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Un gatto nel vicolo

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con Rasetsu, Dokuhiro

15:20 Dokuhiro:
  [vicino ai vicoli] il destino sa essere piuttosto divertente alle volte, un destino che per molti versi le è stato abbietto forse potrebbe cominciare a cambiare la sua direzione proprio oggi, nel quartiere dei divertimenti dove sta camminando a sguardo basso in un abito umile e consumato senza mostrare curve degne di nota, e forse anche per questo non ha molti problemi nonostante la carte fresca che è, permettendole di passeggiare con lentezza ma con una direzione ben precisa nel suo vagabondare dagli occhi stralunati anche senza droga in circolo. la pioggia incessante e impietosa si abbatte su chi non ha un ombrello come lei, e in effetti non si preoccupa nemmeno di averlo o di bruscarsi una febbre che la spedirebbe all'altro mondo, lentamente il passo continua ad alternarsi per poter raggiungere la sua destinazione, senza guardare le persone che paiono divertirsi nei vizi della città delle ombre, ombre ben piu profonde di quelle che danno il nome al villaggio. con se un solo oggetto degno di nota, ovvero un portaoggetti dall'aria di seconda mano che contiene il minimo necessario per la sua sopravvivenza in un luogo così ostico, normalmente la sua attenzione è estremamente bassa, completamente incurante di se stessa, ma oggi qualcosa pare attirare la sua attenzione ovvero dei brutti tipi che conosce a vista e decide di tagliare per un vicolo, o per lo meno aspettare che passino, lo sguardo si scansa sulla via in cerca di un buon vicolo dove infilarsi per portare a termine il suo piano ma per il momento solo la pioggia e le parole di vermi senza alcun interesse da parte sua riempiono le orecchie

15:39 Rasetsu:
 Nessuno ha profondamente mai dubbi riguardo alla posizione occupata dal rosso quando non lavora. Due sono le zone nelle quali è possibile trovarlo: in un locale sotto al culo di una stripper o esattamente dov’è adesso. Stravaccato al suolo all’interno d’un cartone abbastanza ampio da permettere al suo gracile corpicino di star piegato a mo’ di feto, c’è lui. Sbuca la zazzera di capelli cremisi assurdamente spettinati, lunghi ormai fino alle spalle con nessunissima intenzione di tagliarli ancora. Dovranno crescere, arrivargli fin di nuovo alle natiche. E infine si lamenterà del fatto che in molti lo scambiano per una donna, tutto normale. Indossa un paio di pantaloni neri, di quelli eleganti sorretti da una cintura di cuoio. Una camicia bianca ne copre il busto, in maniera non del tutto uniforme: i bottoni sono perlopiù slacciati, con un lembo soltanto infilato nei pantaloni. Il colletto è sporco di rossetto e di chissà cos’altro. Vi sono presumibilmente macchie d’alcol addosso o di cibo, difficile dirlo a meno che non venga analizzato da qualcuno competente. Il petto glabro e fin troppo magro è in parte scoperto, disseminato da ulteriori segni di rossetto e addirittura dei succhiotti piuttosto sbiaditi: ha proprio fatto bisboccia la sera precedente. Ai piedi, un paio di scarpe normali, in tinta coi pantaloni e rigorosamente slacciate. E’ già tanto che probabilmente le abbia. La testa ciondola all’indietro. Gli occhiali sono un lontano ricordo. Soltanto un’asticella è rimasta al suo posto sull’orecchio manco, mentre l’altra pende distrattamente da tutt’altro lato. Un rivolo di bava gli scende dal labbro inferiore ed è sommesso il suo russare. Di fianco, a terra, dal lato destro, una bottiglia di scotch vuota e una bustina contenente soltanto il lascito d’una polvere bianca che, molto probabilmente, è ancora in circolo nel suo corpo. Non pare abbia armi con sé, ma bisognerebbe controllare per esserne sicuri. [ Chakra OFF ]

15:47 Dokuhiro:
 di persone coi capelli rossi ironicamente ce ne sono pochi, ma in questo momento la nostra figura di...umana. dato che non pende ne dalla parte di uomo ne da quella di donna si è appena infilata nello stesso vicolo in cui il rosso riposa, ironicamente non sa assolutamente niente della presenza dell'altro proprio dove lei passa quotidianamente le sue giornate, magari nello stesso locale dove il rosso bazzica. ma in questo momento è solo attenta a lasciar passare il trio di persone che aveva puntato poco prima, nascondendosi abbastanza per mischiarsi alle ombre, ma a quanto pareva il destino è infame e ha piazzato proprio i tre tizi sulla sua linea di passaggio senza che essi abbiano intenzione di schiodarsi. un recap veloce della mappa della cittadella le fa sapere che quel vicolo è una buona scorciatoia, semmai un po pericolosa, per passare e andare fino a dove doveva andare. un veloce sospiro per poi incamminarsi e nemmeno qualche passo che ha appena pestato qualcosa di morbido sotto al piede, abbassando gli occhi nota che ha appena pestato qualcosa di rosso e di attaccato a una persona, fa un saltello indietro mentre il volto tradisce una chiara paura, fissando a lungo il volto addormentato della creatura e soprattutto i denti seghettati. pare ricordarsi qualcosa di doloroso perche si tiene la testa per qualche istante e si scartavetra il polso sinistro con le unghie della destra pensando a cosa fare. non ha armi nemmeno lei, chiaramente, eppure quello sguardo è quello di una folle che ha appena deciso di porre fine a una vita inutile, e lentamente si avvicina senza far troppo rumore allungando una mano verso Rasetsu appisolato con lo sguardo aperto da emozioni troppo forti, che non provava da troppo e che vuole terminare proprio con la vita del suo sospettato.

16:06 Rasetsu:
 Bene o male, ha il sonno pesantuccio – quando vuole. Essendo immerso in una sbronza colossale condita da polverina bianca comprata da chissà quale suo nuovo amico spaccino, potrebbe diventare problematico averlo sveglio in tempo breve. Tuttavia, non darsi mai per vinta è la prima regola di sopravvivenza. O no? Sta di fatto che non si lamenta affatto, nonostante nei suoi pressi vi sia un via vai di gente assolutamente normale. Qualcuno lo fissa, altri fanno finta che neppure ci sia. D’altronde, si tratta del quartiere notturno e tutti sanno cos’accade in quei vicoli. E indovinate un po’? Legalizzato dallo Stato! Sbagliato ambientazione? Ops. Ad ogni modo, tornando a discorsi pseudo seri, dalla sua boccuccia socchiusa e gorgogliante proviene un piccolo mugugno di fastidio, dettato appunto dalla pressione della fanciulla a ridosso del rosso. Questi non si sveglia, per il momento, strizzando appena le sopracciglia. <No, non così…> Borbotta a mezza voce, prima di far apparire un piccolo sorrisetto soddisfatto, continuando il suo placido letargo. <Aspetta, Kouki-> Biascica quel nome che dalle sue labbra non usciva ormai da parecchio. A quanto pare, sta sognando qualcuno di ben conosciuto. <Ancora un po’-> Non si sa bene però cosa stia sognando e, con molta probabilità, nessuno vuole saperlo. Nel momento in cui Dokuhiro gli s’avvicina, si stiracchia come un gatto. In effetti, si trova già all’interno d’una scatola che farebbe impazzire un felino. Reclina il capo, rivolgendo il viso privo anche solo di un filo di barba direttamente all’altra in avvicinamento. <Dormi con me…> Mugugna ancora e, seppur non dovrebbe esser diretto a lei, data la posizione inverosimilmente lo sembra eccome. Allunga distrattamente un braccio durante il suo stiracchiarsi, la qual cosa potrebbe dar fastidio alla fanciulla in caso, poiché quasi la sfiora. [ Chakra OFF ]

16:15 Dokuhiro:
 in effetti non doveva svegliarsi, non avrebbe mai piu dovuto svegliarsi dal suo sonno letargico, ma a quanto pare i suoi miasmi di morte e distruzione sono così presenti che la mano a mezz'aria si blocca quando viene nominata una persona, rimanendo completamente immobile sta valutando quanto l'altro sia sveglio ma a una costatazione che ormai sia quasi sul punto di svegliarsi gli occhi che erano ben aperti e folli paiono calmarsi, tornando a ragionare freddamente si rende conto pure che in effetti non potrebbero mettersi a lottare come se niente fosse lì o tutti la scoprirebbero. decisamente non un buon modo. il volto si tinge di freddezza calcolatrice come quella che ha usato in passato mentre il rosso si stiracchia, la pioggia la raffredda dalla sua cieca ferocia e torna quindi a esso mentre prova ad acchiapparsela. unica rezione è quella di colpirgli la mano e lasciarlo ricadere di fronte a lui sotto alla pioggia e alla luna in cielo nonostante sia ancora giorno inoltrato sta ragionando vagamente, quindi fa un sorriso che per un istante è ben lungi dall'essere caloroso, ma si modifica in fretta mentre schiocca le dita verso il rosso per attirarne l'attenzione scrivendo con la pioggia nel terreno piegandosi con le ginocchia verso terra sotto la pioggia, le lunghe braccia sono poggiate sopra alle ginocchia per non doversi nemmeno bagnare il sedere a terra "ti fai del male a stare qui fuori, vuoi una casa?" come se prendesse un gatto vagabondo, tanto che gia è nella cassetta in un contorto e depravato piano

16:38 Rasetsu:
 In effetti, qualcosa di cui non abbiamo tenuto considerazione è la pioggia. In un vicolo, bene o male, si è abbastanza appartati ma ciò non implica che qualcuno non si bagni. D’altro canto, non ha con sé alcun ombrello, a malapena si trascina un cervello degno di tale nomea. Tuttavia, inizia a diventare insistente, un alito di vento e un brivido l’accompagna lungo tutta la schiena e le braccia. Lo stesso, teso nei confronti d’una sconosciuta senza neppur rendersene conto, s’agita appena assieme al mugugno di poc’anzi che, rispetto al primo, diventa poco più intenso. Apre un occhietto che rotea appena nell’orbita come se non riuscisse a trovare il modo di star fermo. Sbatte rapidamente le palpebre, il tempo necessario a prender concezione di sé stesso oltre che del luogo nel quale si trova. Incurante, in un primo istante, della presenza d’una ragazzina o presunta tale, stende oltremodo le braccia e le gambe nell’atto chiaro di stiracchiamento, la qual cosa, unita all’acqua e al fatto d’esser in un cartone, non fa altro che romper ciò in cui giace. Il risultato è che cede e il resto degli abiti è solo un guazzabuglio di sporcizia che, forse, con l’acqua potrebbero tornare ad aver un aspetto decoroso. La camicia ne delinea ormai il fisico tremendamente asciutto e pallido, tanto da permettere la visione di sottilissime venature nerastre. <Mh?> Mugugna ancora, gli occhi parzialmente aperti e il mal di testa che inizia a rimbombare come i fuochi d’artificio il primo dell’anno. <Che cazzo, piove.> Buongiorno anche a te, stellina. Finalmente comprende ciò che ha attorno. E infine, focalizza la figura dell’Hasegawa. A malapena guarda il terreno poiché finora dormiente. <Che vuoi?> Cerca di raddrizzarsi in qualche modo, ma il cartone è tutt’altro che stabile, tanto da permettergli una lenta scivolata a terra, ritrovandosi però con la schiena rivolta al cielo – rotolando su sé stesso. Sfiora distrattamente quelle parole con la punta del naso, facendovi inoltre cader gli occhiali. Cancella qualche lettera, tenta una chiara riflessione. <Mocciosa.> Borbotta, soltanto. Lo ha punto nell’orgoglio? [ Chakra OFF ]

16:48 Dokuhiro:
 osserva la scena con aria piuttosto distante, non gli interessa chiaramente che l'altro abbia appena perduto il suo cartone, o forse non gli interessa perche ha proprio appena trovato una soluzione migliore che implementa il fatto che gli occhiali si siano pocciati all'interno delle lettere. completamente ignorante del fatto che si sia appena data della mocciosa, nonostante sia certo che lo abbia sentito, non c'è supposizione nella postura, semmai un evidente disagio piu che presente in ogni versione di se stessa anche senza polverina bianca, seppur il rosso non lo sappia. quindi ancora accucciata rotea gli occhi verso il cartone che si è distrutto per l'acqua, la sua figura magra, e infine verso gli occhi del rosso come a chiedergli che cosa abbia deciso di fare. quindi con un colpo di reni si solleva dalla sua posizione accucciata e fa appena un passo necessario per avvicinarsi alla busta di polvere, guarda di nuovo il rosso in un punto indefinito in mezzo agli occhi, e quindi pesta per bene la busta calcandoci sopra il proprio peso esiguo. la prima regola della casa è stata dettata e decisa. sta attendendo qualche reazione dell'altro a quella considerazione, ma si riaccuccia e ne scrive "ti posso ripulire, ma sarà doloroso" forse si offre pure di aiutarlo nella disintossicazione per far avanzare il suo contorto piano. quindi si poggia con una mano sulla guancia in attesa della risposta dell'altro alla sua proposta oltre di una casa pure di una ripulizia completa, anche se non si conoscono. ha bisogno di capire e avere uno strafatto in giro per casa non è un buon modo

17:01 Rasetsu:
 Cerca di rimettersi quanto meno seduto, magari persino inginocchiato a terra purché ci sia un vantaggio rispetto alla posizione che ha assunto di recente. L’acqua continua a scrosciare dal cielo sopra di sé mentre gli occhi guizzano alla ricerca di qualcosa che possa fargli ricordar la sera precedente. Scorge senz’alcun problema la bottiglia di scotch irrimediabilmente vuota, grazie alla quale ha potuto sonnecchiare fino a qualche secondo prima. Poco male, no? E’ un ottimo sonnifero, l’alcol. Come riesca a dormire in determinati luoghi e posizioni, però, è tutt’ora un mistero al quale non saprebbe rispondere neanche lui. Pur restando ancor sulla pavimentazione del vicolo, l’attenzione vien distolta dalla bottiglia in favore del viso della fanciulla di fronte a sé. La vede alzarsi, schiacciar una busta sotto il proprio peso e poi tornare, noncurante di quanto fatto, a scrivere in terra nel bel mezzo del fango e della polvere. <…> Lui resta in silenzio durante questo lasso di tempo. Un paio di punti interrogativi gli si disegnano in faccia, ma è restio a parlare ad alta voce con la testa che gli rimbomba a quel modo. Dopotutto, dice sempre che potrebbe evitar di bere così tanto fino a star male, però quando inizia a buttar giù il primo shot si rende conto che non è mai stato così bene. Deve compensare la mancanza della sua Sbrilluccica in qualche modo e reputa che questo sia l’unico metodo adatto per sé stesso. <Mi piace doloroso.> Letteralmente lascivo, permette alla punta della lingua di sbucar fuori dalle fauci, passar attraverso le labbra e bagnarle di saliva nonché di pioggia. <Prova a ripulirmi, magari ci prendo gusto.> Sghignazza, mettendo in mostra quelle lunghe zanne da squalo che si ritrova al posto dei denti, permettendosi persino il lusso d’una fragorosa quanto fastidiosa risata. <Nyahahahah!> La quale rimbomba per il vicolo, risultando appunto ben diversa da quella d’un comune umano perché, non a caso, si faceva chiamare il Kokujin – l’uomo nero. [ Chakra OFF ]

17:10 Dokuhiro:
 una risata fastidiosa, terribile per le orecchie delicate di dokuhiro che va ad afferrarsele e stringerle per attutire il suono, per poi provare a piompare addosso col suo poco peso al rosso e piazzargli una mano sulla bocca fissandolo negli occhi allunati: seconda regola, non le picciono i rumori forti. e che sia o meno riuscita nel suo intento di zittirla tornare indietro piegando il baricentro delle gambe magre all'indietro, almeno rasetsu la ha capita per essere una donna nonostante poco sia chiaramente indicativo di esso. adocchia gli occhiali che va a raccogliere con entrambe le mani incurante del fango per poterli sollevare senza distruggerli ulteriormente, con una certa attenzione nonostante tutto, nonostante anche il fatto che forse il rosso è davvero quello che deve uccidere. lascia cadere il fango in eccesso e chiude per quanto sia possibile gli occhiali, aprendo il proprio fazzoletto pulito e mettendovi all'interno i rimasugli delle lenti con una attenzione ossessiva. quindi si solleva per andare ad affiancarsi al rosso e provare a sollevarlo con la sua esigua forza prendendolo da un braccio, nonostante debba mettersi d'accordo con i propri piedi per non cadere pure lei di nuovo a terra e guardare il rosso come a dirgli di muoversi per riuscire a fare quanto ha previsto piegando appena la faccia verso di lui nonostante gli occhi siano ben distanti dalla situazione complessiva, inclusa del fatto che abbia appena raccattato un losco gatto rosso da un vicolo, ma d'altronde, le migliori storie iniziano così

17:29 Rasetsu:
 Oh, la signorina qui presente non ha proprio idea di colui con cui ha a che fare. Non appena questi inizia a ridere, la fanciulla gli si lancia letteralmente contro con la chiara intenzione di zittirlo. Il problema non è tanto il gesto quando l’immediata conseguenza da parte del rosso. Questi, con assoluta nonchalance, allungherebbe ambedue le mani. La mancina andrebbe a circondare i fianchi altrui, nel vano tentativo di tenerla ancora a sé stesso. D’altronde, una ragazza che gli si lancia addosso quando ricapita, oltre a voler dire esattamente quel che lui pensa? Non gli si lanciano addosso senza un compenso od un obbligo. L’altra mano, la destrorsa, s’avvicinerebbe al polso altrui in maniera tale da poter attorniar quest’ultimo con le proprie falangi. Tenta di allontanare quella mano dalla sua bocca poiché non ama venir interrotto, specialmente quando ride. <Se volevi farmi star zitto, potevi ficcarmi la lingua in gola e non avrei detto comunque di no.> E quando mai, chiamatelo scemo. Il ghigno mefistofelico s’allarga sul viso dell’uomo se non fosse per la fanciulla che decide d’allontanarsi da lui. Non s’oppone, tanto meno le mette un freno. <Se ti sei lanciata su di me, vuol dire che tornerai. Del resto, chi resiste al mio fascino?> Convinto come non si sa che cosa, distenderebbe ambedue le gambe in avanti. Porta una caviglia sull’altra, sollevando la mancina per osservarsi le unghie. E’ davvero un sacco convinto. Il problema è che riesce a sentirsi tale soltanto perché paga, altrimenti non lo guardano neanche di striscio. Tuttavia, lasciamolo nella sua convinzione. Con la coda dell’occhio, si rende conto ch’ella prende gli occhiali da terra, sporchi di fango. <Quelli sono miei.> Non pare molto contrariato, sarà perché reputa che Dokuhiro ci stia provando con lui, ragion per cui è più che adatta al rispetto che il demone vuole elargirle. Non ha capito ovviamente nulla. E’ risaputo che non ragioni con la testa sulle spalle in momenti come questo, bensì con tutt’altra. L’Hasegawa tenta poi di farlo rialzare, stringendone il braccio e provando a sollevarlo con la sua mera forza. Non che ci voglia granché, del resto è gracile e pesa cinquanta chilogrammi soltanto adesso ch’è bagnato dalla pioggia. <Suvvia, non c’è bisogno di correre! Dove vorresti portarmi? Giustamente, immagino che farlo in un vicolo bagnato non sia la migliore delle aspirazioni.> Possiamo stendere tranquillamente un velo pietoso senza star a commentare ulteriormente quel che proviene dalla bocca d’un depravato? [ Chakra OFF ]

17:39 Dokuhiro:
 in realtà c'è soprattutto sorpresa in quello che solitamente è lo sguardo piuttosto neutrale della ragazzina, troppo contatto fisico all'improvviso dall'ultima persona che si sarebbe aspettata, ma non vanno a finire ad azzuffarsi, dato che a quanto pare è ben felice di mollarla per qualche sua sicurezza facendole roteare gli occhi nelle orbite con uno sbuffo, evidente che non ci creda nemmeno che lo rifaccia di nuovo. sorprendentemente riesce pure a sollevarlo e ci rimane piuttosto stranita, passi per lei che è comunque una ragazza, ma una magrezza simile è preoccupante per un maschio, infatti tasta la grandezza delle braccia e dei polsi per sincerarsi del semplice fatto che...è magro. davvero. ha il musetto vagamente concentrato ma quando si parla di fare cose lei alza un piede nel tentativo di pestargli una zampa depravata del rosso, giusto per fargli intendere chi voglia comandare lì. e magari dopo che ha saltellato di dolore camminerebbe verso l'uscita del vicolo, lo sguardo si ricorda prima del cervello dei tre e piantando i piedi a terra e le mani ampie a fermarne il passo si volta e va nella direzione opposta del vicolo verso l'altra strada, guardando dietro di se ogni tanto se il rosso la segua o debba andare a riacchiapparlo, ora che ha una pista da seguire per la sua vendetta. non che sia esattamente veloce a camminare, ma non sa nemmeno se quello strafattone di un tizio dai denti da squalo sappia andare diritto, figurarsi seguirla, o forse si e si sta preoccupando per nulla

18:12 Rasetsu:
 Alla fanciulla non par piacere granché il metodo d’approccio del rosso, ma d’altro canto a chi piacerebbe venir tocchicciata in questo modo? La vede adocchiar quelle braccia così magre e smunte del rosso, il quale si limita a sollevare un sopracciglio, ignaro di quel che stia facendo. <Cosa c’è che non va?> Gli viene spontaneo pronunciare ad alta voce, dal momento che non comprende perché si comporti in quel modo. Non la sta analizzando dal punto di vista clinico, tanto meno si sta comportando da medico o da scienziato qual è. E’ troppo ubriaco, d’altronde s’è anche appena svegliato quindi le sue capacità cognitive sono del tutto dimezzate, se non quasi nulle. La reazione avversa nei suoi riguardi giunge immantinente col tentativo di pestata al quale non riesce a sottrarsi. Come accennato, non è un buon momento per lui. Non ha neppure il Chakra attivato e, data la sua concezione nei riguardi altrui, reputa che non possa fargli alcun male. Insomma, non ci stava mica provando fino a qualche istante fa? <Ahiaaa!> Esclama di getto, tirandolo subito dopo indietro e lanciando occhiate di fuoco nei suoi confronti. <Ma come ti sei permessa? Che ho fatto di male?> Davvero non lo capisce. Reputa che ciò che abbia fatto finora sia totalmente normale. Del resto, non riesce a comprendere ciò che sia giusto o meno dal proprio punto di vista, poiché è sempre stato tremendamente convinto di poter far quello che gli passava per la testa, merito anche dell’Hasukage dopotutto. La vede sgattaiolare via all’ingresso del vicolo, con ulteriori molteplici punti interrogativi a formarsi sulla testolina del rosso. I capelli gli si son ormai appiccicati sia sulla fronte che sulle spalle, quindi appare completamente come un pulcino bagnato e infreddolito. <Che stai facendo? E perché diamine non parli? Non che m’interessi, d’altronde è meglio che tu stia zitta – per adesso.> Assaporando un ipotetico momento che potrebbe anche non accadere affatto, considerando che pare aver già rifiutato quelle avances precedenti. Ma, ehi, è stupido e probabilmente anche ancora strafatto. Inoltre, si torna al discorso precedente laddove il libero arbitrio è ben più importante di quel che pensa chi hai di fronte. La lascia andare avanti, come un cane che viene sguinzagliato ma osservato comunque dal padrone alle sue spalle. <Dove mi porti?> Sogghigna, divertito. <Sei maggiorenne, vero? Non vorrei avere altre sorprese.> Ed è sull’ “altre” che dovremmo andare a soffermarci. Dirlo ad alta voce, talvolta, non è una grande idea… [ Chakra OFF ]

18:21 Dokuhiro:
 Domande su domande che non paiono avere alcuna risposta per il momento se non quella di continuare a camminare fermandosi ogni tanto per controllare che il rosso micio non castrato sia ancora sulla retta via, e nel percorso che faranno ovviamente la giovane si fermerà pure a una bancarella a cielo aperto per acchiapparsi qualche vestito che paga, ebbene si, paga davvero e non trafuga un paio di camice pulire e di pantaloni, adocchiando distrattamente il rosso come per prendergli le misure ad occhio tenendosele in un sacchetto in una mano continuando a camminare lungo la via posteriore che ha deciso di intraprendere nonostante il fatto molto semplice che dovrebbe davvero mettersi a parlare per una buona volta. Ma non ha Sbatti. Quindi il rosso si becca la versione con il mutismo selettivo della faccenda, ma al fatto che sia maggiorenne rotea gli occhi come se si stesse chiedendo se il rosso pensa sul serio di avere qualche possibilità con lei, la direzione è piuttosto lunga, dato che dovranno arrivare fino alle porte di ame nonostante sia vagamente breve come percorso, attorniato da bancarelle e negozietti che non paiono destare alcun interesse nella donna. A differenza del rosso che tiene quasi sotto torchio per non perderselo già da qualche spacciatore stavolta di ame, quando ci arriveranno, ma cosa accadrà sarà tutto da decidere nella prossima puntata che potrebbe avere i migliori o i peggiori risvolti per entrambi, per una volta il rosso si trova una che è disagiata ma almeno morde!(exit)

18:37 Rasetsu:
 Dokuhiro continua a restare in silenzio, al contrario del demone dal sangue nero che continuava a fissar la donzella che avanza. <Allora?> E la punzecchia di tanto in tanto con qualche parolina, nel vano tentativo di ricevere una qualche risposta da parte sua. Non sta perdendo la pazienza soltanto perché la reputa stranamente interessante. Pur passando nei pressi delle bancarelle, lui non ha assolutamente intenzione di comprare qualcosa, anche perché probabilmente non ha altri risparmi dietro. Dovrebbe dare una controllata. Sta di fatto che prosegue nel suo camminare, d’altro canto non ha nessun altro posto in cui andare per quanto ne sappia l’Hasegawa, ovviamente. Soggiorna discretamente a scrocco a casa di Touma, il quale è anche discretamente sparito dalla circolazione. In soldoni, quella è diventata ufficialmente casa propria, manchevole della presenza di Dyacon. Che si sia dato alla macchia anche lui? O qualche mafioso, per vendicare le sorti di quella fanciulla ormai deceduta, lo ha rapito e lo ha portato via con sé? E’ un guizzo soltanto poiché il suo pensiero torna immantinente alla volta di Dokuhiro, cercando di non perderla di vista. La seguirà… sentendo probabilmente freddo ai polsi troppo in ritardo. Sa soltanto che deve seguirla chissà dove, forse aspettandosi che riceva quel che stava cercando prima, quando gli è saltata al collo senza pensarci due volte. E solo per zittirlo. Cosa ne vuole capire lui, dopotutto? Ma questo ce lo teniamo per il prossimo episodio… [ EXIT ]

Un giorno di pioggia, Dokuhiro trova Rasetsu addormentato in un cartone come un gatto e decide di portarselo con sé.

Con tutte le molestie del caso.