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Disegni sotto i fiori di ciliegio

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con Shiroyuki, Shizuka

10:40 Shiroyuki:
  [Panchina] Che ci fa Shiro in un posto così lontano dalla sua zona di lavoro e di vita? Neanche lui lo sa, ha deciso così. I giorni passati tra la sua ex e sua figlia adottiva, i momenti di rabbia, disperazione, tristezza, tutto gli sembra stretto. Ogni cosa è un input alla sua memoria per continuare ad affondare il coltello. E’ seduto su una panchina ad osservare il cielo coperto da quelle nuvole sporadiche. Lo sguardo azzurro che cerca di oltrepassare i rami di quegli alberi per poter intravedere lo stesso colore sopra di esse. Tabacco che brucia tra le dita della sua mano destra, una sigaretta accesa ma ancora non fumata, si consuma da sola, in un silenzio che viene rotto solo dal vento e dagli innamorati che piccionano in quella zona. Fa un respiro profondo il bianco cercando di ritrovare la sua classica calma, liberarsi dal suo nervosismo e tornare nel suo stato di quiete. Si morde l’interno della guancia mentre riflette, ripensa a quelle parole dette quella notte, quella sfuriata riguardo alla figlia, quella febbre che lo ha preso, rubando la sua lucidità. Un cenno di diniego con la testa prima di piegarsi con la schiena, poggiando i gomiti sulle ginocchia. I capelli bianchi, argentei, danzano ad ogni movimento, superando con qualche ciocca la spalla. Sono lasciati liberi di vagare, lunghi più dei suoi lombari, toccando la panchina e dondolando oltre il sedile. Fa un respiro profondo l’uomo grattandosi la guancia e portando finalmente la sigaretta alle labbra, tirando, accendendo l’estremità e facendo ballare nell’aere quel fumo. Addosso ha una camicia nera ed un paio di pantaloni attillati. Stivali neri a coprire i piedi in quel perfetto outfit elegante-casual che richiede il suo lavoro da archivista. Un cenno di diniego con la testa a qualche suo pensiero prima di socchiudere gli occhi e godersi quella leggera brezza fresca del mattino, sperando di non morire dal caldo.

  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Il tempo non è completamente soleggiato, ma forse da un certo punto di vista è meglio così, in fondo il caldo inizia a farsi sentire anche nel distretto di Kusa. Strano ma vero oggi è fortunata, pare non avere impegni ne con l'ospedale ne tanto meno con Yasuhiko che è preso dal proprio lavoro per tutta la giornata o quasi. La ragazzina dal rosso crine indossa un paio di jeans lunghi ma strappati sulle gambe in più di un punto, un paio di scarpe da tennis bianche ai piedi e una magliettina bianca anch'essa con sopra una stampa floreale, delle rose rosse per la precisione che si allungano su tutto il fianco sinistro del corpo femminile. Strano ma vero quella maglietta è più aderente del solito, lasciando che le forme abbondanti siano oggettivamente valutabili, i lunghi capelli rossi sono lasciati sciolti, liberi di muoversi con ogni sporadico soffio di vento che smuove anche le chiome degli alberi di ciliegio che le stanno attorno. Sulle orecchie indossa quelle cuffie blu che porta sempre con se in assenza del ragazzo, riproducono le canzoni di lui in un loop infinito, mentre lei siede su una panchina soleggiata quando le nuvole si scostano un poco. In mano ha un blocco da disegno e una matita, le gambe sono incrociate mentre disegna quello che vede, alberi, viottole e cespugli che si parano di fronte a lei in quel preciso istante. Sta cercando di migliorarsi nei ritratti, come detto a Ryoma lei è una che prevalentemente gioca di fantasia, ma in fondo rappresentare la realtà con i propri occhi non è una pessima idea. Le blu di tanto in tanto si alzano, così da guardare lo spettacolo che il mondo le offre. Davanti a se, oltre alla natura, siede dall'altro lato della strada un tipo mai incrociato prima, probabilmente qualcuno che ha deciso di allungare i suoi passi in quel posto tranquillo, per svuotare la mente o per riflettere, o semplicemente perchè come lei in quella mattina non aveva granchè da fare. Perchè non ritrarre anche lui? In fondo su quello sfondo erboso una figura solitaria su una panchina che si fuma i pensieri della giornata non è male per nulla. Silenziosamente quindi, cercando di dare nell'occhio il meno possibile la testolina rossa andrebbe a muoversi in su e in giù, continuando a fissare di tanto in tanto quella figura vestita di nero, per riprodurla a matita sul proprio foglio. Non vuole disturbare, vuole semplicemente copiare la realtà e imprimerla su un foglio, ovviamente spera che quella sigaretta duri abbastanza per darle modo di riprodurre il soggetto.

10:57 Shiroyuki:
  [Panchina] Gli occhi azzurri come il cielo estivo che adesso si nasconde dietro le nuvole fissano i propri stivali. Muoverebbe lentamente la punta della destra, come se stesse schiacciando qualcosa in particolare. Un lungo sospiro prima di masticare a vuoto. Sta fumando i suoi pensieri? Probabilmente si, riflessivo anche nel modo di porsi, nei gesti che il suo corpo compie nel portare la sigaretta di nuovo alle labbra. La mano sinistra, quella libera, andrebbe a muoversi verso il crine argentato, ravvivando quelle ciocche che sembrano voler nascondere la vista. Il Seiun alzerebbe lo sguardo poi, notando una figura con i capelli rossi davanti a se. Per un attimo strabuzza gli occhi prima di notare il suo fare su quel foglio. Un brivido dietro la schiena, un cenno di diniego con la testa cercando di nascondere il viso dietro la mano. Sospira di nuovo cercando di liberarsi da quel peso prima di mordersi il labbro inferiore. Tra le dita di quella mano però, la guarda ancora, quella piccola ragazza. Nota che alzerebbe sneaky la testolina per fissarlo, che stia prendendo appunti? No, non è il momento di essere scorbutici, non con una persona che non gli ha fatto nulla. Si schiarirebbe la voce prima di abbassare lentamente la mano e portare di nuovo la sigaretta ad essere consumata tra le sue fauci. Tira, facendo accendere l’estremità di quel rosso ardente prima di far entrare il fumo nei polmoni < Non si dovrebbe chiedere prima il permesso?> direbbe lui con la sua voce atona, senza flessioni di emozioni nel timbro, quasi svogliato anche nel parlare. Abbassa il capo quindi, facendo volare un’altra ciocca oltre la spalla che si possa proprio sulla gamba < sempre se ho capito cosa tu stia facendo.> infondo può sempre sbagliarsi il ragazzo. Cercherebbe quindi di andare oltre i capelli rossi, provando a discernere la figura che ha in mente da quella che ha davanti, sebbene un fastidio, all’altezza della bocca dello stomaco lo fa sospirare più del dovuto. Poggia la schiena ritta allo schienale della panchina, allargando le braccia ed accavallando le gambe mentre gli occhi azzurri osserverebbero Shizuka ed il suo fare, promuovendo una condotta di silenzio alla fine, tipica del bianco dopotutto.

11:09 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Sembra un ottimo soggetto per essere ritratto in effetti, ha dei lineamenti fini e quell'atteggiamento da pensatore si adatta un sacco all'ambiente però forse, l'occhio cobalto ha indugiato troppo su quella figura infastidendola e portando così l'altro a farle una domanda. In effetti non aveva pensato al fatto che, in linea di massima, ritrarre qualcuno significava in qualche modo violarne la privacy e quindi necessitava di un consenso. In fondo Ryoma l'aveva ritratta senza chiederle nulla, ma quel disegno era un regalo per lei soltanto, non qualcosa che si sarebbe tenuto per se. Fortunatamente lui riesce a incastrare le sue parole fra una canzone e l'altra, così che con una mano la ragazza metta in pausa la play list, e si sfili le cuffie che ricadono attorno al collo femminile. La testolina rossa viene alzata in automatico alle parole di quel figuro, le guance già praticamente rosse per l'imbarazzo mentre poi rapidamente si alza dalla panchina, in piedi da un lato all'altro della strada, chinando il capo in maniera fin troppo profonda per scusarsi: << Ha ragione lei mi scusi. E' che lei è comparso nel mio disegno quasi in automatico. Sembrava la figura giusta nel posto giusto. >> Insomma chiede scusa ma allo stesso tempo fornisce una spiegazione per il suo ardire, forse troppo presa dal disegno per effettivamente pensare ad eventuali conseguenze. Ora che si è alzata, si può notare come l'altezza della Kokketsu non sia il suo punto forte, però a quanto sembra per lo meno è cortese. Tornerebbe in posizione eretta solo dopo qualche secondo, con le blu che andrebbero a ricercare le azzurre altrui, le guance ancora leggermente arrossate: << Se per lei non è un disturbo vorrei continuare a disegnarla. Poi posso anche lasciarle il foglio, mi sto solo allenando a ritrarre la realtà come la vedo. >> Non muove un passo in direzione del Seiun, non vuole infilarsi nello spazio interpersonale altrui più di quanto non abbia fatto con i suoi modi. Attende risposta dall'altro dunque, mentre il blocco e la matita vengono tenuti da entrambe le mani di fronte alle gambe femminili.

11:19 Shiroyuki:
  [Panchina] Le sue parole la raggiungono ed ecco che alzerebbe la testa per seguire i suoi movimenti. Uno sbuffo di una mezza risata fuoriuscirebbe dalle sue labbra prima di fare un cenno di diniego con la testa. Pensare ad altro? Forse è il modo migliore per ritrovare la calma < non ti preoccupare.> muovendo la mano come a spolverare via quel disagio. < sei un artista quindi> un cenno di diniego con la testa di nuovo fumando la sua sigaretta. Ascolta la sua richiesta ed andrebbe a chinare la testa di lato cercando di capire, di comprendere quelle sue parole < io? Come soggetto di un ritratto?> direbbe poi come se fosse la prima volta che qualcuno glielo chiedesse in quel modo. Ci riflette prima di fare un cenno con la testa < essia.> acconsentendo a quella richiesta tornando nella posizione di prima, sciogliendo le gambe da quell’intreccio < puoi tenerti comunque il foglio, non ti preoccupare.> direbbe poi lui con una nota di gentilezza nella voce prima di toccarsi il mento glabro e la guancia. Si morde il labbro inferiore ripensando alla situazione, davvero diversa dal suo solito via vai. Trattiene il fiato per qualche secondo prima di alzare lo sguardo verso di lei < hai bisogno di una posa in particolare?> chiede infine verso di lei non sapendo bene come muoversi < Mi raccomando però, osservala con gli occhi dell’anima la realtà, non con i tuoi occhi fisici.> e darebbe quel consiglio così criptico da vecchio saggio di qualche dojo eremitico. Rimarrebbe dunque a disposizione della rossa che ancora gli riporta in mente qualche comportamento di Sango, come se fosse lei prima della morte del fratello. Un altro groppo allo stomaco che cerca di assorbire tornando a pensare al fatto di essere per la prima volta il modello di qualcuno.< Shiroyuki.> si presenta anche, portandosi una mano sul petto come ad indicare se stesso ed appropriarsi di nuovo del proprio nome. Attende quindi qualche risposta e reazione da parte di Shizuka, mostrandole un tiepido sorriso adulto, non troppo stirato ed appena percettibile dalle rughe d’espressione che si creano nell’atto.

11:34 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Lui a quanto pare non si è offeso più di tanto, anche se il definirla artista la mette decisamente a disagio, tant'è che la rossa non fa altro che boffonchiare più fra se e se che non parlando con il proprio interlocutore: << Beh artista mi sembra eccessivo...ho una buona mano diciamo.... >> Forse è troppo per qualcuno che disegna solo per piacere, che ritrae scenari fantastici, si immaginando quello che vorrebbe fosse reale, ha un infinita di disegni in cui lei e il fidanzato stanno insieme, prodotti negli ultimi due anni di disperato amore taciuto. Lui pare stupito nell'essere considerato un buon soggetto per un ritratto, probabilmente non si accorge di quanto la sua figura sia effettivamente elegante e attraente. Però acconsente, nonostante lo stupore e il dubbio riguardo a quella situazione, consentendole anche di tenere il foglio poi, come se in fondo non gli improtasse di essere in qualche modo posseduto da qualcunìaltro. Le chiede poi se ha necessità di una posa particolare, per poi aggiungere quel dettaglio riguardo al rappresentare con gli occhi dell'anima, anzichè quelli fisici. Lei si siede finalmente dopo quelle parole, lo sguardo blu che impatta di nuovo sul Seiun, mentre un sorriso cortese le si stampa in volto: << Lei non è la prima persona che mi da questo consiglio. Non credo che sia necessaria una posa particolare, in fondo la rappresentazione della realtà è qualcosa che non dovrebbe essere imposta giusto? >> Imporre un moto, una posizione, renderebbe la realtà fittizia, diversa, imposta. Al nome di lui farebbe un profondo inchino con il capo, ricambiando quella presentazione: << Piacere Signor Shiroyuki. Io sono Shizuka Kokketsu. >> Poi in maniera molto silenziosa tornerebbe sul disegno, anche se ormai il tutto è diverso, l'ambiente è radicalmente cambiato, ora che l'altro sa di essere ritratto l'ambientazione è totalmente differente. Perciò invece che continuare su quella bozza che lei stava ultimando, decide di aggiungere una seconda figura sulla panchina, un secondo Seiun che sembra totalmente diverso dal precedente. Sembra che i secondi scorrano rapidamente, anche se senza la musica nelle orecchie il silenzio interrotto dal vento che soffia fra le fronde degli alberi sembra quasi opprimente. << Sto cercando di capire come si guarda con gli occhi dell'anima. Io non sono molto brava in questo credo. Non sono una persona riflessiva, diciamo che le emozioni mi guidano fin troppo. Credo che per scorgere i dettagli sia fondamentale calmare tutto il resto. >> Ma a lui che gli frega? Probabilmente niente, ma quel silenzio era fin troppo totale per non essere rotto.

11:43 Shiroyuki:
  [Panchina] Fa un respiro profondo mentre la vede sedersi di nuovo. Si presenta e questo non fa altro che imprimere nella sua mente quel nome e cognome, Kokketsu…dove l’avrà già sentito? Un cenno di diniego con la testa prima di fare un tiro dalla sua sigaretta prima di mostrare un lieve sorriso < vero, ma sono anche dell’idea che è la realtà stessa ad imporsi su di noi, nascondendo la verità> un attimo di pausa prima di grattarsi la fronte, riflettendo < gli occhi dell’anima ti permettono di vedere attraverso l’illusione che la realtà ti propone.> come il fatto di poter guardare oltre, anche al buio, come una sorta di innata oculare < non devi capirlo.> direbbe lui ancora più criptico prima di sistemarsi come era prima di scorgere l’artista, portando la sigaretta all’angolo della bocca, increspando le labbra nel tenere la sigaretta sospesa < tutti abbiamo la possibilità di poter vedere oltre, non è la calma che ti ci porta> e lo può dire lui che la calma la conosce fin troppo bene < è la conoscenza di se stessi, della propria storia, del proprio passato, del proprio presente> spiega il suo punto di vista prima di andare a ridacchiare in silenzio < scusa, sto divagando> direbbe poi prima di deglutire < ma non dovrei parlare mentre tu stai disegnando giusto?> non sapendo bene come comportarsi. Alla fine anche il parlare cerca di limitarlo alle labbra che si muovono un pochino, come se fosse diventato una statua di sale. Solo gli occhi azzurri si alzerebbero di tanto in tanto a guardare la rossa prima di fare un respiro profondo < comunque…la calma viene dopo.> come se si raggiungesse una sorta di nirvana, di ascensione ad un livello superiore della comprensione della realtà < …voi artisti ci siete più vicini di molti altri.> come a fare un complimento alla ragazza ed alla sua categoria prima di tornare in silenzio andando ad attendere qualche ordine da parte della Kokketsu, la sua ritrattista a quanto pare. Il respiro torna calmo mentre cerca di liberare la mente da mille pensieri, tentando quindi di essere come l’acqua che scorre, o come un placido lago.

11:57 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] La realtà che si impone su di noi nascondendo la verità. Insomma quella strana apparenza che contraddistingue questo mondo e ottenebra la mente dei più. Lei che sembra piccola e innocente viene spesso cambiata per mostro solo al sentir pronunciare quel cognome che le è stato donato per nascita. Il tatuatore che con quella maschera sul viso poteva spaventare molti, lasciandolo probabilmente in una solitudine più o meno voluta. Lo strano ragazzino vestito con abiti tradizionali che in meno di qualche minuto ha mostrato interesse per tutto un nuovo mondo di suoni e di tecnologia. Ognuno si può caratterizzare in quanto maschera e figura nel mondo, sta poi al singolo decidere quanto queste fattezze siano rappresentative di chi si ha di fronte. Persino quella donna rossa di capelli di cui era stata estremamente gelosa le aveva proposto di aiutarla poi a conquistare il ragazzo che le piaceva. Tutto muta e cambia a seconda della prospettiva e avere degli occhi grandi e aperti alle varie sfaccettature è sempre utile. Lui parla mentre i cricetini nella mente della ragazza corrono veloci su quella ruota, consetendole di macchinare mentre la mano automaticamente si sposta su quel foglio, cogliendo i dettagli di quei movimenti che lui compie, ma anche di quelli che non compie. << Può parlare quanto vuole con me. Sono una buona ascoltatrice solitamente. Non penso di potermi attribuire il titolo di buona consigliera però. Sopratutto considerata la nostra differenza di età ed esperienza. Ma ogni tanto un punto di vista infantile torna comodo. >> La mente va a Ryoma di nuovo, che non vede ormai da qualche settimana, di come lui tutto sommato fosse un ottimo interlocutore e di come le loro visioni del mondo si scontrassero facendo tuttavia riflettere entrambi. << Se la calma verrà dopo penso che ne saranno stupiti tutti a casa! >> Una meza risata le sfugge dalle labbra, come se lei stessa si trovasse divertita da quell'ipotesi: << Lei ha proprio dei bellissimi capelli Signor Shiroyuki. >> Non pare essere un mero complimento, più una constatazione, quel colore così chiaro associato a quella lunghezza non frequente in un uomo lo rendono effettivamente un soggetto diverso dai più, forse anche per quel motivo, degno di rimanere impresso su quel foglio.

12:09 Shiroyuki:
  [Panchina] I minuti passano, silenziosi, come quel vento che sferza il viso del bianco e fa volteggiare i propri capelli in una danza leggiadra ed elegante. Un cenno di diniego con la testa ed un piccolo sorriso si presenta sul suo volto < quanto ti capisco, anche io a quanto pare, non sono bravo a dare consigli, o almeno, consigli abbastanza validi da essere seguiti.> direbbe andando ad abbassare il tono della voce fino a raggiungere il livello di sussurro. Si morde il labbro inferiore prima di cambiare argomento sentendo quella innocente risata che arriva dalle labbra della kokketsu. Alzerebbe un attimo gli occhi celesti verso di lei, fissandola < Non mi sembri una scalmanata. > osserverebbe lui prima di espirare dal naso per un secondo, liberando il petto dall’anidride carbonica creata dal respiro < o almeno, magari non lo sei adesso.> conclude alzando una spalla, come a dare meno peso alla faccenda. A quel complimento andrebbe a corrugare la fronte < solo Shiroyuki.> al diavolo i convenevoli, soprattutto quando si parla di una ragazzina insomma. Si morde il labbro inferiore prima di socchiudere gli occhi < ti ringrazio.> direbbe solamente prima di mordersi il labbro inferiore < ma non ti posso dire che è facile mantenerli bene.> la bellezza, quella che il clan Ishiba cerca, quella che Sango ha sempre ricercato nel mondo. Contaminato da quei pensieri vivendo in quella magione con la propria madre, non ha fatto altro che tenerli alla perfezione, senza neanche un nodo o altro, in modo da poterli sempre, involontariamente, sfoggiare in mezzo alle persone. Rimane in silenzio dunque prima di abbassare il capo < anche i tuoi...hanno un bel…colore.> indugia nel dire quella cosa, prima di fare un respiro profondo, rispondere ad un complimento sincero è sempre una cosa buona da fare, gentile oltretutto. Ecco che quindi tornerebbe in silenzio attendendo il fare della ragazza < Lo fai per vivere?> chiede infine a Shizuka, mera curiosità la sua.

12:28 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] A quanto pare anche lui non è bravo a consigliare la gente, o forse viene ignorato, questo il pensiero che passa nella mente femminile studiando quei modi, quel sussurro praticamente impercettibile dato il vento che ogni tanto crea rumore. Poi però viene osservata, guardata nella sua interezza in quel momento di relativa tranquillità, con quella frase che lascia ampio spazio di libertà di interpretazione. << Diciamo che sono ben educata. Mamma e papà hanno fatto un ottimo lavoro con me. >> Il sorriso non le abbandona le labbra praticamente mai, sopratutto quando accenna ai genitori. << Però sa, sono figlia unica all'incirca. E sono molto possessiva. Ciò che ritengo sia mio in qualche modo, non deve essere toccato. Questo si applica anche alle persone. >> Sembra un discorso abbastanza strano, e sopratutto a quell'uomo non dovrebbe importare nulla. << Non ritengo le persone degli oggetti. Però se qualcuno si comporta in maniera scorretta con chi ritengo sia un mio amico, posso diventare molto aggressiva. >> Già, litigare nei corridoi dell'ospedale con un tizio matto che tortura la gente forse era stata una pessima idea, ma è più forte di lei lo schierarsi dalla parte delle persone che ama in qualche modo. Al successivo complimento sembra indisporlo, ma a quanto pare è solo per quel Signor che ha anteposto al nome altrui, poi si morde il labbro inferiore, ringraziandola, di nuovo quel gesto meccanico, facendo di nuovo un commento su come mantenerli sia uno strazio. Sembra quasi un tic, o qualcosa che fa inavvertitamente quando si parla di qualcosa che lo turba? Forse è meglio osservarlo ancora un poco prima di decidere. Il silenzio si fa di nuovo presente fra i due, finchè egli non ricambia quel complimento, facendo riferimento a quel colore, così vivo, così vitale che pochi indossano solitamente. Anche se quel sospiro che segue di nuovo mette in moto quei cricetini, che vengono interrotti dalla domanda di lui: << Oh no, cioè non ancora. Non mi ritengo abbastanza esperta per poterlo fare come mestiere. Però sto studiando medicina al momento. Mi piacerebbe poter fare la differenza sulla vita o la morte di una persona. >> Si interrompe un pochino, mentre la destra che sostiene la matita, muove quello strumento verso i capelli, arrotolandovi una ciocca sopra. << Diciamo che il mio clan non è visto di buon occhio generalmente dalla comunità. La cosa è abbastanza noiosa dal mio punto di vista. Ritengo che la singola persona debba essere valutata per ciò che è, non per la propria discendenza. >> Come siamo arrivati a questo discorso? Ah già il lavoro in ospedale, medico e non genetista, curatore e non impiantatore, due facce della stessa medaglia che si compensano nella stessa famiglia. << Comunque la ringrazio. Anche il colore rosso non sempre è visto di buon occhio. Ma il mondo è sempre in movimento. Cambieranno anche queste stupide superstizioni! >> Resta col sorriso su quelle labbra, come se effettivamente la cosa non la sfiorasse granchè. << Lei invece cosa fa per vivere Shiroyuki? >> Ha tolto il signore ma non ha abbandonato quel lei impersonale. Veramente fin troppo educata, nonostante ritragga gli sconosciuti senza chiedere il permesso.

12:42 Shiroyuki:
  [Panchina] Ascolta le parole della ragazza prima di annuire lentamente < si, i tuoi genitori hanno fatto un buon lavoro…> lo stesso che sta provando a fare lui con Motoko, la sua figlia adottiva, cresciuta e protetta durante quei dieci anni di guerra con quel Dio che nessuno ha visto. Quando parla di possessività ecco che farebbe un gesto con la testa, una sorta di “Capisco”. Che ci sia un collegamento tra l’essere possessivi ed i capelli rossi? Chi lo sa, se ne dicono tante. < Beh è normale essere apprensivi con le persone a cui vuoi bene.> direbbe solamente andando a fare un respiro profondo prima di mordersi il labbro inferiore < l’importante è…> e si blocca. Sta dando un consiglio? Diversi flash sulla sua vita passata, quello che ha fatto, quello che ha subito, quello che ha detto < capire sempre dove si trova il limite…> espellendo l’aria dai polmoni prima di tornare silente nei meandri della sua mente, fumando quella sigaretta. < Medicina? Però.> in effetti è un lavoro di tutto rispetto, come gli altri eh, ma il medico beh, da la sensazione di traguardi raggiunti. < fai attenzione.> quando sente il suo sogno < che tra aiutare le persone e sentirsi un Kami vi è un filo invisibile, non oltrepassarlo> si, le sta consigliando di non soffrire della sindrome del Salvatore, di non sentirsi in posizione di poter “Decidere” della vita di un’altra persona < rimani umile, ed arriverai lontano> consiglio il suo prima di fare un lungo sospiro. Quando sente della superstizione ecco che alzerebbe la spalla in segno di noncuranza < se ti può consolare, a me non frega del colore dei capelli di qualcuno, non sono così superstizioso, come non mi cambia il cognome che porti> concluderebbe prima di sentire quella domanda. Alzerebbe lo sguardo un attimo prima di rifletterci < Sono un archivista… traduco vecchie pergamene per poterle poi digitalizzare.> descrive quindi il suo lavoro prima di mangiarsi entrambe le labbra per una manciata di secondi < non il lavoro più movimento del mondo insomma> direbbe con calma prima di lasciare spazio di nuovo al suono del vento ed alle parole dell’artista.

13:01 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Di nuovo quel sospiro, di nuovo quel mordersi il labbro inferiore, poi si blocca. Evidentemente c'è qualcosa che nella mente dell'altro si frappone, che siano ricordi distanti o qualcosa di più presente di quanto si possa immaginare non è dato sapere. La mano destra torna sul foglio, come se in qualche modo voglia imprimere sulla carta quell'impressione di dubbio, così se prima su quella panchina c'erano solo due Shiroyuki ora ne compare un terzo, che inizia a delinearsi come più provato, meno distante dalla realtà e piiù afflitto da pensieri pesanti. Capire dove si trova il limite, questo forse è il problema, quello che lei non riesce a comprendere e che le consente di difendere a spada tratta qualcuno che conosce a malapena ma che non meritava sicuramente di essere torturato. Non riesce a dare voce però a quei pensieri, lui si spende in altri consigli, suggerendole di stare attenta a non sfociare nella presunzione. La cosa la fa sorridere di nuovo, in quel momento non è sicuramente un problema e nella mente giovane non lo sarà mai; ma non è forse un discorso che porta a quell'evento traumatico di cui parlava Ryoma? Forse ma per ora tutto è tranquillo, le giornate scorrono serene, così come l'illusione che tutto sia semplice e facile e il problema maggiore sia dichiararsi al ragazzo che ti piace da due anni. << Penso che per una come me, sia molto semplice passare ad essere un Kami. >> Fa riferimento al suo sangue, a quel potere che lei stessa ha sentito e che inevitabilmente la rende più pericolosa di altri. << Però penso che proprio per questo starò attenta il più possibile a non sorpassare quella linea di confine. In fondo Shizuka può essere chi desidera e ora come ora, punto ad essere la migliore versione di me che ci sia. >> Questo significa tutto e niente, migliorare nel disegno, migliorare come medico, migliorare con il basso, migliorare con il proprio sangue impuro. Per chiè così giovane non ci sono limiti, ma forse è proprio quella mentalità di miglioramento che serve per portare a dei cambiamenti positivi nella società. Lui sembra essere indifferente a quelle superstizioni, cosa molto positiva, una mente aperta è sempre meglio che una chiusa, ma forse è anche il lavoro dell'altro ad averlo portato a ciò: << Beh non è movimentato ma questo non significa che sia noioso. Ognuno è portato per fare qualcosa, lei sembra un tipo molto tranquillo e che riflette molto. L'avrei trovata fuori luogo dietro ai fornelli di un chiosco di ramen sinceramente! >> Le sfugge una risata, non di scherno, ma divertita ugualmente. Si quella piccola testa rossa ha appena immaginato il ragazzo elegante che le sta di fronte con una bella coda alta e lunghissima, con una camicia bianca leggermente aperta, dei pantaloni neri e un grembiule davanti al corpo, mentre si destreggia fra un ramen e l'altro in maniera pacata e cordiale con ogni cliente. Non è malissimo come prospettiva, ma sicuramente fa ridere. << Posso chiederle come mai era venuto qui al parco oggi? L'ho disturbata? Aspettava qualcuno? >> Domande che si susseguono, è curiosa, che lo dia a vedere o meno sta cercando di capire in che grado quella randomica conoscenza possa tornarle utile oltre che per il disegno.

13:21 Shiroyuki:
  [Panchina] Il cuore batte piano, si calma, tende ad un ritmo rilassato mentre anche il respiro cerca di seguire la stessa sinfonia. Accordato con l’anima a quel luogo, ritratto da mani giovani e speranzose di un futuro più roseo,o rosso se vogliamo fare una battuta, l’uomo osserverebbe un punto non precisato davanti a se, in silenzio, lasciando quindi tutta la libertà a Shizuka di poter lavorare sul suo disegno. Lei poi parla, fa sbocciare quelle labbra in un discorso piuttosto particolare. Un cenno di diniego con la testa prima di sbuffare una leggera risata < Tutti possono pensare di essere o diventare Kami, ma questo non vuol dire esserlo davvero.> muove la testa in direzione di Shizuka < punta sempre all’eccellenza, punta sempre in alto> andando a muovere l’indice verso il cielo senza allungare il braccio < ma ricorda che più sarai in alto, più sarà dolorosa la caduta> un mezzo sorriso < quindi sta attenta, circondati di persone fidate che possano sorreggerti ed andrai avanti> altro piccolo consiglio da saggio delle montagne prima di trattenere il fiato nei polmoni per un secondo e poi tirarlo fuori tutto insieme in un unico movimento < potevo farlo> direbbe quasi con tono scherzoso < ho imparato a cucinare quando ero…piccolo> la madre era sempre al bordello, per sopravvivere ha dovuto apprendere velocemente come farsi del ramen < ma si, non è proprio il mio genere di lavoro, non sono molto bravo ad intrattenere…> confessa prima di alzare le spalle. Vivere sempre con la paura di essere ucciso, reduce da un viaggio che lo ha portato ad Oto, segna il carattere di chiunque < anche se sono cambiato nell’ultimo periodo.> conclude prima di abbassare lo sguardo verso i propri stivali. All’ultima domanda ecco che farebbe un sbuffetto rapido < no, non aspettavo nessuno> e quella che aspettava probabilmente sarà da qualche altra parte a vivere la sua vita come meglio crede < ero qui da solo per i fatti miei, tutto qui> certo, ad arrovellarsi con i soliti pensieri, cercando di ritrovare la propria calma interiore, quella che lo ha salvato negli ultimi dieci anni < tu invece? Stai aspettando il tuo fidanzato?> facile pensarlo, quel luogo sembra adibito apposta per le coppie innamorate. Forse una domanda troppo diretta, ma lui, che non ha peli sulla lingua sotto certi argomenti, non si fa problemi a porla.

13:36 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Puntare al cielo, sempre più in alto ma circondarsi di cuscini morbidi che attutiscano l'eventuale caduta. La famiglia, gli amici, le persone care, cuscini che si creano durante l'esistenza e che possono essere validi o meno. Sa perfettamente che sarebbe sempre caduta in piedi, o quanto meno è quello che per ora il giovane cuore innamorato e fiducioso pensa. Sembra uno che dispensa un sacco di buoni consigli in realtà, quindi qualcosa nella mente della Genin non torna. ma lascia che quei consigli le piovanno addosso, cercando di immagazzinarli ed eventualmente applicarli quando sarà il momento. << Anche io ho imparato qualcosina da piccola! Mamma mi trascinava spesso a impastare, insieme a un amico. >> Si si riferisce al ragazzo con cui ha passato gran parte dell'infanzia dato che era stato mollato li dai suoi genitori. Poi quel commento sull'intrattenimento, e sul fatto di essere cambiato che la porta instintivamente a scuotere la testolina rossa, lasciando che i capelli si ingarbuglino un poco in quelle cuffie troppo grandi ancora appese al collo. << Veramente non è affatto una spiacevole compagnia la sua. Semplicemente credo che sia un po' troppo serioso per i clienti di una tavola calda >> Gli sorride, come se quello volesse essere un complimento e non un puntualizzare il fatto che sia molto serio come tipo. << Cambiare fa parte della vita no? A seconda degli eventi, bisogna adeguarsi e plasmarsi. Non tutto va sempre come dovrebbe, l'adattamento aiuta la sopravvivenza. >> Dove lo aveva letto questo? Forse in un trattato di genetica che aveva preso per medicina. In fondo lei non ha dovuto fare molti cambiamenti per sopravvivere al momento, sembra che tutta la sua vita sia stata un susseguirsi di fortune. Poi lui sembra ben disposto a condividere il perchè si trovi li e a quanto pare il caso è la motivazione. Non attende nessuno, sembra solo aver deciso di passare il tempo in un posto potenzialmente pacifico dove ha però trovato una rossa chiacchierona. Alla domanda di lui arrossisce in automatico. Perchè continua con quella stupida reazione nonostante ormai siano anche ufficialmente usciti insieme? Bella domanda, forse è complicato ancora ora ammettere di essere ruscita a trasformare quella relazione in quel qualcosa di più che sperava da anni: << No, lui è al lavoro, è una recluta dell Shinsengumi ora, quindi ogni tanto deve fare qualche allenamento o qualche ronda. >> Aggiunge dettagli di conversazione giusto per rendere la cosa più interessante. << In realtà ero venuta qui per disegnare. Io solitamente immagino tutto quello che disegno, ma un amico è un ritrattista e volevo provare anche questa modalità di rapppresentazione del vero. >> Già, la rappresentazione del vero, che tuttavia non è proprio precisa, infatti quella matita è riuscita a distinguere tre verità della stessa persona, seduta su una panchina, quello ormai non è più un ritratto ma una nuova fantasia.

13:47 Shiroyuki:
  [Panchina] Rimane in silenzio per un attimo, riflettendo su quello che ha appena detto. Povero Shiroyuki, lui è caduto sul duro e di testa. Si umetta le labbra andando a muovere la mano con la sigaretta verso le labbra. Trattiene la stessa prima di aspirare quel fumo che inebria la lingua ed i polmoni. Sente delle sue esperienze come impastatrice e non fa altro che annuire < ti saranno utili in futuro.> direbbe solamente prima di abbassare di nuovo la mano. Sente quella sorta di complimento ed accenna ad una risata prima di trattenerla nella trachea e ributtarla dentro < dici?> riguardo all’essere serioso < forse hai ragione, ma beh, l’importante è che cucini bene.> alzerebbe le spalle come se l’essere di compagnia in una tavola calda non fosse la priorità < E poi la gente può farsi compagnia tra di loro no?> direbbe lui forse scherzando, forse no. Adattamento. Quella parola poi risuona nella testa dell’uomo come se fosse una campana continua. Adattamento, come quello che ha provato a fare, che ha provato a consigliare. Adattamento, come quello in cui ha fallito il bianco, rimanendo in un passato lasciato alla deriva. < Si.> direbbe andando a mordersi più forte il labbro inferiore < l’adattamento è la nostra migliore arma, tienila sempre affilata.> un sussurro il suo prima di mostrare una sorta di fastidio nel sentire il termine Shinsengumi. Si schiarisce la gola però andando a cambiare in parte discorso < beh dai, lo vedrai quando uscirà> direbbe chiudendo lì il discorso prima di ascoltare la motivazione della sua apparizione in quel bosco. < Sei sicura che stai immaginando?> direbbe lui prima di abbassare il capo < Magari la tua immaginazione sono gli occhi della tua anima> spiega poi tranquillamente < magari è quello che vedi veramente, che altri non possono vedere, e ti rende unica.> consiglia infine andando a fare un respiro profondo prima di fumare l’ultimo tiro e finire quella sigaretta. Prenderebbe quindi dalla tasca quel posacenere portatile, buttandola lì dentro per non inquinare l’ambiente idilliaco.

14:05 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Sembra sciogliersi un pochino, accenna quasi una risata su quell'argomento della compagnia, anche se sostiene che l'importante sia essere bravi, poi l'intrattenimento è secondario: << Se mai dovesse decidere di aprire una tavola calda me lo faccia sapere! Adesso sono quasi curiosa di assaggiare qualcosa cucinato da lei! >> Resta su quell'ironia, anche se tutto sommato perchè non aprire un chiosco? Nella vita si può fare qualsiasi cosa con i giusti mezzi e se in fondo quel che conta è l'abilità personale, quella svolta nella vita dell'archivista magari non è tanto assurda. Annuisce ma si morde il labbro inferiore, in maniera più marcata di prima, sottolineando come quell'adattamento sia fondamentale, celando il fatto di non essere un esperto camaleonte forse. << Non sono sicura di avere il tempo di vederlo oggi. Lui adesso vive nel distretto di Oto con i suoi. Ma non è importante vedersi sempre no? Posso sentirlo quando voglio e so che ci sarà sempre per me, credo sia sufficiente no? >> Le domande che sono sembrano retoriche, fatte a voce alta come quasi a convicersene a sua volta, in fondo Yasuhiko era stato con lei così tanti anni che ora, averlo lontano di un paio di distretti la faceva effettivamente sbuffare più del dovuto. Il discorso viene poi rivolto al disegno, nota appena il fastidio nei confronti del lavoro del fidanzatino ma non ci da molto peso. E' più interessata all'idea che le viene proposta dal Seiun. << Non ne sono certa... >> Boffonchia un pochino per poi rivolgere le blu in direzione di lui che ha appena smesso di fumare. << Le dispiace se le mostro quello che ho fatto fin ora? >> Resterebbe quindi in attesa di risposta, qualora avesse ricevuto un assenso, si sarebbe alzata dalla propria panchina, andando a rimuovere quella fittizia distanza create tra i due da quel sentiero sassoso tra l'erba. Qualora fosse stato lui ad andare incontro a lei gli avrebbe solamente fatto spazio sulla panchina. In entrambi i casi comunque la Kokketsu si sarebbe sporta in direzione dell'altro, porgendo in avanti il blocco da disegno sul quale l'altro avrebbe potuto vedere uno schiffo in bianco e nero del parco, la panchina sotto le fronde degli alberi, e sopra di essa, quelle tre figure rappresentanti Shiroyuki stesso. Lo si può riconoscere dalle vesti, dai lunghi capelli bianchi, dalla sigaretta che tutte e tre le rappresentazioni posseggono. Tuttavia il volto di lui è meno definito, sopratutto nella prima figura, che pare essere quella più vaga, quella più distante come se fosse una mera rappresentazione di una persona che pacatamente fuma una sigaretta su una panchina, un classico sconosciuto. La seconda rappresentazione invece è diversa, il viso è megio definito e la posa sembra più plastica, come se fosse stato rappresentato nel momento in cui ha realizzato di essere un soggetto in un quadro, con quella finta naturalezza che contraddistingue un modello che sa di essere ritratto. L'ultima figura infine è particolare, sembra molto più rilassata, come la prima ma il viso è lievemente corrucciato, ritratto in quel momento in cui tende a mordersi il labbro inferiore, come se qualcosa lo tediasse o lo infastidisse. La Kokketsu tuttavia non parla, mostra solamente il suo operato, in fondo per un artista non è importante spiegare il significato, è importante che lo si capisca da uno sguardo sulla tela.

22:13 Shiroyuki:
  [Panchina] L’uomo osserva la bambina, così come ascolta quel suo vociare in modo educato e gentile, gentile come sembra il suo tono. Abituato a parole ben più dure, crude, ecco che gli fa strano sentire quel tono, vederlo volteggiare nell’aria fino a raggiungere il suo udito. < Beh, se dovessi stufarmi di fare l’archivista, aprirò una tavola calda e la chiamerò… Sakura no Ame! < un mezzo sorriso il suo scherzando con la ragazzina. Stare con Motoko, la sua figlia adottiva lo ha forse addolcito? Probabilmente si, in più lei non da nessun motivo per renderlo ostile, anzi, si sta rilassando, notando come i muscoli facciali siano più sciolti, senza quella mascella che si serra. <Non è importante vedersi sempre…> lui che è stato dieci anni ad aspettare una persona che alla fine si è allontanata per seguire sogni ormai lontani < hai ragione.> direbbe facendo un gesto fluido con il polso, portando la mano destra contro il petto, all’altezza del cuore < finchè saranno qui, le persone che amiamo rimarranno sempre vicine a noi> annuirebbe come a dare forza a quelle parole < possono stare lontane anche diverse miglia, non cambierebbe niente> concluderebbe prima di socchiudere lo sguardo. Lei contraddice il pensiero dell’uomo che alzerebbe il viso verso di lei < Perché non dovresti esserne certa?> chiede poi, con quella maieutica che si è portato sempre dietro. Annuisce lentamente andando ad allargare le braccia per poter accogliere quel blocco da disegno. L’uomo sorriderebbe subito nel vedere la figura sconosciuta, la prima, andando a seguire con gli occhi azzurri i lineamenti del volto. Lo sguardo andrebbe sulla seconda figura sbuffando una risata < qui sembro davvero confuso> in effetti la posa è molto plastica, artificiale, innaturale. Ed alla fine il terzo disegno. Si morderebbe il labbro inferiore andando a chinare la testa di lato < Sei brava.> direbbe solamente rimanendo fisso a guardare il terzo Shiro. E’ così che è all’esterno? Così combattuto? Così attanagliato dai pensieri? Mancavano soltanto delle catene ed una pesante palla di ferro alla caviglia. Fa un respiro profondo cercando di liberarsi proprio dalla stessa espressione mostrando un lieve sorriso < Davvero brava complimenti> andando a porgere il blocco da disegno alla sua legittima proprietaria. < Affina la tua arte, e secondo me farai grandi cose…> un attimo di pausa prima di alzare il busto, come per stirare la schiena troppo piegata < E ricordati di me quando diventerai famosa> direbbe provando a fare un leggero occhiolino scherzoso alla ragazza prima di sistemarsi i lunghi capelli neve in modo che non si sporchino con il terreno.

22:34 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Ora ha un nome da ricercare in caso lui decidesse di aprire una locanda a quanto pare. Però nel pronunciare quelle parole le sorride, un sorriso più sentito di quanto non fosse mai comparso su quel volto elegante. La cosa la mette discretamente di buon umore, dato che ora si sente davvero molto meno molesta nei di lui confronti. Il Seiun conferma quelle parole scandite a voce alta, poggiando una mano contro il petto a indicare il cuore. Senza pensarci granchè la mano sinistra che non regge il blocco da disegno andrebbe a sua volta a muoversi appena sotto il seno sinistro, come ad imitare il gesto di lui ma a suo modo. In fondo quel nome se l'è tatuato sulla pelle, un simbolo, un significato che le rimarrà impresso per sempre. Poi quella domanda, che pare quasi retorica ma alla quale mentre si dirige verso di lui decide di dare una risposta: << Perchè non mi rendo conto che ciò stia accadendo. Se i miei occhi, captano la realtà e la revisionano con la mia fantasia non me ne rendo conto attivamente per ora. Semplicemente, mi è parso il modo più efficace per rendere la scena. >> Forse ha ragione lui, in fondo gli artisti lo sono anche per quella ragione no? Vedono il mondo da una prospettiva diversa da chi non lo è. La rossa si affianca al candido, gli porge il blocco lasciando che lui ammiri quanto prodotto da quelle mani in parte sporche di lapis. L'otino commenta brevemente solo la sua seconda posa, quella confusione palese sul disegno che viene riconosciuta. Gli occhi blu sono sull'altro, non sul disegno, così da cogliere eventuali emozioni scaturite dalla tela, cosa che effettivamente riesce a fare, scorgendo di nuovo quel gesto nervoso. Sono i complimenti che le arrivano, rimarcati e ingigantiti, sottolineati da quell'occhiolino che inevitabilmente la fa arrossire e boffonchiare un poco: << Probabilmente è anche merito del soggetto, non sono niente di così speciale. >> Lo sguardo blu si sposta dall'altro lato della strada, dove prima stava seduta lei, giusto per non sostenere quello altrui e tornare a una tinta più consona sul viso. << Comunque non mi dimentico facilmente delle persone che incontro e che sembrano interessanti. >> Si sposterebbe quindi sedendo accanto a lui, senza più sporgersi in direzione dell'altro e puntando le blu sul disegno. << Comunque spero riesca a smettere di mordicchiarsi il labbro così spesso Shiroyuki. Spero che qualsiasi cosa la turbi possa risolversi presto. >> Solo in questo momento gli si rivolge col viso, con le guance morbide ancora leggermente arrossate ma con un sorriso molto largo sul viso, come se in qualche modo potesse trasmettere un minimo di serenità solo attraverso quello.

22:49 Shiroyuki:
  [Panchina] Lei lo emula, a modo suo, e l’uomo non può far altro che sorridere ed annuire < Tieni il tuo amato qui, e vivrà per sempre> un sussurro il suo prima di chinare la testa di lato. Ascolta il dire della ragazza, sorridendo a quella sua rappresentazione del suo occhio artistico < Perché vedi tramite i tuoi occhi da artista.> direbbe provando a poggiare due dita sulla fronte della ragazza, spingendo delicatamente, con un gesto quasi fraterno e scherzoso < Non smettere di guardare con quei occhi, tu puoi vedere cose che molte persone non possono vedere, è un dono> quasi quanto i suoi occhi vero? Quel nero pece che gli permette di richiamare un chakra ben più oscuro di tutto quello che lui possa rappresentare < Magari, un giorno potrai anche carpire la verità> direbbe quasi criptico prima di fare un sospiro profondo. Nota il rossore sulle sue guance ma non glielo fa pesare, anzi, cercherebbe anche lui di guardare da un’altra parte, arricciando le labbra < Merito del soggetto? Oh, Shizuka, stai esagerando così> direbbe lui tornando a guardarla, mostrando un viso un pochino più duro, quasi non volesse che trasparisse quella sua nota di imbarazzo a quelle parole. < Bene, perché quando ti vedrò in televisione voglio sentire un “Ringrazio infinitamente Shiroyuki per l’ispirazione blablabla”> socchiude gli occhi in quella sua visione di un futuro in cui la ragazza potrebbe diventare un’artista di grande fama < Ovviamente scherzo> direbbe infine prima di sbuffare una piccola risata. La vede sedersi e si sposta lateralmente per darle più spazio. Sente quella sua osservazione e non farebbe altro che distogliere lo sguardo andando inavvertitamente a mordersi il labbro inferiore. Se ne accorge, smette di colpo, si tocca il labbro con i polpastrelli della destra < Difficile che io smetta di farlo> uno sbuffo, quasi fossero così pesanti quelle parole da risultare macigni < probabilmente la smetterò solo da morto> un cenno di diniego con la testa prima di umettarsi le labbra, sentendo la secchezza delle stesse sotto l’organo gustativo < Gli adulti…beh…> alza una spalla < inutile che te lo dica, lo sai meglio di me> ritenendola più matura della sua età < Ma…ti do un ultimo consiglio, goditi questi anni. Perché quando crescerai, tutto quello che non avrai fatto diventerà o rimpianto o rimorso.> sbuffa di nuovo, vorrebbe rifumare ma si limita, si blocca, anche per rispetto alla ragazza.

23:10 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Forse davvero basta uno sguardo per carpire e disegnare la realtà in maniera differente da molti altri, queste le capacità che madre natura ha voluto concederle, oltre quel sangue nero, degli occhi blu in grado di leggere più profondamente di tanti altri. Non capisce quel riferimento alla verità, ma non domanda, è una di quelle frasi che non devono essere spiegate, o meglio non possono essere spiegate. Ancora ingigantisce quell'ironia relativa alla di lei bravura, cosa che la fa boffonchiare di nuovo: << Se finirò in televisione lei riceverà un elogio coi fiocchi! >> E' in quel momento che lo sguardo blu si volge al viso altrui, notando quella specie di piccola risata che mostra un altro aspetto del bianco. Così come, dopo essersi seduta si accorge di averlo nuovamente messo a disagio. Senza pensarci troppo le mani andrebbero a sostenere il disegno, per poi concedere alla destra la libertà di muoversi di nuovo, disegnando un quarto Shiroyuki con un accenno di risata sul volto, molto più rilassato di quello appena accanto con quel gesto nervoso sul viso. Ma mentre lo schizzo prende forma sul blocco la voce della ragazzina si farebbe udire nuovamente, anche se le blu non lasciano mai quel foglio: << Allora spero che smetta di farlo fra molto tempo. Mi dispiacerebbe se passasse a miglior vita a breve. E' decisamente giovane per andarsene ancora. >> Le regala un nuovo consiglio, qualcosa che sarebbe decisamente potuto tornarle utile da li negli anni a venire. << Lei Shiroyuki da un sacco di buoni consigli. Molto più di mio padre! >> Le sfugge una risata, pensando a quanto bonaccione sia il padre e decisamente non serioso come colui che le siede accanto in questo momento. << Comunque cercherò di metterlo in pratica quest'ultimo. Sono spesso dominata dalle emozioni, quindi per paura di sbagliare o di perdere quello che ho, tendenzialmente non mi muovo. Ho passato due anni a fantasticare su quanto mi sarebbe piaciuto stare con il mio fidanzato. E ha dovuto dichiararsi lui a me prima che io prendessi una decisione. >> Tergiversare, perdere tempo, non rischiare per paura di fallire: << Credo che se qualcuno me lo avesse portato via, lo avrei rimpianto per tutto il resto della mia vita. >> Eppure Ryoma le aveva detto che probabilmente Yasuhiko non sarebbe stato l'amore della sua vita. Anche sua madre in qualche modo glielo aveva accennato, ma si sa che al cuore di una sedicenne innamorata non si comanda granchè. << E' sicuro però che non si possa recuperare almeno un pochino quello che rimpiange? >> Domanda vagamente, è come se a suo modo cerchi di dare delle prospettive nuove a un uomo che a conti fatti probabilmente le ha già pensate tutte.

23:21 Shiroyuki:
  [Panchina] Annuisce leggermente con un mezzo sorriso a quella sua dichiarazione andando a guardare il cielo < ci conto allora> direbbe solamente con un velo di amarezza nella voce. Rimane fisso a guardare in alto, oltre le fronde, cercando quell’azzurro di un cielo estivo. La luce sembra illuminare per un attimo i suoi occhi, divenuti lucidi per il fastidio dei raggi. Lei si rimette a disegnare e lui fa un lungo e lento sospiro mentre si gode quel calore come un animale a sangue freddo < Sarò giovane fuori> direbbe lui quasi scherzando. Continua a stare con il naso verso l’alto mentre risponde a quella frase < in realtà sono invecchiato…anzi…sto invecchiando molto velocemente> confesserebbe quella sua visione di se stesso prima di abbassare lentamente la fronte verso i propri stivali < mh?> direbbe andando a voltarsi all’improvviso verso la ragazza ed indicandosi come se non fosse del tutto convinto della cosa. < dammi del tu> direbbe all’improvviso < altrimenti mi farai sentire ancora più vecchio> spiegherebbe il giovane padre putativo prima di umettarsi le labbra < Fai bene, cerca di goderti ogni momento, soprattutto con le persone che..ami…> quasi incespica in quella frase. Va a grattarsi la gola dall’interno con quel suo schiarirsi. Groppo che si fa sentire, pioggia che non fa altro che inaridire e bloccare le proprie corde vocali < già> vedendosi in quella frase, in quel discorso fatto da una ragazza di sedici anni, niente di più, niente di meno < Il tempo passa inesorabile per tutti Shizuka, difficile che quello che è stato fatto possa districarsi con tanta facilità> e poggerebbe entrambe le mani sulle ginocchia prima di aderirsi allo schienale della panchina < dipende anche dall’altra persona, tutto è nebbia> concluderebbe prima di muovere lo sguardo verso di lei, lentamente < Se fosse stato possibile, lo avrei già fatto…ma…ci vorrebbe un Miracolo> per farla tornare, per farle cambiare idea, per qualsiasi cosa. Mostrerebbe un amarissimo sorriso prima di socchiudere lo sguardo < ma quando succede, bisogna andare avanti, lasciare il passato alle spalle e vedere verso il futuro> predichi bene e razzoli male eh Shiro? Lui non ce la fa, non riesce a staccarsi dal passato, oppure non vuole, semplice, chiaro, come una goccia di rugiada. Lui è il passato, e vivrà con gli occhi rivolti al passato, senza poter fare un passo in avanti, come se fosse lui all’interno di quel cristallo sotto terra, come se dovesse passare altri dieci anni in stasi, in solitudine.

23:36 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] Sostiene di stare invecchiando rapidamente, come se qualcosa lo stesse spingendo in avanti senza chiedere il permesso. Poi quella distanza ormai ridotta si sgretola in quella richiesta, una confidenza che viene concessa in maniera totale, già solo l'utilizzo del nome in fondo avrebbe dovuto essere sufficiente, ma l'educazione e la testardaggine della ragazzina non le hanno concesso di avvicinarsi troppo. Cosa che forse le mani di lei hanno fatto. Quel disegno continua a nascere, con quello Shiroyuki più rilassato, più sereno, con un sorriso abbozzato sul volto e con una sigaretta in mano, mentre la stessa cerca di celare quel sorriso, come se fosse in qualche modo proibito. Nota quel suo incespicare nel discorso, però non vuole addentrarsi in qualcosa che potrebbe ferire la sensibilità altrui, in fondo nemmeno si conoscono loro due, si stanno solo osservando. << Non ho intenzione di perdere più nemmeno un istante ora. >> Ovviamente si riferisce a quella relazione instauratasi da poco ma in generale ha sempre coltivato i propri affetti senza badare a spese, anche se prevalentemente si esaurivano alla famiglia. Domani però andrà a chiedere di Ryoma al proprietario del negozio. Lui le spiega quello che pensa, facendo riferimento a un'altra persona, che evidentemente si contrappone a desideri del Seiun. Poi quella frase sul proseguire, andare avanti verso il futuro. La destra che stava disegnando va a bloccarsi, la matita poggiata sul foglio e l'indice di questa mano andrebbe a sfiorare appena la fronte di quell'altro, imitando il gesto fatto da lui in precedenza con la rossa: << Adattamento Shiroyuki. Il futuro è pieno di nuove prospettive, il che non significa necessariamente che sarà qualcosa di totalmente diverso dal passato. Magari nel futuro, il passato si aggiusta e migliora. Solo assume un'altra veste, diversa, con colori più vivi o meno definiti. >> Il sorriso non lascia il viso della ragazzina che però cerca a suo modo di rendere la conversazione meno pesante, forse più sostenibile: << E comunque quanti anni hai? Non sembri vecchio Shiroyuki. Nemmeno i capelli bianchi riescono a farti sembrare un matusa. >> Il tono è leggero, divertito, supportato da una breve risata che le sfugge dalla labbra, a significare che sta solamente cercando di alleggerire il momento.

23:55 Shiroyuki:
  [Panchina] Annuisce mesto a quelle parole < ottima decisione ragazza, ottima decisione> direbbe lui con fare tranquillo. Si umetta le labbra prima di mordersi di nuovo quello inferiore andando ad abbassare il viso verso le proprie gambe. Neanche lui non dovrebbe perdere neanche un secondo con lei, dovrebbe riprendersela, dovrebbe andare a cercarla. No, non potrebbe mai farle cambiare idea, ci ha provato, tante volte, ma ogni volta è andata peggio. Fa un lungo sospiro prima di girarsi verso di lei andando a strabuzzare gli occhi. Rimarrebbe interdetto solo un attimo prima di sentire quella predica, questa volta ben cercata da parte del bianco. Come può dare quel consiglio se lui stesso non riesce ad adattarsi al nuovo futuro, ai nuovi sogni e speranze, alla nuova Kagegakure. La fisserebbe un attimo prima di sorridere. Gli occhi andrebbero verso l’orologio che ha sul polso, al contrario. < Bene.> direbbe andando ad alzarsi lentamente da quella panchina tenendo per un attimo le mani in tasca < non ho più niente da insegnarti oggi> le dice come se fosse stata una lezione. Cercherebbe di fare un passo indietro mantenendo lo sguardo verso la ragazza < Vedrò se sono in grado di colorare di nuovo la mia realtà> annuendo verso di lei prima di provare a fare un passo in avanti. La mano destra cercherebbe di avvicinarsi alla sua testa tentando di scompigliarle i capelli con una rapida carezza su di essa < mi raccomando stammi bene, futura star> direbbe prima di mostrare un lieve sorriso. La sinistra tirerebbe fuori il suo pacchetto di sigarette, rubandone una con i denti e tenendola tra le labbra < Risponderò a questa tua ultima domanda solo se ci rincontreremo. > e farebbe un bel sorriso verso di lei prima di iniziare a camminare verso l’uscita dal parco, muovendo la mano in segno di saluto < Salutami il tuo ragazzo!> direbbe poi il bianco come la neve prima di iniziare a scomparire in mezzo alle altre persone < E continua a vedere con i tuoi occhi!> ultimo consiglio il suo prima di uscire e sparire dalla vista dei presenti. Sarebbe tornato a casa per la lezione di calligrafia che dovrà impartire a sua figlia per il compito di domani. Si ferma a metà strada, girandosi un attimo verso i fiori di ciliegio, come se volesse controllarla solo per un altro secondo < Adattati, e non farti mangiare da questo posto> un sussurro ai petali, come se potessero esaudire il suo desiderio prima di ritornare a camminare e fumarsi quella dannata sigaretta. [End]

00:07 Shizuka:
  [Bosco dei Ciliegi - Panchina] A quanto pare anche qualcuno di così adulto può essere stupito ancora dall'innocenza e spontaneità infantile. Lo vede strabuzzare gli occhi a quei suoi modi, probabilmente anche a quel contatto copiato. Però un sorriso alla fine gli appare sul volto, in qualche modo, non sa come qualcosa ha toccato. Si alza dopo aver buttato uno sguardo all'orologio, affermando di non avere altro da rivelarle su come affrontare la vita in maniera ottimale. Tuttavia pare che abbia scelto di tingere in qualche modo la propria vita, o quanto meno provarci. Le scompiglia i capelli, con fare delicato ma automaticamente, le guance della rossa andrebbero a gonfiarsi, come se stesse mettendo il broncio per essere stata trattata come una bambina, anche se in fondo lo è. Lo sguardo blu andrebbe a ricercare le iridi altrui mantenendo quel finto broncio che andrebbe a scomparire rapidamente dopo quel sorriso che le viene rivolto. << D'accordo allora nel frattempo verrai etichettato come Shiroyuki l'invecchiato! >> Ricambia quel sorriso, con quella battuta, un modo come un altro di salutare. << Sarà fatto! >> La sinistra verrebbe alzata in segno di saluto verso di lui, mentre lentamente lo guarda allontanarsi. Dopo che è sparito dalla sua vista, la matita tornerebbe a disegnare su quel foglio, questa volta non una figura maschile, ma una più piccola femminile, con un blocco da disegno in mano e un sorriso enorme sul viso. Come se a completare quella rappresentazione, in fondo alla fila ci fosse una piccola Shizuka, che ha reso possibile quelle sfaccettature. Alla fine non sembra proprio che abbia fatto un mero ritratto, ma più una rappresentazione del pomeriggio, un piccolo riassunto di quella breve esperienza di vita. Un incontro probabilmente voluto dal destino che probabilmente porterà entrambi a un futuro diverso. [//END]

Shiroyuki si sta godendo l'inizio dell'estate, andando a pensare e riflettere su scelte passate. Lì incontra Shizuka che decide da prima di fargli un ritratto di nascosto per poi iniziare a parlare e conoscersi meglio. Tra consigli, disegni e fiori di ciliegio, alla fine i due si salutano per tornare sui propri percorsi.