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Ironia e proposte indecenti

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con Hayato, Kan

21:16 Kan:
 Pioggia dannata, con forza giunge sulle terre di Kagegakure irrompendo nella quotidianità odierna. Una sera sconvolta dall'annuvolarsi del cielo, dell'acqua donatrice di vita intenta nel bagnare ogni singolo angolo di quel mondo nefasto. Troppo presto per poter ritirare le membra al sicuro della propria abitazione, la vita non richiede ciò, bensì sacrifici, per tanto, anche con tempi simili, l'albino smuove il corpo all'interno del bosco centrale, situato nella nei pressi della torre governativa. Meraviglio loco, impossibile da godere, strade fradice, laghetto continuamente infranto, panchine totalmente bagnate ma nonostante ciò non demorde continuando l'avanzata con perseveranza <Fanculo al tempo> esordisce parlando principalmente tra se e se, impreca silenziosamente borbottando termini la cui natura è meglio tener celata. Il vestiario del Konohano risulta atipico, strano ai più eppure originale nella sua bellezza effimera composto da un paio di blue jeans nel ricoprire gli inferiori arti, più smosso in zona polpaccio e caviglie e sandali shinobistici per finire la parte inferiore. Marrone cintura con fibbia dorata legata alla vita ed una camicia blu di lunghe maniche sul busto, bottoni inseriti nelle apposite fessure ma le ante della stessa risultano separate permettendo la mostra del fisico allenato del diciottenne. Polsini viola e bordi blu ed una giacca color del latte ricade su spalle, schiena e braccia i cui bordi inferiori risultano di un viola, esattamente come le sfumature sulle spalle. Albina chioma pettinata ma allo stesso tempo scomposta, lunga non oltre il collo. Portaoggetti legato alla cintola, fianco destro come parte selezionata trovando al suo interno fuda e inchiostri speciali, favoriti dal clan per portare avanti la suprema bellezza dell'arte ereditata al momento della nascita. Gli stessi abiti risultano totalmente bagnati, appesantiti, appiccicati all'epidermide donando loro un colorito più scuro permettendo al genin un confondimento maggiore con l'ambiente se non fosse per la particolare chioma in suo possesso. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

21:36 Hayato:
 Per un caso del tutto fortuito, o forse perchè l'abilità di “preveggenza” degli Uchiha ha una strana applicazione tanto da poter fare anche i meteorologi (?), è uscito di casa munito d'ombrello per semplice precauzione, anche se poi s'è rivelata una corretta intuizione visto che la pioggia non ha risparmiato il complesso di distretti degli ormai ex villaggi riuniti sotto un unico nome, sotto un'unica bandiera. O almeno così dovrebbe essere, nonostante le diatribe scrostate soltanto in superficie e che invece nel profondo sembrano ancora avere delle radici ben arpionate nelle fondamenta. L'Uchiha, quindi, si aggira anche lui su un acciottolato del bosco centrale, un sentiero che probabilmente conduce in direzione di Oto e quindi di un potenziale rientro. L'ombrello, tenuto nella destra, copre parzialmente la propria visuale in un angolo di circa trecentosessanta gradi (non che sia in grado di guardare laddove la visuale periferica non arrivi, però insomma, pur ruotando il capo l'ombrello copre comunque ogni lato). Come ovviare a quest'inconveniente? Alzare semplicemente l'ombrello, in modo tale che riesca almeno a vedere ad un'altezza accettabile. Indossa un paio di pantaloni lunghi, neri, che fasciano le leve inferiori, infilate in un paio di scarpe da ginnastica. La parte alta del corpo, invece, è coperta da una maglia chiara a mezze maniche e una giacca nera, questa invece a maniche lunghe. I capelli e gli occhi sono totalmente opposti rispetto al Sumi: neri come la pece entrambi, caratteristica genetica degli Uchiha. Il taglio dei capelli invece potrebbe ricordare vagamente un emo per la forma, anche se non sono molto lunghi da dare quell'esempio. Sul fianco destro v'è il portaoggetti con una carta bomba, una bomba luce e un tronchetto con fuuda; poco più giù, invece, sulla coscia, vi è il portakunai con un kunai e uno shuriken. Avanza quindi sull'acciottolato senza fretta, con le scarpe da ginnastica che potrebbero facilmente scivolare sul tipo di pavimentazione bagnato. La mano sinistra invece è in tasca. Non s'è accorto del Sumi totalmente fradicio, probabilmente. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, shuriken x1, kunai x1]

21:48 Kan:
 Esser l'unico sotto la pioggia è tollerabile me ben due vuol dire che il gene dell'idiozia ha attraversato più di qualcuno infettando il cerebro, portando l'intelletto a sopirsi totalmente privando l'uomo dell'intelligenza necessaria per restare al sicuro nella propria dimora. Il passo prosegue nel completo silenzio, assuefatto dal rumore battente della pioggia la quale non da il minimo cenno di resa, se possibile, la forza con cui ricade sulla terra risulta persino maggiore di pochi attimi prima. Non rappresenta troppo un problema, certo, se potesse aver accesso al potere di camminare sulle acque avrebbe ovviato ancor di più una spiacevole situazione ma la forza in suo possesso non raggiunge simili livelli di abilità shinobistica. La mancanza di tale forza può farsi sentire per un'essere umano normale eppure lui, di normale, ha ben poco favorendo il caso alla logica, specialmente in situazioni in cui essa può permettersi di restare addormentata, esattamente come l'attuale. La stradina imboccata conduce su svariate strade alternative verso altri distretti ed il proprio è esattamente quello Konohano dove cerca di tornare percorrendo, tale strade, dal lato opposto rispetto all'Uchiha del quale ne avvede le fattezze in lontananza. Non comprende alla perfezione il vestiario in suo possesso ne riesce a scrutarne i lineamenti facciali, l'ombrello oscura la visuale rendendola meno chiara, aggravata soltanto dall'imperterrita pioggia eppure il passo permane costante accorciando secondo dopo secondo la distanza intercorsa, ritrovandosi inevitabilmente più vicino, più a contatto per poter permettere alle dorate di immagazzinare le informazioni corrette, comprendere chi sia l'altro genio deciso ad avventurarsi insieme a se nel bosco <Ehi amico> richiamandone l'attenzione con gergo prettamente giovanile, sotto molti aspetti infantile ma pregno di spensieratezza <Anche tu fai parte del dinamico due di imbecilli sotto la pioggia?> quando dare fastidio al prossimo passa da bullismo a vera e propria arte da studiare nelle accademie ninja di tutto il mondo, un'arma fatale, micidiale, impossibile da prevedere, difficile da combattere. [Portoaggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:00 Hayato:
 Il suono della pioggia che picchietta sulla stoffa dell'ombrello è in un certo senso quasi rilassante, nonostante sia risaputo che gli Uchiha siano fuoco, e quindi non proprio un legame solido quello che si potrebbe instaurare tra i due elementi. Ma fortunatamente, essere fuoco non vuol dire dover scartare a priori l'acqua. Sembra quasi assorto nei propri pensieri, con l'espressione neutra stampata sul volto e gli occhi neri che battono di tanto int anto, quasi fossero soltanto i piedi a portarlo a destinazione su quell'acciottolato che probabilmente avrà fatto tante di quelle volte da non aver nemmeno bisogno di vedere dove mette i piedi, che per altro sono costantemente sotto minaccia per la potenziale perdita d'aderenza. Le scarpe da ginnastica, almeno le sue, non sono le più indicate per poter permettere una corretta deambulazione sulla pavimentazione bagnata e, per altro, anche il proprio chakra non circola nel proprio organismo, ragion per cui non può in alcun modo condurlo alle piante dei piedi per aumentare appunto la presa. Nel momento in cui avverte la presenza di qualcun altro, quindi Kan che gli viene contro dalla parte opposta, alza un po' l'ombrello e di conseguenza il mento, in modo tale da rivolgere gli occhi neri proprio verso il Sumi. Il fatto che sia completamente fradicio gli fa alzare il sopracciglio sinistro in una smorfia un po' perplessa. Il proprio incedere, quindi, viene dapprima rallentato e poco dopo del tutto arrestato, a circa qualche metro di distanza dal nuovo arrivo. <Mh?> Mugola. Il saluto più informare che è riuscito a trovare. Al dire del Konohano, si guarda intorno. <No, perchè?> Breve pausa. <Dove sarebbe l'altro imbecille completamente fradicio?> Chiede a sua volta, facendo il simpaticone di turno abbozzando perfino un sorriso. <Ti direi di metterti sotto l'ombrello per ripararti ma... non so quanto possa essere utile in questo momento.> Visto che è già completamente inzuppato. <Non hai visto nuvoloni all'orizzonte?> Chiede poco dopo. Saranno pure cazzi suoi se non ha voluto portarsi l'ombrello dietro per x motivo. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, shuriken x1, kunai x1]

22:13 Kan:
 La figura dell'Uchiha risulta del tutto nuova dinanzi alle dorate dell'albino, mai avveduto prima di tal momento, non nei quartieri Konohani eppure una certa somiglianza in egli si palesa con un'antica leggenda del passato. Il paragone risulta molto remoto, una mera coincidenza a cui non dona il minimo peso ne l'interesse necessario favorendo la giovialità contrastando l'intrinseca tristezza portata dalla pioggia, capace di abbattere gli umori degli uomini più felici in uno schiocco di dita. Il ghiaccio viene rotto in maniera atipica, offendendo se stesso e l'altro contemporaneamente, eppure tale offesa non viene recepita giungendo a comprendere tutt'altro. Labbra dischiuse, straniamento a palesarsi sul viso del Sumi, tali parole, per quanto stupide, vengon recepite chiaramente da chiunque, possibile abbia commesso un grave errore rendendo la banale battuta incomprensibile <Io non ho detto che deve essere fradicio l'altro, solo sotto la pioggia. Quindi...> arti superiori lievemente allargati, abbassati e rialzati indicando dapprima se stesso <...e poi> avanzando verso Hayato indicandone la figura, risolto il mistero del secondo imbecille sotto la pioggia, non poi tanto difficile nonostante egli abbia l'ombrello con se come protezione per fronteggiare il nemico naturale della buona salute ma il sorriso manifesto sul volto rende la disquisizione leggera, in fondo ha fatto centro trovando il punto perfetto per passare il tempo anche con tempi del genere <Sono così zuppo che la copertura dell'ombrello non serve a nulla> strizzandone la pelle si può trovare dell'acqua in più rispetto a quella presente all'interno del corpo, ricolmo di essa, solo i Kami sono a conoscenza del tempo passato sotto un cielo del genere <Si ma quando sei lontano da casa è difficile evitare la pioggia> molto lontano, il quartiere di Oto non risulta esattamente dietro l'angolo, al contrario, la strada percorrere porta con se enorme fatica <Come ti chiami amico? E che ci fai in giro sotto la pioggia a quest'ora? E' insolito> e lui? Ha una sua spiegazione plausibile, sicuramente non la migliore ne la più gradita ad udito altrui ma resta pur sempre una valida motivazione. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:28 Hayato:
 Una leggerissima somiglianza con Sasuke Uchiha ce l'ha, sì, ma sarà forse ilt aglio dei capelli o una vaga impressione dettata dai lineamenti del volto e forse del fisico, ma per il resto non ha alcuna diretta parentela con leggendario Mukenin di Konoha, se non quella di essere dello stesso clan. Certo, in un punto imprecisato le linee genealogiche dei propri avi si incrociano, ma forse quella somiglianza è talmente diluita nel tempo che appunto si può dire che non abbia alcunché da spartire con lui. E proprio per questo, durante la partita tra settori che ha visto Oto contro Konoha, la somiglianza con Sasuke gli si è rivoltata contro visto che ha professato la volontà di volere una competizione sana e leale. Non proprio quello che ci si aspetta da un Otino somigliante a Sasuke e per altro Uchiha. La battuta di Kan non è sbagliata, soltanto un po' incongrua con la realtà oggettiva dei fatti. Per cui, ancor prima che l'altro finisca di parlare, l'Uchiha lo guarda come se avesse già trovato la falla nell'intero discorso. <Perchè dovrei risultare un imbecille, di grazia?> Chiede, battendo un paio di volte le palpebre, perplesso. <Gli ombrelli sono fatti a posta per poter camminare sotto la pioggia.> Fa notare, con un tono ovvio all'interno della voce, con le ultime tre dita della destra che si aprono per rendere più evidente la presenza dell'oggetto qualora non fosse abbastanza, mentre indice e pollice rimangono chiusi attorno al manico tenendolo quindi in posizione. <Potrei averlo fatto appositamente.> Uscire con la pioggia. <Potrebbe piacermi. Che ne puoi sapere.> E fa spallucce. Se poi per questo dev'essere etichettato come imbecille... Tuttavia, però, ha compreso lo spirito ironico altrui, anche se non si direbbe, ragion per cui non ne fa di certo un cruccio personale visto che gli ha perfino offerto un riparo temporaneo sotto l'ombrello. Inutile, certo, ma se non altro evita di prendere altra pioggia in testa, con l'influenza che potrebbe bussare alla porta di casa Sumi con qualche pizzico di ritardo. <Mh.> Mugola semplicemente in risposta al trovarsi lontano da casa e alla difficoltà di evitare la pioggia. <Hayato Uchiha.> E nel caso Kan stesse seguendo il torneo tra distretti, potrà forse riconoscerlo come uno dei due rappresentanti di Oto. Nel caso contrario, invece, sarà soltanto il cognome a risuonare, cosa che dovrebbe fare anche normalmente. <Ho dovuto sbrigare una commissione e ora stavo rientrando. Ma fortunatamente ho portato l'ombrello.> Che fortuna. <E tu amico bagnato?> Nome e cosa ci fa sotto la pioggia. Questo gli sta chiedendo. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, shuriken x1, kunai x1]

22:46 Kan:
 Sasuke è un'essere antico, lontano dai giorni vissuti dall'albino, la sua fama raggiunge persino i tempi moderni come un eco proveniente da un'epoca diversa, all'apice della potenza dei ninja. Quel mondo, oramai defunto, non appartiene alle nuove generazioni, impreziosite di aggeggi tecnologici dalle molteplici funzioni, molti usi rendendo la vita migliore, agiata ed un villaggio le cui mura proteggono tutti i presenti al suo interno da minacce esterne. I fasti di una vita sono scomparsi, alcuni rimpiangono, altri cercano un palese modo per poter affrontare il nuovo futuro ed altri ancora, tra cui lo stesso albino, ritrovano il pensiero nel mezzo. Amante della modernità, amante dell'antichità, desideroso nel riavere quel tipo di vita, allo stesso tempo facendo confluire le ultime conquiste. Un connubio perfetto tra passato e futuro, un equilibrio eppure si tratta di un effimero sogno irrealizzabile, impossibile trovare qualcuno al governo disposto ad una fusione tanto ambiziosa, non con i pericoli all'esterno della sicura Kagegakure. Socchiuse le palpebre coprendone le dorate iridi, incredulità adorna il viso alla sequenza verbosa dell'Uchiha; consapevole o meno, una reazione avrebbe desiderato ed è la stessa a faticare nel raggiungerlo <Amico, fattela una risata. Si chiama ironia, non ti ho chiamato davvero imbecille> esente da qualunque tipo di falla, lo scopo del verbo è esattamente quello proferito, portare una risata, alleggerire la situazione rendendo il tempo un mero spettatore casuale in mezzo al divertimento <Potrebbe piacerti uscire sotto la pioggia a quest'ora? Può essere ma se ti piace la pioggia, non credo avresti preso l'ombrello ed uscire a quest'ora può significare solo due cose: o hai pensieri per la testa o ti piace la vita notturna> non esiste una terza possibilità, a meno che l'altro non venga cacciato dalla dimora di appartenenza, in tal caso la situazione cambia sfociando nell'ilarità più comune, scatenando un divertimento intrinseco eppure nell'udire il nominativo altrui, le iridi vengon sbarrate, preso alla sprovvista; un nome antico, potente, appartenente ad un clan la cui leggenda vive ancora nel tempo <Un Uchiha, non sento questo nome da quando ero bambino> dieci anni fa, forse anche di più, il nome degli Uchiha non è così comune, non per lui <Sei uno dei pochi residui del mondo antico> riflettendo con tono vocale alzato, pensiero portato all'orecchio del corvino rendendolo partecipe di ciò che ne affolla la mente. Ode la spiegazione non proferendo commento alcuno, a parte uno <A Konoha?> indice destro ad indicare il tragitto verso la foglia <Mi sono fatto un giro in attesa che aprisse l'Ochaya ma mi sono allontanato troppo e adesso torno a casa a cambiarmi prima di andare a spendere ryo negli slip delle ballerine> evviva la sincerità. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

23:03 Hayato:
 Un perfetto connubio che potrebbe rappresentare con esattezza il presente, se soltanto qualcuno posto in alto lo volesse. La tecnologia ha senza dubbio migliorato la vita delle persone, per chi ne ha accesso ovviamente, ma al tempo stesso può rappresentare una rete in cui è facile incagliarsi, perchè il processo tecnologico è veloce e stargli al passo potrebbe essere difficile, ma soprattutto perchè il troppo stroppia, come si suol dire. E magari anche il troppo bigottismo presente nella torre del consiglio decreterà, un giorno, la fine di Kagegakure. Ma fino ad allora, prendiamoci il bene che il male non manca mai. Gli occhi roteano un po' verso l'alto nel momento in cui Kan stesso avverte la necessità di sottolineare l'ironia nelle sue parole. Il giovane Uchiha sospira, cosa che vale come prima risposta senza alcun suono articolato se non quello dell'aria che sibila tra le narici per la spinta. <Amico, al di là del fatto che io possa trovare divertente o meno quello che hai detto, ridere per la stessa cosa mi sembra un'azione esagerata.> Tra le righe, gli sta dicendo che ridere ridere non faceva, forse appena un sogghigno veloce e repentino. <Lo so, comunque, che non mi hai chiamato veramente imbecille.> A questo punto, anche lui ritiene necessario sottolineare la cosa, proprio mentre l'incalzo verbale del Sumi arriva a contestare due opzioni che potrebbero giustificare la propria presenza qui, nel bosco centrale, sotto la pioggia con un ombrello tra le mani. <Non ho detto che sono uscito dieci minuti fa.> Sottolinea. <Ho detto che sono uscito per fare una commissione e ora sto tornando. Non ti dà un lasso preciso di tempo sul quale poter ragionare e collocare una spiegazione della mia presenza qui e ora.> Particolarmente pignolo questa sera. Sarà forse il lascito della serata brava e folle che ha avuto in compagnia di Rasetsu al quartiere notturno? Può essere, chissà. <Magari entrambe le cose.> Sia che abbia pensieri per la testa, sia che possa piacergli la vita notturna. <Comunque davvero, non mi pare un male così esorbitante tornare a casa sotto la pioggia, riparato da un ombrello.> Cosa c'è di effettivamente sbagliato in questo? Sta tornando a casa, non sta andando in giro. E per la commissione svolta, evidentemente passando per il bosco centrale può comunque raggiungere il quartiere dei clan di Oto. Nel mentre la pioggia batte ancora sull'ombrello, sulla stoffa sottile che però basta a fare da protezione per non farlo finire come il povero Kan, ascolta e osserva la sorpresa del Sumi nel ritrovarsi davanti un Uchiha, soprattutto etichettarlo come uno degli ultimi residui del mondo antico, qualcosa che attraverso gli anni risuona ancora impetuoso e con una certa importanza. <E per questo dobbiamo ringraziare l'ex capoclan Kioshi Uchiha, o probabilmente ci saremmo estinti anche noi.> Il suo sacrificio, quello di suo padre e suo fratello hanno permesso al clan Uchiha di vivere ancora, di essere presente oggi in quest'unione dei distretti e di continuare la linea di quelli che furono chiamati cloni. Forse oggi tornati ad essere Uchiha veri e propri. <Mi sembra una buona prospettiva di serata.> Quella di andare a mettere dei ryo negli slip delle ballerine. Annuisce un paio di volte. Ha inteso, quindi, che l'altro sia di Konoha, ma la domanda posta poc'anzi non è stata soddisfatta completamente. <E come ti chiami, amico?> Usa lo stesso appellativo gioviale e quasi confidenziale. Quasi, visto che sulle labbra dell'Uchiha prende un po' un'inclinazione sarcastica. Sarà forse una naturale propensione verso il sarcasmo o quell'aria arrogante e con la puzza sotto al naso tipica. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, shuriken x1, kunai x1]

23:22 Kan:
 La muffa nasce su una banale battuta la cui vita ha durata eccessiva, dall'essere una mera farfalla intenta nel riprodursi, lentamente, essa si trasforma in scarafaggio, difficile da ammazzare, qualunque arma si usi. Sospiro come prima riposta, sintetico, efficace, segno di una visione parzialmente diverse del modo di porsi, di chi ride con poco e chi, contrariamente, ricerca qualcosa di sofisticato. Tale caratteristica fa parte del dono della vita, esso la goda in altra maniera eppure appare così distante, sulle sue da non voler scendere dal piedistallo mischiandosi con i comuni mortali, non che l'albino possa esser definito tale ma in frangenti come questo, protende nel mischiarsi con la massa, conformare la natura ad essa traendo il massimo profitto. Mani smosse dalla posizione, sollevate verso il viso, agitate chiedendo la cessazione delle ostilità <Aaaaaah ci stiamo soffermando su una battuta, me la fai andare di traverso> non più intenzionato nel disquisire su essa, lasciarla alle spalle è la miglior delle soluzioni ma ancora una volta il fraintendimento è dietro l'angolo, non comprende come l'altro non trovi il collegamento tra le risposte fornito ed il verbo commentatore con cui affronta le tematiche riposte sul tavolo <Qua abbiamo un serio problema> ennesimo il commento sospirato, tono vocale trattenuto permettendo ad un filo di voce la fuoriuscita esprimendo un pensiero forse difficile da udire <Lo so, mi riferivo al "magari mi piace, che ne sai". E' ovvio che non sei uscito dieci minuti fa, Oto si trova in culonia e la zona da cui arrivi tu in culandia; come minimo giri da un'ora> schietto, dannatamente diretto sfruttando l'arma migliore per usufruire della totale chiarezza, la becera volgarità di cui tutti sono a conoscenze. Difficile trovar essere umano non in gradi di comprendere un gergo primitivo del genere, privo di eleganza il cui scopo risiede nel facilitare la comprensione degli interlocutori, chiunque essi siano. Rimugina sui altri, possibili motivi della di lui presenza, non una vera dichiarazione, tutto permane segreto come dovrebbe essere lasciando il balenare di un'idea folle, divertente ed improvvisa <E chi ha detto che è un male?> travisando l'ennesimo discorso ma questa volta evita il soffermarsi in virtù di un'osservazione pregna di maggiore interesse. Il residuo del vecchio mondo si palesa sotto il nome Uchiha, un clan storico della foglia, divenuto nemico col passare del tempo <Kioshi Uchiha? Non mi dice nulla questo nome> troppo piccolo a quel tempo per poter rimembrare nomi e avvenimenti, poco incline, ancora, alla vita da shinobi, rinchiuso nello studio dei dogmi del clan. Mani strofinate tra loro, passo rimesso in movimento avanzando verso il sinistro lato del corvino, posizionando se stesso ad una misera distanza con l'arto sinistro superiore ad estendersi cercando, tentando di poggiarsi sulle altrui spalle <Visto che la considera una buona idea, pensavo, mio caro Hayato, che stasera ho proprio voglia di divertirmi in compagnia e visto che tu mi sembra un ragazzo con una scopa su per il culo> sottile finezza <Ho deciso, senza possibilità di negazione, di portarti con me all'Ochaya. Se hai pensieri per la testa, il modo migliore è divertirsi e il primo giro con le ballerine lo offro io nel privè> dorate ad incastonarsi nelle oscure del genin, fissa lo sguardo con labbra estese in un divertito sorriso <Sono Kan, Kan Sumi comunque> presentando il proprio nome <Allora? Dai retta ad uno sconosciuto>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

23:42 Hayato:
 Dal punto di vista del giovane Uchiha, la battuta non ha delle solide fondamenta sulla quale ergere la propria resistenza, la propria saldezza. Sarà che forse non abbia abbastanza spirito o non sia abbastanza ironico nel cogliere quella sottile differenza che sta nelle parole che entrambi stanno cercando di valere. Pur rimanendo quindi della propria visione, quindi che non si reputa un imbecille solo perchè è stato beccato con un ombrello sotto la pioggia, decide che forse è meglio lasciar cadere nell'etere l'argomento battuta, tant'è che la mano sinistra viene mossa a mezz'aria in un gesto blando. <Vabbè, sì, come vuoi. Attento a non strozzarti, però. Oltre che bagnato, non voglio portarti sulla coscienza perchè non hai retto una tua stessa battuta.> Ironizza un po' anche lui, proprio in virtù della volontà di togliere il discorso battuta da mezzo e di relegarlo a qualcosa che non verrà riportato in auge, a meno che la necessità non si faccia sentire ma difficile. Anzi, forse ritarda giusto per una battuta o due quel momento, solo per le parole successive che lo stesso Kan volge. <Non so, mi pareva fosse un male dal tuo esordio. Ma va bene, lascia stare.> La mano viene portata di nuovo lungo il fianco, a ridosso della tasca sinistra dei pantaloni. Quindi, glissa su parte dell'incedere verbale altrui, semplicemente annuendo e appunto lasciando cadere l'argomento della battuta, finalmente. <Sì, comunque. Giro già da un'oretta.> Giusto per conferma delle tempistiche altrui. In questo caso ci ha decisamente preso. Rimane un po' spiazzato dal fatto che il nome di Kioshi Uchiha non gli dica molto. Sgrana le palpebre, gli occhi neri la cui pupilla è quasi indistinguibile dall'iride sembrano letteralmente spiazzati. <Sei serio?> Chiede, battendo poco dopo le palpebre. <È stato il Sesto Kokukage del suono, colui che ha liberato Oto, ex capoclan Uchiha morto in battaglia per permettere al clan di continuare ad esistere e a diffondere l'ideologia degli Uchiha.> Ma si ferma qui. Certe cose gli sono precluse anche a lui. Queste sono cose che ha sentito quando ancora era un pischello, ma non avendo ancora risvegliato l'innata e quindi non facendo parte completamente del clan, determinate cose troppo precise e specifiche sfuggono anche a lui. Tuttavia, mai avrebbe immaginato la repentina piega che la serata sembra aver preso, ovvero quella di un inaspettato invito all'Ochaya da parte di un altro sconosciuto (due nel giro di due sere), tanto da rutoare il capo verso sinistra per poter continuare a guardare Kan nel momento in cui questo gli appoggia un braccio attorno al collo. <Aehm...> Viene preso decisamente in contropiede. <Sembrerà strano un rifiuto del genere, lo so, ma ho già dato ieri sera, per tutta la notta. Stamattina avevo un gran mal di testa e credo di aver preso la più colossali delle sbronze.> Prende atto del nome, ma a quanto pare un secondo giro all'Ochaya sembra in un certo senso rifiutarlo. Anche se non pare troppo convinto. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, shuriken x1, kunai x1]

00:04 Kan:
 Relegata nell'oscurità più torbida, la battuta vien trasformata nel colossale nulla a cui appartiene, lasciando il volto sconvolto, successivamente, all'udir ironia venir proferita dalle labbra dell'Uchiha. Fino a tal momento ha avveduto blandi sorrisi privi di continuità eppure riesce, nel male, nel compito di far emergere la scintilla del divertimento in esso; ardua la sfida ma il trionfo finale è vicino, trovare un nuovo compagno di serata è un'impresa difficoltosa ma leggero sesto senso, un pizzicorino nella parte più nascosta della testa preannuncia una gloriosa serata all'insegna della lussuria sfrenata di cui animo umano è dotato <Wow, ho appena sentito dell'ironia, sono commosso> mancina protratta nella zona del cuore coprendo tal punto <Allora c'è speranza per tutti, non è un sogno ma un miracolo> bonarie le prese in giro ai suoi danni, bonario il modo di approccio tanto quanto è chiaro l'intento ultimo immaginato, quanto meno per l'albino in questione la cui mente è in continuo movimento, trattenuta a stento dal buon senso. Scosso il capo al verbo dell'interlocutore, ennesimo fraintendimento portato sul piatto, il callo vien fatto in merito evitando qualunque commento, cercando in ogni modo lo scacciare di argomenti poco interessanti favorendo qualcosa di più propizio e non è il tempo di camminata quanto il clan dagli occhi rossi. Un nome pronunziato riesce a scatenare la curiosità del ragazzo dalle iridi dorate, un Uchiha di cui non ha sentito parlare? E' mai possibile? La descrizione fornita ricrea la figura di un uomo importante le cui azioni devono esser viaggiate nel tempo eppure egli ne è all'oscuro? I nonni hanno nascosto tali informazioni? Le ha dimenticate? Non può trovare nella mente risposte non possedute, lascia all'altro l'onere di parlarne <Mi dispiace ma non sono molto informato sulla storia recente, tra virgolette, di Oto> sfruttando quest'appiglio per giustificare la resa del braccio sulle spalle. Ennesimo modo per intrufolare le malsane idee nelle menti degli altri avanzando proposte, evitando negazioni, cercando compagni con cui passare le migliori serate. Dorate continuano lo scrutare dell'Otino, orecchie odono le parole, il rifiuto in virtù di una sbronza a poche ore di distanza <Ma smettila di dir cagate e andiamo> lieve è la forza immessa nel braccio cercando non solo di spingerlo contro di se, quanto incominciare la camminata con egli al proprio fianco <La vita è una, se non la viviamo adesso quando? E poi non voglio farti bere, non troppo, voglio farti conoscere una ballerina eccezionale e con un piccolo extra fa certe cose assolutamente da provare> in caso di successo, avanzerebbe non più in direzione Konoha ma svoltando la strada prendendo quella diretta a Kusa, la più veloce per il locale <Ti farò passare la notte più bella della tua vita e domani, l'espressione da perenne impalato svanirà. Oh si, andiamo, cogliamo l'attimo e magari mi parlerai un po' di Kioshi Uchiha durante il tragitto, che ne dici? Muoviamo le chiappe, la lussuria ci attende> tali ultime parole rappresentano, per lui, la fine di una diatriba. Riuscito o meno nel trasportarlo verso il locale, quella è la direzione intrapresa e la serata, la notte è appena cominciata in tutto il suo glorioso splendore. [END]

00:27 Hayato:
 Osserva divertito la reazione di Kan nello scorgere che anche l'Uchiha è dotato, quando vuole, di un senso dell'ironia. Forse particolare e tutto suo, questo sicuramente, ma presente. E questo è l'importante. Abbassa lo sguardo sulla mano che tiene il petto, di conseguenza il cuore. Scuote il capo. <Non farti venire alcun infarto. Non ho alcuna voglia di portarti in ospedale sulle spalle o in braccio.> Abbozza perfino un sorriso, mostrando parte della chiostra di denti bianchi. Ma è proprio un qualcosa di veloce e fugace che sembra addirittura stonare su quel viso dai lineamenti piuttosto seriosi e decisi. Non ha idea, però, del perchè l'altro non sappia delle imprese di Kioshi Uchiha, di ciò che ha fatto per Oto, per il clan, per aver partecipato all'uccisione di Kunimitsu, per essere stato il Sesto Kokugake, ex capoclan degli Uchiha che ha permesso a Oto di continuare ad esistere, assieme agli altri della Yugure. Anche se forse questa non è proprio un qualcosa di risaputo. E “Sumi” come cognome non gli dice esattamente nulla. Konoha. Gli Uchiha erano di Konoha, gli Hyuga lo sono, come i Nara. Questi sono i clan più famosi, ma Sumi proprio non gli dice nulla. Forse è uno di quei clan che non ha spiccato particolarmente per importanza, anche se la storia degli shinobi forse ne parla, ma sarebbe impossibile sapere ogni singola cosa, soprattutto per la giovane età. <È la storia di Oto, ma non solo. È intrecciata anche ad altre cose.> Che ovviamente non si perde a dire qua, sotto la pioggia, con un ombrello nella mano e il braccio destro del ragazzo attorno al proprio collo che lo esorta a seguirlo in quell'ennesima escursione notturna. Ci pensa su. La spinta immessa dalle braccia altrui lo portano a muovere quel paio di passi in avanti, coprendo anche lui con l'ombrello anche se per lui ormai è inutile. <Mi stai bagnando.> Decontestualizzata, la frase, potrebbe addirittura sembrare strana, ma comunque i vestiti inzuppati del Sumi sono letteralmente attaccati ai suoi, fortunatamente ancora asciutti, anche se non per molto. <Ne ho già conosciute un paio ieri e devo dire che... beh, mi hanno fatto stare bene.> Quindi sì, l'extra non sarà di certo la prima esperienza di Hayato questa sera. <In realtà io...> Dovrei tornare a casa. Ma cosa potrebbe mai accadere se ci torna direttamente domattina, magari col sole e con niente pioggia? Povera madre che lascia da sola a casa. Figlio ingrato. <E va bene. Ma offrirai due giri nel privè.> Giusto perchè bisogna rivedere le condizioni. Kusa è abbastanza distante, probabilmente, e dovranno accelerare un po' il passo se non vorranno arrivare tardi e perdere tutte le ragazze più carine. [END

Piove in quel di Kagegakure. Il giovane Uchiha si trova ombrello munito e fa la conoscenza di Kan, totalmente inzuppato dalle avversità climatiche. Da una battuta fraintesa, nasce un piccolo diverbio sull'incomprensione della stessa, messo da parte in favore di piccoli aneddoti sugli Uchiha e soprattutto su Kioshi, sesto kokugake ed ex capoclan, cosa non risaputa da Kan, che in barba alle cose serie propone ad Hayato una serata brava in quel di Kusa, precisamente all'Ochaya. Titubante per aver già dato la sera prima, si ritrova alla fine ad accettare, trovando un altro amico di bravate notturne.