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Una visita tanto attesa

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con Sango, Kan

14:17 Sango:
 Casa dolce casa, non v'è nessun posto migliore dove godersi davvero una giornata in solitudine, e in relax, almeno questo era il piano della rossa Ishiba, il quale per quel caldissimo giorno di Agosto si ritrova rintanata nel proprio appartamento, o meglio, la propria casa. Essa si ritrova al confine con l'inizio del clan Ishiba, non avendo difatti però alcuna protezione da esso ma solo una simbolica e voluta vicinanza. Avrebbe potuto prender qualcosa al suo interno ma ancora non pare pronta per rincontrare l'attuale capo clan, non dopo gli ultimi avvenimenti di qualche mese prima. A differenza di quelle moderne che potranno vedersi sia nei grattacieli innalzati lungo le vie principali del settore di Ame, la propria ha ancora un profondo gusto per l'antico, il vecchio. Difatti si tratta di una dimora in legno, abbastanza bassa per gli standard moderni, creata al centro d'un giardino non troppo grande . Il legno risulta molto scuro, i tetti spioventi violacei in modo che la pioggia possa finire altrove e non infiltrarsi tra le spesse assi di legno. L'ingresso sorge al centro della parte sud della casa, quella più vicina alla strada - creata in porte scorrevoli in legno , lo stesso legno che circonda completamente il perimetro della stessa creando quella sorta di via in cui ci si può muovere per spostarsi più velocemente da un posto ad un altro. Un luogo calmo, sereno, l'acqua che si sente arrivare da un posto non ben specificato, e la natura che si ritrova rigogliosa e ben curata - non dalle proprie mani, per quanto la ami non ha mai avuto un pollice verde. Tutto tace nel pomeriggio torrido, e proprio sul lato destro della casa, appena visibile dall'ingresso, si potrà sentire qualcosa, come una canzone canticchiata a voce normale pur di non disturbar alcuno. Quella parte della casa che è stata lasciata volutamente aperta, ove la rossa si ritrova seduta su un comodo cuscino che guarda al di fuori della stessa per ritrovarsi a pochi metri dalla natura. Indossa una semplice vestaglia bianca, leggera e quasi trasparente, che scivola morbida sulle spalle fino ai gomiti, poi fino alle caviglie.. e le mani che prendono a spazzolar ancora i lunghi capelli rossi, per intrecciarli in quella morbida treccia che lascia cadere sulla spalla sinistra. Una normalissima giornata, in dei panni che in davvero pochi han potuto aver modo di vederla. Completamente serena, calma, a proprio agio, senza alcuna luce negli occhi se non quella del relax totale.. e di certo non aspetta nessuno.

14:25 Kan:
 Quando una notte è definibile la migliore? Dal punto di vista del Sumi, in questo preciso istante della vita, è l'esser riuscito a passarla con la Kokketsu. Incredibile il modo in cui il destino porta nuove visioni, differenti modi di pensare. Chiunque crede all'anomalo concetto del piacere carnale come nottata perfetta eppure l'albino stesso ha dimostrato esattamente l'opposto, lui, tanto propenso al piacere terreno, per la prima volta nella propria esistenza, è riuscito nell'intento di privazione di ciò favorendo la semplice compagnia. Risvegliarsi, vederla come primo volto al mattino è impagabile e forse è proprio tale evento a spingerlo nel portare se stesso verso la dimora dell'Ishiba, comprendere effettivamente le sue parole, crearsi un'idea al quanto diversa dalla precedente. Conscio della locazione di tal dimora, il passo è movimentato, deciso nel portarsi il prima possibile in tal loco, per via del caldo a tratti e per via della complicata situazione creatasi. Mai ha messo piede nel quartiere di un diverso clan, neanche ha mai pensato di avvicinarsi, affari troppo privati per scatenare il vero interesse; codesto momento rappresenta l'eccezione alla regola e ben preso le dorate vengon posate sull'obiettivo prefissato, una casa totalmente in legno, vecchio stampo all'interno di un giardino, ampio, spazioso, niente a che vedere con l'abitazione modesta in proprio possesso, ognuno il suo. Avanza per il suddetto giardino, inferiori arti smossi dalla posizione accorciando momento dopo momento le distanze, dorate alla ricerca dell'entrata o dell'Ishiba stessa la quale viene è avvistata, seduta, a suo agio in vesti del tutto inedite scatenando un leggero ampliamento delle labbra <E' permesso?> voce lievemente innalzata permettendole di esser udito senza intoppi continuando l'avvicinamento verso il lato aperto della casetta. Il vestiario del Konohano risulta atipico, strano ai più eppure originale nella sua bellezza effimera composto da un paio di blue jeans nel ricoprire gli inferiori arti, più smosso in zona polpaccio e caviglie e sandali shinobistici per finire la parte inferiore. Marrone cintura con fibbia dorata legata alla vita ed una camicia blu di lunghe maniche sul busto, bottoni inseriti nelle apposite fessure ma le ante della stessa risultano separate permettendo la mostra del fisico allenato del diciottenne. Polsini viola e bordi blu ed una giacca color del latte ricade su spalle, schiena e braccia i cui bordi inferiori risultano di un viola, esattamente come le sfumature sulle spalle. Albina chioma pettinata ma allo stesso tempo scomposta, lunga non oltre il collo. Portaoggetti legato alla cintola, fianco destro come parte selezionata trovando al suo interno fuda e inchiostri speciali, favoriti dal clan per portare avanti la suprema bellezza dell'arte ereditata al momento della nascita. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

14:34 Sango:
 ode dei passi poco lontani eppur non vi farà ancora caso, potrebbe esser chiunque li di passaggio da un abitazione all'altra, non troppo raro da vedersi per dei ninja. Le dita sottili che intrecciano abilmente il crine rosso, ne risulta dunque una treccia ben fatta eppure allo stesso tempo non troppo perfetta. Alcuni ciuffi sfuggono alla presa delle mani in favore della propria libertà, così come quelli intorno al viso, delicate piccole onde che si adagiano sulla pelle pallida e pulita, priva di alcuna costrizione, di alcun sentimento nocivo, e anche di qualsiasi trucco che possano aver inventato. < mh?> lo stesso passo ormai sempre più vicino, calmo nel suo protrarsi attraverso il legno donando delle lievi vibrazioni al di sotto. Ancor qualche secondo prima di veder giungere a lei una chioma bianca familiare, un paio di occhi dorati ed intensi, e una voce che cerca di poter avanzare < sei venuto finalmente > si, lo stava aspettando alla fine. E per come l'altro s'era presentato nelle proprie vestigia personali da casa, anche lei non fa timore alcuno della propria attuale presenza. Meno rigida, più morbida, come un gatto rilassato sotto un albero . Il sorriso s'amplia, incredibile come possa ritener quel giovane quasi un amico ai propri occhi, sebbene quel termine ancor sfugga di reale peso, non ha avuto ne modo ne tempo di approfondir i propri attuali sentimenti < ma cosa porta dunque un konohano nelle vaste lande di acqua di Ame?> un modo più poetico di chieder cosa stia facendo li, perchè sia venuto, e l'azzurro sguardo che si impregnerebbe del suo viso, delle sue singole emozioni, per cercar di decifrarne quanto più possibile. Inutile, ancor non vede nulla. < siediti > un suggerimento verso un altro cuscino lasciato li per terra , in quella che par essere un anticamera prima di entrare effettivamente all'interno della casa < mi fa piacere vederti > sincera nel dirlo, aver quel genere di compagnia non le spiace proprio, dopotutto è quella di un essere tanto vicino a lei, e la sua vita stranamente pare esserle interessante. Come un gioiello luccicante messo nelle mani di una bambina, ecco cos'è divenuto il piccolo Sumi ai propri occhi, ma lungi da lei confessarlo a cuor leggere pur di non donar alcuna soddisfazione. Sospira cauta senza interromper ulteriormente il silenzio, sarà lui a decider quando e se parlare, lei lo avrebbe ascoltato.

14:51 Kan:
 La dimora risulta ancora al centro dell'attenzione, non avendo mai vissuto in ambienti ricchi, tutto ciò risulta al quanto strano, privo di logica, di un'innaturale bellezza priva di eguali. Pur non essendo a conoscenza della situazione altrui, il pensiero verte in quell'unica direzione. Inferiorità? Per nulla, sentimenti del genere non trovano posto nel ristretto pantheon dell'anima, quanto più un'infantile curiosità verso qualcosa di estremamente nuovo. L'attesa del verbo della rossa è passata in tal modo, sprofondando nel silenzio più totale, favorendo il suono della piccola porzione di natura li presente; astruso il pensiero fatto, desideroso di possedere egli stesso quel circondario dinanzi a se dove poter espandere la propria arte privandosi dei soliti problemi dell'inchiostro, non dovendo far attenzione, impedendo alla casa di sporcarsi e a se stesso di pulire in modo continuo. Alla fin fine le dorate si incastonano nelle azzurre, sorriso ricambiato ed il proprio leggermente più ampio annuendo solamente al retorico commento dalle ella portato avanti. A sua volta può considerare il rapporto con l'Ishiba un'amicizia la cui natura è ignota in gran parte; nonostante il torbido passato, esso non possiede il minimo peso sul giudizio del Sumi, poco interessato a vicissitudini le cui conseguenze non lo toccano mai direttamente <L'invito di una rossa avvenente basta come motivazione?> cambiare da un giorno all'altro risulta oggettivamente impossibile, il carattere permane lo stesso, inevitabilmente è l'istinto colui a guidare il verbo in uscita, l'abitudine nell'adottare determinati comportamenti seppur non sempre il doppio fine sia presente, come in quasi ogni conversazione dell'albino. Continuato il passo portando la propria essenza al cuscino indicato dove, con leggera flessione degli arti inferiori, abbassa il busto adagiandosi su di esso, gambe incrociate non distogliendo lo sguardo dal viso altrui <Conoscere veramente chi sei, conoscerti meglio, più di quanto tu abbia detto o mostrato fino ad ora> il vero motivo giunge in via inevitabile, forse palese quanto scontato ma la visita è questa <E vedere un'amica> sol ora le dorate vengon scostate al panorama dinanzi a se cominciando nel godere della compagnia dell'Ishiba, arti superiori allungati dietro se stesso, mani poggiate sul legno e su esse il peso dell'intero busto trovando in tal posizione una sincera comodità <E' molto tranquillo qui, mi piace> estremamente diverso dallo stile di vita del Sumi sul lato casalingo, fin troppo minimalista rispetto alla villa <Anche a me fa piacere> arcata dentale leggermente mostrata mantenendo alto il sorriso, accentuandolo nei momenti propizi, riducendolo quando risulta necessario. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:03 Sango:
 Ode il suo dire, senza interromperlo, che siano le sue parole adesso a fluire e immergersi nella piccola natura che li circonda, nulla di troppo grande, ma almeno è reso privato ad occhi indiscreti ed orecchie troppo curiose. Porta lo sguardo al cielo, divertita, inutile dir che non si sarebbe aspettata altra risposta dal bianco vicino < potrebbe andar bene > gli dona il beneficio del dubbio adesso, sorridendo e snudando i denti, molto più leggera dell'ultimo loro incontro, adesso sono nel proprio regno, e li nulla potrebbe farle del male. < mmh > si, l'invito era proprio per quello, per conoscerla, per sapere particolari di lei che nessuno ha mai scoperto , o quasi. Pochi potrebbero ritenersi fortunati, o sfortunati, nel conoscerla in quel dato modo. Già l'abbigliamento e la postura son completamente differenti, e sul lato sinistro della propria gamba vi è poggiato un kalumet bianco, privo di decorazioni, spento adesso del suo fuoco a cui andrà a prender di nuovo aria . Le labbra che si chiudon dolci attorno all'oggetto, lungo e ossuto, le destra che si appropinqua nell'accenderlo e l'aroma di tabacco che si diffonde nei propri dintorni < questa è la mia casa > ovvietà < un tempo era molto più bella. Avevo statue e stoffe tra le più belle conosciute > anche lei amante del bello, in una visione differente dall'altro, ma amante allo stesso modo < e anche shinobi e non che mi servivano > si, il tempo in cui divenne capo clan < adesso non mi è rimasto molto, ma un nome importante a quanto pare fa avere qualche favore in più > chiude un occhio per lui, veloce quel segno di intesa, di certo ha avuto quella casa in cambio di qualche .. favore. Fa qualche tiro , con tutto il tempo del mondo, con calma per poi riportarlo nuovamente a terra < sai, tempo fa quando decisi di intraprendere la mia strada di mukenin > non s'arrabbia per quel nome, per quel bollino stampatole addosso < il mio sogno era il sogno di un altro, è vero > si, questo lo ha già raccontato a molte orecchie, le sue comprese < eppur ciò che desideravo era la fine di quel viaggio > attende che il tutto possa farsi largo nelle orecchie altrui, che possa comprender una visione forse troppo differente dalla sua < non avendo mai avuto una famiglia, l'unico pezzo che rimaneva era morto.. > la malinconia che sfiora quelle ultime parole, ma la tristezza non prenderà adesso il sopravvento su di se, calma in quello sguardo azzurro, più caldo, più intimo, come quello di una sorella o di una madre < volevo finire tutto solo per avere una famiglia. Appendere il coprifronte ad un chiodo e lasciare che il mondo andasse avanti senza di me > un desiderio strano, per la fine di quei giorni per rendersi solo una mera donna < un desiderio alquanto difficile da esaudire > una smorfia ne arriccia il labbro superiore . Per lei shinobi il passato sarebbe sempre tornato a bussare, volente o nolente avrebbe sempre dovuto farci i conti . < come stai?> sincera nel chiederlo, di certo non una domanda posta li tanto per, tutto viene soppesato con la giusta importanza.

15:27 Kan:
 Non rileva dubbi in tal risposta, non mente nel definirla avvenente, tal motivo può bastare veramente per portarlo al fuori dei propri comfort abbracciando una parte di quel nuovo villaggio mai realmente visitata, salvo qualche incursione per affari puramente personali, privati <Potrebbe, eh? Non vedevi l'ora che venissi, di la verità> dorate nel guardarla di lato, osservando ogni minima reazione sul volto, qualunque movenza permettendogli di comprendere lo stato d'animo. Una nuova veste è manifesta in lei, rilassata, a suo agio, il vestiario completamente opposto al classico, casalingo, la stessa donna eppure in modo diverso rispetto al solito, innovativa agli occhi del Sumi <Mi piaci in queste vesti, finalmente posso vedere un po' della vera te> ovvio riferimento all'abbigliamento quanto alla rilassatezza del corpo, il voler sentirsi tranquilla mandando alle ortiche la guardia, la rigidità, sentendola, forse, più vicina in casa rispetto alla visita nella propria dimora. Ennesimo il silenzio calato permettendole di parlare, di spiegare, di aprirsi, a lei sola la scelta le modus operandi, d'altronde l'albino è li per ascolta, sentire, imparare e apprendere godendo una giornata in compagnia eppure qualcosa stona, un oggetto le cui dorate faticano nel tollerare. Non un fan del tabacco eppure la posizione non consente una richiesta tanto ardita quanto quella di spegnerlo o metterlo via, la dimora è di altrui proprietà, il potere in proprio possesso risulta nullo, inesistente <Dal mio punto di vista, è già perfetta così, non servono ulteriori abbellimenti> dalla pura semplicità allo sfarzo sfrenato di chi è in grado di permetterselo, avvede tutto questo <Persino domestici? Prima di essere una mukenin dovevi avere davvero un gran potere> non tutti posseggono la possibilità di poter comandare qualcuno ma tal verbo resta ciò che è, una semplice affermazione, una constatazione priva di qualsivoglia importanza, portata all'essere ignorata. Lieve il sorriso ricambiandone l'intesa, forse comprendendo l'accaduto per ottenere la villetta, evitato il commento tralasciando l'argomento, ricercando qualcosa capace di distrarlo dal pensiero. La stessa Sango permette l'avvenimento di ciò intraprendendo la strada di un racconto passato, un obiettivo finale al quale aspirare una volta concluso tutto, la volontà di una famiglia per lasciare il mondo alle spalle, restare indietro dove tutti vanno avanti. Quel dorato delle iridi riprende il proprio posto nell'azzurre smuovendo l'arto superiore, mano aperta nel blando tentativo di poggiarla sul dorso della mano altrui stringendo brevemente la presa <Un mondo senza di te, è un mondo vuoto> la conclusione naturale a quel desiderio, astruso, strano quanto comprensibile per chi, come l'Ishiba, ha vissuto intensamente la vita concessagli <Quello che è successo, ti ha permesso di avere una nuova possibilità per far parte di questo mondo, non gettarla via. Non ora che finalmente ho potuto svegliarmi> rimembrando quei due anni di buio dove il mondo ha scelto di proseguire nella via, andando avanti, lasciando indietro, costringendolo nel recuperare ogni singolo avvenimento. Tono vocale basso, caldo, parole quasi sussurrate, impendendo ad orecchie indiscrete di udire tali dichiarazioni <Come sto...> sciogliendo, in caso di successo, la presa sulla mano riportando l'arto vicino a se <Qualche giorno fa ho passato una notte grandiosa, senza aver fatto nulla> non serve spiegare cosa intenda con quel nulla <Solo chiacchiere, tempo passato in compagnia, scherzi, prese in giro, tutto qui eppure mi sono sentito bene> niente di particolare in fondo <Mi fa rabbia non riuscire a comprendere cosa diavolo mi stia prendendo, sono sempre lo stesso dopotutto ma, a volte, mi sento strano> sbuffando, sospirando, alleggerendo il peso nel suo corpo <Forse dovrei parlare con i consiglieri, farmi mandare in missione speciali fuori dal villaggio per un po', se lo consentono. Staccare da tutto e da tutti, tornare in me> azzardata la possibilità, pericoloso il futuro da lui ideato, sciocco anche solo immaginarlo. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

16:24 Sango:
 < mi fa piacere la tua compagnia > come dirgli si e no contemporaneamente, senza dargli vera soddisfazione ma nemmeno lasciarlo a bocca asciutta < sono molto più comode > ammette senza problemi, quella veste che è così leggera da sembrare quasi carta bucherellata, scivola fresca sulla pelle senza darle fastidio dallo stesso calore. < piace anche a me, però è..vuota > non sa davvero come esprimer quel concetto, di quell'enorme casa tutta per se, ma allo stesso tempo troppo silente, come non avesse un anima < ero il capo clan > gli rimembra, e ognuno aveva il suo ruolo all'interno dello stesso. Il proprio era la protezione e la gloria, nulla di più, ma quello che le portava davvero maggiori energie via. Nel voler ricongiungere il passato al presente, in quelle generazioni che hanno dimenticato e in quelle che si son lasciate andare per Kusa. < oh Kan > sussurra, addolcita però da quel suo dire < alle volte sono stanca di continuare a combattere > ne sente il peso degli anni, delle guerre, delle battaglie, tutto ciò che pesa sul proprio animo ancor prima del proprio corpo < e non credo che i kami mi daranno questo raro desiderio ancora per molto tempo > quasi ad assicurarlo che ancora non è giunto quel momento, ma che esso debba esser la conclusione di un capitolo, la conclusione del proprio e permettersi d'esser felice per una singola volta. Pone la domanda, eppur la risposta par esser differente dal solito, sente il dubbio serpeggiare tra i pensieri altrui, il non saper come agire, cosa fare, e se ne intenerisce in qualche attimo < il Sumi dunque è stato colpito da quel che tutti chiamano amore?> sussurra a propria volta, senza volerlo prender in giro invero. Andrà a sollevarsi dalla propria posizione, i passi che la condurranno nelle altrui vicinanze ove andrà a sedersi, senza cuscino a trattenerla con la morbidezza < come ti sei sentito?> cerca di farlo parlare, farlo confessare non per il proprio piacere per quel "te lo avevo detto" che le si legge negli occhi, ma per farlo comprender a lui stesso < ognuno lo vede a proprio modo dopotutto, coi propri occhi e con le proprie intenzioni > ciò che per lei è amore dista abbastanza da quello comune, eppur è consapevole di come ci si senta anche nei suoi panni, nel sentir qualcosa di diverso, un calore nuovo, umano, che prova a scioglier quella loro essenza fredda e priva di sentimenti, o come loro vorrebbero che fossero. La destra che si solleverebbe adesso verso il viso altrui per donar una carezza, dolce il palmo si fermerebbe sulla sua gote < questo si chiama scappare > sottolinea < e scappare non ti aiuterà a nulla.. ascolta il consiglio di chi è fuggita per troppo tempo > credendo di poter così viver una nuova vita, lontana dal passato, ma lo stesso passato che ogni volta tornava li a bussare alla propria porta < non credevo che una rossa potesse conquistarti così tanto > lo vede innamorato, a proprio modo, eppur egli ancora non se ne è reso conto. Sorride mesta , in attesa di quella sua probabile negazione, sa benissimo che arriverà.

16:51 Kan:
 Ennesima ripetizione priva di qualsivoglia risposta alla propria provocazione, inutile insistere, due orgogliosi non possono arrivare a tanto, non per nulla ella è simile a lui in quasi tutto e per tutto, differiscono soltanto in esperienza di vita vissuta eppure ben presto quel distacca sarebbe stato ripreso, solo una mera questione di tempo. Limitato al mero sorriso, attende paziente il suo aprirsi, consapevole del futuro, del suo aprirsi con lui un giorno non molto lontano; i kami, persino il destino lo ha previsto, ha visto chiaramente quel giorno eppure la data risulta mancante <Non è quello il senso> ammette franco, un piacere non solo vestiario <A differenza mia, tu sei sempre stata rigida fin dal nostro primo incontro, costantemente sul chi va la ma vederti adesso, completamente a tuo agio, mi piace, mi rilassa e ti dona> il piacere personale è tutto, tale vista dona piacere alle dorate, alla mente, esso conta, il resto viene dopo come mera conseguenza. Verbo privo di cattiveria, semplice spiegazione del significato delle frasi enunciati pochi attimi prima. L'istinto parla per lui, una casa vuota può avere in se un solo significato <Desideri avere un figlio? Un figlio tuo?> non adottato, trovato o aiutato, un figlio biologico, generato dall'Ishiba stessa, capace di riempire le silenziose mura di una dimora tanto grande quanto priva di vita, rossa a parte. Non comprende quei sentimenti, fatica nel concepirli eppure la logica spinge l'albino nel trarre determinate conclusioni, ragione in pochi secondi, mettendo insieme i pezzi da lei disseminati, silenzio, famiglia, ampia dimora, indizi da porre nel giusto ordine dando loro il corretto significato <Capo Clan. Kan Sumi, capo clan dei Sumi> pronunzia con tono alto permettendole di udire tal frase. Un brivido percorre la schiena dell'albino a tale possibilità <Per l'amor del cielo, speriamo non accada mai. Mi compaiono le rughe al solo pensiero> scosso il capo, troppe responsabilità, troppi doveri, una libertà del tutto nulla, privato del divertimento. Intollerante al comando stretto, per fortuna, il tempo è dalla sua. Stretta appena la morsa sul dorso della mano, addolcito il sorriso <Non ti sto chiedendo di continuare a combattere, ti chiedo di non svanire, di non restare indietro, di continuare ad andare avanti, con me> combattere è solo uno dei tanti modi di progredire eppure la guerra non è sempre la soluzione, esattamente come il dialogo è futile. Sussistono altri metodi per mettersi in mostra privi di violenza, aventi la stessa efficacia e forza, stesso, identico impatto sul mondo e le vite su di esso esistenti. Contatto interrotto, venuto meno e la parola amore, nuovamente, attanaglia l'udito incrementando la rabbia persistente nell'animo; sbuffa, sospira alla sola idea di poter provare simili sentimenti di bassa lega <Non dire baggianate, io non amo e mai amerò> vicinanza avanzata dalla rossa, percepisce il calore corporeo proveniente dalla controparte. Dorate or chinate sul legno della casa, palpebre socchiuse al semplice quesito, come può mai essersi sentito uno del genere? <Passavo dallo stare bene ad avere dolore alle viscere, si contorcevano> sensazioni prettamente fisiche eppure ella porta con se la ragione, nulla vien riconosciuto, tutto negato, lasciato indietro insieme al resto delle emozioni <Vedere cosa? Cosa vuoi che veda? Non c'è niente Sango, riesci a comprenderlo? Sono vuoto, non provo nulla, non voglio provare nulla. Emozioni, sentimenti, sono solo impedimenti, ostacoli lungo il cammino di sofferenza, masochistici metodi di autolesionismo, nient'altro> mancina chiusa, dita strette nel palmo apportando forza in tal zona, nocche sbiancate, unghia conficcate nelle carni lasciando un segno evidente. Ennesimo il contatto, carezza sul volto, palmo immobile sulla gote, palpebre sollevate, dorate riportate nelle azzurre. Occhi belli, iridi meravigliose eppure i pensieri vertono altrove <Non scappo da nulla, non sono mai scappato in vita mia. Ho solo bisogno di tornare in me> a sua volta interrompe il contatto, forza sugli inferiori arti, una spinta di reni riportandosi in piedi avanzando verso il bordo del legno, mettendo una leggera distanza dalla rossa. Sguardo sul cielo, sul sole sempre più sulla sinistra, in procinto di tramontare <Si chiama Shizuka ed è solo un'amica, niente di più> dandole le spalle, evitando di incrociarne lo sguardo, impedendole di visionare un volto al cui nome della Kokketsu manifesta un singolare, leggero, impercettibile sorriso. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

17:09 Sango:
 Vi è totale verità in quelle parole, la consapevolezza è l'unica fonte adesso in cui la rossa può guardare senza smentir in alcun modo il suo dire < voi adesso siete così ..calmi, tranquilli > ammette , per lui ma anche per tutto quel nuovo mondo < dimenticando il passato, il sangue e il dolore. E questo lo invidio > il non attaccarsi più al passato rimane un pensiero fisso per lei, simile ad una spina nel cervello che la porta a riflettere, ma ella ormai è cresciuta in quel modo, cambiare pare quasi impossibile < perfino parlare con te è strano, non credo d'aver mai avuto un amico del genere prima d'ora > le proprie amicizie erano state create in favore di forza e potenza, di segreti celati per gli altri e per se stessa, quelli che li hanno tenuti legati, come con Akendo, con Nemurimasen, e alle volte perfino con Hitomu stesso. Segreti e segreti, l'arte del ninja nel suo profondo essere, di coloro che tutto vedono ma agiscono a modo proprio per incontrarsi nei momenti adatti a loro . Quella domanda l'ammutolisce, troppo diretta da toglier la parola, cosa rara ormai < ..non lo so > non sa effettivamente cosa voglia dire avere un figlio proprio, non è riuscita nemmeno a crescer quella bambina che ha protetto e salvato < per mia figlia volevo solo che divenisse una grande kunoichi > quello è stato il suo unico desiderio, che potesse esser abbastanza forte per riuscire a combatter da se le proprie battaglie < eppur divenirlo non è forse una condanna a morte?> metter sopra il proprio capo la spada di Democle e quella un giorno o l'altro sarebbe caduta, sulla propria testa per metter fine alla propria vita. Un pensiero incoraggiante, che la fine possa arrivare, eppur perchè dunque quel desiderio di immortalità? Semplice, solo per esser sicura di morire nel momento in cui desidera. < se non vuoi nessuno potrà imporlo. deve esser il tuo desiderio, e per me lo è stato tempo fa > un desiderio che par esser quasi svanito adesso dopo non aver più ritrovato l'antica linea di sangue e forza che in passato la muoveva. Sospira a quel dire, lasciando che il tempo scorra lento, che quel sole possa filtrare attraverso quegli alberi , chissà che non abbiano chiamato un Senju per farlo fiorire in maniera così perfetta? < è il mio peccato > sorride nel dirlo, sebbene la voce sfuma in qualcosa di più doloroso < non andare avanti, sempre confinata al passato.. e non voglio andare avanti, non ancora > non quando quel desiderio malsano permane nel poter rivedere la propria anima incrociar quella del fratello. Sente la negazione arrivare, come previsto, e non si sosprende affatto, ormai l'altro par esser leggibile ai propri occhi azzurri che non si scostano di un singolo millimetro da quel viso giovane e bello, pulito e perfetto < stai negando a te stesso la possibilità di farlo > quella che è una catena auto imposta, la libertà finisce quando quella viene chiusa col lucchetto . Ode quel suo dire, quelle sensazioni che a malapena è riuscita a provare lei stessa, non comprendendo davvero quel sentimento, ma riconosce i contorni dello stesso per quel che è <..> inutile adesso ribattere, lascia che quello sfogo possa riempire l'etere stesso, che possa innalzare e accendere il suo spirito di quel che pare rabbia < non è così > mormora solo alla fine, dolce , con la mano libera a prender quell'altra che sta provocando dolore a se stesso < è l'unica cosa che muove questo mondo, amore e odio, vendetta, tutto proviene da li. Tutti siam partiti per amore, e ciò ci ha portato in alto > a lei è successo, che per amore d'un singolo individuo abbia sacrificato la propria vita per esso e per quel sogno che non le apparteneva. Non v'è pentimento alcuno nell'averlo fatto < stai scappando Kan > si, lo sta facendo, come adesso, quando egli si solleva per andar poco lontano, a nominar un nome conosciuto e il viso che si muta in un brevissimo sorriso < so che è innamorata del suo migliore amico > confessa lei stessa, sollevandosi da terra per donar le spalle all'altro < vieni, entra > le mani che andranno ad aprire la porta scorrevole, li ove lascerà i propri sandali e dove si aspetta che l'altro faccia lo stesso. La casa si presenta quasi asettica, semplice nel mobilio basso e tozzo, privo di quadri, specchi o altre cose che non le servono, tranne che per quel tavolino al centro della stanza - un palese salotto alla vecchia maniera - dove una foto sosta abbastanza grande di un uomo coi capelli bianchi e d'una ragazza dai capelli neri come la notte < lei ha ritratto Shiro > la prima volta che pronuncia il suo nome, sebbene non completo < e me ne sentii gelosa > ah come è strano dirlo ad alta voce < va bene del sakè?> quale altro modo per renderlo mansueto e forse incline al prender in considerazione i propri sentimenti?

17:43 Kan:
 Il passato torna nel solito tormento, i ninja antichi par non vogliano andare avanti per la strada favorendo il passato, una vita non più loro, abbandonata da tanto tempo oramai <Io non ho vissuto il passato ma non l'ho dimenticato. Potrò non conoscerlo alla perfezione ma non dimentico cosa ci ha portati a questo. Dalla storia prendiamo spunto, miglioriamo, evitiamo di commettere gli errori. La storia è il manuale d'istruzione della vita, se adesso siamo vivi e solo grazie ad essa> comprendendo, in parte, l'invidia provata, nascere in tempi di pace, crescere nella quiete rappresenta il sogno di chiunque, dal guerrafondaio al pacifista, nessuno viene escluso da tale lista ma il come arrivarci, esso è soggettivo. Sorpresa sul volto, straniamento, un'amico del genere? <Non hai mai avuto un'amico bello, affascinante e avvenente?> rigettando il tutto nella goliardia, troppa tensione, troppi ricordi dolorosi, è giusto riportare il tutto su un piano pregno di ironia lasciando andare la tristezza a momenti propizi <Cos'ho di diversi dagli altri?> eppure la seriosità del momento non può esser completamente scacciata, essa è padrona della labbra del Sumi, esprime i suoi concetti distruggendo qualunque tipo di catena, diretto, conciso, senza girare intorno alla questione. Lo stesso vale per il quesito posto, unica vera soluzione al problema, riempire il vuoto con un marmocchio, perfetto esempio di famiglia, forse esso è il significato intrinseco di tale nucleo, una figura minuta in grado di provocare problemi, disastri e seccature. Nota l'ammutolirsi, ha colto il punto focale eppure non se ne rende conto, scaccia ella stesso quel pensiero prima di formarsi mentre la figlia entra in gioco con desideri materni, troppi <Anche nascere è una condanna a morte, non trovi? Quando un bambino viene al mondo, sappiamo già che un giorno morirà, qual è la differenza? Se tua figlia vuole divenire una Kunoichi, lo facesse, tanto morirebbe comunque di vecchia> ennesimo pensiero diretto, crudo, privo di censure, veritiero sotto ogni punto di vista. Non è possibile impedire la morte, essa prima o poi coglie tutti, volenti o nolenti, in tranquillità o in battaglia <A proposito, tua figlia è in casa?> volgendo lo sguardo alla dimora, incuriosito, desideroso di conoscere la progenie della rossa, dopotutto, seppur la promessa di non far nulla vige, nulla vieta di conoscerla. Il sentore di un'ascia sulla testa è ben presente, inutile scrutarne la possibile reazione, la consapevolezza è immensa <Come ti dissi, non sono adatto a posizioni di comando> non lo desidera, persino il clan è a conoscenza dell'inettezza della condizione dell'albino, inadatto ad essere un capo, troppo avventato, imprevedibile. Il verbo altrui giunge accompagnato da un sorriso, un peccato confessato, l'ennesimo di una lunga vita <Tu devi andare avanti> ponendo l'accento sull'obbligo <Non si vive di ricordi. Se continui a vivere nel passato non vedrai ciò che hai davanti, non vedrai tua figlia crescere, diventare ciò che desideri perchè troppo occupata a ripensare a ciò che è stato. Vuoi questo? Vuoi perderti una parte importante della vita? Non ti è bastato perdere 10 anni? Desideri sprecarne altri?> crudele, colpisce punti delicati. Non sussistono altre possibilità per riportare alla ragione qualcuno, a volte, il coltello necessita di esser spinto a fondo, vicino al cuore rendendo la ferita profonda. Agitato, sospira, ansima ricercando calma, tranquillità, sensazioni totalmente svanite nell'etere <Anche se fosse? Sono catene e negandole, automaticamente le spezzo> spezzare i limiti capaci di trattenerlo, non ne desidera, non ne vuole, essi rappresentano il male, il peggio che possa capitare ad uno come lui. Dita sciolte dall'altrui presa, i segni son evidenti, il rossore del palmo accentuato <Come puoi dire una cosa del genere? Non puoi realmente pensare che ogni azione è guidata dall'amore o comunque derivi da esso. E' un'utopia> la logica, la testa è uno dei fondamenti dell'azioni dell'essere umano, i sentimenti solo a volte entrano realmente in gioco. Evita di rispondere all'ennesima accusa continuando nel darle le spalle, distaccandosi, solo fisicamente, bisognoso dello spazio vitale, di respirare <Ha una relazione con lui, lo so> dita sciolte, tremolanti, l'agitazione prende il sopravvento sulla ragione. Corpo smosso accettando l'invito, oltrepassa la soglia dell'abitazione inoltrando se stesso nella stanza, osserva la composizione, i quadri, la mobilia dove un ritratto troneggia. Impossibile per le dorate non notarlo, il corpo è immobile, iridi fisse, incredulo nel ritrovarsi davanti a quella vista <Shiro?> domanda incredulo, non è possibile, infattibile, le coincidenze troppe <Questo lo ha fatto Shizuka? E' bellissimo> tralasciando la parte della gelosia, non di sua competenza <Si> in attesa di ottenere quelle risposte richieste, comprendere di essere in deficit. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

18:18 Sango:
 Quanta ragione possa aver l altro ne è consapevole, ma qualcosa al proprio cuore la frena , per non morirne, per attaccarsi alle ultime briciole che la tengono in vita. In un secondo pare che quei troppi anni della vita, quasi quaranta ormai, scendano sul proprio viso. Le rughe di rabbia, odio, lacrime si rispolverano per divenire più presenti e fisse nel viso . Non se la sente di rispondere, evitando quell'argomento per il proprio bene, per passar a qualcosa di più leggero < non mi sono fidata che di pochi > semplice e lineare il proprio pensiero < tutto condito da segreti da mantenere e custodire > gli stessi che continua a tener per se, oltre la logica stessa, per render quelle anime parte solo di lei, non di tutto il globo < mi somigli molto, e somigli incredibilmente a mio fratello > una questione l'ultima da non sottovalutare affatto, anzi < sebbene tu sia molto più spacciato col gentil sesso di quanto non credevo esser possibile > una piccola presa in giro, da lei? Par quasi divertita nel dirlo, in un modo unico che in quella casa si permette di fare < io volevo che lei divenisse parte della mia guerra. Non come figlia, ma come kunoichi > in quel lieve distacco che pone all'altro, di come la propria visione si sia fatta via via col tempo sempre più fredda e inasprita < ho rigettato l'amore di molti > si, in molti casualmente incontrati hanno provato anche solo ad amarla, lei stessa invece li ha sempre rifiutati quei momenti < solo quel kami è riuscito ad amarmi come volevo, e io.. lo stesso > quasi a rimpiangerlo della sua dipartita, ma è vivo, con la possibilità di viver adesso senza passato, senza il dolore che piega le loro anime e si fissa nei loro volti senza mai abbandonarli < ti sembrerà scellerato, ma non voglio andare avanti Kan. Se dimenticassi quel dolore non sarei più io > quel dolore l'ha resa tale, bestia e donna qual è voluta divenire, e al destino non si scampa, mai. < veder morire qualcuno prima di te è orribile. > qualcuno che si ama ovviamente < adesso può sceglier una strada differente, avrebbe la protezione necessaria per dedicar la sua vita ad altro.. > non vi è più alcun clan e alcun villaggio a cui cedere la propria vita, lei ha la possibilità di scegliere < e non credo che alcun bambino sceglierebbe mai me come madre > sorride sebbene vi sia del dolore in quello che dice, sicura di ciò che vuol lei, ma non di prendersi cura davvero di un'altra vita a discapito della propria. < sono egoista, te lo dissi già, e ciò sarebbe un grave errore da commettere > quello di donar alla luce una vita, e la destra adesso libera andrebbe a poggiarsi su un ventre vuoto e arido, privo di vita e di futuro. < no, è con il padre nel quartiere dei Seiun > la stessa ragazza che ormai prova più amore per colui che ha saputo crescerla che di una madre sempre assente e priva d'amore vero per lei < non posso Kan > delizioso il tono in cui circonda il suo stesso nome < non voglio farlo > andare avanti, dimenticare < significherebbe che tutta la mia vita è stata inutile, tutte le guerre, tutte le morti che ho causato, dovrei pagare adesso il loro prezzo > sa che un giorno arriverà il momento in cui dovrà pagare per ciò che ha fatto, ma lascerà ai kami il compito di decidere il come e il quando farlo . Crudele l'altro ad affondar quel coltello in un petto già smunto e smanciato, di brandelli di cuore che permangono come fossero vita e aria < volevo morire, e non mi è stato concesso > credeva dentro quella terra di poter essere infine libera, di aver scelto la morte per il proprio sogno < ho perso tutto ciò che avevo, non voglio che tu faccia la mia stessa fine > non quando egli ha così tante possibilità d'innanzi a se, perfino quella piccola rossa sembra esser una piccola luce per lui < lo è > semplice < tutto nasce dall'amore. Odio e vendetta da dove credi che trovino forza?> lo osserva adesso, alzata come lui, nei pressi della porta < tutte le guerre nascono dal dolore del passato, dall'aver perduto qualcuno di caro per mano di altri > li si fonda il loro più grande dilemma e difetto, nel ricordare ancora il dolore dell'amore, nel ricordare chi non c'è più < e te ne senti arrabbiato > lo suppone , decisa a farlo ragionare < Shiroyuki > continua quel nome a quella sua espressione < qualcosa non va?> quel nome gli ricorda qualcosa o qualcuno? < secondo te avrei permesso ad un'altra ragazza di immortalare ciò che amo?> no, non lo avrebbe mai fatto, è solo una foto scattata pochi anni prima , la stessa che andrà a sollevar per osservare i visi dei due. La giovane quasi sorridente, timida, l'uomo quasi distaccato e freddo, ma può riconoscerne la luce nel profondo degli occhi azzurri < magari li hai incontrati > sostiene la foto per lui, magari tornando li ha avuto modo di vederli insieme, molto probabile . Lascia adesso la foto, nelle sue mani o sul tavolo che sia, per tornar a prendere due bicchieri tozzi dalla cucina e una bottiglia di sakè freddo nell'altra < oh, sappi che si dice che questo sakè lo abbia fatto una fata di carta > mesto il sorriso adesso, che la leggenda sia verità?

19:01 Kan:
 Fiducia, rara, ardua da donare, difficile da ricevere, pochi coloro la cui fortuna gira abbastanza da permettersi il lusso di ottenerla da parte di qualcuno. Il Sumi stesso l'ha donata soltanto tre volte durante il risveglio, uno di esse porta con se la propria sicurezza, le altre ancora sotto verifica, una fiducia non completa al 100%. Non perde di vista le due rosse a tal proposito, deve comprenderla a pieno prima di qualunque mossa <Quella non è fiducia ma un semplice di dare e avere> logico, diretto nuovamente, la fiducia presuppone il non chiedere nulla in cambio. I segreti nel mezzo di un rapporto, di qualunque entità, non portano a nulla se non alla sofferenza più pura, la stessa in grado di distruggere un'essere umano dall'interno lasciando solo un corpo senza più vita, anima o altro <Dubito di assomigliargli. Me ne hai parlato come fosse un'eroe, mentre io sono ben lontano da tale definizione> troppo menefreghista, narcisista, superbo per poter essere definito in quel modo. Non un'eroe, semplicemente un ragazzo il cui principale pensiero è rivolto a se stesso, al proprio benessere, arricchendo la vita nei modi più disparati. Impossibile non condividere l'altrui divertimento, rasenta la verità <Solo con chi mi piace> occhietto chiuso, ennesima complicità e non solo, il riferimento a lei è ben più che palese ma il divertimento è molto labile, non dura per sempre e solo pochi sprazzi della conversazione ad esso vengon dedicati. In quel breve lasso di tempo impara a conoscerla, comprendere la natura della donna, nei suoi peccati, nei sentimenti, nel dolore da essa provato a causa di una vita dura, estenuante <Immagina se tua madre ti dicesse una cosa del genere, come ti sentiresti?> portarla a ragionare? Compiere un pensiero più profondo sfondando la barriera dell'egoismo? Forse, un'egoista comprende meglio di chiunque altro le sensazioni di esseri a lui simili, di conseguenza, riuscire a colpirla nei giusti punti non rappresenta un'impresa tanto ardua <E come volevi essere amata? In modo possessivo? Essere il centro del mondo?> argomento di difficile trattazione, piccoli dettagli la cui conoscenza è ignota, esattamente come l'esperienza in materia sentimentale fino al momento in cui una leggera risata, scatenata dall'altrui verbo, emerge dalle labbra dell'albino. Portata innanzi a Sango con gusto, goduta <Ti rendi conto di essere ipocrita in questo momento?> ricomincia ad affondare il coltello nella piaga, apre la ferita facendone sgorgare il sangue <Accusi me di star scappando quando tu fai lo stesso> la pura verità della vita <Tu hai paura e per questo scappi, diamine davvero sei come me> incredulo, le somiglianze divengono ogni giorno più palesi, presenti, esternate <Il dolore non si dimentica, si affronta, si supera. Tu oramai sei ciò che sei e superare quel dolore non ti farà tornare indietro, non ritornerai quella di prima, è impossibile, il cambiamento oramai è avvenuto eppure hai così tanta paura di affrontare il nuovo da rifugiarti nel passato, un'ancora di salvezza, la tua unica certezza> dorate incastonate nelle azzurre, piccoli i passi effettuati nell'accorciare le distanze <Hai paura di fare la madre, non ti senti all'altezza? Pensi di sbagliare? Tutti i genitori sbagliano, tutti i hanno i dubbi e lascia che te lo dica un orfano, tua figlia, quella ragazza, preferisce avere una madre che sbaglia ma presente nei momenti importanti della sua vita piuttosto che non averne alcuna. Quella protezione non la vuole da un villaggio o da un estraneo ma da te perchè sei la sua famiglia e se neanche la famiglia ti fa sentire al sicuro, allora quella ragazza poteva benissimo essere lasciata a morire anni fa, sarebbe stato lo stesso> mettendo da parte gentilezze, sensualità, voglie di ogni tipo, innalzando se stesso, prendendo la ragione, tirandola a se facendo valere la propria parola, renderla legge <Nessun bambino ti sceglierebbe come madre e sei egoista, eppure, nonostante tutto, allontani tua figlia nonostante tu le voglia bene. Hai pura che il tuo egoismo la spinga ad odiarti? Certo, è logico per te ma non è così, un problema si affronta e, come hai detto tu, non si scappa. Mostra a tua figlia chi sei e vivi nel presente, con lei, con chiunque tu voglia> concludendo la predica, ha parlato troppo, disquisito talmente tanto da ricercare una pausa. Il tono vocale leggermente alzato, più del dovuto; nonostante la crudezza delle parole, in esse non è contenuta vera cattiveria, solo il tentativo di un amico nel portarla alla ragione, spingerla al pensiero <Il padre è un Seiun o lo è lei?> non conosce la discendenza sanguigna ne il potere di quel clan, solo il nome per sentito dire, nulla più eppure la curiosità emerge in maniera inevitabile <Non dire cazzate, tu non devi pagare nulla Sango> grave il tono <Sei un assassina, una criminale, hai ucciso un Kage e solo per questo meriteresti la pena capitale eppure sei qui, viva come agente della Shinsengumi. Il tuo passato non conta più agli occhi del mondo e sai perchè? Perchè il mondo ha scelto di ricominciare e per farlo ha dato una possibilità a tutti. Proprio non ci arrivi eh? Le tue esperienza hanno fatto di te ciò che sei, lo hai detto tu stessa e questo rende la tua vita piena, non inutile. Sei così convinta che andare avanti voglia dire dimenticare da non renderti conto che se dimenticassi saresti poco più di un'ameba> cessando, mettendo nuovamente fine al turpiloquio, ansimante, stanco, spossato dai toni sfruttati, dalla crudeltà con cui cerca di insinuarsi. Altra maniera a lui è sconosciuta <Io non ho nulla Sango, anzi, forse ho solo te, quale fine dovrei fare? Hai visto dove abito, hai constatato tu stessa il silenzio in cui vivo> esse non possono attaccare su chi sperimenta la solitudine giorno dopo giorno, resistendo, evitando di impazzire, affidando se stesso alla ragione, alla mente, alimentando il geniale intelletto in proprio possesso. Continua ad ascoltarla entrando nella stanza, non concorda eppure è inutile spingere, forse deve trovare un'altra via, un nuovo modo per riportare la ragione su di se <In tutto ciò, lei è comunque impegnata. Anche volendo, e non lo voglio, posso solo guardare avanti, perciò le cose non cambiano> un faro, un miraggio distante impossibile da avere, da prendere, già in possesso di qualcun altro. Nell'udire il nominativo tutto diviene chiaro, lo conosce, sa chi egli sia, sa della menzogna profusa sul proprio nome, un cognome falso <Nulla> nulla è fuori posto, tutto è dove deve essere, preciso, il destino ha scelto di agire favorendolo <Shizuka ha fatto un mio ritratto, è appeso in camera mia> come a distogliere l'attenzione dal bianco restando, pur sempre, in tema. Non risponde all'allusione se non con un pensiero volatile <Sei davvero sicura di quello che stai facendo?> ovvio il riferimento al matrimonio, alle intenzioni di creare una famiglia tutta sua mente volge il corpo incamminando se stesso nella direzione del tavolo, soffermandosi nei pressi con iridi totalmente sulla rossa, sorridendole quanto basta <Bastava dire che lo hai fatto tu> paragonarla a una fata? Si. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

19:46 Sango:
 < no > quasi di istinto va a rispondere < non lo era affatto > le lunghe ciglia che sbattono quasi sorpresa da quel suo dire < ho trovato anime simili alla mia, ho confessato orrori inconfessabili e loro a me. Questa è la fiducia > per lei si ritrae a questo, a confessar cose che mai si dovrebbero fare, di cose fatte e di cose che si posson fare per permetter l'altro d'avere un degno posto nel proprio vivere, nella propria scala mentale . < gli somigli, per quanto somigli di più a me caratterialmente > inutile girarci attorno, il Sumi in questione è come un proprio piccolo specchio, con molte più possibilità di lei, ma con l'aspetto d'un angelo caduto dal cielo. Non dovrebbe paragonarlo ad un morto, eppur la mente lo associa a lui, condizionata e voluta dalla stessa rossa, come se volesse davvero riveder e traslare in lui chi egli non potrà mai essere. Quando si arriva a parlare della madre, la stessa mascella s'irrigidisce < era una donna debole > senza sentimenti per essa nel giudicarla tanto duramente < non ha saputo nemmeno difendere me, non ha voluto farlo > non rimembra nemmeno un attimo in cui quell'amore lo ha sentito, no, nulla del genere , solo sangue del suo sangue, solo qualcuno da aggiungere alla lista del clan. < non puoi saperlo come volessi Kan! > anche la propria voce che si solleva, quasi isterica, pregna di dolore, e di lacrime inespresse < non puoi nemmeno immaginare come ci si senta a donare la tua anima e tutto te stesso ad un demone, ad un dio > per lei ormai le due cose son imprescindibili < e non puoi sapere cosa si prova nell'esser di nuovo lasciata sola > una solitudine che ha fatto male, che ancora la permea, in quell'assurdo desiderio di riavere qualcuno che non c'è più insieme alla sua memoria. Non può sapere come si sia donata in tutto e per tutto ad un unico essere, egoista, terribile, crudele, e l unico che abbia mai potuto amarla in quel che è voluta divenire per sua stessa mano. Lacrime che non sgorgano ma ne appannano la visuale, di quel sentimento represso, di rabbia e odio e dolore a cui rifugge ma che adesso riaffiorano come coltelli nel proprio cuore. affonda egli la propria mano dentro di se, ipocrita fino al midollo , consapevole della veridicità delle sue di parole < non voglio che tu finisca come me > un pensiero forse gentile espresso col peggiore degli animi, nel sentirsi tanto attaccata, tanto discussa, tante di quelle parole di cui nulla le sfugge e permangono come semi del male alla propria mente . Una forza rabbiosa che monta dentro di se, come a volergli rispondere, ma non lo fa, decide il silenzio, decide di spostare lo sguardo altrove pur di non sentirsi tanto debole e minacciata < coloro che ami posson esser usati contro di te, ricordi?> le stesse parole che l'ultima volta gli aveva offerto < e quanto te mi sento impossibilitata ad amare come dovrei.. farebbero bene a starmi lontani > coloro che ama, e che la amano, così da non poterli nuocere come ogni cosa che tocca. Le cose che divengono morte, malsane, che prova ad affogare con se all'interno dell'oscurità incombente che sente dentro di se, in un lago scuro di tenebre nella quale s'è voluta rintanare e circondare < per far alcune cose, bisogna ferire > se stessi, gli altri, e lei proprio che parla d'amore e di come l'altro dovrebbe lasciarsi andare! < son il peggiore degli esempi Kan, sono un ipocrita > nel voler vedere negli altri il meglio e nel volerli spingere altrove, nel non percorrere la propria strada. Stanco il cuore adesso d'esser tanto sfrattato, ma non lo odia, non riesce nemmeno ad urlargli contro < scusami > un sospiro per trattener ciò che nasce dentro, di quella voragine che torna ad aprirsi, e le gambe che si muovono come un automa verso l'interno della casa < il padre lo è.. sebbene.. > si morde il labbro inferiore < non abbia un gradevole passato con coloro che portano il suo sangue > con i Seiun in particolare < lei non ne ho idea > non sa nulla di lei, lei che nemmeno può ricordare il proprio passato pur volendolo, grazie agli occhi del potente uchiha a cui è stata sottoposta < non è per quello che merito la mia punizione > sebbene non sia da escluder totalmente, e un breve sorriso affranto nasce di nuovo < finchè non riesco a donar nuova vita ai morti, come potrei anche solo pensare di perdonarmi?> non può, non ne ha le forze di farlo, vuole solo spender ciò che ha per colui che ormai non può più respirare. Le sue parole che son come lame, affondano ancora, e le regge col sangue che sgorga ancora, s'era dimenticata quanto potesse far male, quanto il respiro e la rabbia potessero esser matrice bruciante di ogni movimento < vorrei dirti che non ti lascerò solo > vorrebbe davvero farlo, far quella piccola promessa, ma non vi riesce, consapevole della vita e del suo esser tanto stronza < il dolore ti aiuta?> in quella solitudine, in quella casa vuota, quale dolore può provare anche lui? Si riempie della propria presenza, la peggiore in effetti, la più instabile < qualcuno resterà con te fino alla fine > se non col corpo almeno col pensiero, in grado di farlo desiderare di ritrovar lo stesso amore provato. Degno e orribile, dolore puro che si perpetua nelle vene della rossa < e cosa vuoi fare dunque? Sarebbe facile voltare le spalle e andarsene non credi ? ti libererà di tutto , forse un giorno ti dimenticherai perfino di lei, e se vuoi farlo, fallo adesso prima che sia troppo tardi > crudele anche lei adesso nello spronarlo a prender quella decisione. O con lei o senza di lei, le mezze misure lo avrebbero solo ucciso, lo avrebbero reso troppo simile all'Ishiba stessa, e un altro essere così..no, non lo merita affatto, lui può ancora scegliere . Poggia quella bottiglia sul tavolino basso, il corpo stanco che andrò a reclinarsi su di esso < lui mi ama, lo amo, e voglio esser migliore per lei > per quella che dovrebbe considerare come sua figlia < se rinunciassi non penso che rimarrebbe molto di umano in me > s'attacca a quell'ultimo appiglio di umanità, di amore, le briciole che le son rimaste dentro il cuore che adesso è pesante e dolorante < tu cosa vuoi fare invece?> vuol lasciar perdere o vuol combattere? Lo richiede, come lui ha chiesto a lei, con la sincerità dovuta < sono un mostro mio caro Kan, simile ad un demone. Di una fata non ho nulla > e li che solleva il bicchierino , adesso riempiti entrambi del contenuto dolce e carismatico del liquore .

21:47 Kan:
 La somiglianza tra i due si evince anche in particolari come questi, coloro la cui fiducia è sacra riconoscono quando essa non è altro che fumo, priva di concretezza. Semplice moto del capo, annuendo al verbo pronunziato <La fiducia è poter donar le spalle a qualcuno con la sicurezza che verranno protette, le confessioni inconfessabili sono soltanto una conseguenza> questa è la fiducia, unico verso significato, null'altro si può dire se non ciò, lei stessa ne è consapevole nonostante tutto. Ella ammette l'estrema somiglianza, alla fine, lentamente, tutti i pezzi tornano al loro posto, nel loco a loro designati <Lo so, una delle mie qualità è avere ragione quasi sempre> caratterialmente quasi del tutto uguali, lievi i dettagli opposti, vari angoli più levigati di altri, alla fine la persona è la stessa. Il destino possiede un senso dell'umorismo pregno di nero sadismo, mettere a confronto due anime simili in epoche diverse, una il passato e l'altra il futuro, far comprendere le possibili scelte e la conclusione delle tali e forse nel comprendere ciò, da parte del Sumi, lo porta nel compiere scelte del tutto diverse, agire in maniera opposta rispetto alla controparte dai capelli rossi <Davvero Sango? Non ha saputo difenderti, non ha voluto farlo? Mi ricorda il caso di una donna dai capelli rossi che non vuole proteggere sua figlia, la storia si ripete> banale in tal frase, riprende il discorso, punta il dito mostrandole le similitudini con il genitore, il medesimo comportamento, portandola alla consapevolezza di come ella stia agendo come la madre senza neanche rendersene minimamente conto. Non un'eroe, la crudeltà dimostrata, seppur a fin di bene, lo allontanano dal tal sentiero, sfrutta ogni frase, ogni appiglio per attaccarla, lasciandole aprire gli occhi, convincendola ad agire, un qualcosa da fare sin dal principio ma meglio tardi che mai <Ah, l'amore, ecco che emerge> ennesimo attacco <No, non posso saperlo ma so che quando qualcuno ti porta a un livello tale di sofferenza, la porta viene chiusa. Solo un masochista si appiglia ancora a un sentimento in cui risiede solo dolore e sofferenza perchè è questo. In quel sentimento io non ci vedo più il tuo tanto decantato amore, vedo solo una fissa. Tu sei certa di amarlo e, nuovamente, ti aggrappi a quella certezza con tutte le tue forze senza accorgerti che non esiste più, solo sofferenza pura> quel dio, quel Kami non è altro che un mostro, un traditore come tutti coloro con cui la rossa è entrata in gioco. Il doloroso passato, gli avvenimenti, le guerre, le conoscenze, hanno portato una fata a considerarsi un demone, essere un'egoista, un'essere la cui anima null'altro può donare eppure in essa evince l'esatto opposto, come convincerla? Per adesso la parola è l'unica arma in proprio possesso <Oh no, io non finirò così, posso garantirtelo. Io sono il tuo passato, agli inizi della vita e tu rappresenti il mio futuro, come diverrò facendo determinate scelte> breve la pausa effettuata <Conoscere il mio futuro, adesso, mi permette di agire diversamente> la sola presenza di Sango può portare un cambiamento radicale nelle azioni dell'albino, talmente diverse da creare uno spacco nell'anima, un cambiamento del carattere, del modo di agire <Perciò fammi capire, tu preferisci tenere lontana tua figlia per evitare che venga usata contro di te? Non hai pensato che, un giorno, sarebbe stata tua figlia stessa a mettersi contro di te per via del tuo allontanamento? Cosa cambia quindi? Non avresti il coraggio di farle del male comunque> il ragionamento fila, in entrambi i casi, perfetto da qualunque lato venga guardato, senza pieghe, senza storture, solo pura, semplice logica di chi osserva il da farsi da un punto di vista più razionale <Bene, allora molla questa casa, molla il tuo futuro sposo e stai da sola, perchè se la pensi così, questa storia è tutta una pagliacciata e si ritorna a me, tu non lo ami, non come dichiari di amarlo quanto meno> è sicuro, dannatamente sicuro delle proprie parole mentre le azzurre di lei mostrano ogni singola emozioni, varie sfumature della sua anima emergono con la forza della rabbia, del dolore, dell'odio, tutto riversato ai danni del Sumi <Ed è quello che sto facendo io. Vedo nei tuoi occhi il desiderio di piangere, di urlarmi addosso, di aggredirmi in preda alla rabbia, sono spaventato? Per nulla. A volte ferire qualcuno è l'unico modo per far aprire gli occhi> nella speranza di far aprire i medesimi della rossa, permettendole di dare uno sguardo a tutto ciò il cui comportamento ha lasciato indietro, favorendo solamente un passato distruttivo privo di nuovi insegnamenti. Finalmente tace, dopo molto parlare, le labbra vengon richiuse per brevi momenti, il respiro affannato, la stanchezza mentale a pervaderne il pensiero <Non serve scusarti, voglio solo che tu metta in pratica ciò di cui parli perchè puoi farlo, lo so per certo> giungendo ad un argomento ben più leggero, ugualmente importante per il futuro della rossa, apprendendo l'essere Seiun del futuro sposo. Menzogne portate avanti dal bianco, forse comprensibile eppur non accettabile, non in tal situazione <Comprendo, anche lui problemi con i consanguinei> sorvola sulla figlia, di basso interesse al livello attuale, insignificante nell'economia della discussione. Essa, nonostante tutto, volge su aspetti interessanti, di fattura pregiata consentendogli di esplorare maggiormente le somiglianze scavando dentro l'Ishiba, apprendendo cosa possa diventare in un futuro prossimo <Se vuoi donar loro una nuova vita, allora vivi a testa alta. Pensi che tuo fratello sarebbe fiero di vedere sua sorella rifugiata nel passato perchè impaurita dal futuro? Ha sacrificato la sua vita per farti vivere e tu ti rifiuti di farlo. In questo modo stai affossando il suo ricordo, stai uccidendo il suo regalo, sei viva perchè lui ha scelto te per far in modo che lui vivesse anche dopo la morte> spinoso, delicato, un evento traumatizzante, consapevole di aver pigiato un pulsato tanto pesante quanto importante dandole uno scossone per nulla indifferente. Una carta da giocare, forse la più importante della giornata eppure solo il destino può effettivamente scegliere le conseguenze <Adesso dici così ma sei come me e so quanto possa essere possessivo una volta affezionato a qualcuno. Se è vero che mi consideri un amico diverso e non un semplice conoscente, non sarò da solo> dandole l'ennesima fiducia eppure è verso se stesso che ripone tutto ciò, nei confronti dell'intelletto il quale mai ha errato fino ad ora <Il dolore lo accetto e vado avanti. Mi mancano, li vorrei con me però non mi chiudo nei loro ricordi, vivo la mia vita come se non fosse successo nulla> il dolore non aiuta nulla, nessuno, il concetto base è questo, difficile da carpire, da far proprio e imparare. La vita non è mai buona, dargliela vinta vuol dire ammettere la sconfitta <Forse ma sono preparato anche al contrario> nato senza genitori, consapevole di esser cresciuto da due anziani i quali, presto, avrebbero abbandonato quel mondo per un loco migliore. Da lei, ora è lui il principale argomento, spinta nel compiere una scelta fondamentale, per il futuro, per comprendere la direzione della propria vita. Parole, in effetti, pregne di significato a cui non dona risposta, ritirato nel proprio pensiero, deciso nel fornire un verbo esaustivo. Sicura della decisione presa eppure quell'amore decantato non s'avvede, ne ora, ne mai <Ti sbagli, tu non lo vedi ma io si. C'è più umanità in te che in chiunque altro e questa umanità è fornita dalla sofferenza provata in passato, essa ti ha reso davvero umana ma ti reprimi, ti rifiuti di ammetterlo> ennesimo il quesito riportato, ora necessita di una risposta, temporeggiare non è più concesso <Voglio aiutarti perchè tutto ciò che ho detto oggi non è per esserti nemico, al contrario, voglio portarti fuori da quella bolla di sofferenza in cui ti sei chiusa e voglio impedire a me stesso di chiudermi in quella bolla a mia volta. Al momento opportuno, parlerò con lei, quando avrò capito> ancora non è chiaro nulla, tutto nebuloso mente il sakè viene versato nelle tazze. Avvicinato, preleva la tazza tramite la mancina, stringe l'oggetto tra le dita <Vuoi sapere una cosa? Se non fossimo stati così simili, probabilmente saresti stata tu la rossa che mi avrebbe conquistato, di questo ne sono certo> serioso, per nulla incline allo scherzo. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:11 Sango:
 Che abbia ragione o meno cosa servirebbe discuterne adesso, non quando cose più importanti s'aprono li, in quella casa, dove quelle barriere son abbassate e il proprio petto se ne sente punto nelle parti vitali. Cuori e polmoni che faticano a restare calmi, come la forza che vuol pulsare fuori dal corpo, come se volesse richiamare a se il chakra ed è un bene che non lo abbia attivo, altrimenti rischierebbe di buttar giù òa stessa casa < suo padre riesce benissimo a farlo > lo ha fatto per dieci anni, potrà continuare a farlo < io posso solo insegnarle ad uccidere ed esser come me. Non ne guadagnerebbe nulla, specialmente nel dire che ha un qualche legame con me > non in quel tempo, non in quel villaggio dove ancora la storia della propria quasi decapitazione pubblica circola ancora. Non riesce a comprendere come quell'amore possa esser sbagliato, non riesce a comprendere i contorni malati di ciò che prova ancora e ancora < ero come fu Konan per Pain > colei che lo seguiva ovunque a discapito di se stessa, solo per poter passare anche solo un attimo in sua presenza, a sentir le sue calde parole, anche a sentir quelle mani intorno al collo volte ad ucciderla.. e quante volte c'è andato vicino, e quante volte ha continuato ad amarlo < Kan.. non farlo > non superare quel limite, non farla davvero arrabbiare, ecco cosa dirà quello sguardo adesso, ecco cosa vuol che l'altro non faccia. Che non superi il suo limite, non adesso, non quando quelle difese son calate e tutto ciò che narra può solo far peggio, non solo male. Almeno è sicura che l'altro non farà i propri di errori, che non sarà come lei è adesso, che ha ancora delle scelte da fare e potrebbe prendere tutte le opposte alle proprie < non ho detto che la tengo lontana .. > e invece lo sta facendo, se ne sente punta nell'animo, la sta tenendo lontana, un pò come riesce a far con tutti. Chi diamine è quel piccolo bianco per vomitarle addosso tutte quelle parole? Si ricopre di quel suo orgoglio effimero e adesso inutile < cosa ne puoi sapere tu che nemmeno vuoi amare?> cosa può sapere lui cosa prova lei! < sei così cieco che nemmeno ti accorgi di esserlo già , e vieni a dire a me parole del genere?> anche lei affonda quel coltello nella sua cecità, che apra gli occhi infine, che possa davvero veder cosa prova e chi egli sia < non siamo macchine, non possiamo provare il nulla, e solo i kami lo sanno quante volte ci ho provato! > impossibile farlo, impossibile riuscirci davvero. Vorrebbe spaventarlo? No, non vorrebbe farlo, tanto che il viso cerca di trovar una parvenza di lucidità, di fierezza, ma lo sguardo permane torbido e caldo nei suoi confronti < non ci sono più lacrime da versare adesso, ne spade da infilzare > non per lui, non vuol fargli male, non quando si trova in quel modo, quasi violentata nell'animo e strattonata da mani invisibile e poco estranee < si, ognuno porta le sue croci sulle spalle, egli porta questa > lo difende ovviamente, a spada tratta, sapendo molto di più di quanto l'altro non sappia davvero se non per le sue parole, sempre meticolose nel non lasciar trasparire i segreti altrui.. ma quel suo ultimo dire, quello l'annebbia totalmente.. lo stesso corpo che come un automa si muoverebbe verso di lui, la mano destra che salirebbe veloce verso l'altro cercando di dargli uno schiaffo contro il suo viso < non osare parlare di lui > la mano che se avesse davvero colpito quel viso adesso brucerebbe, di rabbia ma anche di impudenza < non farlo mai più > lei gli ha donato i suoi segreti, ma nessuno potrà mai parlar di lui, non con lei d'innanzi. Non l'avrebbe permesso. Se ne pente all'istante d'averlo fatto, d'averlo anche solo provato a fare, di quel suo volerla risvegliare si, ma d'aver toccato qualcosa che non si dovrebbe mai fare, un dolore così grande d'una ferita mai richiusa, viva e pulsante che ancora la fa sanguinare < scusa > la stessa mano che andrebbe a calare al proprio fianco, tremando nel corpo come a voler incanalare la propria energia in altro < muoiono tutti, chiunque tu ami morirà prima di te. E vedrai tutti loro cadere sotto i tuoi occhi senza far nulla. > quella è l'amara verità di uno shinobi < affezionarsi è dunque utile? Tu che professi il tuo non provar sentimenti e non volerne provare, dovresti esser il più fortunato tra di noi > come una macchina priva di vita, solo mossa da desiderio e lussuria nel suo caso. < l'umanità alle volte serve davvero a poco > a non sopravvivere, e lei vuol farlo ancora, per un ultimo passo, per un ultimo obiettivo, di quell'umanità che ha sempre voluto ricacciare indietro, sembrando adesso invece quella piccola ragazzina di dieci anni senza più nulla al mondo. Un cuore che s'è indurito nel tempo, una carne che s'è fatta più amara , e un veleno che adesso le vive nel corpo < non mi resta niente , se dovessi anche solo accettare che tutto non è servito a nulla, che nulla potrà tornare più come era.. > potrebbe morirne, potrebbe davvero abbandonar tutto e finire quel viaggio nella solitudine. Nessuno se ne accorgerebbe, lo farebbe nel silenzio più totale < avresti sbagliato nell'amarmi, senza dubbio .. > non ha nemmeno la forza di sollevare quella tazzina, ma si costringe nell'ingollare tutto il liquido di un colpo < basta kan.. è.. è tardi > la mente che permea nella stanchezza più totale, più dello stesso fisico, abbattuta quasi da quella mezza litigata che ha scosso il silenzio di una notte ormai alle porte. Non ne guarda il viso, si concentra solo su quella tazzina, forse un ricordo che affiora di nuovo?

22:55 Kan:
 Non ha ombra di dubbio su ciò, quel padre, quell'uomo, è più vicino alla ragazza di quanto Sango stessa possa anche solo pensare, un genitore il cui compito viene assolto <Non puoi insegnarle nulla? Hai un bagaglio di esperienze e conoscenze immenso, come puoi dire una cosa del genere? Non vuoi neanche provarci, pensi di fallire senza neanche aver mai tentato. Per forza suo padre ci riesce benissimo, se il livello è questo, ci posso riuscire anche> lentamente prova nello stemperare la tensione, a modo proprio, lasciando trasparire quella leggera goliardia mista a verità, come un diavolo tentatore <Lei non può altro che essere fiera di averti come madre, se tu solo lo volessi> dopotutto, un'assassina di Kage, seppur in negativo, ha il suo valore all'interno della società, un punto di riferimento, un'essere da temere con infinite possibilità. Allo stesso tempo, un'umana la cui vita viene cambiata dagli eventi, ora parte integrante di una società andata avanti avente il potere, all'interno dei palmi, di cambiare il mondo per l'ennesima volta <Konan, Byakko, quando comincerai a comportarti come Sango?> vecchio il riferimento, confida nell'altrui mente, nei ricordi di conversazioni passate andando ad enunciare la nuova identità in suo possesso, unica, indissolubile, impossibile da cancellare <Non fare cosa? Dire la verità? So che fa male ma se non sei tu a dirla a te stessa, qualcuno deve farlo> emergere quella verità intrinseca seppellita nei meandri più oscuri del cuore, una verità rifiutata, consapevole della propria esistenza ma gettata via in quanto unica certezza della vita di una donna in cui tutto è andato perduto. Non ha paura della rabbia scatenata, di sfondare i limiti da ella imposti, esso è l'unica maniera per ottenere risultati concreti <Non lo hai detto ma è quello che fai> semplice lettura tra le righe, in una frase è presente ben più di quanto le parole stesse dicano, leggere con attenzione, ascoltare con minuzia può aprire porte, mondi, universi. Ironia della sorte, due ipocriti a confronto intenti nel predicare bene e razzolare male sotto svariati punti di vista. Parlare quando in primis non si applica tale verbo, le somiglianze cominciano a sprecarsi, emergono in un'unica sera <Infatti io non lo so, me lo stai dicendo tu. Prova a fermarti un attimo a pensare, io sto improvvisando niente, tutte le mie affermazioni e convinzioni me le fornisci tu. Non invento cose, ascolto soltanto> lo ha ripetuto ella fino allo sfinimento, quell'amore provato nei confronti di Shiro non rappresenta nulla di veramente potente, non un'amore simile a quello della divinità bensì un'amore nato dalla necessità, dalla volontà di avere qualcosa di proprio, una sicurezza a cui aggrapparsi <E hai fallito così tanto da cedere al primo che capita? Siamo fallaci come creature, lo riconosco ma provare non serve a nulla, bisogna agire o non agire> non esiste provare, solo i bambini provano nel mettere in scena qualcosa mentre loro rappresentano la parte evoluta della società, della condizione ninja, dell'uomo. Schiude le labbra, vuole ribattere ma un evento improvviso porta con se silenzio; uno schiaffo giunge al viso, non di chissà quale potenza eppure viene sentito, capo rivolto nella direzione dell'altrui arto, dorate tenute abbassate. Il punto debole viene toccato, tutto giunge a termine come da programma, persino quelle scuse messe subito in conto. Avere ragione, poter compiere meraviglie con il geniale intelletto in suo possesso è una qualità da non sottovalutare; nonostante continui a proferire verbo, seppur ascoltando, la mente volge altrove e solo nel momento di silenzio da parte della rossa l'arto vien sollevato, il palmo adagiato sulla guancia cominciando un leggero massaggio <Ho parlato più del previsto, comincio a perdere colpi> dorate riportate e incastonate nelle azzurre dell'Ishiba, sorriso nuovamente esposto sul volto. Il vociare, ora, vien rivolto totalmente all'altra <Ho dovuto spingermi davvero in là per ottenere una reazione, fai male porca miseria> continuando quel leggero massaggio <Si, hai sentito bene, l'ho fatto a posta a tirarlo in mezzo, volevo arrivare a questo> indicando il punto leso <Questa è la prova della tua umanità perchè in quello schiaffo ho percepito la tua rabbia, il tuo dolore, il tuo amore per tuo fratello e in quel tuo scusarsi ho percepito i sensi di colpa per un gesto avventato, dettato dall'istinto e chi è dotato di umanità agisce d'istinto> può definire se stesso soddisfatto lasciando alla stanchezza il compito di affossarlo totalmente, il proprio compito è svolto, in minima parte ma è già qualcosa <Sango...> sospiro pesante <...tengo a te, ti voglio bene e non morirai prima di me. Sei sopravvissuta fino ad ora e fin quando non ricomincerai a vivere, giuro sulla tomba di mia madre che non morirai> sol ora tira indietro una delle sedie del tavolo adagiandosi al di sopra, arti riposti sulla superficie in legno dello stesso, la discussione è lunga, forse non ancora finita ma sicuro di aver raggiunto un punto focale <Ti resta più di quanto immagini, a cominciare da me, il tuo miglior amico belloccio e affascinante, disposto a calpestarti pur di farti rinsavire> ovvero quello fatto nell'odierna giornata. Leggero il sorriso espresso, lievemente più rilassato <Sbagliato o meno, sarebbe potuta andare così ma se devo darti retta, il mio piccolo cuoricino è già preso> dalla Kokketsu e forse solamente adesso comincia a comprendere la natura di quei sentimenti. Non solo amicizia, non soltanto un forte legame, qualcosa di più profondo, il Sumi, probabilmente, è in gradi di provare qualcosa di più della semplice repressione. A sua volta avvicina il bicchiere alle labbra inghiottendo il Sakè seguendo il moto di Sango prima di alzarsi nuovamente, cercando di avvicinarsi alla donna, fermando se stesso ad una distanza irrisoria. Null'altro vien proferito, i superiori arti vengon allargati tentando di avvolgerla dalle spalle fino a tutto il busto, spingendola contro di se in un abbraccio, un semplice abbraccio riappacificatore quanto significativo, nulla di quanto detto è per attaccarla, soltanto aiutarla. Stringe la presa, in caso venga concessa, mostrando calore, affetto verso chi crede di non possedere più nulla. Le parole sono finite, i fatti, ora, possono solamente rafforzare quanto enunciato. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:35 Sango:
 Stringe le mani, serra i pugni seppur si controlli ancora, la lucidità che si potrà vedere nel proprio sguardo fisso sulle dorate < Kan, potrei insegnarle a fare le mie stesse scelte. > cosa potrà donare di più di ciò che sa? < e ho fallito. > alla fine non è rimasto nulla che il fallimento, di tutto ciò che ha inseguito non le rimane che l'amaro in bocca < posso insegnarle ad uccidere, ad annullare perfino l'umanità quando serve. A provar un dolore immenso nel petto e farsene affogare per iniziare a desiderare l'indicibile > quella è lei, sebbene non sia priva di sentimenti, li cela dietro il fortino che ha costruito. E' una kunoichi, i sentimenti non servono quando i propri obiettivi sono tanto alti. < non mi sento tale > sospira stanca, gli occhi che si celano dietro le palpebre per qualche attimo. Non si sente assolutamente all'altezza di quelle loro aspettative, di quell'esser una madre, nemmeno sa cosa dovrebbe fare una madre! < io ero Byakko > sospira < quando ebbi il mio contratto con le evocazioni raggiunsi un desiderio.. superando perfino mio fratello > piccole info che dona senza nemmeno pensarci < vorrei solo esserlo ancora > con quella rabbia, con quell'istinto animalesco a smuoverla, a farle vivere davvero ogni singolo fottutissimo giorno come se fosse l'ultimo. < a cosa serve la verità quando essa non esiste ? > allunga solo adesso lo sguardo di nuovo al bianco < la verità è distorta dalla tua mente, dai tuoi occhi, dai tuoi ideali. Non esiste. > per lei, almeno, è quella l'unica verità da poter dire. Non esiste un unico grande punto di vista che possa farle comprender verità o menzogne di sorta . La sta portando al limite, è evidente, sia nelle parole, nelle espressioni sempre più truci, nel corpo che si tende come un animale quasi a volergli saltare addosso e mordergli la gola solo per sentirlo smetter dii parlare < dannazione Kan, è identico a mio fratello > una confessione che sfugge in preda a quella rabbia, a quell'ira, nel descrivere il bianco che ha scelto per la propria vita. Lo ama senza dubbio seppur sia un sentimento differente < l'unico che abbia amato prima di lui..volevo solo seguirlo e servirlo per come potevo . Avrei pregato lui > richiamo a quel kami di cui intendeva prima < e avrei fatto qualsiasi cosa per lui. Lasciami vivere con chi ho scelto ! > si, sebbene sia evidentemente un amore malato, deviato, pure a tratti incestuoso se si pensi solo al fattore somiglianze - non solo fisiche - col defunto Ren . Ossessione, ecco cosa potrà legger nei propri occhi. La cosa che la smuove è quella, per nulla positiva ne vuole rendere tale.. inconsapevole che quello sia davvero malato, che lei lo sia, ma la propria mente viaggia su un onda differente, su dolore, paure, devozione e sacrificio massimo per sentirsi davvero viva e libera. La mano s'alza violenta, brucia il palmo contro la pelle del viso che andrà all'effettivo a colpire, di dolore, di rabbia, di ira specialmente che tinge quello sguardo di una furia mai vista ..qualche attimo prima di rendersi conto di ciò che ha fatto, scusarsi, si, ma non se ne pente. < non osare farlo mai più Kan > o avrebbe iniziato davvero ad odiarlo, a detestarlo, a volergli fare ancor più male. Lui che parla davvero della propria umanità? < non ho mai detto di non esser in grado di esserlo > umana, sentimentale alle volte pure. Ma a proprio modo < affogo nella rabbia e nel dolore > e ne vive di quelli, le piace incredibilmente farlo < ma non posso rendermi debole agli occhi altrui > come iene essi si sarebbero cibati delle proprie debolezze, chiunque ne avesse scoperte qualcheduna < Kan..> sospira a quel nome < non so come tu possa volermi ..bene > si, non lo comprende davvero ma il viso pallido s'arrossa li sulle gote in quel sentimento ambiguo che prova < non credere che ciò che abbia fatto in passato non ne abbia sofferto o non ne sia stata ...felice > lo è mai davvero stata? Felice? Non lo ricorda nemmeno, non sa nemmeno cosa si provi ad esserlo. < ma è la volontà a spingermi > quella impareggiabile volontà di andare oltre, di evolversi, di rendersi peggiore o migliore, ma ciò dipenderà dal tempo e dalla visione stessa. Lo sguardo che nemmeno s'alza da quel tavolo, stanco, provata nell'animo e nel bruciore al petto ...per ricevere quello che par esser..un abbraccio. Il corpo che s'irrigidisce, un riflesso incondizionato a quel tocco ancor più intimo di quando entrambi furono nudi su quel tetto. Un contatto che la mette evidentemente a disagio, per nulla abituata, sempre forte e terribile dall'esser lei a stringer altri tra le proprie, come un lieve sintomo di protezione altrui. Ma il riceverlo in quel modo la pone in una posizione davvero scomoda, quasi ostile per quei primi momenti, e lentamente quelle braccia tremanti andrebbero a sollevarsi verso la schiena del giovane. Le dita ad affondare nelle sue vesti, per cercare la carne, con possessione di quel momento che le farà mettere troppa forza rispetto quella che serve. Il viso che s'appoggia alla spalla, rivolto verso l'esterno, e pare volerlo unire al proprio corpo per farlo suo. Per assorbirlo, per mangiare tutto di lui. < spero che tu possa esser felice..con lei > un basso sussurro il proprio, oltre il suo vestito, per risultar caldo e accogliente, graffiante e roco nella propria voce. < suppongo tu sia ancora intenzionato a veder questo matrimonio fallire, giusto?> ma non ne pare arrabbiata mentre lo dirà, semplicemente sorride di nascosto < vorrei che lo conoscessi, almeno un pò > forse per aiutarlo a comprender < dopotutto sei molto acuto verso le persone > molto sensibile invero nel comprenderle, ma ciò non ci sarà bisogno di dirlo, no?

16:23 Kan:
 Una madre e una figlia, due ruoli diametralmente opposti, difficili in egual misura, pregno di responsabilità differenti il cui peso e portata risultano ineguagliabili. Dal proprio piccolo, la conoscenza di tal sentimenti è totalmente assente, l'esser orfano dalla nascita impedisce l'apprendimento di tale parte di vita pur comprendendo, in minima parte, il provato altrui <Oramai è grande, può fare le sue scelte da sola. Il tuo compito, è insegnarle a vivere> sopravvivere non è contemplato nell'insegnamento, tale qualità si apprende vivendo e soltanto in quel modo <Questi non sono insegnamenti ma esperienze di vita il cui apprendimento è possibile solo da soli. Insegnale ciò che non hai mai avuto, dalle ciò che hai sempre desiderato avere ma che il destino ti ha strappato> l'infanzia, la felicità di un bambino, la voglia di vivere, ridere, giocare, essere costantemente spensierato. Svariati sentimenti non recuperabili ma sempre presenti, desiderosi di uscire nei momento meno opportuni, decisivi nel corso dell'arco dell'esistenza <Se non ci provi, non ti sentirai mai tale> provarci, primo passo per esser genitore assumendo un ruolo di rilievo nella vita di un altro essere umano. Ode, ascolta il verbo della Ishiba, parole evocative contenenti un'informazione dal gusto interessante, estremamente utile per un possibile futuro. Purtroppo esime se stesso dai commenti, essa non rappresenta il fulcro della questione, un di più non richiesto da poter accantonare <Puoi ancora superare tuo fratello e in questa seconda vita, hai la possibilità di non commettere gli stessi errori> consapevole della fortuna da essa posseduta, un privilegio destinato a pochi, forse a nessuno, tranne a quei ninja del passato un tempo lottatori, creatori di storie. Leggero il sospiro effettuato <Il corpo parla più di quanto immagini. I miei occhi osservano, vedono e leggono in esso che non hai il coraggio di ammettere a te stessa> vedere tutto, una maledizione di cui si fa carico dai primissimi anni di vita, inesorabile, impossibile da evitare. Lentamente quel limite è superato, la genin discende nell'oblio del passato rievocando ricordi, percependo il dubbio insinuarsi nell'animo ricevendo stoccate per ogni singola parola pronunziata, brucianti come tizzoni ardenti e la verità emerge, alla fine, con la potenza di cui è circondata. Dorate aperte, pupille minuscole, i ragionamenti, uno dopo l'altro riescono nell'intento di trovare il logico senso perduto. Ora comprende, capisce, carpisce la reale motivazione di quel matrimonio, la decisione. Non è amore, bensì altro <Quell'uomo è identico a tuo fratello?> indicando il quadro nella stanza <Tu vuoi sposarlo solo perchè ti ricorda tuo fratello e vuoi nuovamente stare con lui. In realtà non è lui che ami, ami l'immagine di tuo fratello racchiusa nel suo viso> la deduzione perfetta grazie ai pezzi forniti dalla stessa Sango con parole pregne di significato <Neanche ti rendi conto dell'enorme danno che stai facendo a te stessa, a lui. Non è tuo fratello, lui non c'è più e nulla potrà rimpiazzarlo> glissando sul dio di cui è innamorata realmente. Il malato amore nei confronti di esso ha già trovato in lui spiegazioni, parole da donare, sazio, stanco di portare avanti la propria tesi pur avendo il pieno della propria ragione. Un'amore incestuoso verso il fratello perplime l'albino, destabilizza per miseri attimi la quiete della mente scatenando pensieri contrastanti e controversi <Non osare farlo mai più? Io lo farò, sempre, se serve a farti riprendere> poco importa di schiaffi e dell'odio, consapevole dell'improbabile evenienza di ciò <Allora, sfoga quella rabbia e quel dolore con me, liberatene una volta e per sempre> in quale maniera non è specificato, di poca importanza il modo, ciò che conta è il risultato dell'operazione <Mostrarti fredda e distaccata nella tua maniera, è simbolo di debolezza. E' palese come tu voglia nascondere qualcosa> dal primo momento ha percepito tali sentimenti, in maniera minore rispetto ad ora, forse un solo barlume eppure ci son sempre stati, presenti e solo ora ne può apprendere la forma, la sostanza, la pesantezza <Siamo simili, Sango. Per molti versi, so cosa provi, perciò...> si sprecano le similitudini tra loro, troppe, persino i tratti caratteriali risultano quasi del tutto uguali <E fai in modo che sia la volontà a portarti avanti. Non rinnegare il passato, non dimenticarlo ma lascialo alle spalle e spingi la tua volontà in avanti> il tutto è concluso da un gesto inconsueto. Un semplice abbraccio stringendola al proprio petto, un gesto estremamente intimo e in tale presa riversa tutta la possessività nei confronti della rossa. In qualche modo, ella è sua, nessuno può obiettare il contrario. Stringe, lentamente viene ricambiato percependo la morsa intorno alla vita, più forte del normale, egualmente possessiva. Viso avvicinato all'altrui, scivola sul collo su cui tenta di lasciare un leggero bacio, questa volta, privo di malizia, l'ennesimo modo per confortarla <So già che non lo sarò, non posso esserlo, sono arrivato tardi. Siamo amici e con questa consapevolezza, andrò avanti, come sempre> lieve sussurro, i fatti sono quelli, impossibile, per ora, cambiare qualsivoglia condizioni dettata dal destino <Giusto> sorridendo, leggero sorriso non mollando la presa, non indietreggiando di un singolo millimetro. Sospira pesante, mantiene le labbra schiuse, ampie <L'ho già conosciuto, per caso, in uno di questi giorni. Ho capito chi era guardando il ritratto> ammette infine di come egli sia in realtà ben più avanti di quanto si possa pensare <Mi piace>.

16:49 Sango:
 < posso insegnarle a sopravvivere, a sacrificare tutto ciò che ama, a cui s'è affezionata per qualcosa che forse non potrebbe mai avere > egoista lo è da sempre, consapevole, si, ma non per questo meno incline nel farlo .. ciò che non ha mai avuto non può mancarle, non a lei < forse quello che potrebbe volere invece > qualsiasi cosa ella voglia o voglia essere potrebbe insegnarlo, ma dovendo metter da parte qualsiasi intimità, amore, amicizia di sorta. Non ne vale la pena renderla come lei dopotutto. Sussulta nel rendersi conto di ciò che ha pronunciato e si, se ne vergogna incredibilmente.. < all'inizio si > ammette candidamente, quando lo conobbe ne fu attratta per quel motivo, non può nasconderlo ancora < ma dopo.. no > differente in molte cose che ha potuto comprender solo dopo tempo , di affezionarsi ad esso solo per ciò che era. < basta per favore > che la smetta insomma di metterle tanto i bastoni tra le ruote < ho deciso ormai, non torno indietro > da nessuna decisione l'ha mai fatto, dunque perchè farlo adesso quando quella decisione le par facile da prendere. < Kan > .. < no. > che non si permetta ancora di metterlo in mezzo , di pronunciare quel suo nome davanti a lei, senza sapere davvero cosa provi ella nel proprio animo e nella propria mente. No, lui non deve e non si può permettere di farlo. < non posso farlo > liberarsi di quel dolore? Mai. L'unica ancora alla propria vita e psiche rimane quell'antico dolore ancora forte e prepotente, non vuole lasciarlo per vagare nel nulla < lui potrebbe tornare > nel suo inconscio deviato vorrebbe poterlo fare, così come quella volta in cui ebbe la visione della sua anima attraverso quelle enormi porte, simbolo dell'averno che si spalanca sul mondo mortale. Potrebbe riportare la sua anima viva li, e in quel modo si sarebbe potuta perdonare, lasciare dietro il proprio dolore per rimpiazzarlo . < no, mostrarsi freddi ti permette di uccidere chiunque > ragiona come un ninja, un soldato, è quello che è stata per tutta la vita e che mai l'abbandona. Legata perennemente a quel senso di kunoichi che ha imparato con l'esperienza, si, ma anche col desiderio di esserlo e di mettere il proprio nome sulle pagine di quella storia. < ma ciò non vuol dire che io non provi dolore o altro > ne prova forse troppi, ecco perchè cerca di annegarli. < tu vuoi apparire senza sentimenti > lo rimbecca adesso fissandolo dritto nelle iridi < vorresti non provare nulla per non sentirti debole e scoperto. Ma ti dirò questa verità che ho compreso sulla mia pelle..> quasi sorride, o parrebbe farlo < il dolore, l'amore, son l'unica cosa che muove questo mondo. > tutto nasce da li, dall'amore che si trasforma in dolore, odio, passione, tutto ciò che li relega ad esseri umani .. < amici?> sussurra a quella spalla < davvero ti arrendi solo per questo?> no, non può credere che qualcuno tanto simile s'arrenda in tal modo < se la desideri, fai di tutto per prendertela e non rivolgere solo le parole per me, ma anche per te.> che giochi carte false, dolore, omicidio, tutto quanto per portarlo a lei. Insomma, per lei funziona così. < sei testardo > quasi quanto lei, o meglio di lei in effetti. Ma a quella sua rivelazione la stessa andrà a scioglier le mani da lui, per guardarlo in viso < come..?> oh il fato, decisamente divertente alle volte < se ti piace perchè vorresti separarmene?> curiosa invero di sentirne la spiegazione, dopotutto dovrebbe vedere come siano abbastanza diversi per unirsi nello stesso tetto. Un matrimonio che vuole, ma che egli vuol distruggere - entrambi troppo testardi per fare un passo insieme < .. vorrei che lo conoscessi con me > quando sono insieme insomma < e che vedessi me con lui > specialmente quello.

17:27 Kan:
 <Così facendo creeresti un'altra te, un'altra donna infelice il cui unico obiettivo è soffrire. Qualunque persona, nel profondo, non desidera altro se non avere un genitore. Tu, come me, dovresti saperlo. Avere una spalla, un supporto incondizionato> per lui, l'argomento può definirsi concluso ma la tensione e le parole divengono troppo pesanti, estremamente difficili da far uscire, il bisogno di stemperare tutto quanto ha la meglio, parole differenti, toni differenti necessitano di uscire <Ma se non vuoi farlo, puoi darle il mio numero. Sarò ben felice di assisterla> il sorriso ampliato, faccia da schiaffi mostrata, chiare le intenzioni di tal frase, esattamente come le allusioni. Non solo semplice assistenza, in essa è racchiuso ben di più eppure il tono rasenta l'ironia, l'intenzione verte realmente su tutt'altro. La verità emersa, ben più grossa dell'immaginato, è impensabile da chiunque; mai, nemmeno con la depravazioni contenute all'interno del proprio animo, può giungere a concepire tale malsano pensiero <Dopo no, Sango, quel viso lo vedrai tutti i giorni e tutti i giorni ti ricorderà tuo fratello. So che hai deciso ma lo sto dicendo per te> eppure un modo deve pur trovarlo per poter mettere fine a tutto quanto. Smuove la mente, il geniale intelletto entra in azione alla ricerca della maniera meno indolore possibile, al modo adatto; esso si trova da qualche parte, è presente nella vita di entrambe, va solamente ricercato con maggior attenzione <No? Bellezza, eseguo ordini solamente se vengo pagato, per il resto faccio ciò che ritengo giusto> tassativo, cattivo se deve esserlo, crudele se necessario, le parole sono un mezzo, la più potente delle armi in loro possesso capace di ribaltare governi, stati. Il dolore è qualcosa di permanente, liberarsene rappresenta un'impresa talmente ardua portare allo sfinimento coloro la cui caparbietà non conosce confini <Tu non vuoi farlo. Te l'ho già detto, ti aggrappi al dolore perchè la considera la tua unica certezza> estrema sicurezza nel tono vocale <Se torna, lo rispediamo indietro. Dov'è il problema? Lo faccio tutti i giorni con me, farlo con te sarà una passeggiata> l'esperienza, almeno in quello, può sensibilmente tornare utile alla causa. Colui la cui abitudine è ricacciare il dolore non può trovare difficoltà nel farlo ad altri permettendo loro di passarci al di sopra con immensa facilità. <Non è vero. La convinzione nei propri ideali ti permette di uccidere chiunque. Essere freddi è solo una maschera che ci diamo> parla al plurale includendo persino se stesso, accentuando l'uguaglianza tra essi. Troppo simili, nati davvero in due periodi diversi, forse, facenti parte della stessa anima divisa dai soprusi del tempo, dagli scherzi del fato. Il silenzio prende possesso del Sumi le cui labbra, or serrate, tacciono definitivamente lasciando posto al dire della rossa; tale verbo non viene ribattuto percependo una stretta allo stomaco, un dolore provato solamente in presenza della Kokketsu. Amore e dolore muovo il mondo, vanno di pari passi, l'uno non può esistere senza l'altro. Soffre per questo? E' davvero amore ciò che prova nei confronti della Kokketsu? Lui riesce ad avere dentro di se un sentimento di tale portata, ripieno di debolezze e sofferenza? Dorate incastonate nelle azzurre altrui, quesito interessante proposto replicando ampliando, di poco, le carnose labbra <Forse, al momento più opportuno, farò la mia mossa ma non ora. Ho ancora tanto da capire e comprendere, verso di lei e su di me> azzardare un qualunque passo è segno di stupidità, ogni azione ponderata consente lui di effettuare le scelte più adatte, logiche evitando di incorrere in futili errori evitabili <Molto testardo> stempera appena la tensione, per l'ennesima volta <In un locale, per puro caso. Gli ho rotto un po' le scatole per divertirmi> sempre lui, sempre se stesso, non cambia mai, un comportamento difficile da sradicare. Destrorsa vien sollevata, non replica al quesito permettendole di concludere il vociare, cercando di adagiare il palmo sull'altrui guancia, leggera la carezza effettuata <Vediamoci tutti e tre insieme, dopo di ché, risponderò alla tua domanda> contatto, in caso di successo, diviene nullo portando la distanza. Vari passi all'indietro ritornando ad avere il vitale spazio donato ad ogni essere umano <Direi che ci siamo allungati anche troppo, sai? Il direttore dell'ospedale mi licenzia se faccio tardi, perciò è meglio che vada> portando la propria essenza all'insegna dell'uscita dalla stanza, soffermandosi sull'uscio <E comunque non hai ancora imparato a divertirti, sei davvero una pessima allieva. Ci vediamo> sogghignando, i riferimenti si sprecano, le allusioni anche, nascoste, di difficile lettura ma presenti. Avanza uscendo definitivamente dalla stanza, inoltrandosi nel giardino e da li oltre, fuori dal quartiere diretto a Kusa, si, da lei. [END]

17:54 Sango:
 < non voglio che sia come me > non solo per egoismo ma anche per amor dell'altra, di quel piccolo sentimento che nasce dentro di se ma che cerca di affogare < potrebbero usarla contro di me, come dispetto, come pagamento > potrebbero farle di tutto se solo sapessero in giro il rapporto che le lega, e se ne allontana ancor di più < no, non serve > ammette per lui, il sorriso ambiguo che si forma sul viso < serve qualcuno che ti porti sulla strada che hai paura di imboccare da solo > per lei è stato così, non testarda nel contraddirlo, ma solo perchè ha conosciuto solo questo, è normale che pensi che sia la cosa migliore e unica da poter fare < non ci provare Kan, ti conosco bene > si, beh, si son lasciati entrambi al desiderio della carne e della mera bellezza, sebbene siano troppo simili per ammettere che forse entrambi abbiano visto più di un semplice piace nell'altro. Si, egli nemmeno immagina quanto sia profondo il marcio in lei, la depravazione che raggiunge confini orridi per sorpassarli, di una mente malata senza dubbio, influenzata dal passato < lo voglio > suggerisce semplice, non si altera per quel che dice lui, per lei quel che fa è giusto .. < non chiamarmi bellezza Kan > si infervora, e si, in quel momento potrebbe rivoltarlo come un calzino < non ti pronunciare a me come se fossi una sguattera qualsiasi > orgogliosa, altezzosa, si rivedono adesso i modi e la linfa che l'ha cresciuta. Un clan prestigioso che si vanta di bellezza e meraviglia. < e te lo chiedo solo perchè dici di volermi bene > incede in quel suo dire per affondare lei quel coltello adesso nel suo animo < oh che io voglia o non possa non cambia nulla > sorride amara < per me sono uguali > volere e potere si fondono dentro la mente e il corpo, vuole che siano così, e tutto le par più semplice < oh > sorride meglio ancora, incredibile come l'altro non possa comprender il proprio divertimento a quel dire, quando lei parla letteralmente di riportarlo li in vita, con loro, tra di loro donandogli un'altra possibilità < forse >chissà. < non hai mai ucciso ? > suggeisce lei < hai mai visto la vita abbandonare lo sguardo di un tuo nemico mentre affondi la tua lama nel suo cuore ?> ha davvero provato a toccare lui stesso la morte o si tratta solo di parole dette tanto per? < puoi rispettar la sua morte ma non puoi permettere che essa ti distrugga > rispetto per l'altro, si, ma anche per se stessi, per proteggersi in qualche maniera. < tu..pensi troppo. E mi piace > pianifica il suo attacco come fosse una guerra, e per lei pare normale come respirare, che sia bravo, che possa toccare punti giusti < l'ho invitata a casa mia .. chissà che non venga quando ci sei tu > chissà, forse, ma sta già pianificando lei stessa qualcosa di più grande, come un maestro scacchista che muove le sue pedine per il proprio diletto. < lo è > testardo, sicuramente < forse anche freddo > peggio di lei, molto più riservato della rossa Ishiba, ma gode di quella proposta < va bene > si, non dovrebbe andare storto nulla, no? Lo lascia come lui lascia se, lo vede allontanarsi ma senza seguirlo < forse, un giorno >imparerà a divertirsi, ma qualcosa di tale portata pare letteralmente impossibile. [end]

Kan giunge fino al distretto di Ame per incontrar la rossa Ishiba,
ed entrambi si confrontano portando alla luce segreti inconfessabili e proibiti,
s'alterano gli animi, di odio ed amore

chissà...