Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Yasuhiko

Free

0
0
con Sango, Shizuka, Yasuhiko

21:56 Sango:
 Oh la sera com'è dolce, no? L'aria che si fa estiva, delicato il caldo e non oppressivo, non v'è sudore alcuno e solo le luci di una città che s'accendono. Mai avrebbe pensato di vedere il villaggio del suono in quelle nuove vesti, colorate, forse perfino allegre, nulla a che fare con la Otogakure di dieci anni prima, relegata nel suo odio e nel suo veleno, scavando nella profondità della terra per trovar casa. Ma questa notte qualcosa avrà colto la rossa, i profumi, il cibo, no, l'alcol diremmo decisamente dopo quell'aperitivo consumato dopo il lavoro che le portano calore al viso. Delicato eppure formato completamente nelle sue forme di donna adulta, sorriso lieve che porta sulle morbide labbra rosso ciliegia, in tinta perfetta coi capelli, eppur quelli non rimangono che schizzi di sangue a scivolar sulla schiena in una lunga coda che porta all'inizio del capo. Indossa delle vesti seriose, una camicia bianca chiaramente sbottonata sul petto prosperoso, una gonnella che scivola di poco sulle gambe, coperte da metà coscia fino ai piedi da calze nere lucenti. Ai piedi dei tacchi alti, troppo alti per il combattimento considerando che si trattano di circa sette centimetri in totale, troppo per lei e per la propria altezza ma poco importa, quest'oggi s'è dedicata al lavoro di archivista completamente, portando avanti ricerche e altro, cosa che l'ha portata a consumare l'aperitivo in solitudine. Si ritrova a Oto, loco non inospitale, quello che è stato casa propria per molto tempo, in quelle notti che ricorda ammantate di un bianco candido, di qualcuno che vi era, ma che adesso non v'è più. Di una guerra che l'ha portata a mostrarsi a tutto quel mondo come una mukenin, traditrice nei confronti dell'intera alleanza. Le mani che scivolano verso i capelli scostandoli dalla spalla, e il passo lieve ribatte nella strada senza davvero avere una direzione ben precisa, un sentore, non ha scopo ma solo il desiderio di muoversi la farà ancora andare avanti e avanti, in cerca con quell'azzurro sguardo che s'ha del cielo di Ame, di qualcosa che possa davvero interessarle. Che non sia quel dannato Sabaku, che non sia nemmeno il passato. [https://i.imgur.com/lU43QXt.jpg]

22:03 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Indossa un paio di pantaloni neri, stretti attorno alla caviglia da quello che sembra essere un elastico, mentre risalendo si allargano in modo da non essere troppo attillati ai polpacci e alle cosce, mentre discendendo indossa un tipico paio di calzari ninja, di colore rossastro che si intonano con una fusciacca che avvolge la vita e risale su per la spalla destra, oscurando sia all'altezza del petto che della schiena una maglietta a mezze maniche bianca, in netto contrasto con il resto dell'abbigliamento. I capelli scuri sono tenuti legati all'altezza della nuca con una coda, non particolarmente lunga e affatto elaborata, mentre un ciuffo ricade a ricoprire del tutto l'occhio destro e parte di una cicatrice che taglia in orizzontale il naso, mentre l'occhio sinistro è perfettamente visibile l'altro occhio, corvino, così scuro quasi da non riconoscere la pupilla se non ad uno sguardo particolarmente attento. Passeggia sotto la pioggia, senza alcun ausilio di un ombrello o di qualsivoglia altro strumento, tanto che la zazzera infradiciata è appiccicata al volto e gli abiti sono zuppi d'acqua, ma non sembra prestarci particolarmente caso, difatti lo sguardo è più che altro rivolto in direzione dei chioschi che si parano nelle sue vicinanze <Certo che tutte le volte è una decisione davvero difficile da prendere?> Sospira, parlando tra sé, con un tono di voce basso <Questo potrebbe andare, anche se sono già venuto qua l'ultima volta> Un mugugno, mentre rimugina <No, bisogna provare cose nuove, per trovare l'ispirazione, altrimenti non si va avanti, ma ci si ferma sempre allo stesso punto> Annuisce un paio di volte, proseguendo la sua passeggiata <Anche se mi mancheranno di sicuro le sue zuppe> Sospira, in maniera fin troppo esagerata, prima di guardare verso il locale successivo

22:13 Sango:
 Il passo pare stabile, più o meno, eppure piove, torna quell'amata pioggia su di lei , innocente il viso si solleva ad accoglierla dopo tanti , troppi giorni di sole e nulla. Fresca quella stessa acqua, scivola sul corpo, sulle vesti, rende perfino più scuri i capelli eppure non se ne allontana. Nessuna macchia vi è sul viso sottile, non vi è trucco, non vi è nulla a insozzarlo, pulito come sempre per godersi la freschezza della notte stessa. Un dolce sorriso timido che scompare appena ritorna li , a quella sua strada, la stessa imboccata da un corvino che non conosce, di cui non s'avvede invero per via della pioggia stessa, quanto per l'ignorare chi sia davvero esso. Un nessuno per lei dopotutto, una delle tante anime pie che perdon la loro voce nel vento, affogata nella terra stessa. Ne vedrebbe solo le labbra muoversi come sotto un tremore inespresso, mentre avanza con quei tacchi verso quella che pare esser la propria cura momentanea, una tettoia poco lontano da lui, lungo i chioschi, che promettono calore . E anche una pausa da quell'acquazzone estivo che li sta inondando. Quando giunge verso di lui, seppur stabile come pare voglia esser, l'acqua stessa avrà la meglio sulla presa delle scarpe al suolo, prendendo per sbaglio una piccola pozzanghera e vedersi scivolar via lo stesso peso. Un lieve volo in avanti che la porterebbe ad impattare sulla spalla destra del ragazzo. Un volo involontario, certamente, eppure sentito quell'unico appoggio possibile cercherebbe di aggrapparvisi con le braccia, tutto pur di non cadere nel fango e nella sporca strada sotto di loro, tutto pur di non rovinare quelle vesti che porta addosso. Bagnata come un gatto mezzo annegato, se l'altro non si fosse mosso nel frattempo, si troverebbe con le braccia al collo di lui e il corpo molto più a destra, con solo metà del proprio a toccarlo < perdonami > caldo il sussurro a scivolare verso il suo stesso orecchio, dolce il sussurro pur di non farsi lasciare andare a terra e prender quei necessari attimi di pace prima di rimettersi in piedi perfettamente, senza rifuggire di nuovo nella fretta. Pochi attimi che forse le permetterebbe di voltare il viso abbastanza da incontrare la sua guancia. Morbide e calde le labbra a sfiorar la pelle , in quella sorpresa che prende gli occhi, prima di comprendere chi sia e poi di ristabilirsi di nuovo in piedi - sempre attaccata a lui, ovvio, mica vuole cadere di nuovo eh.

22:23 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Si ferma davanti ad un chiosco, inspira con il naso un paio di volte, anche rumorosamente, in rapida successione, la mano destra che si solleva a grattare le nuca, mentre le sopracciglia si raccolgono, il volto che assume un'espressione corrucciata, con il capo che si inclina leggermente verso la spalla sinistra <Umh> Esordisce, stringendo le labbra, muovendole una volta verso destra e una verso il lato opposto, prima di aggiungere <Potrebbe anche andare, ma non so> Tanto che, non convinto, ricomincia a camminare finendo per riportare lo sguardo davanti a sé, incrociando quindi una figura che cammina in sua direzione, la osserva per qualche istante, ma gli occhi passano oltre, alla ricerca di una nuova meta, se non fosse che proprio quando si trova nei pressa della ragazza questa gli scivola davanti e si ritrova a fungerle da sostegno, per quanto involontario e del tutto casuale. Per istinto andrebbe a protendere in avanti le braccia, quando si sente afferrare per il collo, con il chiaro tentativo di cercare di far passare gli arti superiori attorno ai fianchi altrui, provando dunque a sostenerla a propria volta, così che non finisca a terra in mezzo a fanghiglia e pozzanghere varie. Una volta che sente l'unico commento che gli viene rivolto e quando lei riesce nuovamente a rimettersi in piedi, andrebbe quindi a rispondere <Oh figurati, per così poco> Se non fosse che le labbra altrui sfiorano la sua guancia, cosa che lo lascia con un'espressione mistra tra stupore e non chiara comprensione di quello che stia accadendo, visibilmente colto alla sprovvista da quel contatto imprevisto <Tutto bene? Ti sei fatta male?> Indica le caviglie altrui con l'indice della mano destra perché, una volta che lei si è ristabilita in equilibrio, sono lesti gli arti superiori a staccarsi dai fianchi altrui, per quanto non emetta alcun commento nei riguardi delle sue braccia attorno al suo collo, fornendole almeno per il momento altro supporto

22:35 Sango:
 Gesto involontario il proprio, ne sentirà senza dubbio l'odore, fugace come una lepre ispirarlo dal naso , impregnandosene lievemente per donargli una connotazione ancora sconosciuta, forse da ricercare. Braccia che la sostengono per fortuna, un gesto galante senza dubbio, per aiutarla di nuovo a mettersi di nuovo in piedi senza che le scarpe continuino a tenderle trappole assurde. Oh quanto odia non esser più forte come un tempo, quella jonin, la tigre bianca, colei che ha raggiunto i confini della natura per divenirne parte insieme al Senjutsu, per trovarsi in balia di semplici aggeggi che le hanno detto star bene con la propria divisa da lavoro. Forse era meglio optare per il kimono, nuovamente, e i propri soliti sandali da ninja, ma quant'è dura abituarsi a quel nuovo mondo dopo tanti anni di nulla e buio. S'allontana lieve, cercando di non pesar sul corpo altrui, eppure le mani sulle sue spalle l'aiuteranno ancora a non scivolare via insieme alla pioggia che torrenziale li impregna entrambi. Chissà se all'altro non dia fastidio.. un singolo pensiero fugace che l'accarezza la mente , prima di tornare a quella realtà < sto bene > davvero? Il viso è ancora lievemente rosso, lo sguardo più languido del solito per via dell'allegria portata da del sano sakè, eppur non ha esagerato, non è andata oltre come nella propria solitudine. Quelle mani che scivoleranno via per tornare a quei propri fianchi, nello stesso momento in cui l'altro scioglierà quell'abbraccio improvviso e non previsto, l'ha travolto senza alcun dubbio. Eppure solo ora potrà davvero vederne il viso, quei capelli neri come l'oscurità attaccati al viso , quegli occhi della stessa oscurità di una notte senza luna - bello, può pensarlo senza dubbio < non sono abituata ad indossare tacchi, non quando sono deb- > le labbra fremono, si stringono per mutare in altre nuove parole , rendendosi conto di non doverle pronunciare mai d'innanzi chicchessia < sotto la pioggia > termina così il proprio dire, eppure dovrebbe andare, continuare con quella strada, quelle che ha calpestato insieme alla sua primaria terra, quella che conosce e ha imparato ad apprezzare < non ti ho mai visto qui > confessa puntando quelle azzurre sui suoi neri occhi profondi, in cerca di qualcosa di differente.. ma chissà che non sia solo un abbaglio il proprio dovuto alla serata stessa. < stavate andando da qualche parte?> oh che domande, dovrebbe solo farsi gli affari propri, non lasciarsi coinvolgere troppo dalla propria curiosità, e invece vi incede ancora, senza spostare il peso per evitar una vera caduta, o forse per non andare via?

22:47 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioshi] Una volta che lei torna in piedi e che si allontana quel tanto che basta per poterla osservare direttamente in viso, alla prima risposta che gli viene data, un sorrisetto divertito compare sulle sue labbra <In effetti ora che riesco a guardarti per bene, si vede che stai alla grande> Ridacchia per qualche istante, una leggera vena canzonatoria, quasi a volerle suggerire qualcosa sul colorito del suo volto, ma a parte questo non si spinge oltre, restando lì impalato a fungerle da sostegno, fin quando a propria volta non viene liberato dal tocco dei palmi altrui, ma a ciò che ne segue non manca un lieve aggrottarsi delle sopracciglia, gli occhi si affilano appena mentre stringe quel tanto che basta le palpebre a quella parola strozzata e cambiata in corsa e quindi va a replicare a propria volta <Sembrerebbe che tu sia stata ad una sorta di festa di lavoro, avrà contribuito> Sorride in maniera più ampia, mostrando la dentatura, l'arcata superiore per lo meno, fin quando non si stringe nelle spalle al commento successivo <Non passo poi molto tempo da queste parti, in realtà, nonostante sia nato qui, ma di quando in quando mi piace ritornarci, chiamala nostalgia di casa o forse semplicemente curiosità, però posso dire altrettanto, sei di queste parti?> Mostra altrettanta curiosità nei riguardi della ragazza e all'ultimo quesito che gli viene posto ruota la testa prima da una parte e poi dall'altra <Stavamo?> Le chiedere con tono interrogativo <Io e chi altro?> Ed è evidente che sia solo, allargando le braccia verso l'esterno, solo gli avambracci, in realtà, con i palmi rivolti verso l'alto <Comunque da nessuna parte in particolare, volevo mangiare qualcosa di nuovo rispetto al solito, hai consigli?> Con vivida curiosità fuoriescono quelle parole delle sue labbra <Perché in caso, se non hai di meglio da fare, possiamo andarci insieme, se non altro magari smette di piovere e non hai il problema dei tacchi, potrei portarti in spalla verso la tua meta altrimenti, ma> Lascia la frase un attimo in sospeso <Non sono sicuro che tu abbia questo gran piacere di farti trasportare da un estraneo in giro> Un nuovo risolino abbandona le labbra, mentre scuote appena il capo, ma i capelli fradici non si muovono dalla loro posizione

23:02 Sango:
 Ode quel suo dire canzonatorio, e lo sguardo lievemente s'affila, lo stesso vale per quelle labbra in un mezzo sorriso < oh non pensate che sia una sprovveduta > sillaba quelle parole, troppo basse per esser udite da alcun altro se non dallo stesso moro presente. Lievi i passi la portano un poco più indietro rispetto al proprio precedente posto, solo per rendersi conto della trafila di localetti accesi e chiusi da quelle tende in plastica pesante, ottimi per coprire dalla pioggia, assassini delle vesti e dei capelli - i profumi li dentro, rimangono li dentro, se non entra qualche vittima a cui attaccarsi per il resto dei giorni avvenire. < sono andata a bere da sola in realtà > nessuna festa del lavoro insomma. Un singolo pensiero che la porta al bianco, colui che lavora nel suo stesso loco a cui poche volte rivolge la parola.. se solo sapessero che è il padre della propria figlia adottiva, beh, molti si imbarazzerebbero, forse. Lo sguardo che torna concentrato su di lui, in quell'eterno scivolare nel proprio mondo e riapparirne quando desidera, pur di ascoltare cosa possa offrire quel mondo la fuori, chi possa donarle qualcosa, e da chi succhiare via qualcosa di più prezioso. Cacciatrice in quel senso, ella non cede mai nulla, eppur prende per se tutto quanto. Ingorda, avida o semplicemente egoista? Direbbe l'ultima di quelle, eppur gli altri doneranno la sentenza. < lo sono stata > di quelle parti, non esattamente, eppur conosce bene i modi di fare del suono, di quei loro clan nascosti nelle membra della terra più profonda, di coloro che scavano per crear laboratori di genetica, di serpi e occhi rossi, di veleni perfino e di personalità contrastanti. < voi.. è un modo cortese per parlare con la vostra persona > un modo antico senza dubbio, di maniere eleganti e di aristocrazia che par non aver invaso davvero quel loco, eppure alcuni ancor la rimembrano bene. Lei compresa, seppur lievemente confusa nel rivolgersi allo stesso sconosciuto. Dovrebbe inchinarsi, dovrebbe mostrare il giusto rispetto, eppur arrogante com'è alle volte quel proprio lignaggio pare nascondersi sotto la pelle. < vi è Oji-san > il grande Oji.san, un vecchietto dolce che si muove con quel suo carrettino lungo i vari distretti per donar loro cibo e prelibatezze < è migliore perfino di Ichiraku > si, per lei lo è solo perchè non appartiene alla foglia. Quella dovrebbe solo morire. < non vi è bisogno di portarmi in spalla > non sia mai che si mostri in quel modo tanto debole, che eresia insomma! Ha pur un orgoglio da difendere, lo stesso che accende quello sguardo d'un fuoco violento, di qualche attimo, eppur v'è stato come una stilettata alla sua persona < vi faccio vedere, non si mischia con gli altri commercianti, ovviamente > ovvio che no, altrimenti sarebbe stato comune agli altri, eppur non sarà poi molto lontano, la, dall'altra parte della piazza, un singolo chiosco mobile potrà vedersi per via delle luci soffuse e dalla pioggia < vi accompagno > è lei che accompagnerà lui, non il contrario, intraprendendo quella nuova strada senza attender oltre, cercando di far attenzione ad ogni movimento pur di non farne un altro tanto fallace. Gli dona un singolo sguardo inquisitore, in lieve attesa che l'altro prosegua insieme a lei lungo quella piazza svuotata dal tempo - che spreco non amarla, no?

23:06 Shizuka:
  [Piazza] *Splash splash splas* Questo il suono che i passi producono ogni volta che impattano sul terreno. Che pessima idea venire da quelle parti proprio quando il tmepo è inclemente, avrebbe ringraziato mamma e papà più tardi per la brillante idea di spostarsi per andare a trovare i loro amici. Non si aspettava minimamente oltretutto di dover andare a ricercare il figlio della coppia proprio in giro per la piazza del "paese". I capelli rossi lisci e dalla discreta lunghezza cadono sulla schiena della piccola figura che si aggira nei dintorni, gli occhi azzurri si spostano a destra e manca per identificare al più presto colui che va cercando. Le guance sono tutte gonfie mentre sbuffa e parlotta da sola lamentandosi di qualcosa: << Stupido Hiko, non poteva starsene a casa col diluvio?! >> A quanto pare le lamentele sono per qualcuno che al momento non sembra presente. La testolina si trova riparata sotto un ombrello di dimensioni enormi per lei, di un colore blu elettrico che ovviamente le è stato mollato in mano senza troppi complimenti da suo padre. Indossa una magliettina bianca che contiene quelle forme un po' troppo pronunciate per quel corpicino esile, al di sopra di essa una felpa blu scuro, decisamente lunga che copre in parte le manine e il sedere della ragazza, arrivando fino a metà coscia, si chiude con una zip frontale e che lascia solo intravedere ciò che c'è sotto. Le gambe sono avvolte da un paio di leggins neri, Ai piedi degli anfibi anch'essi neri. Sempre con quel visino imbronciato sembra sbirciare all'interno dei vari locali, spesso dalla finestra allungandosi sulle punte dei piedi a fatica. << Perchè dovevano mandare me a cercarlo?! >> Sembra arrabbiata un poco con tutti in questo momento, o semplicemente la pioggia le piace veramente veramente poco.

23:15 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Quando sente la prima risposta che gli viene data si allargano gli angoli della bocca <Mi sarei stupito se lo fossi, in realtà> Replica con lo stesso tono, basso a sufficienza da permettere solo a lei di sentire, seppur poi torni a sembrare nuovamente stupito da quello che gli viene detto, sbatte un paio di volte le palpebre <Da sola?> Non gli sembra vero, tanto da essere incredulo persino nell'espressione oltre che nel parlato <Senza offesa, ma è un po' triste, di certo non ti manca niente per passare una serata in compagnia, no?> Ancora quel vibrato di curiosità fuoriesce dalle labbra, tuttavia è la spiegazione che riceve che gli fa emettere un versetto, di chi ha capito <Ora mi è chiaro, ma non c'è mica bisogno di tutta questa formalità, non ho cent'anni e non sono nemmeno qualcuno di importante, ti ringrazio per il riguardo, ma mi fa sentire un po' fuori posto e a disagio> Si stringe nelle spalle, per quanto a parte questo commento non sembri farle nessuna richiesta specifica di modificare il suo modo di parlare <Oji-san? Non lo conosco, ma se è meglio di Ichiraku, allora> Si interrompe per un momento <Vale la pena di provare, oh sì> Un cenno del capo, dall'alto verso il basso, come se avesse deciso che quella sarà la prossima meta e infatti quando lei si avvia, per prima cosa una gamba si sposta, così da cominciare ad indirizzarsi per la retta via, poi ruota il busto e così comincia dunque a camminare, puntando gli occhi su quel carretto <Dunque se eri di queste parti, vuol dire che non abiti più qui?> Le domanda ancora una volta, spostando lo sguardo verso di lei per quanto alterni più volte gli occhi dal viso altrui ai suoi piedi, come se si stesse assicurando di non doverle fare nuovamente da sostegno in caso di scivolone. Proverebbe di fatto a mantenere anche un'andatura blanda, come a non volerle mettere fretta, per quanto una mano, inevitabilmente, finisca per massaggiare lo stomaco, come a volerlo calmare dai morsi della fame

23:32 Sango:
 Che lo oda o non lo oda non lo lascerà a vedere, senza risponder in alcun modo per lasciar che la conversazione vada avanti, che possa svilupparsi o morire - poco importa adesso quando i passi continueranno a risuonar come lievi tonfi tra le piccole conche della terra, raccoglitori di pioggia e nemici mortali alle volte. Li evita, eppur senza smetter d'ascoltarlo davvero, seppur le proprie risposte attenderanno qualche attimo prima d'esser espresse < voglio restar sola > l'esserlo e il volerlo son confini simili, tremendamente sottili, ed ella ha deciso fin da quando ha scelto di seguire colui che non v'è più. Forse una vaga mera inutile speranza nella sua attesa, che possa esser pronta a riaccoglierlo insieme al suo potere e alla sua vita, eppur non andrà a guardarlo di nuovo, andrà solo a muoversi per scansar lo scansabile. Sottile lo sguardo scivola verso di lui, uno scoccare d'un ghigno? Forse, seppur ritorni seriosa in un altro momento < la mia educazione impone al primo incontro d'usare parole gentili e di commiato. Se vi danno tanto fastidio e vi fanno sentire a disagio, vi darò del tu > ha quasi fatto tutto da se, consapevole che in molti siano in grado d'utilizzar la lingua in modo tagliente o raffinato, coloro che vivon li di certo non lo sono mai stati. < è un vecchietto che si diletta nella preparazione del miglior ramen di maiale > informa il giovane uomo che dovrebbe adesso affiancarla - oh quanto sarebbe stato bello poter cambiare le scarpe, eppur la pioggia giunta d'improvviso la fa impazzire. Non è più come un tempo, quando i villaggi lontani mantenevano quel loro riserbo, quelle loro caratteristiche tanto da renderle iconiche. Di certo quella terra non è mai stata bella, affascinante di certo per via dei segreti che i grandi ninja hanno seminato in essa < un tempo vivevo nella vera Oto , quella che ormai è stata distrutta > informa senza alcun problema, è stata arrestata in pubblico per esser un ninja del passato, per esser un mukenin, alleata di Oto dopotutto. Nulla di nuovo o impensabile, per chi sa chi sia ovviamente < non è mai stata in questo modo > lo sguardo che torna a lui brevemente, in ricordo di ciò che le è stato detto, che lui sia nato li. Ma in quella Oto di dieci anni prima? Probabile, sebbene non riesca ad identificarne esattamente l'età < tutto era custodito nelle profondità della terra, è strano adesso vedere come si siano adattati alla superficie > non grandi costruttori , eppur anche loro sono riusciti ad adattarsi a quel nuovo mondo moderno. Perchè lei non può esser come quegli abitanti? I passi continuano e non dovranno poi metterci tanto per giunger li ove Oji san intrattiene i suoi clienti all'interno di quella che pare una pesante tenda creata con della plastica pesante e opaca . La scosterà senza timori, per entrar in un loco che pare esser fuori dal mondo. Caldo e accogliente, in quella fila di sgabelli stanziati su quel lungo bancone in legno - aromi ne colpiscono il viso, pizzicano il naso e la gola , per andar adesso a sedersi dunque li, su quello sgabello sulla sinistra < sei nato in quella terra suppongo > troppo grande per poter esser nato a Kagegakure che ha solo dieci anni. Troppo giovane quella terra per veder nuovi visi come il suo .

23:48 Shizuka:
  [Piazza] Sembra che sia impossibile trovarlo, eppure ormai è impossibile per lei non riconoscerlo anche a una distanza discreta. Passa un posto dopo l'altro, muovendosi senza rifletterci su passi che ha seguito più e più volte in compagnia dei genitori e degli amici di famiglia. Senza rifletterci molto i passi la portano in prossimità di Ichiraku, uno dei luoghi più visitati durante le visite in quei di Otogakure. E' proprio li che riesce ad intravedere la figura dell'amico d'infanzia che tuttavia non pare essere da solo. Infatti pare essere in compagnia di una ragazza che le somiglia parecchio, capelli rossi, occhi blu o almeno così le sembra di intravedere. Sembra essere decisamente più alta di lei e molto più raffinata nei modi di fare. Lo sguardo azzurro della piccoletta si sposta ritmicamente da lui a lei anche se non si avvicina abbastanza da poter disturbare o origliare la loro conversazione. Una volta trovato il suo obbiettivo non prende tuttavia iniziativa per intraprendere una coversazione. Si ferma sotto la pioggia osservando la scena che le si para davanti facendo girare rapidamente il cricetino che ha nella mente. "Sarà la sua ragazza? Non mi ha detto che ha una ragazza stupido Hiko!" Lei si avvia, lui la segue e come se fosse un trenino poco dopo i passi della Kusana si muovono dietro di loro. Le guanciotte imbronciate sembra lascino intendere che sia quasi arrabbiata, e in parte lo è: la pioggia non le piace per nulla. In effetti visto dall'esterno potrebbe sembrare un comportamento decisamente strano quello della piccoletta che dal canto suo sta solo cercando di assicurarsi che a quel ragazzo che la sorpassa di 30 centimetri non capiti nulla di male; come se lui non fosse pienamente in grado di cavarsela da solo. La distanza che tiene e ponderata per non disturbare e al contempo per tenerli d'occhio, in fondo lui non dovrebbe sapere che lei è passata a Oto anche se il solo intravederla dovrebbe risvegliarlo. In fondo dove la trovi una nanetta del genere?

23:55 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Passeggia con quella flemma che ha caratterizzato l'ultima parte del cammino, come se ormai non facesse nemmeno più caso alla pioggia, non avendo assolutamente più nulla di anche solo vagamente asciutto, tuttavia alla replica che gli viene fornita gli occhi si piantano sul volto altrui, giusto per un paio di istanti <Capisco> Non elargisce altro in tal senso, per quanto poi si ritrovi ad aggrottare le sopracciglia <La tua educazione> Lascia la frase un attimo in sospeso, come se stesse riflettendo <Allora non sei nata qua> Scuote anche la testa <Devi averci vissuto per parecchio, tuttavia, mi viene da pensare e che cosa facevi da queste parti? E qual è la tua patria?> Continua a manifestare curiosità verso la storia altrui, per quanto poi si tenda il lato destro della bocca <Mi ricordo di com'era, quando si viveva nelle profondità della terra, o meglio> Si interrompe per qualche momento <Ho qualche ricordo, ma ero ancora un bambino all'epoca e ti dirò che, per quanto mi riguarda, sto molto meglio alla luce del sole> Annuisce un paio di volte, per poi proseguire <Non che non fosse affascinante, non che non ci siano stati grandi ninja che all'epoca calcavano questo suolo, indipendentemente dall'opinione che si possa avere di loro è inconfutabile che fossero grandiose le loro abilità, tuttavia> Anche qui si ferma, per riprendere fiato <Rimango della mia opinione che vivere all'esterno sia decisamente meglio e permetta di fare molte più cose> Si amplia il sorriso sulle labbra, mentre entra al seguito della ragazza e come la pioggia smette di cadere addosso a lui, non sembra tuttavia che stia smettendo di piovere all'interno di quel tendone di plastica dato che letteralmente ogni parte del suo corpo sgocciola ovunque, compreso lo sgabello sul quale va a prendere posto, al fianco della ragazza <Come ti dicevo, sono nato qui, nel sottosuolo, ma i miei mi hanno portato via che ero molto piccolo, ci siamo prima spostati a Kusa per diversi anni e solo di recente siamo tornati qua, per questo ti parlavo di nostalgia di casa e di curiosità, stesso motivo per il quale qui passo poco tempo, tutto quello che conosco sta da un'altra parte e ci passo molto tempo, però è innegabile che sia affascinato da questo luogo, qui ci sono le mie radici in fin dei conti> Si stringe nelle spalle e osserva il vecchietto all'opera, in attesa del proprio turno per ordinare

00:04 Sango:
 S'accorge dello scricciolo che li segue? Non proprio, una visione d'un rossiccio meno intenso del proprio, più scuro e simile al sangue stesso, ma di ella non se ne avvede di certo, non conoscendola, non sapendo alcunchè dopotutto. Il membro della shinsengumi non può far altro che lisciarsi adesso le vesti, e i capelli ancora reclusi in quella coda alta, nulla di più fastidioso quando piove, avrebbe dovuto lasciarli sciolti ma ormai il danno è fatto. < oh no, io appartengo alla pioggia, ad Ame > accompagna quel dire con quella lieve risata, come se fosse palese che non sia davvero di quel loco specifico, ma un assidua frequentatrice. < ho vissuto li durante la presa di Oto, aiutai il tuo ex Kage a prenderla > riferendosi a Kioshi Uchiha, penultimo kokugake di quella terra e forse degno erede dei suoi discendenti, a prender in mano quel trono e farlo proprio. < anche io non amavo vivere sotto terra > benchè fosse stata onorata con una abitazione proprio li, nel cuore di quella civiltà, a stretto contatto con i clan e con le sue genti < ho preferito sostare sopra con il mio clan > differente, in quanto arte bellezza e soprattutto modo di vivere. Il calore lambisce la pelle, uno strano mix quello del freddo d'una pioggia estiva che porta con se l'aria perfettamente pulita della notte, a quella di un chiosco mobile pregno di profumi e odori , siede tranquilla sulla propria seggiola ignorando come le vesti di entrambi siano letteralmente acqua corrente verso il basso < Oji-san, potreste darci il vostro ramen famoso questa sera?> un lieve inchino verso l'anziano dietro quella panca in legno, basso si, ma abile, molto abile. Nonostante continui a non guardarlo davvero, non direttamente negli occhi, andrà solo ad ascoltare, a prender per se piccole informazioni, parole che paiono innocenti, eppure forse non lo sono davvero < avete tradito Oto per Kusa dunque ?> una domanda innocente, che s'ha di sarcasmo velato, eppur cela nelle sue profondità una specie di odio, di veleno, serpe che scivola fuori così come il proprio lieve sorriso mentre si volterà verso di lui. Oh se solo la conoscesse, saprebbe davvero che parole come quelle non dovrebbero esser pronunciate. < hai un nome suppongo, e anche un cognome > una richiesta rinnovata, di quella che vuole esser la curiosità comune, eppur le interessa quanto più quel cognome, che abbia legami con qualche clan che vivon li e che forse nemmeno conosca la storia dei suoi antenati - morti per lui, per tutti coloro che vivevano il suono.

00:17 Shizuka:
  [Piazza] Li osserva entrare all'interno di quella bancarella che non aveva mai visto prima o che forse ha rimosso dalla memoria. Si avvicina ad essa senza entrare, rimane accanto ad essa, rannicchiandosi a terra sotto quel gigantesco ombrello che la protegge dalle interperie. Le orecchie ora le consentono di udire quella voce nota, dire la sua riguardo a un argomento che pare riguardante il passato, e la nuova rinascita. Come sempre racconta molto di se senza troppi giri di parole, lasciandosi sfuggire i dettagli riguardo alla sua permanenza in quei di Kusagakure, dove si sono praticamente conosciuti e hanno passato gran parte dell'infanzia. Inevitabilmente carpisce anche la voce di lei, che trova inaspettatamente suadente, ma sopratutto sembra che cerchi di scoprire dove stia la sua fedeltà, in quale paese. A quanto pare Hiko era andato a procacciarsi da mangiare mentre a casa stavano progettando una cena in 'famiglia'. Teoricamente avrebbe dovuto fermarlo e trascinarlo a casa secondo i loro genitori, invece non ha intenzione di farlo, come se in qualche modo volesse rispettare le scelte dell'altro. In effetti sembra quasi che li considerino entrambi ancora dei ragazzini, quando ormai sono a pochi passi dalla maggiore età. Forse lei poteva ancora essere considerata una bambina, date le dimensioni ridotte, ma lui di sicuro era cresciuto parecchio soprattutto negli ultimi anni, lasciandola a 'distanza'. Permane coperta sotto quell'ombrello in relativo silenzio, appoggiando la testolina all'indietro, come se fosse in attesa che lui finisca la sua chiaccherata. Silenziosa guardia del corpo in miniatura che pazientemente segue il proprio protetto assicurandosi che non venga catturato da nemici inesitenti. Lei gli chiede il nome e sopratutto il cognome, come se fosse interessata alle di lui origini. Il pensiero della Kokketsu inevitabilmente si appoggia su quel soprannome 'Hiko'. A forza di chiamarlo in quel modo si era quasi dimenticata il suo nome completo. In questo momento rimpiange un poco l'aver lasciato le cuffie e il lettore con su le canzoni da ascoltare.

00:21 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Continua a prestare attenzione a ciò che gli viene detto e così una risata, candida, non può che sfuggire dalle sue labbra <Sei della pioggia eppure scivoli? Dovresti ormai esserne più che temprata, non credi?> Ma a sentire il seguito delle sue parole sgrana letteralmente gli occhi <Tu cosa?> Non gli sembra vero quello che sta sentendo, difatti è visibilmente sbigottito da quell'informazione che gli viene rivolta <Tu sei parte della storia del Villaggio del Suono?> Sembra chiedere nuovamente conferma, per essere sicuro di aver capito bene <Come ti chiami? E soprattutto perché non sei circondata da gente? Come hai contribuito? Dai, non farti pregare, racconta!> Non maschera nemmeno per sbaglio la curiosità nei suoi confronti, tanto che persino il corpo ruota verso di lei, piazzando il suo fronte direttamente verso di lei, per quanto verosimilmente la dovrebbe osservare di profilo. Quasi si scorda del vecchietto maestro culinario, allungando solo la mano verso di lui, mostrando indice e medio, come ad ordinare una doppia porzione, ma alla domanda che gli viene posta, inarca il sopracciglio sinistro <Tradito? Ma figuriamoci, i miei genitori non sono dei ninja, non sanno combattere e avevano me piccolo, semplicemente si sono spostati dove ritenevano che sarebbe stato più tranquillo farmi crescere> Si stringe nelle spalle, come se avesse detto la cosa più banale e scontata del mondo <Come chiunque altro, direi, ma come ti dicevo prima, non sono famoso, tuttavia visto che ti interessa: Yasuhiko Kuwabara, molto lieto> Con tanto di inchino del capo a seguito della presentazione, prima di riportare il capo in posizione eretta e ancora una volta torna a puntare direttamente gli occhi sul viso altrui, direttamente negli occhi della ragazza, qualora lei si voltasse in sua direzione, si può facilmente notare che la partecipazione altrui al ritorno del Kokukage abbia attirato la sua attenzione

00:36 Sango:
 Sente dei brividi scender lungo la schiena, li riporta alla mera acqua, eppure qualcosa solletica il suo senso. Nulla di troppo aggressivo, sempre che non si volti per vedere quella piccola ragazza a fissarli e seguirli tutto il tempo - amorevole verso la figura vicina, ma inquietante ai propri occhi - < non porto tacchi di solito > ecco la motivazione, più che valida, che non le permette di convivere bene adesso con la pioggia, la dannata modernità, i dannati vestiti delle nuove generazioni. Ma a quelle domande lo sguardo ritorna a lui, quasi preoccupata, decisamente preoccupata tanto da provare a porgli l'indice della mano destra direttamente sulle labbra per zittirlo < abbassa la voce > un monito, lento e grave, bassa la propria voce diviene roca. Ecco qualcuno che si entusiasma per un tradimento di massa, di certo il governo non lo vedrebbe di buon occhio < ho liberato le prigioni del tuo paese. Campi di concentramento atti all'annientamento dell'umanità stessa > ecco cosa fu Keimushu, una landa stretta e piccola , pregna di desolazione e disperazione < un tempo mi chiamavano Byakko > quel nome che proprio un Uchiha le diede sul monte del Suono < puoi chiamarmi Sango adesso , Ishiba > ovvio che non si dimentichi il cognome, la propria casta sociale, tutto ciò che è adesso, lo è grazie a quel singolo cognome e a quel sangue che impregna le proprie vene. Ma di raccontar cosa vi è davvero? Hanno ucciso il kage precedente, hanno ucciso e liberato un villaggio schiavo dell'alleanza - e le labbra si stringon pur di non parlare e lasciarsi sfuggire affermazioni che la porrebbero su un piedistallo, un cappio al collo, e la morte imminente. < un giorno forse te lo racconterò > concede quel dubbio, lieve, seppur sia più che interessata alla sua di storia, di come Oto sia stata sostituita a Kusa < comprendo > nulla di nuovo, non vi erano dei ninja dunque non v'è motivo di stizzirsi, e quella serpe che torna di nuovo a dormire, lieta dentro la sua cavità in attesa d'un cuore da mordere. < da Oto discendono i ninja che ho stimato nel passato, mi aspetto che riaccada nel presente > un segno di rispetto, senza dubbio, eppur in quel singolo momento in ricordo di Oto qualcosa balza alla mente della donna. Un ricordo che s'ha di bianco e di dolce, memorie passate che paiono ricomparire nello stesso istante . E' di Ame, e alla pioggia appartiene e sempre apparterrà , e chi più della pioggia può comprenderla in quel momento? Alcuno se non lui. Il corpo che andrà a sollevarsi leggero da quella stessa sedia, lo sguardo che s'accende d'un fuoco violento mentre lesta andrà a toglier le scarpe < devo andare > si, deve, e senza dir altro andrà a fuggir via da quella specie di stanza mollando li lui insieme alle proprie scarpe. Nudi i piedi a impregnarsi della terra come un tempo, mentre il chakra verrà richiamato a se, per poter davvero volare via verso la propria casa. [end]

00:46 Shizuka:
  [Piazza] Sembra abbastanza difficile star dietro a quei discorsi e lei è molto più interessata a lui che non a lei in questo momento dato che la sua missione era quella di recuperarlo e portarlo a casa. Tuttavia lui sembra molto più preso ormai dalla rossa che non dal ramen, nonostante dovrebbe essere particolarmente affamato. Infatti lo stomaco della ragazzina sembra farsi sentire, borbottando un pochino in maniera sommessa. Lei sembra una persona importante, di un certo spessore, una di quei ninja che ha cambiato la storia del paese e non solo. Una storia banale quella che lui racconta, di una persona normale, un figlio protetto dai genitori e portato in un paese più tranquillo. Senza pensarci troppo lui rivela nome e cognome, la testolina rossa si muove a destra e sinistra, gli occhi vengono ridiretti verso l'alto, come a lamentarsi di quanto lui sia fin troppo diretto con i primi che passano per strada. Lei potenzialmente potrebbe essere una figura pericolosa, perciò che problema c'è nel presentarsi? Però a quanto pare i suoi modi su di giri lo hanno solo portato a far fuggire l'altra; o sarà stata forse la sua presenza silenziosa a metterla a disagio? Se ne sarà accorta? Comunque sembra una figura enigmatica, nelle parole e nei gesti che usa. Di punto in bianco afferma di doversene andare, si alza, abbandona le scarpe e si allontana rapidamente dal posto dove aveva ordinato . Lei può solo osservarla andarsene, stupendosi non poco. Beh a questo punto non ha più modo di interrompere nulla giusto? Sposta il tendaggio per infilarsi li dentro chiudendo quell'ombrello lungo almeno la metà di lei. Sguardo blu che si punta direttamente sul ragazzo alto che è stato abbandonato al bancone. Le guance si gonfiano immediatamente, lo sguardo si fa truce mentre la vocetta fin troppo acuta si fa sentire immediatamente: << Finalmente ti ho trovato Hiko! La prossima volta non verrò io a cercarti sotto la pioggia, ci mando papà! >> Lei è molto più asciutta di lui pare, considerato l'utilizzo quanto meno dell'ombrello. << Yuki e Rjuky hanno deciso di venire a salutare i tuoi, e mi hanno trascinata con loro ovviamente. Volevano cenare a casa tutti insieme ma penso che potremmo anche fermarci qui no? >> Lo guardo dal basso in alto, forzata dalla posizione e differenza d'altezza, attendendo una risposta, come se fosse la cosa più normale del mondo averlo aggredito a parole.

00:54 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Si lascia bloccare le labbra dal dito altrui, ma non smette comunque di fissarla e quando sente quelle parole pende letteralmente dalle labbra altrui, tanto da praticamente non respirare, con gli occhi ricolmi di stupore e curiosità sempre più avida, mostrando interesse verso i particolari eppure, quando gli viene enunciato che termina lì il racconto e che non vi sarà un proseguimento per oggi non può far a meno di digrignare i denti, inspirare profondamente e poi rigettare aria all'esterno, non insistendo oltre, per quanto sia palese anche ad un cieco che non sia pienamente soddisfatto e che gli costi parecchia fatica accettare quell'interruzione così brusca <Solo il tempo, potrà dirlo, ma puoi stare certa che anche io ambisco ad avere una mia statua in piazza o quantomeno a far conoscere ai mondo intero chi sono> Si batte anche un pugno sul petto, con un'espressione fin troppo sicura di sé, ma nel momento in cui lei annuncia il suo commiato, lui non fa altro che osservarla, per poi guardarne le scarpe rimaste a terra, sbattendo un paio di volte le palpebre <Boh> Commenta semplicemente e proprio mentre sta per tornare ad osservare il vecchietto che lavora, una figura e una voce fin troppo familiari fanno capolino e quindi non può far a meno di esclamare <Shizu? Che ci fai tu qui?> E che sia colto alla sprovvista è poco, ma sicuro, di certo non si aspettava di vederla, da come reagisce <In effetti non mi aspettavo che mi venissi a cercarmi, nemmeno che mi trovassi, ma soprattutto che fossi qui> Eppure la spiegazione arriva poco più tardi ed il motivo per il quale lei è lì non manca ad arrivare <Però non mi è ancora chiaro come mi hai trovato, hai guardato dentro tutti i chioschi?> Si gratta anche la nuca, perplesso <Beh comunque ti è andata bene, avevo ordinato due porzioni per me, ma te ne posso cedere una, così mangiamo insieme e non dobbiamo aspettare che anche il tuo Ramen sia pronto, pare proprio che qui sia buono> Annuisce un paio di volte, come a voler sottolineare le proprie parole

01:10 Shizuka:
  [Piazza] Viene accolta con notevole stupore, si in effetti non era un piano premeditato, sono partiti a caso, e si sono pure presentati a caso, per questo il ragazzo non era a casa probabilmente altrimenti li avrebbe aspettati li. Non si aspettava che lei lo cercasse, ne che lo trovasse in effetti. Poi la domanda innocente di lui coglie esattamente nel segno, probabilmente dettata dal fatto che la conosce fin troppo bene. In tempo zero le guance diventano rosse tanto quanto i capelli mentre con tono arrabbiato e abbandonando l'ombrello per terra vicino alla sedia occupata da lui, accanto alle scarpe. << Si ho fatto esattamente quello! E le finestre sono fin troppo alte! Ho fatto pure fatica a sbirciare all'interno! >> Guardando dritta davanti a se più che lui si arrampica sulla sedia alta per poi voltarsi in sua direzione, ancora rosso in faccia. << Comunque penso che vada bene. Mando un messaggio a mamma per avvisarla di mangiare senza di noi che torniamo già pieni! >> Detto questo andrebbe ad estrarre un cellulare da una delle tasche della felpa, digitando in maniera rapidissima un messaggio su quello schermo e riponendo il tutto come se non fosse successo nulla. Non le era mai piaciuto perdere tempo con il telefono quando era con lui, non c'era mai stato bisogno di quel coso. Lo sguardo poi va ad abbassarsi su quelle scarpe col tacco: << Te le sei comprate tu o te le hanno regalate? >> Fa dell'ironia riguardo a quell'indumento abbandonato che non è certa appartenga alla ragazza rossa che prima lo accompagnava. Praticamente ha scambiato una rossa famosa e alta per una rossa ignota e bassa; pessimo scambio.

01:20 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Si sistema meglio sullo sgabello, alternando lo sguardo tra Shizuka e Oji-san, in attesa che quest'ultimo abbia terminato la preparazione, ora che i morsi della fame sono tornati a farsi vividi essendo terminato il momento istruttivo precedente, ma alla replica della ragazza e alle sue guance porpora non può fare a meno di mettersi a ridere <Immagino sia stato un problema, sbirciare da tutte le finestre, quindi posso immaginare che, non avendomi trovato, esasperata tu sia entrata qui completamente a caso?> Le chiede, inclinando appena il capo di lato, per portare l'attenzione verso l'uomo <Grazie mille!> Esclama verso di lui, ruotando quel tanto che basta per stare davanti alla scodella, spostando una delle due verso Shizuka, così che anche lei abbia il suo pasto. Andrebbe di conseguenza a prendere le bacchette e una volta posizionate correttamente tra le dita della mano destra sarebbe anche già pronto a divorare il suo pasto, se non fosse che i discorsi si susseguono e lo trattengono dall'inizio del banchetto <Nella peggiore delle ipotesi mangiamo anche quando torniamo a casa, non mi sembra un gran problema, no? Tra l'altro, vi fermate o siete solo di passaggio?> Chiede, con curiosità <Nessuno mi ha detto niente, quindi non ho la minima idea di che cosa aspettarmi> Si stringe appena nelle spalle, ma è proprio un attimo, perché poi comincia a mangiare, non in maniera scomposta o troppo vorace, ma si può intuire che abbia fame perché mangia con gusto, anche se alla domanda che gli viene posta non risponde in un primo momento, finendo di deglutire il cibo <Oh sono di una ragazza che ho incontrato per caso, lei è scivolata, si è aggrappata a me per non cadere, le ho chiesto dove avrei potuto mangiare qualcosa di buono e fuori dall'ordinario e mi ha accompagnato qui> Si interrompe, per riprendere fiato, prima di proseguire <Poi è andata via in gran fretta e credo abbia lasciato le scarpe qui proprio per questo motivo, diceva di non essere abituata a camminare sui tacchi, credo che le porterò a casa, ha detto che le capita di passare del tempo qui a Oto, se mi dovesse capitare di incrociarla di nuovo, gliele posso restituire, se non altro, alla peggio verranno buttate, a me non servono e a te figuriamoci> La prende bonariamente in giro, senza cattiveria, ridacchiando

01:32 Shizuka:
  [Piazza] Lo stomaco di lui era sempre stato una specie di pozzo senza fondo, quando le passa quel ramen davanti lo stomaco si fa sentire sonoramente ma la contempo si rende conto che a casa non mangerà granchè. Ringrazia con un gesto del capo il vecchietto che si è occupato del loro cibo, prende le bacchette in mano separandole e impugnandole prima di augurare buon appetito ad alta voce e assaggiare il pasto. Lui le chiede se sono di passaggio e ottiene una sonora alzata di spalle data la bocca piena della ragazza e considerato che non sa assolutamente nulla di cosa avevano in mente i genitori. Non appena finito il boccone andrebbe a rispondere verbalmente: << Ah perchè tu credi che a me abbiano detto qualcosa? >> Il viso si volge a lui come a cercare comprensione, sentendosi un poco sballotata senza ritegno, poi lo sguardo torna al cibo e prima di riprendere a gustarlo boffonchierebbe a mezza voce << A me non dispiacerebbe fermarmi per un po'... >> Poi a quella battuta riguardo alle scarpe con la stessa semplicità con cui aveva risposto alla rossa precedente risponde a lei, descrivendo brevemente quell'incontro e affermando di voler portarsi le scarpe a casa per restituirle. Quando conclude con la battuta nei confronti di lei gli occhi azzurri si volgono di nuovo verso di lui, fulminandolo in parte: << Non mi servono i tacchi! Se voglio avere una prospettiva dall'alto mi basta arrampicarmi su di te no? >> Torna al cibo, avendone ingurgitato rapidamente ben metà. << Poi se fossi più alta non mi riconosceresti più! >> Gli rifila uan linguaccia senza troppi complimenti, sempre con quel faccino mezzo imbronciato.

01:41 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Continua a mangiare, con gusto, sta apprezzando il pasto che gli è stato messo di fronte e da come mangia è anche piuttosto lampante, in silenzio, assaporando gli ingredienti utilizzati, ma alla risposta altrui non fa altro che sospirare <Quando mai, certe cose sono destinate a restare sempre uguali, immagino> Si stringe nelle spalle <Comunque quando torniamo glielo diciamo, al massimo ti fermi tu se i tuoi hanno da fare nei prossimi giorni, così continuiamo un po' ad esplorare questo posto, c'è ancora così tanto da vedere> Mostrando ancora parecchia curiosità nei confronti di Oto, torna poi a mangiare, ma nel sentire il seguito delle parole altrui ancora un po' finisce con lo strozzarsi, tanto che comincia anche a tossicchiare <Arrampicarti su di me? E perché mai ti dovresti voler arrampicare su di me?> Aggrotta anche le sopracciglia, mostrando quanto sia perplesso a riguardo <E poi figurati, ci metteresti una vita a farlo, fai prima a saltare> Imitando il gesto con il tronco che si alza e si abbassa, mettendosi poi a ridere, la mano sinistra che tuttavia al seguito dei discorsi va a sollevarsi, per poi provare a ricadere, delicatamente, sulla testa altrui, sulla quale vorrebbe fare una leggerissima frizione con il palmo, muovendo in semicerchio l'arto, in senso orario e antiorario, come se le stesse facendo un buffetto <Su, su, sempre con questo broncio, ti riempirai di rughe, te lo dico io, a vent'anni sembrerai averne il doppio se continui, soprattutto qui> Sempre con la stessa mano andrebbe a provare a picchiettarle delicatamente la fronte <E poi quando lo trovi un fidanzato se spaventi tutti ad occhiatacce e facce arrabbiate? Eh?> La guarda con il sopracciglio sinistro inarcato, per quanto si metta a ridere poco dopo, come se non riuscisse a stare serio troppo a lungo con quella pantomima <Ti piace?> Indicando il ramen, trovandosi ormai circa a metà porzione a sua volta

01:54 Shizuka:
  [Piazza] Quando lui quasi si strozza lei di conseguenza scoppia a ridere divertita: << Te l'ho detto no? Per cambiare prospettiva! Tu sei diventato troppo alto Hiko! >> Poi quella mano fin troppo grande va a scompigliarle i capelli in un gesto molto carino che non fa altro che farla imbronciare e arrossire ancora di più. << Hey hey! Non sono più una bambina sai? >> Ma la lamentela vale poco quando quel dito le sfiora la testa e lei si ritrova fin troppo stupita. Il viso si distende, per un brevissimo momento, per lo meno fino a quando lui non fa quella batutta riguardo al trovarsi un ragazzo. << Sembri mia madre! Non ho ancora trovato qualcuno di abbastanza interessante che possa forgiarsi del titolo di mio fidanzato! >> Fa l'altezzosa a modo suo, e la cosa fa probabilmente più ridere proprio perchè di alto non ha proprio nulla quella figurina. Il capo viene mosso dall'alto in basso quando quell'ultima domanda le viene rivolta. << Si è decisamente buono, credo sia il migliore che mangio da un po' a dire il vero! >> Si volta verso di lui << A te? >> Lo sguardo resta fisso su di lui in attesa di risposta per qualche attimo, poi con un viso serissimo andrebbe a commentare la sua offerta: << Mi piacerebbe fermarmi sai? Mi mancavi un poco. Però devo chiedere a mamma e papà che piani avevano prima di decidere che fare. >> Lo sguardo viene riportato alla ciotola, mentre quel ramen restante viene rapidamente sfuotato, come se ora avesse una buona ragione per tornare a casa in fretta.

02:03 Yasuhiko:
  [Piazza - Pressi Chioschi] Solleva gli occhi verso il cielo nel sentire il borbottio sull'età, prima di riportare lo sguardo su di lei <Non sei più una bambina, sì, ma tanto lo so che sotto sotto, ma molto in fondo, non ti dispiace, ogni tanto, con il contagocce, un gesto affettuoso, se non sei di umore nero> Le rivolge un sorrisone, mostrando tutta l'arcata superiore dei denti, prima di riprendere a mangiare <E' la tua maledizione, avere una mamma e un amico-mamma, che ci vuoi fare? Ci preoccupiamo del tuo futuro e comunque a saperlo che ambivi ad un nanerottolo come te, facevamo decisamente prima, adesso possiamo scremare tutti quelli più alti di te, decisamente facile, anche se la tua ricerca si farà decisamente più difficile, poco, ma sicuro> Ride divertito, ma anche in questo caso non c'è alcun tipo di cattiveria nelle sue parole, sta giocando ed è facilmente comprensibile. Mangia ancora un po', mentre ascolta la replica altrui e quando viene domandata la sua opinione non fa altro che mostrare la ciotola, ormai priva di qualsivoglia pietanza, eccezione fatta per il brodo che andrebbe quindi a bere, prima di appoggiare nuovamente il recipiente al suo posto <Tu che dici?> Domanda retorica a cui non si aspetta di certo una risposta, essendo scontata la replica. Alle sue ultime parole invece torna a dar voce ai propri pensieri <Va bene, allora se non hai altri piani più interessanti lo scopriremo quando torniamo, ovvero fra pochissimo visto che hai finito anche tu> Detto ciò scenderebbe dallo sgabello, per poi pagare tutto quanto <Me lo dai uno strappo, vero?> Ma prima ancora di sentire la risposta andrebbe ad impossessarsi dell'ombrello, delle scarpe e si metterebbe in marcia, attendendola fuori dal tendone con l'oggetto già aperto così che lei non debba bagnarsi, per poi indirizzarsi verso casa [Uscita]

Nuovi e vecchi incontri: Sango incappa in Yasuhiko, facendo reciproca conoscenza, Shizuka li vede, li segue, origlia e quando Sango si allontana la Kokketsu fa la sua comparsa e chiacchiera con il Kuwabara da vecchi amici quali sono