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Due folli sulla vetta del mondo

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con Ichirou, Ryoma

15:05 Ryoma:
  [Cima] Percorre le scale sul nuovo monte dei volti con lo scopo di giungere in cima alla leggendaria montagna della foglia dove i volti dei Kage sono scolpiti nella dura pietra per l'eternità. Facce raffiguranti figure di spessore in quel mondo, coloro che con le azioni sono riusciti ad imprimersi nella mente di chiunque, dal leggendario primo hokage finendo con, per quanto gli riguarda, la decima, Furaya Nara, alleata dell'usurpatore Kokketsu. Dieci lunghi anni, un tempo relativamente breve ma che ha segnato un cambiamento profondo del territorio Konohano, anch'esso dentro le mura di Kagegakure; dall'impossibilità certa di essere messo a tacere, adesso esso fa parte di un progetto più grande andando ad abbassarsi agli ordini di altri, come prova che persino un luogo dall'innata leggenda può essere piegato. La visita a tal monte gli permette di giungere ad una conferma ancor più grande del suo glorioso piano, piegare tutto non è impossibile, necessita solamente di tempo e di una volontà di ferro. Passo dopo passo macina gli scalini della tortuosa scalinata passando alle spalle dei vari volti, lanciando occhiate ad ognuno di essi e notando una certa somiglianza tra due volti ben precisi, curioso di non essere passato prima, curioso come due visi siano quasi del tutto uguali se non fosse per qualche leggera differenza nei tratti somatici. La pace raggiunta dopo la gravosa scoperta degli ultimi giorni si può definire totale con il sangue ripreso a scorrere normalmente, oramai nero, appartenente a quel demonio Kokketsu ma la rabbia si ritrova defunta, ha compreso il lungimirante piano del destino nei suoi confronti; un nuovo potere pregno di maledizioni al servizio di un fine più grande, un fine giusto che avrebbe segnato la fine delle cose e la nascita di un mondo veramente libero da ogni egemonia governativa rivoluzionando ma, allo stesso tempo, riportando la vita ai fasti originali dove l'uguaglianza è all'ordine del giorno, dove l'anarchia è il vero sovrano verso cui la gente può rivolgersi, padrona del proprio destino e delle proprie decisioni. Giunto in cima al monte volge il busto nella direzione del grande villaggio con le cobalte ad osservarne la composizione e le fattezze sotto il sole caldo di una primavera inoltrata, quasi finita. Ciò che indossa è di semplice fattura con calzari color del latte lungo gli inferiori arti, sandali shinobistici e una giacca del medesimo colore dei calzari nel ricoprire gli arti superiori la cui cerniera risale il busto fino all'ombelico lasciando scoperto il petto e parte del ventre. Azzurri capelli scompigliati finendo, poi, con una maschera sul lato destro del viso, un pezzo di mandibola umana a ridosso della guancia da cui, per un occhio attento, è possibile intravedere una minuscola porzione di cicatrice al lato del labbro.

15:15 Ichirou:
 Una bella giornata di sole, che per lui così bella non è alla fine, si palesa di fronte al nostro caro Hyuga, che con fare assonnato passeggia su quella montagna come ormai è solito fare, nella speranza magari di incontrare qualcuno o anche solo per rilassare un minimo il suo stesso cervello, da qualche tempo sempre più in preda alla follia di quella sua vocetta interiore, che come se non bastasse, ogni volta che incontra qualcuno, conosciuto o meno, gli intima ben volentieri di colpirlo con tutta la forza e cattiveria del mondo, provocando ferite gravi o a volte anche mortali, il che lo fa sentire un po' più cattivo e magari deviato di quanto già non lo fosse in passato. Tuttavia, oggi sembra essere un po' più sereno del solito, anche se il viso dice tutto il contrario in effetti, le occhiaie sulle sue palpebre inferiori si fanno notare facilmente da chi lo potrebbe osservare in faccia, data la sua carnagione pallida. Il passo dell'uomo è lento, svogliato e quasi incurante di ciò che lo circonda, se non fosse per i fascetti d'erba che non calpesta neanche a morire. Oggi indossa uno Shuai Jiao, giacca della tenuta da Kung Fu, di colore blu scuro con delle rifiniture in filo d'oro che raffigurano dei petali di pesco in fioritura, ovviamente senza maniche, data la sua scarsa sopportazione del caldo, lasciando scoperte entrambe le braccia, la destra, in quella leggera lega metallica che riflette i raggi solari e la mancina, ricoperta da quei bei tatuaggi colorati, delle rose rosse dalla quale esce un drago cinese, verde felce che si attorciglia per tutto il braccio andando a nascondere la testa sul petto dell'uomo, mentre sulla mano il simbolo dello Yin e dello Yang ne fa capolino. Le leve inferiori vengono coperte da un paio di pantaloni in stile Mushu, sempre facenti parte della divisa da Kung Fu, in colore bianco però, giusto per staccare un po' i colori che oggi indossa, questi in tinta unita tuttavia, mentre ai piedi, delle semplici tabi nere, se ci si buttasse l'occhio, si potrebbe intravedere la gamba metallica dello Hyuga, anche se i pantaloni ne fanno intravedere solo la caviglia. Non si accorge ancora della presenza del bianco, o magari non se ne vuole accorgere, ma non è il tipo da far finta di niente se gli passa qualcuno davanti o di fianco con la quale potrebbe intrattenere una conversazione, staremo a vedere.

15:32 Ryoma:
  [Cima] La solitudine del monte è un valore aggiunto in un villaggio dove il caos ed un'insensata voglia di vivere sono all'ordine del giorno. Nei lunghi anni di vita a Kusa, seppur l'uscita da tale villaggio non è mai giunta, ha incontrato esponenti della foglia, li ha veduti con i propri occhi constatando come essi siano esseri del tutto particolare e unici nel loro genere. Non posseggono tratti distintivi di spessore rappresentando la banalità più assoluta in un mondo dove la banalità non è tollerata ne si necessita di una simile condizione. Inspira trattenendo l'aria dentro il proprio corpo, limitandosi a godere di una vista onestamente ben fatta dove tecnologia e natura, in qualche modo, riescono a trovare una certa armonia non inquinando gli ambienti altrui ma è proprio quell'eccessiva area tecnologica ad infastidirlo più del normale. Le parole di Sango riecheggiano, parole concrete ed insite di una verità, purtroppo, attestata e comprovata, non ci sono più i ninja di una volta, essi sono morti con il passare di quegli anni lasciando il posto a smidollati senza spina dorsale. Il mondo è malato nelle sue fondamenta, le nuove generazioni hanno inquinato ogni cosa e lui è l'unico a possedere la cura necessaria per risolvere la tragica situazione in cui si sono cacciati. Il moto delle leve inferiori riprende passeggiando su quella cima e spiazzo, passando il tempo in attesa che le idee divengano ancor più chiare trovando l'ennesima strada tracciata ed è in tal movimento che s'avvede, a breve distanza, della presenza di un figuro a lui estraneo e mai veduto prima di quel giorno. Ichirou cammina nella propria direzione vestito come un'artista marziale pronto alla battaglia. Un accostamento strano e dalla ridicola presenza per quanto gli riguarda, un abbigliamento che svela con fin troppa facilità le caratteristiche combattive altrui permettendo una più accurata strategia. Errori che gli shinobi di un tempo non avrebbero commesso limitandosi ad indossare vesti anonime, impossibili da distinguere tra loro ma attualmente, ognuno si differenza, ognuno vuole emergere mostrando ciò che è a discapito di ciò che serve. Si incammina nella di lui direzione accorciando le distanze dal genin della foglia <Questo posto comincia a divenire troppo affollato> un banale quanto semplice commento riferito all'altrui presenza, di troppo per i suoi gusti e andarsene è l'unica soluzione vagliabile.

16:22 Ichirou:
 Mentre viene approcciato dal misterioso figuro vestito di bianco, la vocina nella sua testa si attiva, immancabilmente, andando immediatamente a parlare con il protagonista nonché padrone di quello stesso cervello "Ichi-Nii.. quello sta venendo in tua direzione e sembra anche parecchio infastidito.." Nel girare lentamente il volto verso l'uomo che lo sta raggiungendo, si potrebbe tranquillamente notare come allo Hyuga non freghi assolutamente nulla di quello che sta per succedere "Dai Ichi-Nii.. per una volta ascoltami ti prego.." andrebbe a professare quella sua stessa vocina interiore "Assestagli un montante metallico sul naso e incastragli il setto nasale ne cranio!" come al solito, quella stessa vocina incomincia a fargli provare quello strano senso di inettitudine ed inadeguatezza che ormai permane nella sua persona, tuttavia decide di farlo avvicinare, giusto per sentire che cosa abbia da dire. Una volta accorciate le distanze, la voce del suo interlocutore raggiunge la sua attenzione, anche se immancabilmente, la cosa non gli interessa più di tanto. L'uomo arriva solo a guardarlo dritto negli occhi con le proprie iridi perlacee, si limita a questo per il momento, mentre con fare annoiato, ogni tanto, andrebbe a sbattere svogliatamente le palpebre, per poi andare a rispondere allo strano soggetto <Ma dici a me?> andrebbe poi a ruotare il busto in sua direzione per potergli dare tutte le attenzioni che merita. Lascia passare qualche secondo, poi andrebbe a rispondere con tutta calma a quel suo commento di cattivo gusto con una frase abbastanza semplice <E allora perché non te ne vai..?> incrociando le braccia al petto e lasciandogli la parola, qualora avesse voluto rispondere.

14:35 Ryoma:
  [Cima] La figura che si stanzia dinanzi all'Otatsu non solo è tremendamente prevedibile nell'abbigliamento ma dimostra di avere ben più di qualche problema interiore ad una primissima occhiata in quella marcia per lasciare il loco prescelte. Purtroppo il desiderio di avvedersi di un vista diversa, di permanere da solo qualche minuto in balia del proprio pensiero, evitando facce di ogni tipo, in particolare Konohani buonisti; non prova astio o odio nei confronti di quel villaggio, solo un diverso modo di pensare e di porsi nei confronti del mondo. Il passo vien fatto avanzare per lasciare quel posto e la presenza da poco presentatasi il quale è in preda a deliri interiori, voci parlanti nella testa che intimano di attaccare; se solo potesse udire quella voce ed il desiderio da essa professato non ci penserebbe due volte a rendere quel proposito una realtà certa e duratura portando lo Hyuga al destino da lui voluto e bramato. Non possiede una tale capacità, per sua fortuna ma il giungere nei di lui pressi porta il verbo dell'azzurro all'orecchio altrui, parole non rivolte a codesta figura, un pensiero ad alta voce recepito come uno scioglimento di ghiaccio. Arresta il passo volgendo le cobalte sul viso, sollevando di poco il proprio per venire meno a quella differenza di altezza non troppo indifferente che intercorre tra i due; un bestione di due metri ma comprensibile vista l'attitudine delle sue arti <Scusi?> chiede e domanda in tutta risposta <Ci conosciamo?> per ricevere una risposta del genere, il dubbio giunge, magari anch'egli appartiene a quei dieci anni di fermo e la memoria gioca brutti scherzi portandolo a dimenticare dei visi passati oppure <Direi di no, quindi che vuole?> l'intelletto di cui è dotato non sempre è efficace ma in molti casi arriva alla soluzione nel momento più propizio, questo non è il caso. Fermo, stanziato dinanzi a lui, sul lato destro altrui non staccando le iridi da quelle bianche da lui portate. Strane, molto particolari, probabilmente un deficit genetico portato avanti da generazioni in generazioni, ancora non consapevole della discendenza a cui partiene, rinomata ovviamente ma nulla che possa sorprenderlo più di quanto faccia il sangue che scorre nelle vene.

15:38 Ichirou:
 Il sole continua a battere incessante sulle teste dei presenti, il caldo diventa insopportabile per lo Hyuga, ma a dire il vero, anche solo una giornata invernale con un sole fortissimo sarebbe troppo calda per lui, quindi alla fine non fa così caldo forse, ma lasciamolo nel suo brodo per adesso. Una questione più importante sorge ora all'attenzione dello Hyuga stesso, che viene approcciato ora dal cobaltino, mentre nella sua testa, la vocina interiore impazzisce per la frenesia che gli sta iniettando dall'interno "Dai Ichi-Nii! Si sta mettendo lui in portata! Guarda che bel naso fragile che ha!" ovviamente, tutto questo lo porta a ruotare lo sguardo verso il cielo in simbolo di tedio e di fastidio, cosa che potrebbe venir percepita male dal suo attuale interlocutore, che immediatamente, professa i suoi dinieghi alla volta dell'uomo dai lunghi filamenti di seta corvina che gli ricoprono la schiena sino alle caviglie, quindi, con tutta calma, andrebbe a rilassare lo sguardo in direzione altrui, proferendo all'altrui volta <No, non mi sembra di conoscerti..> ammetterebbe alla volta del cobaltino, soprattutto dopo aver sentito le sue ultime affermazioni, il che lo porterebbe immediatamente a scusarsi con l'individuo <OH.. ti chiedo scusa allora.. pensavo stessi intimandomi di andarmene.. non volevo essere scortese.. però ti prego dammi del tu..> sperando che il tutto si potesse appianare lo scontro imminente "ICHI-NIi!!" mentre la sua vocina interiore comincerebbe a strapparsi i capelli per ciò che sta dicendo <Non era mia intenzione offenderti..> lo sguardo dello Hyuga non cambia minimamente, rimane serio e tranquillo, lasciando tuttavia un velo di mistero sul suo nome per ora.

15:57 Ryoma:
  [Cima] Difficile trovare uno shinobi della foglia con tratti distintivi particolari e fuori dal comune pensiero che il mondo si è fatto su di loro, il villaggio degli eroi e protettori, tutti coloro in possesso di un senso dell'onore si ritrovano li. Venti anni passati su quella terra ancora non sono riusciti a smentirlo, con molta probabilità non sarebbe mai avvenuto un simile evento seppur ognuno è fatto a modo proprio, anche Ichirou mostra atteggiamenti di fastidio. Colpa della presenza del genin? Possibile ma altamente improbabile, il suo dissenso nell'avere qualcun altro li non è abbastanza da provocare un fastidio nella mente altrui, solo e semplice scelta di vita quella dell'azzurro ma un minimo di curiosità giunge nella mente dell'Otatsu le cui cobalte non si smuovono dall'interlocutore flettendo lievemente il capo sulla destra senza mostrare emozione alcuna sul viso <Qualcosa non va?>, in attesa di ricevere giuste risposte alla sequela di domande poste dopo esser stato interrotto. Lento è il respiro che ne smuove il petto portandolo ad avanzare, regolare ricevendo una blanda conferma dell'ovvio, egli non è nessuno, mai visto prima di tal momento, un semplice civile di quel posto che niente, almeno in apparenza, ha da spartire. Labbra a distendersi appena alle scuse ricevute, un ghigno pregno di soddisfazione nel comprendere il tipo di persone con cui si ritrova ad interloquire, grande, grosso ma morbido come un pezzo di pane arrivando al punto di mandare al bando ogni distaccamento, ogni singolo pezzo di educazioni verso un gergo informale e più adatto a persone conosciute tra loro <E questo tu ha un nome?> primo passo per entrare maggiormente nella mente altrui, giungere nei luoghi oscuri che la caratterizzano carpendone ogni singola informazione; un nome può rivelarsi pieno di significato, spiegando molto più di quanto la normale superficie non dica nella sua apparenza eppure il fare di Ichirou risulta noioso, dimostrando di essere troppo normale, esattamente come Ekko e l'altro tizio capelluto di qualche settimana fa. Niente in particolare, nulla da tenere conto <Di solito sei sempre così sottone?> chiederlo è il minimo trovando inconcepibile il carattere con il fisico in suo possesso, una montagna può schiacciare qualunque formica ma in questo caso la stessa montagna è la formica <O sei il classico gigante buono e gentile? Dimmi> labbra coccolate dal movimento della lingua per rendere più morbida la carne.

16:21 Ichirou:
 I due incominciano a parlare da persone adulte, senza per forza dover ricorrere alla violenza, il che diciamo che fa tirare un sospiro allo Hyuga, che nonostante in passato abbia combattuto per il suo paese, ora si ritrova a schifare le lotte più inutili, solo quelle che vale la pena affrontare lo potrebbero smuovere dalla sua pacatezza e tranquillità quasi zen, anche se in fondo, tutti sanno che dentro la sua testa si annidano pensieri a volte oscuri che potrebbero farlo cambiare in qualsiasi momento se solo gli lasciasse prendere il sopravvento, infatti, le occhiaie sotto i suoi occhi potrebbero essere un richiamo d'allarme sotto quel punto di vista, ma non per forza potrebbero venir lette a tal modo, tutto dipende dalla persona che lo incontra insomma. Alla prima domanda da parte del cobaltino, lo Hyuga andrebbe a scuotere la testa in senso di diniego, provocando un lungo e sinuoso movimento di quella ''coperta'' di seta corvina che gli scende fino alle caviglie <Nessun problema a dire il vero.. sarebbe stata la mia prossima domanda se tu non avessi detto che non stavi parlando con me..> andrebbe a spiegare al suo interlocutore, che viene osservato da quegli occhi perlacei come se fosse una sorta di alieno. Quando gli viene chiesto il nome, lo Hyuga giustamente non trova importate rivelare da quale Clan venga, in quanto parecchio palese <Ichirou.. piacere..> andrebbe a dire porgendo la mano metallica al suo interlocutore <Mi spiace per la mia reazione..> andrebbe nuovamente a scusarsi con lui, solo perché gli va tuttavia. Quando lui fa quelle ultime domande tuttavia, l'uomo assume un'aria un po' stizzita a riguardo, non gli piace che venga criticato per qualcosa che ha deciso di fare, soprattutto da qualcuno che non lo conosce minimamente e che non sa nulla ne di lui ne di cosa ha passato tempo addietro, tuttavia, il suo carattere essenzialmente pacato gli da modo di riflettere attentamente prima di aprire la bocca a sproposito, quindi, sospirando mestamente, andrebbe a rispondere in maniera pacata a quelle stesse domande <Sottone mi sembra un termine un po' sbagliato.. se tu chiami sottone una persona che non ha voglia di causare scontri inutili solo per un fraintendimento, allora sì lo sono.. ma se devo essere sincero, mi vedo più come una persona che ha cose più importante alla quale pensare di una semplice disputa con individui muniti di troppo testosterone e da cercare la lite al primo sguardo sbagliato..> ammetterebbe alla volta del cobaltino <Però se preferisci vedermi come un sottone, come dici tu.. allora pensa a quello che ti pare, non devo dimostrare niente a nessuno e sicuramente non mi preoccupo del giudizio che mi viene dato dalle persone che non mi conoscono..> concluderebbe quindi, lasciando a lui la parola, dandogli modo, nel caso in cui ne avesse voglia, di presentarsi a sua volta "Ci sai fare a parole Ichi-Nii.. e io che pensavo fossi anche stupido.." ..commenti indiscreti a parte.

16:40 Ryoma:
  [Cima] Negativa è la risposta fornitagli, nulla non va in lui ma il corpo dice più di quanto possano fare le parole e le occhiaie presenti, marcate son sinonimo di una certa insonnia persistente, una stanchezza perenne nell'animo e nella mente. In fondo son due sconosciuti, perchè mai dovrebbe preoccuparsi delle condizioni altrui? Non lo fa, poco gli interessa se altri muoiono, vivono o soffrono intorno a lui, a meno che non sia egli stesso la causa di ciò, allora le cose cambiano. Una tortura, un omicidio, tutto quanto va fatto in un certo modo, con passione e arte mettendo da parte la banale violenza favorendo la fantasia e sfruttando l'intelletto che i Kami gli hanno donato permettendogli di arrivare nel punto esatto segnato da loro nel momento della di lui nascita <E le occhiaie? Sono quelle a renderti suscettibile? Dormi poco?> domanda scontata, stupida ed insensata per qualcosa che è fin troppo palese anche al più stupido degli esseri viventi ma sta imparando che l'essere umano è stupido per natura, ha bisogno di essere imboccato su ogni cosa, anche la più piccola, perfino rammentare ad essi l'ovvio <Ichirou> ne ripete il nome memorizzandolo, strano ed inconsueto, perfettamente adatto ad essere ricordato sul lungo periodo. Non ne apprende il secondo nome, poco importa dopotutto; non conosce il clan di appartenenza ne gli interessa saperlo, abilità innata che avrebbe scoperto più avanti in caso se gli fosse tornato utile per i suoi piani ma al momento si dimostra al pari di un Ekko senza l'appartenenza ai cacciatori di quest'ultimo, forse, per ora è tutto un segreto da scoprire. Ennesime scuse giungono, la noia prende il sopravvento se non fosse per una reazione inaspettata e ben accolta in principio ma man mano che le parole proseguono, l'interesse scaturito si trasforma in ennesima noia, la stessa di pochi attimi prima. Lungo è il sospiro mentre le cobalte permangono sul viso dello Hyuga lasciando che finisca una spiegazione del tutto inutile ma con qualche guizzo in grado di fargli capire chi egli sia <Scontri, lite, cosa ti ha fatto pensare che sarebbe scaturito in una futile lotta?> un'idea perviene nella mente dell'azzurro, un'idea strana e semplice allo stesso tempo, strano non ci abbia pensato prima <Sei un represso? Eviti le lotte e gli scontri per...paura di farti male? O di fare male?> nelle sue intenzioni combattere è l'ultima delle possibilità, non si tratta di Rasetsu che attaccherebbe con facilità ma solo di un povero sconosciuto <Che noia, parli come un patetico eroe di quartiere> attimi di silenzio <Di certo non invogli le persone a conoscerti ma facciamo finta che sia così, dimmi, Ichirou, hai ambizioni? Scopi?> improvvisate e inattese, può lasciare interdetto ma il sorriso che ne increspa le labbra mostra l'estremo sadismo in suo possesso. Nulla è detto per caso, tutto è in favore del grandioso piano attualmente in atto.

16:59 Ichirou:
 Una lieve folata di vento, smuove appena i capelli dello Hyuga, nonostante i due siano calmi, la tensione che si è creata pare essere palpabile,. lo scenario intorno a loro sembra essere quello di un classico scontro tra samurai, sguardi intensi che vengono accompagnati da una leggera brezza che muove a malapena i capelli o i vestiti dei due, solo che invece di darsi colpi mortali con una katana, si prendono a parole non perdendosi mai di vista, i due, insomma, hanno un'aura potentissima in questo momento. Quella domanda gli viene fatta in maniera talmente banale, che persino lui rimane stupito, il che lo porta istintivamente a dire <Non è abbastanza ovvio..?> una sorta di frecciatina, che viene però lasciata in secondo piano, in quanto quel suo ripetere il nome appena sentito senza ch'egli stesso si presenti, un minimo lo infastidisce <A te invece te l'hanno portato via il nome o sono un indovino e ti chiami effettivamente Tu..?> parrebbe quasi offensivo il tono da lui utilizzato, ma in realtà è solo molto stanco, la sua non è una mente facile da sostenere, soprattutto ininterrottamente. Quando lui comincia poi a parlare di scontri futili, il pensiero torna immediatamente a tormentarlo "Ma allora questo è nato per dare fastidio alle menti altrui! Ichi-Nii gli dai sto colpo o devo farlo io da qui scusami!?" con un'altro mesto sospiro, lo Hyuga lo lascia finire di parlare, non lo interrompe, sarebbe scortese da parte sua, quindi non appena il suo interlocutore termina quella prima parte del suo monologo, andrebbe con pacatezza a rispondergli <Perché l'uomo è sempre pronto a cercare lo scontro e mai la conversazione, se qualcosa lo infastidisce..> andrebbe ad ammettere continuando a guardarlo nelle iridi azzurre <Evito le lotte inutili..> si limita a dare questa spiegazione, che poi è infine la più giusta che potesse dargli in quanto verità. Le prossime affermazioni da parte del cobaltino non sono poi più gentili delle precedenti, a quanto pare non ha intenzione di creare quel minimo legame con lo Hyuga, la cosa non lo tocca minimamente <Non so che dirti..> direbbe per evitare di scusarsi di nuovo con lui, quando poi gli chiede delle sue ambizioni, lo Hyuga prenderebbe la palla al balzo, approfittandone per rispondere a monosillabe <Come tutti no..?> per poi chiedere <E tu, Tu..?> chiede utilizzando quel pronome facendolo diventare il suo nome proprio, vediamo se qualcosa magari scatta.

17:23 Ryoma:
  [Cima] L'ovvietà risulta divertente se portata avanti da menti infime rispetto alla propria perchè tentano, invano, di prevalere su qualcuno che ha già arginato quella possibilità per essere sempre e costantemente un passo avanti. Questo fa l'azzurro verso chi tenta di essergli superiore, inutile anche solo provarci; il destino lo ha dotato di un intelletto superiore a chiunque lo circondi e sono veramente pochi coloro in grado di tenergli testa, di parlare, ragionare e capire una mente come la sua. Lo Hyuga, sfortunatamente, non è tra quelli ed è ciò che scatena quella mesta risata da parte dell'Otatsu, trattenuta il più possibile ma l'ilarità è palpabile a mani nude, può essere sentita e percepita come una compagna di viaggio appena giunta tra loro <Non prendermi per stupido, Ichirou> divertito dalla bassezza della mente umana <La mente è colei che impedisce il sonno, i pensieri, la vita> una spiegazione tirata <Rispondi alla domanda> costretto a far comprendere che la vera domanda non è portata alla luce ma sottintesa, molto più personale. Niente viene omesso per puro caso o stupidità, tutto è calcolato nei minimi dettagli per giungere ad uno scopo più ampio e glorioso <Rk> pronunzia il proprio nome, un nome donatogli dal rosso durante i mesi di prigionia, una nuova identità capace di surclassare quella vecchia. Il codice fornito non è mai completo, solo i meritevoli possono ambire a conoscere una minima parte del completo nominativo, fino ad ora nessuno è riuscito in una tale e nobile impresa. La mente di Ichirou nasconde più di quanto egli voglia far trasparire, solo il fato è consapevole della follia che avviene in quel cervello, della voce che continuamente l'accompagna portandolo all'esasperazione più totale; situazione interessante nella quale si ritrova lo Hyuga, molto più dell'apparenza da lui mostrata per apparire, agli occhi comuni, normale e privo di difetti. <Ciò accade perchè non riesci a scatenare il loro interesse. La lotta è il modo più semplice per far capire, volgarmente, chi lo ha più grosso ma basta una parola ben messa, una frase ben composta per impedire tutto questo> capire chi si trova davanti è il primo passo verso la vittoria finale in qualunque tipologia di scontro o incontro becero <Tutte le lotte sono inutile se non guidate da uno scopo> anche la più piccola discussione risulta stupida e priva di senso se non c'è qualcosa di più grande alle spalle e man mano che la conversazione con lo Hyuga procede, se ne convince maggiormente. La noia continua ad aumentare, null'altro di interessante proviene dal genin, un vero peccato, avrebbero potuto elevare la discussione a qualcosa di magistrale e invece si ritrovano a parlare del futile <Come tutti? Quindi se lo scopo e l'ambizione di tutti è impiccarsi dal naso del quarto Hokage, tu ti impiccheresti? Santo cielo, neanche le pecore sono così> seguire il gregge senza un'idea propria, il banale prende il sopravvento. Il silenzio cala frapponendosi fra loro, i suoi scopi? Rivelarli non può di certo però può giocare, cercare di divertirsi <Il mio? Trovare le nuvole cremisi e uccidere tutti quanti per diventare il padrone incontrastato del mondo ninja>.

17:52 Ichirou:
 La risata da lui trattenuta, fa sì che anche lo Hyuga stesso arrivi a sogghignare, lasciando sfuggire una piccola risata effettivamente divertita, un po' insolito da parte sua, ma in fondo, ultimamente nemmeno lui sa come sentirsi riguardo ciò che lo circonda, quindi va semplicemente ad incrociare le braccia al petto, spesso e ben piazzato, per poi rispondere alla volta dell'azzurro <Non ho insinuato nulla del genere, ho solo sottolineato l'inutilità di una tale domanda..> andrebbe ad ammettere <Ma se ci tieni così tanto.. non è solo quello il motivo delle mie occhiaie.. io non dormo praticamente mai, ma non perché ho una mente debole o chissà quale altro motivo riuscirai a trovare.. ho subito delle torture parecchio pesanti in passato e quando il tutto è andato in pezzi, ho vagato da solo per dieci lunghissimi anni.. nessun contatto umano.. il che mi ha portato a sviluppare..> nel cominciare quella frase, le mani dello Hyuga si sciolgono da quell'incrocio, portando la mano sinistra, quella in carne, davanti agli occhi, come se tentasse di contenere un forte mal di testa <Una sorta di..> un'altra pausa, lievemente più lunga della precedente <Lascia perdere.. non capiresti o criticheresti anche questo.. e sinceramente, non ho voglia di sentire più critiche di quelle che già sopporto a mala pena..> ammetterebbe alla volta dell'azzurro tornando con le mani lungo i fianchi. Il nome di costui, pare più una sorta di codice, più che un nominativo <Rk.. non mi piace.. ti chiamerò RiKo.. suona meglio di RK..> andrebbe ad ammettere lo Hyuga, se non vuole dirgli il suo vero nome, sarà lui stesso a chiamarlo come meglio preferisce. Quando comincia a parlare poi a riguardo delle lotte e quant'altro, l'uomo non può fare a meno di capire che, almeno da parte del suo interlocutore, non c'è interesse nel sostenere una pacifica conversazione tranquilla, senza critiche o frecciatine <Ma che vuol dire.. come tutti era inteso che tutti hanno uno scopo, non che tutti hanno lo stesso scopo in comune..> andrebbe a rispondere, ma c'è una cosa che lo attira più del solito, quel nome da lui pronunciato <Le nuvole.. cremisi..> lo ripeterebbe come se fosse un mantra <Parli della vecchia Akatsuki..?> finalmente si interessa un po' di più all'argomento <E tu la vorresti trovare solo per uccidere le persone e diventare il 'padrone del mondo ninja'..?> quelle parole suonano così male nella sua testa <Quanta banalità..> ammetterebbe corrugando le sopracciglia tra loro <E così anche tu vuoi trovare l'Akatsuki eh.. mettiti in fila allora..> concluderebbe dunque lasciando la parola all'azzurro.

18:20 Ryoma:
  [Cima] Per la prima volta dall'inizio della conversazione, qualcosa di veramente interessante viene a galla dalle parole dello Hyuga. Tralascia il futile dire che non porta a nulla per infondere l'attenzione in ciò che veramente merita e con estrema lentezza le pupille si restringono trasformandosi in meri puntini neri all'interno delle cobalte iridi, palpebre leggermente calate focalizzando lo sguardo in quelle bianche dell'altro. Una storia viene raccontata, breve ma comunque intensa in cui trova delle similitudini con la propria, certo, egli è cambiato sensibilmente trovando il vero se stesso mentre l'altro dimostra un nuovo modo di affrontare la tortura e la solitudine. Il silenzio la fa da padrone nell'azzurro, labbra serrate permanendo in attesa di udire il vero motivo per cui quelle occhiaie sono realmente presenti sul volto del genin ma il tutto viene interrotto da un pensiero sempliciotto come il pregiudizio lasciandolo a bocca asciutta <Oh no> riprendendo a sorridere estasiato dalle preziosi novità <Stai raccontando qualcosa di interessante per davvero, mettimi alla prova e continua> come un bambino dinanzi alla favola raccontata dalla maestra ma in maniera più macabra e malata di quanto si possa immaginare <Cosa hai sviluppato durante la solitudine e la tortura? E che tipo di torture hai subito? Corporee? Mentali?> ansioso di comprendere fino in fondo le vicissitudini altrui. Può darsi abbia sottovalutato l'interesse che un konohano è capace di scatenare, probabilmente resta una persona normale e noiosa ma la presenza di un passato di spessore apre le porte a qualunque cosa, ampliando il suo piano verso orizzonti inesplorati. Una mente debilitata può tornare utile in più occasioni e finalmente il giovane giunge alla pari di un Ekko in quanto utilità, tutti nomi che segna indelebilmente. Capo vien chinato, sguardo abbassato al nomignolo fornito da un nessuno ai danni del nome del suo creatore, del mostro che lo ha forgiato sia dentro che fuori <Chiamami RiKo e ti strappo la lingua a morsi per poi mangiarla, siamo intesi? Rk> risollevando lo sguardo, abbassando il tono di voce, non tollera ne permette a nessuno di storpiare ciò che è suo, di sfottere il rosso in quella maniera becera e priva di rispetto per chi non è altro che un verme in confronto a lui. Non si tratta di una minaccia, l'avrebbe attuata anche subito per impartire una preziosa lezione <Allora perchè non hai risposto?> un si o un no non sono voluti, anche quella rappresenta una domanda che mira ad andare nel profondo, senza limitarsi ad apprendere futilità superficiali. Le labbra si estendono ad ogni verbo pronunziato, si schiudono mostrando l'intera arcata dentale senza fiatare o parlare, lasciando emergere la sonorità di una risata alla parola banalità a lui associata. Gridata con una vena di sadismo, il genin ride al solo pensiero di una simile parola accostata al suo nome <E tu credi davvero che vada a dire in giro i miei scopi al primo sconosciuto che capita?> essere davvero preso sul serio su un obiettivo tanto stupido quanto privo di senso, uccidere per impadronirsi di qualcosa minando la libertà e l'uguaglianza <Siamo dei bambini adesso? Metterci in fila, sul serio? Perchè la cerchi? Vuoi diventare famoso? Sai cos'era l'Akatsuki?>.

18:52 Ichirou:
 Nonostante la sua arroganza, il Kokketsu sembra interessarsi alla storia dello hyuga, ma che sia solo ed esclusivamente perché ha parlato di tortura o perché gli interessa davvero, la risposta la sa già a dire il vero, ma la speranza che le menti toccate dalla follia siano sempre più simili a quella della Nara, che è l'unica che riesce a sopportare, non muore mai in lui. Quindi, data la richiesta del suo interlocutore, l'uomo dai capelli di seta corvina decide di dargli qualche informazione in più, che male può fare no? E poi sono avvenimenti accaduti anni addietro, quindi si parte <Va bene..> andrebbe a dire <Però evita di fare domande stupide se non vuoi esser considerato tale..> andrebbe a dire mostrando il braccio metallico in dettaglio al suo interlocutore, dato che gli ha chiesto se le torture da lui subite fossero mentali o corporee <Prima che tutto andasse in malora, fui rapito dal mercato nero.. purtroppo per me i miei occhi valgono parecchio..> ammetterebbe <Ma il fato ha voluto che quelli che mi rapirono erano inetti, incapaci.. quindi per evitare di rovinare il loro prodotto, mi hanno lasciato gli occhi e mi hanno strappato il braccio destro e la gamba sinistra..> detto ciò, andrebbe a rialzare un minimo il gambale sinistro del pantalone che indossa, mettendo in mostra l'altra protesi metallica <Questo avvenne dieci anni fa, le torture durarono per tre mesi, ininterrottamente.. non so quale fosse il loro scopo, ma mi fecero domande su Konoha alla quale non risposi, per quello mi torturarono.. rinchiudendomi in una cella poco più ampia delle mie spalle, nella quale non potevo nemmeno sedermi.. o sdraiarmi per dormire..> un lungo sospiro verrebbe rilasciato dalle labbra dello Hyuga, che nonostante sia passato un bel po' di tempo, a parlarne sente ancora i dolori ai moncherini <Prima di tutto ciò, fui preda di un Genjutsu, a Kiri durante la guerra contro il falso dio.. quell'illusione mi fece vedere la donna che un tempo amavo.. morta, dilaniata e sfregiata, il corpo era completamente tumefatto e come se non bastasse, il suo cadavere stava venendo stuprato da dei banditi..> andrebbe a spiegare al suo interlocutore, arrivando persino ad abbassare lievemente lo sguardo <Certo il tutto era solo un illusione.. ma sono immagini che nessuno vorrebbe mai vedere..> ammetterebbe <Quindi le ho subite tutte le torture di cui mi hai chiesto.. e dopo la distruzione del villaggio, durante i miei dieci anni di solitudine, nella mia testa si è creata una seconda persona, che per qualche ragione mi ha tenuto compagnia in tutto questo tempo, ma che adesso, non mi abbandona più..> lo sguardo dello Hyuga è palesemente stanco, tutto il suo essere stizzito e irascibile è dovuto solo a questo, e la situazione è migliorata un minimo da quando ha conosciuto Tachiko, che gli è sempre stata accanto da quando era in ospedale senza arti, ma queste sono informazioni in più che all'azzurro non devono interessare. Quando lui professa quel commento, quella sorta di minaccia, lo Hyuga non ha alcuna reazione a riguardo, anzi lo guarda come se stesse guardando un bambino che piange perché è stato offeso da un altro bambino, quindi si limita a ribadire il suo nome <Rk.. ok..> facendo spallucce poco dopo. Quella domanda non trova subito una risposta, lo lascia parlare in modo che possa essere tutto più fluido ed unito, solo dopo aver ascoltato tutto ciò che lui dice, andrebbe a rispondere con tono pacato <Perché non sono affari tuoi..> direbbe con calma <Come hai appena detto tu.. perché dovrei dirti le mie ambizioni o i miei obbiettivi se nemmeno ti conosco..> prenderebbe fiato poi, sospirando mestamente ed andando a rispondere alle sue ultime domande <Era solo un modo di dire.. e cosa ci voglio fare, non è una cosa che ti riguarda, non mi interessa esser famoso e sì, so cos'era l'Akatsuki..> direbbe alla volta dell'azzurro. Il sole comincia lentamente a venir meno, l'arancione inizia piano piano a diventare sempre più riempitivo nel cielo, mentre le prime stelle si fanno vedere insieme ad una pallida luna non ancora del tutto illuminata <Non ho più voglia di dare risposte senza riceverne alcuna in cambio.. anche se non sembra, per me è stato un piacere conoscerti.. Rk..> ripete quel nome con stranezza <Ma devo proprio andare, ci si becca in giro.. o forse no.. si vedrà..> girando i tacchi, lo Hyuga comincerebbe ad incamminarsi verso casa <Buona serata..!> salutando il Kokketsu utilizzando la stessa mano metallica con la quale poco fa, ha raccontato il suo passato. [END]

19:49 Ryoma:
  [Cima] Interesse ed eccitamento prendono il sopravvento nel momento in cui Ichirou decide di parlare ed esprimersi rimembrando i ricordi del passato per mettere l'azzurro al corrente di quanto accaduto <Ti insegno una cosa su di me, le mie domande stupide non sono mai fine a se stesse, hanno sempre sotto qualcosa> non è stupido o altro, quando pone un quesito ha sempre un secondo fine a cui ambire. Non tutto è come sembra, una lezione da imparare per andare d'accordo con lui senza credere di essere di più dell'Otatsu. Ode silente il continuo della storiella senza interrompere, mantenendo le labbra serrate e cobalte fisse sul viso dello Hyuga <I tuoi occhi? Per...> domandare, chiedere <...aspetta, bianchi e siamo a Konoha..non dirmi che...> non pronuncia il nome del clan non avendone la certezza matematica, preferendo tacere rimandando la domanda o in attesa di dettagli più consistenti ma più prosegue il racconto e più il divertimento aumenta in lui, ilarità ogni dove si presenta e fare a meno di sorridere, di mostrare l'ironia del fato <Ti hanno preso dei rapitori di seconda mano e non sei riuscito a liberarti da solo? Dai continua> gamba e braccio strappati, sostituiti dal grezzo metallo su cui gli occhi vengono posati, memorizzando la posizione dei suddetti arti. Gamba sinistra, il braccio, pezzi di corpo non soggetti ai propri colpi, due punti da non colpire se non si vuol fallire <La domanda non è quale sia il loro scopo ma perchè hanno rapito proprio te e si, i tuoi occhi ma non è una risposta del tutto corretta se dici che hanno fatto domande sul villaggio> probabilmente egli sa qualcosa o è al corrente di un dettaglio sulla vecchia Konoha. La storia prende piede nei momenti bui vissuti dallo stesso azzurro, il falso dio, dieci prima, il periodo del congelamento del mondo intero dove ninja sono morti e, altri come lui, sopravvissuti ritrovandosi in un tempo che non gli appartiene <Che Genjutsu esagerato, si vede che erano inetti, io avrei saputo fare di peggio> deliziando la tortura che avrebbe potuto infliggergli, assaporando il suo sangue di Konohano, gustandosi ogni lamento da egli partorito come fosse il canto di una musa antica. Il culmine giunge con la creazione di una seconda personalità vivente in lui e tutt'ora presente nella vita del genin. Sorpreso ed estasiato dalla pazzia che l'altro mostra di avere, una dissociazione della personalità <Interessante> solo quello viene proferito, alcun commento portato alla luce. Non ha bisogno di dire nulla, ha già tutto ciò che gli occorre per agire sulla mente del giovane davanti a se. Nient'altro dice, ottiene ciò che vuole, essere chiamato con quel nome da lui fornito e tanto gli basta, andare avanti con le minacce risulterebbe del tutto futile e privo di senso alcuno <Touchè> niente da ribadire quando qualcuno ha ragione. Il discorso giunge alla sua naturale fine limitandosi ad udire quei saluti per dividere le due strade, se non fosse <Ichirou, tra due giorni fuori dalle mura del villaggio. Vieni se vuoi ricevere quelle risposte e se tutto andrà bene, avrò una proposta da farti> detto ciò lo lascerebbe andare via ma solo il fato sa se avrebbe acconsentito ad un nuovo e forse più proficuo incontro. [END]

Ichirou e Ryoma, per un semplice malinteso, si ritrovano a battibeccare sulla cime del nuovo monte dei volti di pietra; parlando, i due scoprono che entrambi hanno un obbiettivo comune, o almeno così sembra, dandosi appuntamento fuori dalle mura del villaggio, per poter parlare con più chiarezza.