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Il branco

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con Furaya, Mattyse

22:02 Mattyse:
  [Casa Tachiko-Giardino] La luna crescente illumina quel giardino dell'abitazione della ex vespa di Konoha, ove il nostro bianco e` andato a ricongiungersi con la natura della propria innata. La`, ove l'aria fresca puo` accarezzare la sua pelle e far librare in aria i suoi capelli, il giovane Senjuu si e` seduto sull'erba, incrociando le gambe e posando entrambi i palmi delle mani sulle due ginocchia, assumendo una posa meditativa. Le palpebre calate coprono iridi e pupille, mentre il respiro lento e` spezzato da un paio di secondi di pausa che seguono qualsiasi variazione della cassa toracica. Necessita di far chiarezza sul da farsi, dopo il fallimento all'Ochaya, necessita di trovare una nuova strada, un nuovo estremo di quella corda che dovra` tirar con forza per avere la piccola Kimi. I piedi sono privi di qualsiasi copertura, nudi e a contatto con l'erba, mentre solo i pantaloni di una tuta, grigia, copre le leve inferiori. Il busto e` scoperto, lasciato in balia di quel venticello che soffia, di tanto in tanto, donandogli una pausa dal calore sunese che accompagna le sue giornate. Non ha parlato molto di quella sera, si e` tenuto dentro le proprie considerazioni per poter riflettere bene sull'accaduto e poter ottimizzare i propri miglioramenti. Vi erano piu` cose che ha sbagliato, ne ha viste molte e vuole essere sicuro non ve ne siano altre. Il bianco poteva utilizzare un approccio piu` aggressivo, bombardare la porta di ingresso per crearsi un varco ed entrare, ma probabilmente non si sarebbe avvicinato abbastanza a Masumi per vedere Kimi, anzi, avrebbe attirato tanto l'attenzione da dover poi scappare dagli anbu. Sarebbe stato meglio far un giro per il locale, lasciando le diverse carte bomba in posti prestabiliti, cosi` da poter pronunciare il fatidico Kai non appena trovata la bambina, chiudendo le vie di fuga e prendendo a testate anche quel corvino strafottente. Avrebbe dovuto mettergli una carta bomba in bocca. Il riassunto di tutte le possibilita` e` che era palese fin dove il bianco aveva un piano ben disegnato e dove e` andato a braccio: Kiofu Oboro, figlio di Jinto, scusa che ha retto inizialmente, permettendogli di scoprire qualcosa di a dir poco agghiacciante, ma quando si e` trovata la signora davanti, non e` stato in grado di controbattere, di negare di essere stato lui a far crollare l'ochaya dieci anni prima, ritrovandosi cosi` ad agire in maniera frettolosa. Ottimo il movimento per acquistare visuale e riposizionarsi all'interno del locale, ma troppo lento per seguire Masumi e Kimi, mentre le carte bomba sparse casualmente non permettevano un lavoro in sicurezza. Se solo la bambina fosse stata poco piu` lontana... giusto qualche metro. "Di kai adesso" ripensa alle parole del tirapiedi. Se solo la piccola fosse stata due metri piu` in la, si sarebbe voltato, gli avrebbe infilato l'avambraccio tra i denti e guardandolo negli occhi lo avrebbe accontentato. Le dita stringerebbe ora con maggior forza le proprie ginocchia, rendendo in rilievo sulla mano tendini e vene, mentre il labbro superiore andrebbe ad issarsi sul lato sinistro mostrando appena il canino, come un cane che ringhia.

22:10 Furaya:
 Non approfitti d’una bella nottata in quel di Kagegakure? Certo, il villaggio e chi ci vive non è sicuramente dei migliori, considerata anche la scelta di vivere che ne ha fatto la fanciulla, tuttavia si gode quanto meno il venticello che soffia nel giardino della casa di Tachiko. Gli occhi son rivolti per un attimo al cielo stellato sgombro di qualsivoglia nube. D’altronde, quante volte può vantarsi d’aver guardato quella volta luminosa da quand’è riemersa dal sottosuolo? Sempre meglio che dormir sul divano. Per quanto la riguarda, potrebbe passare tranquillamente la notte seduta fuori all’aperto, stendersi s’un telo e sperare che non venga divorata viva dalle zanzare. Ha cercato di tener quel giardino vivo abbastanza da poterlo definire tale, seppur alla fine il suo pollice verde si fermi alle piante grasse che non hanno bisogno di chissà quante cure. Ha passato gli ultimi giorni assieme a sua figlia, per non parlare di pochi e sporadici incontri con gente che avrebbe probabilmente preferito non conoscere. Sta di fatto che non è neanche riuscita a mettersi in contatto con Saisashi, motivo per il quale, pur avendo ricevuto l’approvazione dalla cugina, non sa esattamente come comportarsi. Potrebbe anche cercare Mekura, ma è un cane che si rincorre la coda e sarebbe anche l’ultima persona dalla quale andrebbe, in effetti. Stringendosi nelle spalle, null’altro farebbe che passeggiare con apparente calma nel giardino, adocchiando colui il quale par volersi amalgamare al suo elemento naturale. Le iridi glaciali si posano sull’individuo di suo interesse, portando il capo a chinarsi da un lato. <Ehi.> Esordisce appena, cheta voce che risale dalle di lei fauci e che viene pronunciata alla di lui volta, così da cercarne immantinente l’attenzione. Non vi si siede ancor vicino, tutt’al più non farebbe altro che sostare ad una lieve distanza, non tanto timorosa di disturbarlo, quanto rispettosa degli spazi vitali. Un top nero dalle lunghe maniche ne copre il busto sino allo stomaco, lasciando scoperto il piatto ventre. Lieve la scollatura che lascia intravedere, affatto trasparente come si potrebbe pensare che sia. Le maniche giungono a tre quarti, permettendole ampia manovra, mostrando il paio di vambracci sottostanti. Un pantaloncino nero a vita alta, invece, ne circonda le flessuose gambe, il quale permette soltanto una lieve visione delle cicatrici che attraversano il corpo della giovane lungo il busto. La vita è altresì circondata da una cintura nera collegata a delle cinghie poste attorno alle toniche cosce. Sulla cinghia di destra, è stato attaccato un porta kunai e shuriken con le relative armi al suo interno. Dal lato opposto, invece, nonostante la cinghia sia presente, non porta con sé alcunché poiché alla cintura superiore v’è unito un fodero con la sua katana. Tornando al lato destro, ma appena defilato sul retro, trova posto anche un piccolo passante usato per portarsi dietro la frusta dal manico rosso. Ai piedi, infine, calza un paio di sandali ninja – quelli vecchio stampo, chissà dove li ha trovati – con tanto di schinieri che giungono sin ad altezza del ginocchio. Attorno alla gola ha soltanto una collana con il ciondolo raffigurante il ventaglio degli Uchiha nonostante non faccia parte del suddetto clan né v’abbia avuto chissà quali contatti nel corso degli anni passati. Non solo. È tornato al suo posto anche il copri fronte della Foglia, posto tra i lunghi capelli rosei, scintillante come al solito, sul quale è tuttavia ben notabile l’usura del tempo. Andateglielo a dire che non serve costantemente girare con le armi dietro. Forza, se ne avete il coraggio! [ Chakra ON ]

22:26 Mattyse:
  [Casa Tachiko-Giardino] La donna, a differenza di Mat, indossa diversi vestiti, che appesantiscono la sua figura insieme all'equipaggiamento, rendendo anche udibile nel completo silenzio il suo avanzare, ma sara` poi la sua voce a confermare la sua presenza. Le dita andrebbero ora a rilassarsi, allentando la propria presa sulle ginocchia, mentre il diaframma si ritrarrebbe permettendo ai polmoni di riempirsi d'aria, un paio di secondi, e gli occhi verrebbero aperti, illuminando l'ambrato e l'opaco con la luce della luna. Ancora lo sguardo rimarrebbe fisso dinanzi a se mentre andrebbe a buttar fuori l'aria dalle proprie labbra, in maniera del tutto controllata. Il volto poi verrebbe ruotato in favore della rosata, a cui porgerebbe un piccolo sorriso che pero` non sarebbe in grado di nascondere il suo malumore. <Non pensi che ogni tanto potresti stare leggera anche tu?> chiedendo sollevando il sopracciglio destro, andando poi a posare il proprio occhio sui kunai e gli avambraccio, per poi osservare la cinta d'arme e il fodero della sua katana. <Non sei sul campo di battaglia, non e` bello neanche per tua figlia vederti sempre armata come se dovessi tornare in guerra da un giorno con l'altro.> E` un commento, il suo punto di vista, oggettivo, ma sempre il suo punto di vista. Lo sguardo tornerebbe ad essere rivolto dinanzi a se, mentre il sorriso verrebbe fatto scemare gradualmente. Non parrebbe essere di molte parole in realta`, per lo meno non di quelle inutili e buone solo ad occupare quel vuoto che in questo momento sosta nelle sue orecchie.

22:41 Furaya:
 L’espressione della fanciulla resta sì neutrale come suo solito, tuttavia è l’alzarsi del sopracciglio manco che per un attimo la fa sembrare buffa. Si sofferma a guardarlo, forse più del necessario. Comprende a primo acchito che qualcosa non va, anche perché è difficile nasconderlo quand’è così palese, specialmente nei confronti di chi lo conosce anche abbastanza bene. Insomma, hanno condiviso un sigillo empatico con il quale ha letteralmente imparato a conoscerlo, oltre a starci a stretto contatto ormai da diverso tempo. <…> Una piccola goccia scende dal capo della rosata, la quale deve trovare anche una risposta coerente all’accusa – se tale voglia essere definita – che l’è stata mossa contro. <Sono leggera.> In effetti, non è neanche la metà della roba che un tempo riusciva a portarsi dietro, tenendo anche conto dell’armatura che faceva parte del suo outfit battagliero quando doveva scendere in campo. Si stringe nelle spalle, compiendo giusto qualche altro passo in sua direzione, in modo che possa andare a sua volta a inginocchiarsi. Le ginocchia poggiano sul pavimento d’erba sottostante, portando i polpacci al di sotto delle cosce. Gli si siede di fronte, così da poter guardarlo direttamente in volto e sondare quel che pare aver passato nell’ultimo periodo, considerato lo stato d’animo che non si preoccupa di mostrare. Meglio così, alla fin fine. <In fin dei conti, non stiamo affrontando una battaglia ogni giorno?> Riferendosi prettamente ad una guerra personale con coloro che neppur vorrebbero si trovassero all’interno di quelle mura, pur essendo di contro costretti per ovviare all’eventuale fine che li attende all’esterno, qualora si muovessero incautamente. Retorica, ovviamente, è la domanda che gli ha posto poc’anzi, pur conscia che giungerà senz’indugio una risposta quanto più adeguata possibile. <È mera questione d’abitudine.> Ammette alla fine, proprio per ovviare ad una risposta che probabilmente conosce già e alla quale può anche tranquillamente anticipare quella che sarebbe la risposta. Allunga la mandritta in direzione di quella altrui, così da sfiorarla con la propria in cerca d’un minimo cenno d’attenzione e di carezza. <Tu, invece? Perché hai quel muso lungo?> Non vuol sembrare in alcun modo una battuta fatta tanto per fare, bensì soltanto un pretesto per rendere quella situazione poco più tranquilla, metterlo quanto meno a suo agio, cercare di comprendere cosa gli frulli per la testa prima che possa pronunciarsi ad alta voce. [ Chakra ON ]

17:48 Mattyse:
  [[Casa Tachiko-Giardino]] La fanciulla si inginocchia dinanzi a lui, se fosse stato in piedi avrebbe gradito sicuramente con piu` gioia di quella visuale, ma non e` nemmeno dell'umore adatto per poterci pensare, per lo meno non adesso, poi la ragazza potrebbe anche essere intenzionata a rimediare ma quello stara` a lei decidere. Quel che resta di quello sguardo ambrato osserva con piacere il volto della rosata, studiandone i lineamenti come se fosse il primo sguardo. <E` prematuro ed attira l'attenzione. Poi sei a casa, per ora che abbiamo il lusso di stare tranquilli, approfittiamone. Presto non avremo neanche il tempo di cagare> Presto? Il tempo scorre ed il bianco inizia ad essere impaziente, vuole uscire da li` ma vuole farlo con sua figlia, anche perche` come gia` detto e` difficile distruggere un luogo con al suo interno i propri cari. La Nara voleva un idea di cosa avesse il Senjuu? Ecco un anticipo, inizia ad tirar la corda. <Quindi almeno a casa, posa le armi, metti una vestaglia da notte, un pigiama, un completo sexy... e goditi quei momenti che a breve potrebbero mancarci.> E qui un piccolo sorriso, preceduto da uno sbuffo, adornerebbe il suo volto. <Sara` difficile trovare il tempo anche per farti ululare alla luna, ma sono ottimista. Deve esserci una bella visuale dalle mura di Konoha.> A buon intenditore poche parole, no? Poi alle sue orecchie giunge quella domanda, cosa possa affliggere il bianco cosi` tanto da costringerlo a sedersi all'esterno a meditare. Subito non risponderebbe, chiuderebbe entrambi gli occhi per poi andare a ricreare, all'interno della propria mente, il proprio volto, con tutte le sue peculiarita`, dalle bruciature all'occhio sinistro opaco e al destro ambrato, andrebbe a soffermarsi su questi due colori. Il bianco andrebbe alla magica ricerca delle due energie a lui necessarie, quella mentale, che andrebbe a ricreare nell'occhio ambrato per compattarla in quella cornea colorata e resa piu` accesa dalla sua mente e, se vi fosse riuscito, andrebbe a ripetere lo stesso procedimento per quella fisica, che cercherebbe pero` di ricreare all'interno dell'occhio sinistro, quello opaco e privo di visione, meno razionale e piu` istintivo. Anche questa, se venisse trovata, verrebbe inizialmente racchiusa nella cornea, per poi cercar di far venire in contro i due occhi, verso il ponte del proprio naso, per farli accavallare e mischiare l'uno con l'altro, intento ad unirne i colori e, di conseguenza, le energie che vi ha associato. Se fosse riuscito in tutto cio` sentirebbe un energia nuova diffondersi all'interno del proprio corpo, un energia che in quella sua immagine ricreata nella propria mente prenderebbe forma come un terzo occhio. Il tutto sarebbe seguito da un profondo respiro, per concludersi con la riapertura delle due palpebre. <Ho la sensazione di aver fallito. Ho trovato l'Hocaya, di nuovo, ho visto Kimi e chi la tiene. Ho praticamente visto in faccia tutti quelli che moriranno... Ma non sono riuscito ne ha prendere la piccola, ne a distruggere il locale... Anzi.> Si, anzi perche` tornerebbero in mente i volti delle bambine viste all'interno di quel tablet. Una in particolare, capelli castani, cognome: Nara. Il volto verrebbe rivolto verso la propria destra. <Ho fallito una missione. Mattyse Kanishiro, il genin dalle mille follie, ha fallito un infiltrazione del cazzo.> Autocricita` a go go! [2/4 impasto chakra][Chakra 25/25]

18:21 Furaya:
 Non è certo possibile pensare sempre a quel *qualcosa*. In questo momento, per quanto sarebbe potuto essere contemplato, non lo è a causa dello stato d'animo in cui il Kanishiro versa. Piega un sopracciglio verso l'alto nel notare con quanta freddezza e negatività pronunci quelle parole alla di lei volta. <D'accordo.> Si sente soltanto in vena di rispondergli a proposito delle armi. Solleva le mani, facendo sì che la cintura - avente ad essa legati la katana e la frusta - venga slacciata. In questo modo, ambedue le armi versano sul terreno verdastro e ricco di flora. Tira fuori un fuda dalla tasca porta oggetti e non farebbe altro che condurre il Chakra lungo gli arti superiori. In contemporanea, l'intento sarebbe quello di amalgamare la sua linfa vitale in maniera equa lungo le braccia e le relative mani, dalle quali fuoriuscirebbe per permettere agli oggetti di venire sigillati. Sparirebbero in una nuvoletta di fumo. Alla fine, vambracci e schinieri non fanno altro che parte del suo stesso vestiario, dunque resteranno inevitabilmente al loro posto. Lo stesso fuda, in seguito, verrebbe fatto sparire nella tasca dalla quale l'ha in precedenza preso. Poco male, tutto sommato. Allarga le braccia, subito dopo, verso l'esterno a mo' di "tadà". <Perché reputi che presto non ne avremo tempo?> Accodandosi all'affermazione che le ha poc'anzi rivolto e che, data la situazione, non sembra al momento comprendere come vorrebbe. Mantiene la stessa attenzione di sempre, soprattutto per via del modo di fare altrui che lascia ben poco alla positività. Deve esser successo per forza qualcosa. <E comunque sia, sto cercando di godermi quel che ho al momento. Anche se Tachiko ha avuto una proposta che mi ha fatto storcere non poco il naso.> Lo ammette senz'alcun pelo sulla punta della lingua, glissando per un attimo con l'attenzione in tutt'altro lato. Il muscolo sbatte tra le fauci, palesando il proprio dissenso e sol dopo torna a fissar l'interlocutore. <Non ho completi sexy tanto meno una vestaglia, se non l'haori da Hokage.> E' conservato nel proprio armadio, ha cercato persino di sistemarlo come si deve laddove s'era bucato e sporcato - per ovvie ragioni - ed attende soltanto il momento giusto in cui poterlo indossare una seconda volta. <Temo di dovermeli procurare, se ti fa stare meglio.> Fa spallucce, lasciandosi sfuggire un piccolo brivido lungo la schiena - che non è ovviamente di freddo. <Anche se l'ultima volta che mi son trovata in un centro commerciale, è successo il finimondo.> Quindi, forse sarebbe consono cambiare negozio o quanto meno evitare di andarci con qualcuno. Sì, sarebbe decisamente l'essenziale. Si china appena in sua direzione, sporgendosi verso il mento e il lato manco del collo, poco prima che questi decida di richiamare il Chakra senza alcun sigillo. Quivi, ammesso non venga fermata, non farebbe altro che lasciar un piccolo morso. Tra i denti, trae un piccolo lembo di pelle. Non intende fargli male, difatti lascerebbe immantinente la presa. Vuol soltanto dimostrargli che il tempo c'è - ne hanno anche adesso, qualora intenda passar diversamente la serata, anziché piangersi addosso. Non ti ricorda te stessa, Fru? Appena uscita dal sottosuolo dopo dieci anni di distruzione e col peso d'aver perso la guerra più importante della tua vita... <C'è sempre tempo.> Pronuncia a bassa voce, ritirandosi subito dopo e rimettendosi comodamente seduta sulle cosce come poc'anzi, ammesso non venga in alcun modo fermata dal fare di colui che sta or attivando il Chakra. Tuttavia, seppur l'espressione si sia fatta appena un po' lasciva, or sparirebbe del tutto lasciando soltanto l'ombra di un guizzo negli occhi. <Hocaya?> La testa va inclinandosi da un lato, poiché non comprende in un primo momento che stia parlando del famoso locale di Orochi - ma non doveva mica esser distrutto? Sta di fatto che riesce a collegare i puntini soltanto quando parla di Kimi e sbarra immantinente gli occhi. <Ha-Hai visto la bambina?> Domanda con evidente sorpresa nella voce, peccato che ci sia ben poco da sorridere - e difatti non apparirebbe neanche l'immagine della piegatura delle labbra. Esso compare soltanto in un secondo momento, quando afferma di aver fallito. <Al Miaeda si lascia abbattere così? La sicurezza in te stesso, allora, è molto labile.> Sussurra, cercando di provocarlo - sì - ma anche di spronarlo in maniera differente dal solito. <Dimmi cos'è accaduto e vediamo di trovare una soluzione.> Propone, ancor di fronte a questi, con la lieve brezza del vento che ne smuove i rosei ciuffi oltre le spalle. [ Chakra ON ]

18:44 Mattyse:
  [[Casa Tachiko-Giardino]] La donna pare essere piu` ragionevole del solito, o magari ha solo poca voglia di litigare rispetto gli altri giorni, puo` darsi che sia a causa del suo palese malumore? Il bianco osserva come la compagna lo accontenti, accennando ad un piccolo sorriso mentre lei fa sparire quelle sue armi in una nuvoletta, quasi come se fosse un trucco di magia. <Perche` ha detta di kamichi ci stanno gia` addosso senza aver fatto ancora nulla, a quanto pare non potremo combattere una guerra spacciandoci per altri... saremo costretti a far si che sappiano chi e` il loro nemico...> Anche perche` perdere tempo per non dargli indizi su chi siano sarebbe inutile. Entrambe le sopracciglia vengono sollevate quando sente di Tachiko, poi inclinerebbe il capo verso la propria destra, lasciando ricadere i capelli lungo questo lato. <Che ha proposto? Non vorrei cagasse fuori dal vaso...> Oggi sei proprio educato, eh Mat? La voce fredda lascia trapelare quanto la signorina soggetta al loro argomento stia camminando su un rasoio per il bianco, perdendo rapidamente quella fiducia a causa di determinati atteggiamenti che ha tenuto, ma rimanendo una persona particolare per il gruppo, ma il Senjuu non nasconde che questa cosa potrebbe anche cambiare. Ma sorvoliamo, andiamo a trattare argomenti piu` piacevoli, no? Qualcosa che, a causa dello stato d'animo del bianco, ne causera` anche un lieve rossore in volto. <L'haori da hokage... chissa` come sei con solo quello...> lasciando qui viaggiare la mente, mentre lo sguardo verrebbe rivolto appena verso il terreno. Lei parla, potrebbe andare a prenderne qualcuno... potrebbe, nonostante l'ultima avventura al centro commerciale non sia stata delle migliori. A ricatturare la sua attenzione sara` poi quel leggero morso, che lo farebbe inizialmente sobbalzare, sollevando l'arto destro per andare a posarlo sul di lei fianco, senza pero` trattenerla, non ancora... Il respiro si farebbe appena piu` pesante e verrebbe indirizzato verso il suo orecchio, mentre la lascerebbe libera di muoversi come meglio crede. <Si trova sempre.> Annuirebbe quindi al di lei dire, accennando ad una piccola risata. <Hocaya, Ochaya, O-comecazzosichiama.> Puntellerebbe innervosendosi solo per il non essere piu` in grado di pronunciare quel nome. Poi alla domanda successiva annuirebbe. <Se Al Miaeda avesse agito a pieno regime, nel migliore dei casi sarei qui senza il braccio destro.> Meglio precisarlo, no? <Sono entrato con falso nome, utilizzando il biglietto da visita dell'hotel in cui vi ho chiesto di presentarvi... mi hanno portato in uno stanzino e mi hanno offerto della merce... cosi` l'hanno chiamata.> un brivido percorre rapidamente tutta la sua schiena, mentre lo sguardo verrebbe ancora abbassato, ricolmo di odio e non degno di guardare la ex decima. <Non pensavo che i seguaci di Orochi potessero fare cosi` tanto schifo.> Stringerebbe i denti, mentre la mente prenderebbe a pensare, sempre piu` rapidamente. Deve trovare una soluzione, lo deve fare. <Masumi, o come cazzo si chiama quella troia, mi ha riconosciuto, ha dato l'allarme... e la piccola e` comparsa nel momento peggiore. Non penso abbia neanche capito di avere tre carte bomba poco distanti dal viso...> Si, il locale e` in piedi solo perche` e` apparsa lei. Pensa, il bianco ricade in un silenzio a dir poco religiosio, pensando ad ogni momento vissuto in quel locale. <Furaya, se ti dicessi che potremmo addestrare dei bambini? Prenderli, e farli diventare grandi shinobi come pochi?> L'idea non e` delle migliori, ma non riesce a dirlo, non riesce a pronunciare la prostituzione minorile. <Quanto ti puo` far schifo come idea?>[Chakra 25/25]

19:25 Furaya:
 Litigare con qualcuno ch'è di pessimo umore sovente porta a qualcosa di ben peggiore, ragion per cui evita d'obiettare eccessivamente. Avrebbe potuto - in altri contesti, l'avrebbe probabilmente fatto. <Sai> Prende a dire a proposito di Kamichi. <pensavo di dargli una dimostrazione del mio orgoglio> Con il quale, alla fine, intende un po' tutta se stessa. Non si preclude esclusivamente al significato statico del termine. Vuol dargli una dimostrazione di quel ch'è davvero la Decima Hokage, colei che non ha voluto ascoltare. Saccente e arrogante come pochi, ha preferito ascoltare se stesso - inesperto - anziché qualcun altro che la guerra l'ha vissuta per davvero. <e sfidarlo a viso scoperto.> A buon intenditor poche parole, di solito. A cosa starà mai alludendo? In che modo potrebbe sfidare un agente scelto della Shinsengumi, in fin dei conti? Il sorriso s'amplia appena, dimostrando sicurezza nello sguardo - la stessa che non ha mai perso, e seppur sia accaduto, è riuscita a recuperarla nel minor tempo possibile. E' l'Hokage, dopotutto. Inoltre, la sua intenzione si ricollega immancabilmente all'affermazione che ha appena fatto il bianco. Quando si dice due piccioni con una fava... A proposito di Tachiko, riprende sol dopo il discorso, in modo da rispondere alle domande che le sono state rivolte. Abbassa la voce, onde evitare che qualcun altro la senta - come una bambina dispettosa che disturba le discussioni degli adulti! <Non so cos'abbia per la testa a proposito di Ichirou Hyuuga> Gli rivela, intanto, il nome del diretto interessato. <tuttavia, quest'ultimo le ha proposto di vivere nella stessa casa: lui, lei> E qui solleva immantinente gli occhi alla volta del Senjuu, così da aver direttamente il contatto visivo con questi. <e Senshi.> Le sfugge un piccolo sbuffo che sa d'una risata nervosa. <Io comprendo che sia cresciuta con e grazie a lei, ma non sono pronta a separarmene ora che l'ho ritrovata e posso ricucirci un rapporto.> Non glielo racconti di come l'hai manipolata? Di come ti sei approfittata della cieca fiducia che Tachiko ripone nei tuoi confronti? Risulta essere comunque abbastanza seria nell'esposizione dei fatti, tanto quanto infastidita dalla sola idea che quest'ipotesi si concretizzi. <Ha chiesto il mio parere ed il mio consenso.> Letteralmente, è andata così. <Le ho fatto capire che la situazione potrebbe volgere a nostro sfavore> La qual cosa non è assolutamente una menzogna, in fin dei conti. Le ha raccontato la verità, no? <e che, inoltre, lui ne resterebbe invischiato.> E non è del tutto certa che questo sia necessario ed utile per la squadra. Nel caso in cui le cose andassero male, con molta probabilità, dovrebbero trovare un modo per sbarazzarsene. <Piuttosto, le ho chiesto di trovare una casa più grande nella quale star tutti assieme. Tuttavia, Ichirou non ha mai tradito Konoha, pur venendo torturato per ottenere informazioni.> Lascia intendere, tanto per concludere l'incipit del discorso, che potrebbe sì essere una risorsa, ma che al tempo stesso non n'è sicura. Quindi, gli cede la parola in modo che possa comprendere anche il di lui punto di vista. <Fa il bravo e dopo lo proviamo.> Si riferisce alla possibilità d'indossare soltanto l'haori - un po' come un grembiule privo di qualunque indumento al di sotto. Il di lei si tinge nuovamente d'un tono malizioso che sparisce in breve dato l'argomento conseguentemente trattato. <Oh, l'Ochaya.> Dovrebbe aver intravisto qualche volantino in giro per il villaggio, pur rimembrando esclusivamente il Corvo data la richiesta indetta da Mattyse pochi giorni prima. <...> Resta ad ascoltar senza battere ciglio. Sono molteplici le domande che s'affollano nella sua mente, ma non è il momento giusto per pronunciarle ad alta voce. Attende quanto meno che abbia terminato di raccontare l'avvenimento. <Merce?> Cosa potrebbe mai trattare la Yakuza? Vendita d'organi, mercato nero, sostanze stupefacenti. <Cosa ti hanno proposto?> E' difficile arrivare ad una risposta come quella che il bianco non vorrebbe darle. E' impensabile che qualcuno arrivi anche soltanto a farlo. Eppure accade più spesso di quel che s'immagina. <Addestrare dei bambini? Non è ciò che i villaggi fanno da sempre tramite l'Accademia? Tramite consenso, ovviamente.> Nessuno viene costretto. Resta assorta nei propri pensieri poiché le parole altrui le hanno soltanto messo ulteriori punti interrogativi sul capo, domande alle quali non riuscirebbe a rispondere neanche tra cent'anni senza un aiuto concreto da chi ha vissuto quell'evento. [ Chakra ON ]

19:42 Mattyse:
  [[Casa Tachiko-Giardino]] E` bizzarro, come tutto prenda rapidamente forma all'interno della testa del bianco. Ogni tassello, ogni punto, tutto, va a completare quel grande puzzle, proponendo soluzioni che precedentemente avrebbe conseguito attraverso il proprio sangue. Tutto ora e` collegato. O almeno, quasi tutto. Ma andiamo gradualmente. <Lo vuoi ammazzare?> Chiede schietto, sollevando lo sguardo. <Perche` nel caso, ci sto. Dimmi solo se lo vuoi fare in un combattimento o se devo pianificare qualcosa.> Tipo l'esplosione di casa sua? Con la corrente molte cose si sono fatte semplici! Ma l'argomento clue e` quello di Tachino, che obbliga il bianco a serrare la mascella. <Sti cazzo di Hyuga. Finira` che ne sradichero` le radici da questo mondo.> Un commento a denti stretti, che dovrebbe essere solo per se, ma che purtroppo viene fatto a voce abbastanza alta per far si che la stessa Nara possa sentirlo. Il Senjuu ne ascolta le parole e qui traccia la prima riga, unendo i primi puntini. Ma ora rimarrebbe in silenzio, non ne parlerebbe quanto meno, deve prima finire il discorso. <Te lo dico con tutta franchezza Furaya. Meglio se la questione la risolviate voi due, perche` non penso di avere la pazienza per risolvere la cosa in maniera pacifica.> Ecco il perche` del tono usato prima... Ma sorvoliamo, torniamo all'Ochaya, torniamo alle proposte e... a quello che a cui il bianco pensava. Ma prima, un profondo respiro. <Mi fa schifo anche solo pensarlo. Figurati dirlo...> Scuoterebbe appena il capo. <Ho avuto una mezza soluzione per tutto, ma come e` stato proposto a Kamichi, quando abbiamo fatto un esempio, dovrai fidarti ciecamente senza chiedere perche`.> L'occhio ambrato, sicuro di se, ora andrebbe a puntare dritto verso quelli ghiaccio della rosata. <Se tutto andra` per il meglio, avremo un edificio intero a nostra disposizione... ed un esercito di shinobi da addestrare...> Lo dice in maniera pacata, ma si ricollega senza alcuna difficolta` alla domanda precedente, inerente ai bambini. <Sicuramente la vita da shinobi e` nettamente migliore a quello che stanno passando ora...> Sussurrerebbe quell'ultima frase, abbassando appena il volto. <Ma dobbiamo fare tutto in poco.> Ed ecco il rigetto dell'idea che quei piccoli possano patire atrocita` simili giorno dopo giorno. <Pensadoci bene... sarebbe anche un gesto a dir poco da eroina per la decima hokage, che torna a salvare il suo futuro popolo.> Futuro poiche` si tratterebbe di bambini [chakra on]

20:20 Furaya:
 Scuote immantinente il capo, ma la richiesta altrui la fa stranamente sorridere. <Non sono un tiranno> Eppur la frase viene pronunciata con un nonsoché di ironico. D'altronde, lo è stata eccome. <non uccido qualcuno soltanto perché la pensa diversamente da me.> E no, quel tono sarcastico non viene ancora abbandonato. Tuttavia, non sembra essere veramente incline ad ammazzarlo. Ha tutt'altro in mente. <Kamichi ha detto che il Consiglio ci teme o, comunque, è questo quello che s'evince dal fatto che abbiano una lista di persone da tenere sotto controllo.> Null'altro che una premessa, sollevando - da brava maestrina - l'indice della dritta verso l'alto. Fa in modo che possa sottintendere le proprie parole. <Allora perché continuare a nasconderci?> Ha adottato un nome differente soltanto per fare in modo che il villaggio non le desse alcun fastidio. Al contrario, pur comportandosi in quel modo, ha ottenuto lo stesso le attenzioni indesiderate. E allora perché continuare a fingere di non essere chi si è davvero? Resterebbe comunque Pakkurida, ormai non è più l'Hokage - non più per il momento. Per gli amici - per gli amanti - resterebbe nient'altro che Furaya. <Il modo di reagire della Shinsengumi - o di chi per loro - potrebbe essere vario: arrestarmi o lasciarmi stare, convinti che io non sia una minaccia.> E' chiaro come il tono venga oltremodo abbassato, preferendo che sia soltanto Mattyse a sentirne il verbiare, preoccupandosi delle eventuali orecchie indiscrete che hanno dimostrato d'esserci in giro. Muove la testolina per limitarsi ad annuire, invece, a proposito della questione inerente Ichirou e Tachiko. <Si fida ciecamente di me, quindi non dovrebbe essere un problema.> La manipolazione sta letteralmente diventando il tuo forte, non l'avrei mai detto. Certo che con Kamichi non s'è affatto comportata diversamente... <Ti terrò aggiornato. Piuttosto, potresti vedere Saisashi bazzicare qua attorno più spesso.> Meglio prevenire che curare, come diceva un saggio. Avvisarlo che potrebbe averlo tra i piedi è probabilmente meglio che ritrovarselo di fronte di punto in bianco. Si scatenerebbe una lotta, di nuovo ed è ciò che vorrebbero evitare. <E' per Senshi.> Mette immediatamente le mani avanti, sia mai che il bianco possa continuare a fraintendere. E' un'ulteriore ragione per evitare che possa capir asso per figura e scatenare ulteriore malumore, più di quanto già lui non ne abbia addosso. Poggiandosi sulle ginocchia, non farebbe altro che avvicinarsi ulteriormente a lui in modo che stia a ben poca distanza. La mandritta vien portata in direzione del suo mento, in modo che possa osservarlo direttamente negli occhi, facendogli adottare una posizione quanto più consona possibile. <Mi fido ciecamente di te, ma non esiste che io non conosca i dettagli. Lo sai.> Non può continuare a tenerla all'oscuro dei suoi piani, non può permettersi di rischiare esclusivamente per il suo capriccio e tagliarla fuori. Punto e basta. <Cosa significa che avremo un esercito di shinobi da addestrare?> Come premessa, d'altronde, rende se consideriamo le domande che vengono fuori in rapida successione per via delle parole pronunciate dal bianco. <Quindi, mi stai dicendo che ci sono dei bambini in difficoltà e che sono legati all'Ochaya.> Questa è la spiegazione migliore che riesce a dare, nonostante lui non intenda dirlo ad alta voce. Si tratta di qualcosa d'osceno, a quanto pare. Le ultime parole del terrorista però la lasciano in silenzio. Rimugina attentamente su ognuna d'esse. <...> E sol in un secondo momento, si permette il lusso di replicare come meglio crede, a seconda di quanto ha capito. <Potrei anche dirti di sì> Salvare dei bambini è sicuramente un gesto nobile e che lei farebbe con dedizione. <ma perché?> Appunto, le domande si susseguono. [ Chakra ON ]

20:55 Mattyse:
  [[Casa Tachiko-Giardino]] Una risata scrollerebbe le di lui spalle nel sentirla rifiutare in maniera non cosi` decisa l'idea di uccidere Kamichi, finalmente un sorriso che potrebbe rimanere per qualche minuto sul suo volto. <Non e` una mossa da tiranni eliminare qualcuno che potrebbe ostacolarci.> Anzi, e` qualcosa che si riconduce con quello che ha detto prima, siamo praticamente in guerra, no?<L'idea di mostrarci gia` alla popolazione, potrebbe essere interessante, smettere di nasconderci, uscire e farci riconoscere. Ma non sappiamo quanto male possa reagire la popolazione. Potresti trovare qualche sostenitore, qualcuno indifferente, ma anche qualcuno tanto stupido da aggredirti.> AggredirVI. Ma te sei stato cosi` bravo a muoverti da dietro le quinte che a malapena il tuo clan ha mai saputo della tua esistenza, figuriamoci se puoi essere ricordato nella storia di Konoha. L'argomento torna ad essere Tachiko, ove il sorriso sparisce e lui non puo` che scuotere la testa per negare quel pensiero. <Non e` questione di fiducia, qua stiamo parlando di buon senso. Dovrebbe rinunciare gradualmente al farsi chiamare mamma e lasciarti prendere il tuo posto. Nessuno le ha mai detto che non la vedrebbe piu` o simili. E invece pretende ancora quel nome, senza far nulla per proteggere veramente la piccola se non fare il cane bastonato degli anbu.> Perche` e` cosi` che e` apparsa agli occhi del Senjuu, un cane bastonato, che ha paura della sua stessa ombra. <E con idee del cazzo visto che in poco ha gia` pensato da allontanarsi da noi, che se non sbaglio eravamo la sua famiglia. Per chi poi? Un piccione?> Piccione, animale in grado di vedere a 360 gradi, un po` come gli Hyuga. Il bianco volta ancora il capo, stringendo i denti con maggior forza. <Siamo sempre piu` ospiti in un luogo che ci appartiene.> E` un commento sterile, una semplice frase, che per se potrebbe non significare nulla, ma allo stesso tempo significa tutto. La mente ora non puo` che andare a volare su Keiga, chissa` lei come si sta muovendo, chissa` se si sta comportando esattamente come Tachiko o se a differenza sua ha memoria di chi l'ha presa da un vicolo, con la forza, per non farla sentire piu` sola. Quanto riguarda Saisashi, bhe, in realta` e` stupito che ancora non sia passato... parlava tanto al centro commerciale, eppure Senshi e` ancora tra le braccia del bianco, senza che il padre si sia mai fatto vedere. E poi torniamo all'argomento veramente importante, quel disegno che si e` costruito nella sua mente. <Non e` che non voglio farti conoscere i dettagli... e` che fa cosi` tanta rabbia che mi rifiuto di dirlo.> Un'ammissione, ma cosa puo` far schifo pure ad un terrorista che ha palesato la piu` totale noncuranza di far scoppiare e crollare cose con persone al loro interno? <Ti sto dicendo che ci sono dei bambini che preferirei mille volte vedere morti che vivere una vita come quella che hanno. Bambini che anche se li tirassimo fuori da li` non avrebbero la forza di guardare in faccia nessuno. Bambini che se mai usciranno da li`, con noi o senza di noi, sono destinati ad essere i piu` crudeli criminali che Kagegakure possa mai vedere, consapevoli che nessuno potra` mai vivere la parte peggiore del mondo come l'hanno vissuta loro.> E basta, vuoi un disegnino anche? <Noi possiamo tirarli fuori da li e fargli crescere come si deve, con lo stesso schifo di questo mondo, ma con la volonta` di migliorarlo e l'arroganza di potercela fare anche da soli.> Lo sguardo rimarrebbe fisso sugli occhi ghiaccio della rosata, puntato, sicuro di cio` che stesse dicendo. <Non si tratta di avere un Al Miaeda che ha capito come girano le cose, o degli anbu che rispondono a duecento persone per una gerarchia sbagliata. Una Task force, piu` grande. Un intero corpo organizzato, costruito e studiato per far si che ogni shinobi sia in grado di sopravvivere da solo al peggio di questo mondo con il solo scopo di migliorarlo dalle fondamenta.> Parla della possibilita` di una corporazione molto diversa da ANBU, Shinsengumi o altri, parla di una fusione tra quella che era la sua squadra, alte aspettative, alte abilita`, liberta` completa di prendere decisioni e muoversi liberamente, in gruppo o da soli... con il numero di quella che era la radice. [Chakra on]

21:41 Furaya:
 Ironico, il suo dire non viene totalmente colto come tale. O invece sì? Il ragazzo si lascia finalmente scappare una piccola risata. E' comunque un passo avanti rispetto al momento in cui lo ha incontrato, quindi non può che esserne contenta. <Lo so bene. Tuttavia, può ancora essere una risorsa, tutto sommato.> Si riferisce ancora a Kamichi, stringendosi nelle spalle e proseguendo nell'ascoltare quanto pronunciato subito dopo. Difatti, vi andrebbe a rispondere con assoluta tranquillità oltre che sicurezza in sé stessa. <Esatto, chi sarebbe tanto "stupido"? Avrei soltanto una risposta.> Ed anche qui è inutile asserire il nome della corporazione per eccellenza che viene scelta in questi casi affinché possano fermare chi reputano essere fastidioso per Kagegakure. Tuttavia, dovrebbe esclusivamente contare quel che non è riuscita a fare in passato durante l'ultima guerra. Potranno davvero arrestarla? <Correrò il rischio.> Esattamente come lui pretende che lei si fidi di lui, al contempo lei sta richiedendo la stessa ed identica cosa: niente di più e niente di meno. A proposito di Tachiko, mordicchia distrattamente l'interno del basso labbro prima di poter articolare una risposta che abbia un vago senso. <Credo che per lei sia troppo difficile. Lo hai saputo anche tu com'è impazzita quando le avevano tolto Senshi.> Si riferisce proprio al momento in cui la bambina rischiava di finire in orfanotrofio o in affidamento a qualcun altro che non fosse la cugina, proprio per via del rischio che quest'ultima correva di finire i suoi giorni dietro le sbarre o in un reparto psichiatrico. <Non oso pensare come possa reagire qualora le dicessi di lasciarmi la bambina a tempo pieno. Invero, il suo ruolo di madre mi rende le cose più semplici. Non devo preoccuparmi eccessivamente della bambina. Inoltre, c'è anche da considerare che Senshi vede più lei come madre che me medesima, il che è naturale. Dovrebbe essere un processo graduale per entrambe.> Non saprebbe come spiegarlo in maniera migliore e trova che non sia il momento adatto per parlarne con la diretta interessata. Reputa soltanto che debba ben pensarci se vuol dividere la famiglia. <Potrei anche provare a parlare con Ichirou, ma essenzialmente lui non c'entra nulla. Per il momento, ho solamente convinto Tachiko a non fare mosse azzardate.> Tira un piccolo sospiro di sollievo, rilassando oltremodo le spalle affinché possa mantenere anche una postura quanto più idonea possibile. Il di lei tono, come sempre, s'è mantenuto finora cheto e piuttosto basso. Di tanto in tanto, si limita a lanciare delle occhiate nei dintorni - paranoica. <Risolveremo anche questa.> Ammette, cercando ancor una volta d'avvicinarsi, ma questa volta facendolo a modo proprio. Lui non ha colto alcun segnale! Quindi, qualora non venga in alcun modo fermata, non farebbe altro che allargar le sue braccia e procurarsi un piccolo spazio tra le sue gambe incrociate, in modo che possa sedervisi in mezzo e con la schiena rivolta al terrorista. Tanto le basta per avere un minimo di contatto. <Posso immaginare quanto faccia schifo dirlo, tuttavia mi serve sapere contro quale orrida versione del mondo stiamo andando incontro.> Dopo le sue parole, riesce quanto meno ad immaginare quel che è successo e cosa lui abbia potuto vedere - o quanto meno quello che i bambini là dentro potrebbero star passando. <E Kimi?> D'altronde, è una bambina come tante altre, quindi potrebbe essere tranquillamente invischiata in quel che vuole creare la Yakuza di questi nuovi tempi. Nella voce, è naturale che vada nascondendosi della preoccupazione, pur non avendo mai avuto modo - a sua volta - di conoscere quella bambina. <Piuttosto> Ricollegandosi sempre all'infante e cercando di sviare l'argomento, in qualche modo. <com'è lei? Ti somiglia?> Prova ad abbozzare un piccolo sorriso di incoraggiamento, affinché possa rendere la situazione meno tragica di quella che è, dandogli magari una speranza in più. <Ad ogni modo, accetto.> E qualora sia poggiata con la schiena contro il suo petto, non farebbe altro che affossarcisi un minimo di più, con la testa posata contro la sua spalla. Infine, per quanto riguarda la corporazione che ha in mente, prova ad ipotizzare quello che è il pensiero intrinseco del Senjuu. <Privo d'un comando, ma che al tempo stesso esiste dietro le quinte.> Bene o male, è così che funzionava la radice per quel poco che ne sa lei. [ Chakra ON ]

19:05 Mattyse:
 Il bianco accenna ancora ad una flebile risata, l'argomento Kamichi e` molto particolare, perche` tutto puo` essere ironico e allo stesso tempo serio, come la possibilita` di ucciderlo... Potrebbe essere una grande idea, escluderlo dalla scena in via definitiva potrebbe essere un bel modo per dire al mondo "We stellina, guarda che come fatturiamo". Ma la rosata ha un idea migliore, che lui non puo` che appoggiare. <Fai come ritieni piu` giusto, nel peggiore dei casi ci sporcheremo le mani di sangue.> Come se mai queste fossero state pulite. Ed ecco che si torna su Tachiko, facendo sparire gradualmente il sorriso che era spuntato sul suo volto, non piu` per quell'aria cupa che gli apparteneva fino a poco prima, quanto piu` per la delicatezza della situazione. <Molte cose sono cambiate da quando le han detto che glie l'avrebbero portata via. E un po' e` anche una dimostrazione di non fiducia nei nostri confronti, come se non fossimo in grado di difenderla.> Ma da una parte questo puo` anche capirlo, non e` certamente uno stupido. <E si, anche la sua presenza potra` essere comoda, ma se ci sara` bisogno di rincorrerla per essere sicuri che non scappi con Senshi, diverra` solo una distrazione.> E queste divengono rapidamente problemi, problemi che vanno risolti... o in altri termini, eliminati. Si, Mat e` propenso all'eliminazione ultimamente, perdonatelo. La Nara poi si avvicina maggiormente, cercando di farsi spazio sulle di lui gambe, e lui non potra` certamente dirle di no: allarghera` le braccia, lasciandole quanto piu` spazio possibile, mentre il sorriso tornerebbe sul suo volto, attenderebbe che si sia messa comoda per poi cercar di afferrarla per la vita e tirarla bene su di se, cosi` il di lei sedere possa posarsi in maniera decente su un po` sconvenienti per lui, almeno per ora. Il capo poi verrebbe avvicinato alla di lei spalla destra, su cui poserebbe lo zigomo destro, chinando il volto cosi` da poter avvicinare le proprie labbra al suo collo, su cui inizierebbe ad infrangere il proprio respiro se non gli venisse impedito. A quale orrida versione del mondo stiamo andando incontro? E come diamine glie lo dice. <Uccidiamo il corvo. Appropriamoci del suo hotel e troviamo una di quelle bambine. Una Nara.> Non l'ha scelta a caso. <Magari sara` piu` forte di me e avra` il coraggio di dirtelo lei.> Ma fra tutte, perche` proprio lei? Semplice, Furaya era il capo clan, il Senjuu sa bene quanto l'appartenenza a quel clan sia importante per lei e quanto, di conseguenza, sapere che anche una sua lontana parente possa essere in difficolta` la possa motivare a muoversi. <Capelli bianchi... occhi ambrati. Ne ha due sai? Penso sia una caratteristica presa dalla madre!> Ironico, riferendosi al proprio occhio sinistro, consapevole che non e` una problematica ereditabile. <Ha gli occhi ambrati... non il Byakugan. Magari ha pure ereditato l'arte del legno> Ed ora sogna un poco ad occhi aperti, accennando ad una piccola risata, per poi annuire a quell'ultima frase. <La fusione tra Anbu e Pierrot. Qualcosa che li tenga legati e li renda invicibili come dovevamo essere noi... un Branco?> E` questa un idea per il nome? [Chakra on]

19:06 Furaya:
 Nel peggiore dei casi, si sporcheranno le mani di sangue. Questa è la frase che le viene riferita nel momento in cui si discute a proposito del rivelare al mondo chi è davvero, smettendo di nascondersi come ha finora fatto per timore che qualcuno potesse arrestarla - esattamente come Mekura le aveva accennato, tanto da metterla in guardia. Tuttavia, col senno di poi, s'è vero che il Consiglio teme coloro che sono su quella lista, sta a significare che rivelarsi al villaggio per chi si è davvero potrebbe infastidirli non poco - addirittura spingerli a far qualche mossa, un possibile passo falso. Solleva le mani, poggiate in grembo data la posizione, scrutando con attenzione le linee che ne attraversano i palmi. Un battito di ciglia e son rosse, dipinte dal sangue dei nemici che ha ammazzato, della gente ch'è morta sul campo di battaglia per seguire lei - e lei soltanto. Ribatte gli occhi ed è di nuovo tutto pulito. Basta un po' d'acqua, l'importante è strofinare bene e tutto sbiadisce, tutto sparisce. Eppure resterà sempre dentro di te il ricordo di ciò ch'è stato compiuto ed è per questo che bisogna aver abbastanza coscienza per azzardare a comportarsi in questo modo. <Come se già non lo fossero.> Un piccolo accenno d'un sorriso malinconico fa capolino sul volto della donna, la quale si limita ad approfittarsi di quella posizione così comoda. Rilassa i muscoli delle spalle e della schiena, avvalendosi dell'appoggio del petto altrui. A proposito di Tachiko, si lascia sfuggire un piccolo sospiro che ne rilassa ulteriormente i muscoli così quanto i nervi. <A tempo debito, dovrò prendere una posizione ben diversa da quella che ho adesso. Deve lasciarsi aiutare, prima di tutto, altrimenti non ne usciremo, e deve anche far qualcosa per se stessa, anziché lasciarsi andare nella corrente degli eventi senz'alzare un dito.> In particolare, si riferisce alla questione riguardante gli Anbu ed il sigillo che questi ultimi le hanno impresso al centro del petto, poiché è stata la Decima a muoversi in tal senso e non la diretta interessata. Tachiko ha soltanto deciso che le cose sarebbero dovute andare così per il terrore di perdere Senshi. Ma adesso c'è Furaya, non permetterebbe mai che la bambina cada in mano sbagliate. Piuttosto, rischierebbe la propria stessa esistenza per tirarla fuori da qualunque impiccio. <Già.> Ne conviene ancor una volta, prima di riuscire a cambiare finalmente anche l'argomento della loro discussione. Si premura di non perdersi neppur una parola, interessata a quel che espone ma godendosi anche il mero tono della di lui voce. La posizione assunta anche dal bianco non le dispiace - chiamatela scema. Porta appena il collo a piegarsi dal lato opposto, così da lasciarglielo ben esposto. Il capo, nel frattempo, vien flesso all'indietro così da posare sull'altra spalla del ragazzo. In ogni modo, hanno trovato una posizione consona per entrambi e questo è quanto basta. <Perché vuoi ammazzarlo?> Il di lei tono s'è ormai ridotto ad un sussurro per ovvie motivazioni già espresse ed ovvie. Ne attende un ovvio responso poiché non può ricollegare facilmente le due cose. <Una Nara, mh?> Non n'è sorpresa, ma potrebbe trattarsi persino di sua figlia. Il sol pensiero, in effetti, la fa inorridire. Si stringe nelle spalle neppur fosse uno spasmo involontario e arriccia il naso. <Ho necessità d'incontrare il Capo Clan Nara, per via del modo barbaro in cui hanno deciso che mia cugina e mia figlia non potessero più far parte del Clan.> Lo annovera circa quest'altra novità, il che si ricollega facilmente alla necessità di mostrare a Kagegakure, al Consiglio e a chi vive tra quelle mura che lei sta ancora respirando la loro stessa aria. E' il momento di prendere in mano la situazione. <Quindi, buono a sapersi.> E' un'informazione che, per certi versi, potrebbe usare facilmente per ottenere quel che vuole. Non si scompone, inutile farlo. Dimostrarsi emotiva ha sempre portato soltanto problemi. Recepisce l'informazione, la incamera e la tirerà probabilmente fuori nel momento in cui sarà per lei più utile. Si tratta d'una nuova forma di maturità? <Spero non abbia preso anche il tuo stesso carattere, altrimenti sarà difficile sopportarvi entrambi.> Dando abbastanza per scontato che riusciranno a riprendersela, in modo che anche solo per un attimo egli possa pensare a quanto bello sarà il futuro che s'apre innanzi a loro. Per una volta, vuol costringerlo ad immaginare come sarà averli assieme - ancorché ciò non dovesse avvenire, ma restiamo positivi e fiduciosi per il momento. L'argomento glissa rapido poi sulla questione del gruppo - del branco, un'analogia che ha fatto sua e che la rappresenta in pieno. Ruota appena la testolina rosata, così da cercarne in qualche modo, pur di sguincio, un minimo contatto visivo. <Un branco ha però bisogno di un alpha...> E non è molto concorde nel cedere il posto. Snuda incisivi e canini superiori, assottiglia lo sguardo - si mostra lasciva agli occhi altrui. Dalla gola, risale un'eco gutturale, un ringhio sommesso. "Sfidami". [ Chakra ON ]

19:26 Mattyse:
 a differenza della rosata, non ha particolari difficolta` nell'immagine le proprie mani di sangue, e con difficolta` si intendono sensi di colpa per aver strappato la vita a qualcuno o esserne una delle cause, anche se il pensiero causa e` legato solo alla Nara: degli shinobi sono morti per lei, lei ne e` la causa... ma non e` corretto, la motivazione della loro morte e` stata la loro debolezza, i loro errori. Il bianco cosi` sarebbe gia` in grado di ridurre drasticamente i nomi sulla lista della compagna, ma lei e` piu` empatica di quanto spesso voglia dimostrare, non sara` mai propensa a pensarla in questa maniera. <Ultimamente sono un po' troppo pulite...> Sussurrerebbe ironico, osservando le mani della Judai. Anche l'argomento Tachiko giunge al suo termine, la rosata ha palesato l'intenzione di fare qualcosa con i suoi tempi ed i suoi modi, ora sicuramente il bianco non avra` i sensi di colpa per non averle detto che in casi estremi, dei suoi estremi, potrebbe tirare una linea rossa sul nome Tachiko Nara. Ma gli argomenti seri non terminano mai per la nostra coppietta. Perche` voler uccidere il corvo? <Per un attimo pensavo di potermi fidare di lui, mi ha dato qualche informazione, poi ha detto di non aver nulla a che fare con il gruppo di Orochi. E invece e` stato il lascia passare per vedere quelle bambine. Senza che mi chiedessero nulla, e` bastato il suo nome.> Quindi, tirando due conti abbastanza semplici, si puo` giungere alla conclusione che il corvo sia solito mandare clienti a Masumi, o come diamine si chiama, clienti interessati alla prostituzione minorile che tanto lo ha schifato. <Lo voglio morto, voglio il suo hotel ed il suo nome. Sara` il nostro lascia passare per liberare quelle bambine.> E prendersi Kimi. E` l'ultima porta aperta e il Senjuu vuole sfruttarla prima che si chiuda, anche perche` l'ultima soluzione sarebbe quella con una probabilita` di sopravvivenza tanto misera da essere uguale ad un suicidio. <Non chiedere nulla riguardo la bambina...> Non parla di Senshi. <Non abbiamo idea di chi altro vi sia invischiato e ho bisogno di volti puliti, come il tuo e quello di Keiga.> Keiga... e` da un po` che non la vede. E ora basta, gli argomenti seri sono stati tutti terminati, ne rimane uno che gia` sta prendendo una piega interessante. La rosata mostra meglio il collo ed il bianco non potra` che approfittarne, mentre la mano destra andrebbe a posarsi sulla pancia piatta della ragazza, la sinistra porterebbe medio ed indice sulla di lei tempia sinistra, seguendo poi l'attaccatura dei capelli, verso il basso, per raccoglierli in un lento movimento con la mano, lasciando spazio al proprio viso di avvicinarsi verso il suo collo, ove vi poserebbe le proprie labbra per stamparvi sopra qualche bacio, un paio, prima di schiudere meglio quelle stesse labbra, per poi riprendere, con piu` baci appena piu` umidi, scendendo gradualmente verso la spalla, creando una sorta di scia. <I lupi...> sussurrerebbero tra un bacio e l'altro, cercando di stringere tutti quei capelli rosa in una coda con la mancina <...Non sono gli unici animali...> E qui, se vi fosse riuscito, il bicipite sinistro si gonfierebbe, mentre l'arto tenterebbe di tirarle i capelli verso il basso, intento a farle alzare lo sguardo verso il cielo, verso la sua luna. <...A fare branco.> E ora risalirebbe rapidamente la scia precedente, avvicinandosi al suo orecchio, contro cui respirerebbe in maniera piu` pesante. Chissa` pure qualcosa da sotto il suo sedere potrebbe iniziare a farsi sentire, ma sarebbe la mano destra a scendere repentina, puntando proprio tra le di lei leve inferiori, a far pressione con medio e anulare. <Ma se proprio insisti, ti daro` il seme di cinghiale che tanto piace a voi lupi Alpha.> Un voi molto generico, che pero` vede solo lei come soggetto. [Chakra ON]

20:08 Furaya:
 Per tutta risposta, non farebbe altro che adocchiar nuovamente i palmi delle proprie mani, pur avvedendosi di quelle altrui che son posate ad altezza della vita di lei, così da tenerla vicina a sé. <Ultimamente, non ho avuto motivo d'uccidere.> Perché bisogna sempre ricordare che, a differenza del Senjuu, la rosata non uccide per mero diletto o perché qualcuno le ha fatto un torto. Insomma, deve aver fatto davvero qualcosa d'osceno - come cercare di distruggere Konoha, ad esempio. Kamichi potrebbe essere il prossimo sulla lista, tuttavia non lo daremmo assolutamente per scontato. Tutto sommato, se preso nel modo giusto, potrebbe tornare utile in qualche altro contesto - bisogna soltanto trovare quale. Insomma, tanto vale sfruttarlo tramite la sua stessa ingenuità. Tuttavia, anche questo è un discorso che lascia il tempo che trova al momento, quindi gli vien messo un punto temporaneo sancendo la sua momentanea conclusione. <Un motivo più che valido per volerlo morto. Non è possibile affidarci alla legge e a chi dovrebbe farla rispettare.> Il di lei commento è ovviamente ironico, sottolineando quanto non sia possibile affidare la situazione alle mani degli Anbu attuali o della Shinsengumi, sicché facenti parte d'un villaggio del quale nessuno dei due presenti riesce in alcun modo a fidarsi. Ordunque, la risposta da darsi è automaticamente una soltanto: farsi giustizia da soli. <Il mio non è pulitissimo, ma ce lo faremo andare bene.> Soprattutto se, come anticipato poc'anzi durante il discorso riguardante Kamichi, è convinta di mostrarsi nuovamente al mondo per chi è davvero. Continuerà ovviamente ad utilizzare il soprannome che s'è data una volta compresa la situazione in quel di Kagegakure - fa parte di sé ormai. Recepisce il piano che vorrebbe seguire, riguardante innanzitutto la mancata esigenza d'informazioni sulla bambina. Bisogna mantenere, per il momento, un basso profilo. Il problema sorge successivamente. Ogni parola diventa inutile, si prendono in considerazione soltanto i gesti che s'avvertono sulla pelle divenuta immantinente sensibile. Dalle labbra schiuse, le sfugge un sospiro di piacere che trattiene a stento, mordendosi il basso carnoso con i canini. Smette di ringhiare. Diventa un poco più mansueta - soltanto perché lo ha scelto lei, non perché v'è costretta. <Usi sempre gli stessi trucchetti, Cinghiale> Mormora alla di lui volta, tenendo il capo inclinato per via dei capelli ch'egli stringe nella mano, costringendola dunque a sollevare lo sguardo alla luna. <potrebbero non funzionare più per ammansirmi.> L'altra mano del Kanishiro scende tra le cosce della donna, la quale le stringe ulteriormente proprio per evitare che possa proseguire. Suvvia, stiamo parlando d'un capobranco, non si farà fermare da così poco e tanto presto. <Oh, sai fare meglio di così.> Si dimostra fintamente dispiaciuta, pretendendo in un certo senso che faccia qualcosa di diverso - che la ammansisca come si deve e non sperando che lei l'assecondi. Sono abituati a farsi la guerra più di quel che credono entrambi. E lei è abituata a sfidarlo. O è un vizio che le ha fatto prendere proprio Mattyse? [ Chakra ON ]

22:17 Mattyse:
 Oh Furaya, perdonaci se in questo momento daremo poco peso alle tue parole, soprattutto quelle che pronunci con fare ironico in difesa del corvo, anche perche` e` palese, quanto mento per il bianco, quanto l'aiuto di esterni significhi solo la possibile intromissione di soggetti corrotti che potrebbero salvare il loro bersaglio e peggiorare la loro situazione, e questo non e` desiderato dal Senjuu, non ancora quanto meno. Perdonaci, rosata, ma le nostre attenzioni volano repentinamente altrove, la ove la Nara stringe le gambe per impedire alla destrosa di raggiungere il proprio obbiettivo con facilita`, ostacolandola quanto possibile, mentre il suo atteggiamento guerrafondaio e di sfida e` il classico che han spinto la coppia in quella camera d'ospedale a farli unire. <Un lupo mansueto e` inutile...> Sussurrerebbe affianco al di lei orecchio, avvicinandosi al lobo di questo intento ad afferrarlo appena tra le labbra per tirarlo delicatamente. La mano mancina stringerebbe quella coda con forza, mentre la destra si aprirebbe bene, tentando inizialmente di far pressione contro il suo ventre con tutta la mano. <Voglio solo che la mia lupa sia in calore con me...> E qui tenterebbe un mezzo inganno, difatti piegherebbe il busto all'indietro, cercando di creare un minimo di spazio tra i loro corpi, mentre anche il braccio sinistro allenterebbe quel tirare, senza pero` lasciarle mai i capelli. <...Ma se preferisce essere montata come una bestia...> E qui il termine di quel tentativo, poiche` si lancerebbe con il busto verso di lei, mirante a lanciarsi in avanti, usufruire della posizione che vede lui come sostegno della rosata per cadere in avanti con tutto il corpo intento a farla cadere sotto di se. Anche la mano mancina andrebbe repentina contro il capo della Judai, mirante inizialmente a spingerla in avanti e verso il terreno, per poi successivamente, ammesso che riesca nell'intento di farla cadere sotto di se in quel modo, con l'aiuto del pettorale, tenterebbe di premerle il capo contro il terreno, non con forza esagerata da farle male, quanto per cercare di tenerla ferma. Se vi fosse riuscito, lui si troverebbe sulle proprie ginocchia, proprio come suggerisce la sua posizione precedente ruotata in avanti di 90 gradi, e farebbe scivolare la mano destra lungo il corpo della fanciulla, passando per il suo fianco destro, andando a cercare l'orlo dei pantaloni che premerebbe contro la schiena della rosata, tessuto che sarebbe ben pressato dal corpo della compagna e dal bacino del Senjuu. <...Allora mi s*****o` la mia lupa a quattro zampe.>[End per ovvie ragioni]

23:37 Furaya:
 Il signorino qui presente deve imparare che per ammansire un lupo ha necessità di minare il suo orgoglio – ma neppure. Deve rendersi degno della fiducia che l’alpha ripone in lui. Tuttavia, è un contesto ben diverso dove l’orgoglio la fa da padrone in ogni caso, viste le figure coinvolte. Differente è per la fiducia, poiché è solida ed è alla base d’ogni cosa. In fin dei conti, la soluzione ultima è una soltanto: sfidarsi l’un l’altra è ciò che li rende chi effettivamente sono adesso. E’ ciò che li ha uniti. Ogni discorso viene reso vano nel momento in cui la fanciulla ha avuto l’ardire di spronarlo, di provocarlo e di condurlo su tutt’altra strada, ben diversa da quella della vendetta e della disperazione nella quale s’era inoltrato. I suoi capelli sono ancora stretti tra le di lui mani, ma non per questo si tratta d’una limitazione. D’altronde, non le dispiace quella presa di posizione tanto meno i brividi di dolore che risalgono lungo la nuca e che si trasformano in brividi d’assoluto piacere. <Sai bene che di mansueto non ho un bel niente e che, quando decido d’esserlo, è soltanto per accontentarti.> Sottolinea queste parole soltanto per minacciare la sua virilità, il flebile orgoglio che mai potrebbe comparare a quello della Nara – neanche tra cent’anni. Un sorrisetto lascivo s’allarga sul viso della Judai, la quale tenta di far subito dopo forza affinché possa girarsi. Adopererebbe i muscoli delle inferior leve e dei glutei, nonché della zona lombare, in modo che possa ruotare e avvantaggiarsi tramite d’essi. A parità di forza, lei ne possiede giusto un quantitativo in più sufficiente a permettersi di ruotare su sé stessa. A prescindere ch’egli ne tiri ancora i capelli o meno, non le importa di sentir dolore – perché è meglio sentir dolore piuttosto che “niente”, come si sarebbe ripetuta qualche decennio prima. Non intende sottrarsi alla sua presa, quanto più voltarsi soltanto sotto di lui in modo che possa parzialmente cedere la presa sui suoi ciuffi rosati, nonché la possibilità di prendere posizione in primis. Avviluppa le gambe attorno al suo bacino, tirandolo verso di sé e facendo combaciare i bacini d’entrambi senz’alcun problema, raggiungendo quindi un obiettivo comune. La mandritta sale ad afferrare con forza i suoi capelli bianchi, la qual cosa spesso e volentieri lo manda in crash, ragion per cui se ne approfitta anche più del necessario – come in questo caso. <Dài, fammi vedere cosa sai fare.> La gemella, invece, s’insinua sotto l’indumento superiore nel tentativo d’adoperar le unghie per graffiarne la pelle – marchiandola, proprio come un lupo che marchia il territorio. Quel che ne verrà, beh, potete permettervi soltanto d’immaginarlo… [ END ]

Mattyse la annovera circa quant'accaduto all'Ochaya, mettendola in mezzo per ovvie ragioni.
Furaya gli rivela d'aver qualcosa in mente per quanto concerne Kamichi e la Shinsengumi.

Il tutto termina con una pvt (?)