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con Furaya, Kaworu

14:56 Kaworu:
 La direzione lasciatasi alle spalle, dalla quale proviene, è quella dei Monti dei volti di pietra; sembra proprio giungere da lì, il grosso Colosso della Nuvola, procedendo lungo le vie che costeggiano la Magione dell'Hokage, un'area caratterizzata da stabili perlopiù amministrativi, con giusto qualche localino a mo' di chiosco per sfamare i lavoratori durante il proseguo della giornata lavorativa. In questa bella giornata di sole, dove un cielo pulito, limpido, ospita soltanto qualche piccola nuvoletta di tanto in tanto, il combattente adottato dal distretto della foglia appare con addosso un jacket non troppo spesso, dal colore light blue tipo denim jeansato, che s'abbina ad un paio di pantaloni sulla stessa tonalità, con qualche traccia di sfilacciatura sulle cosce e le ginocchia, mentre al torso veste una camicia monotinta bianca, semplice, senza particolari effigi o motivi di decorazione ricamate su di essa. Scarpe a collo alto, della tipologia cestistica, a calzare ai piedi, sui colori chiari sfumati di oro e rosso su alcune trame delle cuciture, mentre in testa, i capelli, caratterizzati da quei bruni e lunghi dreadlocks sono legati da un gommino in una coda che li lascia penzolanti e sospesi, con le punte che si aprono quasi a ventaglio. Cintura portaoggetti attaccata al fianco sinistro, con dentro la bomba flash, il set di fumogeni ed i due tonici, uno ricostituente e l'altro per il chakra. Al collo, nell'apertura sul davanti lasciata dallo scollo dell'indumento superiore, si può vedere la catenina con le dog tags sotto il pendaglio dei cacciatori di taglie, ovvero una testa di lupo tutta nera scalfita da qualche graffio e da segni di usura dal tempo. Essenziali oggetti, come cellulare e soldi, più il paio di guanti ninja alle mani, concludono l'inventario. Il chakra non è impastato, mantenendo un assetto di quiete. Portamento dritto, il quale, seppure starà rilassato, inevitabilmente presenta quella conformazione impostata, data la natura aitante della stazza che descrive il di lui sagomato. In silenzio, quieto, prosegue lungo il percorso costeggiato dagli uffici ed altri ambienti municipali. {Chakra Off}{Guanti Ninja}{Tasca Portaoggetti: fumogeni set x1, bomba flash x1, tonici Hp/Chk}

15:13 Furaya:
 Un bel cielo terso è quel che accompagna l'avventuriera. Quest'oggi, deve trovare una biblioteca nella quale effettuare delle ricerche relative ad un sigillo particolare. Non conosce bene l'ubicazione del luogo, vivendoci letteralmente da qualche mese soltanto e facendo di fatto fatica anche ad ambientarsi come un comune civile. Lancia rapide delle occhiate nei dintorni, soffermandosi su qualche insegna nelle vicinanze. Ricerca una di queste che possano maggiormente attirare la propria attenzione. Ha bene in mente il simbolo che deve cercare, non sarà sicuramente facile, ma quanto meno dovrebbe riuscire a racimolare qualche altra informazione per andare avanti. Gli abiti che la donna indossa son tipicamente femminili ed anche alla moda, considerando dove li abbia comprati. Si tratta d'una gonna nera e grigia, a scacchi, alquanto corta ma con un lieve spacco sulla coscia destra la quale è circondata da una tasca porta kunai e shuriken. Sul gluteo sinistro, invece, ha una tasca porta oggetti con decisamente poca roba: qualche tonico coagulante e di recupero chakra per aiutare se stessa ed il Senjuu che solitamente gira soltanto con delle carte bomba. Prevenire è meglio che curare, tenendo in considerazione il fatto che è solito farsi male pur d'avere ragione e uscirne vincitore, a differenza sua che adotta tattiche volte a non farsi colpire, ma ferire lei per prima. Il di lei busto è invece coperto da una camicia, perlopiù un top in cotone, dalla scollatura rettangolare che fa risaltare le curve del busto data l'aderenza oltre al seno per via della visione che ne dà. Stringe attorno allo stomaco e ai fianchi, lasciando scoperto giusto un lembo di pelle attorno alla vita opportunamente nascosto da una cintura in cuoio. Ai suoi lati, infatti, pendono una frusta dal lato destro ed una katana dal lato sinistro. Sia mai che giri disarmata. Il ciondolo con il simbolo del Clan Uchiha è posto attorno alla di lei gola, mai lontana e mai separata da qualcosa di materiale che reputa al contempo tanto importante. I lunghi capelli ondulati scivolano sulle spalle e sul petto della donna. I piedi cercano una salda aderenza con la superficie sottostante. S'è limitata infatti ad indossare degli anfibi neri ben allacciati che ne sfiorano il ginocchio, lasciando dunque scoperte soltanto le cosce, e dalla suola non troppo alta per prevenire cadute accidentali. Non s'accorge ancora d'Ekko, arrestando l'incedere nei pressi d'un negozio che vende libri, ma che presumibilmente ha ben poco d'atteggiarsi a biblioteca e schiocca la lingua contro i denti. <Tch.> Mandritta che s'alza e scosta rapidamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, scoprendo parte del volto della fanciulla e degli occhi chiari che madre natura le ha donato. [ Chakra ON ]

15:22 Kaworu:
 Trattiene le mani infilate nelle tasche, mentre la linea della dorsale resta piuttosto dritta, pur mantenendo le spalle rilassate, assumendo quella connotazione di distensione in quella personale apparenza, la quale non riuscirà tuttavia a svincolarsi del tutto di quella struttura solidamente impostata, dovuta proprio per l'appunto alla naturale prestante complessione del Taijutser originario della regione dei fulmini, slanciato nella statuaria elevazione che sorregge il proprio profilo definito da montagna movente e flessuosa, che arriva a toccare all'incirca i due metri di statura. Il volto è più maturo, sebbene da anagrafica non conti sulle spalle nemmeno diciotto inverni, sembianze distorte tanto dalla vigorosa ed svettante struttura corporea, che dalla definizione spontanea del viso, descritto da tratti facciali marcati, decisi, nonostante l'aspetto glabro di quell'incarnato bronzeo e granitico, così come la capigliatura alternativa di un taglio stilizzato nella tipologia Rasta, gli orecchini ai lobi metallici e dalla forma squadrata, il piercing ad anello alla bocca, precisamente sul versante sinistro del labbro inferiore carnoso. Gli occhi blu cobalto, dalla consistenza densa, si soffermano sull'immagine di una sventola nei pressi dell'esterno di una libreria. < Mamma che gnocca... > biascica tra sé e sé, aggrottando le sopracciglia facendole dondolare su e giù in una serie di danze maliziose ed intrigate dalla femminile apparizione lungo la via. Non s'è accorto di chi sia precisamente, vuoi per l'abbigliamento inusuale da pensare di trovare addosso a Furaya, vuoi perché non vede la stessa da un po' di tempo ormai; non che si sia dimenticato come sia fatta la Judai -del resto, le sue leggendarie HoKiappe corrispondono ad un indelebile ricordo impresso nella propria virile memoria-, soltanto, non s'aspetta di trovarla in quella circostanza, in quella versione in abiti civili, ed anche piuttosto affascinanti. < Mlmlml...> faccetta un po' furba e scapestrata, prendendo ad avvicinarsi alla donna. < La lettura è davvero un bellissimo passatempo. Molto importante da coltivare. > commento da perfetto cascamorto, da approccio semi-intellettuale, così come l'atteggiamento risulterà essere tra il sofisticato e lo scafato, per iniziare a prendere contatto con la Yoton non ricollegata alla effettiva identità di lei. Furtive occhiate, facendo pure per dissimulare l'interesse in una sorta di comportamento discreto e non invadente. {Chakra off}{Stessi Tag}

15:42 Furaya:
 Attenzione di lei proiettata verso quei tomi che vede in vetrina. Ne sonda i titoli, l'eventuale autore, nomi mai conosciuti. In dieci anni, potrebbero effettivamente esserne emersi di diversi. Basti ricordare che si tratta pur sempre d'un'epoca nella quale lei vive da troppo poco tempo. Pensierosa, s'affaccia su quella via, titubante sull'entrare o meno. Deve rintracciare una biblioteca e quella - ancor una volta - non pare somigliarle affatto, nonostante abbia dei libri esposti. Colui che s'atteggia a marpione, invece, vien ignorato nel primo lasso di tempo, tenendolo in considerazione sol quando s'espone nei propri riguardi con quel suo pronunciarsi. Non essendosene dapprima resa conto dell'altrui presenza, volge adesso totale attenzione con un rapido rotear del capo per includerlo nel proprio cono visivo. <Ah, sì. Leggere mantiene giovane il cervello.> Se glielo chiedeste, neanche lei saprebbe dirvi da dove abbia tirato fuori questa massima di punto in bianco. Ed è proprio dopo aver affermato ciò che gli occhi chiari mettono finalmente a fuoco Ekko. Non potendo capir quanto sia distratto dagli abiti succinti della Judai né che l'attenzione altrui sia rivolta altrove piuttosto che sul di lei viso, sbarra le palpebre a causa della sorpresa e schiude le labbra per replicare subito dopo. <Ekko! Eccoti qua.> Vi risparmio la doppia kappa al posto della doppia cì altrimenti finisce male per entrambi. Un mesto sorriso si fa spazio sul di lei viso, piegando la testolina da un lato. La presenza altrui comporta il fatto che debba ruotar anche parte del corpo per porglisi frontale, ch'è quel che fa subito dopo. <Cosa ci fai da queste parti?> Una domanda come un'altra con il suo solito tono pacato, a tratti persino divertito dall'incontro fortuito della giornata, le sovviene piuttosto rapida per attaccar bottone con qualcuno che, comunque sia, ha iniziato a conoscere piuttosto bene tanto da rivelargli la sua vera identità poco tempo prima. Attende in silenzio un suo responso. [ Chakra ON ]

15:56 Kaworu:
 Sorrisetto malizioso, scafato, mentre di sottecchi continua a sbirciare la donna con quell'aria visibilmente interessata ed attratta dall'abbigliamento succinto e le sembianze della medesima. Snasate più sottili scandiscono flebili prese di fiato, le quali sussurrano all'atmosfera dei sospiri intrigati e compiaciuti per la bella presenza appena affiancata ed approcciata. Tutta quella magia sembra però spezzarsi, con consecutiva rottura dell'incantesimo, quando la voce di Furaya arriva chiaramente alla propria attenzione. < Ugh...!! > se il vestiario e l'inaspettata probabilità di trovare la Judai lì l'avevano tratto in inganno, quel timbro e tonalità di voce inconfondibilmente lo riportano alla realtà dei fatti, svelando così il mistero sull'identità della kunoichi appena approcciato. < M-ma.. ma... > le sopracciglia vibrano in maniera più sottile, come a descrivere delle oscillazioni tremolanti, verticali, di timorosa insicurezza. Connotati del piglio che si fanno più preoccupati, in un'accezione ovviamente parodica, deformandosi in lineamenti interpretati in chiave umoristicamente allarmata. < ... E' la capo-branco! > arretra di mezzo passo, inclinando il tronco allo stesso modo, storto per cui un po' all'indietro. Guarda con esitazione la Yoton, dall'alto verso il basso, e non troppo direttamente. La preoccupazione principale, però, va nei dintorni, cominciando ad esplorare - sondare la zona, per cercare di verificare che fosse davvero sola, questa volta, e quindi non si debba aspettare apparizioni catastrofiche di ulteriori personaggi capaci di creare il finimondo, come l'ultima volta che i due si sono incrociati, per caso. < Pakkurida...! > una mano dietro la nuca, grattandosela con assetto impacciato, praticamente in contrapposizione e totale smarrimento di quell'attitudine da cascamorto, avendo perso ogni intento da rimorchiatore. < Stavo andando... venendo dalla montagna.. verso... > confusionaria la serie di chiacchiere che blatera. < Oh beh, sì, insomma... capitavo di qui! AH-AH! > risata buffa quanto goffa. < Tu, piuttosto... non ti ho più rivista. E' passato un po'. > piano piano si ricompone, anche se piuttosto guardingo, in allerta circa l'eventualità di incombenze pericolose dietro l'angolo. {Chakra off}{Stessi Tag}

16:17 Furaya:
 Vien aggrottata la fronte a causa del far altrui, il quale sembra spaesato, affatto compiaciuto d'aver trovato di fronte una donna come lei. S'aspettava altre, forse? Tutt'a un tratto ha smesso di compiacersi alla vista della Judai? <Che c'è?> La domanda le sovviene talmente spontanea da non poterla omettere. Non ripensa a quant'accaduto al centro commerciale proprio in compagnia di Ekko, essendo passato troppo tempo. Contrariamente, dovrebbe quanto meno ammettere che star in sua compagnia vuol dire che le catastrofi son dietro l'angolo. E' un po' come una famosissima nuvola che segue sempre lo stesso individuo. Purtroppo si tratta d'una concezione alla quale ci fece l'abitudine già tanti anni prima. Chiunque le s'affiancasse, presto o tardi, che fossero amici o amanti, erano costretti a morire o a subire una sorte tutto fuorché positiva. <E' successo qualcosa?> Sì, che sei troppa bella e sei diventata agli occhi dell'amico nigga talmente abbagliante da spaventarlo, riducendolo al mero allontanamento da una fonte di luce tanto brillante ed invidiabile. E' facilmente intuibile che si trovi nettamente in contropiede. Che fossero frasi da marpione quelle usate nei di lei confronti? Non v'ha fatto granché caso. Innocente com'è, talvolta tende a non dar troppo peso a quel che le persone dicono - a meno che non si tratti d'argomenti importanti, sia chiaro - e soprattutto ben poco riesce a comprendere della capacità degli uomini di diventare completamente resistibili soltanto per poche frasi dette nel momento sbagliato. <Ho avuto dei problemi da risolvere ed ho anche partecipato ad una missione di recente.> Spiega le motivazioni per le quali non si sono riusciti ad incontrare di recente senz'alcuna necessità di mentire o di pronunciarsi in maniera diversa da quanto fatto. Tuttavia, ha anche qualcosa da fare e sostare innanzi ad una vetrina non è una di queste. <Senti> Promuove appena un passo in sua direzione. <conosci mica una biblioteca nei paraggi?> Non spiega la ragione per la quale la vada cercando, ma son risposte che si potrebbero benissimo trovar da soli, dunque non trova ragione per ostentarne anche la motivazione. E gli cede difatti il dire. [ Chakra ON ]

16:30 Kaworu:
 Fa per raddrizzarsi nel portamento, tornando perciò nuovamente perpendicolare al suolo e slanciato in verticale. < No no... almeno, non ancora... > sventolando la mano destra davanti al viso, con aria anche piuttosto sardonica, prima di riportare poi entrambe le braccia a riadagiarsi lungo i fianchi, nuovamente a penzolare lateralmente di modo da definire il proprio profilo in maniera longilinea e compatta. Capo appena inclinato verso il basso, dando alla traiettoria degli occhi una direzione più schietta e precisa, inquadrando in maniera maggiormente chiara e nitida la figura della Judai. Espressione appena normalizzata, seppur resista quella nota di attenzione ai paraggi, di tanto in tanto scoccando occhiate di sottecchi, guardinghe, verso l'ambiente, perlustrando i dintorni più per un certo riflesso di avvedutezza. < Partecipato ad una missione? > sfarfallio di ciglia, non poco sorpreso all'apprendere quella notizia. < Da quando ti metti a fare missioni per la città? > visibilmente spaesato, vari punti interrogativi si disegnerebbero idealmente sulla sua testa, alimentando quella umoristica parvenza in chiave animata. Tira su col naso, la bocca increspata in una conformazione attonita, lasciando sul proprio scuro incarnato quell'assetto perplesso ancora per qualche frangente; almeno, finché non sembra richiamarne l'attenzione più seriamente, oltre che ad avvicinarsi a lui. < Uhm... > deglutisce, mantenendo sempre la prospettiva sull'altra, che ricordiamo sarà sempre dall'alto verso il basso, data la disparità di altezza; caratteristica che, in taluni casi, fa abbastanza comodo ed è particolarmente utile, mentre in altri risulta essere un'arma a doppio taglio, tipo in questo momento, che può allungare l'occhio sulla scollatura del vestiario della Capo-Branco, piuttosto attillato e scollato in vari punti che adducono una certa difficoltà al mantenimento di una misura di compostezza ed indifferenza nei confronti della femminile raffigurazione della kunoichi. < *gulp* > irrigidisce un po' i tratti, come se si stesse concentrando di rimanere attento e morigerato. < Dimmelo. > invitandola
a proseguire con la favella; perciò, arriva la domanda, e l'altro si farà dunque meditabondo. < Biblioteca, mh... > riflette sulla topografia del distretto, che dovrebbe conoscere abbastanza, essendoci comunque stato a contatto. < Oltre a quella dell'accademia, ci dovrebbe essere quella di distretto. > l'archivio di sezione. < E' a due passi da qui. Se vuoi, ti ci accompagno. > fa per rendersi disponibile, in maniera spontanea, senza pensarci: infatti, quando poi ci farà caso, si biasima da solo, tacitamente. < Ti serviva qualcosa in particolare? > domanda successivamente, rassegnato: ormai s'è buttato, tanto vale continuare, e tenersi pronti a possibili complicazioni. Magari però gli va bene a sto giro. Forse. {Chakra off}{Stessi Tag}

18:52 Furaya:
 L'altrui risposta vien recepita dalla donna con un nuovo arcuarsi del sopracciglio. <Non ancora?> Si fa interrogativa per ovvietà, non capendo per qual ragione tenti di tirarsi i piedi praticamente con le sue stesse mani. Una gocciolina scende dietro il suo capo, l'espressione dubbiosa è divenuta ormai una maschera perenne sul volto della fanciulla che continua a guardarlo, alla ricerca d'una risposta che possa quanto meno soddisfarla. Appare soprattutto sorpreso dell'ammissione d'aver partecipato ad una missione, per quanto si trattasse d'una estremamente basilare. <Le motivazioni per le quali l'ho fatto potrebbero essere varie ed eventuali> Enigmatica, lascia intendere che potrebbe persino esser il caso in cui parlarne in un luogo pubblico non sia assolutamente l'ideale, lasciando che sia l'altro ad arrivarci da solo senza che debba farlo lei per alcuna ragione. <e comunque i ryo che ci guadagno mi tornano senza dubbio utili.> Potrebbe anche pensar di far finalmente un regalo come si deve a sua figlia, trovando qualche giochino o vestiario che le possa piacere. Sta iniziando soltanto or ora a comprender meglio i gusti della prole, vivendoci assieme e standoci vicina abbastanza da comprenderla, conoscerla. Sotto mentite spoglie, mascherando il tutto dietro a questo fantastico teatrino, v'è la necessità di far comprender alla popolazione e specialmente al Consiglio ch'esiste, che lavora per loro s'è proprio quello che vogliono credere che faccia fintanto che non le mettano i bastoni tra le ruote e possa continuare a far quel che vuole. Deve sopportare, senza dubbio. Si tratta di logoramento interno. Ma se commesso con un motivo maggiore - superiore - allora è anche meglio di star fermi a far niente. <Mh?> Mugugna di nuovo nel vederlo irrigidirsi di colpo, cercando quella che diventa una domanda da porgli senza pronunciar parole. Continua a non capir quale sia il problema e forse non riuscirà ad arrivarci neppur quando prenderanno strade separate per tornare alle rispettive abitazioni, a meno che non vi sia qualche altro elemento chiave che ne attiri l'attenzione. Ekko le spiega inoltre che c'è un archivio nei dintorni, una biblioteca che potrebbe tornare sicuramente utile alla richiesta che gli ha appena fatto. <Non voglio rubarti altro tempo> Afferma alla di lui volta in un tacito ringraziamento che va nascondendosi dietro le parole appena esplicate verso il suo interlocutore. <puoi anche solo spiegarmi dove si trova e ci vado da sola.> Si stringe nelle spalle, piegando le braccia sotto al seno. Il capo è costretto a restar appena piegato verso l'alto a causa della differenza d'altezza tra loro due. E' sempre stata abbastanza bassa o comunque è lui quello troppo alto. <Devo fare delle ricerche a proposito d'un simbolo che ho visto in giro. Credo sia d'una tecnica sigillante, ma non ho conferme d'alcun tipo.> Questo è il massimo che può dirgli, provando a dargli una spiegazione quanto più esauriente possibile, nonostante le molteplici domande che al contempo potrebbe sollevare. [ Chakra ON ]

19:30 Kaworu:
 Risolino sfuggente, impacciato, quando l'altra persevera nell'inchiesta, non riuscendo proprio a cogliere a cosa stesse facendo riferimento il ragazzo, o meglio ancora, a cosa potesse stare alludendo. < Eh-Eh... > non aggiunge altro, se non quello sfiato umoristico, che si perde nella vacuità di un taciturno silenzio di sospensione, glissando l'argomento, anche un po' facendosi forte delle ulteriori materie messe in mezzo dalla Judai. < Se lo dici tu, Pakku. > scrollata di spalle riguardo alla di lei partecipazione alle missioni, restando ancora un po' attonito, ma senza indugiare ulteriormente, a differenza sua, restando piuttosto discreto alle enigmatiche ribattute presentategli dalla kunoichi. < Beh, sì. Con quelli anche del lavoro da fabbro, è buono, certo. > su quel punto, non può che concordare: infatti, piccoli cenni d'assenso, in rafforzamento di quell'accondiscendenza. Rimane ad osservare la Nara, quindi, recuperando un po' di maggiore compostezza. Non manca, ovviamente, di tenere d'occhio i paraggi, inevitabilmente accorto e prudente, dati i guai che sono soliti capitare quando quei due si ritrovano insieme. Due veri e propri inneschi di calamità casuali, anche se ormai divenute talmente una costante che parrebbe essere praticamente scontato, a volerci piazzare delle scommesse. < Ma no, che dici, nessun disturbo. > quando l'altra gli riferisce di potersi licenziare, in modo naturale gli vien fuori di rispondere con nonchalance, sebbene però sarebbe stata l'occasione ideale per prendere e scappare, dileguarsi: ma ormai, che sia la Fulvia o la Rosata, pare che sia destino il suo non tirarsi indietro, né da una parte né dall'altra. < Posso farlo, certo. > convalida quell'eventualità. Si perde un attimo nel fissare Furaya, da quella prospettiva inevitabilmente dell'alto in basso, quando lei prende e raccoglie le braccia sotto il seno, quelle curve messe in risalto dal vestitino indossato dalla donna; non predilige il suo lato frontale, solitamente stregato dal lato posteriore della ninja del passato, ma c'è da dire che in quella mise, qualche punto in più lo conquista pure sul versante superiore. < *gulp*. > sfarfallio di ciglia, breve parentesi inebetita, colto alla sprovvista da quel costume che cambia parecchio le aspettative ed il giudizio circa le sembianze della ex kage. < Tuttavia... > riprende coscienza, svegliandosi dall'onirico momento d'assenza, schiarendosi la voce, sembra bassa, baritonale, profonda, ricostituendosi con un certo contegno. < Potresti trovare difficoltà con le nuove tecnologie. L'utilizzo dei macchinari digitali che ha rimpiazzato le vecchie pergamene potrebbe creati qualche problema, visto e considerato la tua poca dimestichezza persino con i cellulari e la televisione... > ricordando come aveva chiamato proprio quest'ultimo elettrodomestico, la 'scatola luminosa che trasmette immagini'. Insomma, le ha gentilmente ricordato di essere una boomer. < Se non vuoi dirmi altro e fare da te, va bene, rispetterò la tua scelta comunque. > più serio adesso, lasciando lì quella proposta e messa a disposizione, a totale discernimento della interlocutrice. {chakra off}{stessi tag}

20:23 Furaya:
 L'argomento riguardante la sua partecipazione ad eventuali missioni passa rapidamente in secondo piano. Ci pensa proprio Ekko a fare in modo che quest'avvenga, esulando qualunque altra spiegazione avrebbe potuto chiederle. D'altronde, comprende come a sua volta la donna non gliene avrebbe parlato, soprattutto non in mezzo a della gente che potrebbe fraintendere le sue parole - o forse capirle fin troppo. Si limita ad annuir in sua direzione in merito al guadagno che dovrebbe ricavare sia dalla missione alla quale ha appena partecipato e sia dal lavoro che svolge in qualità di fabbro freelance. Tralasciando questioni che non suscitano in alcun modo clamore, i loro discorsi glissano in via del tutto rapida su altri ben più importanti come la richiesta d'una biblioteca da parte della rosata. <Sicuro?> A proposito del disturbo, si premura che non gliene arrechi affatto. Alcuni lati del suo carattere non sono cambiati proprio per niente a prescindere dalle influenze negative che ha avuto su di sé durante l'arco di questo tempo. Nello scorrer del tempo, l'amichetto nigga di quartiere sembra venir bloccato dalla visione gemellare sottostante, il che porta la donna a sbatter le palpebre un paio di volte, confusa sul suo modo di fare. Solleva l'arto mancino, unendo i polpastrelli di medio e pollice. Si limiterebbe a far schioccare le dita un paio di volte nei pressi del volto del Makihara, così da portare la sua attenzione in tutt'altra direzione piuttosto che continuare a sostare sul davanzale proibito della Judai. E' per colpa di quelle curve ch'è successo quel macello al centro commerciale, non dimenticarlo! In realtà, non è assolutamente andata così, per amor di cronaca, ma lasciamogli credere che per un attimo lo sia. <Te l'avevo detto che questi vestiti sono troppo attillati. E tu invece cosa mi hai detto?> Domanda con far retorico sbuffando dalle labbra un lento sospiro, rifilandogli di sottecchi un'occhiata in tralice delle sue soprattutto conscia del suo comportamento quando nota una scollatura notevole o l'ossessione che sembra aver sviluppato per le HoKiappe. Anche Mattyse e Saisashi hanno ovviamente avuto da ridire su quell'outfit forse troppo giovanile per lei, specialmente per chi è abituato a vederla vestita in maniera totalmente differente. Le mancano assolutamente i kimono, deve procurarsene uno il prima possibile o anche solo una stoffa che tenterà di cucirsi in malo modo con le proprie mani. <...> Un senso di disgusto l'assale nel momento in cui il ragazzo le fa presente che, con molta probabilità, potrebbe riscontrare non pochi problemi con le nuove attrezzature in dotazione anche della biblioteca. Allunga la mancina, il cui palmo andrebbe a poggiarsi sul di lui avambraccio. <Ho assolutamente bisogno di te, allora.> Non puoi abbandonarla nel momento del bisogno. Non è proprio concepibile, a costo che se lo leghi addosso e se lo trascini per tutta Kagegakure alla ricerca di questa benedetta biblioteca. <Ti seguo.> Lo dà per scontato che sia arrivato il momento d'avviarsi e che il ragazzo possa sottoporsi all'essere il suo Cicerone. Non doveva dirglielo che c'erano macchinari che lei sicuramente non saprebbe usare, tanto meno concepire... [ Chakra ON ]

20:34 Kaworu:
 Sbatte le palpebre, allo schiocco delle dita della donna. < Eh, sì. Ci sono. Ci sono. > annuisce, riprendendo quindi coscienza. Riguardo ai vestiti, ridacchia con fare imbarazzato, ma anche un po' malizioso. < Non sono abituato a vederti in questo tipo di tenuta. Sempre con l'armatura, sempre in abiti da combattimento... > prova a giustificarsi, in modo un po' ingenuo, in parte sincero, ma anche sicuramente evasivo. < Ma smettila, dai, che ti stanno benone. > riconferma la propria versione, così come gliel'ha pronunciata al centro commerciale. < Te lo volevo dire, però non sapevo se fosse il caso, insomma. > sempre un po' discreto, almeno ci prova a mantenersi e comportarsi in maniera tale, considerata la situazione sentimentale della donna; c'è da dire, però, che comunque un apprezzamento oggettivo, resta tale. < Poi si cercherà magari anche qualcosa di più vintage, adatto al tuo stile ed alle tue preferenze. > proprio accennando implicitamente ai Kimono, elemento di discussione che già comparse pure la volta scorsa, del quale non sembra essersi dimenticato. Chiusa l'argomentazione circa il settore moda, ritorna sulla questione principale, ovvero l'esigenza di fare una ricerca della Judai. Allarga appena le braccia, nel notare la reazione parecchio risentita della Nara, restando piuttosto rassegnato quanto pragmatico, dal momento che i tempi quelli sono, la situazione è tale che, effettivamente, dei problemi simili possono verificarsi. < Non ne avevo dubbi. > riguardo alla necessità, ben preventivata. Il contatto con la donna però gli suscita un brividino, un po' perché non se l'aspettava, un po' perché è comunque sempre un po' in soggezione. < Eh-ehi... > le gote si colorano un po' di più. < Va bene. Ci sono. > ribadisce la sua disponibilità ad andare con lei. < Andiamo. > facendo quindi per prendere la direzione della biblioteca. < E di che missione si trattava, comunque? > almeno, magari, quello glielo può dire: è anche curioso effettivamente di che impiego potrebbe aver richiesto l'intervento di una ex kage. {chakra off}{stessi tag}

21:54 Furaya:
 Gl'abiti che indossa, come sempre ha lasciato trapelare nelle precedenti occasioni, non fanno assolutamente al suo caso. Non riesce a portarli come dovrebbe, non mantiene il doveroso portamento d'una fanciulla dalle curve avvenenti come le sue. Temprata sul campo di battaglia, marchiata da profonde cicatrici che vistose ne attraversano il corpo, gli unici abbigliamenti che si rifacevano a lei eran proprio il kimono e le armature. <Di recente, mi hai vista in abiti civili tutto il tempo.> Fin da quando si sono conosciuti, in effetti, è stato difficile per lui averla vista in armatura. Potrebbe starsi riferendo al passato? In effetti, si tratta d'un ninja della Foglia e, seppur abbia a malapena diciott'anni, sta a significare ch'era soltanto un bambino prima della Guerra ai Monti ardenti. <Anzi, mi hai addirittura vista in costume.> E ben poche persone posso vantare d'averla guardata con simili abiti indosso. Questo dovrebbe essere per Ekko motivo di vanto, tutto sommato. E proprio perché stiamo parlando degli abiti, la mandritta scende dabbasso per cercare di tirare il lembo della gonna che, durante il suo avanzare, è andata appena appena sollevandosi. <Sì, sarebbe grandioso> Ammette verso questi quando parla d'abiti che lui addirittura arrivare a definire vintage. Glielo chiese anche quella volta al centro commerciale, ma pare che dei vestiti tradizionali d'un tempo sia rimasta ben poca roba. La società è andata evolvendosi sin troppo in dieci anni di sua assenza e non riesce tutt'ora a conviverci come avrebbe dovuto. <anche solo per stare un po' più coperta.> Sarebbe il minimo indispensabile, in parole povere. Si sentirebbe ovviamente a suo agio e non riscuoterebbe tanto successo come sta facendo adesso con quella scollatura ch'è costretta a far vedere. Di tanto in tanto la sistema, così da evitare che nuove occhiate indiscrete arrivino ad infastidirla. Prende dunque a camminargli di fianco, cosicché possano raggiungere rapidamente la biblioteca che hanno citato in precedenza, laddove la fanciulla potrà prendere il materiale necessario alle sue ricerche. Stacca la mano dal suo avambraccio, portando nuovamente un minimo di distanza tra loro due, giusto per camminare senz'alcun vincolo di sorta. <Dovevamo riportare ai proprietari un maiale ch'era scappato dal recinto, al quartiere povero di Kiri.> E storce le labbra, palesando ancora il suo fastidio il quale scaturisce, non tanto dalla missione in sé, seppur ne copra una buona percentuale, ma dall'altra ragazza che le hanno messo in squadra. Se sol tornasse indietro con la mente, sentirebbe di nuovo lo Yoton ribollirle dentro pronto ad uscire e a bruciar qualunque cosa si trovi innanzi a lei. <Quanto manca?> Come a voler sviar discorso proprio per ovviare a quel pensiero, dimenticandolo per il momento o quanto meno provandoci. [ Chakra ON ]

22:17 Kaworu:
 < Beh, mi riferivo a quelle poche cose d'armatura che portavi addosso prima... > facendo riferimento ai vambracci che utilizzò nel loro combattimento di allenamento, la prima volta, il suo calcio se lo ricorda bene l'opposizione che l'altra contrappose, non solamente fisica, ma anche aiutata da qualche protezione sotto banco. Diventa parecchio rosso però quando lei ricorda di essere stata vista da lui in costume. < *COFF COFF* > quasi non gli viene un colpo. L'immagine che gli torna alla memoria è molto afrodisiaca, tant'è che si inebetisce obbligatoriamente, con tanto di rivolino di bavetta che cola dall'attaccatura destra delle labbra. < .. Eh già ... > perso un momento nella fase mnemonica, a commemorare quel bellissimo ricordo in cui ha potuto apprezzare praticamente a pieno l'eufonia cantata dalla magia musicale delle epiche Hokiappe. Piccole vibrazioni ironiche, un risolino rincretinito dalla fantasia che lo porta qualche istante nell'olimpo delle natiche, prima di tornare. < Sì sì sì... > ripete, piuttosto distrattamente: quasi non l'ascolta Furaya, decisamente sperduto tra le accattivanti immaginazioni rimastegli impresse nella testa. Infatti, non risponde riguardo al resoconto della missione, che tra l'altro sarebbe stato proprio buffo da sentire che la ex decima hokage si sia data a missioni di quel genere, la caccia ai maiali fuggiaschi. Il colosso della nuvola continua a camminare, senza nemmeno sapere dove cavolo stia andando precisamente, troppo svalvolato. < Eh... > alla richiesta su quanto mancasse, sopraggiunta dopo un po' di attimi, lo farebbero tornare in sé, di nuovo in questo mondo. < ... eh? > sfarfallio di ciglia, come di chi stia riprendendo coscienza: discernimento che arriva però troppo tardi, giacché il ragazzone di colore si trova a ridosso di un grosso palo, avendo deviato nella camminata. "*SDONK*" il tonfo che si avvertirà poco dopo, quando ci sbatte con la testa contro: se non fosse che era distratto, probabilmente si sarebbe fatto più male il lampione. < Ohi ohi ohi ohi.... Che boootta... > portando le mani alla zucca, tenendosi la fronte, la prima area che ha impattato contro il pilone. Di certo, però, adesso si è ben svegliato, uscendo da quel Genjutsu sensuale partito in maniera inconsulta ed involontaria ad entrambi. < Siamo arrivati.. > facendo per indicare in direzione della biblioteca, un edificio alto e con il tetto a quattro spioventi, un tipico edificio in stile edilizio orientale. Lagrimuccia agli occhi, mentre fa per riprendersi dall'impatto, doloroso più per la sua forza che ha determinato il consecutivo contraccolpo. {chakra off}{stessi tag}

23:11 Furaya:
 Svela finalmente l'arcano. Trattasi di vambracci e schinieri che lei indossava sott'altri abiti e che ha rimosso completamente in quest'outfit che non c'entra assolutamente nulla con simili pezzi d'armatura. <Ah, ma quelle non le reputo neanche paritarie ad un'armatura come si deve.> Ne aveva una ovviamente, costruita affinché potesse reggere determinati attacchi, perdutasi durante la battaglia ai Monti ardenti, divenuta completamente inutilizzabile per il suo scopo. Inoltre, calata com'è stata la sua forza, per lei è al momento impensabile riuscire a tenerne una indosso senz'alcun malus di sorta. Una nuova occhiata vien lanciata di sottecchi al ragazzo, il quale tossisce a causa d'un bel ricordo che gli sovviene alla memoria grazie alle parole proferite dalla Judai. <...> Assottiglia le palpebre di nuovo, rendendosi conto poco prima che vada a sbatterci contro del palo che rischia di prendere direttamente nei denti di lì a breve. <Il palo...> Pronuncia, distendendo l'arto destrorso alla volta di quell'oggetto che potrebbe diventar un rischio non irrilevante per il nostro nigga di quartiere. <Il palo!> Esclama ancora, questa volta cercando d'alzare la voce proprio per farsi sentire, per attirare la sua attenzione la quale è andata probabilmente a donnine allegre, rammentando quel che accade all'interno delle terme qualche tempo prima. <Ekko!> Lo richiama quand'ormai la testolina altrui finisce irrimediabilmente contro il palo, facendosi peraltro male. <Stai bene?> Gli domanda subito dopo, cercando d'affiancarsi direttamente a questi, giusto per rendersi conto se si sia fatto davvero tanto male o se sia ancor in grado d'intendere e di volere. Invero, sta cercando di trattenere eventuali risate poiché rischia d'esser un poco maleducata, ma ci riesce veramente a fatica e con fin troppa forza di volontà insita nel proprio animo. <Un po' te la sei cercata.> Bofonchia in sua direzione, sghignazzando sotto immaginari baffi e portandosi un paio di passi indietro, dandogli così modo di muoversi e di spostarsi come meglio preferisce. Ad ogni modo, son riusciti almeno ad arrivare innanzi alla biblioteca, a prescindere dalle disavventure che hanno incontrato durante il loro peregrinare. Attende che possa ergersi in piedi senz'alcun problema evidente, per poi avvicinarsi all'ingresso e poggiar la mano sulla maniglia, in modo che possa spalancar la porta quel tanto che basta per permettere ad entrambi di varcarne la soglia. [ Chakra ON ]

23:38 Kaworu:
 < Ouch ouch... > tastandosi la zucca laddove un bernoccolo è appena comparso. < ... Come sono in-fortunato... > borbottio tra sé e sé, anche se udibile per la Yoton, nel quale esprime sia per dire che è sfortunato, sia per dire che s'è fatto maluccio. < Sì sì... sto bene... è tutto a posto... > guardando Furaya, stavolta dal basso verso l'alto, per via del fatto che è finito col sedere a terra. < Mi sono un attimo distratto... AH-AH! > ridacchia con aria impacciata. < Può darsi... per fortuna ho la capocchia dura! EH-EH! > asserisce, con bonarietà. Poi però ci pensa un attimo. < .... Non è come può sembrare... > probabilmente ha usato la parola sbagliata al momento erroneo. < Può darsi... Già!! > riguardo all'esserselo meritato. Dopotutto, non ha tutti i torti. Si rimette in piedi, andando quindi a sistemarsi un attimo gli abiti. < D'accordo. Ci sono. Tutto a posto. > una volta che sarà pronto e di nuovo ritto, eccolo andare a farsi avanti verso l'ngresso della biblioteca. < Via, entriamo allora. > facendo per andare incontro alla porta, stavolta aspettando questa volta che il battente s'aprisse, invece che sbatterci. Inviterà la Yoton ad avanzare all'interno, allungando l'arto verso l'uscio schiuso, di modo da mantenerlo con la propria lunga leva superiore, attendendo che la kunoichi possa superarlo. < Prego. > aspettando che l'altra quindi lo preceda. < Quindi... dicevi sulla missione? > cercando di riprendere quelle parole che sono arrivate all'orecchio, ma passate sotto la soglia di attenzione. < Hai accennato ad un maiale? > domanda, forse l'unica cosa che ha capito. Seguiterà ad andare avanti quindi, superando l'accesso una volta che la ex kage si sarà inoltrata all'interno. < Vediamo se riusciamo a chiedere a qualcuno qualche informazione. > propone, facendosi perciò avanti, magari TENTANDO di approcciare qualche addetta ai lavori, e DOMANDARE se fosse possibile occupare una postazione multimediale per la consultazione degli archivi. Qualora la bibliotecaria fosse carina, non mancherebbe di cercare di avanzare qualche ricerca pure su di lei, che fa sempre bene. Del resto, con le archiviste non sembra andargli male, almeno sul breve termine. {chakra off}{stessi tag}

23:58 Furaya:
 Si sofferma nei di lui pressi per sincerarsi che riesca a reggersi in piedi e che quel bernoccolo non lo debiliti eccessivamente. <Mia mamma mi ha sempre detto che per i bernoccoli bisogna premere forte.> Indicando l'altrui fronte ma senza far nulla per cercare d'aiutarlo o anche solo provare a toccarlo. Guardiamo in faccia la realtà, dovrebbe mettersi sulle punte e ancor potrebbe non bastare. <Non avevo dubbi sul fatto che ti fossi distratto, eri praticamente con la testa altrove.> Bofonchia, scuotendo poi appena la testolina da un lato all'altro, palesando il dissenso di fronte a quant'accaduto ch'era praticamente evitabile. Fa rotear appena gli occhi verso l'alto, incoccando direttamente lo sguardo laddove giace l'insegna e l'ingresso della biblioteca. <Non avevo affatto dubbi su questo.> Ch'abbia la testa dura, volente o nolente, l'aveva anche un po' intuito. Invero, nessuno riuscirebbe a batterla in una sfida del genere, dove lei s'è sempre dimostrata esser non soltanto testarda, ma fin troppo orgogliosa per gl'altri. Si lascia scappar una mezza risata nei riguardi altrui, aspettando che si rimetta finalmente in piedi cosicché possa spinger la porta innanzi, permettendo ad entrambi di varcarne la soglia e apprestarsi all'interno della struttura. <Grazie.> L'anticipa nell'entrare, permettendogli di comportarsi da buon gentleman, immanchevole appunto poi il ringraziamento. Un brivido le percorre la spina dorsale a causa del discorso inerente alla missione, rammentando quel che accadde neanche ventiquattr'ore prima. <Sì, siamo riusciti a braccarlo piuttosto facilmente> Ammette in sua direzione, facendo spallucce. <ma il team non era assolutamente dei migliori.> Qualche lamentela deve pur farla, altrimenti non è contenta, soprattutto se protende per aver ragione. Anzi, non reputa d'aver sbagliato assolutamente nulla, orgogliosa come poche, ma talvolta persino superba. Lascia che sia Ekko a chieder all'archivista di turno se possano utilizzare dei macchinari per delle ricerche, macchine che lei ovviamente non conosce e tanto meno sa usare. Andarci da sola sarebbe stato un problema non da poco. Rifila delle occhiate di sottecchi al ragazzo nel momento in cui s'azzardi a provarci con qualche altra povera fanciulla indifesa, giusto per sottintender che di fronte a lei sarebbe consono evitare. Non si tratta affatto di gelosia, tuttavia deve pur considerare che starebbe perdendo tempo così facendo, ma è pur naturale che possano esservi nuovi fraintendimenti. Mannaggia a lei. <La ringrazio, ma adesso dobbiamo proprio metterci a lavoro.> S'intromette in un eventuale discorso con l'altra parte, giusto per sottrarre il Makihara da qualcosa che di tempo gliene farebbe perdere anche troppo. E s'avvicina ad uno dei computer indicati in attesa d'aiuto tecnico da parte sua. [ Chakra ON ]

00:32 Kaworu:
 Lascia aperto l'uscio, aspettando che l'altra penetri nel locale. Una volta che quest'ultima sarà avanzata, la seguirà poco dopo. < Di nulla... > al ringraziamento di lei, un cenno di diniego, in rassicurazione della Judai. < Ah. Bene... > uno sbuffo più ilare nei confronti della ex decima. < Insomma, sei ancora in grado di inseguire ed acchiappare un porcellino... > riferito al semplice resoconto circa l'andamento della missione. < Sono lieto di sapere nel caso dovesse scapparmi la pancetta, posso contare su di te. AH-AH! > ridacchia, pronunciando quella battuta con tono goliardico. < No, eh? > quando poi accenna del team, che non è quello he avrebbe preferito. < Perché, con chi stavi? > domanda ulteriormente, giusto per curiosità, così come per informazione. < Magari allora poi vediamo di provare a fare una missione insieme. Che ne pensi? > proporrà in seguito. < Se poi ti lamenti, però, guarda che facciamo bisticcio e non ti parlo più. > mimando scherzosamente che le farà muso. Torna a concentrarsi sulla tipa dell'archivio, augurandosi che sia qualcuno di gradevole con cui avere a che fare. Un po' di atteggiamento marpione ce lo prova a mettere, ma le occhiatacce della Nara lo fanno desistere. < Ehm... > grattandosi la nuca, con aria impacciata, riprendendo quindi un po' più di compostezza. < Eh sì... ha ragione, ma è stato un piacere...! > un occhiolino, per poi farle tipo una gestualità con la mano destra, col pugno chiuso eccetto il pollice ed il mignolo, allungati, a raffigurare con la mano una cornetta telefonica, così da fare cenno di chiamarla, o di chiamarlo, o di chiamarsi. Si distaccherà dal desk della segreteria, facendo poi per inoltrarsi lungo il corridoio. < Andiamo, per di qua. > SE AVRANNO RICEVUTO indicazioni necessarie e l'autorizzazione per poter prendere posto ad una postazione multimediale, andrà a cercare di occupare una scrivania attrezzata con un computer. < Allora, Pakku. > mentre accende il calcolatore. < Questo si chiama computer. > le spiega un po' cos'è quell'aggeggio malefico a cui si sono approcciati. < Grazie a questo strumento, possiamo cercare l'informazione che ti serve. Se siamo fortunati, dovremmo riuscire a scoprire qualcosa circa il tuo simbolo. > le sposta la sedia, facendo in modo che si possa accomodare. La invita pure a mettersi comoda, e lu farà altrettanto, iniziando a smanettare. < Allora, che dobbiamo cercare? > chiede, aspettando qualche dettaglio in più. {chakra off}{stessi tag}

16:08 Furaya:
 La lingua vien stretta tra i denti prima d'asserir qualcosa di troppo sconveniente nei confronti di Ekko, il quale s'azzarda a far dello spirito sulla missione alla quale ha preso parte di recente. Lo scruta da sopra la spalla, rifilandogli un'altra piccola occhiataccia, forse l'ennesima della giornata che s'apprestano a passare assieme. <Non ho potuto usare nessuna delle mie tecniche, altrimenti sarebbe diventata una pancetta affumicata di sicuro.> Bofonchia, scuotendo appena la testolina con fare rammaricato. <Le D non fanno per me.> Sancisce, definendo queste ultime troppo semplici per chi, dieci anni prima, ricopriva il ruolo d'Hokage, dunque perlopiù occupata e richiamata principalmente nelle missioni di rango elevato. A lei non viene in nessun modo da ridere poiché non se l'è vissuta come avrebbe pensato. Pretendere d'esser seri in una missione di rango tanto basso purtroppo è andato contro ogni sua aspettativa. <Ero con Shiroi, un ragazzo dai capelli bianchi che ho incontrato assieme all'agente scelto Kamichi> Del quale non sembra affatto lamentarsi, anzi la si potrebbe sentir sicuramente parlar bene di questi. <e d'una biondina ch'era tutta presa a parlare con lui, anziché cercare di collaborare con me.> Sbuffa, infastidita al sol ricordo di quella triste esperienza passata. Si tratta sicuramente d'un periodo che vorrebbe assolutamente dimenticare. Spera che le prossime missioni, ammesso decida di prender parte ad altre, siano migliori in fatto di partecipanti. <Non le andava bene che io facessi da capogruppo, ma al tempo stesso nessuno di loro due ha mosso un dito per proporre o fare qualcosa, a meno che non lo dicessi io.> L'attitudine al comando vien fuori ogni qualvolta tenta d'approcciarsi ad una squadra. Non a caso, con Mattyse, non fanno altro che prendersi a parole o a capocciate. La di lui proposta viene però accolta in maniera positiva, con tanto di sorpresa che vien mostrata sul candido ovale della donna. Gli occhi chiari ne incoccano di nuovo lo sguardo altrui, mostrando un convincimento ben diverso e un sorriso che fa trasparire la propria sicurezza. <Ci sto. E non mi lamenterò, promesso.> L'importante diventa ovviamente collaborare, ma sta di fatto che bisogna anche comprendere come comportarsi all'interno d'una missione e d'un team di squadra, argomento che soprattutto Nana non ha ben compreso. V'è anche da tener conto di quelle persone per le quali un simile atteggiamento è totalmente impossibile da tenere. Ignora qualunque altra intenzione non consona al lavoro odierno da parte d'Ekko, il quale tenta ancor una volta di provarci con la segretaria di turno. Avvicinatasi al computer, non farebbe altro che restar di fianco alla sedia su cui egli siede, in modo che possa adoperare quel computer lui in primis, anziché lei che, al cento per cento, lo farebbe soltanto esplodere o sciogliere come fatto col telefonino altrui. <Mhm, preferisco restare in piedi, grazie.> Bofonchia appena, risultando forse un filino impacciata. Tira fuori un foglietto di carta dalla tasca porta oggetti, dove vi ha raffigurato il marchio posto sul petto di Tachiko e mostrandolo agli occhi altrui. <E' il kanji 'Pena'. Vorrei capire a cosa sia collegato: una tecnica particolare, un sigillo...> Lasciando la frase in sospeso come a voler dire che ci sarebbe altro da aggiungere non conoscendo l'identità vera e propria del suddetto. [ Chakra ON ]

16:26 Kaworu:
 Si massaggia l'addome, mimando una gestualità di appetito al sentire della pancetta affumicata. < Tanta roba. > umettandosi le labbra in modo affamato. < Ora mi hai fatto venire fare. Ti andrebbe dopo di andare a mangiare qualcosa? > pensando al post-ricerca, uno spuntino ci starebbe molto. < Suvvia. Probabilmente ai tempi che furono, ne avrai fatta qualcuna anche tu. > asserisce successivamente, rimettendosi composto e prendendo quindi posizione sulla seduta. < Non credo tu sia nata Hokage. > asserendo che delle origini più umili Furaya potrebbe averle avute, quegli esordi di partenza, i quali un po' tutti sono chiamati ad affrontare nel percorso della vita. < Ti sarai sentita giovane. Eh-Eh. > battuta pericolosa, quella del temerario bronzo della nuvola, scrutando di sottecchi la capo-branco, mentre una piccola sghignazzata fugge via dalle labbra. < Ah. Shiroi Cho. > annuisce, ricordando l'Ishiba conosciuto poco fa. < Mi è sembrato un ragazzo tranquillo. > riferisce quell'impressione che ha avuto lui nell'occasione dell'incontro tra i due. < Un po' particolare; ma, del resto, chi non lo è? Specie di questi tempi. > scrollata di spalle, ironico ed indolente. < Una biondina interessata a lui? AH-AH! > divertito dalla cosa. < Chissà perché non sono per niente sorpreso. > commenta conseguentemente alla notizia ricevuta. < E' una sorta di divo, diciamo. Una celebrità tra i giovani. Scrive sul cellulare, molti lo seguono perché è un bel tipo e sembra sapersi fare apprezzare dagli utenti. > prova a spiegare un po' quelle dinamiche degli influencer, anche se non proprio convinto che l'altra possa cogliere tutte le dinamiche che interessano quella dimensione della realtà social della nuova epoca. < Mh... come ti posso spiegare meglio... è una sorta di personaggio famoso, che la gente segue e conosce attraverso la tecnologia che utilizza come mezzo di diffusione e contatto con le persone stesse. > articola meglio quell'esposizione, in maniera più facile possibile. < E chi voleva che fosse il capogruppo? Il suo beniamino? > domanda poi, sentendo il resto del racconto. Un piccolo cenno di diniego, esilarato. < Bene, bene. > conferma l'opportunità di potersi cimentare in una missione insieme lui e lei. L'altra rimane in piedi, non sembra tanto d'accordo il genin, ma non farà chissà che questioni, lasciandole perciò totale libertà di fare quello che desiderasse. Lui, anche da seduto, sembrerà ugualmente bello imponente. < Il Kanji 'Pena'. Mh. > ripete e, allo stesso tempo, mentre lo fa, PROVA A DIGITARE sulla tastiera quei caratteri, di modo da TENTARE DI AVVIARE LA RICERCA. < Vediamo che ci esce. > CERCANDO DI ottenere qualche risultato. < Hai qualche altro riferimento? Magari un posto particolare dove l'hai visto, qualche dettaglio particolare su com'era fatto? > chiede se ci fossero delle particolari correlazioni riguardo l'elemento citato, per poter eventualmente ampliare il campo di indagine e potersi orientare pure su possibili collegamenti. {chakra off}{stessi tag}

17:13 Furaya:
 L'altrui proposta d'andar a mangiar qualcosa assieme successivamente vien accolta da un lieve brontolare dello stomaco della fanciulla. Inutile negare o far finta di niente, anche le persone che un tempo eran forti hanno appetito. <Va bene. Dove vuoi andare?> Al solito chiosco di Ichiraku oppure a provar qualcosa di diverso? La domanda risulta essere implicita, basta quella che gli ha effettivamente poi posto. Si torna a disquisire ancora a proposito delle missioni di livello D. <Sicuramente> Ammette senza troppo fronzoli poiché mentire non rientra granché nel suo modo di fare. <ma è differente passare dalla guerra a rincorrere un maiale, non trovi?> Continua ancor ad esser legata al passato, tale attitudine è visibile anche soltanto da queste piccole cose. Distende l'arto destrorso per portar indice e medio - ravvicinati tra di loro - e il pollice a contatto con la guancia di Ekko, qualora questo non si sia spostato precedentemente. Non adotterebbe neanche tutta la velocità alla quale potrebbe arrivare, tanto meno la forza, della quale però non c'è da preoccuparsi: è già infima di suo. Trarrebbe un lembo di pelle della guancia, tirandola e rigirandola, giusto per dargli quel pizzicotto che s'è meritato a causa della frase successiva. <Vorresti dire che non sono giovane?> Occhio alla risposta che dai d'ora in avanti. Quando una donna ti pone una domanda non è perché vuole la risposta: ce l'ha già. Ti sta dando soltanto un'ultima chance di cambiarla prima che sia troppo tardi. Salvati finché sei in tempo. Lo lascia andare sol in un secondo momento, gonfiando le guanciotte, offesa. Conseguentemente viene aggiornata circa la popolarità di Shiroi, il quale sembra andare veramente forte sui social ed è per questo che le ragazzine paiono cascargli ai piedi neppur fosse l'ultimo uomo sulla faccia del pianeta. <Sì sì, ho bene o male capito a cosa ti riferisci. E come credo tu sappia, non uso neppure un... beh, quella scatoletta con lo schermo che s'illumina.> Veramente, non riuscirebbe a trovare una spiegazione migliore di questa. Come puoi mai permettere ad un boomer di spiegar qualcosa di semplice come un telefonino? Brontola qualcosa che non è neppur tanto comprensibile, forse riesumando il ricordo del vero nome di quell'oggetto che non riesce a pronunciare come si deve. Insomma, sta dando dimostrazione di tutta la sua ignoranza, per non parlare della capacità di non apprendere qualunque cosa le viene spiegata di quel nuovo mondo nel quale è però costretta a vivere, volente o nolente. Anche sua figlia, prima o poi, si troverà ad usare quell'aggeggio infernale che lei invece ripudia totalmente. <Non ne voglio sapere altro di quella ragazzina.> Tornando al discorso della missione, decide saggiamente di star in silenzio per ovviare ad altre eventuali problematiche riguardanti proprio il dissing che ne verrebbe subito dopo fuori. La di lei attenzione viene subito dopo totalmente rivolta nei riguardi del computer, stendendosi innanzi e andando inavvertitamente a sfiorare l'altrui spalla con qualcosa d'abbastanza morbido. Qualcosa che al qui presente sembra piacere davvero tanto, nonostante prediliga maggiormente le HoKiappe (chiamatelo scemo). <Il kanji è questo> Indica il simbolo con una distensione dell'arto mancino, assieme all'indice che andrebbe a ticchettare contro lo schermo. Si ritira soltanto in un secondo momento, rendendosi conto d'aver invaso forse fin troppo il di lui spazio vitale. <so soltanto ch'è stato posto sul petto d'una persona. Nient'altro.> E si stringe nelle spalle poiché effettivamente non c'è altro che possa aggiungere al contesto per facilitare queste ricerche. [ Chakra ON ]

17:36 Kaworu:
 Un nota pensierosa nel sentire la domanda posta dalla Yoton. < Hum... ti direi da Ichiraku... > un vecchio classico, che non va mai male. Dubbioso tuttavia, sapendo che da quelle parti bazzichi Saisashi, dal momento che lo stesso Sublime gli ha detto di lavorare lì. < ... ma forse è meglio qualche altra parte. Ci penso nel frattempo che portiamo avanti la ricerca, dai. > sospirando lungamente, attendendo magari anche delle eventuali reazioni della donna, studiando se potesse avere delle esigenze particolari in proposito. < Direi di sì. > sulla questione circa la ovvia differenza tra i trascorsi guerrafondai, e la caccia ai porcellini della metropoli delle ombre. < Suvvia. Magari è stata divertente, tutto sommato. Non si può sempre pensare di ammazzare gente e tirare jutsu a cattiveria. > più bonariamente, di modo da alleggerire un po' l'atmosfera della conversazione. Si sente tirare la guancia, e la faccia si deforma in corrispondenza del gesto della Kunoichi. < Gneeeee...! > snasa con una minima nota dolente, più per comicità che per altro. < Gn-gno gno... Non mi permetterei mai... > ritrattando rapidamente la propria posizione precedentemente espressa, con fare piuttosto sardonico. Una volta che verrà mollata, si massaggia la gota, non tanto perché indolenzita davvero, quanto più per una sorta di gestualità di riflesso. < Sì, mi rendo conto. > riguardo alle spiegazioni date sull'Ishiba, senza aggiungere altro, così come sulla questione del cellulare. < La scatoletta che si illumina... certo... > mormora tra sé e sé, piano, piuttosto esilarato ma mantenendo un assetto composto in quel divertimento. < Non ho capito manco chi sia... > non ha riconosciuto né capito di chi si tratti la ragazzina citata dalla Judai, pertanto non indagherà ulteriormente, vista la riluttanza mostrata proprio dalla Rosata nell'esprimersi sulla persona in questione. Nel mentre, continua a cercare, PROVANDO A scorrere la pagina dei risultati apparsa sullo schermo. Scrolla la finestra, facendo in modo che anche Furaya possa vedere le immagini che compaiono sullo schermo. Sente l'altra che s'avvicina, e non se ne farebbe troppo un problema: almeno, finché le floridità di lei non arrivano in prossimità della sua spalla, cominciando a sentirsi addosso il petto della Nara, abbracciato da quei vestiti succinti ed aderenti, con tutte le conseguenze del caso. < ........ > faccia che si pietrifica, in un'espressione che miscela timidezza ed entusiasmo, effervescenza ed imbarazzo. Un brividino gli sale addosso, inevitabilmente facendolo vibrare sulla seduta, movimento che farebbe tremolare anche la stessa articolazione della spalla, sopra quelle sofficità adagiatesi su di sé. < ahw... > il kanji non lo vede proprio, gli occhi sono praticamente ribaltati, il piglio inebetito, ed un rivolino rosso cola dalla narice sinistra, così come un rigagnolo di bava scivola via dal labbro inferiore. < Eh già... e che petto... > ripete, intontito da quella vicinanza stretta ed il contatto fortuitamente capitato, investito da tutte le sensazioni del capo. Sfarfallio di ciglia, cercando invano di recuperare lucidità. Avverte anche una certa scomodità a stare seduto, data la piega che i calzoni assumono inevitabilmente nello stare sulla sedia, piuttosto costrittiva. {chakra off}{stessi tag}

18:03 Furaya:
 Ichiraku è senza dubbio un must, un locale piuttosto rinomato che già dieci anni prima faceva non poco clamore. Il ramen di Konoha è senza dubbio quello più conosciuto, non a caso eran definiti i mangia-ramen. <Non conosco molti altri posti, quindi mi affido a Ichiraku gran parte delle volte. Ma ho visto che ci lavora Saisashi> E la situazione è diventata non poco difficile con la sua presenza, tanto da diventar selettiva sugli orari. Fa attenzione che lui non ci sia o manda solitamente qualcun altro a ritirare al posto proprio. <quindi forse è meglio evitare.> Rischia di farsi di nuovo strane idee, il che potrebbe portare alla conclusione avvenuta all'interno del centro commerciale come quel fatidico giorno che sia lei ch'Ekko sembrano ancora ricordare piuttosto bene. Non è sicuramente qualcosa che vieni portato a dimenticare. <Lo sarebbe stata se ci fosse stato un team o anche solo parte d'esso competente.> Asserisce, facendo roteare per un attimo gli occhi verso l'alto, risultante ancor fin troppo infastidita da quant'accaduto e dalla presenza d'una determinata persona verso la quale sta scaricando la propria frustrazione. Forse, sarà anche come dice Ekko, ma dovrebbe provarlo sulla sua pelle. Soltanto allora potrà essere propensa a cambiare idea. L'obiettivo viene raggiunto, ad ogni modo, con un cambio netto di risposta da parte sua, il quale preferisce ovviamente darle quello che par un contentino, piuttosto che proseguire lungo una via che l'avrebbe probabilmente condotto alla castrazione per mano dello Yoton. <Perfetto.> E sorridente come non mai, smagliante tanto da illuminare a giorno la stanza della biblioteca, con una gentile nonnina dagli occhietti tondi che sbuca da dietro un angolo ad intimar loro di star in silenzio, torna al proprio lavoro. Invero, lei non sta facendo assolutamente nulla se non rivolgere le proprie perplessità nei riguardi del nigga di quartiere, il quale s'adopera per digitare e cercare qualcosa in più a proposito del kanji citato dalla Judai. <Smettila di prendermi in giro!> Affranta, torna a gonfiar appena le guance, contraddetta per quel suo modo di scherzare seppur sotto sotto vi sia persino l'ombra d'un sorriso che tenta di nascondere. Non vuol dargli nessuna soddisfazione, sia mai. <Fermati qui.> Indica nuovamente con un proprio cenno della mano il punto dello schermo o il momento opportuno affinché smetta di scrollare. Cerca d'adocchiare qualche informazione principale, quelle più importanti che facciano al proprio caso, così da memorizzarle come si deve, al massimo scriverle da qualche parte. <Come fai a... insomma, a passare quelle informazioni su carta? Scrivete tutto a mano?> Reputa che sia una pratica che possa diventare stancante, anche perché altrimenti dovrebbero memorizzare tutto a mente oppure aver necessariamente bisogno d'un terminale per poter leggere ciò che serve loro. Diventa scomodo, dunque reputa che possa esserci un meccanismo migliore che lei ovviamente non conosce a causa della propria ignoranza. <Uh?> Abbassa gli occhietti chiari verso la spalla altrui, ritirandosi però subito dopo per ovviare a quel problema che, a quanto pare, a lui non crea proprio nessun disagio. <Scusa.> Ma è un'affermazione che vien pronunciata con una nuova occhiata di sottecchi ed un soffio d'aria dalle labbra, spazientita. Questi maschi! [ Chakra ON ]

18:32 Kaworu:
 Proprio quello che voleva sapere, riguardo al famosissimo chiosco del villaggio prima, del distretto poi. < Già. > perciò, non può che aver concordato su quell'osservazione. < Andremo da qualche altra parte, dai. Ce ne sono di locali, dopotutto. > non si mangerà bene solo lì, alla fine. Lasciata perdere per il momento quella questione, di cui si occuperà all'uscita dalla biblioteca, riprende la ricerca. Non aggiunge altro sulla questione del team, riservandosi unicamente una flebile risata ironica alla obiezione molto contrariata della Nara. Nel mentre proseguono nell'indagine, avviene quel contatto fortuito, che lascia imbambolato il bronzo della nuvola per alcuni istante. Gocciolina di sangue per l'emozione e l'entusiasmo che scivola dal naso, bavetta al labbo inferiore sinistro, molto galvanizzato da quel contatto. < Eh eh eh... > risatina impacciata, anche abbastanza goduriosa, assumendo quei connotati piuttosto buffi. < N-non fa nulla... > guardandosi la spalla battezzata dai dolci pettorali di Furaya, mentre annusa l'atmosfera, quasi come se potesse inebriarsi dell'odore di lei, di quel tocco che c'è stato tra le morbide curve frontali d'ella e l'articolazione laterale superiore del suo fisico. Sfarfallio di ciglia, respiri profondi, facendo per riprendersi. Fa per sistemarsi i pantaloni, cercando anche di mettersi comodo sulla seggiola, avvertendo inevitabilmente un certo problema a starsene seduto, ora. < No, possiamo fare una foto col cellulare... la scatoletta luminosa... > estraendo poi l'oggetto stesso, facendole vedere la funzionalità che ha esplicitato poco prima. < Oppure si può copiare il testo e salvarlo in un documento virtuale, che poi ti porti dietro o con una memoria esterna, magari salvandolo proprio sempre sul telefono... > asserisce, ma man mano che va avanti, diventa più insicuro nella spiegazione, non tanto perché non fosse come dice lui, ma perché pare rendersi conto che stia trasmettendo dei concetti un po' complicati per la ninja del passato, decisamente estranea a quel mondo. < ... diciamo che ci sono dei modi alternativi e più veloci... Ma ti servono gli strumenti giusti. > insomma, bisogna evolversi, diventare più smart, Furaya. < Vediamo se riusciamo a trovare qualcos'altra cosa.... > digitando sulla tastiera qualche altra modalità di ricerca, PROVANDO ad espandere quindi il campo di analisi, oltre al kanji, anche al significato che possa rappresentare, se nella memoria cibernetica dell'archivio ci possa essere qualche riferimento shinobistico, o dei racconti che trattino dell'argomento. CERCA per cui di fare qualche altro tentativo, sperando di ottenere degli ulteriori risultati. < Ma dimmi una cosa. > nel mentre lavora per la Judai. < Ho visto che Saisashi ha dei tatuaggi sulla schiena. Tu sai per caso che sono, visto che ci sei stata in intimità? > riferito a quella raffigurazione del dragone, di cui Saigo gli aveva domandato di ottenere qualche dettaglio. Insomma, ha pur sempre un lavoro da svolgere. {chakra off}{stessi tag}

18:56 Furaya:
 Si limita ad annuir alla di lui volta quando parla di andar sicuramente in qualche locale e che ne troveranno uno facilmente a tempo debito. Giacché non ha altro da pronunciar su quest'argomento, si limita or a zittirsi per preoccuparsi del resto della loro discussione. Bensì si preoccupa del rivoletto di sangue che scende dalla di lui narice, tanto da indicargliela con un gesto della mandritta indirizzata proprio alla volta del naso. <Guarda che ti sanguina il naso.> Aggiungendovi anche una frase di riferimento qualora fosse troppo preso e non capisse il gesto indicato dalla donna. Evita d'abbassar lo sguardo, purtroppo conosce la fisionomia maschile e comprende anche determinate conseguenze. Sospira di conseguenza, come se ciò dovesse bastare a far intuire al ragazzo come la situazione stia degenerando a più non posso e lei cerchi soltanto un modo per sviare qualunque discorso o accorgimento dal punto cardine della questione. In fondo, c'è bisogno di proseguire le ricerche e così facendo stanno soltanto perdendo tempo prezioso che nessuno ridarà loro indietro. <Dai, forza. La prossima volta, temo mi toccherà guardare in qualche vecchio tomo.> Che parole antiche che caccia fuori pure lei. <Potrei riuscire a trovare qualcosa di più vecchio, magari dei rotoli com'era una volta.> C'è da ricordare che - appunto - tempo addietro non usavano nessuna di queste tecnologie sofisticate, tutto veniva opportunamente trascritto a mano. Ed è inevitabile che lei sia abituata a ben altro metodo di trascrizione dei documenti importanti, così come del loro mantenimento. <L'ultima volta che hai cercato di fare una foto con la scatoletta luminosa> Perché da oggi in poi il nome che verrà attribuito a quell'aggeggio è esattamente quest'ultimo, non altri che per lei saranno del tutto inesistenti. <ti ricordo cos'è accaduto.> Comparve un messaggio in anteprima da parte di Sango e le conseguenze furono catastrofiche. Sottolinea dunque come sia meglio che tutto ciò non avvenga una seconda volta. Non conviene a nessuno dei due. <Preferisco il cartaceo.> Ammette stringendosi nelle spalle, mantenendo la sua posizione in piedi, proprio dietro le spalle altrui. Mantiene anche una certa distanza a ben vedere, visto e considerato come quel minimo tocco abbia scatenato in lui una reazione tutt'altro che ricercata. Nel frattempo che quella ricerca prosegue, tentando di seguire adeguatamente lo scorrere delle varie scritte nel tentativo d'adocchiar qualcosa che ne attiri l'attenzione, giunge anche una domanda che in un frangente iniziale le fa aggrottare le sopracciglia. <Perché lo chiedi a me?> Domanda, piegando la testa da un lato, trovando la cosa non tanto sospetta, quanto più strana. <Ti vergogni a chiederglielo?> Ironizza, mostrando un piccolo sorriso che gli vien rivolto prima di tornare a fissare lo schermo, continuando a leggere quel che v'è scritto. <Il tatuaggio che ha sul braccio gliel'ho fatto io, non trovi che sia venuto davvero bene? Ho dovuto persino richiamare qualche copia per finirlo in tempi brevi e per disegnare tutti i suoi particolari.> Una mezza risposta comunque gliel'ha data, vantandosi persino del proprio operato di tatuatrice giacché una volta lo era, ed era anche piuttosto brava. [ Chakra ON ]

19:17 Kaworu:
 Espressione imbarazzata al sentir venire sottolineato che gli è uscito un po' di sangue dal naso. < Sarà stata l'emozione... > abbastanza sincero, sebbene non specifichi per cosa si sia potuto suggestionare a quel modo; anche se, probabilmente, la donna è abbastanza scafata per rendersene conto da sola, dato che comunque il giovanottone di colore è semplicemente un diciassettenne ancora. Si ripulisce il viso, assumendo un'aria maggiormente decorosa. < Scusa. > più per educazione ed amicizia, che per reale senso di colpa. < Probabilmente i rotoli più importanti sono conservati nell'archivio centrale di Kagegakure. > le riferisce, ipotizzando quella eventualità. < Penso che ogni distretto abbia la sua biblioteca, ma quella più grande dove sono conservati i testi più importanti, dovrebbe essere quella centrale della città. > prosegue. < Però... non so quanto ti convenga andarci. > pone quel dilemma. < C'è Sango Ishiba che lavora lì. > la informa, anche per metterla in guardia, qualora volesse cercare di inoltrarsi su indagini maggiormente approfondite che l'avrebbero potuta portare da quelle parti ed a fare i conti con degli incontri più critici. < Sì, ma sappiamo tutti e due il motivo circa il perché... > assottiglia lo sguardo, abbassano le sopracciglia, in quell'aria contrariata e scettica nel rimembrare e rievocare l'episodio della distruzione del suo precedente cellulare. < Non ci stiamo sentendo più, al momento, se ti può interessare. > l'aggiorna un po' su quel gossip. Una nota un po' amareggiata su quella circostanza appena espressa, inevitabilmente, non essendo indifferente alla cosa; tuttavia, c'è molta rassegnazione, una sensazione che è iniziata a subentrare con la distanza, la lontananza, i lunghi silenzi, che rendono quel distaccamento più freddo. < Mh. > lascia soffiare via nell'aere circostante dei pensieri taciturni, racchiusi dentro un sospiro lungo, eloquente, sebbene senza verbo. Alla domanda fatta su Saisashi, un cenno di diniego anticipa il suo successivo dire. < No, non mi vergogno. > dichiara, molto placidamente. < Lo domanderò anche a lui. > continua. < Facevi tatuaggi, quindi? > constata, apprendendo di quell'attività dell'altra. < Fabbro, Tatuatrice, Kage.... > abbassa un po' la voce sull'ultima definizione. < Ne hai fatte di cose, per essere stata addormentata per dieci anni... > ed inevitabilmente, la zeppata scherzosa gliela tira, anche un po' per alleggerire la discussione, con quel fare goliardico in cui torna a stuzzicarla un pochetto e per vie traverse sulla questione dell'età. Un risolino mitigato echeggia blandamente, sparendo sulla bocca. < Beh, non credo ci sia altro che riusciremo a trovare. > tirando un profondo respiro, guardando che i successivi risultati saranno ormai poco attinenti a quello che interessa loro. Avrà fatto le foto, per poter conservare almeno per sé, quei testi. < Ho fatto delle foto a quello che abbiamo trovato. Se vuoi ci vediamo un'altra volta e te le scrivi su carta, oppure te le copio io e ti consegno un rotolo di appunti. Scegli tu. > le propone quindi come fare per passarle tutte le notizie che saranno riusciti ad ottenere a seguito di quella ricerca al pc. {chakra off}{stessi tag}

19:50 Furaya:
 Distrattamente vien agitata la mandritta in aria, lasciando stare la questione delle scuse o di quel ch'è accaduto finora. <Non importa.> Dichiara così facendo chiuso il discorso. L'argomento successivo riguarda la possibilità di doversi dirigere al Centro di Kagegakure. La cosa non le arreca chissà quale fastidio, tuttavia è il nome della fanciulla che ci lavora che le fa cambiare totalmente idea, rendendola riluttante in tal senso. <...> Brontola uno sconnesso: <Col cazzo.> che anche Ekko farà fatica, per forza di cose, a comprendere. Rivolge lo sguardo in tutt'altra direzione, considerando come la questione si stia facendo un tantino complicata. Potrebbe mandarci qualcun altro o assicurarsi d'andarci quando lei non è di turno all'archivio. Rimugina qualche altro istante su cosa sia meglio da fare in questi casi, ma per il momento non trova qualcun altro che potrebbe mandarci. Forse la stessa Tachiko che, a differenza della Judai, vive in quel villaggio da abbastanza tempo da sapersi muovere meglio di lei. Inoltre, non dovrebbe aver avuto granché a fare con la rossa neanche dieci anni prima, quindi sarebbe difficile ricollegarla a lei. Insomma, troverà sicuramente un modo per risolvere quest'incresciosa situazione, ammesso ve ne sia davvero. <Vedrò un po' come fare.> Mormora alla di lui volta, facendo spallucce. Potrebbe anche azzardare d'andarci da sola, rischiando d'incontrarla. In effetti, cosa potrebbe andare storto? Che accade esattamente quel ch'è successo al centro commerciale ma in versione lotta nel fango femminile? <Ad essere sincera, mi interessa ma al tempo stesso non mi dispiace neanche un po'. Ti sei tolto un peso.> Incurante di quell'espressione amareggiata che dimostra. Pensa davvero quel che ha detto, non sta cercando un modo per fargli tornare il buon umore, anche perché non ne sarebbe in grado. L'allontanarsi da un essere del genere dovrebbe quanto meno garantirgli una tranquillità maggiore, quindi reputa che a lungo andare potrà rendersene conto facilmente anche da solo. <Quand'ero più piccola, sì. Ho iniziato poco dopo l'accademia. Dopodiché ho pensato di sfruttare la mia seconda innata in qualcosa che mi tornasse ben più utile.> Ossia maneggiare, costruire e riparare armi direttamente con la propria lava e senza l'aiuto di qualcun altro a cui dover lasciare l'incarico. In fin dei conti, s'è trovata bene così. Si stringe nelle spalle, allontanandosi d'un altro passo dallo schermo poiché la luce che da esso proviene inizia a darle fastidio alla vista. Non v'è abituata, è assolutamente normale. <Prima del mio riposino> Schernendo quant'accaduto. <ho cercato di tenermi sempre impegnata.> Ed in effetti ha fatto veramente così tanto da non aver mai un buco libero per se stessa, adoperando persino la tecnica della Moltiplicazione Superiore del corpo per riuscire a far più cose contemporaneamente, riducendosi a sacrificare se stessa al termine della giornata. <Mh, per il momento ho memorizzato il memorizzabile.> Giusto per aver tra le mani qualche informazione in più. <Se avessi dei dubbi, so da chi venire.> Avendo appunto fotografato il tutto in modo che siano a portata di mano. Lancia delle rapide occhiate nei dintorni, assicurandosi che quella vecchina non sbuchi nuovamente da qualche angolo ad intimare loro al silenzio. <Andiamo a mangiare?> In fondo, il luogo che avrebbero dovuto raggiungere dopo queste ricerche sarebbe stato esattamente un locale in cui poter mettere un boccone tra i denti. E infatti s'allontanerà ancora al di lui fianco per il resto della serata. [ END ]

20:09 Kaworu:
 La reazione di Furaya è più che comprensibile: per tale ragione, l'ha avvisata. Almeno, può evitare spiacevoli incontri, così come gli annessi inconvenienti. < D'accordo. > riguardo a cosa deciderà di fare, scrollando solamente le spalle, senza aggiungere altro in merito. < Davvero? > che le interessi quella nota di gossip, restando un po' sorpreso. < Mh-Mh. > non è convinto che sia finita lì, o che sia finita così; allo stesso tempo, però, non è tanto stupido da farsi illudere da speranze che, al momento, non sembrano esserci, nemmeno all'orizzonte: il cellulare è muto da giorni, su quel fronte, non si scambiano messaggi, né vi sono stati altri appuntamenti ed incontri. Totale gelo. Sospira lungamente, una vena di melanconia ed amarezza accompagna ed impregna quel soffio che si perde nell'atmosfera. < Seconda innata? > aggrotta le sopracciglia nell'udire di quella doppia capacità. < Uhm... che storia. > qui fioccano abilità su abilità, mentre il povero colorato s'è dovuto basare soltanto sulle sue forze, le sue capacità. < Se ti diverti ancora nel farli, magari potresti farmene uno. > la butta lì così, quella proposta giusto per condividere qualcos'altro insieme. < D'accordo, allora. > riguardo alla ricerca, farà per pulire la cronologia e svuotare la cake, prima di lasciare la postazione, facendo per rialzarsi. Si sgranchisce le ossa, il sole s'è avviato verso il tramonto, sintomo che sono arrivati ad orario del vespro. < Mi sa che s'è fatta una certa. > valutando perciò cosa fare e dove andare. < Che dici: ci andiamo a fare un bell'aperininja? > l'aperitivo ninja. Micidiale. < E' tipo un pre-cena, si bevicchia qualcosa, si spelluzzica un poco, qualche stuzzichino di accompagnamento, una robina leggera giusto per godersi la compagnia ed il tempo. > le propone. < Sennò ti porto da qualche parte per cenare proprio, qualche presidio slow food. Ti va qualche cucina in particolare? Sunese, Kusana, Otina, Amese? > e mentre continua a parlottare con la Kunoichi, farà per avviarsi fuori dalla biblioteca. Spariranno di lì a poco, andando dove si sarà deciso di trascorrere il resto del tardo pomeriggio. (//END) {chakra off}{stessi tag}

Fru gironzola per il distretto di Konoha alla ricerca di una biblioteca.
Per fortuna, incontra Ekko che l'aiuta nella sua ricerca, tra una chiacchiera e una epistassi.