Sango-Kan : old but gold
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Giocata dal 23/08/2021 19:21 al 24/08/2021 00:10 nella chat "Chiosco di Ramen "
Giunto con largo anticipo al chiosco sosta sullo sgabello, dietro quel bancone da poco aperto pregno di odori di ogni tipo, dai noodles alla carne, dalla verdura alle uova. Il famigerato chiosco Ichiraku, loco bazzicato da shinobi di ogni dove per assaporare il rame proveniente dalle cucine. Migliaia i pensieri capaci di affollare la geniale mente del Sumi, gli ultimi avvenimenti hanno trasformato inevitabilmente la vita, impregnandola di quel sentimento da tempo ripudiato, odiato ma adesso, dopo lungimiranti pensieri, svariate dosi di alcol, il destino ha fatto in modo di renderlo completo liberandolo da quell'unica catena autoimposta per la mera paura di provare un briciolo di sofferenza, di sentirsi chiuso in una bolla senza poter fare nulla più di quanto desidera. Mai errore è più grande, una libertà da sempre ottenuta, adesso la percepisce in modo esponenzialmente più elevato arrivando a comprendere la vera natura della dottrina del proprio clan, un insegnamento comprensibile solamente tramite l'esperienza, vivendo la vita senza escludere nulla di essa. L'incontro con l'Ishiba rasenta il simbolo di tutto ciò, deve affrontarla, affrontare i propri sbagli, carpire qualcosa di più dalla donna le cui parole per prime lo hanno indotto a dubitare di un'eterna sicurezza. Il vestiario del Konohano risulta atipico, strano ai più eppure originale nella sua bellezza effimera composto da un paio di blue jeans nel ricoprire gli inferiori arti, più smosso in zona polpaccio e caviglie e sandali shinobistici per finire la parte inferiore. Marrone cintura con fibbia dorata legata alla vita ed una camicia blu di lunghe maniche sul busto, bottoni inseriti nelle apposite fessure ma le ante della stessa risultano separate permettendo la mostra del fisico allenato del diciottenne. Polsini viola e bordi blu ed una giacca color del latte ricade su spalle, schiena e braccia i cui bordi inferiori risultano di un viola, esattamente come le sfumature sulle spalle. Albina chioma pettinata ma allo stesso tempo scomposta, lunga non oltre il collo. Portaoggetti legato alla cintola, fianco destro come parte selezionata trovando al suo interno fuda e inchiostri speciali, favoriti dal clan per portare avanti la suprema bellezza dell'arte ereditata al momento della nascita. Intento nel chiacchierare con il proprietario imparando i metodi migliori per portare avanti una cucina d'avanguardia <Dunque è così che cucini la carne mentre per le verdure cosa usi? Qualche giorno fa ho provato a cucinare uno stufato di alghe e mai come quel giorno ho ringraziato di non avere ospiti. I M M A N G I A B I L I> ad alta voce lasciando comprendere a pieno il discorso <Ah prima che arrivino clienti, un ramen di carne> portando avanti la propria ordinazione fin da subito, senza attendere l'arrivo della rossa. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Chissà se lo sa, chissà che non l'abbia già sentita in effetti, ma poco importa, di certo non prova paura eppure vi è una certa curiosità per quelle piccole tresche d'amore a cui s'affaccia per la prima volta. Nulla a che vedere con le proprie esperienze passate, niente sangue, guerre, possessioni, gelosie morbose. Avanza la rossa da quell'invito che le è stato fatto, un luogo pubblico? Meglio di niente, ma Ichiraku? Lo fulminerebbe con lo sguardo se potesse, meglio Oji-San del distretto di Otogakure. Ma non è li per la cena, ovvio potrebbe anche mangiare in effetti, ma per scovare una zazzera di capelli pallidi. Non che ci voglia molto sebbene coloro che hanno quel particolare colore di capelli si stiano moltiplicando come conigli. < di solito si attende una donna quando la si invita a cena fuori > chiosa senza problemi, avanzando verso lo stesso Kan di facile visione. La stessa Ishiba adesso indossa uno dei propri kimoni, sempre presenti sul corpo come un monito a ciò che nessuno pare voler portare più . Semplice seta lucente che scivola sul corpo formoso, di un blu intenso in contrasto coi capelli rosso sangue. La veste che scivola solo fino ai gomiti, di maniche corte e decorate in oro, così come quella lunghezza della gonna, poco sotto i glutei. La stoffa che stringe sotto i seni è dello stesso identico rosso dei capelli. Su misura, o almeno così par esser fatta. I capelli questa notte son stati acconciati in uno chinon alto, sorretto da bacchette di bellezza con diversi simboli incisi nel nero e dei piccoli oggetti che scendono verso il basso. Non sorride semplicemente perchè non ha nulla da ridere, ma lo sguardo altezzoso s'ammorbidisce al viso di Kan. Non porta trucco ovviamente, ma paiono che le ciglia siano più nere del solito..chissà che non stia divenendo anche lei una giovine donzella di quel nuovo mondo? < o almeno così dicono, non sono mai andata a cena con alcuno > invero i propri appuntamenti non erano proprio..canonici. Anzi, non che avesse il tempo di fare qualcosa del genere < prendo quello che prende il bianco > ordina anche lei verso Ichiraku stesso < grazie > un lieve cenno col capo, un mezzo inchino simbolico, nulla di più < dunque.. > lo osserva, il Sumi ovviamente < come va?> si dice questo in questi casi, no? L'arrivo di Sango è atteso ovviamente, la seduta, l'ordine, le chiacchiere con l'uomo non sono altro che un mero mezzo per passare il tempo aspettando il giungere della rossa. Bacchetta il bancone legnoso smuovendo le dita della mancina, colpetto dopo colpetto, un rumore di bassa entità, estremamente sottile, forse anche fastidioso con il povero cuoco costretto a sorbirsi le chiacchiere eppure la conversazione procede senza intoppo alcuno. Discorsi vari prima dell'udire un vociare conosciuto le cui tonalità permettendo alle labbra di ampliarsi appena in un tenue sorriso; capo rivolto nella direzione di tal voce, dorate alla ricerca del viso dell'Ishiba incastonandosi nelle altrui azzurre <Sto facendo esattamente quello, attendo una donna, in particolare un'amica> donandole nuovamente le spalle per rivolgere l'ennesimo sguardo all'uomo, silente attende il di lei prendere posto al proprio fianco. Non un posto privato o chiuso, dinanzi a tutti, tutti possono vedere, sentire, percepire ogni singolo discorso da loro effettuato eppure, per l'albino, esse sono solo futili problematiche prive di sostanza quanto di importanza. La geniale mente del Sumi ha di per se fin troppi problemi a cui pensare, da risolvere trovando una soluzione adatta, concentrarsi sulle inutilità della vita, attualmente, è solo un di più per impiegare tempo, risorse ed energie <No? Shiroyuki non ti ha mai invitata a cena fuori mentre vi conoscevate? Non hai mai cenato con un'amico prima?> una vita insidiosa l'altra, impensabile riuscire a carpire i segreti eppure in essa vede tante mancanze. Non ha vissuto nulla dell'esistenza fornita dai Kami, al contrario, si è resa partecipe di spiacevoli eventi con il potere di cambiare l'animo di qualunque essere umano esistente, compresi i più caparbi. Straniato e sorpreso nell'avanzare tali quesiti, riprende a bacchettare sul legno <Allora due ramen di carne, a me fallo doppio> pollice in su lasciando l'uomo libero di prendere l'ordinazione dando inizio alla preparazione <Come va...da una parte sto passando un periodo bellissimo, dall'altra, non so bene cosa provare> alzata veloce di spalle lanciandole un veloce sguardo <Tu invece? Hai deciso finalmente la data del matrimonio? Perchè vorrei venirci con qualcuno, sai, ricordo ancora di essere stato invitato> ridacchiando, chinando il capo, lievemente più spensierato ma lo sguardo è leggermente infossato, il sonno, il riposo, quasi del tutto assenti, non un vero dilemma ma sentiti, percepiti dal fisico. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] L'ascolta prendendo posto senza tante cerimonie, non ha nulla con se, ne armi ne altro, molto più comodo viaggiare leggeri se non con qualche fuuda sparso qua e la giusto per evenienza, ma nemmeno quelli son presenti, questa notte non si combatte. < ci siamo conosciuti durante la guerra di Otogakure > semplice e diretta, di certo nulla di poi troppo romantico, anzi, più una guerra di teste e cuori a dirla tutta < una volta son finita però a bere in una bettola di Kiri.. credo sia stata la notte più romantica passata > si, ma non col bianco, e soprattutto ad occhi altrui potrebbe non esserci nemmeno qualcosa di romantico in una cosa del genere. Ah come vede il mondo e se ne distacca quasi totalmente < niente amici , se non alleati > il primo amico potrebbe davvero considerarlo lui, dopotutto chiacchierano, sproloquiano e vanno a cena insieme, quello potrebbe davvero esser l'unico accettato perlomeno. Attende l'ordinazione prima si soffiare a voce bassa < meglio Oji-san di Oto > si, deve ovviamente dire qualcosa contro i mangiaramen, e konohani compresi, è la prassi da seguire ogni volta. Pone quella domanda lasciando semplicemente che sia lui adesso a prender parola, non lo interrompe e lo sguardo scivola ossesso verso il suo viso, per notare i segni e l'espressioni che lo dipingono. Lo sta evidentemente studiando come farebbe un genetista. < sakè per me > conclude dunque la sua ordinazione, non perchè non voglia risponder subito, ma cerca le parole adatte a poterlo fare insomma < mmh > sbuffa lievemente prima di continuare < devo parlamentare con il mio capo clan in primis, e poi con quello dei Seiun > affari prima di un matrimonio, bisogna portarli avanti e muover le proprie pedine, cominciare a tessere fili e ragnatele come un tempo < vorresti portarci Shizuka?> ovvio che sia lei, ma chiedere par esser anche cortese < l'ho incontrata l'altra notte > non specifica esattamente quando, lasciando che la notizia possa prima far breccia nella sua coscienza < credo di averla quasi fatta piangere > ammette candida, ma non v'è rimorso alcuno ne pentimento , nulla di tutto ciò , come se parlasse del sole e della luna, due argomenti belli ma possono ricadere anche sulla banalità. < pensavo t'avesse avvertito > chissà che non sia così? Attende dunque, probabile che il sakè arrivi prima del cibo versandosene un pò nella bassa tazzina in legno con calma ed eleganza, prima di portarla alle labbra per berne il dolce liquido ambrato che par esser l'unico da lei tollerato. Incomprensibili le conoscenze dell'epoca da parte dell'albino eppure non si pone troppi quesiti preferendo ascoltare il dire altrui in completo silenzio. Basito da ciò che ode, dal modo in cui ha conosciuto il suo futuro marito, decisamente atipico, non da tutti, allo stesso tempo non è un modo così astruso. In tempi di guerra, di conflitti, trovare un'anima affine con cui condividere momenti di estremo dolore nel blando tentativo di alleviarli <Durante la guerra...mh, non è così difficile dopotutto però, neanche dopo?> altre domande, altri quesiti posti all'attenzione della donna, incuriosito dall'apprendere il più possibile su quella parte dell'altrui passato. Sopracciglio destro sollevato, volto portato in quello di lei ora seduta al proprio fianco <Consideri bere in una bettola, romantico?> sbuffa goliardico con un leggero velo di ironia <Con chi eri? Sempre con Shiro?> altra sequela, continua imperterrito bacchettando il tavolo per pochi attimi prima di fermare il moto delle dita. Pensieroso, non distoglie lo sguardo dalla donna il cui breve racconto continua, con risposte concise, dirette, senza girarci intorno. Evita qualunque tipo di commento, ben consapevole di essere probabilmente l'unico amico della vita della donna, i discorsi spesso e volentieri han suscitato tale ipotesi, forse una convinzione maturata nel conoscerla meglio, apprendendo eventi oscuri del passato <Oji-san?> catturata l'attenzione da un nome del tutto nuovo <Chi è? Cos'è?> non cogliendo, momentaneamente, il riferimento al chiosco. Non nasconde i propri segni, le occhiaie visibili, un leggero viola al di sotto degli occhi fanno da contorno allo sguardo. Non è di suo interesse farlo, non importa di essere visto diverso, la bellezza insita nel suo viso non svanisce per della pochezza del genere <Giusto, me ne avevi parlato, è meglio se ti muovi, no?> labbra lievemente allargate, arcata dentale appena mostrata, il giusto per rendere convincente quel sorriso, divertito. Glissa sul sakè ordinato, non beve nulla tranne l'acqua. Annuisce alla domanda, ha scelto di portare la rospetta con se, avere una compagnia conosciuta oltre all'Ishiba, godersi una festa ma la situazione precipita inesorabilmente all'affermazione. Di tutto si può dire, qualunque cosa ma ella riesce nella difficoltosa impresa di toccare un punto delicato, ancora fresco risalente alla loro ultima conversazione in preda ai fumi dell'alcol <Si, mi ha avvertito la sera stessa del vostro incontro> tono vocale più basso <Ma non che avesse quasi pianto> l'intero corpo vien voltato nella direzione della donna, il sorriso viene meno <Cosa è successo?>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Beve tranquilla, piccoli sorsi senza mai staccare la mano dal bicchierino ma reggendolo tra le dita come un equilibrista < potrebbe esser migliore > oh non le andrebbe mai nulla bene che possa venire da li, infantile in quel comportamento < dopo sono rimasta dieci anni sotto terra dentro un cristallo > a esser una pila vivente per un falso dio , scosta lo sguardo sebbene egli possa scorgere una nota di divertimento < la sotto non che ci fossero molti con cui parlare > non era nemmeno cosciente, meglio in quel modo dopotutto. < non credo che sia la bettola, ne la prima guerra di Kiri ad esser state romantiche > ha perso quasi il conto a quante guerre ha combattuto, ma quella ahimè avrebbero dovuto vincerla, erano tanto vicini e solo dei neonati hanno potuto renderla un completo fallimento . Starebbe per portare la mano e il bicchiere di nuovo alle labbra, ma si ferma a quella domanda, si blocca letteralmente congelandosi sul posto..svariati i secondi a renderla silenziosa < no > la voce che par rompersi per un attimo < con qualcuno che non c'è più > non morto, non defunto, non c'è. E sceglie bene quelle parole da dire mentre una fitta al petto s'allarga , ma il viso non muta, rimane freddo, quasi impassibile non mostrando nulla che il proprio viso . Nessuna emozione a coglierla, solo un breve quanto intenso scintillio in fondo agli occhi. Cerca di riprendersi come può affogando in quell'alcool, butta giù tutto senza pensarci, e chissà perchè osa bere solo quello? Piccoli comportamenti e attenzioni che prima non aveva, ma che poi ha appreso passando tanto, troppo tempo ad inseguire un fantasma < un vecchietto che fa il miglior ramen che ci sia > si, lo ha detto, non le interessa molto sebbene si avveda a non farlo sentire troppo e a troppi, sia mai che il cuoco le sputi nel piatto ! Ne nota gli occhi infossati, i segni di un sonno mancato, ma non sarà lei a sollevar domande su quell'insonnia, domande e domande, chissà quante < muovermi?> solleva il sopracciglio < quando ci sono in campo clan e poteri bisogna agire con calma. Predisporre le pedine, usare le parole giuste e toccare i punti giusti > quel matrimonio sembra l'atto iniziale di una guerra in piena regola, e lei sta mettendo in campo la propria di esperienza < un passo falso e può scoppiare una nuova guerra > ah ecco, se non lo dice non è lei, no? E adesso affonda in lui con quelle parole, sa di stuzzicarne la curiosità e il desiderio di sapere, o almeno spera che sia così, ma la sua reazione non tradisce il proprio pensiero. Facile. < cosa ti ha detto?> chissà cosa ha raccontato la piccola Kokketsu < non penso che te lo direbbe mai. So essere molto crudele > non che se ne faccia un cruccio in effetti, consapevole della propria lingua di veleno , la stessa serpe non se ne è mai andata, morde ancora il seno, lo avvelena in quel che pare solo una facciata pulita e bella. Marcia dentro. < l'ho messa alle strette per farmi confessare quale sia il suo gioco > per lei lo è, un gioco, tre pedine, due da poterne muovere, una da attendere. < e tu fai parte della scacchiera > beve, perchè si, stasera si. Non conosce altri chioschi degni di rivaleggiare con quello di Ichiraku, varie sono le filiali da esso erette con il passare del tempo surclassando la concorrenza, imponendosi come unico ristoratore. L'altra non è dello stesso avviso, tal loco in lei suscita emozioni diverse dal pronostico iniziale effettuato dall'albino <E' un chiosco, non casa mia> in memoria dell'ottimo sakè servito ad ella quel famoso giorno nella propria dimora, consapevole di come quel tipo di alcolico posseduto sia speciale, pregno di gusto e con un senso tutto suo, oltrepassando i meri venduti dai commercianti <Dunque è stata una conoscenza veloce, ripresa a 10 anni di distanza. Incredibile come il destino sceglie di muoversi a volte> qualcosa in lui non va, non è lo stesso eppure neanch'egli può realmente dire cosa affligge l'animo e la mente. Non replica, limitando se stesso ad un mero sorriso di circostanza, notando lo sguardo di lei, il divenire impassibile, comprendendo del tasto dolente, forse anche della persona trattata da essa di cui non va a pronunziare alcun tipo di aggettivo, non riguarda la discussione, è un di più, qualcosa da mettere in disparte in favore di argomento la cui natura è decisamente più importante. Sorpresa è manifesta sul viso del genin, un affronto ad Ichiraku stesso <Sango, non sai quello che stai dicendo. Il miglior ramen lo trovi soltanto da Ichiraku, è tassativo, gli altri sono solo pallide imitazioni> alzando le spalle, mostrando l'ennesima sicurezza nelle proprie parole. E' così, non c'è altro da dire ne da fare, quel luogo risulta famoso in tutto il mondo ninja, nessun altro può competere con una forza di simile levatura. Il silenzio si frappone fra loro, il vociare della donna porta sul piatto parole già conosciute, predette dall'intelletto dell'albino nonostante la domanda fuorviante; niente è detto a caso, tutto ha un preciso scopo <In questo caso, la guerra può scoppiare comunque. La scelta migliore è affrontare la situazione di petto. Tu dagli Ishiba, lui dai Seiun e infine vi presentate insieme da entrambi organizzando un incontro per stipulare un'alleanza tra i clan e voi sarete il fiocco che terrà unita l'alleanza> semplice, concreto, fattibile eppure la situazione di sango gli è ancora oscura, non comprende la posizione vera e propria nel villaggio in virtù del passato criminale. Finalmente i punti vengon toccati, totalmente voltato percependo le viscere stringersi tra loro, un dolore affiora, nervoso, rabbia, desiderio di comprendere quanto avvenuto. Ode il verbo, tutto, dal primo quesito alla giustificazione ultima sul suo agire <Amore e dolore vanno di pari passo, no? Avevi ragione, se può farti piacere, avevi ragione su di me. Mi sto innamorando di lei> ammette chiaramente la propria posizione nei confronti di Shizuka <E so quanto tu possa essere crudele perchè so quanto posso esserlo io perciò, basta così. Shizuka non mi ha detto nulla però ho compreso, a grandi linee, la natura del vostro discorso. Lasciala in pace, non è un gioco, non più, non per me> attimi di pausa permettendole di elaborare quanto enunciato <Lei ha bisogno di serenità in questo momento>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] < si ma non va bene > ovvio che non le vada bene, che scenda da quel maledetto piedistallo ove si pone da sè! < veloce?> sposta lo sguardo verso di lui stranita < sai quanto è durata quella guerra?> dal suo inizio fino al suo apice? No, non parrebbe esser così, e magari potrà donargli lei stessa una visione più ampia di ciò che accadde, di come tutto si è evoluto, e lei con quella stessa. < il destino? I kami son crudeli, hanno saputo come giocare, chi mettere sulla mia strada per... farmi fallire > stringe piano quel bicchiere, come se il Seiun e la propria missione fossero collegate, e che l'insieme abbia fatto crollare tutto. Lei compresa, ovviamente. < oh Kan, non mi importa che sei mio amico, ma sei un mangiaramen, lo sappiamo > come a dirgli che la sua parola di certo non conta , lui è quello, un mangiaramen di prima categoria. Ascolta le sue parole, le sente e sorride con calma < sei giovane > si, lo è molto < e inesperto > anche quello lo è, ma non è un dispregiare il suo stesso essere nato molto dopo di lei, che ha quasi il doppio dei suoi anni a conti fatti, ma di quel suo dover imparare, crescere e comprendere < una guerra non scoppia solo perchè deve scoppiare > la voce che si fa più seria, bassa e concentrata, come il sensei che fu un tempo < siamo noi a farle, a crearle. > si, son solo gli shinobi a poterlo davvero fare , con i loro obiettivi, desideri, e far crollare un mondo intero nell'oblio < pensi che la guerra di Oto sia scoppiata così, a caso?> lo mette davanti quell'indubbia verità < siamo stati noi a sceglierla , a muover le pedine prima all'oscuro da tutti. E pian piano ci siamo mossi, ognuno coi propri obiettivi, ideali per prenderci ciò che volevamo > quella è l'unica verità che conosce, sono loro a creare e volere quelle guerre, per i loro egoistici obiettivi. Che sia giusto o sbagliato non potranno essere che i soli partecipanti a decretarlo. < non ho la forza di impormi come tempo fa. E ho diviso io il mio clan per portarlo in una guerra non sua > non direttamente almeno < i Seiun sono un clan oscuro per me > nonostante abbia incontrati diversi membri non sa davvero come si muovano la dentro < potranno essere importanti per il futuro > sempre pensare al dopo, che le serviranno quei clan in un modo o nell'altro. Come e quando ancora non saprà dirlo. Lo vede che è voltato verso di se, ma non farà la stessa cosa, rimane nel proprio fare con tutta la sua calma < lo avevo detto > ah come affondare il coltello nella piaga di un cuore che duole, potrebbe sentirne quasi il sangue scivolare e le riviene dentro il desiderio smodato di far di più, di sentire quell'odio e quella rabbia nell altro, ma trattiene a stento le proprie parole < non lo è ?> scettica < beh è stata lasciata sola, e per questo non vuole che tu te ne vada, sforzandosi di volersi innamorare di te > quello che ha compreso è quello tirando le somme di quella conversazione di qualche notte prima < non ha cercato la solitudine, le è stata imposta > semplice e crudele in ciò che dice < serenità? Quella la vorrei aver avuta anche io, ma non ho avuto il lusso di crescere viziata > si lo è < in un posto del genere. Questo nuovo mondo non vi ha preparati a nulla se non al distruggervi a vicenda per schermaglie di come lo chiamate voi, amore > molto crudele. E per lei è quello il modo di proteggerlo, facendogli provare l'opposto, l'odio viscerale , che possa nutrirsene per elevarsi a qualcosa di più di un genin. <Quanto sei difficile a volte> sbuffa sonoramente aria dalle labbra liberando ossigeno nei dintorni, quasi seccato dal comportamento altrui seppur, in fondo, si dimostri divertito dal continuo lagnare, un divertimento momentaneo, interrotto dalla serietà della guerra, dalle conseguenze di essa, dall'estenuante durata <Sai, dobbiamo lavorare ancora sul concetto di ironia noi due, è compreso nella lezione sul divertimento. Ero ironico> specifica dettagli di gran banalità, non per lei a quanto pare, troppo sulle sue, troppo presa per poter concepire l'ironia in qualcosa come la guerra. La base del divertimento risiede in esso, distruggere gli stereotipi in favore della risata, qualsiasi cosa fa ridere, qualunque atto può suscitare ilarità se dettato al momento giusto nel giusto contesto <I Kami sono sadici, si divertono così e noi ne siamo una prova eppure, a volte, riesco a vedere i loro piani chiaramente come ora vedo te. Non sono infallibili> consapevole di quanto fallimentari possano essere, scontati e banali a volte da poter agire in modo esattamente opposto al loro volere cambiando le carte in tavole, giocando a proprio favore creando un destino totalmente contrario da quello pensato <Mangiaramen?> dorate aperte, pupille piccole, preso alla sprovvista. Guarda intorno a se, guarda lei, persino il cuoco ottiene l'attenzione <Cosa diamine significa? Tu il ramen non lo mangi?> non comprende l'intrinseco significato offensivo della parola, troppo giovane per esser messo al corrente di simili sciocchezze e due anni di come non aiutano nel ricordare un vecchio passato. Nuovamente silenzio, tace, le guerra tra clan è alle porte eppure una lezione viene fuori su come esse nascano, si diffondano nel mondo non trovando, però, accordo con essa, la visione è diversa sotto vari aspetti <Le guerre sono scatenate, questo è certo ma alcune di esse sono inevitabili, indipendenti dalla volontà dell'uomo e non si tratta di inesperienza o giovinezza, è un dato di fatto. La guerra per quanto crudele sia, giunge quando qualcosa va risanato per permettere alla pace di prosperare> possiede una suo logica dopotutto, forse contorta, forse distorta ma essa esiste <Se invece tutti fossero come me, l'unica guerra esistente è quella per la ballerina all'Ochaya> non esiste altro vero motivo per cui combattere, entrare in conflitto con estranei e nemici seppur stiano parlando di qualcosa di un certo peso <Sango, la forza non è soltanto fisica, bastano le parole ad imporsi su qualcuno. Se davvero siamo simili, hai la forza necessaria già ora, cosa ti sta frenando veramente?> non può esimersi dal portare all'attenzione un quesito di tal tipo. Non racconta tutto quanto come dovrebbe essere, nasconde informazioni ma esse divengono nulla se messe a confronto con il delirio nella mente del Sumi, nell'animo; seppur ascolti la donna trovando nel verbo di lei qualcosa di giusta, concordare è pressochè impossibile <Lei non vuole innamorarsi di me, non hai capito nulla. Lei ha paura, non si sente voluta, ha bassa autostima di se e quello che lei sta cercando è sicurezza> ha compreso i sentimenti della Kokketsu, li ha fatti suoi fino all'ultimo <Non affrontiamo nuovamente quel discorso, puoi essere serena anche adesso, sai già perchè non ci riesci e non voglio ripetermi> e la stoccata finale, un attacco diretto al Sumi, al suo essere debole secondo la filosofia della rossa. Leggera la risata scaturita, bassa evitando di attirare l'attenzione degli svariati passanti <L'amore è ciò che fa girare il mondo, me lo hai detto tu perciò non farmi la predica quando sei la prima che muore dietro a...un kami se non erro? Si, dovrei ricordare bene> rimembra il giorno all'ospedale, la conversazione avvenuta <Inoltre, la mia arte non è nata per combattere, perciò non mi sento in difetto, al contrario, l'ho compresa maggiormente dopo gli ultimi avvenimenti ma siccome sono io, so usarla anche per altri scopi> la crudeltà non scalfisce qualcuno capace della medesima, perfettamente in grado di affrontarla, tenerle testa. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Potrebbe far la linguaccia, ma non sarebbe da lei, infatti solo un mezzo sorriso malizioso impregna le morbide gemelle < eri ironico?> no, non ha ovviamente afferrato, è come far vedere a lei che ha sempre visto un mondo differente comportarsi nel proprio opposto, di certo non lo ha nelle vene, e probabilmente non potrà cambiare . Stringe le labbra rendendoli sottili, si sta agitando, o meglio, rilassando, con quel sakè che beve con ritmo in attesa della cena < i kami sanno come e quando colpire , e sanno quanto possa fare male> nel momento più debole, rendendo una cosa orrida bella, ma nascondendo il marcio che vi è dietro. < mangiaramen > si, lo ripete < voi mangiate solo questo > quel detto vecchio di dieci anni ancora riaffiora alle proprie labbra, e fortuna che non è di Kusa, o avrebbe detto anche di peggio. Ovviamente senza parolacce, sia mai. Ascolta quel dire, ma si ritrova solo a sospirare < non hai combattuto le mie guerre > no, quelle son tutte degli uomini < le ho vissute, le ho combattute. E ho voluto farlo perchè dietro c'erano uomini, non kami a combatterle per me , o a provocarle per me. L'uomo è un essere egoista > lei stessa par portare alta quella bandiera d'orrori, consapevole d'esserlo < la pace non è che uno spazio breve tra una guerra e l'altra. Il tempo di poter esser un attimo felice prima che tutto finisca, e che ti rimanga solo dolore > non si sofferma ovviamente sulla ballerina in questione, decisamente non incline allo scherzo in quell'esatto momento < la forza sta nel tessere, portare a te alleati, costruire alleanze. Scoprire ove risiede il potere e dove la debolezza. > piccoli passi da dover fare, con estrema calma < ho fatto errori in passato di questo genere, non li rifarò più > troppi errori che in un altro momento non avrebbe fatto , se avesse solo avuto l'esperienza del dopo, tutto sarebbe forse andato in modo diverso, almeno per lei < per agire di petto, come dici tu . Ma il mio sensei mi ha insegnato cosa significa davvero voler raggiungere e prendere un obiettivo > la sorte quanto è strana? Un insegnamento da colui che ha fallito più e più volte, ma da li nasce l'esperienza massima < non puoi andare di petto , non puoi non pianificare, non puoi perdere tutto per un singolo momento > concentrata, tesa, con gli occhi posti in avanti al futuro di una nuova guerra, e sa che arriverà, prima o poi scoppierà li dentro. E non si potrà trovare da sola ad affrontarla ovviamente < il perdere di nuovo il poco che ho, questo mi frena, e nel tempo credo d'esser diventata un pò come lui > non dice chi, ma che importanza ha < più saggia > senza infervorarsi come un tempo, provando a trattenere il fuoco e la violenza, il desiderio che vorrebbe prender possesso delle proprie mani stanche < e ti piace chi non ha spina dorsale? Chi ha paura? > kunoichi temprata e poco incline a quegli argomenti, per lei non valgono poi davvero molto, sebbene provi e abbia provato amore, ma in un altro differente modo, ma quel senso di vergogna non le appartiene, nemmeno quella debolezza che la priverebbe del proprio ego e del proprio fuoco, tanto meno la paura stessa se non quella di rivivere il passato. Unica paura che la lacera e un dolore che diviene uno strascico perfetto da portarsi dietro < l'amore nasce dall'odio e dalla violenza, e l'amore muore nell'odio e nella violenza > una frase che porta con se, viva e vegeta nel petto < si, è morirei ancora per lui rinunciando a tutto. Lasciando tutti indietro > anche lui, anche Shiroyuki, Ame, chissenefrega di quelle cose, li avrebbe lasciati bruciare vivi < tutto per una , singola, persona > una < ma non c'è più > non è più in quel mondo. < l'arte è feroce anche quando non è nata per combattere > lei stessa lo sa < la bellezza è anche nell'uccidere > Destrorsa poggiata sulla fronte, strofina lento l'epidermide, incredulo, impossibile da concepire una tale assenza di ironia nella donna, la lezione da svolgere risulta ardua, lunga, tediosa <Si> mera quanto semplice la risposta fornita preferendo glissare su quel punto, favorendo il successivo la cui importanza è decisamente più elevata, inclina all'intelletto geniale del Sumi <I Kami lo sanno ma quando riesci a prevedere le loro mosse, inizi a divertirti> sorriso ampliato, pupille allargate, iridi illuminate al sol pensiero di esser in grado di sfidare la potenza e la lungimiranza di un Kami <Non è vero, non mangiamo solo ramen. Ma chi diamine te lo ha detto?> esterrefatto dalla novità, mai udita prima di tal momento nonostante la vecchiaia di un detto oramai morente, presente solamente tra gli antichi shinobi del passato oramai morente. <L'uomo è un'essere ipocrita più che egoista e noi due ne siamo l'esempio perfetto. Agiamo per ipocrisia, l'egoismo è una conseguenza, non prendiamoci in giro> logico, l'intelletto viene smosso in quella sera, a fatica riesce nel suo intento. Stanco, provato fisicamente, mentalmente, necessita di un riposo lungo e duraturo, forse impossibile da ottenere in tal periodo <Il tuo pessimismo mi sconvolge ogni volta. E' proprio difficile lasciarti il passato alle spalle ma no, la pace non è uno spazio breve, la pace siamo noi. Se noi siamo rilassati, lo saremo sempre ma è un concetto che ancora non puoi capire fin quando non ti lascerai tutto alle spalle> consapevole di parlare al vento, di non poterla toccare davvero se non nel momento di liberazione dell'altrui animo. Lento il moto sollevando l'essenza dallo sgabello, riporta le suole sul terreno avvicinando se stesso all'Ishiba, nessun tocco portato a termine, solo il volto, alle di lei spalle, riposto, senza toccare, tra collo e spalla <La forza risiede nel comprendere chi si ha davanti riuscendo a sfruttare forze e debolezze a proprio favore. Questo vale per qualunque cosa, non solo verso i nemici> allontanando il capo da ella, lasciandole lo spazio vitale totalmente intatto. Il discorso prosegue, le vedute, seppur simili, ritrovano pensieri diversi, modi di pensare simili ma non uguali, forse è questo che porta la differenza tra loro <Agire di petto non vuol dire agire da incoscienti Sango. Pensa, pianifica ma fallo, ogni azione deve mostrare in se sicurezza, questo vuol dire agire di petto, no farsi prendere dall'emotività. Non siamo ragazzini> l'età risulta un singolo numero su un documento, la mente è ben al di là, più avanti, più accorta, cresciuta decisamente in fretta rispetto al resto del corpo. Sta per ribattere, è in procinto di farlo ma ella stessa fornisce una risposta soddisfacente al quesito. Shizuka priva di spina dorsale? Ha paura? Palese come non conosca la ragazzina, come non riesca a vedere oltre, perdendosi nella superficialità in cui egli stesso si è incastrato. Sempre vicino ma alle spalle, avvicina il volto nuovamente <Anche tu hai paura e me lo dimostri ogni volta eppure mi piaci comunque> sorridendole bonariamente, appena accennato <Shizuka è più forte di quanto credi, ho visto quella forza e la sfrutta tutti i giorni per uscire a testa alta da casa> ... <Lei possiede la nostra stessa paura, paura di perdere quel poco che abbiamo, paura di perdere le nostre certezze. Sotto questo aspetto siamo simili ma tu non riesci a capirlo, non riesci a vederla> non come la vede lui, un modo diverso dal normale, tutto suo, personale, privato e intimo. Sospira, infine <Io non l'ho mai odiata, quell'amore è nato perchè è stata la prima ad avere il coraggio e la forza di sbattermi in faccia qualcosa che avevo perso e proprio per questo, ucciderei per lei> disposto a tutto pur di tenerla al sicuro, rendere la vita di lei perfetta sotto ogni aspetto <Smettila di darle fastidio Sango, te lo chiedo come amico e prova a vederla con i miei occhi. Se vuoi che faccia lo stesso con Shiroyuki, guardala come la guardo io> concludendo, per quanto gli riguarda, il discorso della Kokketsu <La mia arte è bellezza ed è feroce quando serve, tutto qui e un giorno la vedrai in azione> ponendosi di lato, al fianco sinistro, esibendo un sorriso più ampliato rispetto a pochi momenti prima. <I ramen sono arrivati, perciò che ne dici di mangiare e mettere da parte tutto quanto? Anche perchè a breve devo incontrarmi con la nanetta, mh? Dai, finiamo sempre per parlare di cose noiose ma questa sera no, parliamo di come gestirti il matrimonio, ho intenzione di divertirmi quel giorno> ultime parole facendo nuovamente il giro, portandosi al bancone, seduto con la ciotola di ramen davanti a se pronta per essere gustata a pieno dopo una lunga chiacchierata. [END] < kan, sembrano frasi estratte da un libro > diretta e impertinente, al solito quel fuoco non accenna a spegnersi, sebbene rimanga contenuto, stretto sotto chiave, le catene tutte poste in modo da non eccedere oltre < non parlare di cose che non sai con me > sibila freddamente < non parlare di guerra, pace e sangue quando non hai nemmeno combattuto. Non osare parlare d'innanzi a me cosa significa essere uno Shinobi. > li ne va del proprio orgoglio, del proprio onore? No, quello lo ha gettato anni or sono nel gestino della carta straccia ma le rimane quella verve di superiorità < sono egoista. Se vuoi esser un ipocrita fa pure. Ma non dirmi ciò che sono > lo sguardo che richiede un avvertimento, qualcosa che lui non deve passare e si, ha ucciso e provato ad uccidere per molto, molto meno < ho ucciso per me, solo per me. Ho distrutto e volevo vedere Kusa cadere, e se ci fossi riuscita nessuno dei Kokketsu sarebbe ora vivo, figli di quell'ignobile essere che li ha creati > se avesse solo chiesto quel favore ad Hanae, avrebbe sterminato tutti < ma i kami sono insidiosi. E per amore non ho fatto ciò che andava fatto. > crudele e spietata, questo il bianco non è mai riuscito a vedere. Quella vena di sangue e di odio che si insinua nelle vene, ma non aggredisce, non combatte, pone solo se stessa più in alto. Orgogliosa e infame senza dubbio . < la pace siamo noi, che belle parole > lo sfotte? Si lo sfotte < noi siamo la guerra, l'arma. Con o senza chakra. Perchè siamo egoisti, vogliamo il potere, vogliamo prenderci quello che più vogliamo, e io ne faccio parte > non si distacca ovviamente, terribile in quel senso, per molti si, ma per Ame sarebbe stata solo la liberazione totale. Il corpo che si tende, quasi fosse pronta a colpirlo, a combattere a quella vicinanza < un giorno comprenderai che il mondo non è fatto di farfalle > gioca con la propria innata adesso in quelle parole che escono calme e fredde, il calore che par essersi congelato , nella pericolosità del proprio sguardo ad intimargli di mantenere la distanza in quello stesso momento < e forse vivrai almeno una guerra nella tua vita. E li dovrai scegliere, se essere burattino od esser comandato. E se arriverai tardi..morirai > semplice e conciso il proprio discorso, di anni vissuti a lottare e combattere prima per altri e infine solo ed unicamente per se stessa. Scegliendo di fatti una strada impervia nella solitudine, ricalcando i passi del Rikudo Sannin. < come osi anche solo parlarmi in questo modo > l'Ishiba austera che sibila a lui, eppur il tono rimane basso per non attirar l'attenzione < non dirmi cosa e come farlo > non a lei . Si scosta lei stessa da qualsiasi eventuale tocco, ma il corpo par fermo, calmo, solo lo sguardo lampeggia impetuoso . L'età conta, quando essa specialmente non viene accompagnata da alcuna esperienza, e solo quella l'ha formata per il mostro che è adesso, che si mostra senza tirarsene indietro < se non hai paura sei uno stolto > ovvio che tutti ne abbiano, a loro modo, nei loro piccoli mondi la provano, e per lei sarebbe solo lasciar andare quel piccolo microscopico mondo che s'è trascinata dal passato. < non mi importa chi scegli Kan > lo dirà solo alla fine di quel lungo discorso < mi importa che prima scegli te stesso. Importa che prima tu sia pronto ad ucciderla un giorno. O che sia lei ad ucciderti, perchè accadrà, prima o poi. > lei sarebbe pronta ad ucciderli, si, ne avrebbe anche sofferto interiormente ma sarebbe andata avanti a pezzi sempre più piccoli. Avrebbe ucciso anche Akendo? Sarebbe stata pronta, e avrebbe scelto di farsi uccidere da lui alla fine. < uccidere per lei, è facile uccidere. ad un certo punto non senti più nulla > diviene naturale, come respirare aria pura, camminare < non ti ho mai chiesto di vedere Shiroyuki se non con i tuoi occhi > altrimenti avrebbe tessuto parole differenti per il Seiun < i miei occhi, meglio di no> si solleva da quello sgabello perfettamente stabile nei propri sandali ninja < è la tua vita, son le tue scelte. Posso solo insegnarti con la mia esperienze e non con la tua arroganza > lo tratta adesso come un ragazzino, spazientita da tutte quelle parole , arrogante anche lei senza dubbio ma se ne sente forte delle proprie parole, convinzioni, vissuti, passi fatti insieme a chissà quanti altri solo per poter imparare, solo per non esser più l'ingenua ragazza che si contorceva nel mero dolore senza muovere un dito. Quel dolore adesso è il proprio andare avanti, lo esige e se ne nutre, così come si nutre di altri, di speranze, di amori, solo per sentire un brivido in più < ti farò avere l'invito > un ultimo singolo dire, per voltare le spalle e uscire da quella terra. Richiamerà il chakra volando, ma non per andare ad Ame.. bensì a Kusa. Questa notte avrebbe ricordato di nuovo e davvero. Questa notte il piccolo Kan è riuscito a far riemergere la Sango della guerra e dell'odio, del richiamo del sangue e della vendetta che mai è stata davvero consumata a dovere. [end]