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Giocata del 07/07/2021 dalle 16:25 alle 21:59 nella chat "Piazza Centrale [Kusa]"
[Centro di Kusa - Pressi negozio di tatuaggi] Caldo, sole, eppure sembra la giornata migliore del mondo per certi versi. La Kokketsu è nuovamente andata a sbirciare in quel negozio di tatuaggi alla ricercadi Ryoma, però questa volta invece che trovarlo chiuso era riuscita trovare il proprietario del luogo, così da scambiarci due chiacchiere. Non essendo un incontro programmato ci era andata con questi pantaloncini corti, che le coprono le gambe fino a mezza coscia ma come sempre un poco strappati qui e la, scarpe di tela alte fino alla caviglia di un color bianco, con qualche striscia blu. Il busto coperto da una maglietta bianca oversize che le cade morbida sul corpo, nascondendo le forme abbaondanti del seno almeno in parte, su essa ci sono disegnati un paio di draghi sulle tinte del blu che si intrecciano fra loro. I capelli rossi sono lasciati sciolti, le cuffie attorno al collo mentre esce da quel negozio di tatuaggi decisamente arrossata in volto e con uno sguardo non troppo sereno. A quanto pare il tatuatore non si era più fatto vedere in circolazione da un bel po', tanto che il suo datore di lavoro lo avev dato per disperso e stava cercando un rimpiazzo. Caso vuole che Shizuka sia passata li, cercando Ryoma e sia praticamente stata inclusa in un colloquio alla buona, che l'aveva anche fatta mezza denudare per mostrare quel tatuaggio che si era fatta sul corpo e le foto di quello fatto su lcorpo di Yasuhiko. Ora come se non bastasse aveva avuto quella brillante idea di contattare Kan e dargli la possibilità di esprimersi in maniera un poco più completa. In questo momento comunque la ragazzina si trova a pochi passi da quel negozio di tatuaggi, muovendosi in direzione della piazza ecntrale di Kusa, luogo designato per l'incontro dei due tirocinanti.
Nuova la giornata affacciatasi, oggi niente turno all'ospedale, dopo l'estenuante avventura vissuta ieri, giustamente, del riposo risulta quanto mai necessario per l'albino. Rilassato fin dalle prime ore del mattino, non ha rimesso piede nell'abitazione permettendosi il lusso di un continuo giro per il villaggio assaporando la giornata nella sua interezza, ottenendo numeri da svariate fanciulle, chissà quale sarebbe stata la sua compagna quella sera godendo di una compagnia perfetta come il Sumi. Il vestiario del Konohano risulta atipico, strano ai più eppure originale nella sua bellezza effimera composto da un paio di blue jeans nel ricoprire gli inferiori arti, più smosso in zona polpaccio e caviglie e sandali shinobistici per finire la parte inferiore. Marrone cintura con fibbia dorata legata alla vita ed una camicia blu di lunghe maniche sul busto, bottoni inseriti nelle apposite fessure ma le ante della stessa risultano separate permettendo la mostra del fisico allenato del diciottenne. Polsini viola e bordi blu ed una giacca color del latte ricade su spalle, schiena e braccia i cui bordi inferiori risultano di un viola, esattamente come le sfumature sulle spalle. Albina chioma pettinata ma allo stesso tempo scomposta, lunga non oltre il collo. Portaoggetti legato alla cintola, fianco destro come parte selezionata trovando al suo interno fuda e inchiostri speciali, favoriti dal clan per portare avanti la suprema bellezza dell'arte ereditata al momento della nascita. Abiti perfetti, divinamente tenuti per essere sempre nel miglior stato possibile. Il centro del settore di Kusagakure, a quell'ora, presenta una pochezza di figure imbarazzante ma l'attenzione non è per loro, quanto per la chiamata della stessa Shizuka. Quel loro ultimo incontro lo ricorda perfettamente, la risposta non manca ed in tal momento dirige la propria essenza verso uno studio di tatuaggi nei paraggi; mai messo piede in quel loco eppure c'è una prima volta per tutto. Passo veloce, dorate alla continua ricerca dell'obiettivo, ritrovandola non troppo distante, capelli rossi, forme prosperose del corpo non proprio in evidenza <Ciao> saluto di semplice fattura arrestando il moto ad un metro dalla ragazzina, atteggiamento cambiato con un piano ben in mente da portare a termine <Ti sei fatta un tatuaggio nell'attesa?> indice destro alzato indicando lo studio li a fianco. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Pressi negozio di tatuaggi] Che la minaccia dell'ultima volta abbia fatto effetto? Ma non scherziamo, lui non si è mai sentito minacciato da lei e la rossa lo sa benissimo, però quanto meno per la prima volta da quando si incrociano lui riesce a mantenere una distanza che la fa sentire a proprio agio. Sente solo la voce che le si rivolge, il viso viene rivolto in direzione di lui e la distanza che mantiene, le blu forse un poco stupite nel constatare che non le è saltato addosso. << Ciao Sumi >> Quel saluto allo stess otempo personale e impersonale, il cognome lasciato per mantenere la distanza da qualcuno che ancora non ha identificato mentre quel ciao impersonale molto più colloquiale di tanti altri modi. La testa viene mossa in segno di negazione alla successiva domanda dell'albino: << No. Ero venuta a cercare un amico ma credo sia disperso. >> Non se la sente di utilizzare altri termini, non vuole darlo per morto, non sa che fine abbia fatto, nemmeno il suo capo sa esattamente cosa gli sia successo, fatto sta che Ryoma non è più rintracciabile da un mesetto. << In realtà il responsabile mi ha proposto di lavorare li part-time. Sto valutando se accettare o meno. >> E all'altro che importa? Era il ragazzo dal vestiario particolare che doveva scucirsi e lasciare informazioni su se stesso non il contrario. Ma la lingua della Kokketsu è sempre molto veloce. << Vuoi fare merenda? Gelato? >> Si non è un appuntamento però qualcosa dovranno pur fare no? Se vogliono chiacchierare e eventualmente capirsi meglio sarà il caso di partire da qualche parte. Le guance si gonfiano un poco, lo sguardo imbronciato va a fissarsi sul viso dell'altro: << Comunque non intendevo certo che dovessi restare a un chilometro di distanza da me! Semplicemente ti sarei grata se evitassi di abbracciarmi a casaccio o toccarmi in maniera inappropriata. >> Gli ha detto di non saltarle addosso e ora si lamenta di quell'accortezza che le ha concesso? Non sa nemmeno lei esattamente dove mettere l'asticella del limite consentito al Sumi. La distanza mentale è mantenuta dalla Kokketsu il cui saluto comprende il nominativo del clan al posto del nome personale, è importante? No, adesso deve soltanto farla sentire a proprio agio lasciandole passare ogni minima cosa, o quasi. Accondiscendente nei limiti preposti del suo intelletto, farle comprendere di poter essere un altro eppure sono gli obiettivi nati da quell'ultimo incontro son presenti, attivi in attesa di esser portati al loro naturale compimento, grandiosi, perfetti, tutto ricollegato al potere del clan Kokketsu, l'impossibilità di invecchiamento enunciata dalla stessa Shizuka è allettante, mantenere un aspetto giovane per la vita, essere angelico fino al giorno della morte. Troppo allettante per lasciar scappare una simile opportunità. Misero cenno del capo al saluto lasciando ancora quella distanza di un metro, volgendo lo sguardo sullo studio, lanciando occhiate alla ragazzina, veloci, istantanee <Credi? Hai sporto una denuncia alla Shinsengumi?> per scomparsa ma è il palese non detto, comprensibile a chiunque si renda partecipe del discorso o comprenda anche solo minimamente la situazione. Farsi gli affari altrui? Un buon modo per mantenere gli animi tranquilli nonostante sia lui a dover parlare eppure la capacità di rigirare la frittata è un'abilità innata più forte persino dell'inchiostro in suo possesso <Se accetti sarò il tuo primo cliente> un incentivo nel perseguire quella strada preposta dal destino, un fato strano messosi in mezzo per portarla in zone diverse dalla norma <Me lo farei da solo ma so usare i pennelli, non gli aghi> schiarendo il tono vocale con quella semplice osservazione il cui fine è rivelare qualcosa di se tramite un minuscolo contagocce, appena accennato, infarcendo la mente della rossa di dettagli in più su un ragazzo da lei quasi detestato <Gelato sia, fai strada> indicando il centro del settore, un bar, una gelateria, qualunque luogo ella decida di sfruttare per l'assolvimento di quella merendina pomeridiana. Il passo non vien cominciato, le guance gonfie e il broncio portano la sorpresa nel volto dell'albino, accentuata dalla frase immediata. Labbra schiuse, parole cercan di uscire senza successa, destro sopracciglio innalzato <Ehm...ok> prendesse una posizione. Accorcia le distanze, porta il corpo nelle vicinanze altrui <Non ti ho incrociata in ospedale in questi giorni> rompendo in via definitiva quel ghiaccio. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Pressi negozio di tatuaggi] Denunciare la scomparsa di Ryoma? Perchè no? Potrebbe risultare utile forse, tanto la Shinsengumi ce l'ha a portata di mano quando più preferisce, tra il ragazzo e Kamichi. A quella domanda vien data comunque solo uan risposta di dinniego fatta con la testolina, il crine che segue quel movimento meccanico e si ingarbuglia alle cuffie che le stanno attorno al collo. Lui poi inaspettatamente si offre come primo cliente per l'eventuale lavoretto part-time della ragazza, cosa che le fa sgranare gli occhi in direzione del bianco, che specifica anche la sua abilità nell'usare i pennelli. << Dipende da quello che vuoi farti tatuare. Puoi anche portarmi un tuo disegno se preferisci, poi ci penso io a trasferirlo sul tuo corpo. Dovresti già sapere qual'è la mappa dei punti più sensibili del corpo no? >> Lo da per scontato, in fondo anche lui deve aver studiato quella parte per diventare tirocinante, anche se probabilmente non ci ha dato molta importanza. Acconsente al gelato, lasciandole il tempo di decidere come muoversi e avvicinandosi anche, riducendo quella distanza lasciata poco prima. Lui effettivamente per la prima volta sembra confuso, non capisce perchè lei ora gli stia chiedendo di ridurre le distanze quando non ha fatto altro che imporle fino all'incontro precedente. << Ho avuto qualche giorno libero. Sono stata nel distretto di Oto a fare un paio di cose. >> Resta sul vago, in fondo ha passato un bel po' di tempo con il ragazzo a fare cose da fidanzati e non. Questo ovviamente all'altro non dovrebbe interessare più di tanto. << Ho disegnato anche parecchio, ho conosciuto nuove persone. Mi fa strano il fatto che io vada più d'accordo con gente più grande di me che non con quelli della mia età. >> Il tono è tranquillo anche se lo guarderebbe dal basso in alto dopo l'ultima frase, come a sottolineare che in parte si sta proprio riferendo al tipo che le sta accanto. I piedi comunque hanno già deciso di muoversi, quindi con ogni buona probabilità questa conversazione sarà fatta in movimento. In particolare la ragazzina si sta dirigendo in una gelateria del centro di Kusa molto rinomata per i gelati, infatti ci si può sedere a un tavolino e farsi portare coppe di gelato delle più svariate dimensioni e forme. Non ci impiegherebbero comunque molto i due a raggiungere il posto, dove verrebbero accolti da una cameriera che li farebbe accomodare su un tavolinetto sotto a un grande ombrellone a far ombra, mollandogli un paio id menù e lasciandoli soli. << Non sono molto pratica di pittura io, disegno prevalentemente a matita o coni gessetti. Oltre che aver imparato a utilizzare la macchinetta per fare i tatuaggi. Lo sguardo blu andrebbe a fissarsi sul viso altrui, le manine appoggiate ai lati del mento, a sostenere il viso mentre i gomiti sono poggiati al tavolino. << Che cosa ti piace mangiare? Hai dei gusti del gelato preferiti? >> Domanda che pare suonare quasi infantile, sembra che il suo interesse sia definitivamente sul comprendere chi si trova di fronte, ma principalmente nelle piccole cose che fanno diventare una persona quella che è. Lui sembra un tipo parecchio intelligente, ma a lei non importa esattamente quell'aspetto. Il moto del volto non passa inosservato seppur non venga minimamente commentato, quest'amico non lo riguarda, non gli interessa, è scomparso e chissà in quale luogo è andato a cacciarsi. Il primo pensiero verte su un divertimento incessante, portato all'estremo dove la vita viene goduta nell'interezza senza limiti imposti; estremamente ottimista nel pensarla in quel modo oppure disperso in missioni. La moltitudine di possibilità rende la comprensione dell'accaduto estremamente ardua, gli elementi in possesso risultano nulli per poter avanzare una deduzione quanto meno approssimativa, tale è il motivo per cui sceglie il silenzio conservando il potere dell'intelletto per un prossimo futuro <Il simbolo del mio clan, sul polso destro> superiore arto destro avanzato quanto basta per mostrare la zona prescelte per il primo tatuaggio dell'intera esistenza <Hai idea di come sia fatto?> l'idea della fama dei Sumi non è contemplata, conosciuto oppure sconosciuto, fino a tal momento nessuno è riuscito a comprendere la vera essenza della propria arte, nonchè l'abbia mostrata tanto spesso eppure in cuor suo, l'idea di avere tanta gente la cui ignoranza li porta inevitabilmente ad un allontanamento involontario dall'unico clan capace di portare la vera libertà nel mondo. Piccoli passi fatti seguendo la strada prescelta mentre un pizzico di momentaneo straniamento si impossesso d'egli, il cambio decisionale della Kokketsu lo rende interdetto, difficile sapere cosa pensare, ancor più arduo capire le giuste mosse da fare quando un'essere lunatico bussa alla propria porta <Comprendo> non pone domande, non è di suo interesse <Ho incontro Rasetsu comunque, non dovrebbe darti più fastidio adesso> porta quell'argomento improvviso sul tavolo, ha svolto un compito non richiesto ma necessario, forse anche troppo per giungere al sacro compimento <Se per caso continua, avvisami> come e perchè, sa soltanto lui e nessun altro vien messo al corrente. Leggero e mesto il sorriso creato sul volto, comprensibile, condivisibile l'opinione della ragazza <Vale lo stesso per me, spesso e volentieri ho più feeling con età diverse> ogni riferimento può essere puramente casuale o voluto, non entra nello specifico di quella conversazione. Può voler dire tutto e niente mentre giungono in una gelateria dai tratti eleganti, anche altolocata, la presenza del cameriere spiega più di quanto non facciano le parole andando ad accomodare se stesso al tavolino donato; giaccone sollevato per permettere una seduta corretta, menù sfogliato ascoltando il verbo altrui <Non sono un pittore, ho solo doti fuori dalla norma> un'abilità innata in grado di renderlo un maestro in settori per cui altri studiano per anni e anni. Dorato portate sui più disparati gusti, attento nel comprendere i giusti gusti <Mangio di tutto, non sono un tipo schizzinoso ma adesso credo di andare su una coppa con limone, fragola con una piccola ciliegina sulla punta> sollevando lo sguardo, finalmente torna a guardarla <L'ultima volta volevi conoscermi meglio, dico bene?>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] La zona prescelta per il tatuaggio è una molto comoda e poco dolorosa, che consente un lavoro facile e semplice. Sarà un lavoro molto più rilassante che non gli ultimi eseguiti dalla rossa, in cui ha dovuto tatuarsi da sola o sdraiarsi sul fidanzato per raggiungere la zona prescelta. << Ho una vaga idea di come sia fatto il simbolo del tuo clan. Però non vuoi rivisitarlo in maniera personale? Ne vai parecchio fiero eh? >> Dettaglio registrato, lui è fiero di quello che è, primo tratto in comune, un piccolo dettaglio da aggiungere alla lista di chi è Kan. Quando lui nomina il genetista un brivido le percorre la schiena, non di piacere, ne di paura, forse di ribrezzo; le iridi blu si dirigono al cielo in maniera istantanea e automatica. << Non ha mai dato fastidio a me. Ha toccato un mio amico. Ed è una cosa che non sopporto. >> Quel tizio non l'ha infastidita più di quanto il Sumi stesso effettivamente non abbia già fatto. Mentre passeggiano viene poi evinto un altro punto in comune, il fatto di avere più familiarità con chi è più grande di loro. Sarà per motivi diversi, ma forse sono entrambi più maturi di quanto non diano a vedere. Una volta seduti lui va a scorrere il menù, lei nemmeno lo va a recuperare sapendo già cosa desidera da quella lista infinita. << Avere un dono dalla nascità è una fortuna. Penso che la pittura sia una delle cose più complesse da utilizzare. >> Ma che ne vuole sapere lui che ce l'ha nel sangue quella capacità? Un poco come il suo essere in grado di scrutare la realtà delle cose con quegli occhi blu. << Limone, fragola e una ciliegina sulla punta. >> Lo osserva, con quel visino sorretto dalle mani, sembra pensierosa riguardo alle scelte altrui. << Ti piacciono le cose esteticamente belle eh? >> E' riuscita ad immaginarsi quella coppa dai colori contrapposti, quell'acidume del limone che chiaramente può essere ricondotto a quanto ostico lo stesso ragazzo possa essere, mitigato dal sapore della fragola. Proprio in quel momento dovrebbe passare un cameriere a prendere l'ordinazione, senza troppi complimenti sarebbe la rossa a ordinare per entrambi: << Una coppa amarena, una coppa limone e fragola con una ciliegina sulla punta. E potrebbe portarmi un semifreddo della neve con sorpresa? >> Sembra abituata a quel posto, deve esserci venuta parecchie volte dato che ordina senza nemmeno scorrere l'elenco. << Si esattamente. >> Lo sguardo è tornato sull'altro, mentre risponde a quella domanda posta in ultima battura prima dell'arrivo della terza figura. << Diciamo che mi andrebbe di capire se vale la pena starti dietro o meno. >> Un treno, senza mezze misure, non ha troppi peli sulla lingua, va dritta al punto senza lasciare grossi dubbi in merito. << In altre parole se ci sia qualcosa di interessante nella tua persona che possa spingermi a considerarti eventualmente come un amico e non semplicemente un conoscente o un collega da tenere alla larga il più possibile se non per le strette necessità lavorative. >> Sembra particolarmente ostica nei confronti di lui, come tutti hanno punti in comune ma cose in cui differiscono di parecchio, una fra tutte l'egoismo del bianco che sicuramente non è una caratteristica della rossa. La scelta del loco dove marchiare la pelle non è casuale, frutto di un pensiero, un ragionamento fatto con semplici elementi, quali la fedeltà assoluta al clan, ai suoi ideali, a tutto ciò che concerne l'essere un Sumi. L'avere una vaga idea non basta, serve accuratezza fin nei minimi particolari, non omettendo neanche un singolo dettagli del loro simbolo, sacro quasi quanto un elemento religioso <Ti porterò una riproduzione se verrai assunta> tutto risiede in quello, non può affidarsi a chi realmente non svolge quel ruolo come un ruolo, bene la passione ma sempre meglio recarsi dalla professione <Nessuna rivisitazione, lo voglio esattamente com'è senza aggiunte oppure omissioni> specifico nelle richieste, deciso nelle intenzioni, svolgere un lavoro certosino, seguito passo dopo passo da occhi attenti <Oh si, i Sumi hanno avvolto la mia vita fin dai primi vagiti. Sono cresciuto seguendo i loro ideali, li ho fatti miei e voglio rendere loro omaggio in ogni modo possibile> questo è solo uno dei tanti, imprimere, marchiare l'epidermide a vita senza possibilità alcuna di rimozione, una decisione da cui è impossibile tornare sui propri passi. Nonostante le chiacchiere, le dorate notano la minima reazione al nome di Rasetsu, il Kokketsu non è per nulla visto di buon occhio <Si ma questo infastidisce anche te, perciò> si tratta sempre di fastidio <Diciamo che ho ottenuto la possibilità di farlo smettere senza troppi sforzi> il direttore, santo complice di quell'operazione messa in atto. Seguire il genin passo dopo passo, notare le mosse da lui messe in atto, le atrocità compiute all'interno delle stanze degli ospedali. Quanti bei progetti la mente partorisce, avrebbe fatto abbassare la cresta ad un uomo il cui intento è ergersi al di sopra, senza sapere di non esser più di un misero insetto, neanche degno di venir calpestato dalla suola dei calzari dell'albino <Non la definirei complessa, per me si tratta di puro trasporto. Quando poggio il pennello sul foglio, la mia mano si muove da sola, non penso, agisco soltanto e il disegno si crea in automatico> medesimo discorso fatto ad un'altra persona non molto tempo prima, ora ripreso ed espanso <Tutti, alla fine, siamo in possesso di abilità innate, o quasi> un'informazione? Solo per coloro in grado di cogliere tali elementi; parla di se, non trattiene le informazioni seppur non in maniera esplicita e diretta, lascia alla Kokketsu la possibilità di arrivarci, comprenderle, farle sue, mettere alla prova l'altrui intelligenza. Annuisce all'elenco fornito e schiarisce la voce dal quesito successivo <A me piace la bellezza in generale, nella maggior parte delle occasioni è estetica certo ma a volte, in rare occasioni, riesce a scorgere una bellezza implicita, dettagli piccoli e particolari capaci di affascinarmi> solo lui sa di cosa stia parlando ma chi vuol comprendere può farlo <Però si, la presentazione prima di tutto> esempio lampante di chi sfrutta il bell'aspetto come arma, mercificando in apparenza un tratto distintivo del corpo per giungere ai propri fini. Non interrompe l'ordine, permette alla ragazzina di portarlo a termine adagiando la schiena contro lo schienale mentre il verbo proveniente dalle altrui labbra porta alla luce tutta l'astio provato <Questo solo tu puoi deciderlo, perciò avanti, chiedi pure ciò che vuoi e vedrò di risponderti, per quanto possibile> i dettagli sono un'arma se non sfruttati saggiamente. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] Lui non si fida di lei più di quanto la Kokketsu non si fidi del Sumi. Il loro rapporto al momento non è altro che un intreccio particolare di interessi momentanei che ognuno vuole sfruttare a proprio vantaggio. Principalmente lei ascolta, si è messa col corpo e la mente in direzione dell'altro per carpire i dettagli di frasi mosse probabilmente con intelletto pronto, in modo da svelare o meno dettagli imporanti. Parla del resto dei Sumi come se fosse stato accolto, li venera ma sembra che non ne sia un discendente diretto. Pare possedere quell'innata tuttavia, il modo in cui si esprime fa intendere questo alla rossa che coglie quell'informazione e la raccoglie per comporre il puzzle che le si presenta innanzi. Gli piace ciò che è bello, in senso più generico e in senso particolare. Sembra ben disposto al racconto e al rispondere alle domande che gli verranno poste, sembre che questo accada ovviamente. Lei è curiosa ma allo stesso tempo sa perfettamente che quello che gli altri non dicono è la parte più importante. << Sei un Sumi di nascità? I tuoi genitori dove si trovano? Come mai sei stato in coma? Quando ti sei svegliato? Hai chiesto alla Shinsengumi o agli Anbu di Kushina? >> Errore, darle la possibilità di chiedere qualsiasi cosa, lasciandole spazio di girare in ogni luogo, toccando in maniera più o meno profonda dei tasti potenzialmente dolorosi. In tutto questo tuttavia le coppe gelato vengono portate, quella di Kan è assolutamente perfetta, con quella ciliegina posta in cima in maniera assolutamente centrale. La coppa di Shizuka è altrettanto perfetta, sfere di fior di latte variegate all'amarena sormontate dalla panna montata, e un'amarena sulla punta estrema. Al centro, fra i due ragazzi viene poggiato un bicchiere con due cucchiai lunghi e su un piattino uan specie di piccola pallina di semifreddo completamente candido all'apparenza. Una volta andato via il cameriere l'indice della Kokketsu si dirigerebbe a quel dolce messo fra i due. << Quello sei tu! >> Non ha ancora deciso se mangiarlo assieme oppure no, però sicuramente lo ha ordinato perchè è l'idea che lei si è fatta di lui per il momento. La verità è insita non solo nel non detto, anche nei minuscoli e trascurabili dettagli di una conversazione, del corpo, del modo di porsi. I dettagli risultano quanto mai fondamentali per ricreare un qualcosa, dal carattere di una persona, una situazione in particolare, comprendere con chi si sta parlando. Il potere dell'osservazione, la capacità di udire leggendo tra le righe sono dotati in possessi solo di coloro il cui intelletto emerge dalla massa raggiungendo vette la cui altezza è impraticabile. Silenzio cala dopo aver concluso il proprio verbo rendendo la ragazzina abbastanza potente da poter chiedere qualunque cosa la mente di lei partorisca ed è ben conscio su quale argomento sarebbe giunta a parlare, quali punti avrebbe toccato. Essere sprovveduti non rasenta la scusa, non lo è; giunto in tal loco preparato ad affrontare ogni possibile, papabile discorso <Si, sono nato nel clan, ho ereditato i geni da mia madre, la quale a sua volta li ha ereditati da suo padre> la prima domanda ottiene la risposta, semplice, poco importante ai fini di una vera conoscenza <Mia madre è morta di parto, mio padre l'ha abbandonata prima della mia nascita. Attualmente non so se sia ancora vivo oppure no e prima che me lo chieda, sono stato cresciuto dai miei nonni materni> evitando l'ennesima domanda scontata. Pacata tranquillità, rilassato è il volto dell'albino la cui schiena permane poggiata, braccia sciolte lungo i braccioli fornendo ad ella tutto ciò di cui necessita. I sentimenti non traspaiono, il tono vocale è neutro. Alla fine, gli argomenti pronosticati giungono, presenziano surclassando tutto il resto <Due anni fa io e Kushina facevamo parte di un gruppo di persone il cui obiettivo era migliorare Kagegakure ma un giorno decisero di fare un vero e proprio colpo di stato con omicidi annessi. Io e lei non ci siamo stati così li denunciammo in anonimato> prendendo fiato, permettendo di metabolizzare il racconto <Ci fu una retata e il gruppo si diradò, non prima di scoprirci così ci attaccarono e per difendere Kushina venni colpito. Quando riaprì gli occhi erano passati due anni> adesso è a conoscenza del reale motivo per cui è giunto in un letto di ospedale, non per motivi futili quanto per protezione nei confronti di una persona a lui cara <Circa due mesi fa> non troppo tempo dopotutto <E' stata un membro della Shinsengumi a presentarsi al mio risveglio, tutt'ora sta indagando su di lei perchè attualmente non ho idea di che fine abbia fatto e comincio a pensare il peggio> morta da qualche parte con lui lontano, impossibilitato nel proteggerla. I gelati giungono, le coppe, entrambe bellissime, perfette esattamente come il Sumi, prive di sbavature con una bellezza estetica e intrinseca da far invidia. Insieme giunge il semifreddo il quale attira le dorate del genin, non per la cibaria in se, bensì per il gesto altrui accompagnato da parole ben precise <Io? Spiegati meglio> poggiando i gomiti sul tavolino, dorate alla ricerca delle azzurre della controparte, immergendo se stesso in lei, totalmente. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] Le risposte alle domande si susseguono, poco o niente il coinvolgimento di qualsiasi argomento trattato. Geni Sumi ereditati dalla madre, nonni che lo hanno allevato, probabilmente ricoperto d'amore, del padre poco si sa e non ne è interessato realmente. Pare che la sua famiglia sia il suo Clan, unica cosa che valuta alla pari con se stesso. La descrizione di quanto stavano facendo lui e Kushina prima del suo coma è interessante, strana e particolare, sembra molto più attivo di lei sul piano dell'interesse per Kagegakure stessa, ascolta silenziosamente ogni cosa, con attenzione ai modi dell'altro. Domande vaghe, inutili e poco interessanti quelle poste dalla rossa per il candido, che però sembra interessata. Si sposta leggermente indietro solo per far poggiare il gelato sul tavolo e come prima cosa si impadronisce dell'amarena che è poggiata sulla montagna di panna che viene mangiata senza troppi complimenti. Poi il cucchiaio viene guadagnato mentre inizia a mirare alla panna. << Assaggialo! >> Lei non si spiega, ma quel perfetto dolcetto completamente bianco è fatto di semifreddo al cocco, tuttavia all'interno si può trovare un ripieno dolce al mango, di un colore giallo caldo, come se all'interno di tutto quel bianco candido vi fosse nascosto qualcosa di più intenso e più interessante che non solo quella finta apparenza esternata e ostentata con testardaggine: << Ora non ti sembra il caso di raccontarmi chi sei? Non mi piace fare domande. Se ti va di spiegarmi chi è Kan allora starò ad ascoltare e valuterò se mi piace o meno. Sono stanca di vedere il tuo bel faccino e i tuoi modi antipatici e basta. >> Non si fa problemi a lodarlo per l'aspetto e a denigrarlo per i modi di fare. Però allo stesso tempo si mette in ascolto. Fissandolo mentre mangia quella panna. La destrorsa avanza prelevando il cucchiaio lungo eseguendo quel consiglio della Kokketsu imprimendolo sul semifreddo, schiacciandolo, prelevando il dolce all'interno. Tutto il contenuto vien portato alle labbra, avvolto e masticato con lentezza estrema, un boccone gustato assaporando ogni singolo gusto al suo interno finendo per sorridere genuinamente, divertito nell'aver compreso la reale intenzione della rossa. Il sorriso ben presto si trasforma in una leggera risatina pregna di un nobile divertimento improvviso <Non ti facevo tipo da metafore, ammetto che questa mi è piaciuta> confessa più a se stesso, una metafora di semplicistica fattura il cui scopo vien raggiunto ampiamente portandolo alla comprensione. Anonimo in apparenza ma ricolmo di sostanza all'interno, sotto la scorza da lui formata <D'accordo Shizuka, ti racconto di Kan e di chi sia realmente> prende tempo, immerge il cucchiaio nella propria coppa prelevando un po' di fragola, un po' di limone, riportando il tutto tra le labbra gustando l'ordine, constatando l'effettiva bontà del posto <Tutti pensano che crescere senza genitori sia doloroso, non è così, specialmente se non li hai mai conosciuti. Non posso neanche dire che voglio loro bene, per me sono il nulla, delle figure inesistenti. Ringrazio mia madre per avermi dato la vita ma si ferma li, esattamente come non ce l'ho con mio padre per averla abbandonata> è strano il discorso seppur concreto <E' andato via senza più tornare però, qualcosa di lui ha influito> qui, il discorso, subisce un mutamento sia nel tono di voce, nella serietà delle corde toccate <Quando mi raccontarono cosa successe ho compreso quanto mia madre si fosse limitata. Lei era una Sumi, poteva fare grandi cose ma ha scelto di innamorarsi e da quell'amore sono arrivato io ma l'amore non l'ha ripagata; l'uomo della sua vita l'ha abbandonata e lei ha perso ogni possibilità per colpa di un sentimento> l'assenza dei genitori influisce sempre sulla psicologia dei figli, in un modo o nell'altro sono partecipi nella crescita <In quel momento realizzai di non voler commettere lo stesso errore, di godermi la vita a pieno, prendere tutto ciò che essa mi concede godendomi ogni singolo istante, scegliendo di non amare perchè l'amore è una limitazione e fino ad ora nessuna donna è mai riuscita a farmi pensare il contrario. Ne ho avute abbastanza, alcune hanno cercato di avvicinarsi a me ma sono state poco incisive> per lui, quel discorso, ha fine li. Ora spetta alla Kokketsu continuarlo o metterlo a tacere eppure c'è ancora molto da dire, da sviscerare <Il non porsi limiti porta conseguenze, se voglio qualcosa, niente al mondo potrebbe fermarmi dall'ottenerla, farei letteralmente di tutto> chi vuol intendere, intenda <Per non porsi limiti, però, non basta la sola volontà, non basta fare gli stupidi o privarsi del rispetto. Per non porsi limiti, serve testa, bisogna ragionare ed essere sempre lucidi qualunque cosa si faccia. Ad esempio io posso alzarmi, andare da quell'uomo> indicandone uno a caso <E insultarlo perchè non mi aggradano i suoi capelli e ora ti chiederai, perchè? Questi non sono limiti bensì stupidità e ti do ragione, se non fosse che prima di farlo, l'osservo, ne guardo il comportamento, il modo di vestire, di porsi, di parlare e se lo faccio, vuol dire che ho già in mente la reazione e la voglio> banale esempio, i capelli risultano un becero pretesto per far comprendere il proprio modo di agire e di pensare <Alle persone piace pensare che io sia un ragazzino stupido che si diverte a rompere le scatole, vero in parte ma dove loro si fermano alla superficie, io, vado oltre. Durante il nostro primissimo incontro, è andata così, te ne ho data prova l'altra volta. Cogli la gente di sorpresa in quanto è portata a sottovalutarti commento il primo errore> mettendo pace per un momento al verbo, permettendo di elaborare il tutto perfettamente. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] L'assaggio di quel dolce viene fatto con estrema calma e attenzione e riesce a strappargli un sorriso, sembra per la prima volta divertito da qualcosa per davvero in sua presenza. L'ha giudicata da quello che ha visto, così come lei ha giudicato lui per quel poco che ha potuto osservare. Entrambi si sono fermati a quel cocco, bello e perfetto senza cercare di assaggiare il cuore contenuto all'interno. E' forse quel dolce che lo mette di buon umore e incline a fare rivelazioni che potrebbero meglio far intendere la sua natura. Gli occhi blu non sono che per lui al momento, ne studia i modi, il cambiamento nelle espressioni, le orecchie saggiano quel cambiamento di toni, di coinvolgimento. La destra viene lentamente usata per assaggiare gelato e panna, partendo dalla seconda e facendola sparire lentamente ma inesorabilmente. Riesce a comprendere la mancanza del dolore provato per i genitori, in fondo non puoi dispiacerti per qualcuno che non hai mai avuto il piacere di conoscere. Ma quelle mancanze lo hanno plasmato e trasformato in quello che è ora. Il desiderio di non limitarsi, di provare in maniera intelligente tutto quello che si può in quell'esistenza, escludendo però il fattore amore che pare essere limitante per lui. Non lo interrompe mai, non commenta quel suo pensiero lo ascolta anche quando il discorso verte in un'altra direzione, nella spiegazione di quanto il suo intelletto venga usato ogni volta che si approccia a qualcuno, anche con lei. Lo lascia proseguire senza mai interrompere, come se quel racconto possa effettivamente metterla a contatto con quello che è il cuore al mango dell'albino. Una volta che lui pare aver concluso quel lungo monologo richiesto dalla rossa, dopo aver sfilato dalle labbra quel cucchiaino completamente ripulito la prima cosa che le viene da dire è: << Non mi hai mai dato l'impressione di uno stupido. Ho pensato in un primo momento che fossi un infantile bambino capriccioso ed egoista. >> Non usa mezzi termini, non le importa di stare necessariamente simpatica a chi si trova di fronte. Infondo quell'uscita non è altro che il vedere se tra i due possa nascere un qualsivoglia rapporto di amicizia che superi il concetto di colleghi, nulla di più. << E se pensi a qualsiasi cosa prima di approcciarti a qualcuno mi chiedo che cosa tu voglia da me. Hai accettato di non infastidirmi con la tua fisicità come io ti avevo chiesto, lo hai fatto solo perchè vuoi che io ti dia qualcosa che da solo non puoi avere. Anche se fatico sinceramente a capire cosa, considerato che non ho molto da offrire. >> Si è intelligente, e questo lo dovrebbe ampiamente dimostrare. << E' interessante la tua scelta di sperimentare senza limiti qualsiasi cosa nella vita. Ma ti sei reso conto che, ti stai automaticamente limitando da solo? >> Il riferimento è ovviamente a quell'amore che non si concede di provare, quell'affetto che tanto lo spaventa per un esperienza passata e nemmeno vissuta appieno in prima persona. << Sei un ragazzino intelligente, a cui piace rompere le scatole e fare solo quello che preferisce. Quindi visto e considerato che io non sono quella che stavi cercando... come mai questo interesse per me? >> Lo sguardo blu non ha mai lasciato il viso altrui, e se possibile non ha mai lasciato lo sguardo ambrato dell'altro, a meno che non sia stato lui a scostarsi. Il tutto viene pronunciato in maniera molto pacata e composta, non sembra minimamente arrabbiata considerato che in parte pare che lui la voglia usare a quanto pare, quindi un'arrabbiatura pare lecita. Ma in fondo non era lei ad aver offerto a Kamichi stesso un contratto? Legarsi a qualcuno per necessità non è certo qualcosa che le dispiace, ma ci deve essere un tornaconto anche per lei. Lunga la spiegazione avanzata, tante le parole spese riuscendo nell'intento di catturare l'attenzione della rossa pur non rivelando particolari più oscuri. Ha compreso abbastanza il carattere della ragazzina da omettere le nozioni capaci di allontanarla, ha bisogno di preservarla intatta, di farla avvicinare il più possibile, riuscire nella creazione di un rapporto di fiducia mantenendo celate le motivazioni esatte. Lento il processo pensato dall'albino, una strada totalmente in salita la cui necessità di tempo risulta fin troppo evidente. Non rappresenta un problema, la consapevolezza di star svolgendo un lavoraccio è presente, soltanto le giuste parole possono aiutarlo e l'impegno si evince. Finalmente qualche commento risale dalla Kokketsu, pareri altrui su quanto appena udito e basta il primo a portare un sorriso, ennesimo, sul volto, prova tangibile di quanto appena enunciato <3 aggettivi uno più sbagliato dell'altro, se do quest'impressione vuol dire aver fatto centro> ilare nel tono, goliardico lasciando trasparire il sincero divertimento nato per via della ragazzina eppure il numero pronunziato non corrisponde al numero di parole, una la mantiene corretta, quale non vien fatto sapere, facilmente immaginabile pur mantenendo il segreto. Il punto focale di quel discorso viene fuori prima del previsto, adesso le parole risultano fondamentali, messe insieme nel giusto ordine possono aprire o chiudere una porta per sempre <Mi ricordi molto Kushina, esteticamente e fisicamente, certo lei aveva decisamente più forza fisica ma me la ricordi. Quel giorno ho avuto una visione, mi sembravi lei e ti volevo con me, volevo riabbracciare la mia migliore amica. Mi chiedi cosa voglio da te? Onestamente, mettermi alla prova, vedere cosa posso fare con un approccio diverso, vedere se riesco ad ottenere nuovamente un'amica degna di tale nome> lei, nuova amica del Sumi, un bel concetto, un buon obiettivo di cambiamento dopotutto <Shizuka, ti faccio una domanda e voglio una risposta sincera> attimi di pausa <Chi sei veramente?> non a caso, un obiettivo ben preciso risiede in essa, ancora non svelato <No, non mi sto limitando. Sto evitando un pericoloso intoppo> la considerazione dell'amore sotto i piedi si evince, torna prepotente nella voce del Sumi. Mangia ancora qualche cucchiaio di gelato, lo gusta fino in fondo assaporando ogni boccone <Io rompo le scatole solo se gli altri si infastidiscono> ribatte fermandone per un momento il verbo ma l'ultimo quesito lo coglie totalmente <Dimmelo tu, perchè sei interessante?> rigira la frittata mantenendo alto lo sguardo, le dorate non perdono di vista le azzurre, adesso l'attenzione è tutta per lei, il resto è solo vuoto. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] Lui continua a sembrare divertito da quella conversazione e commenta anche quei tre aggettivi che lei gli rifila senza troppi complimenti, la voce femminile viene fatta udire ben prima ora, come a voler specificare qualcosa di importante: << E' l'impressione che mi hai dato quando ci siamo incontrati la prima volta. La seconda volta me ne hai data un'altra e ora un'altra di nuovo. >> La panna ormai finita ora resta solo quel gelato variegato all'amarena. Lo lascia però proseguire, ascoltando ancora quel discorso sul fatto di quanto assomigli a Kushina e di quali siano le differenze fra le due. Una visione, l'idea di farsela amica per recuperare quanto probabilmente perso e forse l'unica certezza in una vita fatta di attimi, di istanti. Vuole mettersi alla prova quindi? Vedere se sia in grado di fare amicizia con qualcuno di nuovo? Poi arriva quella domanda che la spiazza un pochino, non sa bene come rispondere, non sa bene cosa lui voglia sapere in effetti che lei ancora non gli abbia mostrato. << Metterti alla prova? Che vuoi fare le prove per veder se dopo due anni di coma sei in grado di avvicinarti a qualcuno senza subire particolari ripercussioni? Smettila di prendermi in giro Kan. >> Non è decisamente abbastanza credibile quel discorso dopo tutta la manfrina sull'amore come limite, non può dargliela a bere così facilmente. Però allo stesso tempo invece che usare quel cognome per mantenere la distanza lo chiama per nome, di nuovo a parole si esprime sia a favore che contro di lui, sia in modo innervosito che accettando quel collegamento che stanno lentamente creando. << Non lo so perchè io dovrei essere interessante per te. In generale sono interessante per alcune persone e non per altre. dipende da quello che piace a chi guarda e cosa cerca. Io non ritengo di essere particolarmente interessante come tipo. >> Continua a mangiare quel gelato, senza sentirsi particolarmente modesta nel pronunciare quelle parole, le pensa sinceramente, non si sente nesusno di particolarmente interessante, motivo per cui non avrebbe mai sperato di essere abbastanza per l'amico d'infanzia. << Chi sono io mi chiedi? >> Il cucchiaio ripulito dalle labbra della Kokketsu viene poggiato sulla punta del naso, lo sguardo si fa pensieroso, mentre si sposta verso l'alto come a riflettere con serietà: << Sono una figlia unica, viziata e amata dalla nascita, che ha avuto la fortuna di crescere con un ragazzino simpatico e divertente. Si è innamorata di lui e non si è mai considerata abbastanza per pretendere che lui facesse lo stesso con lei. Sono una persona tranquilla, molto aperta a tutto ciò che è diverso, sempre pronta a imparare e dimostrare quanto si possa fare del bene. Sono la stessa persona che non sopporta essere giudicata per il suo aspetto, che preferirebbe essere giudicata per ciò che può fare e non per ciò che rappresenta. >> Che sia una frecciatina o meno nei riguardi di quanto detto dal Sumi non è dato sapere. << Sono la stessa persona che non sopporta chi si approfitta degli altri o non rispetta il prossimo. Gli egoisti non mi piacciono proprio per niente. >> Lo guarda dritto negli occhi di nuovo, come se in qualche modo cercasse di guardarci attraverso. Non dice altro, aspettando che sia nuovamente lui a prendere parola.
Giocata del 08/07/2021 dalle 15:28 alle 18:24 nella chat "Piazza Centrale [Kusa]"
Tante impressioni diverse, vari modi di presentarsi seppur, le prime due volte, il comportamento sia praticamente lo stesso con qualche misera differenza per via della situazione trovata <Bene e con queste tre impressioni, riesci a comprendere come sono fatto mettendo da parte gli estremi?> ogni comportamento è volutamente estremizzato fino all'insofferenza, essere un radicale rompiscatole è voluto ma solo per l'estremizzazione di un dato fattore caratteriale <Lascia che aggiunga qualche altra informazione su di me> nel frattempo mangia gelato con svariati versi di piacere rendendo palese l'apprezzamento <Non mi piace essere preso in giro e intendiamoci, non parlo di scherzi goliardici o cavolate simili, parlo di qualcosa di più importante e seppur non sia un tipo vendicativo, a volte, cerco una rivalsa> portando alla conclusione la descrizione di se stesso, certamente non entra troppo nello specifico, molti aspetti devon esser scoperti vivendolo, raccontati hanno un suono e aspetto totalmente diverso. Parole create sul momento, felice come l'altra fatichi a capire additando quel verbo a banale presa in giro ma l'udire il nome al posto del nominativo del clan rappresenta un passo avanti enorme rispetto a pochi minuti prima <Nessuna ripercussione Shizuka e di certo non ti prendo in giro. Mi hai chiesto sincerità e te la sto dando senza riserve, barriere o limiti> ritorniamo a quel concetto limitante, limiti non posto dall'albino <Se avessi voluto prenderti in giro, banalmente, potevo dire di volerti portare a letto in quanto molto carina> non astrusa come possibilità, al contrario, attuale, plausibile quando si parla del Sumi eppur gli intenti son ben lontani nel creare un legame fisico di tal genere preferendo vedere oltre. L'attenzione permane elevata nell'osservare le possibili reazioni della rossa, in tutto ciò il gelato non manca di venir assaporato cucchiaio dopo cucchiaio, morso dopo morso <Perchè non ti ritieni interessante? Cosa pensi di avere in meno rispetto ad altri? Oppure, cos'hanno gli altri in più di te?> a sua volta l'indagine prosegue insinuando dubbi, scavando nell'altrui mente godendo delle risposte, questione di autostima? E' probabile, troppo bassa per poter credere di essere di più ma l'elenco della spesa giunge infine. Una domanda semplice la cui risposta rasenta una complessità talmente elevata da metter in difficoltà persino il più saggio degli uomini; alte le dorate, impresse totalmente nelle altrui portando il verbo della Kokketsu al compimento <Molto aperta a tutto ciò che è diverso> unica frase replicata <Apri la mente e guarda Shizuka, guardami negli occhi cancellando tutto ciò che ho detto e tutto ciò che pensi. Guardami negli occhi e di cosa vedi> per quanto possibile, avvicina il volto per poter esser inquadrato nel di lei campo visivo, ciglia non sbattute, sguardo fisso per permetterle di leggere, di vedere oltre <Pensi ti abbia giudicata per il tuo aspetto l'altra volta?> inevitabile la domanda preposta, richiesta è la risposta a tal quesito <Rifletti su questo, non è un comportamento egoistico incastrare una persona con un'altra? Il tuo amichetto fidanzatino, potrebbe uscire con altre, vederne, magari baciarle ma non lo fa solo perchè tu non lo vuoi, pretendi che sia solo tuo. E viceversa naturalmente> semplice concetto espresso <Non è egoismo anche quello?>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] La comprensione di come qualcuno sia fatto? Difficile con solo tre incontri, difficile a dirsi persino quando ci si conosce da una vita, vedi con Yasuhiko, del quale era troppo cieca per capire che in fondo il tutto poteva funzionare anche con quel qualcosa in più. Lui aggiunge dettagli come ad aiutarla a ricomporre un puzzle. Come a lei non piace essere sottovalutata, la stessa cosa vale per lui, con l'aggiunta che a quanto pare lui sembra amare la rivalsa. << Nessuna ripercussione per ora ovviamente. Dubito tu mi consideri una tua amica. E a mio modesto parere sarà anche molto difficile che io acquisisca un'importanza tale da poterti veramente toccare. >> Sta di nuovo usando metafore, ma in fondo sa che lui capirà benissimo a cosa la rossa si stia riferendo. Per quanto simile a colei che sta cercando, sicuramente la Kokketsu avrà parecchie difficoltà ad entrare in profondità in quell'animo che coscentemente si rifiuta di affezionarsi a qualcuno più del dovuto. Ignora completamente quel commento a sfondo sessuale, in fondo non le importa e secondo lui sarebbe solo una presa in giro, a quanto pare almeno da quel punto di vista la rossa pare interessargli relativamente, avrà altre gatte da pelare. << Non mi ritengo particolarmente interessante perchè penso di essere una persona sostanzialmente nella media. La parte più interessante di me credo sia il mio sangue, che metà del mondo disprezza. Quindi vedi bene che tutto sommato di punti a favore ce ne sono pochi. >> Non abbassa praticamente mai le blu, che vengono corrisposte ogni volta dalle ambra. Lui ripete a mezza voce qualcuna delle frasi di lui, sfruttandole a suo vantaggio e chiedendole di osservarlo negli occhi in maniera più profonda possibile. Così come lui si è avvicinato a lei, altrettanto fa la Genin, così da ridurre la distanza interpersonale al minimo e lasciare che le blu si specchino nelle ambra. << Penso che sia impossibile non notare le mie tette! >> Un sorriso amaro le si dipinge sul volto mentre risponde a quella domanda da lui posta. << Però penso che tu mi abbia giudicata più per il colore dei miei capelli e dei miei occhi che non per le tette. >> Non si allontana dal viso altrui permanendo con i gomiti appoggiati al tavolo e smettendo di mangiare il gelato per quegli istanti. << E' qui che ti sbagli. Io non voglio che lui sia mio. Lui è già mio a prescindere da cosa sceglierà di fare nella vita. Il fatto che io sia innamorata di lui, non obbliga lui ad essere innamorato di me. E' lui che sceglie se amarmi o meno, e lo stesso vale per me. Siamo liberi di scegliere a chi donare il nostro affetto, liberi di soffrire nel caso non sia corrisposto, liberi di passarci sopra o di tatuarcelo sul corpo. >> Senza pensarci troppo andrebbe ad appoggiare il proprio cucchiaio pulito sulla fronte dell'altro come a dargli un leggero colpetto. << Se lui stesse con me perchè si sentisse in dovere di amarmi, io non sarei felice. I sentimenti, sono liberi, non devono essere imposti. Lui è libero di scaricarmi domani, così come io sono libera di farlo oggi. >> Si andrebbe a spostare indietro, appoggiando la schiena alla seggiola e andando a recuperare un poco di gelato. << I legami che crei con il resto del mondo si intensificano mentre li crei, ma non sono eterni a meno che tu non lo voglia. Hai per caso paura che qualcuno diventi più importante di te stesso per te? >> Un concetto forse fin troppo libero quello della Kokketsu, lei non si sente legata a Yasuhiko perchè sono fidanzati, è innamorata di lui e questo li lega, il loro passato, il presente ed eventualmente il futuro. Non è detto che sarà per sempre, semplicemente ora è quello che vuole per se stessa, stare con lui. Il tempo, tutto circola intorno ad esso. Per mettere in atto un piano, portare a compimento un obiettivo, si necessita sempre e comunque di tempo, persino le conseguenze vengono decise da esso, portate avanti dal suo volere <Considerarti un'amica dopo solo tre incontri è difficile, quanto più sei una piacevole conoscente> glielo concede, è piacevole, rilassante, priva di troppo enigmi, permette alla mente di trovare pace e non ha bisogno di sforzare troppo l'intelletto <Quello dipende soltanto da te, se lo vuoi puoi farlo, altrimenti le cose rimangono così e nessuno si offende> vari i flashback susseguiti nel pronunciar tali parole, visioni del passato, del giorno in cui ha conosciuto la sua migliore amica, nel momento in cui ella si è imposta come figura permanente nella vita del Sumi costringendolo inevitabilmente ad affezionarsi stabilendo un legame di ferro, indissolubile. Svariati i pensieri la cui conseguenza è un semplice sorriso malinconico, nostalgico, desideroso di rivivere quei momenti per un'ultima volta <E se ti dicessi che il tuo sangue è il più grande punto a tuo favore? Anzi, possiamo fare un'esperimento, tu rilasci il tuo sangue e ti ritraggo> il motivo per cui lo propone? Il tempo le avrebbe permesso di capirlo, di comprendere quelle banali quanto significative intenzioni dell'albino ai danni della ragazzina. Gloriosi propositi avanzano nell'intelletto dello shinobi konohano. Non riesce ad avere la forza necessaria per trattenere una risata all'affermazione, per un solo attimo abbassa lo sguardo ridacchiando, sinceramente divertito <Santo cielo, questa non me l'aspettavo> in contropiede davanti ad un'autoironia palese seppur il sorriso da lei mostrato affermi esattamente il contrario <Permettimi di farti notare come tu abbia un corpo bellissimo e niente di esso deve essere vissuto con imbarazzo. La gente le nota? Tu rispondi a tono, trattale per ciò che sono, un vanto che non tutti possono permettersi di possedere> il miglior modo di vivere, accettare se stessi, la propria persona con difetti e pregi, nel caso del Sumi soltanto pregi ma questo rasenta l'ovvio più totale <Non ti ho giudicata ma vederti così all'improvviso, mi ha fatto notare come la sua mancanza rappresenti un vuoto enorme e per un solo attimo ho sperato che quel vuoto venisse riempito> sospirando in tal confessione piuttosto intima <E invece mi sono ritrovato davanti una nanetta di un metro e cinquanta scarso> basta sentimentalismi, basta essere profondi, l'ironia ha bisogno di emergere, la tensione va stemperata ricreando la goliardia solita, privando la depressione della forza in suo possesso. Il verbo pronunziato vien udito, la spiegazione assorbito seppur non concordi, in tali frasi i paletti si sprecano; ella vede libertà, egli soltanto costrizioni <Mettiamo che lui ti ami, è libero di baciare un'altra, di andarci a letto senza correre il rischio di essere lasciato? Può farlo? O lo lasceresti considerando quel gesto un tradimento?> la domanda vien resa più diretta, senza troppi giri di parole, il punto toccato è essenziale per farle comprendere dove vuol andare a parare <Povera la persona che riesce in tale impresa, sono un tipo molto possessivo e non so quanto faccia piacere> lasciando emergere l'ennesimo sorriso della giornata, uno dei pochi. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] Ah ecco il punto, l'interesse di lui è per il suo sangue quindi? Essendo stato definito il più grande punto a favore della rossa sembra proprio che sia quello l'interesse del Sumi. << Se è il sangue nero ciò che ti interessa davvero, avresti dovuto tenerti buono Rasetsu. >> Il tono è decisamente seccato nel pronunciare quel nome, mentre le guance si gonfiano un pochino e lo sguardo si fa decisamente più nervoso. << Se vuoi ti apre l'addome dall'alto in basso e ti impianta i geni Kokketsu. Avrai una cicatrice bruttina da nascondere ma non invecchierai più e potrai usare pure la mia innata e dipingere con il sangue, invece che con l'inchiostro. >> E' seccata? Forse un poco. In effetti ormai lo ha capito, odiati, temuti, idolatrati e potenti i sangue nero, la brama per tutto ciò è presente in alcuni, mentre altri li rinnegano e li trattano da demoni maledetti. L'albino non fa eccezione e ricade in una di queste due categorie, lasciando una sorta di delusione nella mente della rossa che si aspettava probabilmente qualcosa di più. Un profondo sospiro viene emesso dalle labbra della Genin, lo sguardo viene celato momentaneamente, palpebre che si chiudono e blu che sparisce in quel contatto visivo prolungato che i due hanno tenuto. << Ho già un ritratto fatto da un amico. Non ne voglio altri, ma se vuoi tenertelo tu puoi farlo, non sono abituata a posare e pare che io diventi molto meno carina una volta sprigionata l'innata. >> Non è una negazione totale ma sembra più rassegnata a qualcosa che a conti fatti per lei non è interessante per nulla. Poco importa che lui sia stato preso in contropiede con quell'affermazione sul proprio aspetto, poco importa che a suo modo cerchi di dirle che dovrebbe indossare con fierezza quello che la natura le ha dato. << Quel vuoto non potrà mai essere colmato interamente da un'altra persona. E' difficile sostituire un pezzo originale e ben funzionante con una copia, sebbene quest'ultima sia funzionale, mancherà sempre qualcosa. >> Si è offesa, perchè effettivamente a conti fatti forse lui davvero ha sperato di trovare qualcuno che tappasse il buco, però dall'altra parte, quell'intelletto superiore lo hanno portato a cercare il vantaggio ulteriore, ad approfittarsi di altre caratteristiche sella sangue nero. << Mi chiedo cosa ti importi se io sia innamorata o meno di qualcuno. Lui può fare quello che vuole. Evidentemente se dovesse cercare un'altra significa che io non sono abbastanza no? Vuol dire che ho sbagliato qualcosa, che non ho soddisfatto i requisiti che lui vorrebbe da una ragazza. Se io non sono sufficiente, può cercare qualcun'altra. O può spiegarmi cosa vorrebbe e io posso provare a fare del mio meglio per accontentarlo. >> Risponde con piglio, è chiaro come ora sia molto più nervosa e irritata, quel broncio che le permane sul viso nonostante lo guardi dritto negli occhi. << Comunque Shizuka è Shizuka. Non posso valere 100 per tutti. Se lui per ora ha scelto me vuol dire che per lui sono il massimo. Quando smetterò di valere tanto allora probabilmente mi impegnerò per tornare a 100. Lo farò perchè lui vale tutto per me, perchè non c'è altro che valga così tanto. >> Le guance sono diventate anche leggermente rosse in questa dichiarazione di affetto decisamente notevole. Però ancora quel broncio non si sposta, ha pure smesso di mangiare il gelato, abbandonando quel cucchiaino nella coppa ormai quasi finita. Preso nuovamente in contropiede, ha davvero sottovalutato una ragazzina o forse la chiacchierata è andata avanti per troppo tempo portandola a quella naturale conclusione. Come muoversi adesso? La calma è elemento essenziale, l'impassibilità un ottimo stratagemma mentre il verbo vien fuori, le considerazioni della ragazza assumono connotati fin troppo spinti <Perdonami e non offenderti ma il mio inchiostro vale più del tuo sangue> non un diretto attacco, una naturale considerazione <Sarei perso se dovessero privarmi di esso in qualche modo e comunque, leggere tra le righe va bene ma a volte fraintendere è facile> schiena contro lo schienale, coppa avvicinata, cucchiaio totalmente immerso nel gelato prendendo un pezzo, gustandolo e poi un secondo, un terzo, un quarto attendendo il giusto tempo prima di proseguire <Sai cosa ci rende davvero interessanti? Ciò che sappiamo fare e ciò che altri possono solo sognare di fare. Io credo, anzi, no, ne sono sicuro che mettere in mostra il tuo sangue porti a galla chi sei veramente così come succede a me con il disegno. A me interesse vederti in tali fattezze, tu, non il contorno> nota il suo essere seccata, infastidita, quasi delusa da ciò che immagina di aver compreso. Comprensibile, potrebbe chiederle scusa, tentare di risollevarle il morale ma le parole risultano futili in questi casi preferendo osservarne il broncio appena messo, estremamente simile a quello dell'ultima volta ma più marcato per la gravità della situazione creatasi. Non un problema insormontabile, tutto il contrario però resta un fastidio da risolvere al più presto <No, non voglio tenerlo> non se ne farebbe nulla <Dissento, non ti ho mai vista in quelle vesti ma trovo impossibile che la tua vera natura ti renda meno carina, può solo accentuare ciò che già sei> deciso, or più che mai, nel vederla sprigionare quella forma, comprendere fino in fondo quanto un'abilità innata possa influire, esattamente come l'inchiostro influisce sul modo di pensare del Sumi. Tenere alta la discussione risulta difficile, stanno addentrandosi in argomenti spinosi, una parola fuori posto può rovinare quanto fatto fino a quel momento <Non è mai stata mia intenzione sostituirla, lei avrà sempre un posto speciale e lo ha tutt'ora. Non sei una sua copia, tu sei semplicemente tu, così deve essere e così è> sospirando, quasi stanco da come stanno procedendo le cose. Per l'ennesima volta emergono le diversità di pensiero, ella non comprende il Sumi, il Sumi non comprende quel sentimento che lei va ad enunciare, forse è uno di quei casi con punti d'incontro impossibili da creare, raggiungere e favorire <Direi che è inutile proseguire, abbiamo idee diverse> mettendo a tacere quella parte di conversazione, segnando egli stesso un punto, momentaneamente <Qualcos'altro c'è, tu vali così tanto e rammentalo sempre, anche quando metti quel broncetto da ragazzina irritata. Te l'ho già detto che sei carina quando ti arrabbi?> normale che glielo abbia già detto ma ripeterlo non può far che bene alla causa. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Centro di Kusa - Gelateria] Di nuovo quel discorso che le era stato fatto da Ryoma e che lei avrebbe volentieri voluto negare, nonostante quella potenza l'aveva sicuramente sentita, non le andava per nulla di pensare a se stessa come qualcosa di malvagio. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità ha detto qualcuno. Lei deve solo dirigere quel potere nel migliore dei modi in fondo, partendo dal non utilizzarlo quando si innervosisce a dismisura e vorrebbe probabilmente levarsi fisicamente di torno chiunque. Però sentirlo dire certe cose le ha fatto decidere di accettare quel posto di lavoro. Quello studio era il posto dell'esperimento RK, sarebbe diventato lo studio della puro sangue Shizuka, dove avrebbe dimostrato quanto oguno possa scegliere la strada da intraprendere. << Se non vuoi tenere il ritratto allora non serve nemmeno che tu lo faccia. Sarebbe qualcosa di inutile e superfluo per nulla apprezzato! >> Resta imbronciata, arrabbiata, non vuole un altro ritratto, da nessuno, nemmeno da se stessa. L'unico che avrà sarà quello di Ryoma che in questo momento vorrebbe veder comparire dal nulla guardando storto il tipo che ha di fronte. Lui senza sapere nulla decide di dissentire, Yasuhiko le aveva detto che faceva paura, non a lui, ma al resto del mondo ne avrebbe fatto. Non le importa un bel niente di non essere una copia dell'altra ma di essere lei come individuo, lo sa perfettamente da sola questa cosa e il sentirglielo dire a voce alta la infastidisce e basta. E' effettivamente molto difficile trattare con lei, difficile capire questi sbalzi di umore fin troppo frequenti e dettati probabilmente dall'essere troppo sensibile. << Se lo ripeti un'altra volta Sumi giuro che in ospedale ti ci mando per rimetterti in sesto! >> Il tono è decisamente più aggressivo di quanto non sia mai stato, si sente inevitabilmente presa in giro da quel commento di nuovo sul fatto che sia carina quando è arrabbiata. Le braccia vengono incrociate sul petto, finendo con il portare in evidenza quelle forme nascoste dalla maglietta. Il viso viene girato su un lato, il contatto visivo interrotto, cosa che le serve per smetterla forse di fare l'antipatica. Che poi quel modo di fare è riservato solamente a chi a conti fatti entra fin troppo in profondità nell'esistenza della Kokketsu, ma questo l'altro può saperlo fino a un certo punto. << Più che idee diverse, è il fatto che non riesci ad accettare che l'amore può essere disinteressato. E questo la dice lunga su di te! Se non hai qualcosa da guadagnarci molto probabilmente nemmeno ti ci avvicini alla gente! A meno che non ti vengano i dubbi se quella persoan possa essere la tua amica o meno! Se fai qualcosa lo fai al 90% per interesse personale e null'altro, che poi è quello che succede normalmente a chiunque. Ma la differenza sta nel fatto che nemmeno ci provi a lasciarti coinvolgere più di quanto strettamente necessario perchè hai paura. >> Tutto quanto viene detto guardando altrove meno che le ultime tre parole. Le blu su quella dichiarazione tornano sulle ambrate, decise come non mai e arrabbiate: << Tu hai paura che qualcun altro sparisca dalla tua esistenza una volta che ti ci sei affezionato. Non sapresti minimamente gestire il problema, anche perchè non lo hai mai gestito fino ad ora. >> Impressioni? Giudizzi? Questo quello che sono le parole di lei, niente più che sospetti e risultati di una conversazione che lascia lui tranquillo e lei arrabbiata. << Shizuka è quella ragazzina alta un metro e cinquantacinque che ha tutta la disponibilità di questo mondo, ma se si arrabbia esplode. >> Risponde alla domanda che lui le aveva fatto parecchi minuti prima, come se avesse bisogno di sentirselo dire il Sumi, dopo quella scenata. Il tempo di mettere fine alla giornata è giunto, un danno è stato fatto? Si, nulla di troppo complicato da rimediare ma gli sbalzi di umore altrui risultano fastidiosi, imprevedibili, difficili da gestire per chi, a conti fatti, non la conosce fino in fondo. Il tempo serve a quello, in quei tre incontri è riuscito in parte dell'intento, sicuramente sa quali punti toccare per portarla alla rabbia, un'abilità innata di cui fa sfoggio anche inconsapevolmente a quanto pare <Cosa me ne dovrei fare di un tuo ritratto in casa? Per te lo facevo ma se non l'apprezzi, allora> null'altro avrebbe compiuto per la ragazzina, per adesso, i tempi sono ancora immaturi per osare di più. L'altrui rabbia non cessa di un minimo, fin troppo presente, radicata nell'animo della ragazzina il cui sguardo è distolto, il broncio accentuato <Allora comincia a mandarmici perchè è la verità e fin quando ti arrabbierai con me, lo ripeterò> larghi i superiori arti effettuando un singolo moto del corpo, colpo di reni tornando in piedi, ergendosi ad un'altezza più elevata rispetto all'altra la quale continua la disamina sul Sumi. In parte coglie il punto, nulla vien fatto per nulla, persino i sentimenti vengon guidati dalla necessità eppure l'amore non è tra questi, categoricamente rifiutato, il cuore non ha mai accettato nulla di simile ma è una l'accusa decisiva, irritante. Accusato di aver paura, di provare una simile emozione riguardo al coinvolgimento. Vero? Falso? Il dubbio persiste in tal momento, dubbio nato da parole infantili, innocenti, è veramente la paura la causa del comportamento dell'albino? Mai ha posato lo sguardo in simile direzione, mai è andato a fondo in quel senso analizzando tal sentimento dentro la propria essenza <Io non ho paura di nulla> frase di circostanza, veritiera o meno, adesso è soltanto da scoprire <Cosa c'è da gestire? Si può solo andare avanti, una cosa che molti non sono in grado di fare, troppo attaccati a quell'amore che adori tanto sbattermi in faccia> mancina portata alla tasca estraendo un porta monete. I calcoli vengon fatti ed una manciata di Ryo lasciati sul tavolino, abbastanza da poter pagare entrambi gli ordini più una mancia per il cameriere, tutto regolare, neanche il permesso vien chiesto, un gesto dettato dal puro istinto <Allora posso chiamarti rospetta> l'ironia emerge di nuovo, più marcata, volta ad infastidirla sul serio questa volta, deciso nell'alzare quella barriera che ella ha chiesto di abbassare durante l'arco di quella conversazione <Per oggi abbiamo parlato anche troppo per quanto mi riguarda. Resta nel tuo falso amore se ti piace tanto, sarà il tempo a darmi ragione> ultimo il verbo pronunziato oltrepassando il tavolino, giungendo alla sinistra di Shizuka, fermando l'essenza poco più in la lanciandole solo uno sguardo veloce, deciso, pensieroso su quanto appena accaduto. Capo scosso, pensieri scacciati <Tsè, ragazzina> andando via, dirigendo se stesso nel quartiere notturno dove una serata all'Ochaya avrebbe ripristinato totalmente le convinzione riportandolo ad essere l'albino di sempre. [END] [Centro di Kusa - Gelateria] Lui non può sapere il motivo per cui ella non vuole quel ritratto, testarda e infantile come pochi al momento. Lui cosa ne sa in fondo del ritratto che le era già stato fatto? Lei non gliel'ha detto, e nemmeno può sapere che sia sostanzialmente un ricordo di chi potenzialmente non otrnerà più. Se avesse un ritratto di Kushina lui accetterebbe di ricevere un'altra versione di esso? Bella domanda, se non fosse come ogni volta in balia di quei sentimenti troppo forti avrebbe pure potuto chiederglielo. E' difficile essere una piccola mina vagante troppo soggetta alle variazioni umorali, manco fosse sempre in periodo mestruale. Sarà pure lui ad aver paura di legarsi alla gente ma lei dal canto suo rende tutto molto complesso. Non prova nemmeno a fermarlo quando si alza ma risponde a tono a quella domanda retorica che le sbandiera davanti, come se ui avesse ragione e lei torto di nuovo: << Andare avanti non implica necessariamente rinunciare all'amore testa dura! >> Ma perchè le importa poi tanto che lui capisca quel concetto? Saranno pure affari suoi se vuole restare indifferente al mondo ma allora non deve provare a fare l'amicone con lei quando non vuole effettivamente che qualcosa cambi. Lui lascia li fin troppi soldi per pagare solo il suo gelato e la cosa la infastidisce ancora di più, considerato che questo significa che ha deciso di andarsene senza chiarire le differenze portate avanti ne cercare di riappacificarsi. << SE TU NON SEI CAPACE DI AMARE NON SIGNIFICA CHE IL RESTO DEL MONDO NON LO FACCIA! >> Eccola li....aveva in qualche modo evitato di urlare fino a quel momento ma questa gliel'ha tirata fuori da dentro. Per urlargli contro si sarebbe inginocchiata sulla sedia, rivolta verso di lui e dopo essersi resa conto della figuraccia appena fatta in centro sarebbe nuovamente sprofondata nella sedia dandogli le spalle e diventando rosso fuoco sulle guance. Non sente quel commento infastidito ne ricerca più la sua figura mentre con la testa nascosta fra le gambe rannicchiate cerca a suo modo di sbollire la rabbia. Si morde il labbro inferiore nervosamente tanto da ferirsi inevitabilmente, lasciando fuoriuscire qualche goccia di quel sangue nero che le scorre in corpo. La lingua viene passata li sopra eliminando quel colore dalle labbra prima di espirare profondamente, cercando di eliminare tutta l'aria che le gonfiava i polmoni. Sa perfettamente di aver esagerato, sa perfettamente di doversi scusare ma al momento non ne è in grado in maniera normale. Le mani vanno istintivamente a recuperare il cellulare, mentre in maniera molto nervosa viene digitato un messaggio e inviato. Si prenderebbe ancora qualche istante prima di alzarsi dal tavolino; direzione? Il negozio di tatuaggi in centro, ha un lavoro da accettare. [//END]