Notte brava a Las Kagegakures
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Giocata del 13/06/2021 dalle 19:14 alle 23:52 nella chat "Luogo Sconosciuto"
E' riuscita ad uscire, incolume, trascinandosi dietro un Nejo finito e svenuto a terra - adesso coricato tra i sacchi dell'immondizia di un vicolo vicino, prego Nejo, non ringraziare - e senza farsi beccare. Probabile che giungeranno li presto delle forze dell'ordine, davanti quel locale dove molti si sono ammassati, probabilmente impauriti in molti per quell'eventuale scoppio ancora non giunto, o arrabbiati che siano per esser stati sbattuti fuori. Ha perso di vista Mekura e Mattyse , partiti al giusto inseguimento della loro di figlia, e che non può seguire. Troppo pericoloso adesso che non può ancora davvero fare ciò che vuole, deve mantenere la propria posizione raggiunta, non si può sbilanciare creando caos e cercando di uccidere una donna e un uomo con una bambina vicina. Avrebbe intaccato il proprio nome di Agente Scelto, e questa notte nessuno deve sapere della sua appartenenza. In molti si saranno anche dati alla fuga, allontanandosi nel pericolo di un crollo dell'edificio stesso, lei invece ancora vestita di tutto punto - abito giallo con spalline sottili, spacchi vertiginosi ai fianchi fino a terra, tacchi alti che le donano molti centimetri in più - si avvierebbe invece nel vicolo vicino al locale, per poggiarsi lievemente a quel muro, chiudendo un attimo gli occhi per poi riaprirli. Dalla borsetta andrà a tirar fuori il contenitore del veleno per gettarlo tra gli altri rifiuti, spaccandolo con la suola delle scarpe facendo pressione. Dallo stesso donerà occhio al cellulare per un attimo prima di prendere un elastico per capelli e acconciarli in una coda molto alta sul capo, molto meglio, molto più pratico. Dovrebbe cambiare le scarpe e il vestito, troppo scomodi per poter lavorare davvero, per poter agire come quello che è, una Kunoichi. E nemmeno il tempo di fare una serata che questa degenera e si trasforma in una guerra, no, non ha tempo per essere una normale donna qualsiasi venuta li per mero divertimento. Il proprio divertimento si concentra in altro, che al momento non ha con se. Nessun arma, se non parliamo dei tacchi a spillo che porta con se e che potrebbe usare per fissarli nel cranio di qualcuno, armi improprie. Esce un fazzolettino dalla stessa borsetta per pulire il decoltè, provando a non pensare allo schifo che ha dovuto vedere e prendersi di petto, per poi chiudere il tutto e pensare, agire in qualche modo per poter dare anche una singola piccola mano d'aiuto a colei che l'ha promesso. Il chakra e ancora attivo, e il viso si solleva verso l'alto, verso l'ultimo piano del locale..potrebbe? [chakra on] Una serata giunta al suo naturale decorso, la minaccia di una bomba ha reso inservibile tutto il complesso portando ogni cliente ad una fuga in massa pregna di disordini, una calca irrefrenabile di gnu all'interno di un canyon pronti a travolgere ogni essere vivente presente, indipendentemente dalla stazza, dal ruolo o dalle parole proferite da parte di esso. La fortuna dell'albino risiede nella ballerina trovata, una donna affascinante la quale, tramite una seconda uscita, lo ha portato in uno dei vicoli del night club dove la serata ha trovato il perfetto compimento se paragonata al disastro intermedio causato dal Kokketsu. Appartato con la rossa han dato sfogo ad un attimo di pura passione, la cosiddetta sveltina capace di appianare ogni emozione, riducendo l'agitazione, l'ansia, portando solamente piacere e serenità. Amplesso conclusosi da poco permettendo ad ella di andar via dopo averne preso il numero, probabile una futura chiamata, esattamente come è probabile la totale indifferenza. Lenti i passi per la piccola stradina, superiori arti abbassati verso la vita, mancina tenuta sul cavallo e destrorsa nel tirare su la cerniera del medesimo coprendo le intimità. Vestiario particolare indossato composto da una camicia color del letto al di sopra del busto, maniche ricoprono i superiori arti, minuscoli bottoni incastonati nell'apertura fin poco sopra la bocca dello stomaco lasciando aperto uno spacco a V per poterne visionare il petto e parte, seppur minuscola, del ventre. Gialli calzari, lunghi ricadono sugli arti inferiori fino alla caviglia e li sostano un paio di scarpe del medesimo colore, scarpe di fattura elegante, opache. Una fascia gialla gira intorno alla vita, di lieve spessore, tenendo al suo interno i bordi della camicia e rendendo possibile l'indossare dei calzari stessi. Giaccia da sera, ovviamente gialla, sosta al di sopra della camicia le cui maniche lunghe la ricoprono nell'interezza tralasciando al di fuori solo qualche visione del bianco sottostante. Portaoggetti legato alla fascia con all'interno il fuda e gli inchiostri speciali con tanto di pennello; portafoglio assente, colpa del demone rosso a cui l'avrebbe fatta pagare tra non più di qualche ora. Sbronza oramai nulla, gli effetti dell'alcol si tramutano in un banale mal di testa passeggero, lieve, non troppo presente mentre continua il moto, leve inferiori alla ricerca della giusta direzione, portare se stesso nel pieno centro del villaggio prima di intraprendere la via per il quartiere konohano ma il fato ha scelto qualcos'altro. Pochi i metri a separarlo da una figura interamente vestita di giallo, rossa coda di cavallo, poggiata su un muro, la Ishiba presenta finalmente la propria persona <Finalmente ti ho trovata, diamine che casino la dentro> lievemente spazientito nonostante la visibile tranquillità e nonchalance con cui si presenta. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Sembra esser sola, si era ovviamente guardata in giro prima di entrare, per capire se potesse davvero iniziare a pensare a qualcosa in quel locale, di quel locale. Ma a quelle prime parole lo sguardo di fuoco verterà ovviamente per il nuovo arrivato. Immobile come una tigre in attesa del momento propizio per attaccare, basta, è stata troppo brava per tutta la notte, adesso che può far ciò che vuole in un vicolo buio si libera di quelle vestigia che le stanno strette, quelle da comune donna. No, lei non è una comune donna, si innalza già da sola oltre molti . Ma lo sguardo incrocerà quello del Sumi, lo stesso bianco che non ha più visto , e li il ringhio si ferma, lo sguardo si rasserena < sei tu > sospira, non è nulla alla fine, come solo possa guardare un gatto randagio che fuoriesce da un bidone qualsiasi. Nulla di troppo importante adesso < ti stavo cercando anche io, non ti ho visto uscire > troppo impegnata con Mekura e la bimba non aveva notato il ragazzo insieme alla ballerina abbastanza vicini, intenti a coccolarsi e poi a far chissà cosa, no, non vuole saperlo adesso < da dove sei uscito?> domanda che vuole una risposta, che stia iniziando a sospettare anche di lui? Probabile. Si stacca dal lato dell'edificio stesso, solleva di nuovo lo sguardo verso l'alto. Considerando che il locale sia di tre piani può credere che si sollevi almeno di una ventina di metri, forse anche venticinque data la prima parte del locale molto più alta del solito per via della sua funzione di sala da ballo . Torna a guardare la sua di camicia, e un pensiero nasce < mi presti la tua camicia?> che abbia freddo? Ovvio che no, deve solo pensare a qualcosa di molto più comodo, e la sua di camicia dovrebbe pure esser più pulito del proprio di vestito. Adesso attende insomma che qualcosa si faccia, e non in quel senso < questa serata è stata davvero..inutile > come tante altre < per lo meno qualcosa si è scoperto > non sa cosa l'altro abbia capito di tutto quel trambusto, è stata lei dopotutto ad aver avvisato tutti della presenza di bombe in tutto il locale superiore, notizia più che falsa per quanto ne sa lei, l'effetto desiderato però è arrivato. Hanno stanato quei tre che son fuggiti per chissà dove.< e anche il cercare un uomo per una compagnia notturna è solo una perdita di tempo > già, proprio lei che si è vista flirtare con un uomo già sposato. Solo quello mancava, adulterio fatto e finito, non che sia mai stata uno stinco di santo, tutt'altro, perlomeno ha sempre messo in chiaro che lei, di relazioni fittizie ne ha sempre fatto dono, e di sentimenti sempre meno. Adesso quelli paiono esser spariti. [chakra on] L'improvviso ritrovamento dell'Ishiba eleva il resto della serata, notte fonda oramai dove tutto può ancora accadere eppure il primo pensiero nel vederla non giunge in lidi di tal genere, partorendo, piuttosto, domande leggermente più consone al momento, alla situazione creatasi. Domande impregnate di estrema curiosità per quel poco avveduto e memorizzato tramite le dorate le cui movenze gli han permesso, tra una sbronza ed un avvelenamento, di comprendere a grandissime linee una situazione generale fin troppo spinosa ed ora la cui sobrietà torna preponderante, i pezzi di un puzzle vanno ad unirsi incastrandosi quasi perfettamente. Stranezze cominciate fin dall'ingresso con la presenza del bianchetto, il suo entrare tramite un biglietto sconosciuto, l'incontro avvenuto al cospetto di Masumi, piccoli e minuscoli dettagli in grado di creare una trama complessa, articolata <Ti aspettavi qualcun altro?> vicolo talmente buio da essere impossibile la presenza di figure viventi, loro son di troppo di per se, altre gente avrebbe reso tal loco inquietante <Neanche io, per un momento ho visto un'accozzaglia di gente fuggire in preda al panico> quale arma è il panico, crearlo, diffonderlo è simbolo di potere, di un piano ben preciso creatosi nella mente e colui in grado di controllare il panico del mondo, è degno di ottenere tutto ciò la cui mente brama dal momento della nascita <C'è un'uscita secondaria poco più in la> indicando sommariamente la direzione di tale uscita o entrata, tutto dipende dal punto di vista da cui la si guarda eppure tale uscita può essere conveniente sotto molti aspetti, essere il punto di entrate o di uscita per qualcosa esulante dal semplice locale notturno in cui entrambi son finiti, probabile qualcosa sia sotto. Dorate concentrano l'attenzione sul moto della rossa le cui intenzioni son quasi palesi, privarsi della scomoda vesta in favore di una maggiore comodità e la domanda profusa giunge istantanea <Mh?> veloce lo sguardo lanciata al proprio vestiario, nulla vien proferito ma la giacca celermente vien tolta, poggiata su un cassonetto li vicino. Lentamente i bottoni della camicia vengon tolti, uno ad uno sfilando la suddetta dalla fascia in cui è inserita; man mano avviene l'apertura delle ante mostrando il fisico asciutto dell'albino, grasso presente in minime quantità, spalle più larghe del normale, fisico allenato seppur non scolpito. La camicia scivola lungo i superiori arti, il tutto dinanzi agli occhi di Sango senza provar la minima vergogna ed alla fine, tale indumento, tramite qualche passo per accorciare le distanze quasi in modo sensibile, viene porto <Ecco a te> dorate incastonate nelle azzurre altrui <Inutile? Io direi divertente, è stato esattamente ciò che avevo in mente> niente di meglio sarebbe potuto venir fuori, niente di più esagerato. Curiosità nascente in virtù del verbo portato innanzi all'udito, una frase enigmatica all'apparenza per chi, come lui, non comprende gran parte della storia <Cosa intendi?> richiedendo le dovute spiegazioni. Leggero il sospiro fatto fuoriuscire con le labbra ad estendersi in un lieve sorriso <Ah? Non è andata con il corvino?> non necessita veramente di un'ipotesi <Ma questo accade quando non trovi l'uomo giusto> chi vuol vederci lungo, può farlo. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Si aspettava qualcun altro? < no > celere nel suo dire, quasi innervosita da qualcosa, un sentore quasi di qualcosa che potrebbe andare storto di li a poco < non mi aspettavo nessun vivente > nemmeno lui dopotutto avrebbe dovuto vedere qualcosa del genere, e lascia che la spiegazione avvenga, così come la scoperta di un uscita secondaria a cui lancia uno sguardo indagatore < bene a sapersi > conoscere il loco è una parte fondamentale per non lasciarsi prendere di sorpresa, come ha fatto lo stesso Sumi dopotutto poteva esser chiunque altro, magari venuto li per comprender come lei abbia saputo tante cose su quella donna dai capelli rossi e lo sguardo d'oro. Avanza anche lei, azzera quelle distanze ponendosi d'innanzi a lui , aspetta che quella giacca venga tolta, che la camicia venga lentamente sbottonata. Ne segue il corpo, acerbo sotto molti punti di vista, l'età è qualcosa anche in quel fattore, decisamente differente dal corpo di un uomo già vissuto. < hai addosso il profumo di una donna > farà notare quando la camicia viene tesa, in quel movimento che porterà con se una piccola folata di vento con odori e profumi differenti da quel che ha avuto modo di sentire su di lui. Lo fissa mentre lentamente le spalline vengon calate, così come la veste per portarla a terra e rimanerne così privata. L'unico indumento che indossa son quel pizzo nero che macchia la pelle bianca, pallida sotto le poche luci che concedon loro di poter vedere. Il corpo ormai maturo nel suo esser nel fior dei suoi anni fisici, coperto da un infinità di piccole cicatrici sparse su tutta la tela che porta addosso, ricordi di tante missioni e di tante guerre che porta con se. Afferra la camicia indossandola dalle maniche, le mani andranno veloci a chiuder i bottoni fino al seno, lasciando qualche bottoncino ancora aperto per evitar che saltino per via della differenza evidente di petto che hanno. Le maniche che vengono regolate arrotolandole fino ai gomiti, molto più pratica adesso la propria tenuta, e la lunghezza dovrebbe esser abbastanza per coprire i glutei. Andrà a scivolare verso terra recuperando la veste per poi gettarla di lato , abbandonandola li per sempre < ci vorrebbe qualcosa per i tacchi > si guarda intorno e probabilmente non troverà nessuna sostituzione. Si lascerà ancora quelle macchine di morte ai piedi. < grazie > per la camicia ovviamente. < non so cosa tu abbia compreso di questa serata, della fine > specialmente quella, non di tutto il casino divertente che s'era venuto a creare, ma del caos generale, della folla urlante, di Mekura e Mattyse evidentemente incazzati < ma abbiamo trovato qualcuno scomparso tanto tempo fa > dieci anni per la precisione, lo stesso tempo in cui la Hyuga è rimasta sotto terra insieme a lei. < era sposato > ecco il punto della questione < non combatto per nessuno che non sia me stessa, figurarsi un uomo che già impegnato passa le notti a cercar altre donne > no, non avrebbe speso un singolo momento per qualcuno del genere. < si? E quale uomo secondo te avrei dovuto cercare?> solleva quel sopracciglio, ormai riportatasi al proprio posto, più alta dell'altro per via dei tacchi che porta, per osservarlo ancora un attimo < vieni, devo andare sul tetto > se prima ha provato quasi ad annullar le distanze, per sfiorare quelle labbra altrui per sentirne il calore, per un attimo, per sfiorargliele < o forse hai sbagliato tu donna > a cui s'è concesso tra le varie moltitudini su cui s'è lanciato ad inizio serata < sei in grado di richiamare il chakra?> un altro sussurro prima di metter di nuovo qualche centimetro di distanza tra loro. In attesa che l'altro dica di che tipo d'arte sia in grado di avvalersi. [chakra on] Comprensibile la risposta pervenuta, persino lui non sarebbe rimasto sorpreso nel non trovare nulla e nessuno, come detto, loro sono di troppo in un posto simile, dovrebbero essere dentro il locale o direttamente all'ingresso principale e invece rasentano la somiglianza con due ratti di fogna, privi di qualsivoglia orgoglio. Un altro tipo di storia, da affrontare in un momento più propizio, adatto ad una situazione tranquilla ed in risposta null'altro sopraggiunge se non una leggera alzata di spalle, cos'altro potrebbe mai dire <Già> veloce il pensiero la cui mente decide di affacciarsi, un pensiero del tutto estraneo al momento ma significativo. L'uscita rappresenta una possibilità di comprensione maggiore, un modo quasi sicuro nel banale tentativo di reperire informazioni su quanto accaduto nelle ultime ore sotto il loro naso. Spogliato dell'indumento superiore ne mostra il fisico, giovane, questo è ovvio a chiunque, non nasconde l'età ancora grezza sotto tal punto di vista, la maturazione deve ancor giungere eppure non desidera l'arrivo dell'invecchiamento così presto, gode del corpo donatogli dai Kami stessi come regalo per portare avanti l'arte di cui il sangue gli ha fatto dono nel momento della nascita <Una sola? Mi meraviglio, ho ballato sul cubo con una ballerina, mi sono buttato addosso a decine di persone, strano ne senti solo uno> a contatto tutta la sera con svariate donne, una più, una meno, non fa differenza. La ballerina della sveltina? Forse ma la ballerina del cubo può esserne l'artefice più probabile, con cui il maggior contatto è avvenuto durante l'arco dell'intera serata. Dorate portate sulla parziale nudità dell'altrui corpo; lo spogliarsi avviene lento sotto gli occhi dell'albino, memorizzando ogni momento, avvalendosi del dono della vista nell'interezza eppure notandone le dolorose caratteristiche presenti sull'epidermide. Un corpo non giovane quanto il suo, probabile molto più in là con gli anni di quanto essa non dimostri, simbolo di un passato ancor presente in lei e forse mai superato <Come te le sei fatte quelle?> proprio loro vengon indicate dal destro indice, una per una, nessuna manca all'appello. Esse sono storia, informazioni, esse sono bellezza, esattamente ciò che vien ricercato, la naturala essenza del corpo umano senza artefatti, coperture, semplicemente quello, nulla di meno e nulla di più <Rompili o stai scalza> soluzione quanto mai semplice, la domanda neanche è da porsi. Cenno del capo al ringraziamento mentre preleva la giacca dal cassonetto andando a porla al di sopra delle spalle, braccia inserite lungo l'intero tratto delle maniche ricoprendo parzialmente il busto <Ho compreso di non esser entrato in un locale normale. La tua amica e il tizio conoscono la proprietaria e credo anche abbastanza bene> fermando il verbo <Il tizio ha superato la fila mostrando qualcosa, perciò posso dedurre sia stato invitato o quanto meno sa qualcosa> non sbilanciando oltre le ipotesi, troppo azzardate persino quelle appena enunciate seppur di banale fattura <Chi? Chi è scomparso?> il sorriso scema lasciando posto alla sola curiosità nel comprendere cosa stia accadendo ma gli argomenti volano portandosi in altri lidi, in particolare sul corvino <Può capitare, il segreto è scoprirlo prima, appunto> non sorpreso, d'altronde in luoghi simili tutto può accadere <Se te lo dicessi, sparirebbe tutto il divertimento, non trovi?> perchè dire l'ovvio o esprimere se stesso su un argomento a cui può arrivar da sola. Silente, lascia la vicinanza intatta, labbra in procinto di sfiorar le altrui percependone parte del calore, un solo attimo ed il contatto può arrivare <Cosa devi fare sul tetto?> sussurra, leggero, difficile da udire se non per lei <Io non sbaglio mai donna ma se vengo preferito ad altri, non ne faccio un dramma, vado altrove e mi diverto> il riassunto preciso della serata appena trascorsa. Passi di distanza messi dall'altra ed una richiesta improvvisa quanto strana. Sbuffo proviene dalle labbra mentre porta i superiori arti ad altezza petto unendo le dita della mani nella creazione del sigillo caprino cominciando visualizzando due piccole sfere di energia, mentale e fisica poste relativamente nella zona adibita alla mente ed in quella del ventre. Entrambe le sfere cercano di essere mosse dal loro torpore, risvegliare cominciando a percorrere il corpo; quella mentale discende l'essenza percorrendo le zone di viso, collo e petto velocemente, tracciando una linea netta e ben definita mentre l'energia fisica andrebbe a provare un movimento inverso per portarsi in alto attraversando l'intero ventre, salendo per lo stomaco ed entrambe cercherebbero di giungere nella bocca dello stomaco. In talo posto proverebbe a dare inizio ad una fusione tra le due, miscela le energie cercando un contatto tra loro nel tentativo di dar vita alla forza primaria dello shinobi, una terza energia dal colore blu astro denominata chakra. <Ta-dan>. [Se C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Non replica, non sono affari propri dopotutto, che faccia ciò che desidera mentre lei cambia gli abiti in men che non si dica , sotto il suo sguardo, priva di qualsiasi forma di vergogna che sia < mh?> quelle? Si guarda il corpo, non ha nulla che non vada se non i segni del tempo che è trascorso < missioni, guerre. Tutto ciò che è normale per una kunoichi > si sorprende di quella domanda, dovrebbe poi esser abbastanza consapevole delle ipotetiche situazioni in missioni rischiose, per non parlare delle guerre che ha affrontato. < e prendermi una malattia? mai> tutto può accadere specie in quel vicolo troppo vicino al loco del misfatto < dobbiamo andare prima che gli anbu ci vedano > e li interroghino sul perchè invece di scappare veloci come il vento non abbiano fatto altro che rimanere li, senza aver nulla davvero da fare . Ascolta la spiegazione che avviene, dopotutto pare abbia compreso molto di più con il semplice sguardo < loro figlia > ecco chi è scomparso, rapita invero, dieci anni prima. E cosa non si farebbe per il proprio sangue? Lo osserva ancora per un attimo, tanto vicina da sentire il suo odore mischiato a quello di alcol con qualche punta differente, probabilmente il veleno che è stato ingerito inconsapevolmente < hai paura di dirmelo?> lo stuzzica anche lei a proprio modo, per farlo confessare, ciò che porta ego al proprio ego non è altro che nettare e nutrimento. < controlliamo se li vediamo ancora, magari sono scappati per i vicoli > chi? Ovvio che parli della bambina e della donna, che siano loro due il punto da dove cominciare insomma. < ne sei sicuro?> mette di nuovo in dubbio il suo dire, solo per vedere come possa regire a qualcosa del genere, una donna che possa rifiutarlo o una che sceglie qualcun altro ? Il corpo si allontana, lo sguardo va sul tetto dell'edificio principale, poi in quello vicino < non possiamo andare in questo direttamente, troppo ovvio > per chiunque di loro verrà messo in allarme < andiamo in questo > quello adiacente ovviamente, sarà abbastanza alto per poter vedere qualcosa? Meglio sbrigarsi però, mentre osserva il sigillo altrui venire composto per richiamare a se le proprie energie < utilizza il rilascio chakra di base > sa bene di cosa sta parlando, da sensei che fu anche il tono con cui lo dice si sporca di autorità. Lei stessa andrebbe a concentrare il proprio chakra al proprio interno, lo sente, ne percepisce la forma e la potenza e in quel momento proverebbe a farlo scivolare verso il basso, verso le proprie gambe, verso i propri piedi e infine farlo uscire dagli tsubo per ricoprire le suole delle scarpe col tacco con una patina azzurrina, chakra puro contenuto li dentro, della giusta quantità che le serve per non cadere. < andiamo > un suggerimento mentre lei stessa andrebbe adesso a correre verso l'edificio adiacente a quello della sventura, e li imprimendo la forza sia sulle gambe che sul busto si darebbe la giusta spinta in alto all'inizio, per poi provare a spingere il corpo verso l'alto. Se tutto fosse andato come dovuto adesso avrebbe una presa salda nei confronti del muro e al massimo delle proprie potenzialità fisiche darebbe l'intera scalata al lato dell'edificio, dove di solito non vi sono finestre, per spuntare alla fine sul tetto ultimo. Può arrivare a compiere 30 metri in quel tempo, dovrebbe esser sufficiente per allontanarsi dal loco del misfatto e porsi in una posizione vantaggiosa, in modo da poter vedere tutto quanto dall'alto, e nel caso anche l'uscita di scena da parte delle due giovani donne. [tentativo rilascio chakra base 2/4 + tentativo corsa verso il tetto 2/4][chakra on] Semplice risposta per quelle cicatrici formatisi sull'epidermide, la più scontata possibile ma esenti da segreti? La sicurezza di ciò è totalmente estranea, ha bisogno di più tempo per comprenderlo, capire maggiori segreti <Capisco> non porta avanti le tesi preferendo un approccio diverso, girare intorno all'oggetto scavando la sostanza metro dopo metro, tranquillamente, non accelerando i dovuti tempi. Una singola frase permette di comprendere come mai ella non sia riuscita nell'intento puro di divertirsi, non abbia soddisfatto le numerose voglie, una frase estremamente lontana dal fulcro del discorso, del pensiero dell'albino, tanto distante quanto vicina, significativa <Non esageriamo adesso> per quanto sporca possa esser la via, la presa di un malanno è un'ipotesi gravosa, ardua da trova contemplabile, un lato del carattere differente. Lui stesso risulta attaccato alla perfezione del corpo ma in tal momento, dove la mente è presa dalla frenesia, nulla esiste in grado di frenarlo, neanche ciò sui cui poggia la nuda pelle <Giusto, gli Anbu> sospirando, sfinito da una divertimento sempre più lontano favorendo il lavoro da Shinobi, venendo meno ai propositi di due giorni prima; il destino, per sua fortuna, ha portato all'udito argomenti di vivido interesse, nozioni di un'importanza rivelante in un modo a cui non è neanche riuscito a pensare e tal rivelazione sovverte tutte le carte poste in gioco rendendo la scena veduta all'interno di un sapore nuovo, innovativo. <Ah> mesta reazione di sorpresa, tutto meno di questo avrebbe potuto accettare <La tua amica mi sembra troppo giovane per essere madre di...Masumi> leggera insicurezza nel pronunziarne il nome, la memoria può far cilecca persino alla gioventù <Anche l'altro mi è sembrato davvero giovane, quindi...> scossa del capo scacciando altre ipotesi <Fammi un favore, riassumi tutto dall'inizio della storia> dalla bambina, alla scomparsa, all'odierno giorno. Bisognoso di carpire la verità nelle parole della rossa; spinosa la situazione in cui le ipotesi hanno il potere di causare solo danni invece di portare verità, di liberare ciò che va liberato <No, te lo dirò al momento giusto e nel modo giusto> vanificare un simile momento in una stradina sporca e logora dove lei è mezza nuda e lui senza camicia, neanche l'eleganza nel mitigare l'orrende situazione di disagio creatasi <Non lo so, sono fuori da un po' e non ho visto passare nessun altro, se non te> possono esser rimasti all'interno? Plausibile ma con la minaccia di una bomba incombente risulta difficile da credere, da pensare eppure nella vita niente è impossibile, ogni cosa fattibile e pronosticabile <Più che sicuro o non avrei avanzato quella proposta due giorni fa, no?> nonostante le strade si siano separate fin da subito, la proposta è giunta lo stesso e tanto basta a far comprendere il succo del discorso. Silente ode il verbo altrui, ne segue le movenze, dorate iridi non perdono una singola azione comprendendo fin da subito l'intenzione <Anche perchè non ne conosco altri?> misero commento prima di agire. Il Sumi concentra il chakra cercando di fargli fare un movimento all'interno del corpo attraverso il sistema circolatorio passando per tutta la sua essenza, toccando svariati punti come braccia, busto e collo ma tenta di spingerlo nella parte basse attraversando le gambe fino a giungere in zona piedi dove cercherebbe di far aderire il chakra al di sotto di essi provando a creare una patina sottile, invisibile fatta di puro chakra per permettergli, se si rivela un successo, una maggiore aderenza alle superfici. Niente vien detto provando a dar al proprio corpo una spinta nella direzione presa dall'Ishiba, forza vien posta negli inferiori arti cominciando una corsa al massimo del potenziale dell'albino, massima velocità cercando di correre contro la parete dell'edificio, posare il destro piede su essa portandolo all'aderenza massima cominciando la salita, percorrendo tutti i metri necessari per giungere fino in cima al seguito della rossa. [C On][2/4 rilascio chakra base + 2/4 corsa sull'edificio verso il tetto][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Giungeranno davvero lassù dove lei vuole arrivare? Con un pò di fortuna dalla loro parte adesso avrebbero una vista particolareggiata all'esterno, dall'alto al basso, eppure non si avvicina alla strada principale quanto a quelle retrocedenti, quelle secondarie e lontane, alla visiva ricerca di qualcosa che possa aiutare la Hyuga. Un capello bianco, anche di notte, è come un faro, distinguibile per la sua purezza < la bambina che era con loro > solo adesso andrebbe ad azzardare verbo, la voce bassa anche se li sopra nessuno dovrebbe sentirli < coi capelli bianchi, è loro figlia. Venne rapita dieci anni fa, da allora non se ne seppe più nulla > non necessita di ulteriori dettagli sulla questione, non azzarderà a nominare Orochi, ex marito ormai morto della Hyuga, nonchè a capo della Yakuza di dieci anni prima. Non sono quelli gli affari che li riguardano, ne che possano interessare al Sumi in questione. < capisco, immagino conoscano molto bene questo luogo.. magari hanno ricostruito i vecchi sotterranei dell'antica Kusa > quelli che un tempo si estendevano sotto la città da parte a parte, in migliaia di cunicoli che si estendevano in segreti mai rivelati. Potrebbe anche esserci qualche passaggio sotterraneo < e conoscono molto meglio di me questo posto > un altro errore da parte dell'ex jonin, nulla di più riprovevole da fare < non ci resta che aspettare > che accada qualcosa o che non accada davvero nulla. Andrà a voltarsi solo in quel momento, ad capire se è li con lei, non solo con il corpo, ma anche con la mente < nel tempo riuscirai a fare di meglio, potrai anche camminare sulle acque > ma per quello vi deve esser un utilizzo di chakra superiore , una conoscenza più approfondita di ciò che lo abita. Il passo che riprenderebbe deciso, sempre circondato dall'alone azzurrino, per muoversi di nuovo verso il Sumi in questione, e invece di fermarsi davvero arrivata a quella distanza già disdicevole, andrebbe ad allungarsi, a provar a donargli un bacio per nulla casto. Se vi fosse riuscita affonderebbe le labbra morbide e rosse nelle sue, per nulla dolci ne timide, impetuose e affamate da ciò che non ha avuto. Se vi fosse riuscita andrebbe a poggiare il morbido petto sul suo, per qualche attimo ancora, prima di scostarsi se l'altro glielo avesse concesso < dimmelo > non le piace attendere, non le piace che altri abbiano segreti che lei non conosce. Impicciona come poche altre, per osservarlo adesso dritto negli occhi, per affondare nell'oro caldo che la notte dovrebbe poter illuminare , e il proprio azzurro reso lievemente meno freddo, concentrandosi per non incedere troppo nei pensieri che l'hanno colta quella notte, di divertimento, svago, lussuria. [chakra on][rilascio chakra base] Con un po' di fatica, da parte sua, giunge in cima all'edificio, il tempo immenso è superiore rispetto all'Ishiba, non avvezzo a veloci movenze, abituato alla sedentarietà quando l'argomento shinobistico è in gioco eppure, una volta giunto, la vista ne guadagna potendo usufruire di una visione più ampia dove la strada assume tutt'altro tratto, il locale rimpicciolisce. Gente in giro, alcuni clienti dell'Ochaya, altri, invece, semplici passanti trovatisi li per puro caso ma il panico generale risulta ancor presente, lo avvede in chi ancor è dedito alla fuga, agitato eppure l'attenzione è cosa labile, attratta dal verbo e dalle spiegazioni proferite. Il silenzio cala, voce di Sango unica fonte di suono in quel breve quanto intenso racconto delle disavventure dei due giovani amanti <Non avevo notato una bambina> punta di rammarico nel tono, una bambina portato in luoghi simili è ciò di più disdicevole ci sia <Così tutti e due erano li per riprendersela> strano il sorriso formato, pregno di divertimento e contemporaneamente di intenti di rimprovero ai danni della Hyuga, del Senjuu, di tutti coloro il cui scopo è salvare la bambina <Non puoi entrare nella tana del lupo e uscirne vincitore, dovevano cercare un altro modo e questa, questa era la serata meno adatta. L'Ochaya è stato appena inaugurato e come ogni inaugurazione, la sicurezza è al massimo per evitare l'andare di storto di qualcosa, persino la padrona di casa ha fatto la sua comparsa, hanno sbagliato totalmente approccio> una riflessione ad alta voce, un pensiero portato all'udito della rossa rendendo partecipe la compagna di disavventure di pareri non richiesti, forniti ugualmente alla ricerca di maggior comprensione. Comprendere lo stato d'animo di due genitori è impossibile per tutti coloro senza alcun figlio al seguito ma è possibile comprendere come non agire e quali momenti, contrariamente, sfruttare per arrivare all'obiettivo <Non credo, se ci sono dei sotterranei, non credo siano uguali all'antica Kusa. Per lo più, dai racconti dei miei nonni, persino il quartiere di Kusa è diverso dalla Kusa originale> non potendo conoscere a fondo tale informazione, si avvale delle conoscenze di famigliari più attempati <Probabilmente lo conoscono anche meglio di me, mi hanno detto che negli ultimi due anni sono cambiate molte cose> ennesimo il pensiero a voce alta, tralascia ogni sintomo di divertimento focalizzando l'intera attenzione sull'avvicendamento della sera, le sue conseguenze, l'inevitabile coinvolgimento <Non m'interessa particolarmente farlo, io adotto un sistema più votato alla distanza> evitando l'entrata nello specifico, facile intuire il tipo di arte su cui è solito far affidamento ovviamente. Attimi di silenzio dove le dorate seguono il repentino moto della rossa, pochi momenti portando la distanza venir meno, corpi in contatto e labbra dapprima sfiorate, poi unite in un bacio improvviso, accolto dall'albino le cui dita scendono lungo il fianco, la sinistra mantenuta su tal punto, la destra verso la coscia sollevando l'arto, tenuto stretto a se, spingo con il volto <Scoprilo tu stessa, puoi fare di meglio> i segreti sono un motivo sempre verde per provocare, spingere l'essere umano ad azioni sempre più ardite. Parlare son capaci tutti, sprecare tempo in questo non è da lui, non ora. [C On][R.C.B.][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Ode la sua visione delle cose, eppure sa benissimo che quello era il momento propizio, avrebbero dovuto agire non da soli però, avrebbero dovuto portare altri con se per riuscire a chiuder qualsiasi via di fuga, per tener d'occhio l'edificio da fuori ad esempio < Masumi, a quanto ho capito era lei che ha rapito la bambina. Un ottimo momento, forse l'unico, in cui avrebbero potuto vederla > all'inaugurazione del suo di locale, quando in altre serate e momenti sarebbe rimasta celata a qualsiasi occhio indiscreto, nel suo piccolo fortino, con tutte le guardie al seguito. < quel che è fatto è fatto > ma forse quella bambina, solo adesso, potrà avere davvero paura di quelli che probabilmente non sa essere i suoi genitori. < li avrei uccisi tutti se fossi stata in loro > avrebbe raso al suolo tutto quanto e lastricato le strade del loro sangue e dei loro corpi. Ma lei per il momento può ritenersi fortunata, la propria di figlia è a casa, protetta dal clan dei Seiun. Nessuno specialmente di notte avrebbe potuto mai introdursi nella casa del bianco per rapirlo o chissà cos'altro. < difatti non è uguale alla conformazione della vecchia kusa. Hanno evidentemente eliminato i cinque cerchi che circondavano il palazzo del kage > la rimembra molto bene, in ogni angolo , anfratto, avendoci vissuto per molti di anni magari hanno mantenuto una certa caratteristica col passato, magari anche adesso sotto oto vi sono dei cunicoli come il vecchio paese del suono, tutto è possibile e lei ancora poco conosce di quella città immensa < è cambiata da dieci anni fa, non da due > inconsapevole dell'altrui precedente condizione, credendo che abbia sbagliato anno e data più che dalla possibilità di qualcos'altro < ricordo ancora Kusa, e ancora la odio. Questo loco è molto più simile alla vecchia Tanzaku > quella che era terra di nessuno, che divideva i vari villaggi e li , le regole, non valevano. Se non quelle del posto, ovviamente. Il corpo che si muove, s'adagia sull'altro e ne ritrova facilmente le labbra e il calore, mentre l'aria si impregna di vento fresco che spinge sulla pelle nuda d'entrambi. Non riceve un no, sente le mani scorrere sul proprio di corpo, su quello che è morbido sotto quella semplice camicia che divide dal non aver nulla < suppongo di si > perchè non divertirsi davvero? Ha guardato ciò che ha potuto adesso, ha cercato dall'alto come un falco , e se non vi è riuscita adesso a poco tempo dal fattaccio, allora ancor meno avrebbe trovato. Sospira lievemente, gli occhi che si chiudono di nuovo, mentre le dita della mano destra si sollevano su quel giovane viso, per inserirsi dietro l'orecchio, solleticando quei capelli < la notte non è ancora finita > non ancora, ma starà a lui decider cosa fare, lei ha solo fatto il primo passo. Le labbra che andranno a solleticar le altrui, la lingua alla ricerca della gemella, sospirando lievemente e assaporando il suo di gusto questa notte. Li, su quel tetto, chissà chi potrebbe vederli. [chakra on][stessi tag] Il pensiero fatto sulla padrona di casa risulta esser corretto in una sua piccola parte, niente l'avrebbe portato ad immaginare una donna tanto bella come fautrice di un rapimento; d'altronde, però, nei fiori più delicati è possibile trovare le insidie peggiori ed ella non è un'eccezione quanto una conferma <Esatto, hai detto la parola giusta, vedere non prendere> una differenza abissale, estrema, capace di far la differenza ma la reazione di Sango non lo lascia stranito quanto perplesso da simili strategie violente adottate. Uccidere tutti quanti, far scorrere inutile sangue, non vale neanche lo sforzo <Non essere impulsiva Sango, ragiona, attaccarli, fare vittime avrebbe solo complicato le cose. Se quella donna ha rapito la bambina, non è una sprovveduta, è dotata di mezzi potenti. Se vogliono quella bambina, la soluzione migliore è prenderla in giro, convincerla di aver vinto, costringerla ad abbassare la guardia ed è in quel momento che bisogna attaccare. Attualmente è infattibile avvicinarsi alla bambina, non dopo essersi esposti così tanto e davanti a decine, se non centinaia di persone> logica, non mette niente in ballo se non una pura logica di azione. Può esser definito contro la violenza ma si ritrova con la consapevolezza di appoggiare certi metodi, solo nel momento giusto, quando l'uccisione è sicura, la missione vinta in partenza non facendo affidamento alla mera fortuna, troppo volatile, dispersiva, inaffidabile <Appunto, se hanno cambiato l'intera Kusa, hanno cambiato tutto il resto. Sarebbe da sciocchi riproporre qualcosa di conosciuto, per alcuni s'intende> fornire un biglietto gratuito di azione, no, le probabilità in cui è tutto diverso sono alte, concrete, tangibili, basta guardare il quartiere dell'erba, il cambiamento subito da esso in fase di ricostruzione. Volto chino sul cemento dell'edificio, ne osserva le fattezze esprimendo un sorriso di delicata fattura, conscio dell'altrui ignoranza, non fa una colpa ma dirlo ad alta voce può suonare strano <Diciamo che ho due anni di vuoto> anche in questo non giunge la specifica sul proprio passato, non è il momento adatto per parlare di eventi traumatici quando è in ballo ben di più, una bambina strappata ai genitori eppure una frase giunge forte, decisa. Dorate iridi si scostano sulla rossa, osserva il viso della genin memorizzandolo, rimembrando il fisico avveduto pochi momenti prima <Capisco, cosa è dovuto il tuo odio per Kusa? La vecchia Kusa> una domanda sorta spontanea, apprendere di più sull'interlocutrice. Contatto avvenuto, il tempo è giunto, le parole rimembrate, divertirsi, passare una serata in reciproca compagnia, discussione precedente venuta a galla in un bacio privo di castità, sentito, spinto dalla bramosia di possedere l'Ishiba. Il sorriso va ad ampliarsi, gode nel percepire la mano della genin, un contatto semplice eppure efficace e prima di poter incontrarne la lingua gemella, un moto del sinistro arto inferiore cerca di spingere l'arto inferiore destro della ragazza per farle perdere l'equilibrio, tenerla in braccio, scenderla lentamente a terra, ponendosi al di sopra <No, non ancora> dita lenta sulla camicia sbottonando lentamente i bottoni, dorate nell'azzurre per dare iniziare alla vera serata. [Se End] < e hanno scoperto che è ancora viva ed è sempre stata qui > va a replicare anche lei a suo modo, il solo vederla li ha posti in modo totalmente differente adesso , sanno che è viva, sanno che è li, molte più informazioni son state raccolte. A quel suo quasi rimproverarla solleva un sopracciglio di stizza < nessuno mi dice di non esser impulsiva > lei li avrebbe uccisi, avrebbe trovato il modo per ammazzare tutti quanti in un solo momento, avrebbe voluto farlo e macchiarsi di nuovo di quel sangue rosso che brama ancora per quella mera vendetta incompiuta < non osare dirlo mai più > fortunato che siano in altre vesti, in altre circostanze, per poterla davvero vedere in quel senso orribile che nasconde sotto la pelle. < l'avranno seguita, riusciranno senz'altro ad ammazzarla. > spera solo in quello, nella fine di quella donna, colei che ha derubato una vita ad una bambina, un infante, non sapendo ancora cosa vi sia davvero sotto e come l'innocenza ormai venga strappata da gambe troppo sottili e da visi troppo giovani perfino per pensarci. < o son ricaduti nel vecchio errore > errore ? No, nessuno riusciva ad addentrarsi la dentro e uscirne vivo con tanta facilità. Chissà che non sia di nuovo così. < indagherò > avrebbe forse scoperchiato un nuovo vaso di pandora? < solo due anni?> che anche lui sia rimasto rinchiuso dentro un cristallo? E poi dopo ben otto anni da quella guerra? Che sia davvero ritornato dal passato come lei stessa e che si sia ritrovato in quel nuovo mondo privo di una vera conoscenza? I dubbi che si alimentano l'un l'altro, qualcosa che ancora viene celato da parte dell'altro e lei che ancora non parla del proprio di "coma". < un giorno forse lo saprai > non adesso, non quando quel contatto riscalda la pelle di entrambi per ceder quella notte a qualcosa di differente. Non v'è molta dolcezza, solo fisico desiderio di averlo per se, annullando tutto il resto.. dopotutto la sopra chi mai potrebbe vederli? Sul tetto di chissà quale edificio a consumar le membra e il corpo, col calore che aumenta di minuto in minuto. Si lascia prendere seguendo quei movimenti, per ritrovarsi stesa su quel tetto. La camicia inizia a scivolar via, le mani che andranno a toglier la giacca altrui..per cedere ai bisogni primordiali e far calare su questa notte infine le tende. Un palcoscenico che vedrà solo la luna, alta in cielo, e le voci che si perderanno nel vento. [end]