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Ekko come Furaya e Ryoma s'incontrarono

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con Furaya, Kaworu, Ryoma

15:36 Kaworu:
 Il sole del meriggio illumina la piazza del Rione Amese, brillando in un cielo terso, ben lontano dall'ideale di uggiosità che trasmetterebbe lo stesso nome della vecchia località a cui è stata dedicata quella porzione di città della metropoli delle ombre. Presso la zampillante fontanella, costruita nelle vicinanze della raffigurazione del dio Pain, il Bronzo della Nuvola trova la propria ubicazione nella trama, comparendo così sulla scena. Statuario, quella propria mastodontica apparenza risulta vestita con abiti di stampo quotidiano, ovvero un completo scuro che si compone di una giacchetta leggera, lasciata aperta sul davanti, ed un paio di pantaloni semplici, entrambi i capi neri; quel vestiario prosegue con al tronco una camicia bianca, dallo stie abbastanza comune, la quale va a spezzare la monocromia del vestiario, assieme alle scarpe a collo alto, modello del tipo Air Max, caratterizzate da una tinta chiara con rifiniture dorate e rosse sui lati, calzando ai suoi piedi con un bel 48 come misura della pianta. A seguire, alla fronte si stringe una tradizionale fascia di stoffa, così da andare a raccogliere i lunghi dreadlocks bruni fino alle spalle; tale accessorio viene ad essere sovrastato dal paio di occhialoni monolente, i quali giacciono appoggiati su quest'ultima proprio in corrispondenza della corteccia prefrontale del cranio. Alla vita, una tasca porta oggetti mantiene al suo interno un set di fumogeni, una bomba flash ed i tonici di recupero chakra e vigore. Alle mani, un paio di guanti a mezzo dito modello vintage, tipicamente da shinobi, rinforzati da due placche di acciaio sui dorsi. Dal collo, rimpiattato dall'indumento superiore, un laccettino scende giù fino a lasciare penzolare il pendente dei cacciatori di taglie, una testa di lupo completamente nera incastrata in un tondo. Chakra ancora non impastato, mani nelle tasche e portamento comodo, tenendosi in assetto di quiete. {Chakra off}{Occhiali monolente}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}

15:37 Ryoma:
  [Davanti alla statua di Pain] Il quartiere di Ame lo ha veduto per la prima volta in condizioni di estremo malessere in preda all'infezione del nero sangue. Febbrile, spossato e sudorazioni fredde sono le caratteristiche con cui si è mostrato e dove Sango lo ha incontrato aiutandolo a riprendersi, portandolo con se, lontano dalla pioggia e dal freddo del mondo, permettendo una ripresa veloce e meno sofferente. Se quel giorno avesse saputo del vero male che lo affligge, se avesse compreso fino in fondo a cosa è andato in contro, di come l'immortalità sia entrata in lui trasformandolo nel demone che da sempre ha detestato fino in fondo. Un'essere umano normale, desideroso di avere una morte degna di tale nome, ora si trova nella posizione di essere sovrannaturale, non impossibile da uccidere ma tremendamente difficile, un compito arduo persino per il fato stesso i cui piani ora son ben chiari dinanzi alle cobalte del genin. Immobile persiste dinanzi alla statua del dio Pain, capo primario dell'Akatsuki ora del tutto defunta. Un uomo capace di fare l'impossibile commettendo, però, un solo grande errore, proclamarsi a Dio quando non è nulla di più di un comune essere umano, nonostante il grande potere ottenuto da esso. Un giorno quella fantomatica organizzazione sarebbe tornata a vivere con un altro scopo e lui stesso ne avrebbe preso le redini per assolvere ad ogni suo obiettivi e al presenza di Ichirou nel grandioso piano può essere un fattore facilitante o un'altra vittima nel lungo percorso che lo avrebbe portato al compimento della liberazione e dell'atto finale che avrebbe messo fine a tutte le cose una volta e per sempre. Cobalte impresse negli occhi di Pain, fissa il viso della leggenda, egli ha il potere necessario per rendere più facile una strada così ardua ma il desiderio di possederlo è, purtroppo, assente nell'Otatsu, già possessore di una forza sovrumana indesiderata, un'altra lo porterebbe ad una pazzia ben peggiore di quella in suo possesso. Sotto i raggi del caldo sole primaverile, rimane stanziato con indosso delle blande vesti prive di dettagli evidenti, un paio di calzari color del latte con semplici sandali shinobisitici; una giacca del medesimo colore dei calzari a coprire i superiori arti e una cerniera chiusa fino all'ombelico. Capigliatura corta e brizzolata andando a concludere con un'umana mandibola posta al di sopra del lato destro del viso e un occhio attento può scorgere una minuscola porzione di cicatrice al fianco del labbro.

15:50 Furaya:
 Un gran bel sole illumina la piazza centrale d'Ame che lei non ha mai avuto modo di visitare né a Kagegakure tanto meno al vecchio villaggio. Gl'occhi scandagliano la zona come se fosse un turista. Nella mandritta, stringe le mani d'una fanciulla che potrebbe tranquillamente essere definita la sua fotocopia. Indossa un paio di pantaloncini in jeans con una piccola volpe disegnata sul ginocchio. La maglietta è d'un rosso acceso che potrebbe addirittura dare fastidio. Ai piedi, calza un paio di sneakers dello stesso colore. Con la mano intrecciata, proseguono in quella che pare essere una normale passeggiata tra mamma e figlia. Ma passiamo anche al vestiario della madre. Un top nero dalle lunghe maniche ne copre il busto sino allo stomaco, lasciando scoperto il piatto ventre. Lieve la scollatura che lascia intravedere, affatto trasparente come si potrebbe pensare che sia. Le maniche giungono a tre quarti, permettendole ampia manovra, mostrando il paio di vambracci sottostanti. Un pantaloncino nero a vita alta, invece, ne circonda le flessuose gambe, il quale permette soltanto una lieve visione delle cicatrici che attraversano il corpo della giovane lungo il busto. La vita è altresì circondata da una cintura nera collegata a delle cinghie poste attorno alle toniche cosce. Sulla cinghia di destra, è stato attaccato un porta kunai e shuriken con le relative armi al suo interno. Dal lato opposto, invece, nonostante la cinghia sia presente, non porta con sé alcunché poiché alla cintura superiore v'è unito un fodero con la sua katana. Tornando al lato destro, ma appena defilato sul retro, trova posto anche un piccolo passante usato per portarsi dietro la frusta dal manico rosso. Ai piedi, infine, calza un paio di sandali ninja - quelli vecchio stampo, chissà dove li ha trovati - con tanto di schinieri che giungono sin ad altezza del ginocchio. Manchevole del coprifronte della Foglia, attorno alla gola ha soltanto una collana con il ciondolo raffigurante il ventaglio degli Uchiha nonostante non faccia parte del suddetto clan né v'abbia avuto chissà quali contatti nel corso degli anni passati. I capelli rosei scivolano lungo le spalle della Judai, superando le scapole e arricciando alle estremità come se avessero vita propria. <...> Non un fiato proviene dalla bocca della fanciulla se non fosse per la bambina che, adocchiato qualcosa - o qualcuno, stende l'arto mancino per indicarglielo. "Mamma Fru", la specificazione che ne fa le fa ricordare che nell'effettivo non l'ha cresciuta lei. "è quel... com'è che si dice? Pervertito!" e sta indicando proprio il nostro amichevole nigga di quartiere. La Nara, dal canto proprio, con molteplici punti interrogativi sulla sommità del capo, piega appena quest'ultimo di lato per cercare la figura da lei indicata. <...Ekko?> Domanda, arrestando l'incedere e alternando lo sguardo tra il Makihara - che se ne becca di torve - e Senshi. [ Chakra ON ][ Outfit: https://i.pinimg.com/564x/d6/9e/12/d69e129b1bc7e6825087aef1f7efd362.jpg ]

16:02 Kaworu:
  [Tra statua e fontana] Si scosta dall'architettura urbana decorativa, andando così a prendere le distanze dalla costruzione della fontana. Qualche effervescente zampillio ne rinfresca il volto, accompagnato dal vento; soffio tiepido, leggero, dentro il quale navigano stille trasparenti dispersi dal getto continuo che armonizza la panoramica della location circostante. Gli occhi slittano verso il monumento celebrativo del cosiddetto 'Divino Pain', storica figura del leggendario passato del popolo della pioggia, così come dell'intero mondo ninja che era in quel tempo ormai veramente lontano. Tra i vari astanti che si susseguono nello spiazzo aperto del centro della zona distrettuale, la parvenza di Ryoma susciterà un minimo di interesse maggiore rispetto a quelle di altri anonimi passanti, aiutato anche da un pizzico di senso di familiarità legata ad un precedente primo incontro tra sé ed il sangue maledetto. Le mani si muovono lentamente, per andare ad infilarsi nelle tasche di quei pantaloni neri, accomodando ancora di più la propria postura, pur nonostante quel personale portamento non riesca a dissociarsi dalla spontanea descrizione di stoica compostezza, definita inevitabilmente da quella prestante e robusta mole dentro cui si identifica come erculeo simulacro. Battito di ciglia, riposando per pochi istanti la vista, la quale poi si riaffaccia tutt'intorno, in una esplorazione abbastanza leggera; proprio in quest'ultima panoramica, dovrebbe andare a scorgere la figura affabilmente vestita di Furaya, che si porta appresso una fanciullina, la quale corrisponderebbe alla di lei replica in miniatura. Impossibile non soffermarsi sull'abbigliamento intrigante della Kunoichi, la quale, se non fosse per quegli elementi militari come le protezioni e le armi, risulterebbe il prototipo perfetto della mamma che ci piace f...issare. < Per... tutte... le... nuvole... > simulerebbe il gesto di togliersi gli occhiali, anche se li ha già tolti, in un meme da 'mother of god' attonito. < Pakku? Con la bambina? > abbastanza incredulo. < E Tachiko? Vi siete date il cambio? > che poi la figlia sia della Capo-branco, e che l'altra sia la madre adottiva, al momento resta un dettaglio. Ryoma perdonerà se il focus da lui è passato alla gnagna, per cause di forza maggiore. {chakra off}{Stessi Tag}

16:23 Ryoma:
  [Davanti alla statua di Pain] Il silenzio della piazza risulta inesistente rispetto all'ultima volta, la vita è tutt'ora in corso, si svolge come di consueto tra passanti, famiglie con figli e amanti intenti a far effusioni di ogni tipo, dalle più caste alle più perverse, per quanto un luogo pubblico possa concedere. Per loro fortuna l'attenzione dell'azzurro è nei riguardi del solo Pain, con le parole di Sango a far da contorno a tale visione, la storia di come il paese della pioggia è andato in rovina per mano dell'usurpatore e la morte definitiva dell'akatsuki il cui scopo sembra essersi esautorato con l'abbandono della stessa Ishiba. Quanta ingiustizia avvolge quel luogo e quegli avvenimenti, abbastanza da rendere le menti dei protagonisti avvolte in una nuvola di fumo nero, impossibilitati nel carpire la corretta strada, oscurando le numerose possibilità che il destino ha messo in gioco per loro. Tempo al tempo e avrebbe portato tutti alla luce immergendo ogni cosa nell'oscurità più tetra in primis. Leggero è il mesto sorriso che ne solca il volto prima che l'udito percepisca parole nelle vicinanze portate avanti da una voce giovane, estremamente giovane, seguita da una più adulta da parte di due persone di cui una gli ricorda qualcosa. Un verbo maschile pronuncia frasi che ne attirano l'attenzione. Il busto viene voltato distogliendo le cobalte dalla statua per portarle sul genin konohano, Ekko, il pervertito degno di essere paragonato al carceriere del suo cuore e dinanzi ad una tale visione il sorriso viene ampliato da un'insano divertimento prima di incrociare Furaya nelle sue vesti succinte e poco propense a nascondere la bellezza del corpo femminile di cui è portatrice. Le inferiori leve vengono smosse dalla loro immobilità incominciando una breve camminata per avvicinarsi al trio delle meraviglie, fissando dapprima la Nara e subito dopo lo stesso Ekko. I ricordi sono sbiaditi e la convinzione di un'avvenuta morte, gli rendono impossibile il riconoscimento della decima Hokage, almeno per il momento e poco gli importa, meglio per lei se è davvero morta e sepolta insieme al suo infausto alleato Kokketsu <Ekko> pronunziando il nome del konohano <Alla fine sei dovuto venire ad Ame per trovare una donna, hai compiuto la tua impresa, complimenti> rimembrando la discussione avuta nei campi di addestramento mentre si assesta al fianco destro di quest'ultimo <Allora, mi presenti queste avvenenti signorine o devi fare il pervertito fino in fondo?> ultimo è lo sguardo dedicato al konohano prima di passarlo sulla stessa Furaya.

16:45 Furaya:
 La reazione d'Ekko - chissà perché poi vada lamentandosi - era esattamente quella che tutti s'aspettavano. Le occhiate torve della Judai, assieme all'espressione guardinga, vengono indirizzate completamente alla di lui volta. <Sei sicura che sia lui?> Lascia andar la mano della bambina, la quale le resta comunque di fianco, preoccupandosi di metter mano alla frusta. Sì, Ekko potrebbe passare un brutto quarto d'ora se le premesse sono queste. "In realtà no", bofonchia la mini Fru, stringendosi nelle spalle. Ci rimugina su un altro po', ticchettandosi il mento con l'ausilio delle piccole dita dalle unghie corte e smangiucchiate. "però ha la faccia da pervertito, no?", come se fosse del tutto normale pronunciare qualcosa del genere: aaah, l'innocenza dei bambini! Eppure questi ultimi dicono sempre la verità, quindi tutto sommato potrebbe non essere affatto una bugia. L'adulta si lascia scappare una mezza risata, posando la mano, che dapprima stringeva quella altrui, sulla testolina della figlioletta. <Non sei lontana dalla verità.> Sussurra con un mezzo sorrisetto che le adorna il pallido ovale, soffermandosi in questo momento sul Makihara, il quale viene salutato da un timido movimento della mano di Senshi atto proprio a tal senso. A proposito della domanda che viene posta dal diretto interessato, lei aggrotta appena le sopracciglia. E' difficile da spiegare, ma è altresì naturale che sovvenga un quesito simile. <Diciamo di sì.> Diciamo che ha preferito star un po' da sola con sua figlia e comportarsi da madre, proprio per aver un rapporto con quest'ultima che vada migliorandosi man mano. Avevano sicuramente molto di cui parlare, soprattutto un rapporto da riprendere. Ma andiamo con ordine, non ha senso proseguire verso quest'ottica poiché i nostri discorsi sono finalizzati a ben altro. <Comunque, che ci fai da queste parti?> Da quel che ricorda, è un konohano ma in effetti la stessa domanda potrebbe esserle fatta a sua volta. Una quarta figura, contando anche la bambina, fa capolino nella piazza centrale di Ame. Glissa rapida in sua direzione, aggrottando un sopracciglio poiché questi non è conosciuto dalla Judai, la quale appunto lo scruta dalla testa ai piedi con far curioso. <...trovare una donna?> Il che fa sollevar di nuovo ambedue le sopracciglia, aggrottando la fronte e scostando immantinente gli occhi alla volta d'Ekko con un quesito indiretto ch'attende soltanto la sua risposta. Non è gelosa sia chiaro, ma vuole soltanto vederci chiaro. <Con quale altra traditrice te la stai facendo adesso?> Deve essere sicuramente recidivo, non potrebbe essere altrimenti. Senshi, dal canto proprio, guarda la maschera che Ryoma porta sul volto e le sovviene immantinente la domanda che gli rivolge. "Cos'è?", indicando proprio la suddetta. Il gesto porta ad intervenire subito la mamma. <Non s'indica.> Classica educazione che si dovrebbe dare ad un infante, ma considerando ch'è cresciuta con Tachiko, è già tanto che a quell'età non vada girando con dei coltellini nelle maniche delle giacche. Quindi, accontentiamoci di quel che si ha. "...Mamma Fru, vedi allora che era un pervertito? Lo dice anche questo signore con la maschera" e ora cosa si risponde all'ennesima voce della verità se non con una mano a coprir l'intera faccia per evitar proprio di replicare? [ Chakra ON ]

16:55 Kaworu:
  [Tra statua e fontana] Inclina leggermente di lato il capo, che tiene inevitabilmente un po' calato, per poter focalizzare le figure tutt'intorno, essendo di molto più alto rispetto alla media nazionale, trovandosi per cui la stragrande maggioranza delle volte a dover abbassare lo sguardo per fissare gli altri; cosa che, in alcuni casi, corrisponde ad essere un certo vantaggio, specie se si tratta di inquadrare figure femminili avvolte da vesti succinte, soprattutto in caso di balconate ampie che concedono generose e floride vedute. < Mhmhmh... > mugugno, basso, metabolizzando la visione, da sottoporre ad una scrupolosa operazione di filtraggio, censura, limitazione, alla ricerca di un decoroso contegno che necessita di una certa attenzione per poter essere manifestato e mantenuto. Non ascolta cosa stanno dicendo le due, restando perciò alla risposta diretta della Yoton. < Capito, capito. > annuisce giusto un paio di volte. < Mah... in verità... niente di particolare. > forse stava ancora pensando e sperando di incrociare la Rossa Ishiba, ormai praticamente svanita dai suoi radar da diverse settimane. Dopo aver salutato anche la piccola Senshi con un bonario sorrisone, successivamente, il verbo del Kokketsu che lo richiama lo fa girare in favore proprio della medesima presenza. < Presente. > come a scuola, risposta satirica quella pronunciata all'insegna del sangue nero. < Eh? > aggrottando poi le sopracciglia, con aria tra il divertito ed il realmente attonito. < Già venni, vidi, e vinsi, broh. Su Ame, la Nuvola Nera ha già battuto con la sua pioggia. AH-AH! > che pensiero lirico di alto spessore: urban poetry, quella del nostro Nerissimo Eroe del ghetto metropolitano. < Queste, dici? > accennando a Furaya, e la sua prole. < Niente di tutto ciò, in questo caso, capelli blu. Qua si parla di gente a posto. > ironico, mentre accompagna quello sbuffo con una mimica di diniego, finendo sulla Ex Decima < Perché, ce ne sono delle altre? Accidenti.. devo essermele perse... > commento comico il suo. < Ma è uno scherzo, Senshi-chan. Il signore con la maschera è un amico dello Zio Ekko e gli piace prenderlo in giro. > spiega in modo semplice alla piccola, sempre piuttosto fraterno e calmo, posato, nei suoi confronti. Torna sull'Otatsu. < Comunque, lei è Pakkurida, una mia amica. E questa è sua figlia. Mini Pakkurida. > goliardico. {chakra off}{Stessi Tag}

17:13 Ryoma:
  [Davanti alla statua di Pain] Il fulcro dell'attenzione viene spostato sulla bambina in compagnia di Furaya, uguale in tutto e per tutto alla mamma e tale parentela non è difficile da carpire, persino uno stupido riuscirebbe a giungere alla risposta di un tale e blando quesito. Non pronunzia alcun verbo nei di lei confronti permanendo nel più totale silenzio, lasciando che sia i due a conferire per la maggior parte del tempo. Limita la presenza all'osservazione dell'umano comportamento di due persone che possono definirsi amici, quanto meno due conoscenti piuttosto avanti; una lezione sopraggiunge in tal senso, i rapporti umani che tanto gli sono sconosciuti arrivando ad avere una possibilità ulteriore per comprendere le dinamiche del popolo che un giorno avrebbe liberato in modo totale e definitivo dall'egemonia di un governo kagecentrico di cui il mondo non ha più bisogno da anni e anni oramai <So che sei presente, solo un cieco non ti vedrebbe> posizionandosi al fianco, riportando lo sguardo sul viso dell'uomo poco più alto di se. Ironico come la figura del nigga sia alta quanto lo Hyuga del giorno prima, due uomini imponenti si sono ritrovati sulla strada dell'Otatsu, una coincidenza oppure ennesimo segno del destino per il compimento del piano da lui creato? Non sa rispondere per adesso e neanche ha fretta di farlo, si gode il momento schiudendo le labbra per porre un nuovo commento, fermato dal dire di Furaya. Labbra a chiudersi, sorriso creatosi sul viso del genin nell'apprendere che l'altro ha già sparso la sua presenza in tale territorio <Te la fai con i traditori? E io che pensavo fossi un povero sprovveduto> lasciando che una leggera risata fuoriesce dalla gola del fu ventenne <E costei possiede un nome?> immancabile quella parte di curiosità che spinge l'uomo a far domande sulle nozioni più improbabili ed imprevedibili, come gli affari notturni di un genin che neanche può dire di conoscere <Quindi lei non fa parte delle tue conquiste, bene> riferendosi ovviamente a Furaya, è lei la donna al centro del discorso ovviamente. Di nuovo quell'attenzione viene attirata, questa volta in modo più marcato, dalla piccola Senshi e la sua domanda con tanto di indicazione. La maschera miete una nuova vittima, attira l'attenzione di chi non dovrebbe e seppur esso si tratti di un palese gesto di maleducazione, non obietta <Non fa niente, signorina> effettuando un passo in avanti, piegando il destro ginocchio per poggiarlo sulla nuda terra, tenendo alto quello sinistro portandosi all'altezza della bambina <Ti piace?> parlando direttamente con lei <Vorresti imparare a fabbricarne una?> se solo sapesse da dove arriva quella maschera ed il modo in cui l'ha ottenuta; un veloce sguardo vien fatto sfuggire sulla Nara Yoton, consapevole di cosa occorre per creare un'altra. Attimi passati veloci e le inferiori leve si smuovono riportandolo diritto ed in piedi alla presentazione delle due <E' un piacere conoscervi, signoria Pakkurida e...> guardando la bambina <...anche te> dubbioso sul motivo per cui ha omesso il nome della bambina nonostante la pronuncia di prima ma domande non ne pone <Appartenete al quartiere di Ame?>.

17:38 Furaya:
 La risposta in merito al cosa ci faccia nel quartiere di Ame viene replicata con un cenno del capo, giusto a sottolineare d'aver capito. Senshi fissa il Makihara con molteplici punti interrogativi sul capo quando professa che la Nuvola Nera s'è già abbattuta su Ame. Non pone quesito, il che forse è meglio. L'espressione della Judai, al contrario, è tutt'altro che dubbiosa. Lo fissa con un mesto scuotimento del capo da un lato all'altro. Vorrebbe non aver dovuto sentire. <Sorvoliamo.> Commenta a mezza voce, ravvivando i capelli rosati e scostando qualche ciocca sulla sommità della testolina. Assottiglia lo sguardo a proposito delle criminali che lui non ha ancora avuto modo di vedere in giro. <Non saprei, ma anche sapendolo, non credo verrei a dirtelo.> Nel frattempo, la bambina s'allontana per dirigersi verso la fontana nel centro della piazza d'Ame. Pare divertita dai zampilli ch'escono a ritmo scandito. La segue con lo sguardo, ma non fa nulla per avvicinarlesi. L'importante è che si diverta anche senza la sua presenza, non può essere perenne nella sua vita, per quanto lo vorrebbe. Non lo è stata per dieci anni, non può cambiare di botto la situazione. Prima d'allontanarsi, però, rivolge un sorrisone privo d'un dentino nei confronti del Makihara. "Allora va bene", limitandosi a questo. L'innocenza dei bambini è veramente una manna dal cielo. Tuttavia sorride quando la piccola viene annunciata come Mini Pakkurida, scuotendo appena la testolina con dissenso divertito, rivolgendo il proprio sguardo nei confronti dl Ryoma. <In realtà, si chiama Senshi. Ma anche Miki Pakkurida fa la sua sporca figura.> Una piccola capo branco. E' ciò che sua figlia è destinata a diventare? E' ciò che davvero potrà diventare? E' impossibile saperlo, nessuno è in grado di prevedere il futuro, altrimenti tutto questo macello del Finto Dio non sarebbe assolutamente accaduto; avrebbero provato a fermarlo prima, vi avrebbero fatto maggiormente attenzione. Piega le braccia al petto, sollevandone una soltanto per smuoverla da un lato all'altro, nuovamente con accezione negativa. <Non ci penso neanche. Ho già i miei drammi.> Considerando che ha rivelato al suo ex futuro sposo che l'ha tradito con un terrorista, salvo poi venir comunque baciata da quest'ultimo mettendola in crisi direi che ha appunto ben altro a cui pensare al momento. Si stringe nelle spalle, soffermandosi sull'espressione di Ryoma. Pur sempre parlando prima dell'effettivo spostamento della ragazzina, quest'ultima resta per un attimo affascinata dal fare dell'azzurro, ma non abbastanza per evitare di rispondergli. "Posso davvero? Voglio una maschera suuuublime!", la qual cosa fa girare immantinente Furaya dal lato della figlia, sbarrando gli occhi. <Se avevo dubbi fosse sua figlia, ora li ho risolti tutti.> E si spalma un'altra manata sulla faccia, lasciandola allontanarsi. Tutto sommato, però, sorride. Non aveva dubbi neanche inizialmente. Ci mancherebbe altro. Infine, scuote la testa per rispondere all'ultima domanda rivoltale da Ryoma. <Sia mai, sono di Konoha.> Era l'Hokage, veda un po' lei! [ Chakra ON ]

17:48 Kaworu:
  [Tra statua e fontana] Nulla da dire sulle prima, se non una scrolla delle spalle, indolente. < M'hai visto più nero di quello che sono, allora! AH! > ironico asserire, in replica all'Otatsu circa quella considerazione sul farsela con i traditori. < Quello che erano, o che sono, non mi interessa. Il mio amore è indiscriminato e senza pregiudizi...! Bwha-ah-ah! > ridacchia, parecchio divertito da quell'idea che ha pronunciato e restituito dei suoi ideali, all'apparenza così integri e puri, onesti. < Beh no, dai. Poi sembro per davvero un pervertito, altrimenti. > come se quell'eccezione, della rosata adulta ma anche di talune altre, possano cambiare quella considerazione e la circostanza da cui potrebbe essere scaturita. Sceglie volutamente di glissare sul nome di questa famigerata 'costei', lasciando perciò affamata la curiosità del Kokketsu, in merito a tale interrogativo; approfitterebbe infatti anche delle distrazioni che subentrano, con Ryoma il quale si interessa alle due nuove figure, Mamma lupa e piccola cucciola, senza intromettersi più di tanto se non per qualche intervento mirato in quelle situazioni di dialogo. Le pupille migrano dal maschio alla femmina, perciò, affacciandosi preferibilmente sul viso della Judai, e guardarla nei giusti occhi, non quelli fuorvianti che sono situati più in basso, e messi in risalto dal top a maniche lunghe con scollatura ad effetto trasparenza indossato dalla kunoichi; dopotutto, la caratteristica fisica di ineguagliabile rilievo dell'altra sono le epiche hokiappe, e quelle per il momento restano al sicuro, lontane dall'inquadratura del kumese, specie perché strippate in quei pantaloncini ed esaltate ulteriormente dalle cinghie attorno alle cosce tipo autoreggenti, che sono davvero un qualcosa di avvincente. < Dovresti. Sono un cacciatore di taglie, dopotutto. Prenderle fa parte del mestiere. > c'è un sottile velo di ambiguità in tutto il periodo espresso, rimarcato dal far balzare un paio di volte le sopracciglia su e giù. Torna regolare, sempre comodo in quel portamento slanciato, il quale lo erge per tutto il proprio metro e novanta di statura, titanico. Gli viene da ridere nel sentire quel 'suuublime' promosso da Senshi. < Direi proprio di sì. > accondiscendendo alla constatazione della Nara-Yoton, piuttosto sardonico. < Tra l'altro, non sono ancora riuscito a rincontrarlo, il Sublime. > accenna, con implicita nota interrogativa sull'argomento Saisashi. < Vabbeh, dai... Ora a dirla così... Non sono poi così male, le amesi. > le amesi; non gli Amesi. Ha detto proprio così. Insomma, alla fine gliel'hanno detto che è un pervertito: perché aspettarsi dell'altro. Risolino fugace quanto esilarato. < Com'è andata a finire poi con quel tipo? Quello dell'altra volta, che ti sei limonato. > verso Ryoma, riferendosi naturalmente al Rasetsu. {chakra off}{Stessi Tag}

18:10 Ryoma:
  [Davanti alla statua di Pain] L'ironia di Ekko esce come un mare in tempesta in momenti poco opportuni e per niente consoni alla situazione attuale <Posso sapere chi è l'incompetente che ti vende la droga?> un quesito interessante, capace di spiegare molte delle bizzarrie perpetrate dal Konohano ai danni della povera mente dell'azzurro la quale sta raggiungendo il limite massimo di sopportazione. Purtroppo il poveretto non fa altro che aggiungere legna sul fuoco confermando l'innata perversione che si aggira nel suo animo, avvelenando i pensieri, portandolo su una via che mal si combacia con l'essenza dell'Otatsu. I pensieri dell'altro volano verso un'unica direzione in modo costante e continuo <Certo, basta che respiri e abbia un paio di gambe e il tuo amore entra ovunque> un rubacuori in apparenza ma questa è la più banale delle definizioni che potrebbe dare alla di lui figura, una descrizione neanche troppo precisa eppure tanto esaustiva da far comprendere con chi si ha a che fare. Sia da lui che dalla Rosa il nome non sopraggiunge lasciandolo nell'ignoto e nell'oblio non soddisfacendo la curiosità portata avanti; poco importa, l'interesse per quel nome scema così come è venuto, entrare nell'intimo di un uomo che conosce appena non è tra le priorità, probabile essa si tratti di una delle tante conquiste notturne effettuate dall'altro durante il corso della sua lunga vita. Inginocchiati al cospetto della bambina, le sorride in una maniera quasi affabile indicandosi la maschera, avanzando anche una singolare proposta da lei ben accolta <Se la tua mamma acconsente, ti mostrerò il processo per crearne una> già pregusta tutto il processo in questione e sa anche come metterlo in atto, a chi affidarsi. La mente elabora quello che sta succedendo figurando il futuro, il sangue che esso avrebbe portato nuovamente nella sua vita ed in quelle altrui. Per un singolo attimo estrania la mente dal corpo praticando un viaggio interiori riscoprendo il sadismo donatogli dal Kokketsu, suo carceriere, padre e creatore, suo unico punto fisso in quella vita <Di Konoha? Un'altra> unico commento quando le cobalte seguono il moto di Senshi verso la fontana per giocare, passare il tempo <Siete due gocce d'acqua> senza più guardare la bambina ma tornando a scrutare la Nara mentre i due parlano e discutono tirando in ballo l'ennesima figura tramite un nome al quanto strano, inconsueto, privo di senso compiuto vero e proprio <Il sublime?> come soprannome rasente la bassezza dell'ironia e dell'ego, una considerazione di se stessi che supera di gran lunga quella di un più elevato membro della società e del mondo intero <No, non sono così male le amesi> stranamente si ritrova concorde con tale affermazione, Sango ha dimostrato di essere più interessante di ciò che si possa pensare seppur il pensiero da lei portato avanti risulta frivolo e banale. Leggero il sospiro fuoriuscito nel rimembrare le vicissitudini con Rasetsu al loro ultimo incontro di cui Ekko si mostrato come spettatore <Non è finita molto semplicemente. Pensa di aver vinto ma ancora non ha capito che non ho ancora fatto realmente niente per impormi, sto solo giocando> sorridendo, ridendo, beandosi del roseo futuro che ha in serbo per il povero Kokketsu.

19:21 Furaya:
 Assiste allo scambio di battute che proviene da ambedue, alternando lo sguardo dall'uno all'altro ma senza proferir ancor alcunché poiché non la riguarda direttamente da vicino. <Che fosse senza pregiudizi l'avevo notato> Ammette, riferendosi al suo legame con la traditrice della quale spesso hanno avuto modo di parlare, sciogliendogli persino un cellulare. Lascia la frase in sospeso non avendo altro d'aggiungere ad un contesto ovviamente scherzoso. Ekko le fa presente che il suo lavoro è quello di cacciatore di taglie, dunque dovrebbe dirgli s'è presente qualche altro vecchio traditore, ma lei stessa potrebbe venire etichettata come tale a giudicare dalla considerazione che la popolazione ha dei vecchi ninja del passato. <A dire la verità, non ho incontrato nessun altro di quel tempo che potrebbe venir definito traditore. Ma comunque, se tutti i cacciatori di taglie fossero come te, probabilmente preferirei farmi giustizia da sola.> Il che presuppone sia una frecciatina bell'e buona, considerando come il nigga di quartiere abbia solitamente scelto di portarsi a letto Sango, anziché far qualcosa nei di lei confronti. Un piccolo accenno di sorriso compare sul viso della trentunenne, aspettando una pronta reazione da parte d'Ekko, sicura che giungerà nel breve tempo. <Io> A proposito di Saisashi, lanciando un'occhiata alla volta della bambina che giocherella con qualche zampillo, cercando di prenderlo con le mani col risultato di bagnarsi le braccine e parte dell'indumento superiore. <l'ho incontrato poco tempo fa. So che sta lavorando da Ichiraku, quindi lo trovi sicuramente lì al distretto di Konoha.> Non ha molte altre informazioni in merito e forse è anche meglio così. Correrebbe il rischio di volerlo incontrare ancora, mentre adesso manda addirittura qualcun altro a prendere le ordinazioni per lei, qualora ne faccia, o sfrutta i momenti in cui lui non c'è per evitare d'incontrarlo. Tutta tattica, ovvio. Glissa rapidamente alla volta di Ryoma, il quale risponde per le rime al Makihara. <Vi conoscete da tanto? Sembrate parecchio affiatati.> Assottiglia appena le palpebre, come se da ciò potesse esserci dell'altro dietro che ambedue non vogliono dire. Divertita dalla scena che vien fuori, tuttavia, resta ad ascoltare con piacere, non disdegnando qualche occhiata nei confronti della figlioletta che giocherella poco più in là. A proposito della maschera e del suo processo, al momento, non ci trova niente di male e tanto meno le vien da pensare che possa esserci dell'altro dietro. <Un'altra? Chi hai conosciuto di Konoha?> Potrebbe conoscerla, anche s'è difficile poiché la gente che vi vive adesso è ben altra. Molti son deceduti, altri sono semplicemente scomparsi col passare del tempo, nascostisi chissà dove. <Ti ringrazio.> Reputa che sia un complimento il fatto che s'assomigli così tanto alla bambina, seppur per carattere è nettamente simile al padre da quel che si può notare. Non s'intromette davvero, al contrario, per quanto riguarda il discorso finale. Del resto, cosa gliene importa? Non è capo di niente tanto meno di nessuno. [ Chakra ON ][ Scusate il tempo t.t ]

19:31 Kaworu:
  [Tra statua e fontana] Prende con spirito sano d'ironia il commento dell'Otatsu prima riguardo lo spacciatore poco capace, e quello di Furya, sull'amore privo di pregiudizi, facendosi solamente una bella risata. < Dici che devo cambiare giro? Mh... forse non è una cattiva idea, tutto sommato. > avvalla quel dubbio manifestato da Ryoma, con tanto di goliardia. < Vero eh? Ma suvvìa... non esageriamo adesso. Sarò anche onnivoro, ma ce le ho delle preferenze! > ridacchiando con fare sempre sarcastico a seguito di quelle parole replicate verso il Kokketsu ed in parte anche alla Nara-Yoton. Li lascia perciò stare un momento, il tempo in cui il ragazzo si metterà alle prese con la Mini Pakkurida, restando placido ma guardingo, interessato comunque a mantenere incolume e sotto controllo la minore, benché abbia dalla sua parte e tutela una tra le più forti ninja del mondo antico. < Addirittura? Andiamo... Adotto solamente metodi anticonvenzionali... > ironico. < Vero, eh? E' quasi impressionante. > concorda poi sul fatto che siano piuttosto simili, decisamente, mamma e figlia, malgrado le sfumature che rimandano chiaramente al genitore maschile. < Eh già. > riguardo al sublime, soprannome che, alla fine, lui non giudica, restando abbastanza neutrale a riguardo. < Vero? L'ho detto io. Eh-eh! > circa le amesi, piuttosto compiaciuto di trovare man forte in quell'accondiscendenza espressa da Ryoma. < Molto bene. > sul fatto che non sia finita tra i due consanguinei, placido. < Allora la faccenda è ancora tutta da definire. Interessante! > particolarmente aperto, mentalmente, almeno se riguarda gli altri, e non lui, senza esercitare discriminazioni. < Fai bene. Ma poi, soprattutto, tu non mi sembri il tipo che s'arrende facilmente. > asserisce quella considerazione sul ragazzo dai capelli blu, riferendosi a quella circostanza. < Che poi, secondo me, tante storie, ma alla fin fine qualcosa c'è... > aggiunge successivamente, insinuando quella possibilità di un sentimento tra i due kusani. < Perciò, vai così. Dritto alle meta, e conquista la preda. > un aforisma di incitamento nei riguardi dell'appartenente al distretto dell'erba. Sposta la considerazione sulla Judai, quando l'argomento torna il Full Taijutser bianco. < Sì sì, lo so. Ma grazie lo stesso. Almeno so che è ancora vivo. > e non aggiunge altro, preferendo tenere la questione un po' più discreta, specie visti i trascorsi che interessano i protagonisti di quella storia, più che una sorta di omertà per la presenza estranea del Kusano. < Mah, a dire il vero, è la seconda volta che ci becchiamo. Però è a posto così. E' un pro. > riferito proprio al genin dell'erba, mostrandosi socievole e tutto sommato ben disposto nei suoi riguardi, tranquillissimo.{chakra off}{Stessi Tag}

20:11 Ryoma:
  [Davanti alla statua di Pain] I pregiudizi in quel di Ekko risultano assenti, tutto ciò che si muove può essere papabile per uno come lui, specialmente se è del sesso opposto al proprio ma evita di commentare, quello che ha da dire è già stato detto, ribadire l'ovvio risulta superfluo ed inappropriato sotto molto punti di vista e aspetti <Onnivoro...quanto sei indecente> trattare le donne come meri oggetti privi di vita, paragonandole addirittura a del cibo e non ad essere viventi. Il discorso dell'ultima volta torna prepotente ritrovandolo interamente nella figura del konohano il quale vede solamente la superficie femminile invece evitando di concentrarsi su ciò che essa può realmente dare a quel mondo oramai perduto. Silente non si intromette in quei discorsi tra i due konohani, non sono di sua competenza ne ha la minima idea di cosa stia dicendo; un battibecco divertente, questo è ovvio a chiunque, tra cacciatori e la figura di un certo sublime, a quanto pare al centro di un discordo ben più ampio e articolato di quanto non vogliano far credere i due. L'interesse scaturisce ma non viene alimentato più del dovuto mantenendo la curiosità celata all'interno della mente fino al momento più propizio e adatto per tutti i presenti. Cobalte iridi vanno a portarsi sulla Nara-Yoton ed alla domanda da lei portata avanti, straniante ma comprende il proprio errore <Mi correggo signorina, altro volevo dire> il maschile risulta fondamentale <Un certo Ichirou> alcun problema nel pronunziare il nome dell'interlocutore dell'ultima volta <Lo conosce?> e, soprattutto, chi tace acconsente. Quella bambina avrebbe assaporato il dolce gusto del sangue della madre un giorno per fabbricarsi una maschera uguale a quella dell'Otatsu e già la vede, in cima al corpo putrefatto della rosa ergendosi vincitrice in uno scontro dai risultati scontati e già pervenuti a chi riesce a vedere lontano, ben più delle comuni apparenze <Ringrazi se stessa, la bellezza l'ha presa da lei> questo può essere considerato un complimento vero e proprio mentre Ekko parla e disquisisce ulteriormente su quello che è successo con il Kokketsu <Infatti, io non mi arrendo ma non è questo il punto> facendo trasparire un ennesimo sorriso.

20:27 Furaya:
 Cambiare giro potrebbe effettivamente essere una soluzione. Si limita a fare spallucce con tanto di tono pacato per la risposta che ne consegue. <Non sarebbe male come idea.> Potrebbe quanto meno smetterla di farsela con qualunque essere umano respiri, tutto qui. Si tratterebbe già d'un inizio! <Le immagino le preferenze.> Ha notato il modo di guardarle le chiappe, quindi non si sorprende in merito all'affermazione che le ha appena fatto, pur diretto anche nei confronti di Ryoma. Un'ennesima occhiata viene lanciata alla volta di Senshi, la quale pare aver trovato qualcun altro con cui passare il tempo. Si tratta d'un ragazzino che avrà sicuramente la sua età. Poco male, è il momento che cresca. <Avrei molto da dire a proposito di questi metodi anti-convenzionali, ma ti lascio credere che tu abbia ragione.> Mettendo subito le mani avanti e stringendosi nelle spalle. Non ha nessuna intenzione di stare a discutere, anche perché si tratta d'una mera discussione goliardica e quindi la prende a ridere a sua volta, come si dovrebbe sempre fare in questi casi. Ekko, subito dopo, tenta di spalleggiare il Kokketsu verso il suo amore - o quel ch'è. E dal momento che non comprende appieno quel ch'accade, senza contare che si tratta d'una comara fatta e finita, soprattutto con l'età che avanza, gli occhi glaciali si spostano alla volta di colui che ancor non conosce. <Mh? Quindi? Si tratta d'un amore non corrisposto? Oppure l'altro ancora non sa niente?> Sbatacchia velocemente le palpebre, gli occhi che brillano al sol pensiero di questo nuovo gossip che non ha alcuna intenzione di perdersi, cascasse il mondo, adesso è interessata come una faina. Porta le mani sotto al mento, unite in due pugni, spingendo il busto in avanti alla volta di Ryoma. A proposito del konohano che conosce, muove il capo per annuirvi, tornando seria immantinente. Ci mancherebbe altro. <Oh, certo! Lo conosco.> Riferendosi ad Ichirou e non avendo altro d'aggiungere per il momento. A proposito, infine, del complimento che ne fa, comprende come si tratti di qualcun di molto educato e la cosa non può che darle piacere pur non immaginando, neanche lontanamente, chi realmente sia quell'uomo e quanto sia vicino a Yukio. Sorride e basta, non ringrazia, sarebbe troppo. [ Chakra ON ]

20:50 Kaworu:
 Scrollata di spalle, molto indolente. < Maddai, su... è una goliardata, si fa per scherzare...! Non serve essere così seri. > con tranquillissima nonchalance, abbastanza indifferente all'aggettivazione di indecenza da parte del Kokketsu, che sembra invece andarlo a giudicare con quella dichiarazione. Occhieggia sempre Ryoma, nel momento in cui lo ascola pronunciare il suo nome. < Toh! Ma tu guarda... così hai conosciuto pure te, l'Ichirou. > riferito allo Hyuga in questione, restando sorpreso ma non troppo, in fin dei conti. < Io sì, l'ho incontrato qualche tempo fa, nemmeno troppo, in quel del distretto, presso i volti di pietra. > riferisce, piuttosto calmo, liscissimo. < Un tipo a posto, almeno così m'è parso. > prosegue, con voce pacata. < Buono così. > sul fatto infine che quest'ultimo non si arrenda. Torna perciò su Furaya. < Com'è umana lei. > pronuncia con fare sarcastico, quando quest'ultima gli concede di poter credere si essere nella ragione. < Mah, più che non corrisposto, che ancora non sembra sapere, esatto, o più precisamente, che si faccia dei falsissimi problemi... > non sa se sia vero o meno, sono tutte mere supposizioni vendute con un'accezione di realtà, solamente perché ha stabilito di dover stare dalla parte dell'Otatsu, facendo per dargli manforte, così da spalleggiare in quella crociata emotiva di lui, tentativo di approccio e relazione tra i due kusani, malgrado assuma delle connotazioni deviate però, ma non di certo per l'oggetto del suo sentimento -ovvero un altro uomo-, quanto più per la maniera con cui spesso si trova ad esprimere quella passionalità, ovvero piuttosto distorta, aggressiva, inquietante oltretutto in determinate circostanze. Però, per lui va bene uguale: il buon cupido dai pugni al posto delle frecce approva ed avvalla. < Ah, lo conosci pure te? > verso Furaya. < Già... che scemo che sono... effettivamente... > era il kage di Konoha, dopotutto, ed il possessore del Byakugan in questione fa parte della schiera di vecchi shinobi che provengono da quell'epoca. {chakra off}{Stessi Tag}

21:38 Ryoma:
 Ekko è in primis al centro della nuova attenzione nei riguardi dei gusti in suo possesso verso il gentil sesso ed il modo con cui si approccia ad esso ritrovandosi dalla parte della Nara Yoton per quanto riguarda l'atteggiamento dell'uomo. Entrambi non concordano affatto senza che tale parteggiamento venga esplicato in modo diretto, contrariamente, tacciono entrambi <Si perchè è risaputo che i cacciatori di taglie prima si portano a letto le vittime e poi le catturano. Se il tuo lavoro è un mero modo per rimorchiare, mi domando se chiamarti genio o disperato> opterebbe più per la prima giunti a questo punto, dal canto suo trova persino un certo fascino nell'uomo e non vede in lui difficoltà di approccio per quanto riguarda le relazioni personali. Non vede in lui deficit della timidezza, al contrario, esso si mostra costantemente uno alla mano, forse anche troppo per i gusti dell'azzurro e, alla fine, l'attenzione viene portata da Furaya sulla vita privata dell'Otatsu interessandosi vivamente al gossip nei confronti del rosso. Nota quegli occhi illuminarsi e l'interesse farsi più vivido, sorridendo all'idea di discuterne con una del genere, quasi intrigato ma parlarne veramente è complicato, quasi impossibile da semplificare in modo tale da uscirne bene senza far comprendere le reali intenzioni che la relazione con il kokketsu porta con se <Diciamo che è un discorso di accettazione e similitudine ma parlarne in una piazza, per di più di Ame non è conscono all'argomento> qualche attimo di silenzio <Se invece accetta un invito a cena nella sua Konoha, sarò lieto di entrare nello specifico> flettendo appena il capo in avanti. Il luogo è troppo esposto per poter chiacchierare, serve qualcosa di più intimo e meno alla portata d'orecchio di sconosciuti <E mi chiami Rk> anche lei vittima di quel codice, due sole lettere onorando il proprio creatore, facendo sua quella nuova vita tramite metodi di semplicistica natura, rendendo palese il desiderio di abbracciare totalmente la nuova essenza di cui è dotato. Entrambi i presenti dimostrano di conoscere lo Hyuga, il mondo è piccolo, tutti conoscono tutti in quel villaggio <Dev'essere uno famoso, che tipo è?> come se non sapesse nulla, comincia ad informarsi, per quanto può, sull'uomo il cui passato è simile al proprio. L'oscurità cala e la luna prende il posto del sole, il tempo di andare è giunto anche per lui e la conversazione diviene satura ben presto <Se volete scusarmi, impegni lavorativi richiedono la mia presenza. E' stato un piacere> ultimo disquisire prima di lasciare il trio a loro stessi uscendo da quella piazza. [END]

22:00 Furaya:
 Per quanto riguarda Ichirou, si trova a voler commentare a sua volta nei riguardi di quest'ultimo. <Sì, in effetti non posso negare che sia un bravo ragazzo.> Avrà sicuramente dei difetti come tante altre persone, ma quel che ha fatto per il villaggio lei non lo dimentica affatto. Non aggiunge altro poiché non lo reputa opportuno, continuando ad alternare lo sguardo tra i due presenti, in attesa di sentir altre parole provenire da questi. Ascolta, da brava comara qual è, quant'accaduto tra Ryoma e lo suo spasimante, accogliendo l'affermazione del Makihara che asserisce come l'altra parte non conosca niente di questo sentimento. Tuttavia, interviene immantinente Ryoma, definito RK da lui stesso, ch'accenna alla donna un invito a cena nel distretto di Konoha. <Oh> Sorpresa quanto lusingata, dovrebbe rifiutare anche solo in memoria di Mattyse che potrebbe prenderla non poco a male come quel ch'è successo al centro commerciale e le conseguenze successive. <va bene> Eppure non ci vede niente di malizioso, soprattutto perché questi sembra essere notevolmente interessato a qualcun altro, a seconda delle considerazioni che finora sia Ekko che Ryoma stesso hanno fatto di fronte a lei. <possiamo vederci giorno X al chiosco di Ichiraku.> E' il posto più rinomato del distretto di Konoha, è naturale che decida d'andare a mangiare del ramen piuttosto che altro, seppur l'ultima volta abbia davvero scelto di testar un altro locale in compagnia del nigga qui presente. Ogni tanto ci sta variare, ma se vuoi far provare qualcosa di tipico a chi è d'un altro distretto - d'un altro villaggio - tanto vale approfittarne. Mostra un mezzo sorrisetto, allungando la dritta verso l'alto per cercare d'attirare l'attenzione di Senshi poco distante. <Dobbiamo tornare a casa!> Sentenzia verso quest'ultima, la quale dapprima sbuffa e gonfia le guance, totalmente offesa da questa richiesta da parte della madre, salvo poi gettar l'ultimo sassolino nella fontana e salutare il compagno di giochi per raggiungerla. A proposito d'Ichirou e di che tipo sia, replica così alla volta del Kokketsu: <Te lo dirò a cena.> In fondo, avverte che deve allontanarsi, quindi è un discorso che non ha senso d'iniziare dal momento che deve allontanarsi. <Vado anche io, Ekko> Pronuncia la sua intenzione nei suoi confronti. <fai un tratto con noi?> Propone, iniziando ad avviarsi verso il distretto konohano con o senza di lui a seconda della decisione presa. [ EXIT ]

22:11 Kaworu:
 Occhieggia Ryoma, facendosi una bella risata, limpida, cristallina, di assoluto divertimento. < L'importante, è la caccia. > non si capisce bene di cosa, quale sia il riferimento preciso a cui stia alludendo realmente. < Beh, spesso il genio si accende nei momenti più disperati, dopotutto. No? > retorico in quella interpellanza fatta, accompagnata da una scrollata di spalle. Non si pronuncia quando si ritorna sulla questione Rasetsu, più precisamente sul fatto che possa essere più o meno consono parlare di ciò in quel luogo. < Mh-mh. > pertanto, accondiscende in maniera piuttosto tranquilla e pacata. L'altro poi, non solo fa complimenti, ma invita anche a cena la Rosata. Resta abbastanza divertito dalla faccenda, nessun tipo di gelosia o quant'altro, anzi, tutto al contrario, sembra essere molto piacevolmente esilarato dalla vicenda; anche se magari è una mera e semplicissima trovata per poter effettivamente parlare di quegli argomenti in modo più discreto, sa lui cosa ci vede in quella sortita dialogica del kusano. < ErKei. > pronuncia così come sente quelle due lettere. < Buono. > un cenno d'assenso, come a confermare d'aver capito. Su Ichirou, lascia esprimere prima Furaya, la quale probabilmente la sa di certo più lunga sull'altro lungo. < Sì esatto. > confermando quello che ha detto. < Ah, Pakku... ora che ci penso, c'ho da chiederti una curiosità. > ma si aggrega a tutte le frasi di commiato, avendo anch'egli necessità di andare. < Sì sì, ci ritroviamo poi allora. Devo andare anche io. > risponde sia verso Ryoma, che verso la Judai.
< Ci si rivede Erkei, allora. Se bazzichi per il rione della foglia, sicuro. > un gesto di saluto. < Stammi bene, broh. > per poi rivolgersi di nuovo a Furaya. < Ma certo, volentieri! > guardando la bambina. < Ehi, Senshi! Che ne dici di salire sulle spalle di Zio Ekko? Vedrai che ti sembrerà di volare altissimo!! > propone con aria giocosa alla fanciulletta. < Può farlo, mamma Furaya? Daaai... > scherzosamente pure alla genitrice. Se ne andrà di lì a poco, facendo un tratto di strato con madre
e figiola, per fare rotta poi verso il ghetto. (//END){chakra off}{Stessi Tag}

Nuovo triello per Ryoma e Ekko, questa volta in compagnia di Pakkurida. Varie le conversazioni, private per lo più arrivando a rendere le dinamiche di Ryoma fin troppo pubbliche.