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Orurando e il Riace

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con Nene, Kaworu

Ah, che pessima giornata. Il pronto soccorso dell'ospedale è pieno di specializzandi del dipartimento medico degli OMM che si muovono con assoluta caoticità avanti ed indietro. Sai cos'altro fa' avanti ed indietro? Le porte automatiche dell'ingresso. I seggiolini di ferro si sono fatti gelidi a furia di starci seduto, come se fossi appena arrivato. Eppure sei quì da almeno almeno un ora. Il brusio di una musichetta d'attesa passa randomicamente delle news sul killer, e poi delle news casuali. Hanno inventato un nuovo dentifricio, si chiama /Blanz/ - e dicono tutti che smacchia d'un grado reactando con la luce solare, rendendo i denti bianchissimi alla lunga. La ragazza della pubblicità ha i capelli d'un arancio brillante, ed un sacco di adorabili lentiggini. Rimane impressa. Anche se alla fine è un po' una pubblicità scadente. Ma torniamo a noi, le ferite fanno male? Direi di si, se sei qui. Nessuno ha granchè voglia di passarsi metà giornata al pronto soccorso. A quanto pare, per tua sfortuna però, una squadra dell'accademia di Kusa s'è presa uno strano virus intestinale. Tutti si lamentano in piedi d'innanzi alla receptionist che li guarda un po' avvilita e un po' rassegnata: "Mi dispiace ragazzi ma-- non è un codice rosso un influenza intestinale. Dovete controllarvi con i gyoza, le abbuffate non portano mai a nulla di buono!" Adorabile lei, in due trecce color grano che le cadono sulle spalle e ciondolano di tanto in tanto, mentre parla e gesticola. Dietro di te c'è una donna con le contrazioni che periodicamente si lamenta in modi strani. Quando sei arrivato, ad esempio, urlava /omurice!/ ed ora è da un po' di tempo che mugugna /Astice, aa, astice e funghetti/. Forse sono voglie. Infatti il marito è sparito da un po'. Alla tua destra, un signore con presentissimi fondi di bottiglia - se li alza dal ponte - volgendo il mento rugoso verso di te. Ti guarda un po' confuso. Un bel po' confuso. "Senti, giobanotto." Eccallà, oltre i rumori, una puzza data da evidente flatulenza adolescenziale, c'è pure il vecchio. E una strana voglia di Astice potrebbe salirti da un momento all'altro di sto passo. Ma focalizziamoci sul vecchio, che ti mostra un foglietto stropicciato. "Dob'è lo sbotello C4, ho da ritirare la benzione !" All'ospedale?

22:06 Kaworu:
 In mezzo a quella bolgia, è il Nerone Nazionale risalta dallo sfondo per colorazione della pelle, stazza, e quantità di ferite. Sì, perché praticamente, stiamo parlando di un armadio a due ante, grosso quanto una colonna portante dell'edificio, di quasi due metri di altezza e spalle, pettorali ampi, braccia robuste, cosce che nemmeno dopandosi un ciclista arriverebbe ad avere: a tutto ciò, però, si aggiunge che l'arto superiore sinistro è sfasciato da una lacerazione di media entità, provocata dal colpo -per fortuna non diretto- di una delle armi di vuoto evocate da Haru durante la missione; e, sempre il nostro amato chunin Otsutsuki, non solo ha umanamente errato nel primo attacco -colpa proprio dell'intervento a sorpresa dello stesso makihara nel primo caso-, ma ha anche perseverato diabolicamente, andando a tirare un secondo ninjutsu fuuton, l'aria gelida, contro l'avversaria già immobilizzata, atterrata, schiantata, colpendo nuovamente l'alleato e compagna di squadra di colore. Ad ogni modo, è un nigga, perciò nemmeno troppe polemiche, se non qualche kitemmuorto vario imprecato a gran voce prima, a denti stretti e fiato strozzato dopo, fin quando il fiato non è stato un rantolo di dolore, per poi spegnersi verbalmente in un silenzio assopito. L'hanno portato lì i soccorsi, chiamati dal pio Kioku, che avranno magari fatto sì che quantomeno non morisse dissanguato nel trasferimento alla struttura ospedaliera: inoltre, è riuscito ad assumere, prima di finire k.o. del tutto, un tonico coagulante, il quale ha leggermente migliorato la sua condizione, almeno per quanto riguarda il danno da taglio subito dalla prima tecnica che l'ha colpito, che comunque è il più leggero tra i due acciacchi rimediati. Ha addosso i panni della missione, così come i restanti equipaggiamenti. Un'occhiata pigra alla reclama del dentifricio, infastidito comunque dal vociare diffuso e dal chiasso generato dalla marmaglia di accademici colpiti dalla cagarella. < Secondo me non mi smacchia quella roba. > commento biascicato, ironicamente, fra sé e sé, sulla pubblicità del prodotto per l'igiene orale. < ... Ma colorerei volentieri io la tipa... eh-eh. > facendo un po' di spirito, in quella condizione nella quale ci sarebbe poco da star su. Tentando di isolare la donna urlatrice con le contrazioni, sulla quale parte il toto nascita su se sforna o meno un bambino o chissà cosa, un nuovo elemento interagisce con lui, ovvero un nonnetto che domanda dove possa ritirare la pensione. < Dica, Maestro. > alla maniera di napoligakure, dove gli anziani sono tutti maestri, capi, commentatori, dottori. Cipiglio perplesso, all'evidente qui-pro-quo dell'anzione. < Al massimo qua ritirate le analisi del sangue, Maestro. Siamo all'ospedale, non alle poste. V'hanno lasciato nel posto sbagliato.... > lo informa, che magari qualcuno gli ha detto dispari, e quello non batte pari...

Che giornata devastante che deve essere stata, ma non fare la vittima che hai solo perso qualche millilitro di sangue - non sei mica sul punto di morire. Dal fondo di bottiglia lo sguardo luminoso del signore sembra aver seguito con infame interesse tutto il discorso, pinzandosi la lingua di lato in un chiaro cenno di compiacimento. Un gesto che inevitabilmente ci ricorda qualcuno, una stella intramontabile del cinema italiano. Il ragionier fantozzi. Vabbè, lasciamo stare o partono le commedie di Napoligakure, tarantell e tutte cos. Al tuo dire esso si alza, tra il confuso e l'incazzato, battendo il fondo d'un bastone ligneo sul suo seggiolino metallico. Chiaro che si sia appena accorto di aver sprecato ben quindici minuti della sua già precaria vita. "Puttana ladra Sanosuke coglione!" In uno sprint di vita di lascia investire dall'impeto di collera per quello che potremmo ricondurre ad un nipote burlone, lo stesso nipote che lo ha accompagnato poco fa' e mollato d'innanzi alla porta dicendogli parole di mera tranquillità, un clichè. Sbufficchiando, bene o male, se ne va. Ma non è del tutto sicuro di essere all'ospedale quindi, passando accanto alla reception - sembra voler mettere a fuoco la situazione. Fare un testing di lettura. OMM. Ah si, lo zoom fatto avanzando e retrocedendo gli occhiali sul naso a patata lo costringono ad annuire. E andarsene. Scocciato. Ecco che dai portelloni del reparto munito di lettini viene un cigolio piuttosto acuto, ma anche piuttosto celere. Carisma. Bellezza. Fascino. Un osmosi di pregi, prova a pensarne uno...? Si, lo ha. Nel suo camice color lavanda, imbracciando una cartelletta contro il costato - uno specializzando/a non ben identificata/o sembra gettare un occhiata sulla massa. Come se volesse sceglierne uno a caso. "Makihara? Il signor Makihara?"

Dottor Orolhandu lo sbocciato: https://i.imgur.com/esTWmWn.jpg

22:43 Kaworu:
 Uno sfiato ironico all'imprecazione fantozziana adattata al contesto narutiano. Siccome vanno molto di moda i video-meme di dragonball, parte pure la musichetta a fine sigla, quella di inizio puntata, col titolo proprio "L'anziano Saggio". < Maestro, statevi calmo, che altrimenti vi ritrovate nel posto giusto, che vi viene qualcosa. > tiè, beccati sta iattura dal nigga, che te la vende pure come premurosa attenzione nei riguardi della tua salute. Lui, che appare abbastanza sciancato, nonostante c'è chi minimizzi, è comunque poco più del 60% del suo stato di salute, in zona arancione, per così dire. < Statevi bene, Maestro! > e lo saluta con la mano buona, che agita a mezz'aria, lateralmente al viso, avanti ed indietro. < ... Vecchio rincogl*****o... > un cenno di diniego del capo, sbuffo sardonico, facendo quindi per abbandonare la visuale dell'uscio, dal quale il nonnetto s'è defilato. Qualche respiro più profondo, sentendosi sempre un po' indolenzito. < Mannaggia il bambino elettrico.. che puzza di me... > sì, perché comunque l'olfatto gli funziona, a meno che non s'è pigliato pure il covid nel mentre stava ad aspettare, che non distingue gli odori ed i sapori. Oppure erano solo i sapori? Comunque, lavatevi le mani. < Mh? > sentendo il suo nome essere pronunciato, si volta da dove ritiene possa provenire il suono. Inquadrerà, dunque, il fighissimo medico descritto, che ha sì tante qualità, ma l'unico grande difetto, ovvero...: < ... Ja, ma che ciorta del kunai.. il dottore masculo. > borbotta, piano, increspando le labbra in una smorfia che simula il dolore, sì, ma di vedere deluse le proprie speranze. E' ovvio che il nostro Maschio Angioino della Nuvola, la volesse femmina, la curante. < Ekko-mi. Sto qua, Dottore. > alzandosi in piedi, facendo bene per spiccare dalla massa, grazie alle proprie caratteristiche fisiche, sia di carattere etnico, che di stazza. Qualche passo, per rendersi maggiormente evidente, semmai non lo fosse stato già abbastanza solo alzandosi, ma anche per anticipare un po' i tempi, avvicinandosi al cerusico, mantenendo comunque almeno un metro e mezzo circa di distanza, di buona condotta. Faccia nera. E' l'unica che ha, dopotutto. Lmao. < Salve. > però è educato. Saluta pure. Sorride malamente, di circostanza, ma anche indolenzito. E' comunque piuttosto acciaccato, meh.

Oh, svelto chiama il tuo nome. E in poco tempo sembra indicare la cartella cercando qualcosa nello specifico, attendendo nei pressi del portellone - appunto. Bofonchia qualcosa e la bella receptionist - lo osserva con aria trasognante... Innamorata. "Oh, Orolando lo Sbocciato..." Ebbene si, è lui, l'attore. "Ekko Makihara?" Alza il viso, il suo meraviglioso viso - cercandoti. Unico, in un milione. Tu. Anche lui ricambia con un bel sorriso raggiante e del resto, sappiamo tutti che avresti preferito una bella cavalla al suo posto - ma questo passa il convento. A dire il vero oggi deve esser stato un giorno di sciopero, dal punto che sembra non esserci nemmeno un esemplare femminile al di la del portellone. "Oh amore, come ti hanno conciato?!" Il mugolio che esce dalle labbra di quel manzone di categoria d'origine controllata -o protetta?- sembra voler esser una magra consolazione per la tua anima da beef boy un poco desolato dall'accaduto. Il tunnel di tendine pallide tra i lettini ti conduce verso l'unico buchino libero tra lamenti d'ogne genere. Sembra un poco di navigare nel fiume oltre il limbo, assieme al tuo meraviglioso acheronte. La prima cosa che fa', oltrepassata la tenda, è proprio quella di posare la cartelletta e farti cenno di sederti sul lettino, mentre prepara tutto il necessario per ammansire i tuoi dolori. Le ferite per lo meno sembrano esser state mitigate da primi soccorsi fatti sulla strada, come delle bende o qualcosa del genere. La prima cosa che prepara, assieme ad una pinza e del disinfettante, sono garze umettate e un ago munito già di filo nero. "Eccoci qui, Ekko. Posso darti del tu? Fammi vedere cos'hai sotto quella maglietta. . . ."

23:15 Kaworu:
 Non sa che emozione esprimere, all'udire il nome del Dottore. < Indubbiamente. > molto alla Piton, giacché è l'unica reaction che gli sovviene in quel momento. < Sì, sono io, Dottore. Non è cambiato nel mentre... > all'ennesima richiesta circa la sua identità, provando a fare un po' di umorismo, almeno per tirarsi su, dato che non c'è niente che lo tiri su. coff* coff*. Leggero sorriso di circostanza. Il Bronzo della Nuvola guarda il medico, ricambiando così quella visuale di occhiate tra sé e lo "Sbocciato". Per quanto fascino possa esplodere quella virile figura, è proprio quest'elemento che non attacca o fa presa con il Nerone Nazionale; la sua mascolina presenza. < Aeje... Santa nuvola... > quando si sente dare dell'amore, socchiude gli occhi, facendo cadere la testa sul lato della spalla sana. < Eh, dottore... purtroppo una missione andata così così Che ci vogliamo fare. So cose del mestiere. > aggiunge, in maniera po' più componente, anche se la voce si può sentire essere provata dalle condizioni non al meglio in cui riversa. Alza la mano intonsa, per andare a portarla verso l'arto lesionato, sorreggendoselo quasi a volersi assicurare che quella parte di sé, danneggiata, sia ancora attaccata al corpo ed al suo posto. C'è a dire che gli fanno male anche i quadricipiti femorali, e la schiena, dove bruciature da freddo arrecano un certo fastidio addosso. Nonostante il suo fisico allenato, temprato anche per resistere grossomodo al dolore, l'attacco che ha subito è stato tosto, tanto da farsi sentire pure su di uno statuario sagomato come quello del Panterone Nero. Fortunatamente, non è stato preso comunque direttamente, il che lo ha in parte salvato da condizioni ben peggiori. Si mette al seguito del cerusico, naturalmente non a passo veloce, così come manifestando un incedere piuttosto stentato, a tipo pinguino, per le cosce che fanno piuttosto male, così come la schiena. Quando saranno arrivati ad una di quelle stanze, si metterà seduto dove gli è stato indicato ed invitato ad accomodarsi. < Ngh... che seccatura... > che stia infortunato. Non gli piace stare male. < E dottò... che ci tengo sotto la maglietta... sta la panza... > con fare un po' comico, almeno si interpreta un po' con goliardia la situazione. Si toglierà la maglia, lentamente, e non senza smorfie di dolore, avendo un braccio acciaccato. < M'ha acchiappato qua, sul braccio sinistro, con delle cose d'aria tipo delle lame, e poi dietro la schiena, e sulle gambe, con una alitata fredda, manco stessero girando la pubblicità di quei famosi chewingum... > proferisce, restando perciò a torso nudo ora. Un petto scolpito, così come l'addome placcato di muscoli, scultoreo e rifinito.

Ha una certa fame, magari non ha ancora cenato. Però, non si sbilancia - ne tanto meno si tiene quelle occhiate profonde per se'. Per lo meno, è uno che si spiccia nel fare le cose, tant'è che sembra avvicinarsi - insolente - puntandoti con un piccolo batuffolo di garza dopo averlo impregnato in quello che a tutti gli effetti pare ed odora come un disinfettante dalle tonalità verdastro pallido. " E fammi vedè sta panza! " Ha un che di civettuolo, di metropatico probabilmente - ed è subito dubbio se il dottor Sbocciato ha le gambe depilate o meno. Ma non pensiamoci troppo che dopo pare piuttosto strano. Le parole di Ekko vengono percepite ed assimilate con un lento annuire del carrè nero che veste meravigliosamente. Aggira il lettino, incombendo come un monte di fascino e charme inaudito alle tue spalle e cercando di tamponarti li dove la ferita è più profonda. Piccoli rivoli gelidi attraversano la schiena, il braccio, e non deve essere così piacevole data la temperatura perennemente bassa che vige negli ospedali. Si cura di ripulirle e poi cucirle - almeno lì dove la pelle sembra distanziarsi un po' troppo. Sono in realtà un paio di punti in tutto, forse più ad altezza del braccio - e mentre lo fa' sembra rivolgergli un broncetto pensieroso. " Le scottature da freddo per lo meno sono già cauterizzate, ma vediamo se riesco a darti un po' di sollievo. Va bene? " Eccolo posare gli arnesi del mestiere e passare alle maniere forti(?). Ambo i palmi scaldati uno contro l'altro sembrano volersi riflettere su alcuni punti focali. Si prende un attimo, il dottore, inspirando lievemente e poi lasciando defluire quel nettare incorporeo che è il chakra. Un piccolo bagliore ne riempie falangi e arti e - in poco tempo - il sollievo diviene una certezza non troppo utopica. Come se gli avesse lavato via ogni cosa. A tratti ivi dove le mani passano - oltre la spalla per il bicipite - i tagli più piccoli sembrano sparire del tutto, mentre i più gravi, sembrano rimarginarsi poco a poco. Divenendo cicatrici, cicatrici vecchie, poi macchiette in via d'estinzione. E lo stesso potremmo dire per le gambe. "Dovreste fare più attenzione, voi ninja, non buttarvi sempre nel chaos in modo sconsiderato !" Sbuffa lo Sbocciato, levando le proprie mani terapeutiche e allontanandosi con un levarsi dei guanti. "JunkoOOooo!" Uno strillo da vero uomo vestito da majorette fuori da La Toya ad Ibiza, affacciandosi dalla tendina richiamando l'attenzione di qualcuno. "Abbiamo finito, Ekko. Dovrebbe andare meglio, ma ti faccio prescrivere da Junko degli antidolorifici. Da prendere giusto sta sera e domani mattina. E stai attento, va bene?" Veloce e QUASI indolore, lascia cadere i guanti in un cestinetto, premurandosi di lasciarti la prescrizione sul lettino. "Ti auguro una buona serata......" Suspance, si, troppa. Eccessiva. Tre punti non bastavano. Perchè sotto la prescrizione puoi vedere un cuoricino, ed un numero di telefono. Magari è quello di Junko. A te, scoprirlo. O no. [END]
Dottor Orolhandu lo sbocciato: https://i.imgur.com/esTWmWn.jpg

23:47 Kaworu:
 < Uomo di panza, uomo di sostanza, dicono i vecchi delle mie parti, Dottò. > ribatte ironico verso il medico, tentando di rimanere abbastanza scherzoso nel rapportarsi con quest'ultimo, benché il tono sia sempre un po' sporcato dalla fiacchezza e dall'indolenzimento. Anche nella postura, non è propriamente corretto, manifestando delle imperfezioni derivate dai bruciori delle scottature prevalentemente, che sembrano essere il grosso dei danni subiti, benché in via di smaltimento. Un tremore nel sentire il freddo degli strumenti che ben concilia con quello dello stesso ambiente ospedaliero; oltremodo, le sue scottature sono anche dovute dal gelo di quel soffio pungente esalato dal ninjutsu del chunin caposquadra. < Brr... > un tremulo lamento, più per riflesso incondizionato, che per vera e propria necessità di esprimere disagio. < So grave, dottò? > non è che sia un luminare della medicina, non sa cosa voglia dire cauterizzate, e quando quello gli esprime l'eventuale possibilità di dargli un po' di sollievo, non riesce bene a collegare se per via di condizioni di salute precarie, o perché invece sta cercando di aiutarlo ugualmente, nonostante sembri stare riprendendosi spontaneamente. < Fate quello che ritenete opportuno, dottore. Sto nelle vostre mani. > collaborativo, almeno sembrando in apparenza fidarsi di quella figura che, malgrado tutto, non gli ha fatto suscitare eventuali dubbi circa la sua professionalità. Quando giunge il sollievo, scaturito dall'afflusso magico del chakra delle mani terapeutiche, quella sensazione di benessere lo fa riprendere. < Aaah... ora sì che si ragiona... > è piacevole, dopotutto, inevitabilmente poi, per il giovamento. < Eh, tenete ragione dottò. In effetti, ho fatto un po' una ca***a, me l'hanno detto pure i sempai, però che vogliamo fa, so' ragazzo! Mi devo fare le ossa! > ribatte, con oggettivo riconoscimento del proprio sbaglio, ma anche con una leggera giustificazione, tipicamente napoligakurese. < che è stato?? > quando quello urla, allarmato. Sgrana le iridi, si guarda attorno, aspettandosi chissà che attacco. < Mannaggia i kami, mi avete fatto fare il giallo... > massaggiandosi la fronte, da dove ha sudato freddo per quell'istante che quello se n'è uscito con un urlo tipico da chi è caduto sugli scogli con gli zebedei. < D'accordo dottore, come dite voi. Voi mi dite quello che devo fare, e io lo faccio. > annuendo, in modo tranquillizzante, all'insegna del cerusico. < Anche a voi, state bene. > lasciandolo andare, mentre recupera la prescrizione. S'accorge del numero di telefono; così del cuoricino. Magari, però, aspetterà prima di vedere Junko chi sia, cosa sia, come sia, prima di valutare cosa fare di quella misteriosa combinazione di numeri. (//EnD)

Ambient di cure per il piccolo Ekko ingiustamente ferito dallo sciocco Haru.