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L'arresto più tranquillo della storia del mondo Ninja

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con Fuji, Nana

Una giornata come tutte le altre. La mondanità delle cose potrebbe esser diventata un poco irritante, in questo periodo. Poche novità e pochi eventi, se non un serial killer ancora a piede libero e la misteriosa minaccia dettata dagli individui di cui ha parlato pubblicamente la Shinsengumi. Il sole va calando, investendo con il suo fare tipicamente declinante ogni struttura e segnando ombre lunghe e un po' turchine sul mondo. L'aria inizia ad essere afosa, rigida; ed intanto l'immensa Kagegakure, verso l'orizzonte, si tinge d'oro, contro un pallido cielo del quale son già identificabili una miriade di minuscoli puntini. In questo momento sei nel luogo che potresti considerare 'casa': uno dei diversi orfanotrofi sparsi per il villaggio, che s'occupa con una certa priorità di tutti quei giovani che nel corso della Grande Guerra Ninja hanno perso la propria famiglia. E tu, Nana, sei nella stanza doppia che un tempo condividevi con qualcuno di più o meno speciale. Adesso è diventata un po' troppo larga, un po' troppo vuota, ed anche un poco più ordinata. Potrebbe essere irritante anche questo. Un po' tutto lo è, ultimamente. Chissà, magari certe notti sono un po' più leggere grazie alla posizione della sola finestra presente, capace di gettare una luce eterea e presso che perfetta proprio in direzione della tua piccola scrivania in legno e del tuo letto. Se fosse aperta, la finestra, potresti percepire un molle vento raggiungerti e portare con sè il sapore acuto di ginepro e rose, assieme alla misteriosa ombra data dalle tende. E' il sentore del cambiamento, ma è una cosa nota ovviamente ai soli posteri. Qualsiasi cosa tu stia facendo, la porta è chiusa, seppur non a chiave. La tecnologia non abbonda come può essere nei centri tecnologici, rendendo questo luogo un po' l'emblema di un passato che non tornerà mai. Forse è stata la malinconia di chiunque diriga questo posto a dettarne l'estetica pomposa e antica, a tratti persino barocca. I larghi corridoi che tra le due e tre volte al giorno vengono lavati dagli stessi ragazzi che vi abitano, occupati in mansioni che nella teoria spettano anche alla Kokketsu. Ad un certo punto, ogni tua attività sarà interrotta dal bussare consecutivamente alla tua porta, gentilmente. Nel mezzo di un'eventuale risposta questa sarà appena socchiusa, dandoti come primo stimolo un forte odore di varechina. Ah. Pulizie a quest'ora? Sempre i soliti. Una voce femminile e familiare si introduce a te: una delle lavoratrici da sempre presenti, la signorina Natsuko. Con alle spalle forse una settantina d'anni, è sempre stata presente e famosa per essere stata capace di tenere testa alle tue diavolerie con modi di fare incredibilmente pacati ma severi. Il suo sguardo è spesso rilassato, piena di flemma, come una madre, ma nell'aprir la porta e rivelarsi a te potrai subito notare un che di crucciato. "Nana.. " Gravura nel tono, tipica solo dei tuoi guai più grandi. Preoccupata, persino. "Un capitano ed un Ufficiale della Shinsengumi stanno chiedendo di te al piano di sotto, devi riceverli immediatamente. Spero che non ti sia cacciata in guai seri, questa volta.. " Subito dopo, un cenno in direzione del corridoio, invitandoti a seguirla. Se lo farai percorrete quei lunghi corridoi verso la rampa di scale più vicine, momento nel quale potresti persino ricevere una rara dimostrazione d'affetto di Natsuko: una mano sulla tua spalla. Fredda, rugosa, ma forse non sgradevole? Sarai tu a deciderlo. "Forza" { Ambiente chiuso per Nana } {No tempo }

20:59 Nana:
 Si trova sul suo letto, quello a destra di quella stanza doppia ormai vuota. Le cose di Aki sono ancora lì, ma lui non c'è più ormai da qualche settimana... o forse di più? Ormai, ha perso il senso del tempo. D'altronde, non è mai stata quella intelligente. Naku lo è sicuramente di più, anche se questo lei non glielo dirà mai. E' sdraiata, dunque, su quel letto coperto da una trapunta rosa con delle stelline blu. Indossa una semplice maglia bianca a maniche corte, un po' più grande della propria taglia, una di quelle maglie che si mettono per stare comodi dentro casa. Ovviamente, però, non può mancare il tocco di classe: sulla maglia, infatti, vi è una stampa che recita, in nero, la scritta 'QUEEN'. Perché anche lì, in quell'orfanotrofio, lei è una queen e su questo non ci sono dubbi. Sotto di essa, vi è solo dell'intimo nero. Le gambe ed i piedini sono completamente scoperti. Gli occhietti ambrati, ridotti in due fessurine, sono fissi sulla propria console personalizzata, rosa e verde fluorescente, nonché i suoi colori preferiti. Le dita sono impegnate a muoversi velocemente, pigiando quei bottoncini della console. L'espressione apparirebbe come corrucciata, attenta. Andrebbe a mordersi il labbro inferiore, lasciando intravedere i canini superiori, che quasi affonderebbero nella carne rosea. Dalla finestra aperta, un lieve venticello le sfiora la pelle nuda, causandole brividi qua e là. Quel vento sembrerebbe quasi gentile. Porta con sé l'odore della primavera e della bella stagione. Per qualche attimo, si ritroverebbe a distaccare lo sguardo dalla propria console, per poggiarlo su quelle tende che vengono mosse da quel vento leggero. Guarderebbe l'ombra di quell'albero stagliarsi all'interno della stanza. E quel momento ha un nonsoché di nostalgico. Ricorda quando, nelle sere di primavera, trascorreva il proprio tempo con Aki. Parlavano di tutto. Videogiochi, murales, e chi più ne ha più ne metta. A volte si affacciavano da quella finestra e fumavano una canna, sotto la luce della luna. La parte divertente di questo è che poi dovevano far scomparire l'odore, altrimenti sarebbe di certo finita male. E li vedevi lì, come se andassero a rallentatore, mentre ondeggiavano le mani e spruzzavano profumo qua e là. Alla fine crollavano, a volte anche sul pavimento, abbracciati l'uno all'altra. Lui è il fratello che lei non ha mai avuto. E' la famiglia che non ha mai avuto. E adesso che se n'è andato, le sembra tutto così vuoto. Le sembra tutto senza senso. Dalla console proverrebbe una musichetta, una di quelle che ti avvisano del Game over. E gli occhietti tornerebbero su di essa, spalancati. < Yadaa > esclamerebbe, anche se in quella stanza non c'è più nessuno ad ascoltarla. La console verrebbe spenta e lasciata sul letto. E' proprio in quel momento che qualcuno busserebbe alla porta. Lei non si alzerebbe, non risponderebbe nemmeno. Aspetterebbe, semplicemente, che chi aveva bussato poco prima si allontani o che apra la porta da sé. Ed è questo ciò che succede. Da quella porta, infatti, si affaccerebbe Natsuko-san, quella vecchiaccia fin troppo buona per i suoi gusti. Ascolterebbe le parole, quasi con disinteresse, per poi sbuffare < Uffaaaa >. E si alzerebbe da quel letto, dirigendosi verso l'armadio. E' come se non si rendesse conto di quanto sia grave il fatto che la Shinsengumi si sia recata lì per lei. Come se la sua testolina bacata non arrivasse a capire che si trova in guai seri. Indosserebbe una delle sue gonne. E' corta, a scacchi, bianca e nera. Sistemerebbe la maglia all'interno della gonna, cercando di essere alla moda anche in quel momento. Ai piedi, metterebbe delle semplici scarpe di tela. E, così. verrebbe fuori dalla stanza, seguendo la vecchiaccia rimbambita, la quale le dà una pacca sulla spalla. < E non toccarmi, che diamine > sbotterebbe lei, come al solito, nei confronti della povera educatrice, costretta a sopportarla per tutti quegli anni.

In direzione del piano terra, lo sguardo della signora Natsuko s'impunta su di te con un che di più rilassato quando reagisci così vigorosamente a quel tocco. Gli occhi s'infiammano un poco come se volesse rimproverarti ma finisce per sospirare pesantemente e darti un ammonimento che non sa poi tanto di offesa. "Se è roba seria quando torni facciamo i conti. Io, te e la consòlè" La pronuncia dello strumento tecnologico è un po' fuori dai canoni, forse abituata così a seguito di una burla che ancora oggi perdura. Pochi secondi e non importa più ciò che c'era prima. Al termine delle scale a chiocciola in legno potrai subito veder in fondo ad un breve corridoio aprirsi la sala principale, dove è presente un banco di ricevimento e vicino un tavolino per gli ospiti, occupato da due figure che mai prima d'ora hai visto di persona ma che son riconoscibili per la giacca nera indossata e per la fascia presente all'avambraccio, riportante così come fa una spilla indossata al petto il simbolo della Shinsengumi. Uno di loro è seduto su una delle poltrone come se fosse una sedia per bambini, messo in difficoltà da un mobile fatto per persone di taglia non gigante. Una gocciolina di sudore gli scende dal lato del viso, assieme ad uno sbuffo, mentre sorseggia con il massimo della flemma possibile una tazza di tè procurata probabilmente dalla tua accompagnatrice attuale. La sua giacca è poggiata sulle spalle, rivelando al di sotto una camicia bianca che va in perfetto contrasto con la benda indossata all'occhio destro. "La prima regola è non sottovalutare nessun compito. E' chiaro, ufficiale?" Lo senti borbottare con la sua grossa voce alla figura vicina, notevolmente più esile ma pur sempre... atletica. "Sì, Capitano." Annuisce il secondo figuro, prendendo ad altissima velocità chissà quali note su un taccuino e sistemandosi pochi istanti a seguire gli occhiali indossati con una gentile ghinga alla montatura. Prima di tornare a scrivere, l'Ufficiale osserva il Capitano, sollevando un po' il collo e osservando attraverso le lenti degli occhiali la tazza di tè. "Capitano, che sapore ha il tè? Perché lo beve? Pensavo non le piacesse a seguito dell'incontro del 07/01 di due anni fa. " Perfettamente serio, pronto a prender nota. La risposta giunge immediatamente. "Finiscila di prendere note, è arrivata. " Entrambi lasciano la 'comoda' poltrona e si sollevano con perfetta flemma, venendo incontro a te, Nana, ed a Natsuko. Senza aspettare, abbreviano le distanze, con l'Ufficiale occhialuto che fa un passo in avanti ed esordisce per primo, concentrato principalmente su te, Kokketsu. Dopo un breve sguardo fissa il suo blocco note e poi si schiarisce la voce, proseguendo. "Lei è Kokketsu Nana, Genin di Kagegakure, nata il 05/03/68, alta 150 centimetri, gruppo sanguigno ... residente a ... " Inizia a dire fondamentalmente ogni informazione nota, finché non è il ben più alto e grosso capitano a fare due passi avanti, grattandosi la nuca e sospirando. "-Abbiamo ricevuto denuncia riguardante un possibile collegamento tra lei ed i misteriosi individui dietro l'investigazione che stiamo protraendo a proposito delle faglie.. Ne avrete sentito parlare. " Non si perde particolarmente in fronzoli, sollevando appena le spalle e tirando un poco la giacca appesa alle spalle perché non cada. "E' di vitale importanza la sua collaborazione, Nana. La dobbiamo portare alla sede per affrontare un interrogatorio. Non sarà pericoloso. " Spiega, fissando Natsuko dall'alto verso il basso e rimanendo in silenzio, per poi passare a te, in attesa di una tua reazione. { Capitano: https://64.media.tumblr.com/1b8421b25f7d32f0ff7e690e6e6aab55/tumblr_inline_pnwo6nW7NH1tgfdew_1280.jpg } { Ufficiale: https://i.pinimg.com/originals/28/c6/42/28c6422da6c3ad157d638e2da90050f7.png } { No tempo, ambient per Nana }

22:10 Nana:
 Continuerebbe a camminare, dunque, seguendo Natsuko-san. Sbufferebbe nuovamente, roteando gli occhi. < Giuro che stavolta non ho proprio fatto nulla > esclamerebbe, facendo spallucce. In effetti, lei non ha idea di quanto grave possa essere ciò che ha fatto. Ma, d'altronde, ha solo quindici anni e la sua educazione... lascia desiderare, ecco. Ha avuto sempre quel caratterino che nessuno mai è riuscito a domare. Figuriamoci se, secondo lei, possa farlo la Shinsengumi. In fondo, non ha fatto altro che dire la sua apertamente e senza problemi. Giungerebbe, dunque, nella saletta in cui l'ufficiale ed il capitano la stanno aspettando. Stanno aspettando solo lei! In quel momento, in effetti, si sente più queen del solito. Entrerebbe all'interno della sala con un sorriso spalancato, a tratti inquietante, che lascia intravedere quei canini appuntiti. Si sente proprio al centro dell'attenzione, la biondina, e sembra esserne felice. Di certo, quella peste continua a non capire la gravità della situazione e probabilmente non la capirà nemmeno dopo. Osserverebbe, dunque, i due uomini, molto alti, forse un po' troppo, e muscolosi. Diciamo che, in confronto a loro, lei sembra quasi scomparire. < Sono io! > esclamerebbe, quasi felicemente, mostrando, con la manina destra, il simbolo della pace: indice e medio si solleverebbero verso l'alto, mentre il resto delle dita verrebbe ripiegato. Tenderebbe, dunque, quel segno di pace verso l'ufficiale, come se niente fosse. Come se quello fosse un gioco. E, tra l'altro, lei ha sempre pensato che la vita fosse proprio un gioco. Uno di quei giochi a livelli, che vanno superati, uno dopo l'altro, per riuscire a fare successo. Magari questo è un minigioco del gioco stesso e, dunque, quello è il primo livello. Per questo, in realtà, si mostrerebbe così interessata. E quella situazione, di certo, la diverte un mondo. Adesso, sarebbe il capitano a prendere parola. E lei sorriderebbe anche a lui, abbassando la manina. Anche a lui verrebbero mostrati quei canini dannatamente appuntiti. Insomma, il modo di fare della genin, potrebbe già far intuire a quei due che si tratta proprio di una ragazzina fuori di testa. O, forse, semplicemente, fuori dalla norma. Sì, lei si descriverebbe in quel modo. Difatti, ha sempre cercato di essere diversa dalla massa. < Pff > una risata mozzata, mentre la destrorsa si porterebbe davanti alle labbra, per non far notare che quella risata proprio non riesce a trattenerla. Perché quel discorso la diverte, parecchio, troppo. Farebbe un lungo respiro, prima di prendere parola. < Avevo già detto a Nobu-kun tutto ciò che penso riguardo quei tre > farebbe spallucce, nel modo più naturale e spontaneo che possa esserci. Perché continua a non capire la gravità delle proprie azioni. < Beh, dato che sono una queen, non mi faccio problemi a ricevere altre interviste > ...sì... interviste... certo, Nana. Convinta tu. Ovviamente, il fatto che si mostri così disponibile lo si deve solo ad una cosa: non ha con sé erba e droghe varie. Menomale, altrimenti non avrebbe proprio potuto fare quell'interrogatorio... insomma, le avrebbero sequestrato tutto il proprio tesoro!

Le attenzioni son concentrate su di te da qualsiasi dei presenti. L'unico che non ti concede pieno sguardo è l'ufficiale..Non perché non voglia ma perché sembra star letteralmente trascrivendo ogni cosa stia venendo detta e non detta. Forse anche qualcosa di più. Al termine del tuo parlato lo vedi abbassare il blocco note, sistemandoselo al fianco sinistro mentre con la mano destra andrebbe a dare l'ennesimo colpo agli occhiali. "Nobu-kun?" Chiede il capitano, che tempestivamente riceve una risposta perfettamente robotica dal suo inferiore. "Suppongo Nobu Ryuuzaki." ... " Aah. Si, certo. L'agente Scelto. " Annuiscono uno all'altro e passa qualche secondo perché sia la signora Natsuko ad intervenire, con tanto coraggio nelle vene ed un istinto di protezione. Volente o nolente, sei la sua combinaguai, non vorrebbe certamente sostituirti a qualsiasi casinista. "Però- Trattatela bene. E' incosciente ma non è cattiva.." Attimi di silenzio. Ripassa tutti i danni che hai fatto ad oggi, ed una gocciolina di sudore sembra volersi palesare al lato del viso per sottolineare ben altra evidenza. " .. non troppo, comunque!" Un colpo di tosse, seguito da un'imposta pacca alla sommità del tuo capo dalla signora, che procede ad avviarsi verso il tavolo occupato precedentemente dai due ospiti per spostare le tazze presenti e sistemarle. Non c'è bisogno di dire tanto altro, a meno che non sia tu a volerlo fare. Il capitano solleva la mano sinistra, prendendo dopo una breve ricerca un paio di manette dall'interno della giacca. Abbassa il mento, le fissa, poi fissa te, e nuovamente cade con gli occhi sulle manette. "Bah.." Tira su col naso, rimettendo l'oggetto appena estratto nella giacca e sollevando un poco le spalle. "Comunque, non cambierebbe molto. Mettiti tra me e l'Ufficiale, basterà. " Pronuncia, muovendo un passo di lato contemporaneamente al compagno per creare uno spazio abbastanza largo dal fartici stare. Sommariamente sembrano abbastanza tranquilli. Forse per natura, forse simulano per rendersi la vita più semplice- ma qualsiasi sia la risposta, ti condurranno immediatamente in un posto importante: la ventiquattro ore davanti all'entrata dell'orfanotrofio. Le cose costano un sacco e sono fondamentalmente lì per giustificare eventuali donazioni. "Ufficiale, prendi delle barrette al cioccolato. " Un ordine serio del gran capitano, che incrocia le braccia e attende severamente che il suo subordinato prosegua. "Capitano, è ancora intollerante al lattosio?" ... "Mica guarisce.. " Uno scambio di commenti rapido, che porta al prendere delle barrette adatte alle esigenze del capitano ma anche un po' più costose. L'ufficiale mette tutto il soldo necessario, prende le barrette, e sembra dimenticarsi qualche ryo di resto dato dalla macchinetta. Poi, ne da due al capitano ed una la tiene per sé. E' il turno del superiore, che ti parla. "Prendila come un'intervista, sì. Se non ci sarà stato motivo di sospettarti ti riporteremo qua. In caso contrario, tuttavia, sarai quanto meno imprigionata. " Apre una delle barrette e te la offre, attendendo qualche secondo prima di ritrarre eventualmente il braccio. Successivamente aprirebbe anche la propria, ritrovandosi a mangiarla a minuscoli morsetti. Al termine del piccolo pasto saranno pronti a condurti tra un piccolo commento e l'altro alla sede, dove si scoprirà la verità. { Se non c'è nessuna particolare azione o dialogo da Nana puoi anche endare! } {ambient chiuso }

23:03 Nana:
 La biondina comincerebbe ad ondulare il proprio corpo da un lato all'altro, in attesa di risposte. E' vero che aveva detto tutto ciò che pensava riguardo quei tre a Nobu, ma ad un certo punto il suo atteggiamento nei confronti del ragazzo era cambiato. Chissà se quel tipo ha mai raccontato ai propri superiori com'era andata quella discussione con la biondina. Chissà se li aveva avvisati del fatto che quella di Nana è solo... una maschera. La verità è che dietro quella ragazzina combina guai, c'è molto di più. C'è una donna, costretta ad affrontare la vita completamente sola, con le proprie forze. E quel lato di sé, magari, lo riserverà per quell'interrogatorio. Lo riserverà per quel momento. Per rinfacciare all'intera Shinsengumi quanto stiano sbagliando nell'affrontare quella situazione, in cui lei non vede assolutamente nulla di pericoloso. Magari sarà solo perché lei percepisce il pericolo in un altro modo, sicuramente diverso da quello degli altri. Ma è sicura che quei tre, chiunque essi siano, non costituiscano un pericolo. La verità è che i suoi modi di fare sono piuttosto bambineschi. Ma la sua mente è capace di analizzare ciò che succede intorno a lei. Magari a volte nel modo sbagliato. O, magari, nel modo giusto. Staremo a vedere. Riceverebbe, dunque, un'altra pacca da parte della vecchiaccia. E lì, dopo quei pensieri, tornerebbe in sé, donando uno sguardo per niente gentile a Natsuko-san. Vorrebbe bruciarla con quegli occhietti inquietanti, ma purtroppo non è ancora diventata un'eroina, come Super Ninja. Vedrebbe il capitano tirare fuori per un attimo le manette. E lei sposterebbe lo sguardo su di lui, cambiando espressione nel giro di pochi secondi. Diciamo che è abbastanza lunatica. Difatti, lo sguardo che viene rivolto al Capitano è quello di un cerbiatto abbandonato. Insomma, non può mettere le manette ad una queen! E, quando l'altro le direbbe di posizionarsi tra loro due, il suo sorriso si spalancherebbe nuovamente e, saltellando, si posizionerebbe tra i due omoni, prendendoli entrambi sottobraccio, come se fossero la propria scorta. Ed avanzerebbe verso l'uscita dell'orfanotrofio. E, quando l'ufficiale compra quelle barrette alla ventiquattr'ore, pensa proprio che anche lei ne vorrebbe una. Gli occhietti si farebbero brillanti, quando è proprio il capitano ad offrirgliela < SUGOOOOOOI > esclamerebbe la biondina, accettando quella barretta e portandola alle labbra. Dopo aver mandato giù il boccone, esclamerebbe < Alla fine dell'intervista, voglio anche un gelato al cioccolato con tanta panna sopra > e li seguirebbe, come se non avesse davvero colto il senso di tutto ciò che sta accadendo attorno a lei. O, forse, sta solo fingendo? [END]

Che dire... Un capitano ed un Ufficiale della Shinsengumi si recano all'orfanotrofio dove risiede Nana per arrestarlo.

Tre personalità eccentriche si incontrano brevemente, prendono una barretta di cioccolato senza lattosio, e poi s'occupano di portare Nana dove sarà interrogata.

Chissà che non riceva davvero il gelato agognato alla fine di tutta questa storia!

Bravissima v.v