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Bazaar - Pan per focaccia

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con Kaworu, Reiji

21:13 Kaworu:
 Alla volta della via dei mercati che ha sede nel distretto di Suna, la figura dell'originario della Nuvola fa la propria comparsa sulla scena. Prestante nella sua mole, è vestito con abiti comuni, un completo scuro costituito da una giacchetta leggera aperta ed un paio di pantaloni semplici, entrambi i capi scuri, mentre al tronco la camicia bianca e lasciata sbottonata sul davanti, da cui si intravedere la parte frontale del tronco della propria complessione; ai piedi, scarpe a collo alto dallo stile cestistico, prevalentemente chiare con piccoli ricami dorati e rossi sulla superficie. Sulla fronte, una anonima fascia che gli raccoglie i lunghi dreadlocks bruni fino alle spalle, mentre alla vita, una tasca porta oggetti contiene al suo interno un set di fumogeni, una bomba flash ed i tonici di recupero chakra e vigore. Alle mani, un paio di guanti a mezzo dito tipici da shinobi, rinforzati da due placche di acciaio sui dorsi. Al collo, scendono verso il petto le dogs tag, piccole piastrine metalliche infilate in un laccettino che trasporta allo stesso modo un pendente rotondo con sopra incisa un'immagine di una testa di lupo, completamente nera, un po' usurata dal tempo e con vari sgraffietti sulla propria superficie; si tratta del simbolo dei cacciatori di taglie di Kagegakure. Ultime cose con sé, saranno i pochi effetti personali, tra cui il cellulare nella tasca destra. Chakra non impastato, mani nelle tasche e portamento comodo, trovandosi perciò in assetto di quiete nella zona. Pupille che scrutano tutt'intorno, passando in rassegna le bancarelle e quanto esposto sopra di esse, mentre nell'atmosfera riecheggia il rimbombo delle voci dei venditori ambulanti, i quali cercano di accaparrarsi la clientela con incitazioni invitanti, a tratti pure ironiche, affinché l'umorismo fosse una componente in più per avvincere ulteriormente i possibili compratori in giro per il mercato. {Chakra off}[Guanti Ninja][Fianco sx: Tasca Portaoggetti (Flash Bomb x1; Fumogeni Set x1; Tonici HP/CHK)

21:26 Reiji:
 Tra le tante figure che si aggirano in quel del Bazaar del distretto sunese di Kagegakure c'é anche quella di un novello Genin, ma proprio novello novello. É infatti da nemmeno una settimana che il ragazzo si puó effettivamente presentare come uno shinobi a tutti gli effetti e non come un semplice Allievo, complice la sonora dose di legnate che si é preso qualche giorno fa e di cui porta ancora i segni addosso. É un ragazzo sicuramente piú alto della media - anche se non tanto quanto Ekko - ma il fatto che sia anche estremamente secco lo rende all' apparenza anche piú alto di quanto non sia in realtá. Ha una folta chioma di capelli neri che vagano nelle direzioni piú disparate, probabilmente merito di geni ribelli che regolano l'orientamento del proprio cuoio capelluto, ed un paio di occhi verde chiaro dalla forma allungata e dalle palpebre leggermente assottigliate, come se fosse sempre sul punto di addormentarsi. Il vestiario del ragazzo é composto da abiti fondamentalmente semplici: una giacca a maniche corte blu scuro, con il colletto alzato a coprire una buona metá della bocca, chiusa nonostante la temperatura non esattamente fredda, e, sotto questa, visibile solo grazie alle maniche lunghe - esatto - una maglietta bianca che sembra essere di qualche taglia troppo grande per lui, tanto che arriva a coprire quasi fino a metá coscia, dove rivela un paio di pantaloni a tre quarti del medesimo colore della giacca. Un breve tratto di pelle nuda si frappone tra questi e gli stivali neri che indossa ai piedi. Il ragazzo si aggira tra le bancarelle con passo tranquillo e con aria apparentemente disinteressata: non sembra infatti focalizzarsi su alcunché di particolare, preferendo invece lasciar scivolare lo sguardo su praticamente qualsiasi cosa gli capiti sott'occhio, poco importa che si tratti di cibo o di armi. [Chakra Off]

21:35 Kaworu:
  [EST. MATTINA] Immette e tira fuori aria dai polmoni, definendo un respiro flemmatico e pieno, in quell'atteggiamento calmo e posato, col quale ancora più incisivamente rifinisce la propria statuaria sembianza, sostenuta dal suo fisico slanciato ed imponente, il quale lo erge per tutto il metro e novantacinque centimetri di statura. La mano destra recupera il cellulare un momento, tirandolo fuori dalla tasca, sbloccando lo schermo e visualizzando eventuali notifiche; giusto una rapida occhiata, prima di riporre l'oggetto tecnologico nuovamente da dove l'aveva estratto, ovvero quel fodero laterale ricamato nei suoi pantaloni. Prosegue lungo il mercato, arrivando nei pressi di una bancarella di cibo; all'incirca, anche Reiji parrebbe palesarsi nei dintorni, astante in mezzo a tanti. Si mostra chiaramente il Colosso Kumese in mezzo alla calca, per via di quella propria corporatura tonica, robusta ed allenata, molto compatta, spalle larghe e busto definito, scolpendo quella muscolatura in un solido atletismo. I dreadlocks bruni scivolano lateralmente sul viso e dietro la nuca, arrivando a toccare appena le spalle del lottatore di colore. Un piercing a cerchietto metallico sul labbro inferiore, mentre due orecchini squadrati si agganciano ad entrambi i lobi delle orecchie. L'incarnato scuro è di giovane maturità, assumendo un aspetto comunque abbastanza adulto per via delle connotazioni di quella fisionomia maggiormente marcate e dai tratti decisi, pur restando glabre. < Ma secondo te, so buone quelle? Sei del posto, sai dirmi magari qualcosa? > interpellando il Sunese UHEARA, così a caso, circa qualche brioches in vendita, ben sponsorizzati dall'ambulante che li commercia. < Ho saltato al colazione stamattina, ed ora tengo un buco nello stomaco. > aggiunge, ed un brontolio non indifferente andrà a rimbombare, tipo tuono che minaccia tempesta. Faccia un po' buffa, delineando una parentesi abbastanza comica in quel momento in cui s'approccia in modo randomatico al Novello Genin della Sabbia, in quel consulto capitato banalmente in quella caccia allo spuntino. {Chakra off}{Stessi Tag}

21:48 Reiji:
 Mentre cammina infila le mani nelle tasche anteriori della giacca, avendo ben cura di fare in modo che le braccia ciondolino nella maniera piú pigra possibile, come se fosse un prerequisito fondamentale per girare a vuoto per il mercato. In effetti, se uno deve fare il pigro che perlomeno lo facesse con impegno. Di Ekko se ne acccorge molto prima che gli rivolga la parola, complice sicuramente la stazza del Konohano, ma non gli presta particolare attenzione: esattamente come ha fatto sino ad ora, infatti, lo sguardo vaga senza una vera e propria meta, posandosi assolutamente per caso sulle stesse brioches su cui sta indagando l'altro ragazzo. Probabilmente é anche per questo che non capisce immediatamente che si sta rivolgendo a lui e, difatti, sulla prima battuta non reagisce minimamente. É solo quando si parla di colazione saltata che finalmente capisce che l'altro si sta rivolgendo a lui e volta finalmente il capo nella sua direzione, alzando entrambe le sopracciglia. In realtá, la sua espressione non cambia granché: il Konohano potrá infatti notare come il Sunese sia, fondamentalmente, apatico. Il fatto che le sopracciglia si siano alzate in quella che potrebbe essere un' espressione di sorpresa é del tutto ininfluente, perché il resto della faccia non si é mosso di un millimetro, quasi come se avesse la capacitá di muovere ogni singolo muscolo facciale indipentemente. < Hm? > Mugugna, in un primo momento, facendo rimbalzare gli occhi verdi tra le brioches e la figura di Ekko. < Hm.. > Sembra quasi prendersi una pausa per ponderare, e probabilmente é proprio quello che sta facendo. < Allora non vuoi questa roba. É buona, ma c'é di meglio. > Il tono del ragazzo é terribilmente piatto, eppure c'é qualcosa nella sua voce che dovrebbe far capire come sia incredibilmente tranquillo e per nulla ostile o ironico. < C'é una bancarella poco piú sú che ha una focaccia fantastica. Vieni, ti faccio strada. > E non aspetta nemmeno che l'altro gli dia l'ok, semplicemente si gira, indicando con un cenno del capo la direzione che sta prendendo, e comincia ad allontanarsi.

22:00 Kaworu:
  [EST. MATTINA] Sfarfallio di ciglia, mantenendo un'aria pressoché regolare sul piglio. La sua voce è calma, profonda, scandita da toni baritonali dovuti alla spontaneità di quel timbro vocale. Pupille che indugiano su Reiji l'apatico, definendo quell'assetto mostrato proprio dal sunese. < Ah sì? > quando quello gli sconsiglia di passare per di lì a riempire il proprio buco nello stomaco, guarda con aria meditabonda il banchetto, a cui sta dietro un commerciante magari un po' indispettito: si lascia guidare dal consiglio dell'avventore fermato lì a caso, prendendo per buona la sua disamina. < Grande. Effettivamente, ormai s'è fatta pure una certa, non mi dispiace mettere sotto i denti qualcosa di salato. > l'orario s'è attardato nella mattinata, il sole ormai è spuntato da parecchio all'orizzonte d'oriente, procedendo in quella camminata lungo la propria orbita nel cielo. < Bella, broh. > quindi, all'indirizzo del genin. Linguaggio molto informale, anche formato piuttosto slang, descrivendo chiaramente l'estradizione da ceti meno abbienti, benché abbia imparato e si sappia mimetizzare anche con locuzioni più elevate; dopotutto, però, non sente di averne bisogno in quel contesto, prediligendo l'approccio tranquillo e semplice, amichevole. < Se vuoi qualcosa te la offro, che sei stato gentile a farmi strada. > propone verso di lui, mentre un altro rombo di tuono dello stomaco racconta del proprio appetito. < Mannaggia, saltare la colazione è la cosa più sbagliata che ci sia. E' il pasto più importante del giorno, lo sapevi? > chiacchiera, tranquillamente, facendo compagnia e seguendo abbastanza al passo lo Uheara. < Comunque mi chiamo Ekko, e faccio il cacciatore di taglie. > nessun mistero sul proprio lavoro, anzi, un motivo in più per farsi pubblicità, procacciandosi affari e clienti anche solo attraverso quell'introduzione. < Piacere di conoscerti. > un cenno, magari uno studio silenzioso su se fosse o meno il caso di stringere la mano all'anonima conoscenza, senza eccedere nell'estroversione e ponderando bene il comportamento con una nota abbastanza morigerata, ma sempre composta. {Chakra off} [stessi tag}
{Chakra off}{Stessi Tag}

22:14 Reiji:
 Il passo del ragazzo é tutto tranne che svelto, anche se difficile capire se é per abitudine o per semplice educazione verso il cacciatore di taglie. Probabilmente piú per la seconda che per la prima, ma é difficile stabilire una cosa del genere quando il massimo dell' espressivitá di una persona é l'angolazione delle sopracciglia. < Piú che altro, non ti saprei consigliare sulla roba dolce. Sono piú tipo da salato. > Replica, facendo spallucce e voltando la testa indietro per seguire con lo sguardo Ekko, senza cambiare minimamente espressione. < Molti dicono che fa troppo caldo da queste parti per mangiare salato o piccante... ma onestamente, non ho mai avuto caldo. > Spallucce per l'ennesima volta, questa volta mentre cammina al fianco del ragazzone. Va a capire se é perché é Sunese oppure semplicemente perché é fuori come un balcone peró, effettivamente, sembra che del caldo del deserto non gliene importi poi piú di tanto. É decisamente vestito per ambienti piú freschi di quello in cui si trovano adesso, ma la cosa non sembra minimamente dargli fastidio. < Eh? No, tranquillo, sono a - hm. > L' improvvisa realizzazione di poter ricevere cibo gratis deve aver colpito il neo-Genin, perché si blocca a mezza frase come se avesse appena avuto un' epifania, di quelle che René Descartes levati. < In effetti si sta facendo tardi, perdonami ma ne approfitto. > La cosa strana in tutto questo é che, per quanto le sue parole siano indubbiamente cordiali ed amichevoli, il suo tono é completamente monocorde, esattamente come la sua espressione facciale. < Beh, dipende. Se fai il turno di notte tecnicamente é la cena, no? > Replica, alzando nuovamente le sopracciglia. Mentre parla si ferma, indicando con un cenno del capo la bancarella a fianco a lui che, effettivamente, sembra essere quella di un panettiere estremamente ben fornito. < Reiji, sono da poco diventato Genin. > E, sorpresa delle sorprese, non si tira indietro nella presentazione e sporge la mano destra in avanti, tirandola fuori dalla tasca, per andarla a stringere ad Ekko. < Piacere mio. > [Chakra Off]

22:35 Kaworu:
  [EST. MATTINA] Ridacchia in modo pulito, in un'espressione di ilarità tranquilla e composta. < E vabbè, non fa niente, l'importante è mettere qualcosa sullo stomaco al momento. > la butta lì così, abbastanza semplicemente, con fare abbastanza ironico. < Che tengo troppa fame adesso. > continua successivamente, in modo divertito quanto affamato. < Sei di queste parti? > domanda, tra una battuta e l'altra della conversazione. < Magari sarai abituato, in quel caso. > dopotutto, anche lui non soffre troppo quel clima, sia proprio per conformazione fisica di quella pelle nera, dal tessuto cutaneo particolarmente carico di melatonina, per questo scuro. < E che problema c'è. Non approfitti di nulla. > verso di lui, ribadendo di non preoccuparsi per aver accettato l'offerta. < Mi fa piacere poi. Mangiare in compagnia è una cosa buona. > sottolinea dopo, con socievolezza. Non s'impensierisce della tonalità monocorde altrui, cerca di focalizzarsi sulla sostanza di quei contenuti, più che sulla voce che li scandisce: di certo, però, non passa inosservata quella cosa, solamente sarà discreto, mostrandosi per cui riguardoso a trattenersi dal commentare in qualche modo quella caratteristica altrui, in una sorta di dimostrazione di delicatezza. < Anche, effettivamente. > riguardo a quell'osservazione sull'orientamento dei pasti, che potrebbero cambiare a seconda dei turni lavorativi di ciascuno. < Non c'avevo mai pensato, sai? > per quanto comunque gli possa essere capitato di lavorare anche di notte, non si è mai reso conto o posto il problema che la prospettiva potesse cambiare a seconda dei vari momenti della giornata. Un punto di vista alternativo che, seppure nella scioccchezza, acquista un suo perché. < Aaah, sei un ninja allora. > ascoltando la presentazione di lui, completa di grado militare di quel gruppo generico. Porge la mano al Sunese, interpretando quel linguaggio del corpo altrui di modo da poter ricambiare il gesto della stretta di mano con una presa salda, maschia, ma non contratta eccessivamente. In seguito, dopo aver consumato il gesto, senza protrarre troppo ed inopportunamente quella mossa, ritira il braccio in sede. < Fa piacer conoscere un altro Ninja. Anche io, sono diplomato all'accademia di Konoha, anche se vivo nella zona dei quartieri comuni. > ovvero il ghetto, quelli poveri. < Tu a che distretto sei assegnato? > domanda, mentre si ritrova alla volta del banchetto del salato. < Santa Nuvola! Sento già un profumino! > e lo stomaco parrebbe esultare a quanto le narici recepiscono, di quelle bontà che può avere sotto gli occhi. < Non fare complimenti, broh. Che ci prendiamo? > chiede lui, dandogli carta bianca nel proporre cosa potranno mangiare assieme. {Chakra off}{Stessi Tag}

22:46 Reiji:
 Il profumo che sale dalla bancarella, in effetti, é di quelli che ti artigliano lo stomaco e te lo torcono finché non ti obbligano a soddisfare l'improvvisa voglia di carboidrati. Non che le brioches viste in precedenza non fossero allettanti, ma il paninazzo con la focaccia é il paninazzo con la focaccia. Stringe la mano dell' altro in maniera seria ma sicuramente non altrettanto maschia: perlomeno non é uno di quelli che ti offrono la maledetta "mano moscia". Una volta che l'altro ritrae il braccio lui fa altrettanto, andando a reinfilare la destra nella medesima tasca di prima. < Beh, sono cresciuto qui nel distretto Sunese, sí... ma non so di preciso di dove sono. > Una breve pausa, poi riprende. < Adottato. > Una singola parola, decisamente fin troppo comune tra le terre abitate dai ninja. La morte, dopotutto, é qualcosa che tutti quanti si portano dietro, chi in un modo e chi in un altro. < Scusa, non volevo.. condividere troppo. Dopotutto, ci siamo letteralmente appena conosciuti. > Fa spallucce e torna a guardare la bancarella. < Credo che prenderó una fetta di focaccia. Devo lasciarmi qualche spazio libero per il pranzo. > Questa volta tira entrambe le mani fuori dalle tasche, andando a farle cadere lungo i fianchi e rivelando arti lunghi ed affusolati esattamente come le dita. Se avesse un po' piú di massa muscolare potrebbe essere un eccellente cestista ma, ahimé, é decisamente troppo secco. < Per ora sono di stanza qui, ma la cosa potrebbe cambiare presto. Dopotutto, ho passato l'esame solo una settimana fa, quindi é del tutto possibile che mi trasferiscano da qualche altra parte. Onestamente non mi dispiacerebbe, l' idea di viaggiare non é malvagia. >

23:06 Kaworu:
  [EST. MATTINA] Un bel panino con la mortazza, effettivamente, all'ora di mezzodì, attira tipo mille. Annusa l'aria, guardando poi il banchetto, con aria parecchio ispirata. < Mamma mia, mangerei tutta la bancarella con tutto il tavolino. > umettandosi le labbra con aria affamata. < Ah, quindi stai qua tu. > annuisce, guardandolo poi con maggiore attenzione e serietà. < Capisco la sensazione. > riguardo il non sapere di dove essere, una sorta di senso di solidarietà nei suoi riguardi. < Mi rendo conto. > sull'adozione d'egli, non pare emettere giudizio di sorta, restando molto discreto in merito a ciò. < Non hai detto nulla di che, tranquillo. > con molta nonchalance, anche per farlo sentire più sereno, provandoci almeno a trasmettere quella sensazione all'altro. < Abbiamo perso tutti molto. > riferito alla guerra, che ha strappato via praticamente ogni persona dal mondo come lo si conosceva, trapiantandoli lì, in quella realtà totalmente rimaneggiata, ricostruita, dove qualcuno si adegua, qualcun'altro invece si rifiuta di accettare le cose; e poi, chi è indifferente, magari un po' come questi due appena incontratisi. < Vai. Allora ti seguo al volo. > riferito alla focaccia. Una parola al commerciante. < Due focacce, queste qua. > riferisce quindi al venditore, indicando il loro ordine. < Beh, spostarsi o meno, alla fine non è che cambi molto. Siamo tutti sempre qua, d'altronde. > riferito alla città in generale, che spostarsi non è realmente come viaggiare da villaggio a villaggio, come una volta, poiché quei quartieri ricordano soltanto vagamente le capitali dei vari Paesi che furono. < Specialmente ora che c'è anche il problema delle faglie, pensare di uscire fuori in quella giungla, è veramente un azzardo. > ragiona poi, prendendo poi il denaro per pagare, ed in concomitanza recuperare le focacce. Passerà quella di Reiji proprio a lui. <Tieni. Alla salute. > una sorta di buon appetito in quell'augurio e condivisione del cibo. < Hai sentito alla televisione l'intervista rilasciata dalla Shinsengumi, vero? > mentre addenta una fetta del panino, sbiascicando quelle parole con una sonorità masticata. Fa una pausa, che altrimenti finisce con l'ingozzarsi e morire soffocato per aver parlato mentre mangiava: una fine molto infelice per uno shinobi. {Chakra off}{stessi tag}

23:19 Reiji:
 < Giá. > Replica, semplicemente, come se stessero parlando del piú e del meno. < Probabilmente é uno dei motivi per cui ci penso raramente. A conti fatti, visto che sono stato adottato, sono stato molto piú fortunato di altri. > Fa nuovamente spallucce, che sembra essere il suo gesto preferito, poi continua a parlare. < In fin dei conti, l'unica cosa di cui mi dispiace veramente é di non conoscere le mie origini... ma non sono cosí importanti. Lasciarsi frenare dal passato, conosciuto o sconosciuto che sia, é il primo passo per cadere in depressione. > Disse quello che invece sprizza allegria da tutti i pori. É strano, perché nonostante il tono e l'espressione apatica, le parole che usa e il modo in cui costruisce le sue frasi tradiscono invece la presenza di emozioni sottostanti. Forse non le vuole esprimere e le reprime e basta, o forse non ne é capace ed ha zero empatia. < No, infatti. Ma é un po' come viaggiare, e onestamente non mi sono mai allontanato troppo da qui. > Se non fosse per la bocca coperta dal colletto della giacca, forse Ekko potrebbe persino pensare di aver intravisto un' ombra di sorriso, ma piú probabilmente é solo immaginazione. Accetta poi di buon grado la focaccia dalle gigantesche mani dell' altro, che in confronto alle sue sembrano vanghe da minatore. < A te. > Replica, con un cenno del capo in segno di ringraziamento per quel pasto. Scopre finalmente la bocca per iniziare a mordere anche lui, dimostrando di essere assolutamente d'accordo con il Konohano nel parlare con la bocca mezza piena. < Sí, ho visto e... aspetta un attimo. > Gli occhi, per la prima volta, si muovono piú intensamente, aprendosi completamente. < Ecco dov'é che ho visto quella ragazza... e questo spiega anche perché continuava a fissarmi cosí intensamente... > Nel parlare si porta la mancina, la mano libera, alle labbra, assumendo un' aria pensierosa. < Scusa, é che qualche giorno fa un' agente della Shinsengumi mi si é avvicinata chiedendomi informazioni riguardo a dove trovare una Zambato ma sembrava leggermente... troppo interessata. Penso che lo stesse facendo per capire se ero uno dei tizi che stanno cercando. >

23:36 Kaworu:
  [EST. MATTINA] Annuisce, in una conferma piuttosto pacata nei confronti delle prime del ragazzo. < Probabilmente sì, dai. > conviene anche vocalmente. < Alla fine, possiamo ritenerci sempre più fortunati di qualcun'altro. > tipo, quelli che non ce l'hanno fatta. < E' un'ottima osservazione. > riguardo quanto aggiunto da Reiji successivamente. < Alla fine, il passato lo scrivi ogni giorno che vai avanti, nel tuo presente. > con una semplicità, pronuncia quel concetto che è in sé piuttosto profondo, rendendolo più leggero e discorsivo in quella chiacchiera, per non farla diventare una filippica pesante o, addirittura, boriosa e supponente, ma mantenendo sempre una certa nota di umiltà, seppur risoluta, in quella condivisione del proprio pensiero più ragionato. < Non ci rendiamo conto spesso di stare formando quelli che saranno i nostri ricordi. > in chiusura rafforzativa dell'aforisma precedentemente enunciato. Non aggiunge ulteriormente altro, evitando che la frase possa sembrare ridondante e magari anche spocchiosa, tenendosi sempre su di un livello conversativo piuttosto discreto e tranquillo, semplice. < Credo che ci sarà l'occasione per viaggiare davvero, Reiji. > lo dice con una punta di speranza, come se quella dimensione limitata non fosse alla fine tanto rassicurante, ma soltanto castrante dello spirito libertario del Bronzo della Nuvola. < E sono sicuro che quando accadrà, i Ninja saranno ancora i protagonisti di quest'epopea straordinaria che ci aspetta all'orizzonte. > prosegue in quella raccomandazione speranzosa di un futuro che vedrà protagonisti gli shinobi di quel loro tempo, di quella nuova generazione, salire sulla vetta dell'olimpo per affrontare la sfida della storia, l'avventura del mito. Frattanto, tra una cosa e l'altra, continua a mangiarsi la focaccia, ed infatti anche il pensiero ne beneficia, così come il lessico, che ogni tanto fanno vedere tracce di un'elevazione mentale ben superiore a quanto l'estradizione sociale e le maniere più friendly avessero potuto suggerire poco prima. < Mh? > un attimo interdetto, quando il bianco fa riferimento ad una ragazza. < Chi ragazza? Ce ne son tante, eh... Per fortuna, poi, direi. > sghignazzando con aria divertita. < Una agente della Shinsengumi? > ripete, dubbioso. < Ti ricordi com'era fatta? Me la sai descrivere? > alle supposizioni di lui, poi, scrollata di spalle. < Può essere, perché no. Hai fatto qualcosa per finire nel mirino della pula della città? > umoristico in quell'uscita, chiaramente una battuta, ma anche una sorta di interesse messo lì in mezzo con una certa sottigliezza. Frattanto, fa segno al ragazzo di procedere lungo l'area del bazar, prendendo a camminare tra le postazioni commerciali all'aperto, con blanda attenzione alle bancarelle stesse, e restando focalizzato sull'interlocutore. {Chakra off}{Stessi Tag}

23:53 Reiji:
 Mentre l'altro parla lui continua a sbafarsi la focaccia senza il minimo ritegno e senza la minima preoccupazione per chicchessia, men che meno per Ekko, che tanto sta facendo esattamente la stessa identica cosa, quindi in quel senso sono indubbiamente sulla stessa lunghezza d'onda. Il cibo é sacro e ha la precedenza per tutto, almeno per quanto lo riguarda. < Vero, si finisce sempre per non pensarci. "Il tuo futuro io sta giudicando le tue azioni in questo stesso momento". > Ancora spallucce, gesto che viene accompagnato da un morso alla focaccia, prima che continui a parlare. < Direi che abbiamo filosofeggiato abbastanza peró, se continuiamo cosí devo prendermi un' altra focaccia: troppi pensieri mi fanno venire fame. > Forse é per quello che é apatico e secco, perché altrimenti sarebbe una bottecchia ambulante. < Lo spero. > Risponde, in merito ai possibili viaggi. < Era la ragazza dell' intervista. Mi pare si chiamasse Saigo. La conosci? > Chiede, inarcando un sopracciglio, sintomo sicuramente di curiositá. < Credo fosse piú per il mio abbigliamento. Completamente coperto, vestiti oversize... in genere alle forze di sicurezza é roba che fa storcere il naso. Ci sono abituato. Spero che ora che sono un Genin il mio vestiario sia oggetto di meno interesse da parte della Shinsengumi peró --- *beep beep* Scusami. > La frase viene interrotta da quello che é ovviamente il suono di un cellulare, che tira fuori dalla tasca dei pantaloni per guardare chi é che osa interrompere il suo pasto. Emette un suono a metá tra un grugnito e un qualche tipo di maledizione. < Scusami ma devo interrompere il brunch, dovere chiama. Ma ci vediamo in giro, eh? E grazie mille per la focaccia. > Incredibile come riesca a sembrare amichevole pur essendo apatico. E, dicendo ció, si infila la rimanenza della focaccia in bocca, tenendola appesa tra i denti, per poi fare un gesto di saluto con la mano destra, ora libera, e dirigersi verso l'esterno del bazaar, scomparendo alla vista in breve [//exit]

00:16 Kaworu:
  [EST. MATTINA] Finisce di mangiare la focaccia, sfruttando le pause che intercorrono tra i vari dialoghi. Deglutisce, buttando giù, per poi liberare le fauci e poter riprendere la conversazione. < Eh già. > riguardo al futuro, non confermando né smentendo, restando in quel limbo piuttosto indolentemente. < Hai proprio ragione! AH-AH! > ridacchia divertito alla questione dell'appetito che viene coi troppi pensieri. Annuisce a quella speranza di poter un giorno tornare a viaggiare, esplorare il mondo di fuori. < Ah, sì sì. Saigo. Ragazza Ananas. > divertito, si fa sfuggire quel soprannome nato dalla prima circostanza in cui i due si sono conosciuti. < L'agente della Shinsengumi che ha fatto l'intervista, assieme al Ryuuzaki. > conferma quella citazione. < Eh già... hanno un po' questa fissa, sì. Ci tengono... > riguardo all'abbigliamento, ricordando i cazziatoni che anche Nobu gli tirava di tanto in tanto quando sgarra con accessori o abbinamenti del vestiario. < Eh non so... sai... > un po' scettico, in chiave definitivamente comica. < Fai pure, fai pure. > vedendolo chiamare al cellulare , ne approfitta anche lui per guardare il proprio, facendo il classico check di notifiche e quant'altro. < Ah, d'accordo, d'accordo. > quando il UHEARA annuncia il proprio ritiro, lui non forza le cosa, facendo perciò per accomodare quindi le necessità del sunese. < E' stato un piacere, Reiji. > ribadisce perciò il gradimento di quella fortuita conoscenza capitata in quella mattinata. < Ma non dirlo nemmeno! Figurati. > sui ringraziamenti per l'avergli offerto la focaccia. < Assolutamente! Ci conto! > un occhiolino, facendo poi simbolo di pollice verso l'alto al parigrado. < Ciao Reiji. A presto. > ultimo saluto verso il bianco, restando a guardarlo mentre va via. Dopo che l'altro sarà sparito, anche lui farà quindi per prendere la via, dirigendosi perciò altrove, lasciando calare il sipario sul palcoscenico della narrazione, chiudendo il filo della trama per quella occasione. (//END){chakra off}{stessi tag}

Bazaar - Estemporanea Mattina.

Alla volta del Bazaar, Ekko incontra Reiji ed i due scambiano chiacchiere su alcuni argomenti, mentre fanno uno spuntino di mezzodì mangiando una focaccia.