica qui a pettinare le giraffe, che osservazioni del piffero> la forza di volontà per poter andare avanti risulta ampiamente assente, il verbo emerge prepotente, privo di freni inibitori, di un connettore in grado di dar un senso ad ogni singola parola <Sono palline fritte ripiene di polpo, un droga> non distogliendo mai lo sguardo, mimando svariati gesti tramite l'uso delle dita, del moto degli arti <Praticamente ti piace quello che piace a tutti>. Nulla di nuovo nella descrizione del piacere altrui, distratto per l'ennesima volta da un'odore, esso proviene da un chiosco più avanti. Lui è la soluzione, lui, emblema di salvezza, la personificazione della gioia terrena <Kan, Kan Sumi, genin di Konoha. Vieni con me, l'ho trovato> il passo viene velocizzato, avanza senza sosta cercando di accorciare la distanza dal chioschetto, preleva dei ryo dalla propria tasca, destrorsa sollevata e poggiata con forza sul bancone con tanto di spiccioli <Un chilo di takoyaki da portare via, belli caldi, belli buoni, belli succosi> sospira, finalmente, un sospiro giunge all'esterno. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

17:28 Karum:
 Nota l'atteggiamento dell'altro, provando a studiarne il linguaggio non verbale, oltre che quello verbale scuotendo ancora la capoccia <Stronzetto che non sei altro. Poteva essere tuo nonno e non devi assolutamente trattare le persone in questo modo> si, lo ha chiamato proprio in quel modo al loro primo incontro mentre stringe le mani a pugno, innervosito dell'atteggiamento dell'altro <Non me ne frega un cazzo del tuo atteggiamento e delle tue palline fritte di polpo e soprattutto che sono una droga. Io non sono un drogato> bhe certo, non ancora ma prima o poi potresti incontrare una certa persona ma meglio non andare oltre <Si. Io mi faccio sempre bello per gli altri abitanti per una questione di rispetto che ho per loro e se posso aiutarli, lo faccio ben volentieri. Se sei uno shinobi, dovresti avere certi valori> sbuffa ancora una volta dicendo ancora <Pettinare le bambole e non le giraffe> nulla da fare. La giornata era iniziata bene ma questo incontro gli sta facendo cambiare l'umore ma nonostante tutto lo segue. Forse è perché in astinenza di cibo che lo fa innervosire <Idiota, è un banchetto di hot-dog e non di questi takoyaki. Non riesci a sentire l'odore della carne o delle varie salse?> nulla da fare. C'è il rischio di scatenare una rissa con lui visto le sue parole. Vediamo come si evolve la situazione. [Chakra off][Equipaggiamento: 1 shuriken e 1 fuuda con tronchetto da sostituzione]

17:44 Kan:
 Appellativo improvviso, inaspettato, un insulto diretto. Attimi di straniamento provengono dal volto dell'albino, perplesso lasciando all'intelletto il compito di pensare ad una risposta decente, la più plausibile possibile <Per fortuna ho già un nonno e stronzetto ci chiami qualcun altro, chi te l'ha data questa confidenza, mh?> mera frase di circostanza in virtù di qualcosa di migliore eppure in lui mai nasce, per una singola volta, il desiderio rissoso, portare dinanzi a se le mani al posto della testa, vera arma con cui affrontare qualunque tipo di vicissitudine. Labbra schiuse, perplesso, una singola frase pregna di no sense. Lento il silenzio tornato, respiro effettuato per trattenere la volgarità, in parte almeno <Tu devi aver sbattuto la testa cadendo dal seggiolone da piccolo. Punto primo hai attaccato bottone tu quindi sei libero di incamminarti e andartene. Punto secondo definire il cibo una droga e drogarsi, son due cose differenti, all'accademia non ti hanno insegnato la lingua di base e le sue diramazioni?> il tono diviene più basso, meno infervorato, forse più controllato nonostante Karum continui ad insistere, parla, replica, pone il classico problema di tutto il mondo <Oh bene, quindi abbiamo il perfettino di turno qui> additato fin da subito <Il mondo va in pezzi per quelli come te, tutti si fanno belli per piacere agli altri, cercando il loro favore, il consenso senza mai fare ciò che piace veramente. Sono un ninja e allora? Salvo loro il culo quando me lo chiedono, li aiuto quando me lo chiedono, per il resto mi comporto come voglio e sono, chiaro il concetto, Karum? E non farmi la predica mai più su nulla> gettando aria all'esterno in gran quantità, glissando sulla correzione da lui effettuata, troppo occupato nel recarsi al chiosco in questione donando soldi per un takoyaki. L'intervento di Karum distrugge i sogni dell'albino dando nuovamente un aggettivo <Aaaaaaaaaah in questo momento non sento nulla, maledizione. Dammi un hot dog> cede alla tentazione di prendere qualcos'altro dando il cambio alle palline di polpo con qualcos'altro <Allora? Tu sei ancora qui Karum senza cognome? Puoi anche andartene adesso> cacciando l'altro in velata maniera. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

17:59 Karum:
 Ascolta con estrema attenzione ogni singola parola pronunciata dall'altro. E' vero, è stato lui ad attaccare bottone con l'altro ma non pensava di trovare un tipo come lui. Socchiude gli occhi iniziando a contare e ad ogni numero fa un respiro profondo. Il suo metodo per tentare di calmarsi e non continuare ad innervosirsi ma non riesce. L'altro gli fa saltare del tutto i nervi <Allora bello mio> certo, anche lui però ci mette del suo <Io chiamo stronzetto le persone che trattano male gli altri e anche se tu hai già un nonno, quel vecchietto potrebbe essere nonno di un tuo compagno di accademia, un tuo vicino ma anche di un semplice sconosciuto. Potrebbe essere un eroe che ha combattutto nell'ultima guerra o un semplice civile che ha perso l'intera sua famiglia e quindi è solo e vorrebbe compagnia> fa una piccola pausa per poi continuare <Non sei affatto nessuno per dirmi cosa devo fare e decido IO per la mia vita. Non sei un mio superiore, non sei mio padre o un mio parente. NON TI PERMETTERE MAI PIU'> si urla. Non riesce più a calmarsi e ha superato la linea di sopportazione <Non sono il perfettino di turno ma rispetto i valori che mi hanno insegnato, Kan Sumi> l'altro è un membro del clan del padre che forse lo conosce ma non gli interessa molto. Potrebbe arrivare a casa ed essere messo in punizione <Mangia mangia e tappati quella boccaccia> forse un giorno si scuserà per quelle parole o forse non lo farà mai. Dove è finito il caro Karum gentile ed educato con tutti? Perchè è uscita quella vena di cattiveria? <Me ne vado perchè non voglio sprecare ulteriore tempo con te> ecco che allunga il passo, iniziando ad allontanarsi da quel posto, lasciando il mangiaramen lì. [SE END]

18:16 Kan:
 Nulla da fare, Karum continua, prepotente nel suo dire, con parole a difesa del mondo, degli abitanti intorno a se, in particolare di un vecchio appena passato di cui neanche il nome è a conoscenza. Ode con lo sguardo posato sull'altrui figura, parole prive di senso per quanto riguarda la mentalità dell'albino eppure risulta strano come il concetto dapprima esposto non riesca ad entrare nella mente del kusano. Labbra serrata, difficile esibire un qualsivoglia sorriso, persino prenderlo in giro appare difficile in uno stato d'animo come quello, agitato, aizzato dall'assenza del momentanea droga <Allora, bello mio> facendo il chiaro verso a quel termine usufruito <Cosa di non me ne frega un amaro cazzo non hai capito? Può essere il nonno, il padre, lo zio, il kami di qualunque compagno, vicino o eroe, non me ne frega assolutamente nulla di lui, di te e di tutti quelli qui. Tanto la gente giudica a priori, perciò me ne sbatto, è chiaro adesso nano?> non che sia molto più alto, tale termine esce spontaneo, di cuore. Allibito per l'ennesima volta, distoglie lo sguardo, difficile pensare, dire e fare in situazione del genere <Ascolta emerito rimbambito, fai pace con il cervello e poi parla, eh? Tu mi hai interrotto, tu hai cominciato, tu hai iniziato a dare ordini e io non mi dovrei più permettere e osi pure urlare con me? Vuoi davvero giocare al gioco di chi lo ha più grosso con me? Bene testa di cazzo> segna il nome, dorate sfuggono sul coprifronte nuovamente assimilando il distretto di appartenenza, dandosi modo di scoprire qualcosa di più sul ragazzo dinanzi a se <E vai ad applicare i tuoi valori lontano da me> ennesima scacciata lasciandolo, infine, andar via, non aggiungendo altro, preoccupato solamente dell'hot dog in arrivo <Incredibile, davvero Kagegakure ha rincoglionito le persone. Dubito che un tempo si sarebbero trovati rimbambiti del genere> ultimo il dire ricevendo la propria ordinazione, pagando e poi andarsene lontano, gustando il nuovo piatto. [END]

Karum si trova nel Bosco Centrale per una passeggiata ma poco dopo arriva Kan. Iniziano a parlare per poi sfociare in una discussione, mandandosi a quel paese entrambi.

NOTE OFF: prima o poi faranno pace.