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Quartiere Notturno - Sempre il solito, solo più diluito

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con Kaworu, Ryoma

14:54 Kaworu:
  [Dintorni Nightclub Ochaya] Il Quartiere Notturno sembra tutta un'altra storia alla luce del giorno. Molte serrande sono chiuse, per via del fatto che i locali che ci sono, lavorano prevalentemente la sera, per l'appunto. L'ambiente circostante, perciò, è piuttosto tranquillo: non del tutto innocuo, data comunque la natura insita e racchiusa in quelle strade, ma sicuramente meno scalmanate quando l'astro diurno splende, e la popolazione figlia della Luna rimane dormiente, nascosta tra le ombre d'un riposo temporaneo ed apparente. Il Colosso della Nuvola appare tra quelle vie, studiando un percorso preciso, dove l'insegne di un grosso nightclub, dall'aria sfarzosa quanto rinomata, fa capolino in modo eccentrico e prepotente tra gli altri edifici. Prestante nella sua mole, è vestito con abiti comuni, un completo scuro costituito da una giacchetta leggera aperta ed un paio di pantaloni semplici, spezzato al tronco la camicia bianca e lasciata sbottonata sul davanti, da cui si riesce ad intravedere la parte frontale del busto. ai piedi, scarpe a collo alto sempre chiare. Sulla fronte, una anonima fascia che gli raccoglie i lunghi dreadlocks bruni fino alle spalle, mentre alla vita, una tasca porta oggetti contiene al suo interno un set di fumogeni, una bomba flash ed i tonici di recupero chakra e vigore. Alle mani, un paio di guanti a mezzo dito tipici da shinobi, rinforzati da due placche di acciaio sui dorsi. Al collo, si possono scorgere penzolare fino al petto un laccettino che trasporta le dog tags assieme al pendente dei cacciatori di taglie, una testa di lupo completamente nera incastrata in un tondo. Ultime cose con sé, saranno i pochi effetti personali, tra cui il cellulare nella tasca destra. Chakra non impastato, mantenendosi ancora in assetto di quiete. [Chakra off][Guanti Ninja][Fianco sx: Tasca Portaoggetti (Flash Bomb x1; Fumogeni Set x1; Tonici HP/CHK)]

15:09 Ryoma:
 Inoltrata nel quartiere notturno, sempre di giorno quando occhi indiscreti sono nascosti nelle viscere più oscure di un quartiere che non dovrebbe minimamente esistere in un mondo civilizzato ma quegli anni passati hanno apportato modifiche volte a peggiorare una situazione già precaria. Le cobalte dell'Otatsu scrutano quel loco con minuziosa attenzione per carpirne le novità ed i pochi segreti, allo stesso tempo denota quel continuo peggioramento condiviso da un'altra figura del villaggio. Somma sorpresa è manifesta nel viso del genin, tutto si può aspettare meno che ritrovare qualcuno che ne condivida parte del pensiero, non tutto, sarebbe chiedere l'impossibile ma una buona parte di esso è presente nella mente di Pakkurida. In ella può trovare, forse, un'alleata con cui muoversi, da usare e sfruttare nei momenti più opportuni e qualche idea, nella mente, già si manifesta. Un possibile capro espiatorio essa rappresenta ma ancora non possiede abbastanza informazioni per muoversi in tal direzione ne ha veramente cominciato a percorrere la strada da lui disegnata con minuzia e attenzione. Il tempo è, per fortuna, dalla sua porta e la fretta risulta essere totalmente assente dai piani eppure un intoppo già è presente su tal percorso, un konohano i cui parziali obiettivi potrebbero entrare in conflitto, impedirlo assolutamente è la priorità attuale in un incontro non ancora avvenuto e atteso. Il passo lo porta a smuovere il corpo tra le strade del suddetto quartiere, un movimento continuo senza un reale obiettivo in una zona che ancora non ha avuto il piacere di osservare nella sua ora più tetra, meglio così probabilmente, lo preferisce, tranquilla, senza gente intorno eppure in quel cammino, una figura risalta alla vista, un uomo già avveduto in precedenza e fonte di una chiacchierata interessante proprio con la rosa; grazie ad esso ha conosciuto la donna, grazie alla sua curiosità è riuscito ad avere un incontro non indifferente e le labbra vanno ad estendersi in un leggero sorriso <Ekko> ne richiama l'attenzione pronunziandone il nome mentre si avvicina alla figura del genin accorciando quella breve distanza che li separa <Non mi sorprende trovarti qui, viste le tue inclinazioni ma hai sbagliato orario> ultime parole proferite prima di tacere arrestando il passo ad un paio di metri.

15:16 Kaworu:
  [Dintorni Nightclub Ochaya] Mantiene un assetto comodo, con quell'aria placida inscritta dentro l'atteggiamento flemmatico e composto. L'udito raccoglie una voce che sembrerebbe nominarlo, anche perché non è difficile prendere degli abbagli, dato il gioco di parole che può scaturire dalla pronuncia del suo nominativo. < Mh? > visuale che si scosta, provando perciò ad inquadrare Ryoma. La propria postura è imponente, dovuta in particolar modo all'aitante corporatura che ne caratterizza l'apparenza, definita da un tronco scultoreo, spalle belle larghe che si aprono in un petto altrettanto voluminoso, una rappresentazione erculea di muscoli, passando dai pettorali fino a proseguire con le braccia, due vere e proprie spranghe di granito. Quella potente complessione di scipionica vigoria, poggia su due gambe forti, robuste, vere e proprie travi, il cui allenamento è indiscusso, e visibile anche se fasciate dagli abiti inferiori, dato lo spessore dei quadricipiti, e tutto quel complesso che restituisce indiscutibilmente una sensazione di solidità; anche perché sono slanciate, quelle leve inferiori fanno per lanciare la figura del Bronzo Kumese verso l'alto, lasciandolo ergere per oltre il metro e novanta di altezza. < Ah, ciao bello. > un saluto informale, attitudine pacata, parzialmente amichevole. Lascia che questi si avvicini, mantenendo perciò un passo e mezzo, o poco più, di distanza almeno, proprio come scelto dallo stesso Kokketsu; una misura di cortesia, affinché non risulti né troppo invadente, né comunque eccessivamente frigido e remissivo. < Le mie inclinazioni? AH-AH! > la cosa sembra farlo abbastanza divertire. < Che tu ci creda o no, sono qui per delle questioni più serie. > ammette. Occhieggia poi il perimetro della strada, dove ci sono varie locandine pubblicitarie, circa un evento sponsorizzato dal rinomato Nightclub Ochaya. Sembra una cosa grossa. < Immagino tu non lo conosca questo posto, vero? > con un cenno, indica proprio uno di quei volantini affissi alla parete. Silenzio, tornando ad esaminare il kusano, cipiglio regolare, lievemente più serio. [Chakra off]{Stessi Tag}

15:30 Ryoma:
 Vestito con quelle solite vesti blande, molto formali formate da un lungo pantalone color del letto coprendo le inferiori leve e un paio di sandali shinobistici di misera fattura; una giacca del medesimo color dei calzi sosta sul busto coprendo gli arti superiori, cerniera chiusa fino all'ombelico lasciando scoperti petto e parte del ventre. Capelli corti e brizzolati delineano il capo del genin concludendo con quella maschera, una mandibola umana posata sul lato destro del volto, nascondendo il doloroso passato da egli vissuto e un occhio attento può denotare come, vicino al labbro, sbuchi una minuscola porzione di cicatrice, insignificante per molti ma tutto per lui. Il corpo è fermo, cobalte posate sulla figura di Ekko la quale risulta diverso rispetto al solito, lievemente più circospetto ma probabile sia solo un'impressione, d'altronde ha capito abbastanza di lui da non trovarne strana la presenza, tutto il contrario, perfettamente nella norma con l'inclinazione caratteriale dell'altro. Le donne sono un tarlo per egli e quel loco ne è ricolmo a tal punto da essere un'attrazione fisiologica. La chiamata ottiene una risposta con un appellativo a lui poco consono, strano e mai utilizzato, forse neanche mai udito prima di tal momento a denotare come la confidenza presa dal nigga sei, in qualche modo, più intima. Non sbilancia parole in merito mantenendo la distanza, sia fisica che mentale da un uomo che potrebbe anch'egli tornargli utile nel prossimo futuro e, per ora, ha solo bisogno di capire più a fondo i vari rami comportamentali del figuro <Questioni più serie in un quartiere come questo? Sei uno spacciatore anche? O un pappone?> rendendo il sorriso più largo e marcato nello sciogliere quella lista di motivazioni una più impossibile dell'altra. Palese come egli non rappresenti nessuna di quelle due categorie ma la provocazione è la prima arma per capire qualcuno, gettare un'esca come quella è talmente facile così come le risposte che si possono ottenere da un simile metodo ma è la frase successiva a destare nell'Otatsu quella piccola curiosità voltando lo sguardo verso le locandine pubblicitarie del Nightclub; scruta la loro formazione, ciò che vi è scritto su di esse leggendo attentamente parola per parola <Dovrei?> una domanda in risposta ad un quesito <E' un nightclub, cos'altro bisogna sapere?> palesando una certa ignoranza in materia ma non è solito frequentare determinati posti se non con un obiettivo ben preciso.

15:45 Kaworu:
  [Dintorni Nightclub Ochaya] Mani nelle tasche, posizione dritta, anche se comoda, benché quella rilassatezza si perda un po' nella naturale composizione del proprio portamento, sostenuto da una prestanza fisica di scipionica caratterizzazione. < Nah... > un cenno di diniego col capo, mentre un cipiglio sarcastico ne definisce le connotazioni facciali, marcate, quasi come se pure il proprio viso fosse allenato e muscoloso, in qualche modo. < Capisco che sono nero, però non è che tutti torniamo affiliati con la mala, eh. > spiegazione di circostanza, più ironica che altro. < Ad ogni modo, diciamo che non sono qui per quel genere di affari. Non per il momento. Non adesso. > che può sempre essere interessante, una panoramica futura nelle vesti di malavitoso, di gangsta. Sarebbe una declinazione della più stereotipata raffigurazione del personaggio, ma non per questo altrettanto scontata e banale, se ben interpretata. Dopotutto, i grandi classici fanno sempre successo, se riprodotti con adeguatezza e capacità nel ruolo. < Non lo so. Dovresti? > rigira la domanda, lasciando intuire che non s'aspettasse molto di più. < Sì, esatto. E' un Nightclub. > conferma quella prima impressione pronunciata dal Kokketsu, annuendo anche a rafforzare quelle parole. < Quello che lo dovrebbe gestire è un tipo piuttosto famoso, del passato kusano. Una figura parecchio importante. O almeno, così mi hanno raccontato dei conoscenti. > asserisce, in proseguimento della digressione che aveva anticipato, ed ora passa ad esporre. < Tuttavia, si diceva che fosse morto. Immagino qualcuno abbia preso il suo posto, prendendo le redini dei suoi affari. > continua in quella spiegazione. < Diciamo che si tratta di un trascorso dalle sfaccettature piuttosto particolari, legate al passato più torbido della storia Kusana. > e s'interrompe, facendosi meditabondo, con aria pensierosa, esprimendo una serie di dubbi in forma non verbale, ma unicamente gestuale, attraverso la mimica. E quel silenzio, sarà anche uno spunto di riflessione per l'Otatsu, una sorta di pausa nella quale cerca di cullare eventuali possibili reazioni e pensieri altrui. [Chakra off]{Stessi Tag}

16:04 Ryoma:
 Una frase capace di stranirlo in senso negativo, una frase discriminante verso una cosa tanto inutile quanto superflua come il colore della pelle. L'etnia di Ekko non ha mai scaturito alcun tipo di reazione, probabile sia passata in secondo piano concentrandosi su qualcosa di veramente importante eppure egli, seppur con fare ironico, lo fa presente riportando all'attenzione un dettaglio insignificante, privo di importanza alcuna <Il colore della pelle mi è del tutto indifferente> estrema seriosità vien portata avanti. Un argomento altamente caro all'azzurro, toccarlo è impossibile perchè esso è uno dei tanti problemi della neo Kagegakure, un retaggio portato avanti con il passare degli anni senza mai essere modificato in alcun. I commenti si sprecano, le frasi non lasciano spazio a dubbio alcuno, si trova li per un motivo il che rende quell'incontro ben più interessante delle volte precedenti; la presenza di uno scopo dona alla vita un sapore del tutto diverso, nuovo ed inedito ed è quello che possiede l'altro ma se ne sta accorgendo? Vive ancora la vita alla giornata come enunciato ai campi? Deve scoprire anche quel dettaglio, probabile abbia sottovalutato le ideologie altrui, probabile sia qualcuno che necessita di stimoli veri e propri e non di semplici parole. Veloce è l'alzata di spalle da parte dell'azzurro mentre conclude la lettura della locandina <Se mi necessita qualcosa, si ma in questo caso, no> non lo conosce e mai gli è interessato farlo. Un locale del genere non ha attrattiva verso la geniale mente dell'azzurro i cui pensieri vanno ben oltre il mero piacere della carne, guardare e toccare corpi, drogarsi o bere, tutti piacere che non tollera, vizi che vorrebbe estirpare, capaci di rendere l'essere vivente più animale di quanto già non sia, indisciplinato e privo di inibizioni <Questa figura ha un nome e una descrizione?> se esso fa parte di Kusa dovrebbe sapere di chi si tratti ma è il verbo utilizzato a farlo pensare di più <Parli al passato, che fine ha fatto?> scomparso anche lui? Morto come i ninja del passato? Informazioni non ancora in suo possesso e vorrebbe chiedere altro ma prima di poterlo fare il discorso continuo aggiungendo dettagli in merito ad un tale locale di infima fattura <Succede quando si muore> ma il dubbio permane <Che genere di affari?> la brama di sapere e di conoscere si fa viva, a quanto pare Ekko sembra saperne davvero abbastanza da soddisfarlo e farsi scappare una simile e ghiotta occasione sarebbe da stupidi e la risposta al quesito giunge <Ah, qualcosa di illegale dunque. Non mi sorprende ma non capisco qual è il succo del tuo discorso, perchè dovrei interessarmi a quel locale?> nonostante le notizie appena pervenute, qualcosa sfugge alla comprensione, qualcosa di importante e decisivo.

16:21 Kaworu:
  [Dintorni Nightclub Ochaya] Un cenno d'assenso verso l'Otatsu, all'udire della sua indifferenza circa il proprio colore della pelle. < Beh, ottimo. Sei un passo avanti a molti, allora. > la cosa non sembra particolarmente intrigarlo: è certamente rallegrato di non vedere dell'atteggiamento discriminatorio da parte del sangue nero nei propri riguardi, o di quelli della sua etnia, ma di certo non sta lì a cantare vittoria sul raggiungimento dell'uguaglianza e della parità di diritti civili per i fratelli. Gentilmente, però, gliene rende atto e merito. < O...chaya? O...cocha? Orociok...? Mh... > dubbioso. ... 'Na cosa del genere, insomma. > scrollando le spalle, dopo quella serie di nominativi dei quali non si ricorda bene la derivazione, la radice: cosa che a lui non sembra interessare particolarmente, perché in sé e per sé non è quello l'obiettivo della propria ricerca. < Sembra che sto tizio sia morto durante una specie di attacco di stampo terroristico, da parte di un noto dinamitardo dell'epoca, contro il quale era scoppiata una sorta di faida per delle questioni scottanti, anche di carattere internazionale. > asserisce, descrivendo per sommi capi gli accadimenti, ma senza andare oltre, evitando lo specifico, nomi, riferimenti chiari, quei dettagli che conosce, perché messo a parte dei fatti, ma estromette dalla testimonianza, più perché non è sono attinenti al suo interesse di ricerca. < Beh, non serve che tu mi faccia parlare nello specifico. Guardati un po' attorno, dove siamo, e sono certo che puoi arrivarci a dedurlo da te. > sembra fidarsi delle capacità intellettive dell'altro, o almeno parrebbe farlo, visto e considerato le prime parole che gli ha rivolto nell'incontrarlo proprio in quel momento, oltre che l'impressione che ha avuto dell'azzurro; ma, più di tutto, evita di chiacchiera troppo assai all'aperto. Insomma, quei modi elusivi, non sono che un'apparenza di superficialità, sicché trova consono il dover esprimere quanto meno possibile in pubblica piazza. < Non dico che dovresti. > scrollata di spalle, facendo qualche passo tutt'intorno, sempre con quel portamento ordinato, sciolto, ma inevitabilmente impostato, data la mole massiccia della sua corporatura. < Kagegakure è stata fondata dai Daimyo delle grandi vecchie terre ninja. > riprende il proprio ragionamento. < Diciamo che, come nuovo inizio, dovrebbe risultare una città immacolata. > continua. < O, quantomeno, le possibili ipotesi di attività irregolari, dovrebbero essere altrettanto giovani, di nuova generazione. > definisce passo passo quello che è il suo pensiero a riguardo. < Qua, invece, stiamo parlando di un vecchio marchio di fabbrica. Un grosso, vecchio, marchio di fabbrica. > increspando la bocca in un tono meditabondo. < Insomma, qualcosa che, per chi non conosce, passa pure. Ma per chi sa, diventa difficile da ignorare. > guarda ora il Kokketsu. Cerca di suggerirgli qualche pensiero, qualche dubbio, con quelle proprie ipotesi. Non si esprime oltre. Chissà cosa può pensare l'altro, a seguito delle teorie che ha condiviso con lui. [Chakra off]{Stessi Tag}

16:43 Ryoma:
 Non concorda con quella definizione, non è avanti a nessuno, solo dotato di un intelletto capace di consentirgli l'attuazione di ragionamenti di un certo calibro, l'etnia ed i tratti di diversificazione sono soltanto un valore aggiunto e non qualcosa da denigrare o da far presente. La discriminazione è un male che si ripercuote su ogni aspetto della vita e dell'esistenza, dal fisico alla disponibilità monetaria, alla fascia sociale a cui si appartiene. Tanti rami, tante piccole derivazioni di un'unica parola il cui significato è tanto ampio quanto detestabile da chi, come lui, ha provato sulla propria pelle una condizione del genere. Non esprime il parere formatosi, la natura è troppo intima e personale per rendere l'altro partecipe; solo pochissimi eletti possono aver accesso ai segreti che egli porta con se, al verso significato del suo modus operandi e della maschera in suo possesso <Ochaya, è nella locandina il nome> sollevando il destro arto, puntando l'indice contro il manifesto indicando il punto in cui il nome viene enunciato, reso palese a chi non possiede le basilari capacità di osservazione <Vivere in certi ambienti vuol dire anche questo, avere dei nemici. La cosa non mi sorprende ma è probabile che ciò che è successo dieci anni fa ha minato seriamente la mia memoria in quanto non ricordo di questo dinamitardo> la mente ricomincia a giocare orrendi scherzi cancellando pezzi necessari alla comprensione, portandolo ad odiare ogni singolo momento passato in quell'inferno limbo che lo ha escluso dal mondo intero <Di chi si tratta?> chiedere risulta essere l'unica soluzione per rimediare, provare ad avere una descrizione di costui. Il sorriso vien riformato, quella risposta è tutto ciò di cui necessita, comprende fin troppo bene dove si vuol andare a parare con una tale frase. Chi bazzica in tali ambienti non possiede una vita tranquilla e gli affari svolti son tutto meno che leciti eppure non è l'interesse ad essere suscitato, quanto la noia. Un ambiente utile certamente ma attualmente non conosce nessuno immischiato in tali affari, perciò, tutto ciò non lo riguarda ne ha voglia di entrarvici, non al momento. I discorsi vengono fatti proseguire dal nigga di turno esplicando maggiormente i dubbi ed i pensieri che ne attanagliano la mente <Ekko, questo è il mondo reale, non una favola> portando le mani ad inserirsi nelle tasche ai lati dei calzari <Quello che nessuno vuole vedere è la verità che tutti hanno sotto gli occhi. E' inutile idolatrare un villaggio perchè il marcio presente in esso ci sarà sempre> semplice pausa <Il denaro controlla ogni cosa, pensi davvero che i Daymio non siano al corrente di quanto accade? Se è ancora in piedi, vuol dire che il giro di affari al suo interno è potente e largamente diffuso, non solo a Kagegakure. Tutti pensate che le cose siano cambiate rispetto al passato ma non è così, è sempre la solita merda solo più diluita> volgare e schietto nel proferire il proprio pensiero mentre il passo lo porta ad avvicinarsi ad Ekko, alla sua destra permanendo li a scrutare il locale in questione. Parole significative le sue, dicono più di quanto non vogliano e le cobalte non ricambiano lo sguardo, bensì permangono fisse con la mente pensierosa <Perciò cosa hai in mente di fare, paladino della giustizia? Se non vuoi ignorare, allora devi agire> si ferma qualche momento <Hai intenzione di partecipare all'inaugurazione?>.

17:02 Kaworu:
  [Dintorni Nightclub Ochaya] Osserva meglio la locandina, leggendo quell'appunto che ha sottolineato il capelli azzurri. < Ah, allora c'avevo preso bene alla prima. > ridacchiando flebilmente, preso atto e coscienza della pronuncia e scrittura corretta del nome in merito. < Quello, di sicuro. > sull'avere dei nemici. < Non credevo avessi avuto problemi di amnesie. > ragguagliato sulla condizione altrui, un piccolo tassello nella definizione e descrizione della figura del ninja dell'erba. < Il dinamitardo, dici? > aggrottando le sopracciglia, meditabondo. Cercando di mimare un'atteggiamento riflessivo, di chi stia ricordando qualcosa, prende un attimo di silenzio. I connotati si contraggono, simulando uno sforzo mnemonico per richiamare a sé le informazioni. Una vera e propria messa in scena, per non sembrare troppo invischiato nella cosa, ma solamente informato sui fatti. < Mh... Non mi ricordo bene il nome. Forse Kani-qualcosa... Kanishemo, Kanishuno... > fa molto ridere se provate a pronunciarlo a voce. Una maniera alternativamente goliardica per difenere sia l'anonimato di Mattyse, che percularlo benevolmente con quei giochi di pronuncia. Dopotutto, non s'è ricordato bene nemmeno il nome di Ochaya prima: non sarebbe perciò tanto insospettabile, che si sbagli pure sul cognome del Senju. Resta ad ascoltare, perciò, le deduzioni pronunciate dal Kusano, senza intervenire. Dapprima, un cenno d'assenso, promosso con oscillazioni verticali del capo, andrà a far annuire il Maschio Angioino della nuvola, accondiscendendo le considerazioni dell'interlocutore. < Non lo mettevo in dubbio, Arkey. > e sembra concordare, senza remore, con le pronunciazioni dello shinobi. < E' proprio quello a cui volevo arrivare. > puntualizza, trovandosi precisamente con quel discorso. < Sono stato ingaggiato, diciamo, in quanto cacciatore di taglie, per un affare che è inerente a questo posto, ma che coinvolge altri fattori ed elementi, che non sto qui a dirti per questioni di riservatezza del cliente commissionante. > gli fa presente, in maniera riservata ma abbastanza chiara, del perché stia girando intorno a quel luogo. < Tuttavia, nel mentre ragionavo sulla questione, non ho potuto fare a meno di imbattermi nel ragionamento che ti ho fatto presente, e che tu hai perfettamente fatto emergere con le tue deduzioni. > guardandolo con placidità, una nota indolente alla questione della giustizia. < Non sono uno Shinsengumi, né tantomeno un Anbu, che se questo è quello che direbbe anche lui. > di non essere un Anbu, dato che sono agenti segreti. < Non mi interessa la giustizia in quanto tale. Sono un indipendente, tanto più autonomo come lavoratore. > mette in chiaro la sua posizione. < Solamente, è importante per me capire quello che c'è attorno, e approfondire ciò che possono essere dei collegamenti ben più intricati, per capire cosa c'è, dietro queste ombre da cui il villaggio prende nome. > questa la sua dichiarazione di intenti. < Penso di sì. Ma volevo vedere se potessi entrare nel giro in qualche modo. Magari, proponendomi come buttafuori, o comunque come stuart della sicurezza. Robe del genere. > gli condivide la sua idea. < Tu cosa faresti, ad esempio? > gli domanda, una sorta di brainstorming, giusto per vagliare qualche ipotesi di più con un parere differente dal suo. [Chakra off]{Stessi Tag}

17:26 Ryoma:
 Non si tratta di una parola di stampo complicato, le sillabe sono molto poche, forse la pronuncia può portare qualche difetto ma poca roba per chi ha realmente compreso il nominativo in questione, specialmente se esso è scritto nella locandina pubblicitaria. Le deduzioni dell'altro potrebbero risultare esatte ma al momento non ha idea se sia la verità o meno, i ricordi sono sbiaditi su molti fronti, alcuni importanti, altri un po' meno, difficile è la comprensione di essi e tocca aspettare che le situazioni lo costringano a ricordare <Infatti non crede di averli ma dieci anni di totale immobilità sono tanti, il corpo ha smesso di funzionare, questo spiega il perchè dimostri ancora vent'anni. Smettendo di funzionare il corpo si atrofizza, il cervello non è escluso da questo processo> per quanto geniale non può costringere la mente verso lidi ancora ignoti o dimenticati, non ha un potere del genere <Ci vuole solo tempo> il tempo è da sempre la chiave di tutto quanto, di ogni minima situazione. Il tempo guarisce, il tempo aiuta, il tempo peggiora ed uccide; esso è un'arma quanto una cura preziosa, bisogna soltanto saperlo utilizzare al meglio. Non tutti hanno le capacità necessarie per svolgere una simile impresa, sono in pochi e lui è fra questi, paziente, ponderato in ogni cosa e decisione presa, forse anche troppo riflessivo ma il mondo moderno è rallentato, la tecnologia ha assopito completamente il cervello dei cittadini riducendo notevolmente le attività celebrali <Si> replica permanendo in attesa di conoscere il nome della figura in questione la cui fama, a quanto pare, è di livello internazionale ma i nomi enunciato non scuotono la benché minima reazione dell'azzurro le cui cobalte son ancor fisse sul locale <Non mi dice nulla> purtroppo è così, forse non è a conoscenza di costui in quanto non rientra nella sfera decisionale ne nei piani pronosticati ben dieci anni prima, o semplicemente il tutto è avvenuto nel lasso di tempo in cui è rimasto prigioniero del rosso. Molte sono le variabili di quella condizione, le risposte, contrariamente, molto poche, quasi inesistenti. I discorsi raggiungono un punto d'incontro e una volta cessato il verbo, lascia ad Ekko la parola con quelle spiegazioni sulla sua presenza <Mi sembra giusto> non fa pressione, non intende sapere l'identità del committente ma come cacciatore di taglie, è palese il compito affidatogli, catturare qualcuno o ucciderlo direttamente. Un briciolo di scopo giunge all'udito dell'azzurro, un obiettivo ben chiaro capace di protrarsi negli anni dando un senso alla vita <Io? Oh non ti piacerebbe quello che farei io Ekko> allargando il sorriso, mostrando l'intera arcata dentale <Io troverei il dinamitardo, lo ridurrei in fin di vita e lo porterei al cospetto del nuovo capo consegnandoglielo come simbolo di devozione alla causa e di determinazione. Dopo chiederei un lavoro ma non come buttafuori, oserei chiedendo di entrare nel giro, anche in un ruolo piccolo per poi cercare di ottenere la fiducia del capo fino a diventare uno degli uomini più fidati> un piano del tutto diverso, molto più sanguinolento <Per arrivare a ciò, non mi farei scrupoli> seguendo ogni ordine alla lettera <Ciò che vuoi sapere, un buttafuori difficilmente ne è a conoscenza e determinati incontri, vengono svolti in segreto, dinanzi agli di pochi. Se vuoi conoscere il marcio, devi sporcarti le mani senza farti pesare la morale, così funziona> è risaputo <Oppure risolvi l'enigma, trovi la parola d'ordine del volantino e provi ad indagare durante l'inaugurazione ma fidati quando dico che non servirà a niente, un giro del genere non si fa fregare con così poco> tacendo infine sul proprio piano e sulle proprie osservazioni.

17:42 Kaworu:
  [Dintorni Nightclub Ochaya] Un'espressione dubbiosa, riguardo tutta la faccenda dell'atrofizzazione. < Suppongo tu abbia ragione. > facendo per assecondare l'altro, usando quindi una indolente accondiscendenza nei suoi confronti, circa quell'argomento di cui, comunque, poco si premura di ribattere, o contrastare. Saranno affari suoi, del Kokketsu, quello che ha passato in precedenza. < D'accordo, d'accordo. > sul fatto che ci voglia tempo, non lo mette in dubbio, annuendo di fatti a quel riferimento, facendo perciò per concludere quella parentesi in favore del testa azzurra. Ascolta tutto il pensiero di cosa potrebbe fare l'altro al posto suo. < Beh, non è male come idea. Effettivamente. > sospirando lungamente, come a fare davvero di pensarci. < Portare il nemico di sempre, per conquistare la fiducia del capo. Ha senso. > convenendo con quella logica espressa. < Peccato che di questo bombarolo sembrano essersi perse le tracce. Qualcuno dice che sia morto nello stesso attentato in cui ha perso la vita pure il presunto capo di questa organizzazione. > e quando parla di organizzazione, si riferisce al giro presunto che potrebbe starci dietro il nightclub. Ragiona sempre con la convinzione che il tipo in questione, l'ex ricercato capo della yakuza, membro del clan Hyuga, sia effettivamente morto quando Mattyse c'ha perso un occhio. < Giusta osservazione. > sulla questione del marcio, del dover essere più invischiato nel traffico clandestino, dover contare qualcosa. < Sarebbe stato perlopiù uno stratagemma per infiltrarsi, almeno superficialmente, tra le loro fila, così da poter portare a termine il mio incarico, sotto copertura. > sospira lungamente. < Il problema che mi ponevo, è che, se nello svolgere questo lavoro mi dovessi trovare a finire coinvolto ed invischiato in una faccenda ancora più grossa, che potrebbe toccare anche le sfere più alte della città delle ombre, tra cui i possibili Signori Corrotti che avvallano questo tipo di movimento... Sì, insomma, potrebbe diventare un problema, questo intendo. Se non si estirpa il problema alla radice. O, quantomeno, si fa in modo da risultare un'alternativa ben più comoda di chi si è eliminato. Insomma, prendere il posto di chi si soppianta, partendo dal presupposto che c'è sempre qualcuno più in alto, facendo sì che proprio quest'ultimo non ti elimini a sua volta. > ragiona all'indirizzo del Kusano, provando a trasmettere le sue idee in merito, in maniera chiara cosicché l'altro riuscisse a rendersi conto, e interfacciarsi meglio con la questione. < Già. Sono abbastanza d'accordo con te. > sul fatto della parola d'ordine, e le alte possibilità di insuccesso. < Ma questo resta sempre un discorso di una questione a parte. > scrollano le spalle. < E' una faccenda un po' particolare. Però simpatica, dai. Ci si può impegnare. > guardando il volantino, provando a studiarlo. < Che dici tu, invece? Ci parteciperesti? Anche se non sembra roba che ti interesserebbe. > domanda. < Però, magari, dopo le curiosità che ti ho detto, tutto sommato l'idea di dare un'occhiata ci può stare, no? > aggiunge poi, quasi a voler dargli una qualche iniziativa in più.[Chakra off]{Stessi Tag}

18:06 Ryoma:
 Non continua quella disanima sulla propria memoria, le cose stanno così e poco si può fare per risolverle, una ferita che può guarire solamente da sola senza alcun tipo di aiuto esterno, nemmeno il suo. Lascia da parte ogni altro discorso concentrandosi sul proprio, su ciò che egli avrebbe messo in atto pur di infiltrarsi in un giro come quello enunciato da Ekko e non si pone il minimo problema nell'esternarlo ad alta voce. Purtroppo non conosce l'identità del bombarolo ma neanche gli interesse entrare in certi ambienti, troppo esposto e troppo pericoloso per essere messo in atto senza conseguenze. Per come è fatto l'Otatsu, qualcosa sarebbe andato storto, oltre alla morte di qualcuno per mano sua ed è con questo pensiero che lascia libertà di parola all'interlocutore li presente il quale sembra concordare sul modus operandi nonostante provi a tarpare le ali <Perdere le tracce non è quasi mai sinonimo di morte e dopo un attentato del genere, solo uno stupido resterebbe ancora in circolazione o in bella vista. Probabilmente è ancora da qualche parte cercando di non dare nell'occhio. Se vuoi procedere con questa via, è lui il punto di partenza> non convinto della dipartita di codesto figuro, troppo strana e anormale. Mere e semplici supposizioni da parte dell'azzurro, forse sbagliate, forse corrette, non è dato saperlo preferendo concentrare le attenzioni su Ekko ed il proseguo del discorso in merito alla questione mettendo sul piatto un'ulteriore problema, giusto, innegabile ma facilmente aggirabile secondo i canoni del genin, non così difficile come l'altro voglia far credere <Devi puntare sempre più in alto. In questi giri, tutto è sacrificabile, possono esistere amicizie, può esserci il rispetto verso chi compie ottimi lavori ma per salvaguardare gli interessi dell'organizzazione, nessuno è immune> qualche momento di silenzio <Per questo devi puntare ad essere sempre vicino a chi comanda, salire la scala giungendo al vertice assoluto e solo allora, quando la fiducia in te sarà massima, quando avrai dimostrato di essere disposto a tutto, in quel preciso istante potrai far cominciare ogni cosa> distruggere l'organizzazione dall'interno provocando una scissione interna della stessa con ordini mirati direttamente dall'alto <Ma per farla breve, indaga sui daimyo, vedrai che arriverai allo stesso risultato> convinto della corruzione dei poteri alti, convinto che quel marcio sia a monte del governo di Kagegakure ed è solo una questione di tempo e di attesa ricercando indizi, aspettando un passo falso da parte di qualcuno. Sospira rilasciando l'aria riposta nei polmoni <Infatti non m'interessa> partecipare ad un simile evento sarebbe una totale perdita di tempo e di risorse <Un'occhiata? D'accordo> però, qualcosa di buono, alla fine, potrebbe sempre venirne fuori <Ho visto che segui il mio profilo lavorativo su Ninjagram, teniamoci in contatto li nel caso uno dei due capisca la parola d'ordine> volgendo il busto, donando le spalle all'edificio per poi incamminarsi nella direzione opposta <Dopo l'inaugurazione, faremo una chiacchierata particolare noi due, sei avvisato> senza salutare, senza null'altro dire si avvia allontanandosi da quel loco verso una meta più appetibile. [END]

18:18 Kaworu:
  [Dintorni Nightclub Ochaya] Un flebile sbuffo sarcastico fuoriesce dalle labbra, scappando nell'aere circostante, disperdendosi fugacemente in essa. < Direi proprio che non posso darti torto. > sulle deduzioni pronunciate sul Kanishiro, dato che l'altro, senza né leggere né scrivere, parrebbe averci azzeccato parzialmente. < Allora è possibile che, se questo individuo è ancora in circolazione, ed adesso viene fuori la questione del locale, qualcosa sia destinato a muoversi. > considerazione ponderata quella che emette, la quale non è altro che la logica conseguenza di tutte le varie idee che hanno messo sul piatto. < Eh! Come se fosse facile indagare sui Daimyo. Però sì. Alla fine, anche se la medaglia ha due facce, è sempre una sola moneta. > descrive con quell'analogia un po' il resto delle supposizioni che sono emerse e che i due hanno sulla questione. < L'avevo immaginato. > sul fatto che non gli interessino quel genere di cose, eventi: però, tutto sommato, parrebbe averlo convinto almeno a fargli venire un minimo di curiosità, con tutte quelle conversazioni che si sono scambiati, in cui s'è detto tutto e niente. La presenza del Kokketsu non toglie niente al lavoro che dovrebbero compiere, risultando perciò parzialmente indifferente al caso; tuttavia, un protagonista in più è un altro giocatore che si unisce al tavolo, rendendo più interessante il gioco. < Sì sì, ti ho trovato nei suggerimenti e ti ho aggiunto. Vedo che ti occupi di tatuaggi. > e quella cosa sembra richiamargli un po' una figura familiare, anche se appena conosciuta, specie per la questione del sangue nero. < Non c'è problema. > un cenno d'assenso, quando lo avvisa che si ritroveranno per discutere nuovamente. L'altro, poi, va via in maniera molto diretta quanto informale, spicciola. Lui resta soltanto a guardarlo, finché il kusano non si dilegua. Torna a fissare il volantino, ragionando un po' di più sulla parola d'ordine. Ci scatterà una foto col cellulare, per tenerlo a portata di mano, per poi andare via, disperdendosi nella città.{///END}[Chakra off]{Stessi Tag}

Quartiere Notturno.
Nei pressi del Nightclub di Ochaya, Ekko sta cercando informazioni sui volantini. Nell'aggirarsi per la zona, incontra Ryoma, conosciuto come R.K. (ArKey). I due si soffermano a parlare, dando vita ad un brainstorming riguardo ipotesi più profonde dietro la facciata di quell'evento e l'organizzazione che c'è dietro.

N.B.: Giocata Segnalata per Furaya, perché inerente alla trama da lei sviluppata.