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Ingresso Shinsengumi

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Giocata di Corporazione

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con Saigo, Yasuhiko

Una convocazione, forse inaspettata ma comunque ufficiale. Un messaggio recapitato con i mezzi più tradizionali è giunto fino al genin di Oto. Un foglio di carta candido, scrittura dall’inchiostro nero, battuta a macchina ed un semplice messaggio. Ora e luogo. La firma è quella del capitano comandante della Shinsengumi, i toni di quelle brevi frasi sono chiari, non ammette repliche né tantomeno assenze a quell’appuntamento ed è così che ora Yasuhiko si ritrova a camminare per quei lunghi corridoi della sede; perfettamente bianchi e con un pavimento così pulito da essere in grado di rifletter, distorta, l’immagine di chiunque vi cammini sopra. Le stanze profumano di delicati fiori freschi, un odore latente che raggiunge i nasi con eleganza e senza arrecare fastidio; alcune rose folte e dai petali larghi sono immerse in coppe di cristallo posizionate su dei piedistalli dispersi in tutti i corridoi. Tutto appare perfetto, ma di quel tipo di perfezione che si spaccia per naturale come se fosse una normale inclinazione di chi se ne occupa e non una strenua ricerca, tutta quella perfezione non stona e non risulta ridondante. Una speciale coppa di cristallo si palese in fondo al principale corridoio che Yasuhiko sta percorrendo, lì alla destra di due immensi portoni rossi di pesante e pregiato legno, nulla eguaglia l’eleganza del cristallo o di quelle rose, come se le più belle fossero state appositamente conservate per fare da contorno a quella che pare essere la sala più importante. Un ticchettio lontano fa comprendere come l’ora sia quasi giunta, pochi i minuti che ci separano dall’inizio dell’appuntamento. Dalle vetrate che circondano quel palazzo di specchi si intravede, dominando, la città, nel suo ordine, le strade che si intarsiano andando a formare un ordinato disegno geometrico, si ha quasi l’impressione che da lì sopra tutto possa essere velocemente raggiunto. All’orizzonte invece si staglia, enorme e vicina, la torre del consiglio di Kagegakure, lì sotto i protettori del consiglio stesso come cani fedeli sempre pronti, abbastanza vicini da ricordare sempre grazie a chi esiste quel villaggio e a chi è dovuta la propria fedeltà. Sempre pulita, sempre splendente, così come le divise dei membri della Shinsengumi che si vedono attraversare silenziosamente il corridoio, ognuno di loro con un diverso compito, un lavoro differente. Il silenzio regna sovrano aiutando la concentrazione. Sul pavimento percorso fin ora, al centro del grande corridoio centrale, è disposto un tappeto rosso con orli dorati. Solo i membri della Shinsengumi possono calpestarlo ed è per questo che chiunque non indossi la divisa e si trovi a transitare in quel luogo cammina ai lati, controllato sempre a vista da coloro che invece hanno il privilegio di stare al centro. A Yasuhiko sono state date indicazioni precise sia per raggiungere quella porta a due ante sia su dove camminare e seppur sia poi stato libero di proseguire da solo la realtà è che chiunque incontrerà lo osserverà come ad assicurarsi che proceda sulla corretta strada, il controllo tipico del villaggio trova proprio lì la sua massima espressione[Quest Chiusa]

14:42 Yasuhiko:
 Indossa degli abiti molto semplici, dei pantaloni neri, degli stivali ninja del medesimo colore e una maglietta a mezze maniche sui toni del verde chiaro, non porta assolutamente nient'altro con sé. I capelli si mostrano con un ciuffo che oscura quasi del tutto l'occhio destro e coprono in parte una cicatrice sul naso, che lo taglia in orizzontale, lasciando invece l'occhio sinistro libero di osservare senza problemi ciò che lo circonda, sulla nuca invece sono tenuti legati da una coda, decisamente corta, come se avesse i capelli che arrivano grosso modo fino alle spalle una volta sciolti. Cammina lungo il corridoio che gli è stato indicato essere l'ultimo da percorrere per giungere alla propria meta e si ritrova a proseguire i propri passi quasi rasente al muro, discostato di quel tanto che basta per evitare di urtare accidentalmente i piedistalli sui quali giacciono vasi con fiori ricolmi di rose, lasciando che il profumo delle stesse arrivi fino alle narici, inebriandosi di quell'odore, per quanto non vi ci si sofferma particolarmente sopra, più intento ad osservare i membri della Shinsengumi che gli passano di fianco, su quel tappeto che si staglia al centro del corridoio. Li osserva aggrottando leggermente le sopracciglia, nulla di troppo strano, ma il silenzio che li attornia, quella mancanza di scambi di parole tra loro, non può passare in secondo piano, ma non elargisce alcun commento in materia. La propria attenzione, una volta avvicinatosi a sufficienza, andrebbe quindi a riporsi su quel portone che spicca in maniera particolare nel luogo candido e immacolato, un'occhiata anche al vaso più pregiato e al suo contenuto altrettanto perfetto, ma è solo uno sguardo, dal momento che si ritrova ad un passo dal conoscere il proprio destino. Si ferma arrivato all'uscio e quindi chiude gli occhi, prendendo un respiro profondo, con le narici, prima di rigettare all'esterno, mediante la bocca, l'anidride carbonica, assicurandosi di non emettere alcun verso molesto e solo una volta che ha compiuto quell'atto preparatorio andrebbe a sollevare le mano destra, provando ad avvicinarla al portone quel tanto che basta per picchiettare un paio di volte, annunciando così la propria presenza, in attesa di una risposta dall'interno

Quell’orologio continua a segnare lo scorrere del tempo mentre il ragazzo decide di avvicinarsi e andare a poggiare le nocche sul portone chiuso. Una, due volte rompendo quel perfetto silenzio, viene osservato ma nessuno lo riprende. Passa qualche secondo, il tempo necessario per far scoccare l’ora esatta ed è solo a quel punto che il portone inizierà ad aprirsi. Un rumore sordo che nel frastuono di qualsiasi ufficio si sarebbe perso lì invece riempie la stanza, il legno pesante che scorre rivelando all’interno una stanza perfettamente illuminata ed affacciata proprio sulla torre del consiglio. L’interno appare estremamente spoglio, un grosso tavolo di legno massello occupa il centro, lungo e rettangolare vede al capo opposto alcune figure sedute. Solo colui che sta a capotavola si alza. Sedie ricercate e dello stesso tono del resto dell’arredamento occupano i lati, per la maggior parte vuote, lì dietro alla porta appena aperta una seconda figura. In totale si scorgono ben tre membri della Shinsengumi, ognuno di loro con la propria divisa informale, tutti indossa quindi una giacca nera con una fascia sul braccio destro, il differente colore ad indicare il differente grado. L’uomo che ora sta richiudendo senza grossa fatica la porta osserva Yasuhiko, i suoi capelli sono di un nero molto scuro, porta una benda sull’occhio destro a coprine quel piccolo iride scuro, l’effetto bagnato sulla sua testa è per via di quel gel che tiene sotto controllo i ciuffi spessi e ribelli, tirati indietro che ricadono lungo la linea delle spalle come degli spuntoni. Il volto è squadrato, duro e le cicatrici su quel viso sono difficili da quantificare, segno di una vita passata a combattere per il villaggio e la sua protezione, da dieci a questa parta si è distinto come uno degli eroi di Kagegakure. La sua fama è abbastanza perché possa essere riconosciuto come il Maggiore Kenpachi Zaraki. Una figura imponente che al braccio ha quella fascia di colore nero, il simbolo di fedeltà ricamato su di essa è invece dorato, con la sinistra fa cenno di proseguire vero gli altri. Alla destra di colui che si è alzato troviamo una donna minuta, dalla carnagione rosata ed un affilato sorriso sul volto. Una donna pacata, ben vestita e composta che osserva il genin durante il suo ingresso, è lei la prima a parlare. Con estrema educazione la voce melliflua corre per la stanza che nel frattempo è stata richiusa <In orario significa mai prima né tantomeno dopo l’appuntamento> una sottile frecciatina riferita a quel suo molesto bussare che però viene espressa con estrema delicatezza, non c’è critica nel tono o nelle parole scelte, lascia tutto come implicito. Lunghi capelli neri i suoi, occhi come pece puntati sul ragazzo. Anche lei è riconoscibile per fama, il Maggiore Retsu Unohana che indossa la stessa divisa di Kenpachi. Infine a capotavola un uomo estremamente elegante, lunghi capelli neri che ricadono dietro le sue spalle, un singolo ciuffo a corprire appena parte del volto di porcellana, tratti delicati che vengono compensanti da un’espressione dura e seria. La fascia al suo braccio è di differente colore rossa così come gli stendardi della corporazione, il simbolo ricamato dorato, lui è il Generale Byakuya Kuchiki ed attende in piedi, osservando il nuovo arrivato con i suoi occhi tendenti al grigio, non sorride <benvenuto> solo accoglie senza fare cenno di sedersi mentre Kenpachi lo raggiunge e prende il posto alla sua sinistra <ti abbiamo osservato> ammette semplicemente. Loro osservano tutti, sempre <e pensiamo che tu, per quanto acerbo ancora, possa diventare una risorsa per noi> lascia cadere la frase, un grugnito da parte del maggiore più scorbutico ed un sorriso dalla donna <cosa ne pensi?> una domanda diretta. Potrebbe sembrare una semplice conversazione eppure il loro modo di esprimersi, di osservare il Genin di Oto sembra lasciar intendere tutt’altro [Quest Chiusa]

15:18 Yasuhiko:
 Al suo bussare non ottiene alcun risultato, ma allo scattare dell'ora ecco che il portone si apre e mostra la stanza che teneva chiusa fino ad un attimo prima. Non può fare a meno di lasciare che gli occhi indugino per un istante su quelle figure che fanno la loro comparsa, su quella in piedi che sembra attenderlo, sulla donna seduta e in ultimo, sull'uomo nelle proprie vicinanze, che è il primo che riesce ad osservare a dovere, cercandone istintivamente lo sguardo, per poi chinare il capo, in cenno di muto saluto, prima di cominciare ad avanzare e lasciare che la porta venga chiusa alle proprie spalle. Mentre si avvicina ascolta il commento della donna, motivo per il quale ruota la testa verso di lei, quel tanto che basta per poterla riconoscere e anche in sua direzione ancora una volta la testa si flette verso il basso, senza emettere una singola parola, prima di ergere nuovamente il cranio e poter osservare direttamente il Generale. Quando quest'ultimo prendere parola si intromette solo per il tempo necessario a ricambiare il saluto <Buongiorno> Elargisce, con un tono che vorrebbe essere educato e fermo, nonostante le mani comincino inevitabilmente a sudare, ritrovandosi circondato da tre figure di un tale calibro. Ciò che ne segue sono poche parole, piuttosto dirette e vengono concluse con un quesito che gli fa istintivamente assottigliare lo sguardo, per un momento, prima che le parole sgorghino dalle sue labbra <Penso che innanzitutto vorrei porgere le mie scuse al Maggiore, non era mia intenzione disturbare, per quanto riguarda la sua domanda direi che non c'è molto altro da aggiungere> Si interrompe, quel tanto che basta, per riprendere fiato <Se la Shinsengumi ritiene che potrei essere utile alla sua causa, allora farò del mio meglio per mantenere alto il nome della corporazione stessa, immagino sappiate già> Riferendosi a tutti e tre <Di quello che penso, altrimenti non sarei qui, dunque mi basta che mi diciate cosa fare e io farò del mio meglio per portare a termine il compito che mi è stato assegnato> E quando le labbra tornano a toccarsi l'un l'altra non c'è motivo per il quale riprendere a muoverle, al momento

La situazione non cambia, ora tutti e tre sono seduti ed osservano il ragazzo, comprendendo bene la pressione sotto cui lo stanno mettendo e proprio per questo insistendo in quell’atteggiamento estremamente severo e formale. Tacciono i secondi necessari per permettere al ragazzo di rispondere, lasciando che sia il loro silenzio a dare il permesso all’altro di esprimersi. Ascoltano senza mai distogliere lo sguardo, ognuno di loro interessato ad un diverso aspetto di quel comportamento, come se lo stessero analizzando nel profondo, una semplice domanda che risulta un tranello, un modo per loro per conoscere davvero chi hanno davanti. La tensione in questo momento si potrebbe tranquillamente tagliare con un coltello. La donna amplia quel sorriso e prende nuovamente parola <le risposte dirette non sempre sono la scelta migliore tra pari ma rispondere è cortesia> criptica e ancora una volta con quel suo dolce tono sembra voler intendere altro, riprenderlo una seconda volta. Kenpachi invece sospira appena, distogliendo solo adesso lo sguardo e allungando la schiena verso la sedia, poggiandosi in maniera appena più scomposta <intende che non siamo qui per illazioni> spiega guadagnandosi solo la scomparsa del sorriso da parte di Unohana, un’ombra che passa sul suo volto appena un istante prima di tornare ad essere limpido e accogliente esattamente come poco prima <tu cosa vuoi fare della tua vita?> sempre Kenpachi, più diretto, schietto e brutalmente senza filtri. Lo incalza, attende una risposta mostrandosi però già lievemente annoiato, come un bambino iperattivo che ha appena perso interesse nella sua attività. Il Generale invece resta in silenzio, lasciando spazio ad una risposta e soprattutto ai suoi maggiori, ascolta e basta. Non c’è aria che possa turbare quella stanza dal clima perfetto, né troppo caldo ne troppo freddo, un buon profumo solletica appena l’olfatto di chiunque entri restando però così flebile da non permettere di determinare con certezza l’essenza, potrebbe ricordare dei fiori, del talco o anche del corposo profumo, la mente lo coglie eppure non è in grado di ricollegarlo a nulla di già sentito, unico così come unico è quell’incontro e quel luogo. [Quest Chiusa]

15:41 Yasuhiko:
 Gli occhi sono fissi su quelli del Generale, ma quando la donna prende parola, sposta le pupille così da poterla mettere a fuoco e un attimo più tardi è l'altro Maggiore a continuare il discorso e dunque viene spostata la propria attenzione verso il proprio interlocutore. Non interviene per quelli che sono lunghi secondi, che sembrano interminabili, ma poi riprende parola e dunque torna a ribattere, per quanto il tono sia ancora molto educato nei confronti del trio <Con tutto il rispetto, Maggiore, se sono qui è perché è questo che voglio fare della mia vita, credevo l'essermi presentato fosse sufficiente, ma se preferisce sentirlo dalle mie labbra> Ancora una volta prende una pausa, prima di proseguire <Il motivo per il quale ho deciso di venire qua è tanto semplice, quanto profondo: chi governa questo villaggio è colui che mi ha permesso di proseguire la mia vita, il minimo che possa fare, per ricambiare, è assicurarmi che ricevano la protezione che meritano, fare del mio meglio affinché a loro non capiti alcunché qualunque sia la minaccia, qualunque sia l'obiettivo> Si ferma, recupera il respiro, cercando di mantenere una postura marziale e un tono fermo, mentre parla <Se mi chiede quali sono i miei obiettivi, questo è altrettanto semplice da esprimere, un giorno la mia ambizione è quella di aver servito il Consiglio a sufficienza da poter sedere attorno a quel tavolo con un bagaglio di esperienze, di capacità e di conoscenze ben superiore a quello con cui mi ci sto presentando oggi, se mi permettete l'ardire in un futuro sarò ben lieto di prendere il vostro posto qualora le mie capacità me lo consentissero, fino ad allora non c'è dubbio alcuno sul fatto che cercherò di apprendere dai migliori, di far mio ogni loro segreto e di utilizzarlo in maniera adeguata, quando mi sarà richiesto> E quindi ancora una volta ritornerebbe al proprio silenzio

Questa volta la risposta giunge e i tre ascoltano senza lasciar che alcun sentimento si palesi sui loro volti, non saprà mai se la risposta data è quella che aspettano di sentire o se invece questo gli impedirà di accedere a quella corporazione e quindi venir chiudo fuori senza possibilità di replica. La sua voce riempie il silenzio di quel luogo, giungendo fino alle orecchie dei maggiori e del generale mentre alle loro spalle svetta la torre di quel consiglio che ora si sta dichiarando pronto a proteggere. Proprio il generale ora pare prendere parole, visto che i compagni hanno deciso di restare in silenzio, rispettano e attendono sempre un permesso implicito di parlare <sai cosa significa il nostro simbolo?> ognuno di loro lo ha l’, proprio sul braccio, ricamato in oro. Fedeltà. Ognuno di loro è fedele ed è proprio questo il punto fondamentale <fino a che punto sei disposto a spingerti per questi obiettivi? Metterai davanti al consiglio il bene di molti o ti fiderai ciecamente della loro capacità di giudizio in qualsiasi situazione> quest’ultima parte della frase viene ben sottolineata. Loro sono gli eroi del popolo, in molti li considerano quasi puri eppure è la luce a proiettare maggiori ombre, quanto ne è consapevole il ragazzo e quanto è pronto a spingersi oltre pur di mantenere intatto lo status quo del consiglio? A questo cercano una risposta. Lui è stato scelto, non trovato né tantomeno raccattato, gli occhi della Shinsengumi si sono posati su quel giovane ragazzo che ora è chiamato a rispondere e decidere probabilmente del resto della sua vita[Quest Chiusa]

16:00 Yasuhiko:
 Riposa ancora una volta la propria attenzione sul Generale, quando questo prende parola e dunque si allarga leggermente il sorriso sulle labbra, non un gesto eccessivo, ma che comunque si può notare, non viene mascherato. Una volta che l'uomo ha terminato di interagire ecco che comincia a farlo a propria volta, tenendo ben piantati gli occhi in direzione del proprio interlocutore <Ne sono consapevole, fedeltà è quella che viene cercata, i membri della Shinsengumi vengono definiti cani del governo, proprio per il fatto che la corporazione si prefigge di seguire ciò che viene decretato dal Consiglio, ora> Solo in questo momento sposta lo sguardo da uno all'altro, finendo poi per tornare sul Generale <Se mi state chiedendo se sono disposto a fare qualunque cosa necessaria affinché tutto fili liscio, vi posso tranquillamente assicurare che sarà così, sarò anche giovane, non avrò partecipato personalmente alla guerra, ma li ho visti anche io, gli orrori che vi si celavano, quindi non sono così sciocco da credere che non ci sarà mai da sporcarsi le mani, se così vogliamo dire> Permane quel mezzo sorrisetto sulle labbra, per poi continuare con le proprie chiacchiere <E non sono nemmeno così sciocco da credere che è tutto oro quello che luccica, quindi lo dirò ancora una volta> Schiarisce appena la gola, per poi proseguire con le proprie parole <Un giorno ambirò a sedere attorno a questo tavolo e farò qualunque cosa necessaria al fine di portare lustro alla Shinsengumi e ai suoi dettami, proteggendo il Consiglio da qualsivoglia minaccia, probabilmente è inutile sottolinearlo, ma porterò con me nella tomba i segreti di cui eventualmente, prima o poi, verrò messo a conoscenza> E anche ora alterna nuovamente lo sguardo su tutti e tre, prima di fissare di nuovo in Generale, come se si attendesse di sentire altre parole pronunciate da lui. Sfrega leggermente i polpastrelli contro i palmi delle mani, come a voler asciugare quel sudore in eccesso a causa della tensione presente nella stanza

Si guardano, semplicemente uno scambio di sguardi tra loro mentre appena il ragazzo finisce di parlare. Un semplice cenno ed il generale si limita ad annuire per poi portare in seguito lo sguardo su Yasuhiko <bene> replica lui <fedeli fino alla morte> spiega senza scomporsi troppo, frase che però porta Kenpachi a leccarsi appena le labbra. La mano destra del generale si alza indicando proprio il lato opposto di quel tavolo, quello più vicino alla porta <prendi il fuuda all’interno trovi le tue divise> ammette semplicemente <e quando esci da qui cammina sul tappeto agente scelto> tace quindi lasciando il posto ai due maggiori che abilmente si danno il cambio. Il primo a parlare è Kenpachi <verrai addestrato e ti unirai agli altri agenti> spiega mostrando un pugno chiusi, lasciando intendere dunque quanto l’allenamento sarà anche fisico. La donna adesso sospira appena <avete già dei compiti assegnati, troverai tutte le disposizioni nel fuuda. Presto ti scriveremo> ed è con queste parole che tornano a guardarsi, lo seguono solo con la coda dell’occhio attendendo che semplicemente esca da quella stanza. In silenzio attendono senza rivelare altro. Uscito da lì ben presto il ragazzo riceverà un messaggio con tutte le indicazioni necessarie e le indagini in corso. Membro ormai ufficiale gli saranno forniti anche i nomi dei compagni così che possa incontrarli ed eventualmente collaborare con loro per le indagini.[Quest Chiusa][end]

16:28 Yasuhiko:
 Ascolta quelle parole, lo sguardo si sposta in direzione del luogo che gli viene indicato dal Generale, per una manciata di istanti, prima di riportarsi su di lui in prima istanza e poi sui Maggiori, in base a chi di loro prende la parola. Solo una volta che tutti e tre hanno terminato di parlare, andrebbe a flettere di nuovo il capo, in loro direzione <Vi ringrazio per l'opportunità che mi avete dato, farò del mio meglio per non farvi pentire della vostra scelta e per tenere alto il nome della Corporazione e del Consiglio> Un cenno d'assenso anche con il capo, come a voler sancire ulteriormente le proprie parole con quel gesto <Sarò pronto per qualsiasi allenamento mi vorrete sottoporre e attenderò quindi ulteriori informazioni. Vi ringrazio ancora per il vostro tempo e per l'opportunità> Detto ciò non farebbe altro che indietreggiare come un gambero, senza scostare il volto da loro, non prima tuttavia di aver allungato entrambe le mani per prendere il Fuuda ed essersi preso il tempo necessario per dargli una prima rapida occhiata. Solo dopo aver compiuto quel paio di passi a ritroso andrebbe a rivolgere loro un inchino vero e proprio, voltandosi poi per dare loro le spalle e compiere quell'ultima distanza che lo separa dal portone che, una volta raggiunto, non farebbe altro che tirare verso l'interno, aprendo una fenditura grande a sufficienza da poter sgusciare all'esterno e, a quel punto, andrebbe ad afferrare il portone dall'altro lato, così da potersi richiudere l'uscio alle spalle. Cercherebbe di produrre meno rumore possibile nel serrare l'ingresso e una volta che non vi è più spazio tra i due battenti comincerebbe dunque a camminare, con il volto che manifesta orgoglio, qualcosa che non riesce a trattenere a pieno, per il risultato ottenuto, ma non si ferma comunque oltre, cominciando quindi a camminare, sul tappeto, esattamente nel centro dello stesso, proseguendo la via a ritroso per riguadagnare l'uscita dal palazzo della Shinsengumi [Uscita]

Semplice ingresso nella Shinsengumi.
Abbiamo un nuovo agente scelto! Bravo!

Aggiornati bene in bacheca corp e non esitare a fare qualsiasi domanda.


No exp per la tipologia