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Il rosso che riaccende la fiamma

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con Sango, Shizuka

19:08 Shizuka:
  [Piazza di Oto] Restando ospite a casa di Hiko ha vinto molta più libertà di movimento, non essendo i genitori a tenerla sotto controllo ma i più accomodanti genitori di lui. Sta ficcanasando in giro di nuovo per Oto, in fondo l'amico si era trasferito li solo da poco e quell'area di kokukage non l'aveva mai troppo frequentata. Diciamo che in effetti non c'era mai stato motivo di spostarsi troppo da Kusa fino ad allora. Però finalmente oggi, da quando sono arrivati, il sole ha scelto di fare capolino tra le nubi e splendere in maniera intensa. Proprio per questo finalmente si è tolta la felpa oggi. Indossa infatti una semplice maglietta a mani che corte di color bianco con una decorazione floreale rosea che le ricopre tutta la schiena, le gambe esili e corte sono infilate in quei jeans aderenti e strappati in più punti tattici, ai piedi solo un paio di scarpe di tela rosa che riprendono il colore dei fiori. I capelli rossicci sono tenuti sciolti, le iridi azzurre perse a guardarsi attorno, le orecchie celate al di sotto delle enormi cuffie blu che porta praticamente sempre con se, nessun filo le connette al cellulare che trasmette la musica ad alto volume nelle sue orecchie. Non vi sono molte parole associate al brano che sta passando ora, ma sembra quasi un lungo assolo di chitarra che le invade la testa e il cuore. E' di nuovo in giro da sola? Certo, perchè no? In fondo stare sempre appiccicata a Hiko le avrebbe fatto sia bene che male allo stesso tempo, senza considerare che ora ora il ragazzo probabilmente stava provando qualcosa di nuovo da aggiungere alla playlist. Sembra parecchio distratta, il chakra non impastato, per nulla preoccupata che qualcuno possa farle nulla. Forse tendendo un occhio alla ricerca di un possibile nuovo incontro con quel ragazzo biondo conosciuto qualche giorno prima sotto la pioggia.

19:17 Sango:
 Tzè, c'è il sole, che combinazione eh? Ma pare che le temperature non vogliano abbassarsi, tutt'altro - quel lieve velo di afa che la fa stare quasi male, sebbene non sia la stessa come la nebbia perenne della fu Kiri , quella si che la faceva uscir matta. Il sole però riscalda le membra, quando il freddo proviene da dentro, riscaldando quel corpo come dolce e lieta madre , biancore e purezza di carni coperte da quell'ombrellino di carta che ha portato tutto il giorno sulla testa, e che adesso giace chiuso sotto il suo braccio sinistro, stretto delicatamente tra lo stesso e lo sterno, e solo la sinistra dolcemente carezza la punta dello stesso distrattamente mentre avanza lungo la via asciutta che la porterà sbocciare come una rosa tra le strade della nuova Otogakure. Differente, tutte quelle case non le aveva mai viste li tutte insieme, si abituerà mai al fatto che un tempo vivevano sotto terra e adesso paia non viverci più alcuno? Lo sguardo azzurro scivola sui volti ignoti, si interessa principalmente a quelle lontane statue che svettano al centro d'una grande piazza, la quarta per l'esattezza, dove il viso familiare di Kioshi Uchiha l'osserva dall'alto, con quel suo viso smunto, privo di una vita e di felicità, adombrato dall'oscura essenza della propria terra. In quel di porta seco non delle normali vesti, ma le proprie solite, uno Yukata rosso che avvolge il corpo fino a sotto i glutei, lunghe le maniche fino ai gomiti, d'una semplicità disarmante, eppure alla luce del sole vi sarà quella chiarissima linea che andrà a prender tutta la stoffa - dei piccoli ricami dorati che si inerpicano lungo la stessa per unirsi principalmente alla schiena, ove una tigre stilizzata vi fa da sfondo. Sul petto sinistro invece, all'altezza del cuore, riporta con orgoglio quell'origami rappresentante una specie di farfalla, eppure più affilata , e argentata. Il colore si presenta simile a quello dei lunghi capelli, d'un rosso poco più chiaro rispetto a quella cascata di sangue che porta con eleganza. Vi è, ogni passo in quei sandali di legno è pensato, così come la postura, è appena tornata da un incontro nel proprio clan - e li la bellezza è il centro del loro mondo, così come le maniere, indottrinate fin dalla tenera età - ma il viso permane con un vago senso di dolcezza nei lineamenti ormai adulti, di un sorriso lieve che le fa ripensare a quella dolce ragazza che dovrebbe chiamare figlia. Com'è divenuta madre senza saperlo? Troppi anni son passati per interrogarsi ancora, e per questo motivo che quando passerà vicino a Shizuka stessa la urterà con il proprio fianco, distrazione che la riporta al mondo attuale, spostando il viso verso la giovane < perdonatemi, non vi avevo visto > s'accorge ora del possibile fallo commesso in merito alla sua altezza, alla loro differenza < stavo pensando ad altro > oh che i kami possano fulminarla, come diviene dolce in presenza di ragazze rispetto agli uomini, almeno quelle non le ingarbugliano la vita! [ombrello di carta]

19:27 Shizuka:
  [Piazza di Oto] Sembra decisamente di buon umore, forse per la musica ma più probabilmente per il sole. Le azzurre iridi che si guardano attorno scorgono diverse persone, nessuna nota senza focalizzarcisi troppo. Come se non bastasse quel suono melodico che le invade le orecchie la rende estranea all'esterno non udendo minimamente il rumore di quei sandali lignei sul selciato del centro cittadino, così che non si avvede minimamente di quella figura ammantata di rosso che allo stesso modo non pare essersi accorta di lei. L'impatto non è per nulla violento, quasi una leggera spinta che sente provenire appena sul fianco sinistro. Istintivamente lo sguardo viene alzato, il viso rivolto rapidamente in quella direzione e la mano destra andrebbe a sfiorare la cuffia, così da mettere in pausa la riproduzione. Intravede appena tutto quel rossore emanato fra vestiario e capelli da quella ragazza molto più alta di lei e ne ode appena le scuse, o meglio le ipotizza, sentendo solo la seconda frase pronunciata dall'ishiba. Istintivamente andrebbe a piegare il capo verso il basso, anche il corpo viene completamente ruotato nella direzione di quella che a lei sembra proprio una bellissima donna, le labbra rosse si schiudono in una voce dolce e cortese: << Scusi lei ero distratta dalla musica come sempre. >> Le manine andrebbero a far scivolare quelle cuffie troppo grandi, appendendolo per così dire al collo della ragazzina. << Spero non si sia fatta male! >> In effetti è quasi impossibile che l'altra abbia subito chissà quale danno, ma la cortesia impone un minimo di decenza. Solo dopo essersi profusamente scusata andrebbe nuovamente ad alzare lo sguardo in di lei direzione, finalmente riconoscendola e lasciando che i pensieri si allunghino in zone pericolose. "E' la ragazza con cui Hiko girava l'altra sera!" Fulmine a ciel sereno, pensieri che si ingarbugliano fra le ultime note della canzone appena messa in pausa e che la fanno restare un poco a bocca aperta mentre la osserva.

19:40 Sango:
 Il tocco è stato dolce, si, abbastanza per farla fermare, altrimenti non si sarebbe profusa in tali scuse, eppur quando ne sentirà dall'altra il sorriso scivola sulle morbide labbra < non devi esser tu a scusarti > di certo non l'ha spinta lei, per fortuna nulla di grave, almeno non l'ha sbalzata via facendola cadere. < no di certo, tu invece?> si permette solo in quel momento di darle del Tu in tal modo, vedendola così piccola le viene naturale, non sapendo in effetti che ella non sia altro che un'amica di quel ragazzo incontrato qualche sera prima, lo stesso che alla fine l'ha spinta a correr dal padre di quella sua ormai non più tanto piccola bambina. Si riassetta le vesti con la mano libera, incrociandone lo sguardo e quella bocca aperta su di lei < ho qualcosa che non va?> capelli? Viso? Qualcosa che non sia nella decenza del loco? Si mette a pensare e guardarsi anche in modo da avere tutto sotto il proprio maniaco controllo - al solito. MA lo sguardo infine davvero incede nella stessa e in quelle sfumature rosse, più tenui rispetto alle proprie, e quegli occhi azzurri, rivedendone una reale somiglianza con lei stessa. Per dieci anni è stata in un cristallo, sotto terra, non potrebbe mai essere qualcuno di proprio consanguineo, no? NO?! Il pensiero che viene scacciato via violentemente con un colpetto della testa prima di tornar alla realtà del tramonto che scivola su quelle terre donando diverse sfumature calde al loco - arancio caldo, rosso intenso, e quel vago violetto che si può scorgere in lontananza li oltre le montagne che li circondano < hai dei bei capelli > oh se solo sapesse come abbia inavvertitamente messo in guardia e aver stuzzicato quella sorta di gelosia nella sconosciuta che si trova d'innanzi < e anche gli occhi > che si riflettono nei propri d'un simil colore, potrebbe esser benissimo lei da giovane, quando ancora era una ragazzina appena approdata a Kusa per divenirne poi una kunoichi. Eppur sa come quello sia un colore difficile da portare, di come in molti casi possa esser affiancato ad un demone in carne e ossa, e lei infine pare esserlo divenuta ad occhi che la conoscono, che sanno chi sia. Ma adesso par esser tranquilla, un riflesso dell'angelo di Ame di cui non sarà mai in grado di prenderne i panni, quanto più divenirne un vero demonio. Tace adesso , per non confonderla anche, ma soprattutto per leggere quel viso pregno di innocenza di cui poche volte s'è imbattuta negli ultimi tempi, specialmente dopo la rinascita avvenuta. [ombrello di carta]

19:55 Shizuka:
  [Piazza di Oto] Lei pare essere molto gentile nei confronti della Kokketsu e afferma di non essersi fatta male. Evidentemente dopo averla squadrata da capo a piedi l'ha scambiata evidentemente per una bambina virando da un lei a un tu diretto e impersonale. Non si offende ci è decisamente abituata e soprattutto al momento è concentrata su altro. Eh già.... è rimasta a bocca aperta senza nemmeno accorgersene innanzi a quella figura cosa che ha notato solo quando la sconosciuta nota le chiede se ha qualcosa sul viso o fuori posto. La piccola innocente scuote la testa profusamente, chiudendo la bocca e diventando istantaneamente rossa sulle gote morbide. << No scusi è solo che probabilmente l'ho scambiata per qualuno che ho intravisto l'altro giorno. E' davvero perfetta lei, non ha nulla fuori posto. >> Questa seconda frase è detta con un tono forse poco meno marcato, come se in qualche modo pronunciarla fosse quasi qualcosa di difficoltoso. Semplicemente la figura che si trova innanzi sembra avere tutte le carte in regola per essere una ragazza perfetta per l'amico. Questa cosa inevitabilmente la disturba ma allo stesso tempo la frena nel comportarsi da antipatica istantaneamente. Pare tuttavia che anche l'altra la osservi attentamente, non può sapere cosa pessi nella mente dell'altra che in parte sembra di rivedere una se stessa più giovane, tanto quanto l'Ishiba non dovrebbe carpire quei pensieri frammisti a gelosia che tediano quella mente ancora troppo infantile. Poi dopo quello studio attento l'altra le fa i complimenti per i capelli e gli occhi. Di nuovo la Genin si trova a sgranare gli occhi, non aspettandosi di ricevere un complimento dal gentil sesso. Quel ragazzo biondo non era riuscito nemmeno per un secondo a non inondarla di questi, ma forse detto da una donna la cosa ha più presa. << Grazie credo... >> Boffonchia un pochino mentre termina la frase borbottando << Avessi qualche centimetro in più non sarebbe male. >> Si è completamente scordata che lei si è interessata al suo stato di salute. Poi di nuovo un pensiero le solca la mente e le labbra si schiudono di nuovo: << Mi scusi la domanda indiscreta... Ha mica perso delle scarpe? >> Le guance che prima di erano rosate ora divengono di un color rosso acceso, proprio perchè sta giocando un poco sul bordo della verità e della menzogna, o quanto meno è quello che vorrebbe fare.

20:08 Sango:
 tutto è al proprio posto, capelli, viso, non v'è nulla di strano sul proprio essere, eppur non ne pare nemmeno contenta invero, quanto più quella rughetta tra le sopracciglia torna a farsi vedere < beh, almeno sono qui, non c'è più bisogno di esserlo davvero > come se quella parte interpretata fosse finita, la scena s'è conclusa, il sipario è calato - tutti gli attori posson tornare ad esser ciò che sono, lei semplicemente andrà a rilassar di più quelle spalle, a renderle più morbide, e il respiro che sfugge di sollievo le farà sparire quel sorriso che ha avuto fin poco prima. Qualche attimo per rendersi conto che li, in quel distretto, non vi è il proprio clan ad osservarla e giudicarla, in tutto - ovvia ripercussione sul proprio aver tradito Kusa e aver diviso il proprio clan spaccandolo in due. Non sa come l'altra sia li, tendente al velenoso, non sapendo davvero come la propria situazione sentimentale sia quasi inesistente e che davvero non ne desideri più alcuna, s'è stufata di quelli che devon esser uomini o meglio, shinobi, ma non lo sono mai per davvero. Non sa nemmeno che quel biondo provolone abbia tentato anche con lei, ennesima preda, di portarla dalla propria parte, troppo giovane ai propri occhi anche solo per pensare al sesso opposto, con tutti gli affari che essi implicano. < credi?> solleva quel sopracciglio, non troppo stranita dalle sue parole, rimembrando cosa successe a lei < siamo in poche ad aver avuto il dono del fuoco, amarlo è la cosa principale da fare > come amare se stessi dopotutto < e nemmeno l'altezza deve fermarti > che sia forse quello il suo punto debole? Essere uno scricciolo coi capelli rossi. Avrà ancora del tempo per crescere , ciò che non sia un impedimento, divenga un arma. Ma a quella domanda lo sguardo si ferma, il dubbio che le viene alla mente, di come quelle scarpe che ha volutamente lasciato dentro il chiosco ambulante di Oji-san l'abbiano riportata alla propria casa < ..ne ho lasciate un paio invero > che sia stata li anche lei, dentro quel tendone a cibarsi come tutti gli altri clienti? Probabilmente si < nel locale di Oji-san > nota con ovvietà quelle gote divenute anch'esse del colore dei capelli, un tutt'uno che non rende brutta la ragazzina, anzi < eri li anche tu qualche sera fa posso presumere > presume bene, in pochi in quella notte si sarebbero accorti di un dettaglio tanto insignificante, eppure non v'è accusa alcuna, è lei che è che sparita di fretta e furia smollando beatamente le proprie cose in un loco pubblico,eppur delle scuse nemmeno l'ombra, le proprie motivazioni ancor rimangono celate ovviamente a qualcuno che davvero non può conoscere. [ombrello di carta]

20:23 Shizuka:
  [Piazza di Oto] La differenza di saggezza fra le due è assolutamente abissale. Il divario che le separa sembra ridotto solamente da quel loro aspetto così simile se non fosse per quel venti centimetri che le separano. Shizuka fatica a capire la prima affermazione di lei, come se si fosse persa in quel modo di parlare un po' troppo complicato Però poi il discorso verte su quei capelli di cui la fantomatica rivale in amore sembra molto fiera. Sembra che il colore dei capelli sia un tasto molto caro a lei, ma si avvede subito che il problema della Kokketsu è principalmente la statura. La guarda dal basso in alto a quell'affermazione, in parte ringraziandola con quei grnadi occhi blu come se solo in quel momento le avesse rivolto un vero e proprio complimento. << Cercherò di ricordarmelo. E' che la prospettiva è molto diversa da qui e mi sembra sempre di non essere all'altezza. >> Le fa una piccola e breve linguaccia, stemperando quelle parole che non voleva fuoriuscissero dalle labbra in un modo così sincero, sopratutto con chi ancora conosce appena, anche se a suo modo sembra attratta dalla figura in rosso. << Si esatto proprio in quel locale! Un mio amico le ha trovate e portate a casa propri. Credo la stesse cercando per restituirgliele! >> Ecco che resta sul vago, un mio amico generico, le ha riportate a casa. Lei se interessate dovrebbe domandarle altro in merito ed è proprio li che la nanetta vorrebbe cogliere informazioni riguardo a Yasuhiko, o quanto meno il pensiero che ella ha di lui. << Mi ha descritto una donna più o meno coi suoi tratti quindi forse più che averla già incrociata lei mi ha ricordato proprio la persona descritta da lui. >> Ora si addentra un poco più nella menzogna, ma in fondo che importa? Non stava pedinando lei stava solo cercando lui per riportarlo a casa per cena!

20:37 Sango:
 Nota facilmente quel cambio di espressione, il cambio perfino della stessa voce, di come l'altra non si senta all'altezza per un pensiero, misero rispetto a ciò che può far davvero < se vuoi esserlo, potrai dimostrarlo in altro modo. Quanti che conosco che son alti più di me, eppure non sono altro che vuoti esseri privi di vero significato > forse un pò troppo complessa nel parlare, eppur le riesce naturale rivolgersi in tal modo, un modo più gentile di incoraggiarla, rivedendo una fiamma che pareva essersi spenta in quello sguardo e in quella linguaccia che ne segue. Ah se sapesse, riderebbe probabilmente < oh > sorpresa che si tinge di nuovo sul viso sottile e maturo, rimembrando adesso che pochi altri v'erano, e chi mai potrebbe cercarla senza nemmeno conoscerla per qualcosa che ha volutamente abbandonato? < ditegli pure che può gettarle, quei cosi son troppo complessi, e portano via molta agilità > correre sui tacchi non è impresa da poco, anzi, e ciò che le dona ancor più fastidio è la mancanza totale di libertà nel proprio movimento. Tace lievemente, socchiudendo le labbra, scostando solo ora lo sguardo dalla giovane per notar come la temperatura sia infine scesa di nuovo, come il tramonto abbia lasciato lo spazio ad un azzurro chiaro che presenta l'imminente sera. Il fresco che scivola sul corpo, le gambe nude che ne sentono gli effetti senza disdegnarli, accogliendoli nella calura giornaliera . Anche la luna ha fatto il suo ingresso, mite e dolce per continuar ad osservar il mondo come va avanti, in quei segreti che la luce non potrà mai conoscere . Lo sguardo che si riporta ad ella quando tornerà a parlare, cercando di rimembrare il nome del moro che ha conosciuto < Yasuhiko?> domanda a propria volta, seppur non dia alcun segno di interesse, ma lo sguardo s'accende lievemente < credo che potrebbe cercarmi per ben altro che delle scarpe > un commento che sfugge naturale alla rossa, di un argomento che pare aver toccato i nervi e acceso l'esuberanza del ragazzo che ha conosciuto. Lei ha visto Oto al tempo della sua gloria, l'ha vissuta camminando al fianco perfino di colui che adesso non è altro che una mera statua al centro di una grande piazza. < se mi cercasse ancora, digli di venire nel quartiere di Amegakure. E' un posto in cui mi sento molto più a mio agio > in cui le parole che può pronunciare non sono altro che sussurri bassi solo per le loro orecchie. Se rivangasse adesso, in pubblica piazza, ciò che ha fatto, la gogna l'attenderebbe in un attimo < al quartiere del clan Ishiba, potrà trovarmi li, basta che faccia il mio nome > inconsapevole di come quel proprio dire possa esser messo sotto una luce differente, con una gelosia che verrebbe accentuata. [ombrello di carta]

20:55 Shizuka:
  [Piazza di Oto] Quelle parole forse meno criptiche ma più dirette le arrivano meglio. In effetti anche sua madre le ha sempre detto che l'altezza ridotta non conta, l'importante è puntare ai punti giusti, forse per quello aveva iniziato a impratichirsi nella pratica di tatuatrice, per lasciare un segno. Poi a quanto pare quella informazione sulle scarpe la raggiunge, ma viene rifiutato il fatto di resituirgliele. Hiko può anche buttarle via e a suo modo il viso della Kokketsu torna quasi più sereno, come sicura che la cosa fosse finita li. Invece pare che la rossa dopo aver ponderato un poco e perso il proprio sguardo intorno, cogliendo il cambio di toni del pomeriggio che volge a sera pronuncia il nome dell'amico di infanzia. Un brivido percorre tutta la schiena della Genin che nonostante nel tono non vi sia interesse reagisce istintivamente al fatto che lei si ricordi di lui, prendendone nota. Il capino rosso si muove appena in alto e in basso dando conferma di quel nome appena pronunciato, mentre le labbra dell'altra aggiungono un'affermazione che alle orecchie della più piccola sembra una dichiarazione di interesse da parte di lui verso di lei. Non può sapere che lui probabilmente è più interessato alla storia del proprio paese d'origine che non alla figura di rosso vestita che si trova innanzi. Non riesce a esprimersi adeguatamente, non riesce a trovare una risposta intelligente a quell'affermazione. In fondo da quanto può sembrare è lui ad essere interessato a lei e non viceversa, nonostante ella ricordi il di lui nome. Quindi inutile prendersela con qualcuno che altro non ha fatto se non destare curiosità ed interesse. Cosa che lei non è mai riuscita a fare, in fondo è molto complesso destare stupore in qualcuno che ti conosce da quando sei nata e con cui ha condiviso tutto o quasi. Le parole successive dell'Ishiba la risvegliano dal torpore mentale nel quale era calata, rivelando di provenire da Amegakure e di poterla trovare nel quartiere Ishiba. Quel cognome lo aveva già origliato in accademia fra uno dei clan più rinomati e famosi proprio di quella terra. Le labbra non più utilizzate fino a quell'istante si schiudono quasi a fatica: << Riferirò il messaggio quando lo vedo. Anzi lasci che gli mandi un messaggio così non mi dimentico. >> Il tono sembra leggermente più aspro sopratutto sulla seconda frase come se qualcosa le frullasse in mente, come se quel messaggio avrà un contenuto colorito. << Io provengo da Kusagakure invece. Clan Kokketsu per la precisione. >> Le sembrava doveroso presentarsi velatamente a sua volta, così come l'altra ha appena fatto.

21:12 Sango:
 Pare davvero aver colto il ragazzo in questione infine, e i nomi li rimembra tutti quanti, deve aver un profilo per qualsiasi evenienza, per qualsiasi informazione che possa sempre tornarle utile. La mentalità dell'ex jonin che non l'ha abbandonata affatto, non come la propria forza, immensamente più debole e fragile dei dieci anni precedenti. Lasciate stare dunque le scarpe, adesso inutili, non potranno fare che andare avanti con la conversazione, in modo che ella possa riferir quel vago messaggio, non sa in quali guai l'abbia messo in quell'esatto momento < digli che abito .. > solo allora andrà a riferir il proprio vero indirizzo, non che se ne preoccupi, vivendo all'interno del clan sa bene come i controlli siano stretti, specialmente al paese della pioggia, ove nonostante tutto i cittadini non sono molto accoglienti, preferendo rintanarsi nelle loro essenze e nel loro glorioso passato. Si sono infilati in altri villaggi, è vero, ma il richiamo della pioggia è sempre rimasto molto forte nel sangue < grazie > gentile, non lasciandosi perdere il contenuto aspro della conversazione, sollevando le antenne sul capo. E' una donna, ha vissuto alcune relazioni sebbene la gelosia non l'abbia mai sfiorata, non quando quelle stesse relazioni erano frutto della carne e non del sentimento < ti piace?> schietta e diretta come un autobus per lei, in cerca di quei segnali che potrebbero ricondurla a qualche suo sentimento nascosto e mal celato - oh che belli gli amori giovanili! < conosco diversi Kokketsu > le labbra che fremono un poco, rimembrando l'unico essere che l'abbia veramente usata come un suo particolare gingillo, di colui che un tempo fu il kage di Kusa, nonchè kokketsu. Yukio in persona. Il pensiero che un tempo li avrebbe uccisi tutti, uno alla volta, perfino quei bambini pur di non vedere quella stirpe andare avanti la coglie con un senso di nausea. Sarebbe davvero riuscita a strappare ad una giovane il proprio futuro, la propria innocenza, pur di appagare il proprio odio e la propria sete di vendetta. Ma quella fiamma non v'è più, scomparso il principale fautore non le rimane altro che andare avanti, cercando d'evitare come la peste quel loco tanto odiato < il sangue nero, l'ho visto in azione qualche volta > rare, si, ma l'ha visto. Lo sguardo che si incupisce lievemente, eppur si deve concentrare su altro, su di lei per esempio < stavo facendo una passeggiata invero, volete venire con me?> un chiarissimo invito, in cerca di qualcosa sulla quale distrarsi, magari delle pene d'amore per esempio, chissà che non sia quello davvero il fattaccio o solo un proprio abbaglio? [ombrello di carta]

21:35 Shizuka:
  [Piazza di Oto] La destra va a recuperare quel telefono che stava nella tasca posteriore dei pantaloni e con rapidità va a digitare il messaggio mentre lei gli detta quell'indirizzo senza alcun problema. Una volta digitato il tutto aggiugnerebbe qualcosa di un poco più colorito, modo di fare che utilizza quasi esclusivamente con lui che conosce bene. " Hiko la tua ragazza non rivuole le scarpe. Ha detto che puoi buttarle. Però questo è il suo indirizzo di casa se vuoi andare a trovarla. Ha detto che sei molto interessato a qualcosa di lei " Il tutto condito con uan faccina che ribalta gli occhi verso l'alto, come a sottolineare il fastidio infinito che la cosa le procura, anche se probabilmente lui l'assocerà al suo broncio. Lei ringrazia pacata, innocente e poi senza alcun tipo di preavviso appena dopo che la kokketsu ha riposto lo strumento di messaggistica le pone quella domanda diretta. Se prima le gote erano solo arrossate ora è diventata praticamente un peperone mentre distoglie lo sguardo e nega qualcosa che probabilmente pure un cieco vedrebbe, ma che il diretto interessato pare non realizzare. << No! E' che siamo amici di infanzia tutto li, ci conosciamo bene! >> Decisamente lieve come menzogna e poco credibile per una che probabilmente ne ha viste fin troppe di cottarelle da 16enni come quella. Tuttavia pare cambiare discorso lei e velocemente ci si aggrappa giusto per parlare d'altro: << Beh effettivamente non siamo pochi. Io diciamo che a malapena conto ancora, del sangue nero per ora non ne ho visto nemmeno una goccia, se mi taglio mi serve un cerotto. >> Sembra molto imbronciata ora, forse per essere stata punta sul vivo per Hiko o forse perchè si sente quasi inadeguata per tutto ciò che rappresenta la sua famiglia. Poi arriva però quell'invito, che tuttavia non si sente pronta ad accettare. << Chiedo scusa ma devo rientrare per cena e ho già fatto fin troppo tardi, sono ospite. >> Un inchino molto profondo viene rivolto all'Ishiba senza pensarci troppo. << Sarà per la prossima volta se non vi dispiace, è stato molto piacevole parlare con voi. >> Resta educata salutando e pacatamente allontanandosi in direzione della casa del ragazzo che le ha fatto fare la figura della stupida ancora una volta involontariamente davanti a una sconosciuta. Non correrebbe via comunque, lasciando il tempo all'altra di ricambiare quanto meno il saluto, senza rimettersi le cuffie inebriandosi di nuovo di quel suono. [//END]

21:45 Sango:
 Non sa cosa stia scrivendo, probabilmente ciò che le ha chiesto di dirgli, un tramite scomodo eppure efficace, eppur vuole indagare di più su quella sua situazione sentimentale, ridacchiando lievemente per quel rossore che si espande evidente sul viso della piccola, giovane si eppur tenera ai propri occhi < non preoccuparti, non mi interesso a lui in quel modo, suppongo che possa dire lo stesso per lui > prova a darle una sorta di conforto su quel loro eventuale futuro incontro < se vuoi puoi venire anche tu > come metterle tranquillità? < ma se mi dici che ti piace > sorride di nuovo cercando un modo per metterla in ulteriore imbarazzo volendo sapere qualcosa di più per proprio diletto < magari posso aiutarti > coi drammi del cuore? Non è per nulla la persona giusta, se dovesse scorrere indietro nel tempo ha solo fatto grandi cavolate, se non per un uomo , l'unico che ancora la perseguita nel sonno come un demone. < mh, dovrai imparare ad usare la tua innata > non sa come funziona bene quel clan, la sua innata, come il sangue divenga nero per modificarsi < va pure > la lascia andare con un lieve cenno del capo , prima di riprender lei stessa una delle vie della città. Il passo riprenderà leggero, molto meno contenuto adesso che le ombre si son allungate ufficialmente sul mondo, mani nere, oscure, e un tempo avrebbe forse temuto per quella giovane svampita - ma adesso, in quelle mura, non sono tutti più sicuri? ah, dimentica forse il serial killer ancora a piede libero, deve interrogare l'ultimo prigioniero che ha preso per capire il suo di coinvolgimento nella vicenda. Ma con pensieri più dolci per la mente tornerà a farsi gli affari propri , magari cenando perfino ad un orario che possa esser umano e decente - ha trattenuto troppo quella giovane, seppur le abbia dato un piccolo spunto. Non sia mai che torni di nuovo dal bianco quella notte, in cerca di una sorta di compagnia, calore, che anche in quelle caldi notte le manca avere. Quant'è egoista? Troppo. [end]

Sango spinge per sbaglio Shizuka, piccola ragazza in cui si rivede come un tempo.
Da li parte una docile conversazione, mentre la Kokketsu cerca di comprender meglio il rapporto che scorre tra lei e il suo amico di infanzia, Yasuhiko.
Dopo qualche frase sbagliata agli occhi di lei, le due non fanno che separarsi per andar ognuno per la propria strada.
Magari vi sarà un futuro incontro, con tutti e due.