Due alpha a confronto
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Giocata del 14/05/2021 dalle 15:46 alle 17:46 nella chat "Chiosco di Ramen "
Una bella serata s'apre innanzi al chiosco di ramen. Non si può dir che non sia originaria di Konoha quando al posto del sangue le scorre brodo di manzo nelle vene. Davanti ad una richiesta inerente ad un'ipotetica cena galante, ha avuto la brillante idea di proporre il chiosco di ramen in modo che fosse meno informale - il che prelude che Mattyse possa pensar meno male del solito, evitando di far saltare in aria l'intero chiosco. Purtroppo, siamo consapevoli del fatto che lo farebbe. Se vuol mangiar bene, era però inevitabile che proponesse Ichiraku. Ed è assolutamente convinta del fatto che all'altro possa piacere, nonostante, durante questi dieci anni, anche la cucina si sia senza dubbio evoluta. Il ciel sopra di loro è per fortuna terso, dunque non v'è preoccupazione alcuna che possa venir a piovere per qualche oscura ragione. Accomodarsi al chiosco non dovrebbe esser un'impresa. Al momento, attende di fronte a quest'ultimo, lanciando rapide occhiate nei dintorni pur di sincerarsi che non ci sia Saisashi o che comunque arrivi l'invitato - o l'invitante, in questo caso. Un top nero dalle lunghe maniche ne copre il busto sino allo stomaco, lasciando scoperto il piatto ventre. Lieve la scollatura che lascia intravedere, affatto trasparente come si potrebbe pensare che sia. Le maniche giungono a tre quarti, permettendole ampia manovra, mostrando il paio di vambracci sottostanti. Un pantaloncino nero a vita alta, invece, ne circonda le flessuose gambe, il quale permette soltanto una lieve visione delle cicatrici che attraversano il corpo della giovane lungo il busto. La vita è altresì circondata da una cintura nera collegata a delle cinghie poste attorno alle toniche cosce. Sulla cinghia di destra, è stato attaccato un porta kunai e shuriken con le relative armi al suo interno. Dal lato opposto, invece, nonostante la cinghia sia presente, non porta con sé alcunché poiché alla cintura superiore v'è unito un fodero con la sua katana. Tornando al lato destro, ma appena defilato sul retro, trova posto anche un piccolo passante usato per portarsi dietro la frusta dal manico rosso. Ai piedi, infine, calza un paio di sandali ninja - quelli vecchio stampo, chissà dove li ha trovati - con tanto di schinieri che giungono sin ad altezza del ginocchio. Manchevole del coprifronte della Foglia, attorno alla gola ha soltanto una collana con il ciondolo raffigurante il ventaglio degli Uchiha nonostante non faccia parte del suddetto clan né v'abbia avuto chissà quali contatti nel corso degli anni passati. Sia mai che giri senz'armi anche quando va a mangiare, eh. [ Chakra ON ] [Chiosco | Sera] La sera prescelta da Furaya è giunta alla fine, non pronosticata ne mai pensata prima di quel giorno in piazza ad Ame eppure la geniale mente dell'Otatsu si è fatta avanti delineando un piano meticoloso in pochi secondi trovando in ella un possibile obiettivo. Il tempo è solito dare risposte, portare consiglio ma in questo caso è tutto diverso, l'azzurro piega il tempo ai suoi voleri quando occorre, accelerando o accorciando in base a ciò che necessita. Chiunque incontra può rivelarsi essere un alleato, un nemico o solo un mero intralcio lungo il cammino, deve capirlo prima di attuare il vero piano e la cena con lei concordata è un banale mezzo per un semplicistico fine di conoscenza e metodica preparazione al futuro. Il quartiere konohano è a lui quasi del tutto sconosciuto ma poco ci vuole per trovare il famoso chiosco di Ichiraku, una meta, a quanto pare, molto ambita tra i residenti dove la cucina dell'uomo spicca più di qualunque altra cosa; non esattamente l'idea creatasi nella mente dell'azzurro in cui locale da lui immaginato è più sofisticato e meno alla portata di tutti. Per il raggiungimento dell'obiettivo, però, questo e altro, non sarebbe stato un banale chiosco a fermarlo, al contrario, con molta probabilità avrebbe facilitato l'impresa di conoscenza ai danni di Pakkurida e per poterla mettere ancor più a suo agio, ha optato per un comparto vesti più spartano, anche se lontano dal suo solito outfit. Nonostante tutto dimostra ancora vent'anni nel fisico e nell'aspetto e come si vestono i ventenni di oggi? In quale modo se non con delle vesti di ninja? Ha passato un'intera nottata ricercando le nuove mode, nuovi vestiti, uscito persino a comprarne qualcuno in più per mimetizzarsi al meglio con la foglia e non essere da meno a quella lunga e, si spera, bella serata. Tali vesti comprendono un lungo blue jeans, scuro, sugli inferiori arti il quale si restringe fino a divenire aderente sul polpaccio e la caviglia e un paio di scarpe nere di stampo sportivo. Una cintura marrone, con fibbia di un'oro scuro al centro, passa nei passanti dei jeans e una catenina, sul lato destro, è attaccata ad uno di questi passanti inserendosi nella tasca. Camicia nera posta sulla parte superiore del corpo, coprendo interamente gli arti superiori e inserendosi all'interno dei calzari; i botton vengono chiusi quasi del tutto lasciando uno spacco a V sul petto lasciando intravedere parte di esso e qualche cicatrice presente su entrambe le spalle, la fine di esse per lo meno. Capelli corti e brizzolati scendono per il capo e una mandibola umana ricopre il lato destro del volto nella sua interezza ma un occhio attento può intravedere una minuscola porzione di cicatrice vicino al labbro. Il passo viene smosso per le stradine del villaggio, cobalte a guardarsi intorno, evitando passanti, incidenti o qualunque tipo di contrattempo riuscendo ad intravedere la Nara vicino al chiosco prescelto dal ella. La distanza si accorcia giungendo nella di lei prossimità <Siete bellissima> rompendo il ghiaccio fin dall'inizio. [Outfit: https://www.deviantart.com/djedmix69/art/GRIMMJOW-BLEACH-THEME-DJedmix69-336167101] Partiamo dal presupposto che, personalmente parlando, mi sto dissociando completamente dalle mosse di questa svergognata. La parte divertente è invece la possibilità di beccare Saisashi e Mattyse nello stesso luogo, mentre lei si dà appuntamento con un completo sconosciuto. Potrebbe succeder di nuovo quant'accaduto al centro commerciale, eppure non sa neanche come faccia a finire in situazioni del genere senza neanche pianificarle antecedentemente. Si tratta d'una calamità, d'una tripla dote innata che soltanto lei è in grado d'attivare nei momenti meno opportuni possibili? Gl'occhi della fanciulla or discendono verso il vestiario che questi ha deciso d'indossar per la serata, per non parlare del complimento che le fa subito dopo. Un complimento per lei inatteso: non ha un amante, l'altro? Certo, ciò non toglie che far i complimenti a qualcun altro non sta a significare automaticamente tradire - ma lei è vecchio stampo, cosa vogliamo farci? <Dammi del tu> Gli propone fin da subito, mai stata desiderosa d'adottare simile linguaggio poiché la fa sentire irrimediabilmente vecchia. La motivazione comunque non sarà affatto nota. Meglio evitare di mettere a nudo simili insicurezze quand'ormai dovresti aver raggiunto la quota della quarantina. <e vogliamo sederci?> Domanda subito dopo, adocchiando alcuni dei tavoli vacanti posti nei pressi del chiosco ai quali è possibile prendere posto per cominciar quella cena a base, ovviamente, di ramen. Pensavate mica potesse ordinare dell'altro? Davvero? Dovrebbero chiamarla Mangiaramen, altro che Pakkurida, Judai o come l'avrebbero potuta chiamare un tempo. <Comunque, stai bene anche tu.> S'esime dall'aggiungere alla di lui volta, mostrando un piccolo e mesto sorriso che s'allarga sul candido volto dell'ormai non più giovane, in attesa d'una risposta che da questi possa provenire sulla base anche delle domande da lei effettuate poc'anzi. Al momento, null'altro vien proferito da lei, lasciando appunto la palla al Kokketsu. [ Chakra ON ] [Chiosco | Sera] Gli occhi son fatti per guardare e ammirare tutto ciò che la natura è in grado di offrire grazie alla suo più grande e complessa creazione, l'essere umano. Gli abiti indossati dalla Nara-Yoton non passano inosservati e lo stesso azzurro ne posa le cobalte rimanendo quasi sorpreso nonostante non sappia praticamente nulla di essa se non quello strano nome, più vicino ad un soprannome che altro eppure non pone domande di alcun genere su di esso e non al momento. La serata è lunga, il tempo dalla sua parte, mettere fretta alla conversazione ne minerebbe la qualità, l'umore e la solidità di nervi di entrambi. Mesto rimane in piedi dinanzi all'altrui figura lasciando che le cobalte ne percorrano la sagoma e le forme prima di sostarsi definitivamente sul viso, più particolarmente negli azzurri della rosa per osservarne la reazione a quel piccolo, ma sincero, complimento. Può adulare tanto se gli occorre eppure a volte l'adulazione e la sincerità vanno di pari passo rendendosi utili entrambi; sarebbe una perfetta menzogna proferire o pensare il contrario di quanto enunciato, l'evidenza vince su ogni possibile gusto di natura personale e lui, lo abbraccia <D'accordo, Pakkurida> il tuo viene portato nel linguaggio utilizzato lasciando da parte la formalità, rendendo quella cena ancor più informale di quanto il luogo prescelto non faccia di per se. Estremamente semplice e diverso da quanto immaginato, un vero chiosco da strada dove la marmaglia si reca per un pasto veloce a basso costo, le finanze di sicuro ne avrebbero gradito e non poco. Iridi chinate verso i tavoli scegliendone uno un po' più appartato, privo di troppa gente nei dintorni e tranquillo ed è li che le leve vengono smosse, portando il passo a macinare le distanze tra loro e la sedia, sedia che verrebbe scostata riportando lo sguardo sulla donna in attesa che prenda posto. Anche in luoghi del genere bastano piccoli gesti per elevarli a qualcosa di più di quanto non sono, piccole mosse di semplice galanteria verso il gentil sesso e solo una volta seduta andrebbe a spingere la sedia facendo, successivamente, il giro del tavolo per poter prendere posto egli stesso, difronte alla Nara-Yoton <Grazie> ricambiandone il sorriso, labbra vengono allargate quanto basta mostrando parte della dentatura, scostando di poco la maschera lasciando intravedere un'altra minuscola porzione di cicatrice, poco ma presente <Questo è il famoso Ichiraku, i konohani che venivano a Kusa dieci anni fa ne parlavano sempre bene, abbastanza da rendermi curioso> verità, falsità, non è importante, importante è lo scopo <Intanto che aspettiamo, parlami un po' di te e poi ricambio> il ghiaccio viene frantumato sotto quelle mere parole di conoscenza. Il di lei passo vien indirizzato alla volta del tavolo vuoto più vicino. Gli permette d'allargarle la sedia da bravo galantuomo, facendole prendere posto. <Grazie.> Commenta, seppur quelle attenzioni non vengano gradite chissà quanto. S'è sempre definita una donna indipendente, dopotutto, talmente tanto da costringere chi le stava di fianco a sgridarla la stragrande maggioranza delle volte. Si sobbarca d'un carico indicibile, purché faccia tutto lei, purché abbia tutto sotto controllo e purché niente vada storto. Una volta preso posto entrambi, seduto l'uno di fronte all'altra, la fanciulla poggia i gomiti sulla superficie del tavolo, incrociando le dita sotto al mento in modo che riesca a trovar una posizione comoda quanto elegante. Incrocia le gambe sotto la sedia, poggiando la caviglia manca sulla specular opposta. Accavallate avrebbe fatto la sua sporca figura, ma non sembra esserne particolarmente incline; probabilmente, la di lei seduta è molto più comoda così facendo. La di lei schiena vien appena arcuata innanzi, mantenendo però ritta nella zona lombare per quanto possibile. <Da quel che ho capito, ultimamente s'è anche allargato abbastanza da passare per gl'altri distretti.> Il suo chiosco è diventato una vera e propria catena, tanto da risultar persino più famoso di quant'avesse potuto esserlo un tempo. <Tuttavia, mi fido soltanto dell'originale.> Solo di colui che a Konoha v'è nato e cresciuto, quella vera, l'originale d'un tempo. Gl'occhi chiari si spostano dall'altrui figura a quelle nei dintorni, giusto per sincerarsi che non vi sia nessuno che possa pensar male o che possa scatenare nuovamente quant'accaduto al centro commerciale qualche settimana prima. Si tratta di mera prevenzione. <No no, mio caro> Tornando a fissar l'interlocutore. <avevamo stabilito che mi avresti raccontato meglio quella faccenda se fossi uscita a cena con te.> E' per amor del gossip. Deve dimostrarsi una buona comara in tutti i sensi, altrimenti perché avrebbe accettato? Per un'uscita galante? Oh no, voi non avete capito proprio nulla. E' egoista anche lei talvolta. [ Chakra ON ] [Chiosco | Sera] Seduti, accomodati, non resta altro da fare che ordinare e gustare ciò che la famosa Konoha ha da offrire e da donare a chi, come lui, risulta esterno. Peccato non esser mai riuscito a visitare il vero villaggio, un'esperienza mancata come quella di Ame, rimasto chiuso e recluso nell'erba per troppo tempo risultando sotto tanti aspetti ignorante e come detto a Sango, si fa bastare ciò che ha. Quella ricostruzione è ciò che più vi è di fedele all'originale, forse non nei minimi particolare ma essa dimostra di essere la foglia in tutto e per tutto, dalle persone, agli edifici, le strade, tutto riconduce alla fama del villaggio, persino il monte è uguale a quello di un tempo ed è proprio questo che lo porta a fare una considerazione. Il viso di Pakkurida rasenta quasi l'uguaglianza con uno dei volti scolpiti nel monte e solo ora che è difronte a lei, in quel villaggio, consapevole di cosa esso abbia in se, si ritrova a pensarci. Una coincidenza divertente e ironica, il fato ha ucciso una traditrice per ricreare una figura a lei simile, un modo per fare ammenda magari, riproponendo un soggetto privo di quei peccati commessi in passati, portandolo sulla giusta via che il vero mondo necessita. Tante le possibilità, tanti i motivi e avrebbe avuto tutto il tempo di analizzarli minuziosamente ma prima deve far partire la conversazione, comprendere veramente chi ha davanti a se, capire se si tratta di un nemico o di semplicemente qualcuno da lasciar perdere permettendole di vivere inconsciamente la sua vita <Probabilmente non sono a Kagegakure da abbastanza tempo ma nel distretto di Kusa, non l'ho visto> non che faccia parte dei suoi interessi, in quelle settimane non ha cercato mai una volta un chiosco simile preferendo la tranquillità della propria dimora, la solitudine di essa e la capacità di portarlo a ragionare in maniera lucida e distaccata da tutto e da tutti. Domande poste ma non accolte, al contrario, rigirate rimembrando quella specie di condizione dettata dal loro primo incontro e un sorriso scaturisce da ciò perchè una singola frase è capace di caratterizzare un'intera persona e la rosa ama conoscere e approfondire i fatti altrui. Disposta a piegarsi per una cena pur di apprendere il privato altrui <Da dove comincio allora> relegando la schiena allo schienale della sedia, mettendosi comodo, riportando le cobalte nelle azzurre altrui <Io e questa persona abbiamo un passato tumultuoso, ci sono stati scontri per così dire dove ne sono uscito radicalmente cambiato, in meglio o in peggio, è soggettivo> non entrando nei veri particolari della vicenda, evitandoli accuratamente <Dopo ci siamo persi di vista per dieci anni dove, almeno io, sono rimasto bloccato all'improvviso per poi ritrovarmi in un mondo tutto nuovo chiamato Kagegakure> ammettendo di essere anch'egli un attempato proprio come la qui presente <Questa persona si è ricordata di me e mi ha scacciato all'inizio ma io ho giurato a me stesso che avrei fatto di tutto per diventare parte di essa, contando anche che siamo divenuti molto simili sotto certi aspetti> non specificando quali ovviamente <E poi è arrivato Ekko proprio nell'unico momento in cui non doveva arrivare nessuno e come è finita? Prova già sentimenti per qualcun altro e nonostante mi abbia fatto il nome, non ho idea di chi sia> mettendo fine alla storia, una parte almeno, quella che i comuni esseri viventi possono reggere senza scoppiare o impazzire. Una storia estremamente banale, alla portata di tutti e così deve essere <Comunque, ci stavo pensando prima, assomigli molto alla decima Hokage. L'altro ero sul monte e ricordando il volto di pietra e guardandoti, non posso far a meno di notare la somiglianza> concludendo con un leggero sorriso.
Giocata del 16/05/2021 dalle 15:25 alle 18:57 nella chat "Chiosco di Ramen "
Lancia un'occhiata nei pressi, accertandosi d'intravedere una figura alla quale possa ordinare il pranzo odierno. Attenderà qualche altro istante, preoccupandosi delle parole altrui e godendosi la di lui presenza. Si stringe nelle spalle innanzi all'affermazione che fa circa l'assenza del chiosco di Ichiraku. <Non ricordo esattamente in quale distretto fosse.> Pronuncia, tamburellando il mento con l'ausilio delle dita della dritta mano. Non conosce abbastanza bene Kagegakure da dargli delle informazioni precise sui luoghi d'interesse. Anzi, non vuole neanche interessarsene. L'importante è riuscire a tornare a casa senza perdersi in chissà quale distretto. A ben pensarci, la conosce veramente poco. E, come al solito, è reclusa nel distretto di Konoha la stragrande maggioranza del tempo. La sua vena da comara vien fuori immantinente, portando la donna a poggiar il mento sulle dita intrecciate tra di loro. Mantien dunque sollevato il capo, portando le iridi color ghiaccio alla di lui volta. Ne ascolta ogni parola, prima di replicar a sua volta in merito a quanto scoperto adesso. <Dipende dal soggetto e da ciò ch'è accaduto, ma deduco che si tratterebbe di scender troppo nei particolari.> E quindi evita di farlo giacché non ha chissà quale grande confidenza con il qui presente. Qualora vorrà, potrà parlarne liberamente lui, ma dal canto proprio si limiterà ad ascoltare e a rispondere nel modo più congeniale possibile. <Rimasto bloccato?> Le sovviene subito la domanda, poiché la risposta potrebbe conoscerla già. Piega un sopracciglio al di lui indirizzo, portando altresì la testolina dai rosei ciuffi a chinarsi da un lato. Manterrebbe ancor costante la visuale su questi, continuando ad ascoltarlo con attenzione. A quanto pare, dal racconto ch'emerge dalle di lui parole, Ryoma prova dei sentimenti per questa persona che, a sua volta, ne prova per qualcun altro. Il triangolo no, non l'avevo considerato... <Oh, mi spiace. Purtroppo succede di non essere corrisposti.> La pura e nuda realtà. <Beh, diciamo che Ekko si trova spesso e volentieri davanti ai piedi.> Per non essere troppo scurrile, lasciandosi andare ad una piccola risata per cercare di smorzare la tensione creatasi. E' l'ultima frase riguardante la sua somiglianza con la Decima che la lascia un po' inebetita. L'espressione sorpresa dice tutto. Fa appena spallucce, mostrando un altro piccolo sorriso, mettendo in campo la sua messinscena solita. <Succede spesso che dicano che le assomiglio.> Accadde anche con Nejo qualche giorno prima, sfruttando la questione della sua ipotetica morte o sparimento è riuscita a cavarsela egregiamente. Si spera che anche con lui funzioni alla perfezione. <Ma purtroppo non sono lei.> Lo era una volta, adesso non è passabile d'esser un Hokage, a meno che non rimetta davvero in piedi Konoha il prima possibile. Solo allora potrà definirsi tale. [ Chakra ON ] L'importanza donata a quel misero chiosco risulta anche troppa, un singolo centro del villaggio sta attirando troppo la loro attenzione ed il discorso deve vertere su altro, su qualcosa di più appagante e interessante rispetto a del mero ramen di manzo. Probabile sia anche buono ma non merita un entusiasmo del genere, non quando esistono cose di maggiore importanza a cui badare e per cui esaltarsi. Fa spallucce lasciandosi alle spalle Ichiraku mentre scorge un cameriere giungere dalle loro parti fermandosi al tavolo, pronto a prendere gli ordini <Prendo ciò che ordina la signorina, sia cibo che bevande oppure mi sorprenda lei> poco gli importa cosa ordinare, lei ha scelto quel luogo, perciò è lei a farsi carico dell'onere di elevare il chiosco a qualcosa di più di semplice cibo da strada a basso costo. Inspira avanzando col petto, inalando dentro di se l'odore proveniente dalle cucine permanendo in attesa della decisione di Furaya e della sua scelta. Piccoli dettagli che passano velocemente in sordina nel momento in cui il racconto prende piede, molto mitigato e censurato delle parti violente, omette tutto ciò che potrebbe infangare il suo nome per adesso, complice la nulla conoscenza con l'interlocutrice in questione. Portare alla luce certi dettagli non è consono quando si vuol ottenere qualcosa, rischia solo di sconvolgere una mente fragile e non preparata alla vera essenza del mondo, all'oscurità che ha portato il genin alla luce <Mettiamola così, paragonato ad esso, prima ero un agnellino> e solo lui si ritrova consapevole come le virgolette per la parola agnellino siano tante, troppe per poter essere concepite sul serio. Il passato prima del rosso è oscuro e quest'ultimo non ha fatto altro che svelare il suo vero io aiutandolo a divenire quello che è adesso, estremizzando la personalità di un ragazzino portandola al suo naturale, esasperato, limite <Dieci anni fa sono rimasto, congelato per così dire e al mio risveglio mi sono ritrovato in un mondo in cui esiste Kagegakure e dove io non sono invecchiato di un giorno. Ho l'aspetto di un ventenne ma in realtà ho dieci anni di più> quindi trenta, non poi tanto piccolino <Ho dovuto persino cercare un nuovo lavoro avendo perso tutto> un mesto sorriso scaturisce al ricordo di un avvenimento tanto inconsueto quanto particolare. Non ci pensa mai, non gli interessa farlo trattandosi di un avvenimento oramai passato, impossibile da cambiare, probabilmente ma ci sta lavorando, solo questione di tempo. Capo chinato permettendo alle labbra di estendersi in un leggero sorriso trovando nelle parole della Nara-Yoton quella comune falsità che può emergere da un racconto del genere <Questo è il punto, Pakkurida> una piccola pausa <Vedi, noi siamo il prodotto delle nostre esperienze e dei nostri incontri. Sono le conoscenze che facciamo e, di conseguenza, gli avvenimenti della vita a formarci ma in tutta la nostra esistenza ci sono massimo una o due persone capaci di influenzarci a tal punto da diventare qualcos'altro, addirittura ci ritroviamo a diventare una copia di essi, quasi in tutto e per tutto> altra pausa permettendo di far comprendere all'altra il discorso <Perciò, puoi non amare te stesso?> ecco la domanda fondamentale e fulcro della fissa nei confronti del rosso <Tu hai mai incontrato qualcuno capace di trasformarti, facendoti passare dallo Yin allo Yang?> comincia così il passo successivo, conoscere ella, carpire chi sia veramente la donna con cui sta intrattenendo una conversazione <Ekko dovrebbe praticare più spesso quello che cerca continuamente, magari si stanca> ricambiando la leggera risata altrui, piccola, poco incentivata ma rilassante, grazie Ekko per essere l'involontario comico della situazione. Si verte di nuovo sulla rosa e della somiglianza fisica con la decima Hokage, straniante ma non del tutto strana <Non mi avrebbe sorpreso il contrario, se io sono qui, anche lei potrebbe essere viva> portando le cobalte in quelle azzurre. Innanzi alla richiesta dell'ordinazione, ovviamente la fanciulla non può esimersi dall'ordinare un piatto tipico locale. <Una ciotola di ramen e dell'acqua.> Evita opportunamente l'alcol in ogni sua forma, tanto più in un'uscita con qualcuno che non conosce. Deve mantenersi vigile, come al solito. <Quindi, ora sei diventato un lupo.> E diviene appena più seria. Lei, d'altronde, si definisce il capo branco: il lupo alpha per eccellenza. Pakkurida significa proprio questo. Non si tratta d'un appellativo datosi a caso. In attesa di quanto richiesto, permane ben attenta ai discorsi che va affrontando assieme a quest'ultimo. Egli riferisce d'esser stato rinchiuso per dieci anni all'interno del cristallo, la qual cosa non la stupisce. Probabilmente si trattava d'un contingente nemico, ma a giudicare dalla provenienza altrui potrebbe anche esser un ninja al servizio di Yukio, al tempo. <Io ho combattuto al fianco dell'Hokage, dieci anni fa.> Questa è la storia che sta raccontando a tutti, compreso Kamichi. Lascia credere agli altri ch'abbia partecipato come un ninja al fianco di quest'ultima, ma che non sia affatto lei. E pensare ch'invece fu proprio lei a muover i primi passi, ad esser portatrice della guerra e della sua forza militare. <Ma non sono rimasta congelata, come dici tu.> Ovviamente deve anche evitar di pronunciar frasi o parole che possano in qualche modo tradirla. Gesticola appena con la dritta che vien spostata da sotto al mento, abbassando l'altra mano a ridosso della superficie lignea. <Difatti, avevo vent'anni all'epoca della battaglia ai Monti ardenti.> Il che lascia intender che or sia cresciuta col passar del tempo e che ne abbia una trentina. Al contrario, ne ha dieci di più. Tuttavia, deve far qualunque cosa per mantener un basso profilo. Son poche le persone ch'hanno scoperto ch'è ancora viva e vuole che questo perduri, al momento. Meno occhi addosso e meglio potrà agire, senza neppur immaginare il controllo che vige all'interno del villaggio comune. <Purtroppo è normale. Con l'aver perso tutto, era inevitabile dover cercar un posto in cui stare assieme ad un altro lavoro.> Il che è una mezza verità, poiché comprende che abbiano dovuto costruire in fretta delle mura nelle quali rifugiarsi, ma si dissocia completamente dalla mancanza di tentativi di cercare di riappropriarsi del mondo esterno. Avrebbero dovuto riconquistare i villaggi col passare del tempo. Ma è un discorso che, in questo momento, non intende intraprendere con Ryoma. <Di che lavoro ti occupi?> Giusto per far conversazione, ovviamente. Si preoccupa ancor d'ascoltare, così come di rispondere direttamente alla di lui affermazione, nonché quesito successivo. <Assolutamente. Vi saranno sempre persone che, nel corso della vita, anche soltanto con un mero incontro, possono rivoluzionare il nostro modo d'essere. Ci portano a pensare e a riflettere.> Annuisce alle proprie parole trovandosi d'accordo con questi. Quante volte è successo che un singolo incontro con qualcuno potesse portare la Nara a pensarci su nei giorni e mesi a venire? Troppe, tante volte. E magari non ha neanche mai più incontrato quella persona. E nonostante tutto, continua a conservarne un buon ricordo. <Per vivere bene, devi amare te stesso.> Commenta alla di lui volta, tamburellando con i polpastrelli e le unghie sul tavolo sottostante, spostando l'attenzione nei dintorni. Non v'è nessun volto particolare che possa riconoscere o attirarla, pertanto torna immantinente a scrutar l'interlocutore con il quale si sta intrattenendo. <Certo.> Mattyse è uno di questi. Le ha scombussolato completamente la vita. <Mio padre, sicuramente.> Risata amara la sua, evitando d'approfondire il discorso. D'altronde... parenti serpenti, come si suol dire. Fa spallucce innanzi a quanto commentato nei confronti d'Ekko. Tutto sommato, non le interessa più di quanto non abbia già proferito in tal senso. <Potrebbe. E se così fosse? La gente odia i ninja del passato. Non siamo riusciti a proteggere ciò che avevamo.> Quindi, perché dovrebbe tornare? Perché dovrebbe provare a farsi ben volere da quei conigli? [ Chakra ON ] Un'ordinazione semplice e magra quella richiesta da Furaya, non ribatte nulla limitandosi ad annuire ed attendere l'arrivo delle pietanze in questione, fiducioso che possano rivelarsi gustosi almeno la metà della fama del famigerato Ichiraku. Konoha, un posto che solo ora sta imparando a conoscere e partire dall'arte culinaria è uno dei modi più veloci per comprendere la direzione intrapresa da esso e la mentalità dell'odierna Foglia. Chi lo sa, magari tutto ciò che è successo nel passato li ha portati ad un profondo cambiamento interiore rendendoli più della loro fama ma forse sono solo congetture che si sta facendo, forse non è cambiato nulla e non hanno imparato nulla <Se vuoi definirmi così ma non permettere mai più a nessuno di farmi tutto quello che ho subito. Mangia per evitare di essere mangiati> nel suo caso, in senso letterale. Ha perso così tanto sangue per colpa del rosso, ha perso il liquido della vita e adesso è quello stesso sangue che avrebbe preso agli altri unendolo al suo, ampliandolo e gustando l'essenza interiore di un'essere umano. Riesce a sbloccare la rosa la quale aggiunge ulteriori informazioni su di se e sugli avvenimenti passati rendendola ben più interessante di quanto possa apparire; nozioni di una certa importanza che ne delineano la persona, il ruolo dai lei occupato tempo orsono al fianco della Nara <E che tipo era l'Hokage? Sono curioso di sapere un punto di vista senza peli sulla lingua> combattendo al suo fianco potrebbe conoscerla, averci parlato, magari intrattenuto un rapporto molto personale e privato <Perciò hai vissuto il cambiamento, qual è stato il percorso che ha portato a tutto ciò? Da dove è iniziata questa rivoluzione interna?> quesiti inerenti a Kagegakure, conoscere direttamente da qualcuno la storia risulta essere molto più avvincente ed importante di leggerla su un libro, scritto e riscritto da ipocriti i quali modificano gli avvenimenti in base a ciò che occorre far sapere <Se può consolarti, ti avrei dato dieci anni in meno> non dimostra trent'anni, nel modo più assoluto. Un banale complimento di circostanza portata avanti con un mesto sorriso che tutto dice e nulla vuole, dopotutto devono far conversazione in qualche modo ed essi fanno parte del pacchetto <Purtroppo> concordando pienamente con il parere altrui, la ragione è di entrambi. Ricominciare è difficile in tal senso, trovare un lavoro ed una nuova casa al giorno d'oggi risulta essere un'impresa più grande di qualunque altra cosa <Sono un disegnatore e un tatuatore. Ho reso una mia piccola passione un impiego ed a tempo perso disegno o dipingo ritratti> su commissione o meno lo decidono sempre gli altri, è solito disegnare chi incontra, specie se gli incontri hanno una rilevanza non indifferente nella sua vita ma son dettagli insignificanti <E tu? Qualche occupazione?> la conversazione prosegue eppure l'argomento viene accantonato quando la ragione gli giunge all'orecchio udendo parole a lui favorevoli. Annuisce, soddisfatto di qualcuno in possesso di un pensiero a lui comune. Gli incontri fatti possono essere blandi e inutili ma qualche volta capita di incontrare qualcuno capace di rivoluzionare la vita, in bene o in male, di apportare un cambiamento significativo persino nel modo di pensare <Appunto Pakkurida, appunto> e il suo carceriere non può non amarlo, essi sono uguali, sono la stessa persona, creatura e creatore ed è solo questione di tempo prima che anch'egli lo capisca <E' la terza volta che ti guardi intorno, hai paura di incontrare qualcuno? O aspetti qualcuno?> nonostante le chiacchiere, l'attenzione è realmente sulla di lei persona e quegli sguardi portati alla volta del posto non passano inosservati, soltanto ignorati ma dopo varie ripetizioni è impossibile non domandare, esattamente come la risata da lei effettuata risulta straniante e improvvisa <Tuo ti ha influenzata molto?> i genitori sono i primi a plasmare l'identità di una persona ma non i definitivi, di passaggio come molti altri. Il sorriso viene meno provando a rendere partecipe l'altra di un pensiero mai espresso prima ad alta voce <Quelli di adesso non hanno la minima idea di cosa avevamo> sputando una sentenza <Si sono tutti ammosciati davanti alla tecnologia, ai telefoni e le comodità moderne. Non hanno idea di cosa vuol dire essere davvero degli shinobi e cosa comporta ricoprire un simile ruolo, negativo o positivo che sia> fermando il verbo per un singolo attimo <Solo chi ha vissuto prima di tutto questo può osare manifestare il suo odio, non questi beoti. Troppo facile odiare da un divano. Se l'Hokage fosse davvero viva, dovrebbe fregarsene e dimostrare di avere personalità dimostrando cosa vuol dire essere shinobi> concludendo, per adesso. In attesa ancor della pietanza che dovrebbe esser in fase di preparazione finale, a giudicar da quel che può scorgere nel chioschetto poco distante, continua a preoccuparsi delle affermazioni altrui. <Nessuno dovrebbe farsi mangiare. Attaccare per primo. Non aspettare che gl'altri lo facciano con te.> Una delle prime regola della sopravvivenza nel mondo quotidiano. E' utile anche in contesti privi d'una lotta vera e propria. <E muoversi in branco, come fanno i veri lupi. Mostrarsi come il fiero alpha e circondarsi d'un branco del quale potersi fidare ciecamente.> Lei l'ha trovato con la Task Force. Un tempo, avrebbe definito Konoha il suo branco, se non vi fossero stati dei traditori al suo interno. <Che tipo era, mh?> Deve prendere in considerazione il modo in cui parlavano di lei, anziché parlar per come si autodefinisce. La risposta sarebbe diversa a seconda dei casi, com'è giusto che sia. <Di buon cuore> Lo ha sentito dir a qualcuno, forse eran le anziane del villaggio. <che si prodigava all'aiuto del popolo senza chieder nulla in cambio.> Si stringe nelle spalle, rimuginando su qualcos'altro che potrebbe aggiungere, ma che in questo momento non sembra riuscire a trovare. Scenderebbe in dettagli che soltanto la vera se stessa potrebbe conoscere e non le sembra affatto il caso. <Dicevano di lei che si sobbarcava fin troppo, senza mai chieder una mano. E in effetti, non l'ho mai sentita lamentarsi.> Riporta gl'occhietti chiari alla di lui volta, soppesando le parole che ha appena proferito assieme alla plausibile reazione che queste dovrebbero portare alla di lui volta. La domanda successiva potrebbe rivelarsi in effetti difficile. Deve impersonare qualcuno che ha vissuto affianco a se stessa. E' incredibile in quali guai va cacciandosi con le sue sole mani. <Non credo possa definirsi una rivoluzione interna, quanto più la consapevolezza del fatto che i ninja del passato hanno fallito. Di conseguenza, gli abitanti di Kagegakure non si fidano di questi ultimi, ripudiandoli del tutto.> La qual cosa la costringe a storcer le labbra per il malcontento, scuotendo al contempo il capo da una parte all'altra. E' facile intuir come non si trovi d'accordo, il che è imputabile anche all'aver partecipato attivamente a quella battaglia, proprio come gli ha detto all'inizio della conversazione. <Ah sì? Grazie.> Ridacchiando per via del complimento. Il lavoro ch'egli svolge invece vien accolto con uno sgranar delle palpebre da parte della fanciulla, la quale l'osserva. <Davvero? Anch'io facevo la tatuatrice un tempo. Poi ho smesso. Per via della guerra, era ben più utile ch'io facessi il fabbro.> Soprattutto per via dell'innata Yoton, ma rivelargli la sua appartenenza a tal clan - seppur non geneticamente parlando - risulterebbe troppo simile alla vera Hokage. Quindi, fa prima a tenerselo per sé. Risponde anche alla domanda successiva, preoccupandosi del cibo che in tal istante arriva al tavolo. <Grazie.> Nei confronti del cameriere in questione, tornando ad ascoltar quanto proferito dal Kokketsu. <Mh? No. In queste zone, ci lavora un ragazzo che conosco.> Senz'aggiunger altro. Si riferisce ovviamente a Saisashi e definirlo ex non sarebbe neanche corretto. E' una situazione difficile quella che stanno attraversando, tanto meno preferisce parlarne. <Mio padre era molto carismatico. Ciò che voleva, pretendeva d'ottenerlo ad ogni costo. M'ha insegnato sicuramente a combattere per i miei ideali, ma non nel modo migliore.> E ci sarebbe molto altro ancora di cui parlare a proposito di Ryota Nara, tuttavia si tratta di nomi ed eventi che non può pronunciar ad alta voce. Si limita a piccole e sporadiche risposte che dicono tutto e al contempo niente. <Purtroppo, quel che sto notando, è che la Volontà del Fuoco s'è spenta. A meno che non sia soltanto sopita. Bisognerebbe trovar qualcuno in grado di smuover di nuovo la massa e tornar ad esser quelli d'una volta. Però, proprio come dici tu, la gente par star comoda di fronte alla tecnologia. E non dico sia sbagliato, ma hanno perso completamente di vista i loro valori.> Concorda in toto con quel che lui le sta dicendo, limitandosi ad un breve annuire mentre china il capo alla volta della ciotola fumante. [ Chakra ON ] Concorde con quanto proferito dalla rosa, ha imparato una tale lezione a sue spese versando litri di sangue, patendo una sofferenza impensabile da spiegare a chi ha sempre vissuto una vita tranquilla, priva di esperienze estreme <Giusto ma ho anche imparato ad essere sempre un passo avanti agli altri reagendo di conseguenza> lo sta facendo tutt'ora, sonda il terreno, comprende con chi ha a che fare ricercando in essa un nemico futuro, un alleato possibile, per quest'ultima descrizione è ancora presto. Non ha davvero idea di chi sia veramente, tutto il contrario, è una sconosciuta nella sua forma più pura e se solo sapesse con chi sta parlando, quella conversazione verterebbe su altri lidi ben più specifici e diretti imbarcandosi in argomenti di una certa entità <La fiducia al giorno d'oggi è un pezzo raro, difficile da trovare e ancor più difficile da conservare ma tutto sommato ai ragione, però io mi chiedo, si è disposti ad accettare l'alpha in tutte le sue sfumature?> consapevole che il proprio passato e il proprio obiettivo non è alla portata di tutti, solo i più forti possono reggere tali nozioni ed i migliori riescono a portare a compimento il fine da lui pensato <Io ho bisogno di persone che mi seguano ciecamente e che siano disposti a morire per la causa e devono capire che i traditori hanno vita breve perchè nel momento in cui la mia fiducia viene meno, non esiste kage, kami che possa impedirmi la rivalsa> senza specificare il fine per chi tradisce, sottinteso quanto scontato all'udito di chi vuol veramente capire il discorso da lui portato avanti. Non complicato ma sottile e solo qualcuno capace di pensarla anche un minimo come lui può coglierne ogni più piccola sfumatura di grigio. Il silenzio è palpabile quando si prodiga nella descrizione della decima Hokage, tutte belle parole, complimenti verso una donna del passato, banalità senza precedenti ma come fare per comprendere la verità su un Kage passato? La risposta è quanto mai semplice, provocare e irretire l'interlocutore <Il perfetto Hokage di Konoha però io ho sentito, testuali parole> specificando <Ho sentito definire l'Hokage come una stronza dittatrice alleata con un traditore usurpatore> una descrizione colorita e marcata <Due pensieri davvero opposti perciò mi chiedo dove risieda la verità in tutto ciò> solitamente essa è nel mezzo ma questo vorrebbe dire ammettere una parte di quegli insulti definendoli veritieri. Ha bisogno di apprendere ancor di più sul passato dei Kage, comprendere tutto il possibile. Ha già un'idea su Yukio, l'astio nei suoi confronti è oramai un dato certo ma forse, Furaya, potrebbe ancora salvarsi da quel destino crudele che l'azzurro le sta riservando da tempo. Ode la risposta alla domanda, sorride poggiando i gomiti sul tavolo, incrociando le braccia sul freddo legno <Si ma non è quello che ho chiesto> forse un primo passo falso agli occhi dell'Otatsu ma solo il fato può confermarlo <Come siamo arrivati a Kagegakure, perchè i villaggi non sono stati ricostruiti? Qual è il processo decisionale che ha portato ad una fusione del genere? Cosa è accaduto, veramente, dopo il nostro blocco, per così dire> andando nello specifico, richiedendo quelle informazioni a gran voce <E prima che sia tu a dirlo, non voglio leggere sui libri, essi sono facilmente manipolabili mentre chi ha vissuto può dare una versione più interessante e corretta> evitando in questo modo eventuali ribattimenti da parte della donna, non è stupido, in questo momento ha deciso di essere quasi se stesso da quel punto di vista. L'intelletto in suo possesso va a farsi sentire in quelle piccole cose necessarie; annuisce al ringraziamento non continuando il discorso, restando, però, felicemente illuminato da una nozione passata come quella <Più utile? Comprendo> ciò che ha sempre pensato si sta manifestando, la libertà è davvero assente, da lavoro amato a lavoro più utile per il villaggio, impossibilitata a fare ciò che desidera <Visto il tuo passato in questo campo, ti andrebbe di posare per me? Nel caso potresti darmi qualche consiglio su come migliorare il tratto> una persona fisica da copiare in diretta vale più di un semplice ricordo e migliorare nel disegno, per quanto misero e banale sia, lo rende più umano e più vicino alle semplici menti che vivono nel grande fratello ninja. Non commenta del ragazzo da lei pronunziato, l'interesse è altrove, quanto più cerca di portare la concentrazione sul padre da lei enunciato, un uomo molto particolare ed un dettaglio lo colpisce <Pretendeva di ottenerlo ad ogni costo, un pensiero che condivido e approvo pienamente. Quando si ha un obiettivo, uno scopo, nulla deve fermarti, amici, familiari, amanti, morale, niente> uno scopo è tutto nella vita, senza di esso si è niente, polvere in un mondo di sabbia. <Grazie> a sua volta ringrazia il cameriere avvicinando la ciotola di ramen e, bacchette nella mano destra, prende un pezzo di manzo al suo interno portandolo alla bocca per assaggiarne un singolo pezzo, gustandolo e l'espressione dice tutto sul suo apprezzamento, in questo caso veritiero mentre ode il pensiero dell'ex kage <Per smuovere qualcuno dal suo torpore, bisogno colpirlo al cuore> non la guarda, non la scruta eppure la voce non può che far trasparire la serietà del momento. Una frase dalle mille interpretazioni ed è ansioso di ascoltare quella di Pakkurida.
Giocata del 17/05/2021 dalle 15:26 alle 20:04 nella chat "Chiosco di Ramen "
Un passo avanti agli altri. <La lungimiranza è una grande dote in battaglia.> Professa alla di lui volta, seppur il discorso tenesse in considerazione il confrontarsi con altre persone al di fuori d'una guerra o d'uno scontro. <La fiducia è difficile anche da ottenere.> Non soltanto da trovare. <Chiunque ti stia parlando in questo momento, potrebbe colpirti alle spalle un domani.> E assottiglia l'espressione verso Ryoma, mostrando un piccolo sorrisetto divertito. <Anche tu, ad esempio. O anch'io.> Non osa neanche lontanamente estraniarsi dal discorso, includendovisi. Non conoscendolo e non avendo alcunché in comune per il momento, ambedue potrebbero decidere di far carte false per inculare l'altro e non ci sarebbe nulla di male. Il mondo funziona così. Prima se ne diventa consapevoli e meglio è. <No, ci sarà sempre qualcuno che crede d'esser migliore dell'alpha e questo lo porterà a confrontarsi col diretto interessato.> Prende un piccolo respiro, soffiando poi in direzione della ciotola in modo che possa raffreddarsi il giusto. Nel frattempo, si preoccupa di prender un paio di bacchette, le quali vengono spezzate in modo da separarle e poterne usufruire in un secondo momento. <E' come la guerra. Essa non può vivere senza la pace e la pace non esiste senza la guerra.> Si tratta d'un mero circolo vizioso. Lei, da brava tiranna della pace qual era stata rinominata, in effetti, conosce bene questa situazione. Pretendeva una pace duratura priva dello scontro per ottenerla. Come se parlare e scendere a compromessi fosse per la gente dell'epoca cosa comune. Voleva cambiare le cose. <Da questo punto di vista, la pensiamo allo stesso modo. Siamo due alpha che cercano il loro branco. Ma qualora un membro tradisse, non riuscirebbe a scappare dalla nostra furia.> E ciò la fa sorridere in maniera malinconica, rimembrando Tenshi - la sorella di Mattyse - e Rio - un Kokketsu - che tradirono la sua fiducia, non prima d'averla addirittura presa in giro. Quant'avrebbe voluto ammazzarli? Per la fanciulla, aveva pensato un metodo per catturarla: non aveva messo in giro che si trattasse d'una Mukenin, in modo che si sentisse tranquilla nel tornare entro i confini del Paese del Fuoco. Ma è una vecchia storia, dobbiamo parlare invece di quell'attuale. <Uhm, che io sappia, era risaputo che la Decima Hokage fosse in stretti contatti con l'Hasukage del tempo, Yukio Kokketsu> Due figure sicuramente leggendarie, impossibile non conoscerle per chi, come lei, ha detto d'aver vissuto in quei tempi e combattuto al fianco della Judai. <insieme risollevarono Kiri.> Ch'era stata preda del loro Mizukage. Risolleva gl'occhi chiari in sua direzione, stringendosi nelle spalle. <Non so cosa avesse potuto nascondere quella donna, ma ci saranno sempre opinioni contrastanti su chiunque. Ciò che devi fare è averne una tua.> Non si preoccupa di chi abbia potuto mettere in giro quelle voci sul suo conto, lascia che le scivolino addosso. La società detesta i ninja, dunque non è innaturale che qualcuno non li veda di buon occhio, soprattutto se si trattava d'una figura di spicco. Tira su un paio di noodles tramite le bacchette assieme a qualche pezzo di carne, rivolgendo dapprima un'occhiata al compagno di merende. <Buon appetito.> L'educazione, per fortuna, non le manca. E sol dopo inizierebbe a mangiucchiare, lasciando che la bocca s'inondi del sapore del ramen, della sua terra natia. La di lui richiesta, inerente alla creazione di Kagegakure, anziché al ripristino dei vecchi villaggi fa sì che la speranza in lei cresca ancora. Per fortuna, qualcuno pensa ancora con la sua testa. <I villaggi erano stati completamente spazzati via e i territori conosciuti sono preda delle chimere tutt'ora. L'unica soluzione che sono riusciti a trovare è stata quella d'erigere un villaggio comune nel quale rifugiarsi.> Per fortuna, le parole di Dyacon le suonano in testa, dunque le sfrutta a dovere come se fossero proprie, esattamente come se avesse vissuto questa situazione con le proprie esperienze. <Non comprendo il motivo per il quale non si siano spinti all'esterno. Con la tecnologia in nostro possesso e la potenza di centinaia di persone, avremmo potuto mettere in piedi un nuovo esercito e partire all'attacco. Comprendo che le chimere siano un bel problema, ma ci sono modi per evitarle ed anche per sconfiggerle. L'unico problema è che girano in branco. Eppure... dividi et impera, no?> Dividile. Separale. Sparpagliale. Costringile ad allontanarsi dal resto del branco. Mastica con calma, ascoltando la proposta che le viene propinata successivamente. <Mi spiace, ma non credo d'essere in grado di farti da posa. Però, posso sicuramente darti consigli in merito al disegno.> Su questo, quanto meno, era ancora portata l'ultima volta che ci ha provato. Dovrebbe riprenderci solo la manualità. [ Chakra ON ] Il capo annuisce alla relativa frase della rosa ma i propri pensieri volano al di là della mera e semplice battaglia, pensare con la violenza, credere che determinate caratteristiche possano essere utili sono durante i combattimenti è segno di una mente ristretta sotto quel punto di vista <Non solo, nell'intera vita> essere sempre un passo dinanzi agli altri in qualunque momento della vita e con chiunque intraprende un cammino che va ad incrociarsi con il proprio. Nessuno è mai realmente chi dice di essere, tutti sono pronti a pugnalare alle spalle, nessuno escluso <Non è vero> in disaccordo su un punto al quanto semplicistico e privo di reale difficoltà <L'essere umano è portato a fidarsi di chiunque, basta solo essere consapevoli di ciò che si dice e si fa, toccare i punti giusti e agire nei momenti propizi. Ottenere la fiducia di qualcuno è come un'equazione matematica, basta fare i calcoli giusti e ottieni il risultato> le cobalte sprofondano nelle azzurre altrui lasciando che gli sguardi si incrocino ignorando l'intero mondo esterno, inesistente al di lui udito, privo di voce, tenuto distante per mantenere l'attenzione solo e soltanto sull'interlocutrice con se <Per questo le mie domande non sono mai casuali> null'altro vien detto in favore sostenendo lo sguardo di Furaya <Certamente e lo farei sicuramente se ciò avvantaggiasse la mia causa. Perseguire un obiettivo vuol dire anche questo, essere pronti a sacrificare la persona a te più vicina pur di realizzarlo e se l'altro o l'altra, nutre davvero fiducia, si sacrificherò in automatico> tutto pur di portare a compimento il piano da lui ideato <Ma due come noi hanno il potere di creare un'alleanza fruttuosa o di scatenare una guerra sanguinosa> una proposta? Non esplicita per il momento, pensieri veloci portati al mondo ad alta voce permettendo all'altra di udirle tutti nel modo migliore, facendosi una sua idea <Esatto e io non ho tempo di inutili battaglie con chi cerca di superarmi. Quando scelgo un alleato, mi assicuro che non si rivolti mai> mettere la loro testa sottoterra ancor prima che essa possa alzarsi, piegarli al proprio volere, sia con le parole sia con la forza <Ma un vero Alpha non ha davvero bisogno di tanta violenza perchè basta dar loro un obiettivo per cui vivere e ti seguiranno> ne ha conosciuti tanti, in ultimo lo stesso Ekko e il suo vivere inutile senza un vero scopo da perseguire nel lungo arco della vita <Solo uno sciocco può pensare di avere una una pace eterna, sarebbe un'utopia. Un po' come bene e male, uno cerca di estirpare il secondo in favore del primo ma ci sarà sempre qualcuno votato al caos, è la natura del mondo, la natura umana> discorsi di mera semplicità, una banalità che esalta l'ovvio più totale. Non si può estirpare niente ma solo assecondare e favorire il naturale corso della vita nella totale libertà, un'anarchia totale del mondo <Spero di non arrivare a tal punto, voglio un branco di creature eccezionali con eccezionali poteri> il perchè non viene menzionato, esso è parte del piano da lui ideato e forse è anche stato trovato, ha solo bisogno di ulteriore conferma e comprendere i reali obiettivi di quest'ultimo per implementarli con i suoi rendendo l'operazione più inclusiva possibile per ottenere ciò che desidera. Attenzione completamente focalizzata su Furaya ed il suo parlare tirando in ballo Yukio, confermando il suo status di traditrice, alleata di un traditore. Peccato, un vero peccato ma per fortuna ella è morta e sepolta, un problema in meno a cui rendere conto, almeno questo è quello che l'intero mondo crede <Per farsi una propria idea, bisogna conoscere> naturale, ovvio <Però è interessante hai subito pensato all'Hasukage, perciò egli può essere considerato un traditore> la consapevolezza vige in tutto loro e lei lo sta solo confermando pienamente. <Buon appetito> annuisce masticando la carne insieme a qualche noodles, inghiottendo silenziosamente, gustando quella cena, non la migliore ma vale la fama di un tale chiosco in Kagegaure. Mentre mangia ode le parole da lei pronunziate, si ritrova a concordare pienamente storcendo il naso <Rifugiarsi, che brutta parola. Hanno avuto talmente tanta paura di reagire da preferire una prigione camuffata da grande villaggio piuttosto che riprendersi ciò che è loro di diritto e ricostruire le loro vite come hanno fatto tante volte gli antichi> schifo e ripudio per coloro che hanno optato per una simile e deleteria decisione <L'ho detto, si sono ammosciati tutti, non hanno idea di cosa sia uno shinobi nel senso stretto della parola. Vive gente capace di fare qualunque cosa ma preferiscono abbassare la testa> sorridendo e ridendo a bassa voce, trattenendo la voce stessa per impedire agli esterni di sentire <Questo villaggio è una barzelletta e la gente che ci vive con convinzione non merita di respirare ancora> pur parlando piano, a bassa voce lascia che l'altra possa sentirlo e comprendere il discorso da lui portato avanti. Il pensiero dell'azzurro inizia a farsi largo, viene fuori lentamente ancora privo della completezza con cui è nato <Ti sottovaluti Pakkurida> silente qualche momento <Te la metto giù su un altro piano> gracchiando la gola <Sei in possesso di una rara bellezza ed è mio desiderio immortalarti su tela> in modo decisamente più formale e diretto. Annuisce alla di lui prima risposta, trovandosi irrimediabilmente d'accordo con quel che ha appena detto. Nel frattempo, si limita a continuare semplicemente a mangiare. <Quando quella fiducia viene calpestata tante volte, arrivi a non fidarti di nessuno.> Non è dunque qualcosa d'ovvio e che s'ottiene in poche e semplici mosse. <Sono d'accordo sull'aspetto psicologico, ma devi anche considerare la sfiducia che qualcuno potrebbe provare per il mondo che lo circonda.> Professa ancora per quanto riguarda il suddetto discorso. Successivamente, ci si sofferma sulla discussione riguardante il sacrificar tutto e tutti per raggiungere un obiettivo. Un discorso ch'avrebbe potuto fare sicuramente a suo padre, tempo addietro. <Sono disposta a sacrificare me stessa per il mio obiettivo, ma non qualcuno che ha giurato fedeltà alla sottoscritta.> Il suo pensiero è questo. Non è abbastanza improntata al malvagio per riuscire a sacrificare in questo modo una persona che ha avuto l'ardire di fidarsi di lei. <Il branco non si abbandona e non viene lasciato indietro.> Mormora ancora, prendendo un tovagliolo col cui lembo pulirsi i bordi delle labbra dall'eventuale brodo rimastovi. <Sì, è vero. Siamo capaci sia di creare un'alleanza fruttuosa che una battaglia sanguinolenta, seppur la seconda in questione non sia nelle mie corde.> Ha combattuto per la pace ed ora deve combattere per far la guerra. Il suo obiettivo principale è quello di riconquistare Konoha, ma per farlo deve dapprima cercare d'evitare danni eccessivi e d'inimicarsi gente senz'alcuna ragione. Chissà, Ryoma potrebbe diventare un ottimo alleato in futuro. Dai discorsi che stanno prendendo piede, perché no? Tuttavia, v'è sempre di mezzo la fiducia, della quale stavano appunto parlando poc'anzi. E' tutto maledettamente collegato tra di loro. Piega un sopracciglio, mantenendo nella dritta le bacchette con le quali rigira i noodles frattempo che questi continua a parlarle di quanto utopica possa essere la pretesa d'una pace duratura. <Già.> Si sente di replicar soltanto con una parola. Non trova altre risposte da dare e non può in alcun modo parlar per esperienza personale, ovviamente. Farebbe cadere la maschera di Pakkurida che porta sul volto, del resto. Non può comportarsi in quella maniera. Ogni sua parola deve essere soppesata, proprio perché non conosce bene chi ha davanti. <Per quale ragione vorresti un branco simile? Che obiettivo persegui?> Gli domanda subito dopo, traendo un altro boccone tra le fauci socchiuse. Mastica con estrema calma, godendosi il sapore che irradia la sua bocca e le papille gustative che applaudono al sacrosanto ramen di Ichiraku. <Non comprendo perché dovrebbe venir considerato un traditore, onestamente. Ha rimesso in piedi Kusa con le sue mani e ha collaborato con la Decima per rimettere in piedi Kiri dopo che il Mizukage venne ucciso in battaglia. Inoltre, ai Monti ardenti, era presente anche lui con i ninja kusani.> Il quesito resta dunque indiretto: per quale ragione dovrebbe venir definito traditore qualcuno che ha sempre cercato di fare il massimo per il proprio villaggio e l'Alleanza? <Sì, ma è esattamente quel che penso anch'io. Non sono riusciti a far altro che rinchiudersi qui dentro, quando il mondo là fuori è ancora il nostro.> Loro l'hanno costruito e loro dovrebbero viverci, anziché permettere alle chimere di dimorarci. E' una pessima piega quella che il mondo ha preso, eppure a coloro che vivono dentro Kagegakure non pare assolutamente interessare. Son comodi e tranquilli all'interno di mura che potrebbero cadere. <C'è sicuramente gente migliore di me per farti da modello.> Insiste nel suo declinare. [ Chakra ON ] Si ritrova su una sponda opposta riguardo all'argomento fiducia, troppo estrema e troppo diversa dalla rosa la quale dimostra di avere una certa esperienza con le delusioni portata avanti da altri ma non commenta in merito, non vuole entrare nel dettaglio su qualcosa di così privato così tanto presto, ci vuole tempo e le parole vanno ponderate al millimetro <Non è vero> replica la medesima frase di prima <Lo dicono sempre tutti, è una frase che si sente continuamente ma non ci credono mai veramente. Presto o tardi si fidano tutti di qualcuno, anche dopo mille delusioni perchè fa parte dell'animo umano, il desiderio di avere qualcuno al proprio fianco con cui parlare e aprirsi per far sembrare il mondo meno pesante> letteralmente impossibile rifiutare la fiducia, anche chi è meno avvezzo a simili coinvolgimenti prima o poi ne rimane vittima inconsciamente <E sai qual è il segreto? Agire in due modi, mostrarti pieno di vita e continuamente ottimista perchè, si sa, gli ottimisti sono sempre contagiosi> una piccola pausa <Oppure lavorare di empatia, mettendosi nei panni dell'altro, concordano su quella sfiducia per avere qualcosa in comune, mostrare di capirlo e di essere simili sotto un fondamentale aspetto della propria vita> non comprende le difficoltà enunciate dall'altra <E' sempre e solo psicologia Pakkurida, comprendi questo e nulla sarà impossibile. Magari ci vuole tempo, niente si fa dall'oggi al domani, ma è possibile e fattibile> il tempo è la chiave di tutto, colui che può decretare i vincitori ed i vinti in ogni tipo di situazione, dalla più crudele guerra alla banale vita di tutti i giorni. Altro punto su cui entrambi si trovano distanti, linee di pensiero poste agli estremi quasi, chi è disposto a sacrificare tutti e chi, invece, solo se stesso lasciando incolumi gli altri <Se ha giurato fedeltà, ha giurato fedeltà anche alla causa, non è propriamente un tradimento, quanto un sacrificio consapevole. Per la causa si fa tutto, si sacrifica tutto, non solo se stessi> sacrificare se stessi è, in principio, qualcosa di scontato, primordiale in quanto è il mettersi in gioco in prima persona il primissimo fattore di sacrificio <Il branco non viene abbandonato ma elevato per un fine superiore. Tu> indicandola <Io> indicandosi <Loro> indicando tutti quelli intorno <Siamo solo di passaggio su questa terra e se non diamo un senso alla nostra vita, se non ci poniamo un fine da perseguire con ogni mezzo, avremmo una vita vuota e noiosa> noia, una brutta parola da dimenticare. La vita è una soltanto, anche se, nel suo caso, essa è divenuta solamente un altro intoppo, l'immortalità lo ha travolto con il sangue nero facendolo sprofondare in un baratro infinito mai voluto ne desiderato <Neanche nelle mie ma non esiterei un solo attimo a versare del sangue se ciò vuol dire arrivare al dunque> senza guardare in faccia nessuno, ne uomini, donne o bambini, tutti loro sono intoppi e se messi sulla strada vanno estirpati come si fa con l'erbaccia. Sono affini ma in molte questioni dimostrano di essere due facce della stessa medaglia, capaci di incontrarsi o di camminare su strade parallele. Ella concorda e nulla va ad aggiungere ma è la successiva domanda ad irrompere con forza nella conversazione <Mettiamola così, combatto per la libertà e odio la discriminazione, qualunque essa sia, dal sesso al colore della pelle, alle deformazioni corporee> includendo un po' tutto eppure restando abbastanza sul vago. Il silenzio cala sull'azzurro, ode la descrizione fornita nei riguardi di Yukio e di quello che ha fatto ma come può spiegare ad una sua alleata la verità che si cela in esso? Impossibile ora come ora e anche qui entra in gioco il tempo <Chiedilo a chi lo considera tale> alzando le spalle e sorridendo, beandosi di quello che ha appena detto <Esatto, il mondo la fuori è nostro e presto o tardi, farò in modo che se ne accorgano> mangiando ancora, degustando il piatto, deliziato dal suo sapore <Forse ma l'ho chiesto a te, un motivo ci sarà, non trovi?> niente è dettato dal caso <Ma non insisto, nel caso cambi idea mi troverai allo salone del quartiere kusano> dare l'indirizzo di casa è troppo verso una sconosciuta ma un formale invito sul luogo di lavoro risulta essere più professionale e distaccato. Gli argomenti vengono presto esauriti, per una prima cena hanno affrontato di tutto e di più, passando dalle semplici chiacchiere di gossip a qualcosa di importante su qualunque tipo di piano <Complimenti per la scelta, come prima uscita fuori dopo lo sblocco, non potevo chiedere a persona migliore> diamo a Cesare quel che è di Cesare. [END] Le parole inerenti alla fiducia vengono ancor sciorinate dal Kokketsu, alle quali la donna aggrotta le sopracciglia, non trovandosi affatto d'accordo. <Dipende dalla persona. Quando vivi abbastanza a lungo in mezzo ai traditori, smetti di fidarti anche di te stesso. A prescindere che tu abbia bisogno o meno di qualcuno con il quale confidarti, avrai sempre quelle due o tre persone che ti circondano da sempre. E non t'aprirai con nessun altro.> Quest'è il suo modesto pensiero. Fa spallucce innanzi a questa verità. Nel frattempo, la ciotola vien man mano svuotata. Quanto detto a proposito dell'empatia o della positività, lei si limita in un primo momento a muover il capo, annuendovi. Subito dopo, schiarendosi la voce, si preoccupa anche di rispondergli. <Sono più per la seconda.> Ironia della sorte, viaggiava a braccetto con i sigilli empatici che aveva posto su Mattyse e su Saisashi. Mostra un altro sorrisetto malinconico. Poggia le bacchette sulla ciotola, lasciando soltanto il brodo con qualche rimasuglio. Pare esser piena, per il momento. <Concordo.> Sul fattore della psicologia, non può che ritenersi concorde con quel che ha appena sentito proferire dalla voce altrui. Agguanta di nuovo il tovagliolo con il quale si limita a pulir delicatamente gli angoli delle labbra. <Non tradiresti mai la tua stessa causa. Non ti tireresti mai indietro. Faresti di tutto affinché tu possa ottener quel che cerchi e per cui stai lottando.> Conferma ancora le di lui frasi, limitandosi a sollevar gl'occhi nei suoi per aver un diretto confronto con il Kokketsu. Sono profonde le espressioni che sta usando, non può ch'esser contenta della persona con la quale è riuscita a parlare. <Siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Non sparire.> Ridacchia. In futuro, potrebbe tornare stranamente utile alla causa qualcuno che ragiona in questo modo, consapevole però che si tratterà di tutt'altro branco che, al massimo, potrà essere affiliato al proprio. Sono incapaci di sottomettersi a vicenda per via dei caratteri che ambedue stanno dimostrando. Poco male. Gli alleati fanno sempre comodo. Si limita ad annuire, di nuovo, alla sua proposta inerente al ritratto. Per il resto del tempo, resterà ancor a parlottare con questi, ma ovviamente prenderà la via di casa in un secondo momento, quando probabilmente avranno smesso di discuter su quant'hanno in comune. Ha sicuramente trovato qualcuno con cui poter parlare ad armi pari e quest'è fantastico dal suo punto di vista. [ EXIT ]