Libertà amara
Free
Giocata del 07/06/2021 dalle 12:25 alle 18:02 nella chat "Quartiere dei Clan [Ame]"
[Casa di Shiroyuki] Son passati diversi giorni da quella notte, quasi una settimana intera all'incirca da quando ha avuto quel fatale - o meglio, quasi fatale - incontro con il proprio "collega di lavoro". Altro membro della Shinsengumi, membro da eliminare definitivamente dal proprio tracciato, inutile e borioso - questione che l'ha fatta innervosire parecchio negli ultimi incontri, finchè l'ultimo incontro non è sfociato nel tentato assassino dello stesso da parte propria. Insultare una madre con la propria figlia al fianco non è decisamente la cosa più intelligente da fare, soprattutto quando la madre in questione stava cercando di riprender dei rapporti decenti con un ormai più che adolescente, e che non s'è mai fatta problema alcuno nell'uccider chiunque si mettesse nel proprio mirino, specialmente coloro le cui parole non son pesate nè tantomeno pensate. Il problema alla fine è stato il non averlo del tutto ucciso, ma avendone cambiato la memoria egli rimembrerà solo e soltanto di esser stato salvato proprio da se stessa - oh la sorte, le viene quasi da ridere - ma ha spaventato a morte la propria di Figlia. Sa benissimo che non avrà visto nulla e poco, ha già pronta la storia da poter raccontare per proteggersi ai suoi occhi, ma sa anche come la ventenne sia fuggita tra le lacrime a casa del padre, e lei stessa non ha avuto modo ne desiderio di rincorrerla e venirle dietro. Ha atteso il momento giusto, quando le acque ormai sembran più calme , per potersi recare di nuovo alla porta del Seiun, consapevole anche della probabile rabbia che abbia scatenato anche la propria improvvisa assenza. Di nuovo. Solleva il braccio a metà, la mano che andrà a chiudersi in pugno per bussar dolcemente a quella porta - nella speranza che egli ci sia, che possa aprirle, ma soprattutto che vi sia la ragazza. Indossa un semplice Yukata, azzurro ghiaccio, semplice il tessuto così come è leggero per via di quel sole accecante mai esistito sulla vera Amegakure che porta fin troppo caldo a quella zona mai stata temperata, anzi. La stoffa stringe leggera il corpo formoso della nuova genin , la cintola in vita è nera a chiuder con forza il tutto, così come i sandali ninja. No, non porta armi quest'oggi, sa benissimo d'esser protetta nella propria casa, nel proprio villaggio . Lo sguardo azzurro saetta nervoso avanti e indietro dalla strada alla porta, ponendo quell'alta coda di cavallo a danzar con lei in onde di fuoco calde e calme. Tutto tace, per il momento. [casa Shiro] Certamente la vita del Seiun non si può descrivere come noiosa. Sono passate settimane dal ritorno di Motoko a casa, in lacrime, raccontando tutto al padre. Nessun messaggio da parte della rossa, neanche uno, semplice silenzio che ha portato l’uomo a pensare ad una moltitudine di cose. Si, è a casa a quanto pare, sia lui che la figlia. Stanno studiando altri ideogrammi. La porta bussa e l’uomo non fa altro che fare una carezza sulla testolina della sua figlia putativa ed alzarsi in piedi. Addosso, questa volta, ha un kimono nero come la notte, adornato da rifiniture dorate, un paio di calze bianche ai piedi ed i capelli lasciati liberi di scendere dietro la schiena, lunghissimi quasi a toccar terra. Cammina lentamente, portandosi le mani nelle maniche opposte fino al monto di muovere la porta d’entrata. Gli occhi Azzurri come un cielo estivo sono fissi davanti a se. In silenzio, squadra la figura di Sango. Fa un respiro profondo non parlando, guardandola, indagatore nel suo fissarla. Sa bene Sango cosa significa quello sguardo, quel tipo di comportamento. Non è contento, per niente, ma sta cercando di mantenere la calma serafica che è sempre stata nel suo carattere. <Sango.> direbbe solamente, niente Sacchan, niente epiteti dolci per quella donna in quel frangente. A quel nome la ragazza sussulterebbe, correndo velocemente in camera sua in preda al panico. La testa si volta per un attimo, facendo danzare i capelli argentati e dando il profilo del viso alla ex compagna. Si morde l’interno della guancia, schiocca la lingua sul palato prima di tornare a guardare Sango con fare, apparentemente tranquillo < che ci fai qui?> domanda infine verso di lei. Ancora non la invita ad entrare, come se prima volesse sentire le sue ragioni, o magari una spiegazione limitata prima di decidere. [Casa di Shiroyuki] Sa cosa dovrà affrontare quel giorno, e ogni attimo, secondo in cui ha ritardato, sa bene che il gelo dell'uomo che sta per aprir la porta sia aumentato. Nota quel viso, i tratti induriti, come poterglielo negare dopotutto ne ha il diritto, lo ha lasciato a casa con una ragazza probabilmente traumatizzata da quella che dovrebbe esser sua madre < Shiroyuki > pronuncia anche lei il suo nome completo sebbene non abbia arroganza nel pronunciarlo, solo con un vago senso di dolcezza che sa di non trovare nel proprio di nome. Appena sente la propria voce, la ragazzina non farà altro che fuggire, lo sente in quei passi sul legno che s'affrettano a celarsi dietro un altro muro per star ancor più lontana da lei. Lo sguardo che si sfila un poco verso le sue spalle, dopo che un sospiro sia fuggito dalle labbra - malinconia o tristezza Sango? Forse i sentimenti stanno di nuovo bussando alla tua porta e nemmeno te ne sei accorta da quanto sei divenuta cieca nel tuo oscuro piccolo mondo. Forse era davvero meglio rimaner da soli che dover donare spiegazioni, ma le decisioni non posson esser rimangiate, quello che hai deciso un tempo si ripercuote di nuovo < scusami se non sono venuta prima > sa d'aver sbagliato, di averlo abbandonato con qualcosa di nuovo, causato da se medesima - oh come vorrebbe allungar quella mano, stringergli quella veste per un attimo e ritrovar l'antica dolcezza del Seiun per lei, ma sa benissimo che in quel momento avrebbe trovato lo Shiro di ghiaccio e ferro, quello che non si piega e rimane altezzoso d'innanzi a se < sono venuta per spiegarvi cos'è accaduto quella notte > gli deve una spiegazione, quello è ovvio, ma sa benissimo di dover metter su un bel teatrino di bugie e menzogne - solita in quel comportamento, se ne distaccherà mai davvero? < so che dovevo arrivare prima ma le cose si son complicate parecchio > si, aggiungiamogli anche un tocco di drama a questa storia dato che ve ne è stato poco no? Lo osserva dal basso, il viso sollevato e gli occhi per i suoi, dello stesso azzurro sebbene con qualche sfumatura differente, i propri caldi e liquidi, quelli dell'altro freddi e glaciali. < posso entrare?> non è decisamente una buona idea parlarne al di fuori di quelle mura, non li alla luce del giorno,e attende che qualcosa venga detto, immobile davanti l'uscio di quella casa che ricorda come il primo nido appena risorta. [casa Shiro] Rimane in silenzio a guardarla. Lei lo chiama con il suo nome completo ed una fitta sembra essere arrivata nel suo petto. Si morde il labbro inferiore, non è proprio una bella giornata per il Seiun, che nel frattempo stava combattendo con quelli che sembrano sintomi di una influenza da stanchezza, alla fine lo stress del lavoro, della figlia, mantenere la casa, tutto questo grava sulle sue spalle. Gli occhi freddi, ghiaccio in quel periodo pre estivo, si soffermano sulla figura della rossa. Inquisitori ad ogni sua parola. <Beh.> direbbe solamente prima di fare un respiro profondo < Alla fine hai la tua vita no? Non sei obbligata a venire qui spesso.> direbbe lui sebbene una nota di dispiacere si possa sentire in ogni singola lettera pronunciata da quelle labbra. < Ah si?> direbbe poi lui < Penso che Motoko mi abbia già spiegato abbastanza> direbbe ora un pochino più stizzito, come se la salvaguardia della figlia sia ben più in priorità di altre cose. < Beh si capisco, era troppo impegnativo venire qui appena successo per poterne parlare subito.> direbbe lui sarcastico prima di fare un lungo sospiro. < …> non parla, ma le da le spalle prima di camminare all’interno della propria abitazione. Appena lei avesse chiuso la porta ecco che si volterebbe < Mi sono fidato.> secco, lapidario, come una coltellata < ti ho lasciato Motoko per farvi avvicinare, e tu? La metti in mezzo a queste situazioni?> direbbe verso di lei prima di tirare fuori una delle sue sigarette < Sai quanto ci ho messo a farla addormentare? Ne hai la vaga idea?>…< oh…in realtà no. Appena tornata dopo dieci anni di assenza hai deciso di andartene di nuovo.> conclude infine accendendosi quella colonna di tabacco prima di fare una bella tirata. Rimarrebbe in silenzio prima di portare un braccio intorno al proprio petto < ti ascolto ora.> sembra si sia calmato, magari un piccolo sfogo prima della tempesta? Chi lo sa? [Casa di Shiroyuki] Solleva lo sguardo al cielo, un attimo prima di sospirare e tornare a ciò che l'attende, alias un uomo davvero molto, molto arrabbiato. Ne è consapevole, lo sente, ma la consapevolezza basterà a salvarla dal proprio orgoglio e dalla propria di arroganza ? < Shiro, sappiamo entrambi perchè me ne sono andata > non vuole rammentare il loro ultimo incontro, ma ci ripensa, ricasca in quei sentimenti di odio e amore che la fanno indispettire un poco. Ma chi è lei per farlo adesso? Non è nella posizione ne d'avere ragione, ne di poterne pretendere d'avere insomma < non credo che Motoko abbia le abilità visive di un ninja abbastanza alto da poter distinguere cosa sia accaduto > va a sottolineare lei stessa, consapevole della mancanza di alcun tipo di chakra della piccola ragazza da donarle un senso quasi di sicurezza per quello < sono scappata in ospedale e poi alla shinsengumi , non potevo tornare in quel momento dopo un attacco > giustificazione messa in moto insomma, deve pur proteggersi, deve proteggere anche loro da qualsiasi verità scomoda lei possa donare. Meglio una bugia, decisamente. Lo segue in silenzio all'interno di un abitazione più antica di molte altre, in uno stile che dieci anni prima avrebbe apprezzato senza problemi. Sfila i sandali all'entrata per rimanere a piedi nudi li in quella nuova sala, e riprender anche lei a respirare mentre le iridi si abituano ad un ambiente meno luminoso rispetto l'esterno data l'ora < non ho potuto impedire che accadesse > va a sottolineare quel che sa esser accaduto, agli occhi degli altri < non posso più impedire ad un assassino di attaccare chicchessia in qualunque momento > si, nessuno l'ha vista ne richiamare il chakra ne tantomeno usare le armi di vuoto, già invisibili di loro conto. Ha pure modificato la memoria al compagno di squadra per esser sicura del tutto < hanno attaccato colui che portava le vesti della shinsengumi.. o me. Non mi aspetterei altro dopo la morte di un Seiun in mezzo ad una foresta. C'erano tutti quanti i dettagli per morire, non potevo far altro che dire a Motoko di andare via > era su tutti i giornali dopotutto, e quello stesso Seiun poteva esser lui. < oh insomma, cosa pretendevi da me ?> il tono che risulta davvero al limite dell'esasperazione , toccata in quel punto sensibile che l'altro sa riconoscere < che riuscissi ad esser una normale donna, con qualche piccolo sogno per viver qui felice?> oh veleno, quanto ne ha in serbo, eppure pare quasi voler trattenere una sorta di spasmo al petto, di quelle piccole gocce che paiono stuzzicar i propri occhi , ma nulla cambia ancora in quello scenario . Cerca anche lei d'avvelenarlo con le proprie di parole, che possano far male, che possano render la propria esasperazione < ho perso tutto ciò per cui ho donato la mia intera esistenza, credo sia già abbastanza. > la propria nuova vita non è che un falso, una sostituzione a qualcosa che tempo prima non è riuscita a fare, completare. < ma sono qui per lei, di nuovo, ancora dopo dieci anni da quando la salvai > ribadisce che alla fine, lei è li solo perchè quella notte ha deciso di non ucciderla e donarle una possibilità. [casa Shiro] Annuisce lentamente a quelle parole < si, lo so, lo so.> direbbe prima di grattarsi la nuca. Fa un lungo sospiro prima di socchiudere lo sguardo. < Non il problema di quello che è successo, ma come sta lei.> si umetta le labbra mordendosele subito dopo. < nell’attesa, potevi mandare un messaggio, un qualcosa…> direbbe poi brontolando con la voce. Annuisce ancora < ho capito> sembra più calmo di prima, andando ad analizzare ed archiviare qualsiasi informazione in possesso della donna prima di sentire la sua esasperazione. Si morde il labbro inferiore prima di chinare la testa di lato < Te l’ho chiesto forse?> secco nel tono < sono stato il primo ad accettarti per quello che sei, per il tuo modo di pensare ed agire> anche lui pare esasperato prima di andare a prendere una pezzetta bagnata ed asciugarsi la fronte e la nuca dal sudore della febbre < Ho accettato…qualsiasi…cosa> ed in mezzo a quella lista vi sono cose che nessun’altro accetterebbe < ho provato, davvero, ad avvicinarmi a te, ma ogni passo che facevo, erano due indietro per te.> conclude prima di guardarla < Pensi che io non abbia perso tutto? Sei solo tu quella che ha sofferto? > domanda verso di lei prima di rimettere la fascia sul tavolo, barcollando un attimo < Si, sei qui, per lei.> direbbe lui andando a soffermarsi sulle ultime due parole < allora cerca di comportarti come una madre normale, almeno per lei.> le chiede prima di spegnere quella sigaretta, odiando il sapore della nicotina quando sta male < dannazione.> e la mancanza di essa lo rende nervoso, molto < non fraintendermi, non è stata facile neanche per lei> riguardo alla figlia < ma ogni stress innecessario rischia di rovinare tutto il lavoro per permetterle di avere una vita…quasi normale.> si morde il labbro inferiore prima di ritornare in silenzio < ma ti ringrazio per averla difesa in questo modo.> un sussurro il suo mentre guarderebbe la porta scorrevole della camera della ragazza prima di poggiarsi pesantemente al muro e tossire un paio di volte. [Casa di Shiroyuki] < è viva, questo è importante > la salute mentale? Quella rimane sopravvalutata, non quando sanno entrambi cosa abbia fatto quella ragazzina dieci anni prima alla sua vera madre - quello sarebbe un ricordo scomodo, quello sarebbe qualcosa in grado di incrinare il suo essere e piegare la sua mente. Ma di certo non sarà lei ad annullare gli occhi degli Uchiha e il loro potere. < un messaggio avrebbe avuto lo stesso valore di vedermi qui?> no, sa benissimo che non è così. Ha continuato il proprio di lavoro per comprender di aver coperto bene le proprie di tracce, e i propri istinti omicidi. Sospira semplicemente adesso, osservando l'altro passarsi quella pezza - ne nota il sudore, la stanchezza del corpo, comprensibile eppur ancora non s'avvicina mantenendo quella sorta di distacco con cui si son ritrovati < volevi questo, non c'era bisogno di chiederlo. Un nuovo mondo, una nuova vita. Ma non quella che molti volevano per me > non quella che voleva lui, nemmeno la morte come in molti hanno desiderato. Odio e rabbia che s'è sentita scivolare addosso, sempre rinchiusa nelle pareti della propria mente pur di non sentire nulla . < non devi accettare qualsiasi cosa, se lo hai fatto hai voluto farlo. > forse quelle scelte lo rendon quanto più simile a se stessa, slegato anche lui dal mondo, in grado di uccider senza pensiero alcuno, in grado perfino di sterminare un intero villaggio per i propri scopi? No. < non volevo e non voglio che trascorri un esistenza come la mia > tace brusca adesso, portando le braccia ad incrociarsi al petto semplicemente appoggiando la spalla sinistra alla parete vicina . Lascia che sia lui ancora a parlare, a narrare la loro di storia che non ha vissuto < tutti abbiamo perduto qualcosa > per lui la mancanza della madre, l'essersi dovuto occupare di una bambina mentre lei era semplicemente non morta sotto metri di terra stantia e puzzolente. Chiude un attimo gli occhi, sicura di non dover rispondere, o sbottare, o arrabbiarsi, non avrebbe alcun senso farlo adesso. < non sono una madre > concisa in quel che dice, sicura di quel che sa . Chi come lei potrebbe mai metter al mondo qualcuno ? Una madre completamente assente, egoista pronta a sacrificare qualsiasi cosa per il proprio obiettivo . < sarei dovuta esser una guida > un sensei, si, quello le riesce molto bene in effetti < normale Shiro?> solleva quel sopracciglio < se avessi voluto una vita normale per lei avresti dovuto non insegnarle nulla, evitare che divenisse una kunoichi. Perchè è questo che siamo, macchine di morte > tutti loro prima o dopo sono dovuti riuscire a sorpassare i propri limiti, uccidendo, sterminando, portando avanti il loro stemma, il loro clan. < prima o poi ucciderà anche lei, comprenderà questo mondo e forse ancor di più se stessa > lo sguardo rimane fermo, ferreo, duro, perfino quando andrà a scivolare verso quella porta scorrevole alla quale proverà ad avvicinarsi. < so che hai sentito tutto Motoko > le pareti son troppo sottili per rendere quella una conversazione privata < mi dispiace di non esser venuta prima.. ma spero tu possa comprendere > sa come sia intelligente l'altra, seppur un pò troppo ingenua per i propri gusti. L'avrebbe cresciuta come una macchina di morte probabilmente, in preda alla gelosia e al desiderio di prender qualsiasi cosa ella voglia < sei libera di non volermi più vedere se lo desideri e di far ciò che vuoi nella tua vita. Nessuno te lo impedirà se tu lo desideri davvero > un consiglio, forse più da sensei che da madre, ma come comportarsi quando non ci si sente tale? [casa Shiro] Annuisce lentamente < su questo ti do ragione> direbbe prima di socchiudere gli occhi cercando di mantenere la mente lucida. < no.> direbbe lui facendo un respiro profondo < vederti…è sempre bello> confesserebbe prima di mordersi il labbro inferiore. < no, non volevo che cambiasse nulla.> direbbe prima di umettarsi le labbra secche < io ho dovuto cambiare, vivere con il cambiamento ma tu, tu hai la possibilità di rimanere chi eri, senza per forza cambiare > fa un respiro profondo prima di abbassare il capo< anche con il tuo nuovo obbiettivo > se lo ricorda bene, e si ricorda anche il fatto di averla amata anche con un corpo diverso, anche reincarnata. Si morde il labbro superiore prima di annuire < lo so, ma io volvevo trascorrere un’esistenza con te al mio fianco, mi bastava quello> concluderebbe prima di tossire, sentirsi la gola chiusa, la stanchezza che lo pervade da capo a piedi. < per lei, dovresti provarci, non per me…> direbbe prima di toccarsi la fronte, la febbre che sale e si fa sentire prima di annuire < doveva sapersi difendere, io potevo morire in qualsiasi momento> in effetti non si sa cosa il clan Seiun abbia in serbo per lui, almeno per ora. La piccola ascolterebbe da dietro il paravento prima di aprirlo lentamente “Si…comprendo” direbbe con un filo di voce “Ma non ti arrabbiare con papà…lui…è protettivo…” e Shiro tossirebbe a quelle parole “Ma ha detto che era contento che fossi con t-” < motoko…è tardi> cercherebbe di bloccarla prima di muoversi lentamente verso il tavolo dove dovrebbe esserci quella medicina di erbe < dannazione..> sussurrerebbe mentre Motoko farebbe un cenno d’assenso con la testa “Si, voglio rivederti…” e poi si avvicinerebbe per sussurrare qualcosa a sango, qualcosa che il malato bianco non riuscirebbe a sentire. [Casa di Shiroyuki] Si sente stretta in quelle mura, troppo piccole, troppo lontane da lei e da ciò che era divenuta, ma adesso di quel che era il passato cosa rimane se non il nulla più totale? Tutto ormai è andato distrutto, tutto è cenere adesso, i grandi sogni son morti < forse è arrivata davvero l'ora del tramonto perenne > un sussurro basso, stanco anche il proprio sebbene non come l'altro - ne nota l'affaticamento, il fisico che nonostante si sia sviluppato è rimasto come dieci anni prima. Da proteggere, anche lui - e per quella protezione che ha perduto tutto. Si sente combattuta , rispondere o non rispondere ? < avrei preferito viverlo quel cambiamento > si morsica il labbro inferiore, senza scostarsi poi troppo da quella porta scorrevole < e morirne come sarebbe dovuto essere. > si, sarebbe avvampata nell'ultimo attimo di gloria, difatti ha impedito al proprio clan, quello che l'aveva seguita, di morire in battaglia con lei e per lei. Li aveva lasciati alla protezione di Otogakure, li aveva relegati in quelle mura con la promessa di ritornare nella gloria e riprender la propria casa, invece nulla di tutto ciò è giunto. < il mondo è andato avanti, non posso rimanere relegata al passato per sempre > si, non può rivolere qualcosa che non c'è più , grata a kagegakure per aver protetto coloro che doveva protegger lei stessa - ma non vi è riuscita per ovvietà di cose < e anche tu, non puoi rimanere relegato sempre al passato > s'è evoluta, come ogni origami che si rispetti , la cui forma non è mai davvero definita ma sempre in trasformazione. Le parole per quella ragazza fuoriescono, dure, fredde, implacabili, eppure consigli che sa di dover donare per lei , per quello che può divenire un giorno. La vede uscire dalla sua stanza senza aggiungere altro < protettivo è una parola piccola in confronto > sa benissimo come egli sia affezionato e legato a quella creatura, dopo dieci anni cosa pretende dopotutto? La braccia che passano leggere attraverso il piccolo corpo della ragazza, la stringe delicata percependo quella sorta di calore alla quale un tempo avrebbe donato la vita, ma che adesso pare dimenticarsi di essere in grado di provare. Un sussurro che giunge alle proprie orecchie, comprende benissimo, eppure allora la lascerebbe andare < fa ciò che desideri, ma non uscire da sola la sera. > un invito a prendere il volo, a spiccarsi in totale libertà per sceglier il proprio destino e chissà, magari anche il proprio di passato. < oto non è poi così lontana > un sussurro basso per lei, in attesa che prenda la sua decisione - in attesa che possa lasciarla sola col padre, li vicino < avete creato un legame che mi è estraneo > non v'è accusa ne risentimento, solo un vago sorriso sulle labbra < eppure prender una febbre per attendermi non lo credo saggio > lei stessa andrebbe a porsi verso quel tavolo, a sedersi in sua attesa, che quelle medicine possan fare un minimo effetto < sono cambiate tante cose. Io, tu , lei.. > come può riunirsi mai ad un duo così unito? < non sono più un medico, è vero, ma ciò non toglie che sappiamo entrambi che dovresti stenderti e riposare. Posso pensarci io finchè non starai meglio > la rossa che si prende una responsabilità finalmente < raccontami di te piuttosto > hanno molto parlato del passato, del futuro perfino, ma mai del presente in cui vivono. [casa Shiro] Rimane in silenzio, quelle parole lo colpiscono, rimangono dentro il suo corpo come tagli sull’anima. Abbassa il capo prima di annuire. Quando sente però il discorso sul morire, una fitta al cuore lo attanaglia come la peggiore oscurità, oscurità del suo retaggio Seiun che sembra arrivare come un kunai alla schiena, ma non le risponde, hanno già fatto quel discorso. < Passato e futuro sono due parti di una stessa linea, non può esistere l’uno senza l’altro e dimenticare il passato sarebbe solo un errore.> si umetta le labbra prima di lasciarla parlare con Motoko. La ragazzina annuirebbe ridacchiando a quelle parole “A volte esagera si…ma lo fa per il mio bene” almeno lo riconosce. Lei abbraccerebbe di riflesso la madre adottiva prima di annuire a quelle sue parole “Va bene..” e lasciarli di nuovo da soli. Un cenno di diniego con la testa alla sua osservazione mentre continuerebbe a bere quello schifoso intruglio casalingo < …che schifo..> direbbe solamente con la voce svogliata di chi è veramente irritato dalla propria condizione di salute. < mh?> direbbe solamente < ha avuto solo me, ed io solo lei per dieci anni…> come se fosse una giustificazione più che normale. Schiocca la lingua in segno di stizza all’informazione che la rossa ha ricevuto < spiona…> direbbe prima di guardare la donna < non ti stavo attendendo, ero soltanto pigro a rientrare…> distogliendo lo sguardo, da bravo tsundere che non è altro, almeno quando sta male. < sto bene…> direbbe prima di tossire < ce la posso fare, e devo anche andare a lavorare più tardi.> poggiando il bicchiere sul tavolo basso in mogano < non c’è molto da dire.> si morde il labbro inferiore prima di guardare verso la finestra < mi sto allenando in segreto perché a lavoro già non sono visto bene essendo uno shinobi…> tossisce di nuovo toccandosi la fronte < sto sviluppando un nuovo stile di combattimento..> spiegherebbe alla donna, l’unica ora che potrebbe capire il suo discorso < …> e si blocca < ho bisogno di provarlo contro qualcuno..> non qualcosa, qualcuno, ha detto bene, ha voglia? Bisogno di combattere, di sentire quell’adrenalina pompare nelle sue vene < odio avere il naso tappato..> direbbe poi toccandosi la punta, visibilmente irritato dalla cosa. < Sai…stavo ripensando a quella cosa….dell’altra volta…> si morderebbe il labbro inferiore < davvero vorresti…che lo facessi anche io?> per sapere, semplice curiosità. Rimarrebbe in silenzio cercando di bere di malavoglia quella tisana. [Casa di Shiroyuki] Crudele? Forse, eppure nascondersi dietro belle parole non è mai stato il suo punto di forza, sempre diretta a proprio modo con quel senso di consapevolezza che può disarmare , ma sa bene come l'altro la conosca , come l'abbia conosciuta nel momento del proprio massimo splendore - ovviamente in accompagnamento classico a quei grandi modi e desideri. Sospira mettendosi comoda su quello stesso cuscino vicino l'altro, stendendosi lievemente su quel tavolo, abbandonando ogni sorta di compostezza imparata in così tanti anni , per osservarlo bere quella tisana con lieve divertimento in visione di quel disgusto altrui < conto che trovi la propria linea di sangue ad Otogakure > confessa a bassa voce, per la giovane che adesso li ha lasciati soli . Ha avuto tempo di pensare a chi potrebbe appartenere, forse gli Yakushi? Probabile che lo sia, o che non lo sia. < stai tossendo, inoltre hai la febbre > gli occhi non mentono, e non posson nascondere la febbre divenendo lievemente lucidi, quasi stesse per piangere < chiamo il lavoro, dirò che non puoi andare > semplice no? Dopotutto lavorano nello stesso loco, sa benissimo come funzionino le cose li < sai bene che adesso posso permettermi anche io di avere una casa, e anche dare ciò che serve a Motoko. Non hai bisogno di sovraccaricarti > non più del necessario. Ha un lavoro anche lei e poi fa parte della shinsengumi, di certo anche quello può aiutare , economicamente parlando < capisco > si, lo comprende bene, quegli sguardi, quell'odio poco velato, quel non riconoscerli come ciò che sono sempre stati e da dove provengono. Sono shinobi entrambi, ha provato sulla sua pelle cosa significa esserlo. < davvero? Che genere?> interessata al comprender di più su quel nuovo genere di combattimento < mi conosci troppo bene e sai i miei punti deboli. Non credo d'esser io l'avversario ideale > indispettita dall'aver perduto molto del proprio potere < ma magari qualcuno possiamo trovarlo > e metterlo dentro una gabbia per farli combattere, si , sarebbe stato divertente da vedere < non ti ho mai visto combattere molto > ammette, consapevole del potere dei suoi occhi, si, ma non li ha davvero mai visti in azione < non credevo volessi farlo, ma comunque sia ben venga. Mi piace veder combattere altri > si, come anche il prender informazioni utili e utilizzarli in futuro, ma ciò non viene detto, leggibile nel proprio sguardo di nuovo acceso d'un fuoco particolare, lo stesso che la inebria alla vista del sangue. Ma sarà pronta a scoprire che magari sarà lui a perderlo questa volta? < oh > che strana domanda, eppure avrà modo di pensare bene a quelle paroel da usare, le deve prima soppesare < non voglio nulla per gli altri, lo sai bene. E' una tua scelta, una tua ipotetica scelta. > quella di seguirla anche in quel cammino, molto più oscuro e fatto di orribili verità, di andare contro la natura < con i serpenti hai avuto fortuna alla fine? > l'unico a cui ha donato i segreti delle evocazioni è proprio lui, e vuole sapere dove siano arrivati i suoi obiettivi < ho in mano qualcosa anche io, sebbene non sia sicura d'esser sulla giusta strada > ammette velata, pur di tener vivo quel nuovo interesse. [casa Shiro] Fa un respiro profondo andando a guardare disgustato quella bevanda verdognola < Dici che ha ereditato quel sangue?> nel senso di discendenza. Un cenno con la spalla prima di tornare a bere strizzando gli occhi per resistere ed ingollare il contenuto del bicchiere…< sgrunt> borbotta quando lei elenca i sintomi di quel malanno prima di guardarla < sgrunt> di nuovo come se non avesse neanche le forze di controbattere < lo so…> direbbe solamente andando a muovere il bicchiere ed allontanarlo da lui come se fosse un repellente per lo stesso. Lo sguardo lucido dalla febbre andrebbe a fissare ancora una volta quel veleno prima di cercare di concentrarsi con gli ultimi neuroni sani verso la rossa < decisamente> direbbe cercando di abbozzare un sorriso < riuscirei a batterti ora, anche non barando> e cercherebbe anche di fare un occhiolino alla rossa prima di schiarirsi la gola < lo vedrai. Devo ancora perfezionarlo, ma è uno stile lampo…se non dovessi vincere con i primi due colpi sarei in difficoltà> spiegherebbe prima di annuire alle sue parole < non ho avuto molte occasioni per combattere> in effetti no. Si morde il labbro inferiore < qualcuno possiamo trovarlo? Vuoi fare dei combattimenti clandestini tra shinobi?> una sorta di fight club insomma. Ridacchierebbe all’idea < ti ci vedo a prendere le scommesse vestita in modo sexy> scherzerebbe il ragazzo prima di ascoltare le sue ultime parole < mh…ipotetica scelta.> ripeterebbe riflettendoci. Alla domanda sui Serpenti farebbe un cenno di diniego con la testa < Ho perso i contatti con Mekura purtroppo…e beh, il lavoro mi ha tenuto bello occupato.> spiegherebbe prima di mostrare una sorta di irritazione per quella perdita di tempo < cercherò di lavorarci su, ho trovato negli archivi qualcosa che potrebbe essere interessante.> e si volterebbe verso di lei poggiando il gomito sul tavolo e sorreggendo il volto con il palmo aperto < tu invece? Cosa hai in mano?> chiederebbe infine prima di fare un respiro profondo. [Casa di Shiroyuki] Ci pensa anche lei su quella possibilità, quante probabilità ci sono che ella sia davvero una figlia del suono anche nel sangue e che ne porti i geni dentro? < abbiamo quattro clan a otogakure, li ho conosciuti tutti, suppongo non sia poi così sbagliato pensare che abbia delle loro abilità > confessa senza demordere anche sulla possibilità magari di insegnarle l'arte Ishiba un giorno . Lo osserva ridacchiando lievemente, notando come lentamente la lucidità altrui vada a perdersi nei meandri della febbre < non mi hanno uccisa ne i kage ne l'alleanza voglio ricordarti > lo sfida anche lei a proprio modo, consapevole di ciò che poteva fare, ma adesso avrebbe possibilità di farlo ? Un incognita ben più che viva < comprendo, rimembra che avresti un team con te però > dunque sarebbe davvero così in difficoltà < intendi con l'uso di armi o con la tua innata?> non conosce ne l'una ne l'altra abilità , mai viste davvero in battaglia, conosciute senza dubbio per sentito dire, per il suo esser vissuta anche ad Ame , nella vera pioggia s'intende. < non credo, ma sono stata un sensei al mio tempo, posso farvi da giudice > si, altro che scommesse, vuole vedere combattere gli shinobi come un tempo. Sorride a proprio modo spostandosi lievemente verso l'altro < il mio obiettivo potrebbe non esser il tuo. O potrebbero coincidere > non v'è nulla di definito, solo il desiderio di potersi sentire potente come un tempo, immortale e in grado di poter manovrare quel mondo con le proprie forze. Egoista che vuole ritornare alla gloria. < cosa hai trovato? Sai che potrei aiutarti, e non solo con le evocazioni.. > di certo non sa gli attuali obiettivi altrui, e lo sguardo si scalda lievemente di irritazione e odio ma la voce permane calma, calda in quella giornata d'estate < senjutsu > sussurra come un piccolo segreto < non posso più accedervi, non so nemmeno dove siano finite le tigri e non sono sicura di ritrovarle dove stavano l'ultima volta > quel mondo la fuori è cambiato e forse anche quelle amate tigri si son trasferite altrove , più lontano, per rendersi ancor più preziose. < sono alla ricerca di un maestro di spada, un samurai. > non v'è nulla di cui spaventarsi in quella ricerca , ancora troppo piccola per donarle qualche pensiero malsano < sono stata molto tempo a kiri alla ricerca di qualcuno che possa farmi seguire le orme della spada. > ma non confessa, qualcosa viene trattenuto, tra la lingua e le labbra che si sforza di fermare bruscamente. No, sarebbe troppo fargli così del male < dunque dato che non abito molto lontano da qui, Motoko può anche venire da me quando e quanto desidera. Avrai il tuo tempo per scoprire qualcosa in più sui serpenti > ha già deciso per tutti e tre, molto veloce e pratica insomma < ma adesso dovresti coricarti > un consiglio che dona spostandosi lievemente prima di issarsi e tendergli una mano per seguirla, ovviamente in camera , in quella che un tempo apparteneva anche a lei e forse mai invasa dal respiro e dall'essenza di un'altra donna. [casa Shiro] Fa un respiro profondo andando ad annuire < no, il ragionamento fila.> ciondolerebbe con la testa prima di voltarsi verso di lei < si, ma io ti conosco meglio di loro…> direbbe in un sussurro prima di fare un lungo sospiro < ..con la mia innata, niente armi.> e stringerebbe il pugno cercando di farle capire la seconda parte di quello stile di combattimento improvvisato < ma te l’ho detto, devo ancora perfezionarlo, devo capire i limiti.> continua ad ascoltare le parole di lei andando ad annuire < lo so..e…si, se mi aiutassi…mi farebbe piacere.> le chiede finalmente prima di mordersi il labbro inferiore < ho trovato una sorta di pergamena con degli appunti per la tecnica di evocazione…> insomma la tecnica generale < ma penso di riuscire a trovare anche il sigillo da scrivere per poterla fare…> ma ancora niente, per ora. Annuisce lentamente non capendo e non sapendo quello che lei ha deciso di omettere < la via del bushido? E’ un percorso molto importante> nel senso di difficile. Annuisce lentamente prima di fare un respiro profondo < va bene…se lei lo vorrà potrà venire da te qualche volta…> direbbe solamente continuando a ciondolare la testa come se fosse in preda ad una gravità più forte del normale. Alzerebbe lentamente lo sguardo e le prenderebbe la mano tremolante prima di farsi accompagnare in quella stanza che ha sentito solo la sua essenza, quella del fuoco, per più di dieci anni. [Exit] [Casa di Shiroyuki] < è vero > ammette semplicemente accompagnandolo verso quella stanza. Il passo rimane fermo, calmo, sorreggendolo se deve verso quel futon a terra che impregna la stanza del suo di odore. Si, non l'ha mai dimenticata , lo sa e lo vede in quella stanza intonsa, mai cambiata da quando è andata via. Sospira poggiandosi anche lei per terra, osservandolo dalla propria di posizione < ricorda, devon esser loro a sceglierti come loro compagno > lo mette davanti quella verità innegabile, per quanto lui lo desideri devon esser loro a metterlo alla prova, a scoprire il suo essere e comprender se possano esser compagni. Non sa se sarà una prova simile alla propria, tutte loro hanno caratteri differenti e in base a quello riuscirà ad ottenere ciò che vuole. < si, lo è > ammette semplicemente con un lieve sorriso, in memoria di qualcos'altro, eppure andrà a tacere finalmente < devi lasciarla libera > un ultimo sussurro prima che le tende vengano tirate dalla stanza, la porta venga chiusa per celarli ad occhi altrui. Non sa cosa fare li eppure se ne sente calma, perfettamente a proprio agio di nuovo , sorridendo dolce e forse scambiando qualche altra parola, o qualcos'altro, noi non lo sappiamo ancora. Solo il tempo donerà risposte ad entrambi, alla donna che si sente perduta senza casa alcuna, eppure un piccolo pezzo di cuore sa di averlo lasciato li dentro quelle quattro mura, quelle che un tempo avrebbe sempre sognato di possedere un giorno e abbandonare infine la via dello shinobi. Tutto però è cambiato, tutto cambierà ancora, e il silenzio ricala su questo pomeriggio, in attesa che venga infine il tramonto su tutto e che magari kagegakure rimanga per sempre celata dalle catene dell'oscurità. E' davvero giunto il momento della Yugure..? [x]