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Al konbini con furore

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con Furaya, Reiji

16:55 Furaya:
 In quel di Kiri, stranamente non sta piovendo. Le riesce ancora difficile immaginare quell'isolotto tramutato in un distretto dove la nebbia risulta essere inesistente. Non viene più rappresentato da essa. Il cielo sopra il quartiere povero è illuminato dai raggi solari, i quali vengono di tanto in tanto nascosti dalle nubi di passaggio. Eppure non sembrano prospettare pioggia. Strettasi nelle spalle, prosegue nel suo passeggio pomeridiano. Aveva intenzione di passare da un konbini. Kiri e Konoha, del resto, non sono mai state così vicine come adesso, quindi ha potuto farci un salto in men che non si dica. Gli abiti che la donna indossa son tipicamente femminili ed anche alla moda, considerando dove li abbia comprati. Si tratta d'una gonna nera e grigia, a scacchi, alquanto corta ma con un lieve spacco sulla coscia destra la quale è circondata da una tasca porta kunai e shuriken. Sul gluteo sinistro, invece, ha una tasca porta oggetti con decisamente poca roba: qualche tonico coagulante e di recupero chakra per aiutare se stessa ed il Senjuu che solitamente gira soltanto con delle carte bomba. Prevenire è meglio che curare, tenendo in considerazione il fatto che è solito farsi male pur d'avere ragione e uscirne vincitore, a differenza sua che adotta tattiche volte a non farsi colpire, ma ferire lei per prima. Il di lei busto è invece coperto da una camicia, perlopiù un top in cotone, dalla scollatura rettangolare che fa risaltare le curve del busto data l'aderenza oltre al seno per via della visione che ne dà. Stringe attorno allo stomaco e ai fianchi, lasciando scoperto giusto un lembo di pelle attorno alla vita opportunamente nascosto da una cintura in cuoio. Ai suoi lati, infatti, pendono una frusta dal lato destro ed una katana dal lato sinistro. Sia mai che giri disarmata. Il ciondolo con il simbolo del Clan Uchiha è posto attorno alla di lei gola, mai lontana e mai separata da qualcosa di materiale che reputa al contempo tanto importante. I lunghi capelli ondulati scivolano sulle spalle e sul petto della donna. I piedi cercano una salda aderenza con la superficie sottostante. S'è limitata infatti ad indossare degli anfibi neri ben allacciati che ne sfiorano il ginocchio, lasciando dunque scoperte soltanto le cosce, e dalla suola non troppo alta per prevenire cadute accidentali. Non ha comunque mai messo piede per il quartiere povero, tanto meno comprende per quale ragione debba essercene uno. Il Consiglio non dovrebbe aiutare chiunque? Non hanno costruito un villaggio per coloro ch'erano sopravvissuti alla guerra ai Monti ardenti? <...> E' con suddetti quesiti che prosegue nel suo avanzare, rimuginandovi sopra. [ Chakra ON ]

17:10 Reiji:
 In effetti, visto e considerato che Kirigakure sta letteralmente per "Villaggio della Nebbia", uno si aspetterebbe un ambiente leggermente piú angusto e, appunto, nebbioso... invece non solo non c'é nebbia, ma c'é persino qualche traccia di Sole. Inconcepibile. Parlando di konbini, tuttavia, é proprio davanti ad uno di questi che si trova il nostro sunese che, anziché sedersi sulla plasticosa e leggermente scassata panchina posta davanti al negozio, che é letteralmente messa lí apposta, sta invece allegramente squattando su una serie di rozzi gradini in cemento poco distanti, probabilmente una scaletta d'accesso a uno dei tanti palazzetti che fanno a gara per accaparrarsi un po' di spazio in mezzo allo squallidume del quartiere povero. Nonostante sia seduto é evidente come il ragazzo sia leggermente piú alto della media, anche se il fatto che sia incredibilmente secco lo fa probabilmente apparire ancora piú perticone di quanto non sia realmente. Sicuramente sono complici di ció anche i capelli, neri e spettinati come al solito, sparati un po' in qualsiasi direzione. Gli occhi, appena socchiusi, dalla forma leggermente allungata e di un verde chiaro, sono fissi sul contenitore di ramen istantaneo che ha nella mano sinistra, aperta e ancora fumante, mentre la mano destra é intenta a sorreggere le bacchette, presumibilmente con l'intenzione di mettersi a mangiare a breve. Il vestiario é composto da abiti comodi, larghi, forse anche troppo: una mantella grigio scuro abbottonata sotto al collo, lo stesso alzato a coprirlo fino al mento, aperta sul davanti per permettere alle braccia di muoversi in tranquillitá e che rivela, sotto di questa, una maglietta nera a maniche corte priva di qualsiasi tipo di fronzolo. I pantaloni, anch'essi neri, sono larghi alla coscia e via via piú stretti sino alla caviglia, sorretti da un' anonima cintura, l'avete indovinato, anch'essa nera. Il tutto culmina in un paio di scarpe da running, di quelle con la suola leggermente piú lunga e larga della scarpa stessa, in tessuto iperleggero e praticamente traforate. Nere, ovviamente. [Chakra OFF]

17:29 Furaya:
 Il di lei passo non accelera per alcuna motivazione. Non ha fretta di raggiunger il konbini, ma dovrebbe averlo ormai adocchiato dalla sua posizione. Alterna le inferior leve con la stessa costanza di prima. Schiena diritta, petto in fuori: esattamente la postura che ci s'aspetterebbe da un ninja. Lascia sciolti i capelli dietro la schiena, scostandone una ciocca distrattamente con la dritta, infastidita dal fatto che le si spostino innanzi agli occhi. Chissà, che sia il caso di tagliarli? Sta di fatto che l'insegna è sempre più vicina ed il passo rallenta sin all'imbocco del locale precedentemente citato. Soltanto un lieve guizzo le fa adocchiar anche la figura di Reiji che, tuttavia, non conosce. In un primo momento, vi glissa soltanto, senza neppur osare proferire verbo. Preferisce soltanto accostarsi al konbini, promuover un passo verso l'ingresso e inclinare il busto in avanti, precisamente verso l'interno. Ne adocchia i vari scaffali pieni d'ogni genere di bene alimentare, ma al contempo ciò che salta immantinente all'occhio è la mancanza d'un titolare, di qualcuno che possa farne le veci, un tal dei tali che coordini quel negozietto ed incassi il tutto. Ammesso incassino qualcosa. <Uhm.> Mugugna appena, rifacendo la strada a ritroso, ricordandosi della presenza di quel qualcuno che, seppur non conosca affatto, potrebbe tornargli vagamente utile intercettare. Sbuca con la sua testolina ammantata di rosei ciuffi, incoccando lo sguardo sul viso dell'altro e cercando d'attirarne l'attenzione. <Ehi> Non conoscendone il nome, ovviamente, improvvisa. Quanto meno non fischia. <Sei tu il proprietario?> Vedendolo seduto nei pressi, in effetti, potrebbe vagamente azzardare che si tratti di lui. Risulta essere comunque una domanda innocente, tanto quanto il suo sguardo che resta lì a scrutarlo, in attesa d'una risposta soddisfacente. [ Chakra ON ]

17:40 Reiji:
 Rimane per qualche istante ad inalare il vapore che sale dal ramen istantaneo, anche se é difficile capire se lo fa per noia o per gusto: l'espressione apatica che ha stampata in faccia, infatti, non dona molto indizi riguardo al suo attuale stato d'animo. Diciamo che una statua di sale, molte volte, é piú espressiva. O forse si sta solo ancora riprendendo dallo sforzo di sorridere a comando mentre riaccompagnava la vecchietta benestante a casa insieme a Kamichi. Furaya gli passa davanti e, esattamente come lei ignora lui, lui ignora lei, troppo concentrato sul katsu curry udon che ha davanti e che sparge nell' aria piacevoli note dolci e al tempo stesso leggermente piccanti. É solo mentre la ragazza torna indietro che comincia effettivamente a mangiare, portandosi una sanissima dose di udon alla bocca che, come galateo impone - ? -, non vengono minimamente masticati, ma solo sonoramente tirati sú, con il risultato che sembra avere una cascata di noodles che sale a ritroso dalla zuppa per finirgli tra le labbra. É esattamente in quella posizione che Furaya lo trova nel momento in cui gli rivolge quella domanda, peraltro abbastanza lecita: ha abbastanza la faccia da scansafatiche da passare per uno che abbandona il posto di lavoro cosí, su due piedi. Quando la domanda gli arriva ha ovviamente gli occhi puntati verso il basso, ed é solo l'iniziale richiamo della ragazza che cattura la sua attenzione e gli fa alzare il capo. Il risultato é che all' espressione naturalmente apatica di Reiji, agli occhi semichiusi e alla generica faccia da schiaffi che si porta dietro per colpa del suo dna, bisogna aggiungerci anche la sopracitata cascata di noodles. Insomma, é apatico... ma forse non troppo. < Hrhmhmhhhrhm. > Difficile capire se sta effettivamente cercando di dire qualcosa oppure se semplicemente sta emettendo rumori mentre ingurgita cibo a velocitá impressionante. Quando l'ultimo noodle sparisce nella bocca del ragazzo, l'espressione non é cambiata di una virgola e non ha una goccia di curry che una che lo abbia sporcato. < No. > Replica, in un primo momento, spostando poi lo sguardo verso il konbini alla sua sinistra salvo poi riportarlo su Furaya. < Credo abbia detto che stava andando a prendere le sigarette... ma penso sia una balla, visto che le sigarette le vende lui. > Fa spallucce, poi continua a mangiare i suoi noodles.. tuttavia, questa volta fissa Furaya, come se stesse aspettando qualcosa. [Chakra OFF]

18:00 Furaya:
 L'odorino che proviene dal di lui cibo ne stuzzica l'olfatto. Annusa l'aria circostante. Adocchiato il ragazzo, al quale poc'anzi ha anche rivolto tutt'altra domanda, si sente in dovere d'aggiungere: <Che buon odore!> e non si riferisce sicuramente ad alcun profumo che questi possa avere indosso, ma proprio al cibo che sta mangiando seduto su quel gradino. Non s'azzarda certo a chiederne un po', insomma! L'educazione la conosce fin da quand'è bambina e inoltre resta uno sconosciuto. Eppure una vocina nella sua testa continua ad essere insistente, facendola protendere per un eventuale acquisto non dissimile prima di tornare da Tachiko - e dagli altri. Molteplici sono i punti interrogativi che sulla testa della Judai andrebbero a prender forma, immaginari drappelli che lasciano sul viso della fanciulla un'espressione interrogativa. Egli ha appena mugugnato qualcosa che risulta essere per lei indecifrabile. E non necessita di chissà quale altra frase, poiché il sopracciglio aggrottato e la bocca socchiusa dovrebbero bastare per far comprendere lo scetticismo innanzi a quel mugugnare. E solo in un secondo momento, riesce a replicare con un: <Oh!> per via della risposta che riceve. A quanto pare, non è il famigerato proprietario del konbini. Ma questo sta a significare che tutto quel che c'è dentro al negozio è automaticamente gratuito! No, personaggio sbagliato. <Non ha timore che gli rubino tutto quello che vende?> Ammesso sia poi roba di chissà quale qualità, non ci sorprenderemmo nel caso in cui trovassimo delle scatolette scadute o che il proprietario venga assassinato da un emulatore, vero? La domanda è retorica, non necessita invero d'alcuna risposta, tuttavia la pone adocchiando l'insegna, compiendo qualche altro passo per tornar in strada e avvicinarsi a Reiji. <Beh, la sua scusante non regge in effetti. A meno che non sia consapevole del fatto che quelle vendute da lui siano scadenti.> Quest'è un colpo basso. Ipotizza. D'altronde perché dovrebbe andare a comprarle da qualche altra parte? Si stringe nelle spalle, lanciando delle altre occhiate nei dintorni per adocchiar la presenza d'altra gente o d'altri locali che potrebbero tornarle al contempo utili. <Dici che lasciandogli i ryo sul bancone valga comunque?> Non ha davvero alcuna voglia di mettersi a cercare qualche altro negozietto che venda ciò di cui ha bisogno. Magari gli lascia pure un bigliettino... [ Chakra ON ]

18:16 Reiji:
 Al commento sull' odore non si compone né sembra veramente interessarsi, anche perché ha giá ripreso a tirare su udon neanche fosse il cibo dei kami - che quella é la piadina, lo sappiamo tutti -. < Katshu Churry Ufhon > Replica, nel tentativo di spiegare che cosa stia effettivamente mangiando, anche se, ovviamente, le parole escono fuori notevolmente biascicate. Piú che comprensibile che l'altra, quindi, assuma quell' aria interrogativa. < Katsu Curry Udon. > Ritenta, questa volta con la bocca libera da qualsiasi impedimento culinario. < Anche se di carne c'é giusto l'ipotesi e il curry sembra fatto con sabbia e corteccia d'albero. Ma almeno é commestibile. > Di nuovo fa spallucce, come se la cosa in fondo non lo toccasse granché. < Non credo. Da queste parti tutti conoscono tutti e non c'é nemmeno troppo bisogno di telecamere. > E, nel dire ció, indica con un cenno del capo e delle bacchette che tiene nella mano destra verso l'alto: affacciate ai balconi e alle finestre, infatti, c'é il sistema di sicurezza piú antico ed efficace che sia mai stato inventato, ovvero le nonne shinobi da guardia. Piú precise di un sistema ad infrarossi, piú scaltre delle donnole da evocazione. Assolutamente infallibili. < Tutte le sigarette sono scadenti. É roba che t'ammazza a prescindere dalla qualitá, dipende solo quanto male ti vuoi fare nel processo. > Alla sua ultima domanda, poi, assume un' aria pensosa, che per lui significa semplicemente scostare lo sguardo dal volto di Furaya e alzarlo di lato, verso destra, e ben poco altro. É come se i suoi muscoli facciali siano pigri o atrofizzati. < Normalmente ti risponderei che finirebbero per rubargli anche quelli, ma vista la security qui intorno... > Chiaramente riferendosi di nuovo alle vecchiette da guardia. [Chakra OFF]

18:45 Furaya:
 Katsu Curry Udon. Ora inizierà a mangiare soltanto quel piatto per il resto della sua vita. Perché no, in effetti? Un bel modo per campare, specialmente se c'è di mezzo il curry. In un primo momento, si limita a guardarlo, prima che possa effettivamente poi biascicare qualcos'altro per farle comprender meglio il nome del cibo. <Buono a sapersi.> Pronuncia soltanto, mostrando un tenue sorrisetto. Subito dopo, parte una recensione che neanche Ninjadvisor saprebbe fare. A quanto pare, nonostante l'odore sia buono, pare che sia anche l'unica cosa ad esserlo. Inorridisce appena e probabilmente ha anche appena cambiato idea a proposito. <Diciamo che se la recensione è questa, forse è meglio continuare a mangiare il buon ramen di Ichiraku.> Ormai colosso indiscusso del ramen, tanto d'aver aperto anche delle altre catene del suo ristorante negli altri distretti. E' l'unica cosa della quale riesce ad andare fiera, nonostante si parli pur sempre di Kagegakure. <Telecamere?> Ripete l'altrui parola, per niente avvezza alle nuove tecnologie. Ekko ha cercato di spiegarle l'uso del telefono e del computer, ma ovviamente è troppo arretrata per riuscire a cavarne un ragno dal buco. Va da sé che non intende neanche adeguarsi più di tanto ad una società che lei non reputa tale e nella quale non intende chissà quanto continuare a vivere. D'altronde, i suoi obiettivi sono ben altri che vanno a finire con il contrapporsi alla quotidianità d'un villaggio comune suddiviso in più distretti. Ma adesso stiamo divagando! Solleva gli occhietti chiari in direzione dei balconi poco più su, aggrottando le sopracciglia. Le sfugge una piccola risata. <Immagino che siate in buone mani allora.> La vecchina che abitava nel quartiere Nara, ai tempi che furono, quando lei valeva ancora qualcosa nella società, sapeva tutto di tutti. Fu anche la prima ad intuire che la qui presente fosse incinta, a discapito della rosata che continuava a negare fosse possibile. Non era proprio il momento! Ma qui finiamo anche col parlare della chiaroveggenza che hanno alcuni anziani, quindi è un discorso che andrebbe approfondito per esser definito completo. <Oh, infatti. Sono d'accordo con te. Non ho mai fumato in vita mia e non mi hanno mai stuzzicata in realtà.> Ammette a proposito del discorso riguardante le sigarette menzionate come escamotage per abbandonare il luogo di lavoro, atto perpetrato dal proprietario del konbini. L'ipotesi di lasciare dei ryo sul bancone viene dunque scartata. Non è sicuro al cento percento. <E se li lasciassi alla vecchina?> Con il rischio che se ne dimentichi successivamente? I problemi di memoria son cosa nota. <Forse no.> Rispondendosi da sola. Comprende che potrebbe essere deleterio. [ Chakra ON ]

19:00 Reiji:
 Il contenuto della confezione di ramen istantaneo si volatilizza nel nulla, o meglio, sparisce nello stomaco del Genin, destinato a diventare carburante per il suo corpo e, in ultimo, Chakra. Chakra Katsu Curry Udon. O qualcosa del genere. Dallo scalino dietro di sé tira fuori una busta di plastica in cui é presente altra roba ma, anziché tirar fuori qualcos'altro, sono la confezione e le bacchette a finirci dentro, previo aver coperto il tutto con un tovagliolo di carta. < Ti darei ragione, non fosse che il cibo dei konbini, per quanto fondamentalmente tossico, chimico e di dubbia origine.. ha sempre quel qualcosa in piú. Probabilmente cianuro, ma gli dá quel non so che che stuzzica le papille gustative. O quello o il glutammato. O magari entrambi. > Spallucce di nuovo, marchio di fabbrica Uheara®. < Hmmm. > Commenta, riguardo all' essere in buone mani, emulando un certo cacciatore di mostri - ma quello é un altro universo - < Non saprei, non sono di queste parti. Sono di Suna. Lí le vecchiette si mettono sotto la sabbia con il periscopio. Molto piú pericolose. > Sentenzia, allargando leggermente le narici in quello che probabilmente é il suo modo per indicare divertimento. Si é giá stancato fin troppo una volta nel sorridere, figuriamoci se per il prossimo mese sforza qualcosa di piú del naso e delle palpebre. < Siamo giá abbastanza a contatto con roba tossica tutti i giorni senza che ci appestiamo anche i polmoni, giá. > Difficile capire se si sta riferendo alla gente comune o agli shinobi. Sicuramente puó aver identificato Furaya come una ninja, se non altro osservando l'equipaggiamento che ha addosso, ma lui non ha dato segno di essere uno shinobi. < Non dovrebbe metterci molto a tornare in realtá. Sigarette o no, non credo si sarebbe allontanato per tanto tempo lasciando il negozio scoperto cosí a lungo. Mi offrirei di darglieli io, ma non avrebbe molto senso, dato che non ci conosciamo. > [Chakra OFF]

19:33 Furaya:
 Adocchia il di lui fare, ponendo anche la confezione vuota all'interno della busta. <Per fortuna, c'è ancora chi rispetta l'ambiente.> Quante volte ha dovuto organizzare delle missioni di livello D per ripulire il Monte dei volti o qualche via del centro di Konoha a causa d'alcuni vandali? Troppe! Adesso però inizia la guerra. Da brava mangiaramen konohana deve difendere il buon nome di Ichiraku. Gonfia il petto, porta una mano ad altezza del cuore, la suddetta chiusa a pugno. Battaglione, avanti! <Niente al mondo potrebbe in alcun modo battere il ramen che cucina Ichiraku. Niente. Al. Mondo.> Scandisce per bene queste tre semplici parole poiché son quelle che devono entrar nella di lui testa. Fiera del nome che Konoha porta in quanto patria natia del grande Ichiraku, non può ch'esserne a sua volta contenta e fiera, proprio come dimostra la posa assunta e le parole che utilizza per parlarne. <Né il glutammato> Ma che c'entra adesso? Non puoi metterlo a paragone. <né il cianuro tanto meno qualunque altro cibo potrebbe in alcun modo batterlo.> E non si discute. Neanche in guerra s'è posta così fieramente schierata con qualcuno. Una serietà del genere non è possibile vederla utilizzata per difendere il nome del cuoco di ramen migliore dell'universo, mica solo del mondo. Davvero, le truppe o qualunque altro ninja legato alla Decima, in questo momento, si stanno spiattellando il palmo della mano in faccia. Lo stesso Jushan, il suo braccio destro, pace all'anima sua ovunque egli sia, starebbe di sicuro già preparando un plausibile cazziatone per sgridarla nel suo ufficio. Ah, quanto gli manca! <S-Sotto la sabbia?> Ci stai credendo davvero? Immagina però queste vecchiette che sbucano da sotto la sabbia con questo periscopio che neanche nei sottomarini - li hanno già inventati? <A Konoha, si nascondono negli angoli del Monte dei Volti.> E' così che hanno sorpreso Hitomu, il Nono Hokage, farsi s'uno dei volti una ragazzina presumibilmente minorenne che poi la Decima ha incarcerato. La motivazione era slegata da questa, ma ehi! Le vecchiette salveranno il mondo. <Devo tenerle più in considerazione.> Bofonchia, pensierosa. Nella nuova Konoha, potrebbero tornare utili, ma probabilmente Mattyse la manderà a quel paese prima del tempo se osa tornarsene con idee del genere. Poco ma sicuro. A proposito della considerazione di come si stiano intossicando comunque a prescindere che abbiano a che fare con sostanze che lo permettano, si stringe nelle spalle. <Dici, eh? In effetti, la società odierna è satura tanto da spingere un serial killer a fare piazza pulita.> Di Ninja? Di civili? A quanto pare, ci sono stati anche degli imitatori che si sono dati da fare seguendo le sue stesse orme. Il proprietario del konbini però non pare arrivare, nonostante Reiji le faccia presente che, volente o nolente, prima o poi dovrà farlo. Scuote il capo innanzi alla di lui proposta. <Approfittiamone. Piacere, Pakkurida.> Presentandosi sotto falso nome, come sempre da quand'è tornata. [ Chakra ON ]

19:52 Reiji:
 < Questo quartiere é giá abbastanza malmesso senza che ci mettiamo anche noi d'impegno a farlo andare allo scatafascio. Non sai quanta gente conosco a Suna che letteralmente insabbia l'immondizia. > Una delle poche volte in cui il termine "insabbiare", infatti, non viene utilizzato in senso metaforico. Ascolta poi la digressione della ragazza in merito a quale sia il ramen migliore del mondo, e sia chiaro, non che lui non abbia mai provato il ramen di Ichiraku, ma da Sunese sicuramente non avverte lo stesso senso d'orgoglio nazionale - ? - che l'altra puó provare nei confronti della famosa catena. < É diverso. > Replica, semplicemente, andando a tirare fuori un tubo russo lungo piú o meno quanto il suo avambraccio dalla busta di plastica. andando poi ad aprire uno dei due capi con la mano destra e rivelandone il contenuto: patatine. < Vuoi? > Chiede, inarcando un sopracciglio e allungando il tubo verso la donna. A prescindere dalla risposta, va subito dopo a favorirne lui stesso. < Ichiraku é l'equivalente di un ristorante a tre stelle per il ramen. Il cibo dei konbini ha altri obiettivi, altre funzioni, target completamente differenti. Pensa a quante volte siamo di fretta e dobbiamo prendere qualcosa da mangiare e non abbiamo il tempo di fermarci, andare in un ristorante, sederci, ordinare, mangiare e via dicendo. I konbini risolvono tutto questo con cibo pseudo-edibile arricchito di modo da non farti sentire che quel che stai veramente mangiando é probabilmente topo di fogna. Ma é ottimo topo di fogna, in ogni caso. > Insomma, si lancia anche lui in una filippica sul cibo piú che sul ramen stesso. A quanto pare é uno che si interessa parecchio di qualsiasi cosa sia commestibile. < Ma... tipo caccole dal naso, quindi? > Chiede, incuriosito, quando l'altra conferma la presenza delle nonne sentinelle persino sul Monte dei Volti. Al commento sul serial killer glissa, limitandosi semplicemente a continuare a sgranocchiare patatine. Non si alza dal gradino quando l'altra si presenta, continuando a guardarla dal basso. < Reiji, piacere mio. > E, nel parlare, allunga la mano destra verso di lei, non prima di essersela pulita un paio di volte smanacciando sul pantalone. [Chakra OFF]

20:19 Furaya:
 A proposito del quartiere, lancia qualche altra occhiata nei dintorni giusto per sincerarsi che si trovi ancora nel quartiere povero. Per un momento, si perde ad osservar quel che la sta circondando. E fa spallucce. <Non hai tutti i torti.> E' effettivamente malmesso rispetto agli altri quartieri che ha visitato, seppur gliene manchino parecchi da girare. In un altro contesto, avrebbe potuto pensare d'aiutare il Kage di Kiri affinché sistemasse quel bordello, tuttavia non è il luogo giusto per farlo. Non più. <Beh, la sabbia è sicuramente un buon aiuto...> Commenta ad alta voce, nient'affatto contenta che venga usata in tal modo, ma comunque consapevole che l'animo umano è da sempre corrotto. E' visibile anche nelle piccole cose come questa. Per quanto riguarda Ichiraku, invece, resta piacevolmente in ascolto per poter recepire la discussione ch'egli ne fa in contrapposizione alle parole pronunciate dalla Nara. <Uh?> Nota quel tubo rosso, non capendo però cosa possa esservi al suo interno. Si sporge appena in avanti, notando il loro contenuto. <Che curioso contenitore.> Non ne avevano dieci anni prima, lasciatela stare. E' stata congelata per dieci anni in un cristallo. Allungherebbe però la mandritta senza farsi ripetere due volte l'invito, prendendo un paio di patatine e portandone poi una in direzione delle labbra. Ne morde un pezzo, spezzandola a metà e causando una moltitudine di briciole che scendono verso il suolo. <Non male!> E' sicura al cento percento che sua figlia conosca quella marca. In effetti, Senshi potrebbe essere la chiave per imparare l'utilizzo dei diversi aggeggi elettronici e della comunità, per mischiarsi un pochetto rispetto al resto, continuando a far i porci comodi propri nell'attuazione del piano della Task force. La differenza tra un konbini e un ristorante, dunque, viene accolta dalla donna con un lieve cenno del capo, masticando la patatina e deglutendola subito dopo, prima d'iniziare a rispondere. <Ichiraku ha iniziato anche a fare gli asporti. E' sicuramente qualcosa di più salutare, ma è possibile affermare che ambedue le parti giocano un servizio utile. Non c'è che dire.> D'altronde, anche lei s'è recata verso un konbini proprio per poter comprare qualcosa che fosse già pronto o che fosse facile da cucinare in una normale abitazione. Che poi preferisca Ichiraku, beh, è un dato di fatto. Come potrebbe rinnegarlo? Le nonne sentinelle ch'escono dal naso al pari delle caccole la fanno scoppiare a ridere. <Sì, proprio così!> Esclama, immaginando la scena d'una piccola vecchina che s'apparta nella narice di Hashirama. O nella propria, considerando che anche il suo volto è sul monte. Con la mano pulita, non farebbe altro che stringere quella altrui, sancendo così la loro conoscenza. <Temo che sia ora d'andare però. Grazie per... la chiacchierata? Ci vediamo.> Lo saluta con un mezzo sorriso, addentrandosi per i vicoletti del quartiere, cercando un altro possibile konbini o irrimediabilmente la via di casa. [ EXIT ]

20:30 Reiji:
 Quando l'altra commenta sulla natura del tubo, lo guarda con aria interrogativa rigirandoselo nella mano, come se stesse cercando un qualche particolare che gli renda un po' piú alieno quell' affare che per lui é, fondamentalmente, un oggetto di tutti i giorni. Dopotutto lui non é rimasto congelato per dieci anni in un cristallo, quindi é anche comprensibile. < Certo, non é detto che siano patate al cento percento... ma per quel che costano, non mi lamento. > E via di spallucce di nuovo. Deve avere delle spalle incredibilmente muscolose per utilizzare costantemente in quel modo. < Ah davvero? > Commenta poi, sugli asporti. < Uhm.. devo farci un salto uno di questi giorni, é da un pezzo che non ci vado. > Questa volta almeno annuisce anziché fare semplicemente spallucce, andando poi ad alzarsi in piedi e portandosi dietro il sacchetto di plastica nel movimento, tenendolo giusto con indice e medio della mano destra. < Ma non sarebbe tipo vilipendio al Monte dei Volti o qualcosa del genere? > Dopotutto, lui é sunese: che ne sa che a Konoha é praticamente una tradizione vandalizzare quel monumento? < Grazie a te, mi spiace che il tipo del negozio non si sia fatto vivo.. ma almeno sei conscia che non ti perdi niente di che in questo caso. > Lui sorrisi non ne fa, nemmeno mezzi, in compenso alza la mancina in segno di saluto mentre vede la ragazza allontanarsi e dirigersi verso un vicolo. Rimane per qualche secondo fermo su quel gradino, le mani infilate nelle tasche e il sacchetto appeso al polso della destra, il capo che si volta lentamente verso il konbini < ... ma non é che il tipo é morto, eh? > [//exit]

Fru va alla ricerca di un konbini. Nelle vicinanze, incontra Reiji, scambiandolo per il proprietario.
Il locale risulta essere vacante, quindi si ferma a parlare con il sunese.

La discussione diviene interessante, sino a soffermarsi sul patriottismo per Ichiraku (...) e la difesa dei konbini da parte di Reiji.