Giocata del 25/08/2021 dalle 16:16 alle 19:04 nella chat "Centro di Kagegakure"
Sole. Un bel pomeriggio di fine estate a Kagegakure, luogo di incontro per tutti i sopravvisuti dell'ultima guerra ninja. Difatti i Paesi sono stati distrutti e mandati in rovina e si è costruito un nuovo Villaggio. Il quattordicenne, dopo aver finito di pranzare, ha deciso di fare una passeggiata al centro, ricco di tanti negozi, centri commerciali, casinò, ristoranti, piazze, corsi per poter passeggiare, karaoke e sale giochi a non finire. Si presenta come un ragazzo con la carnagione chiara, occhi piccoli e marroni e lunghi capelli grigi. Indossa un paio di pantaloni neri stretti, una maglietta viola e delle scarpette da ginnastica. Con sè tiene nessun tipo di arma ed anche il chakra non è stato richiamato. Unico accessorio di cui non si divide mai? Il suo personale coprifronte del Villaggio dell'Erba, suo paese d'origine, legato al braccio sinistro con una fascia blu. Cammina con passi lenti e piccoli e le mani infilate nelle rispettive tasche dei pantaloni. Gli occhi si muovono a destra e a sinistra, quasi frenetici. Cosa starà cercando o chi sta cercando? Si scoprirà fra poco. [Chakra off][Si ritorna in pista e sono emozionato] V’è nuovamente sole in quel di Kagegakure, la qual cosa non par testimoniare in alcun modo il termine della bella stagione e l’inizio dell’autunno. Sospira. Non le piace particolarmente quel caldo, preferisce le stagioni miti. A conti fatti, le piacerebbe star altrove, ma è un sogno a lungo termine al quale sta ovviamente lavorando. Passeggia, tenendo d’occhio i dintorni, sia mai che ci siano occhi indiscreti facenti parte della corporazione che, attualmente, par comandare all’interno delle mura. Non ha una meta precisa, vuole soltanto assicurarsi che in questo lasso di tempo in cui è stata indaffarata altrove non vi siano novità scottanti o fastidiose. Un top nero dalle lunghe maniche ne copre il busto sino allo stomaco, lasciando scoperto il piatto ventre. Lieve la scollatura che lascia intravedere, affatto trasparente come si potrebbe pensare che sia. Le maniche giungono a tre quarti, permettendole ampia manovra, mostrando il paio di vambracci sottostanti. Un pantaloncino nero a vita alta, invece, ne circonda le flessuose gambe, il quale permette soltanto una lieve visione delle cicatrici che attraversano il corpo della giovane lungo il busto. La vita è altresì circondata da una cintura nera collegata a delle cinghie poste attorno alle toniche cosce. Sulla cinghia di destra, è stato attaccato un porta kunai e shuriken con le relative armi al suo interno. Dal lato opposto, invece, nonostante la cinghia sia presente, non porta con sé alcunché poiché alla cintura superiore v’è unito un fodero con la sua katana. Tornando al lato destro, ma appena defilato sul retro, trova posto anche un piccolo passante usato per portarsi dietro la frusta dal manico rosso. Ai piedi, infine, calza un paio di sandali ninja – quelli vecchio stampo, chissà dove li ha trovati – con tanto di schinieri che giungono sin ad altezza del ginocchio. Attorno alla gola ha soltanto una collana con il ciondolo raffigurante il ventaglio degli Uchiha nonostante non faccia parte del suddetto clan né v’abbia avuto chissà quali contatti nel corso degli anni passati. Non solo. È tornato al suo posto anche il copri fronte della Foglia, posto tra i lunghi capelli rosei, scintillante come al solito, sul quale è tuttavia ben notabile l’usura del tempo. Non è celere nell’andazzo, tanto meno lenta. Si mantiene piuttosto cheta, adocchiando di tanto in tanto qualche vetrina, come se cercasse di sembrare un normale civile pur non essendolo affatto. [ Chakra ON ] Il Genin del vecchio ed oramai distrutto Villaggio dell'Erba continua a camminare in una delle vie principali del centro, sempre a passi lenti e piccoli e solo dopo qualche minuto si ferma davanti in una delle vetrine di un negozio di oggettistica. Ne osserva la merce esposta, nello specifico dei pennelli e dei colori. Che sia un artista? Forse ma sa che suo padre appartiene al Villaggio della Foglia e nello specifico del Clan Sumi e quindi dai primi anni della sua vita ha imparato a disegnare così come ad usare alcune delle armi principali degli shinobi, nello specifico kunai e shuriken <Non ho ryo con me ma appena posso dovrò fare compere> parla sospirando, quasi dispiaciuto di non potersi permettere in quel momento di farsi un regalo. Sembra ancora affascinato di quella merce ma sente i passi della donna e quindi si distrae. L'attenzione adesso è su FURAYA, abbozzando un sorriso ma rimane in silenzio, quasi incantato della sua bellezza. D'altro canto è ancora un ragazzino pieno d'ormoni da controllare. [Chakra off] A sua volta, rallenta nelle vicinanze d’un negozio che par vendere oggettistica per pittori, disegnatori e quant’altro d’utile per questo settore. Tutto sommato, sa disegnare piuttosto bene ed era un’abile tatuatrice un tempo – quando ha poi smesso per seguire la strada del suo maestro fabbro Raido. Sta di fatto che, bene o male, riprendere a far qualcosa di costruttivo e rilassante come il disegno e il ritratto potrebbe rivelarsi positivo per la propria psiche. Quindi, adocchia quel che vien venduto all’interno della bottega, soffermandosi sulla vetrina all’esterno. Si stringe appena nelle spalle, glissando rapidamente alla volta del costo. <Oh-> Sgrana gli occhietti chiari per via dei prezzacci che vengono esposti. Tempo addietro, dieci anni prima, non sarebbero stati per lei un problema, ma non avrebbero neanche avuto quel prezzo. Scuote mestamente il capo, tornando alla primordiale idea secondo la quale prendere a pugni un manichino è probabilmente ben più appagante. La di lei attenzione poggia or totalmente sulla figura di Karum a poca distanza da sé, mostrando null’altro se non uno sguardo sorpreso e le labbra socchiuse, prive di chissà che sorriso od espressione qualsiasi. <Non so quanto ti convenga acquistare qui dentro, ha dei prezzi veramente esosi!> Esclama, pur avendo accortezza di non alzar troppo la voce. Sia mai che il commerciante all’interno esca all’esterno per reclamare questa violazione. Tuttavia, è un modo come un altro per attaccar bottone: potrebbe rivelarsi un altro individuo interessante, magari. Non può saperlo se non osa mettersi in gioco. Non è neppur detto che abbia intenzione, poi, di concedergli tutta la confidenza del mondo. Sa come e quando regolarsi, dopotutto. [ Chakra ON ] La concentrazione del quattordicenne è ancora sul vecchio Hokage del Villaggio della Foglia, ascoltando quelle poche e semplici parole dette con tono basso, per non farsi sentire dal proprietario del negozio dove entrambi si son fermati. Fa un piccolo ghignetto, divertito, dicendole <In effetti lei ha perfettamente ragione> le da del lei per puro rispetto, essendo anche più grande a lui, anche se non la riconosce. Ha frequentato poco il villaggio del padre, avendo vissuto spesso nel villaggio della madre. Scrolla le spalle dicendo ancora <Io sono Karum, un Genin del fu Villaggio dell'Erba, quando al suo comando c'era l'Hasukage Yukio Kokketsu anche se papà è del fu Villaggio della Foglia, appartenente al Clan Sumi> da un'occhiata approfondita alle armi della donna, soprattutto alla Katana <A mamma piacciono le armi, perchè appartiene al Clan Koshirae> inizia a raccontare qualcosa di sè ad una perfetta sconosciuta. Ingenuità di un ragazzino che buona parte della sua vita lo ha vissuto con i nonni civili? Forse ma forse è perché sente il bisogno di raccontare la sua storia fino a quel momento <Ho notato il suo coprifronte e ne ho visti veramente pochi> scrolla le spalle <Hanno paura di mostrarlo o qui son quasi tutti dei civili?> forse la donna sa qualcosa in più rispetto a lui <Le va di fare due passi?> domanda alla fine, abbozzando un altro sorriso sincero, inclinando leggermente la testa verso sinistra. [Chakra off] Il ragazzo pare trovarsi irrimediabilmente d’accordo con quanto proferito dalla fanciulla, tanto da far affiorar sul viso di quest’ultima un mesto sorriso. Sparisce in men che non si dica, ovvio. Torna la sua solita apatica faccia, laddove solo un barlume negli occhi tradisce quella sua solita compostezza. <Piacere di conoscerti, Karum.> Replica alla sua presentazione, la quale farebbe notevolmente invidia a chiunque. In fondo, ha appena elargito un albero genealogico degno di quello della Nara. Essa, a sua volta, tenta in qualche modo di raddrizzare il tiro e provare a dialogare – per quanto possibile. <Il mio nome è Pakkurida.> Il capo branco per eccellenza, un nome che potrebbe non esser adatto ad una persona. Il suo altro non è che un modo per nascondere chi è davvero; un modo come un altro per inizialmente rinnegare sé stessa, seppur sia stato oltremodo inutile. Il suo volto era famoso e il suo nome ben conosciuto ovunque andasse. La fama leggendaria non la si toglie di dosso, surclassata dal fallimento di dieci anni prima. <Il Clan Sumi? Credo d’aver conosciuto un appartenente a questo clan.> Rivela, tamburellando con le dita alla base del mento giacché, qualora non stia sbagliando, dovrebbe trattarsi di Kan – privo di chissà quale fama effettiva, dunque reputa che sia anche naturale per l’altro non conoscerlo. Tutti, però, possono sbagliare. Compresa lei, come ha ben potuto dimostrare. Inutile ripetersi. Resta oltremodo sorpresa dalla domanda che le viene rivolta per quanto riguarda il coprifronte che ha sul capo. Reputa che un ragazzino dovrebbe saperne ben più di lei che è stata congelata per dieci anni. Ma se stesse sorte sia toccata a lui? Anche questo, non può saperlo con assoluta certezza. <I ninja son diventati antichi, obsoleti o che dir si voglia. Non esistono come un tempo, siamo rimasti in pochi ad ostentare l’onere e l’onore d’indossare un capo del genere.> Ammette con franchezza, stringendosi nelle spalle nuovamente, come se quanto proferito fosse per lei ormai passato, come se nulla potesse farle male quando in realtà ogni parola risulta tramutarsi in un piccolo ago che la perfora. <Uhm, certo. Dove ti stavi recando?> Chiede, gentile. [ Chakra ON ]ma che bella coppia di giovincelli, si fa per dire Furaya, che sosta e chiacchiera, o quanto meno inizia, dinanzi a quella che parrebbe essere una bottega. La rosata ha adocchiato qualche cosa di interessante, essendo lei una ex artista, colei che ha tatuato Yukio, mica una pecorella smarrita. Un briciolo di fama l'e` dovuto, e non solo in quanto ex kage della foglia. Peccato che in pochi se ne ricordino. Ma siamo qui per rompere le uova nel paniere no? Giusto perche` le cose si stavano facendo noiose ultimamente... Karum propone alla rosata due passi e proprio in quel momento la porta di quella bottega con prezzi stratosferici si aprirebbe lentamente, mostrando un locale stranamente cupo. Non e` vero, se ci buttaste dentro un occhio potreste notare un locale pulito, ove della polvere non vi e` neanche l'ombra, molti scaffali riportano, come detto dalla Nara, utensili utili per artisti vari. Da mazzette e scalpelli per scultori, a fogli e matite per disegnatori e pittori. Un angolo poco piu` in fondo, unico accessibile all'ipotetico sguardo dei due, mostrerebbe delle casse e qualche strumento musicale. Anche i musicisti sono artisti, no? Ma potrete, forse, comprendere da voi che gli articoli non sono finiti li`. Bhe, la porta si e` aperta, da qui si palesera` la sagoma di un ragazzo alto 220 centimetri, ai lati la testa rasata, palesando un tatuaggio sul fianco sinistro, che passa sull'orecchio e raggiunge la tempia. I capelli biondi sono cosi` raccolti in una treccia lunga che gli ricadrebbe a meta` della schiena. <Oi. Se non volete entrare a comprare qualcosa, andate fuori dalle palle.> A voce alta, osservando i due prima di assottigliare lo sguardo. Il ragazzo che all'apparenza mostra venticinque anni, indossa un paio di pantaloni neri, larghi sulle cosce, stretti da un elastico interno a meta` stinco, ove finirebbero, mostrando un po` di pelle. Ai piedi indossa un paio di pantofole nere e bianche, motivo a scacchi, mentre il busto sarebbe coperto da una camicia bianca a mezze maniche. <Mi spaventate la clientela.> [Intervento random]
Ascolta con attenzione le parole della donna, rimanendo in silenzio per qualche altro secondo rispondendole con tono pacato e gentile, come suo solito <Piacere di fare la sua conoscenza, Pakkurida> non fa nessuna domanda riguardo al suo nome o per meglio dire al suo soprannome, perché poco ci crede che quello sia il vero nome della fu Hokage, che non riconosce visto il tempo passato. Alcuni cittadini passano accanto a loro e per un attimo si distrae, continuando poco dopo a parlare con FURAYA <Davvero? Io ancora non so ho le capacità di mio padre o di mia madre o forse nessuno dei due> sorride. D'altro canto potrebbe non essere capace di poter usare nessuna abilità innata e quindi rimanere senza un clan per il resto della sua vita. Ecco che ancora rimangono davanti l'ingresso della bottega che si apre. Subito nota l'atteggiamento aggressivo del proprietario e solo dopo l'interno. Apre la bocca con fare incantato mentre gli occhi diventano quasi a cuoricino o a stelline, essendo felice di dare un'occhiata, anche se rapida, all'interno. Nota tutti gli attrezzi utilizzati da molti artisti: da mazzette e scalpelli per gli scultori agli strumenti musicali per i musicisti anche se maggiormente si sofferma sui fogli e matite per i disegnatori e pittori <Meravigliosooooooo> dice quasi urlando, facendo girare una vecchietta che lo guarda in maniera storta <Wei, nonnina. Sono affascinato di tutto ciò> le risponde mentre quest'ultima si allontana, borbottando <Le chiedo scusa per il disturbo> si rivolge al ragazzo di venticinque anni, con i pantaloni neri e larghi sulle cosce e la camicia bianca a mezze maniche, anche se la chicca sono le pantofole nere e bianche <La colpa è mia. Sono attratto da quelli> indica con un cenno della mano destra il reparto riguardo la pittura <ma con me non tengo nessun ryo e stavo dando un'occhiata alla vetrina> racconta dicendo poco dopo alla rosata <Stavo facendo due passi ma possiamo andare dove ti va. Non conosco molto bene questa zona del Villaggio, visto che non vengo spesso qui> ammette, grattandosi il mento alla fine, cedendo parola ai presenti. [Chakra off] Poco prima che possano effettivamente allontanarsi ed iniziare ad incamminarsi per chissà quale direzione, l’uomo che soggiorna all’interno del locale ha la brillante idea d’uscir fuori, fiero dei suoi due metri. Si gira quel che basta per poterlo adocchiare, il che comunque implica che vada piegando il capo all’insù per via dell’eccessiva differenza d’altezza tra i due. <Oh.> Le sfugge dalle labbra schiuse, sbattendo per un attimo le palpebre come se dovesse, con questo gesto, mettere a fuoco la figura che s’è messa loro davanti. Inarca persino un sopracciglio quando questi le fa notare che, a causa della loro presenza innanzi all’ingresso, i clienti potrebbero spaventarsi. Sta letteralmente loro dicendo che stanno bloccando i suoi affari sol soffermandosi innanzi alla sua vetrina. Schiarisce la voce, qualcosa lascia intuire che possa abbassarsi sulla stessa linea del “non sai con chi stai parlando”. Tuttavia, mantenendo un tono di voce mellifluo, petto in fuori e pancia in dentro, eccola iniziare a disquisire a tal proposito direttamente con l’energumeno biondo. <Temo che sia proprio lei a spaventare la clientela con modi rozzi e poco consoni ad un commerciante che è solito intrattenersi al pubblico.> Assottiglia appena le palpebre, così da focalizzar attentamente l’attenzione su di questi. Un piccolo sorriso s’accentua su quel pallido ovale che, un tempo, avrebbe mostrato soltanto risolutezza e un sorriso genuino, ben diverso da quello che or fa trasparire. <Seppur avessi avuto l’intenzione d’acquistar qualcosa, con quest’atteggiamento, m’è appena passata qualunque fantasia.> E sol dopo aver proferito quanto segue, si limita a girar i tacchi e a rotear di centottanta grandi, in maniera tale che possa affiancare nuovamente Karum. Gli rifila giusto un’occhiata di sottecchi, ben più pacata di come abbia potuto rispondere al commerciante poc’anzi. <Cosa stavamo dicendo?> Propone, giusto per riprendere il discorso e per uscire dalla sfera poco attrattiva venutasi a creare, sperando oltretutto che quel venticinquenne non se la prenda troppo a male, abbastanza da far agitare troppo le acque. Difatti, mai la guardia verrebbe totalmente abbassata neppur nel momento in cui si sta allontanando. [ Chakra ON ]La rosata risponde a tono, obbligando il nostro PNG a sgranare gli occhi, piegare entrambi i gomiti per accompagnare i pugni sul proprio fianco mentre il busto verrebbe abbassato, intento ad avvicinarsi allo sguardo della ex kage. <Come hai detto scusa. Io spaventerei i miei clienti?> Chinando il capo verso la propria destra, lasciando ricadere da quella direzione la treccia che si fermerebbe a giusto due o tre dita da terra. <Ma vedi te che presuntuosa scassa pa-> Lo sguardo slitterebbe repentino in direzione di Karum, questo parrebbe apprezzare il negozio e la merce del biondo. Subito drizzerebbe il busto e lascerebbe ricadere le braccia lungo i fianchi. Tono piu` calmo, mentre gli occhi studiano il ragazzino. Seguirebbe poi cosa lui li abbia indicato prima che un piccolo sorriso possa nascere sul suo volto. <Entra e guarda pure. Se proprio vuoi qualcosa, dillo e troviamo un compromesso.> Si volterebbe ora, osservando poi la rosata con la coda dell'occhio. <Se non hai i soldi, potrai comunque lavorare qui per ripagarmi il debito. Mi servirebbe una mano a pulire, mettere in ordine o... perche` no, rispettare i lavori dei clienti.> E detto questo, quasi si dimenticherebbe del semi litigio con la Nara, rientrando subito nel proprio negozietto. <Pensaci ragazzino.> E lo saluterebbe con un cenno della mano, che varrebbe pure per la rosata. Magari in quel negozio vi sara` qualcosa di interessante pure per lei? [Era un fato random, ma non mollato a meta`][buon divertimento bimbi]