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Monte dei volti - La guerra non è ancora finita

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con Keiga, Kaworu

21:04 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Le nuvole hanno lasciato posto ad una notte serena; o forse, lì sul distretto, il meteo si è sempre mantenuto buono. Qualunque sia stato il passato, quello che conta è il presente, il quale vede uno spicchio di luna crescente riverberare nel manto blu notte, quello scuro tetto che si tappezza degli astri del firmamento. Alla volta della capoccia scolpita della Decima Hokage, si staglia la sagoma del Bronzo della nuvola. Prestante nella sua mole, è vestito con abiti comuni, un completo scuro costituito da una giacchetta leggera aperta ed un paio di pantaloni semplici, entrambi i capi scuri, mentre al tronco la camicia bianca e lasciata sbottonata sul davanti, da cui si intravedere la parte frontale del tronco della propria complessione; ai piedi, scarpe a collo alto sempre chiare. Sulla fronte, una anonima fascia che gli raccoglie i lunghi dreadlocks bruni fino alle spalle, mentre alla vita, una tasca porta oggetti contiene al suo interno un set di fumogeni, una bomba flash ed i tonici di recupero chakra e vigore. Alle mani, un paio di guanti a mezzo dito tipici da shinobi, rinforzati da due placche di acciaio sui dorsi. Al collo, si possono vedere penzolare fino al petto un laccettino che trasporta le dog tags assieme al pendente dei cacciatori di taglie, una testa di lupo completamente nera incastrata in un tondo, donatogli da Nene Doku, mostrando i segni del di lei passato come l'usura sulla cromatura del ciondolo e sgraffiature sopra il disegno. Ultime cose con sé, saranno i pochi effetti personali, tra cui il cellulare nella tasca destra. Chakra non impastato, mantenendosi in assetto di quiete. Occhi blu che si perdono all'orizzonte, verso il panorama di luci che accendono il paesaggio della zona centrale del distretto, nonché della cittadina delle ombre. Accompagnato dal silenzio, in quella solitudine che lo circonda, in un'atmosfera in cui echeggiano distanti i rumori della quotidianità che si spegne all'insegna della serata, in cui rimbombano pensieri taciturni, ma non per questo meno fragorosi. [Chakra off][Guanti Ninja][Fianco sx: Tasca Portaoggetti (Flash Bomb x1; Fumogeni Set x1; Tonici HP/CHK)]

21:13 Keiga:
  [Testa Decima] Una pausa dalla foresta. Ormai cerca di evitare la civiltà, a parte per quelle poche anime che riesce a tollerare. E sono davvero poche. Stasera pare essere una serata tranquilla, meteo parlando. Capelli neri, lunghi fino al sedere e lisci incorniciano il viso dagli occhi neri e la pelle olivastra con i due triangolini rossi, simbolo del clan, sempre sulle guance. Indossa un top nero di finta pelle che le copre il seno, lasciando libera la zona addominale, il ventre, dove un paio di pantaloni neri, attillati e di finta pelle, le coprono la parte inferiore. Gli stessi si infilano in un paio di anfibi neri ben allacciati. Le braccia sono scoperte se non per gli avambracci e le mani, coperti rispettivamente da vambracci e guanti senza dita con la placca di ferro a protezione dei dorsi. Sopra il pantalone, invece, porta gli schinieri. Legato alla coscia destra c'è il porta armi con dentro due kunai e due shuriken. Al fianco sinistro è fissata la tasca porta oggetti che porta all'interno solo un tonico curativo e uno di recupero chakra. Ormai è da un pò che ha cambiato abbigliamento, non portando più quelle felpe larghe e nere con cappuccio. Ma le ha ancora eh, ma le riserva per altre occasioni. Braccia lungo i fianchi e mani nelle rispettive tasche mentre cammina lenta e con la testa fra le nuvole proprio verso la testa di Furaya scolpita nella pietra. Gli occhi neri sembrano spenti ed è per questo che non si è minimamente accorta della presenza di Ekko su quella stessa testa. Al contrario, Akuma, pastore italiano nero decisamente più grosso del normale, arresta l'incedere e tende le orecchie verso il ragazzo, puntandone la figura di schiena. Un lieve ringhio sommesso volto ad avvertire quella distrattona della compagna. E lei deglutisce, riprendendosi dalla trance. Adocchia la figura del ragazzo, riconoscendolo quasi subito per via di quei capelli strani. Il passo rallenta un attimo. Sperava di essere da sola ma alla fine opta per proseguire fino a cercare di affiancarlo. Anche lei von lo sguardo rivolto verso il villaggio. Un lungo silenzio iniziale da parte sua, interrotto da Akuma che, affiancata la sua umana, alza il muso su Ekko, tirando su le labbra e mostrando la dentatura non troppo simpatica. [Chakra OFF]

21:24 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Il respiro pieno scandisce dei rigonfiamenti piuttosto ampli del petto, incamerando aria che gonfia la cassa toracica largamente, rilasciando successivamente quel fiato nell'aere circostante, così da distendere con placidità lo stesso sterno, definendo un respiro flemmatico e lungo, in quell'atteggiamento calmo, posato, marcando maggiormente la propria statuaria sembianza, una scultura sopra la stessa montagna, sostenuta dal suo fisico slanciato ed imponente, il quale lo erge per tutto il metro e novantacinque centimetri di statura dal piano. Ben scorgibile il Colosso Kumese, adottato dalla Foglia in quella nuova realtà, uno scultoreo sagomato nella propria corporatura tonica, dall'aspetto plastico e robusto, un'immagine molto compatta, impostata da spalle larghe ed un busto definito, pronunciato, scandendo quella muscolatura erculea in un solido e scipionico atletismo. I dreadlocks bruni scivolano lateralmente sul viso e dietro la nuca, arrivando a toccare appena le spalle e le scapole del guerriero di colore. Un piercing a cerchietto metallico sul labbro inferiore, mentre due orecchini squadrati si agganciano ad entrambi i lobi delle orecchie. L'incarnato bronzeo è di giovane maturità, assumendo una connotazione comunque abbastanza adulta per via delle connotazioni di quella fisionomia calcata da tratti decisi, pur restando glabre. L'avvento di Keiga sarà preannunciato dai versi minatori del suo cane. Inclina appena la testa di lato, quello opposto al versante che avrà scelto la Inuzuka per procedere. Annusa l'aria: quell'odore di selvatico, di una persona che vive ormai fissa in un bosco, dovrebbe essere piuttosto netto. Non un aroma sgradevole, ma sicuramente particolare: qualcosa di primordiale, per non dire primitivo, un'espressione della stessa essenza della natura. Lui, dal canto suo, non ha odori particolarmente forti, se non quello tipico trasudato dalla propria carnagione, eccessivamente intrisa di melatonina. Le pupille scivolano dalla Kunoichi alla sua compagnia. Prima di intrattenere lei, prende in cura il suo pastore tedesco. Uno sguardo analitico, dall'alto verso il basso, per poi abbassarsi sulle ginocchia, mostrare il polso della mano destra, appena protesa -in maniera lenta- verso l'animale, senza toccarlo, ma tenendola in modo fermo ad una lieve distanza, col polso rivolto in sua direzione, dandogli tutta la possibilità di poterlo annusare. Non un verbo ancora, solamente una interazione gestuale, al fine di cercare di rassicurare il canide, come fosse un qualcosa di importante poter quantomeno acquietare i suoi istinti animali. {Chakra Off}[Stessi tag]

21:38 Keiga:
  [Testa Decima] Il villaggio è completamente diverso da quello di un tempo. Non è il suo villaggio ma non è solo quello. Le innovazioni hanno portato ad un qualcosa di completamente diverso da com'era un tempo. E lei ci era affezionata a quella semplicità, così tanto da odiare la poca di adesso. Il silenzio spezzato da Akuma è accompagnato dal movimento di Ekko che lei nota solo con la coda dell'occhio. Capisce che si sta abbassando ed è qui che schiude le labbra <Non farlo> Un avvertimento, secco. La voce profonda e leggermente roca per via delle notti passate all'aperto. Un avvertimento per evitare che il piccolo dolce Akuma prenda il braccio del castano come osso da rosicchiare. E non aggiunge altro, limitandosi a sospirare e confidando nel buon senso del cane. Cane che infatti si limita a guardare Ekko, immobile, muovendo solo gli occhi che balzano dai suoi occhi a quel polso che gli viene porto. I denti stan lì, mostrati con fierezza e senza alcun timore. E non cederà per primo. Schiude nuovamente le labbra lei, umettandole con la punta della lingua e terminando con una carezza sul canino destro superiore. Raddrizza maggiormente la schiena inclinando la testa di lato per far scrocchiare il collo. Routine. Raddrizza la testa e socchiude le nere sulle luci del villaggio, come a voler cercare qualcosa ma in realtà è disprezzo vero e proprio.

21:52 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Iridi blu, dense e vivide, attraversate da riverberi elettrici, sottili scintillii che riflettono la natura delle sue origini, dei lontani e remoti territori del fulmine. Brillano, accendendo quei connotati scuri, sotto linee di sopracciglia brune, non troppo ruvide e folte. Espressione pacata, abbracciata da quel sostegno di flemmatico portamento. L'avvertimento della Inuzuka sopraggiunge, monito secco e preciso. Assottiglia appena lo sguardo, interrogativo, analizzando quella raccomandazione in concilio con il fare del cane. Decide per cui di ritirarsi, sciogliendo l'interazione con il quattro zampe, non tanto per dargliela vinta, quanto più perché se non v'è motivo di reciproco approccio, superfluo sarebbe il perseverare. Sollevatosi nuovamente, piazza l'arto al proprio fianco, lasciandolo perciò lì, a fargli da contorno del profilo statuario. < Porti sempre una fragranza dall'impronta silvestre, nell'atmosfera. > asserisce all'insegna della Kunoichi, con quello che viaggia in bilico tra il complimento e la constatazione di fatto. Si gira verso di lei, prendendosi un momento per guardarla, facendo scivolare gli occhi sul suo abbigliamento tanto quanto le parti lasciate scoperte da questo, oltre che le zone messe in risalto dalla attillatezza sempre degli abiti in alcuni punti particolari. < Mh... > un mugugno riflessivo, o di tacito apprezzamento, trovando una certa ironia. < Non fa poi così male vivere totalmente liberi nella natura. > un pizzico di sarcasmo nella battuta pronunciata. < E' da un po' che non ti vedevo. > commenta, la sua voce è greve, dal timbro baritonale, impostandosi con una musicalità sommessa. Non si sofferma ulteriormente, non tanto per mantenere discrezione, quanto più per affiancare l'interesse della selvatica verso l'orizzonte, al paesaggio illuminato del villaggio. < Cosa vedi? > una domanda semplice, quella pronunciata: un interrogativo che annida in sé una curiosità ben più complessa. Un tentativo, di mettersi gli occhiali immaginari dell'altra, sondare la sua prospettiva. Semplice accorgimento, un interesse umile quanto deciso, per parlare al suo silenzio, al proprio, agli attimi che scandiscono quei momenti narrativi della storia. {Chakra Off}[Stessi tag]

22:07 Keiga:
  [Testa Decima] Akuma non si schioda da quel suo modo di puntare Ekko. Le zampe anteriori paiono arricciarsi come se stessero sondando la durezza della pietra su cui appoggiano. Ed è solo quando il ragazzo desiste che lui lo sgue con lo sguardo fino in alto e lentamente nasconde i canini affilati, slappandosi labbra e tartufo dopo uno sbuffo dallo stesso. Un ulteriore ringhio, stavolta alla volta della sua umana verso la quale sposta muso e sguardo. Lei di rimando abbassa il capo inquadrando il musone nero del pastore italiano. Ci mette un attimo prima di rispondergli ma alla fine pare aprire la bocca <Si, va bene. Dopo andiamo> E chissà cosa si sono detti. Sta per riportare lo sguardo sul villaggio ma le parole di Ekko glielo fanno bloccare sulla pietra per un attimo <...> Ma non risponde. Nonostante siano stati intimi non par considerare il ragazzo come qualcuno di cui potersi fidare. Lei che alla fiducia ci tiene come un qualcosa di prezioso, ci mette sempre un pò prima di lasciarsi andare in tutto e per tutto. E nonostante stia guardando davanti a se, lo sente lo sguardo del ragazzo addosso. Deglutisce ma ancora non sembra dire nulla. I denti però si stringono, si comprimono in una morsa stretta per un istante <Mi piace sparire> risponde, finalmente, come se avesse appena espresso un hobby dei suoi. Akuma opta per appoggiare il sedere sul testone, mantenendo il muso sul villaggio come la sua umana. Dritto, fiero, come se non temesse nulla. I padiglioni rivolti davanti se non per quando parlano i due, visto che il sinistro viene ruotato in loro direzione. Il tartufo è sempre all'opera per captar l'arrivo di nuovo odori, pronto ad avvertire anche nel caso sentisse qualche cosa. Pericolo o meno. <Un ammasso di nullità> Ecco la risposta. Vaga ma ricca di disprezzo, di schifo, con forse un velo di malinconia al solo pensiero del suo villaggio della foglia. La gente la odiava comunque ma era il suo cazzo di villaggio. [Chakra OFF]

22:21 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] La mano sinistra trova appartamento nella tasca del pantalone, sotto quel borsello che ciondola lateralmente sul bacino dove la cintola comune tiene su il pantalone del vestiario inferiore indossato. Rimane dritto, ben eretto nella propria fisicità, in quel contegno dalla caratteristica flemmatica, rispecchiando un po' quella stessa montagna sulla quale sono rialzati, in corrispondenza della raffigurazione del volto della ex decima Hokage. Le proprie percezioni, mitigate dalla mancanza di chakra impastato, saranno comunque abbastanza affinate da poter tenere presente nella sua sfera cognitiva sia la donna, che quella di lei controparte canina. Un lieve sorriso, divertito, dallo scambio di battute tra i due animi bradi. < Non ne dubitavo. > laconico commento, quello che segue la risposta di Keiga. Il cielo limpido si estende oltre ed oltre, una coperta scura tappezzata da bagliori stellari, in totale contrapposizione al paesaggio sottostante, dove le luci sono riverberi giallognoli, di un colore caldo, anche se artificiale. Il bianco chiarore della natura, contro la sintetica rappresentazione della stessa. < Sì? > nell'udire l'opinione della konohana. Socchiude gli occhi, in un momento riflessivo, metabolizzando quel dettaglio. < Mh. > appiattisce le labbra, prendendo un grande fiato, come se, in quell'incamerare aria, stesse a sua volta ascoltando il silenzio, accogliendolo dentro di sé, studiandolo altrettanto; quel tacito, ma eloquente, parlare dell'atmosfera. < E' quello che è rimasto. > asserisce successivamente, in una asettica elucubrazione di verità, riscontro pragmatico, necessariamente implicando anche loro due, facenti parte di quel mondo, volenti o nolenti. Lieve migrazioni delle pupille, le quali navigano nelle orbite, per andare a cercare il lato dove la interlocutrice rimane ferma, appena ribassando l'inclinazione dello sguardo, di modo da colmare le differenze di altezza, seppure non del tutto eccessive, comunque presenti. < Cosa resta da fare, a questo punto? > un altro semplice quesito, quello posto, tra discorsi più risicati, parole centellinate, meticolosamente ponderate, quasi in rispetto di una sorta di implicita riservatezza, in quello scambio reciproco di sottile sensibile entità. {Chakra Off}[Stessi tag]

22:40 Keiga:
  [Testa Decima] <Mh?> Le parole di Ekko le giungono alle orecchie e forse per distrazione dalla breve chiacchierata con Akuma, aggrotta la fronte ed alza il capo per guardarlo in viso. Non ha colto quel non dubitarne da parte dell'altro ma nonostante questo non ci resta poi molto, nè su di lui nè sul discorso. Preferisce abbassar lo sguardo su Akuma, tirando fuori la destra dalla tasca per appoggiargliela sul testone, tra le orecchie. Il pelo folto e morbido è sempre un toccasana per lei. Ha la capacità di calmarla e non farle pensare alle cose peggiori che solitamente le oscurano la mente. Una sorta di pet-terapy solo sua e raramente per altri. Annuisce poi in risposta a Ekko, rialzando la testa sul villaggio <No. Non mi mettere al pari di quegli stronzi> Non è questo che è rimasto. C'è ancora qualcuno che vuole cambiare le cose. <Si sentono al sicuro. Si sentono tranquilli. Non sono altro che conigli> La destra abbandona la testa di AKuma, distendendo il braccio lungo il fianco e chiudendosi in pugno <Fottuti conigli> Ripete con un volume di voce più basso ma comunque udibile dall'altro. Alla sua successiva domanda la serietà in viso viene cacciata via dalle labbra che si allargano in un ghigno perfido, con canini più pronunciati messi in bella mostra verso quel villaggio che sta guardando. <Ammazzarli> Perfino lo sguardo si macchia di una luce cupa, quasi spegnendosi, perdendosi in uno stato di trance ancora una volta. Anche Akuma si riporta sulla quattro zampe, torando una musata contro la gamba della sua umana, riportandola ad uno stato meno killer di quello che l'aveva colpita. Ed a quella pacca sgrana gli occhi, rivisualizzando il villaggio buio con tutti quei puntini luccicanti che lo illuminano <Hanno dimenticato la loro casa. Si sono adagiati dentro questa gabbia, convinti di essere in salvo> Fa una lunga pausa. La mano ancora stretta in pugno <Hanno dimenticato anche chi ha sempre lottato per loro> Ed abbassa lo sguardo proprio a terra, su quella testa che rappresenta la persona più importante della sua vita. I denti stretti in una morsa ancora una volta. La rabbia che le ribolle nello stomaco e l'impossibilità di muoversi come vorrebbe. Akuma ne ricerca la mano col tartufo umido, facendola rilassare e distendere.

22:58 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Quelle poche battute, precedentemente pronunciate, si perdono nel silenzio e nella noncuranza successiva. Non si pronuncerà ulteriormente, alla medesima maniera della Inuzuka, la quale similarmente farà cadere quel dialogo tra loro, senza proseguire, se non attraverso discreti frangenti pervasi da un mutismo introverso. Calcano il terreno roccioso quelle suole delle scarpe dal collo alto, il cui stile richiama quello delle calzature cestistiche. Metteranno si e no uno centimetro scarso in più a quella già abbastanza imponente mole dell'originario del Paese dei Fulmini, integrato successivamente nella comunità della foglia. < Non dovrei, no. > circa il metterla al pari, accomodando quella sua espressione identitaria, una sorta di ringhio, col quale ella denuncia il suo rifiuto per la comunità che, malgrado il disprezzo, si trova costretta a vedersi attorno. < Tuttavia, sono tutti attorno a noi. > oggettivando quel che è un dato di fatto: loro sono lì, così come gli abitanti di Kagegakure, quelli più concilianti, che hanno scelto di ripartire. < Cercano solo di andare avanti, abbracciando l'unica speranza che gli si è presentata dinnanzi. > sospira lungamente. Non sente di giudicarli, né loro, né chi, come la stessa interlocutrice, esprime il proprio dissenso. Quel rimarcare dell'altra di ciò che ritiene la gente del posto, lo lascia indolente, sintomo di chi non è lì per far cambiare idea alla originaria della foglia, accogliendo quelle proteste con una equilibrata parsimonia. < Il loro sangue non riporterà indietro ciò che è stato perduto. > più sommesso, quando sbatte contro la verve più feroce. < Credi che far perdere loro ancora qualcosa, li possa convincere che ricordare ciò che già non c'è più sia quello per cui dovrebbero spingersi a tutti i costi di riottenere? > un quesito molto più marcato quello che pone adesso: non v'è retorica, non v'è insinuazione di sorta, ma pura e semplice curiosità, un analitico impulso, per cercare di addentrarsi in quelle meccaniche controverse che sta riscontrando nelle locuzioni della femmina. < E' dunque solo per orgoglio, che prenderesti vite anche di innocenti? > s'acciglia, arrovellato in quella dialettica. < Hanno lottato davvero per questo, allora, le persone dimenticate? Perché fossero uccisi coloro verso i quali hanno dedicato i propri sforzi e sacrifici? > non sembra raccapezzarcisi troppo in quell'efferatezza ostentata da Keiga. Non riesce a visualizzarne il motivo. {Chakra Off}[Stessi tag]

23:18 Keiga:
  [Testa Decima] La serata sta prendendo una piega inaspettata. Come ogni volta che le gira di abbandonare il bosco, ogni volta finisce per dare di matto. Una gabbia in cui si sente intrappolata. Persona che ha sempre odiato e probabilmente che la odiano come è sempre stato. Le parole di Ekko, quel cercare di star calmo per appianare le cose. Quelle risposte calme la fanno solo agitare di più. Irruenta, con un pensiero forse più animale che umano. Legata all'istinto di una qualche bestia. <SI SONO ARRESI!> Sbotta, stavolta girandosi a guardarlo. Sul viso si dipinge un'espressione di rabbia, disprezzo, tristezza. Un caciucco di emozioni che ormai da troppi mesi la tartassano. Da quando è stata costretta dopo dieci anni a vivere in quel villaggio. Da quando la chimera ha abbattuto la grotta che era casa sua vicino alla cascata dell'Epilogo. Non l'ha ancora superata. <Il loro sangue..> Ripete senza però continuare, soffermandosi piuttosto sulla risposta alla successiva domanda. Spiazzata, sgrana gli occhi sul ragazzo con la testa leggermente alzata per la differenza di altezza <Era il loro villaggio. Era la loro casa. Sono scappati! Insieme potevamo almeno provarci!> Si sta scaldando, tanto che anche il battito cardiaco pare accelerare un attimo <Orgoglio? No. Sono traditori. Hanno tradito il villaggio della Foglia> Ha sempre avuto idee un pò strane lei. Un cane tenuto al guinzaglio per evitare che possa sbranare chiunque. <Le persone dimenticate, se avessero saputo di aver fatto sforzi per dei traditori, non lo avrebbero mai fatto> E meno male che c'è Akuma a tenerla a bada. Lui, col suo muso, la sua vicinanza, che riesce sempre a placare la sua umana. Il fatto è che è al limite. I tempi sono troppo lunghi. Sta per scoppiare lì dentro e la cosa la porta a dire molto di più di quello che vorrebbe.

23:44 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Lo sbotto di lei, sembra solamente un'esplosione annunciata nell'aria. Prima, delle confessioni di accusa di codardia; poi, dei presupposti assassini nei confronti di quella gente, molta probabilmente colpevole, altra però totalmente avulsa da quella realtà. Broncio sul viso, di rassegnazione, così come comprensiva matrice sui connotati. < Forse sì. Forse hai ragione. > è innegabile che anche lui mediti quella ragione. Forse, quella gente si è adagiata davvero unicamente nel nuovo contesto, rinunciando ai propri territori, a quello che era la terra dei propri avi. Da un certo lato, non li biasima: i fallimenti, la paura, il dolore, a volte possono spezzare, e tante di quelle anime, potrebbero essere state rotte dagli orrori di una distruzione, dal timore di affrontare cos'è rimasto fuori, rinunciando a tutto, anche a loro stessi. Dall'altro lato, però, condivide il pensiero di Keiga: non sono al sicuro in quella fortezza; o almeno, per quanto potranno esserlo davvero? L'episodio delle faglie, ne è un chiaro esempio. Un preciso monito, che il mondo si sta svegliando, il pericolo sussurra il suo presagio torbido nel vento. Quei dieci anni, a cosa sono serviti, dunque? A creare un mondo parallelo, una bolla, nella quale rifugiarsi? O forse restare imprigionati, rinunciando alla libertà, per un piccolo senso di protezione? < Non estinguerà la sete dei morti. > concludendo per lei quel pensiero rimasto in sospeso: su quello, ne è più che convinto, fermo. < Credi che se Ninja del calibro di Furaya e Saisashi hanno fallito, avrebbero potuto fare qualcosa quelli che adesso chiami e dici di essere delle nullità? > fa riferimento a loro, quei due guerrieri del passato, che sa aver combattuto in e per quella guerra, essendolo venuto a sapere rispettivamente da entrambi. Non è un'accusa la sua, ma solo un'osservazione pratica. Non si ritiene minimamente al livello di Sango, di Furaya, o del Sublime, ed è razionale il suo ragionamento per il quale, se persone forti come loro sono cadute, non sarebbe stato possibile per nessun altro riuscire a scongiurare la catastrofe che è alla fine sopraggiunta. < Allora è vendetta, quella che vuoi. > forse è anche peggio. Veder trasformare gli ideali di pace, in sanguinolenta rappresaglia. < Ed allora il mondo sarebbe caduto comunque. > sembra unico quel finale, da ciò che deduce. < Il vero guerriero non combatte perché odia ciò che ha davanti: lo fa, perché ama ciò che sta alle sue spalle. > si pronuncia con quell'aforisma. < Furaya è un Hokage. Nel suo spirito, arde la volontà del fuoco. > torna a guardare verso i monti. < Così, come in tutti quelli prima di lei, che compongono il passato, per cui tanto ti accendi nel difendere. > battito di ciglia. < Se ognuno di questi volti, avesse girato la faccia al mondo per ciò che in realtà questo ha fatto loro, allora questa montagna sarebbe molto più spoglia di un albero in inverno. > conclude. < La tua rabbia ed il tuo dolore sono comprensibili. > annuisce. < Ma se lasci che uccidano la memoria per cui si è lottato, tradendo il sacrificio dei caduti, non resterà nient'altro che il vuoto, riempito dalle nullità. > questo il suo ragionamento. < Qualcosa nel mondo di fuori si sta muovendo e si è risvegliato. > la metterà al corrente, qualora non ne sappia nulla, dato il suo vivere allo stato brado. < Le chiamano Faglie Dimensionali. > riferisce. < La battaglia per il vecchio mondo non è ancora finita. Ci sarà ancora bisogno della tua collera. > un po' più catartico, nel concludere quel discorso. {Chakra Off}[Stessi tag]

00:06 Keiga:
  [Testa Decima] I denti stretti ed il viso rivolto in alto sulla figura ed il viso di Ekko. Il petto che si gonfia e sgonfia veloce dopo la sfuriata ed ora cerca di recuperare un ritmo normale mentre ne ascolta le parole. Il fatto che le dia ragione non basta a farla calmare del tutto. Non è la ragione quella che vuole. Vuole solo tornare nella sua terra, nella sua casa. Il villaggio dov'è cresciuta e dove ha i ricordi più belli e più brutti della sua vita. L'altro finisce la frase ma lei non risponde. Lo guarda con il viso intriso di collera. Lo sguardo fermo, serio che punta le iridi blu dell'altro. Al sentire il nome di Furaya deglutisce, indurendo ancora di più l'espressione. <Furaya non ha fallito> Guai a toccarle Furaya, neanche per apprezzamenti. Vorrebbe dirlo che è tornata. Vorrebbe dirlo che è ha i coglioni più grossi di prima per riportare le cose alla normalità. Ma non può perchè si sta nascondendo. Sta cercando di passare inosservata e lei farebbe di tutto per proteggerla. <Rivoglio la mia vita e la mia casa> Ribadisce, calmandosi almeno in parte. Per lo meno il volume della voce è più basso. Alle parole del guerriero stringe i denti. Che cosa dovrebbe rispondere? Per cosa combatte lei? Nonostante tutto cela quell'incertezza con lo sguardo fermo su di lui. E non sembra più parlare, preferendo ascoltarlo e lasciargli il monologo tutto per lui. Akuma alterna lo sguardo tra i due e poi guarda verso il villaggio, tendendo anche le orecchie in quella direzione. Quando però parla delle faglie, di cui no, non sapeva nulla, le labbra si schiudono e gli occhi si sgranano appena. <Che cazzo stai dicendo> Non sa davvero nulla. Probabilmente neanche restasse in città lo scoprirebbe almeno che non ci capitasse a sbatterci il muso <Cosa sono, dove sono> Vuole più informazioni. Anche Akuma riporta l'attenzione sul ragazzo, con il muso che si alza per inquadrarlo, mentre il tartufo annusa l'aria. Sempre pronto, sempre allerta. [Chakra OFF]

00:28 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Il rifiuto della Inuzuka, sul fallimento evidente della ex decima, sarà un altro segnale a farlo desistere dal darle contro, o cercare battaglia. Non ha senso, per lui, cercare quel diverbio. Non ha senso, combattere contro qualcuno che ha perso tutto, e non riesce ad avere nient'altro che il rimpianto. < Vorrei davvero anche io, che fosse così. > che le vecchie generazioni non avessero fallito. Quel sentirsi senza dimora, senza identità. Sbattuto tra Kumo, Konoha, il nulla esistenziale, ed ora un posto che non ha nemmeno un quartiere per la sua di casa. Le sue origini, andate del tutto disperse. Non è della foglia. Non è della nuvola. E' un albero senza radici. Senza un passato, che possa dirsi tale. < Lo so. Ti capisco. > probabilmente l'altra non ci crederà, ma per lui, che ha veramente perso anche la possibilità di rappresentazione, costretto a doversi far accettare da un distretto succedaneo, latita propriamente una mancanza generale di avercela, una casa. E' per questo, oltre al fatto di avere poco o niente, che abita nei quartieri poveri, tra i ceti più bassi e meno abbienti. E' per questo, che non si è mai applicato per seguire la carriera ninja. Finché Furaya non gli ha detto di poter essere qualcuno. Una spinta motivazionale, ma che ancora brancola nel limbo dell'incertezza. Chi essere. < Non importa quanto sia giusto o sbagliato. > accenna all'indirizzo di Keiga, sul fatto che volere la propria vita indietro, alla fine, è comunque un obiettivo legittimo. < Ciò che conta, è donare alla vita il significato che si desidera, senza lasciarsi fermare. Nemmeno dai propri rancori. > perché sa che quel disprezzo e quella verve omicida, oltre che inutile, è controproducente. Per quanto forte e abile, persino Furaya si sta nascondendo, nell'ombra della città omonima. < E' così. Squarci nell'aria collegati ad altri punti dello spazio. > riguardo ai varchi dimensionali. < Alcune fonti mi hanno detto che sembrano siano apparse col ritorno dei ninja del passato, ma non è niente di sicuro. Non si sa se si tratti di una coincidenza o meno. > riferisce quello che è venuto a sapere dalla Shinsengumi, riguardo un collegamento con il risveglio dei vecchi shinobi dai loro bozzoli di cristallo. < Anche perché sembra sia stato rilevato il chakra delle bestie che hanno invaso e distrutto il mondo dieci anni fa. > pronuncia ancora. < Sono all'esterno delle mura. Chissà per quanto, però. > sospirando lungamente. < Come dici tu, potrebbero non essere così al sicuro come credono, le nullità. > ammette, ribadendo le di lei parole. < Tuttavia, se questi fenomeni sono all'esterno, potrebbero rivelarsi un problema ed un pericolo anche per una futura nuova konoha. > le dice quello che può interessarle, ovvero che se intendono lottare per rimettere in piedi il villaggio, la minaccia di quel buco multipiano è sulla loro strada. < E sembra che ci siano degli individui che possano volerne approfittare. > come considerarli, però? Nemici o Amici? Questo non spetta a lui deciderlo, ma sta ai punti di vista di ciascuno. Guarda Keiga, ora in silenzio, serio e riflessivo. Un'occhiata anche ad Akuma, di circostanziale accortezza, prevaendo con l'attenzione sulla donna. {Chakra Off}[Stessi tag]

00:53 Keiga:
  [Testa Decima] A quanto pare il discorsone su come e per chi lottare, la casa, non casa, le nullità ed il farli fuori tutti viene bellamente spazzato via. Abbassa la testa, puntando lo sguardo spento, pensoso, all'altezza della zona addominale dell'altro senza tuttavia guardarla per davvero. Un bug mentale. Sta cercando di elaborare, cancellare il superfluo, aggiungere i nuovi dati. Le labbra schiuse ed il respiro che per un attimo pare bloccarsi. E' davvero così? C'è altro che vuole ostacolare il loro piano? Le parole sul discorso precedente dette da Ekko sembra sentirle come un sussurro lontano. Un qualcosa di astratto che non riesce ad infilarsi nella mente al momento. La testa però si solleva in un movimento quasi impercettibile quando si riparla delle faglie. Lo sguardo per un attimo quella zona addominale la vede eccome ma si rialza sul viso del ragazzo <Squarci..?> Aggrotta la fronte scuotendo il capo come se non credesse a quelle parole pur sapendo che potrebbe essere tutto vero <Chi sono le fonti e dove sono apparse> Categorica, probabilmente intenta a cercar chiunque abbia più informazioni. <L-Le chimere?> E s'allarga di nuovo lo sguardo. Nonostante ora sia combattiva un attimo di ansia per quelle bestie continua ad averlo. Le hanno distrutto la casa per due volte alla fine. Riabbassa la testa guardando a destra e sinistra a terra, pensando ancora a come agire <Sono fuori..> Il capo poi si sposta su Akuma che a sua volta lo indirizza verso di lei. Entrambi sembrano spiazzati. Il loro è un lungo sguardo, occhi negli occhi, come se potessero leggersi nel pensiero. Come se quel legame che hanno potesse tenerli uniti anche nella mente. <Dannazione> Le braccia lungo i fianchi e le mani che si richiudono in pugno. Una stretta forte <Individui? Che vuol dire> Lo guarda un attimo prima di tornare su Akuma verso il quale annuisce <Vai. Trovali. Ci vediamo da mamma falco> Che sa tanto di nome in codice ma così non è. Che cazzo ci voleva solo questa. E sembra un attimo restio il lupone nero a lasciarla da sola, sebbene non sia la prima volta. E quegli occhi neri, uguali ai suoi, li comprende benissimo. Abbozza un sorriso vero il pelosetto. Un segno di rassicurazione prima che lui drizzi le orecchie e parta verso quella destinazione che conoscono solo loro. [Chakra OFF]

01:10 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Annuisce, ribadendo le proprie parole. < Sì. Dei buchi. > squarcio, significa buco, più o meno. < Non so nemmeno io come sono fatte queste Faglie. Non ne ho mai vista una. > ammette, basandosi perciò solo su informazioni dialogiche o testuali. < Vengono dal governo di Kagegakure. > l'annuncio l'ha diramato la Shinsengumi, una branca governativa di stampo militare di quell'organo di potere. < Non hanno specificato il dove. L'informazione è riservata ai soli membri della Shinsengumi. Ed io non ne faccio parte. > precisa, dandole quindi notizia sul perché non può rispondere. < Ma ho contatti lì. Ed in qualità di cacciatore di taglie, mi hanno ingaggiato per fare ricerche in merito ad eventuali piste. Solo, non mi interessa fare il cane da riporto... > un'occhiata al pastore tedesco. < ... con tutto il rispetto, amico. > verso Akuma. < ... e quindi dedicarmi a quello che hanno detto di cercare, ovvero informazioni su tutte le piste che al massimo possono essere sbagliate, se non ho fortuna. > praticamente, l'hanno messo a fare il lavoro del setaccio degli scarti. < Sì. > quando sembra incredula sulle chimere. < Che ci sono delle persone, almeno tre, a quanto indicato dai rapporti segnalati dal governo, che potrebbero avere delle intenzioni avverse contro la città di Kagegakure, sfruttando il presunto potere di queste faglie. > la informa ancora. < Ma non si ha idea di chi siano, solo che hanno un'altezza che va dal metro e sessantacinque al novanta, indossano scarpe comuni, delle sneakers piuttosto vendute in città, e che qualcuno di loro potrebbe utilizzare armi come una zambato, oltre che sono state trovate tracce di chakra di elemento fulmine. > a lei dà un quadro più completo dell'identikit che ha ricevuto da Saigo e Nobu. < Queste cose le sanno in pochi. > si raccomanda verso di lei. < Se te le dico, è perché so che Pakkurida, è in contatto con te. > ora che non sta parlando più del personaggio storico in generale, Furaya torna ad essere il suo nome in codice. Nel momento in cui fa riferimento a quel nominativo, indica la testa della decima con la mano destra, un tacito riferimento a suggerirle chi possa essere quella persona citata, qualora la stessa ex decima non si fosse preoccupata di diffondere il nome farlocco che almeno ha usato con lui e qualcun'altro. < Non so fino a quanto sia possibile sfruttare queste faglie, e che pericoli possano effettivamente comportare. Tuttavia, se ci sono le chimere di mezzo, si tratta sicuramente di una cosa pericolosa. > asserisce. < E per quel che concerne i misteriosi soggetti, non ho idea di chi siano, né cosa vogliano davvero. Se possano essere nemici o amici. Di certo, se intendono attaccare la città come il governo teme, non sono vostri avversari. > visto e considerato che l'altra ha confessato di ucciderli. < Il problema è che, nel dubbio, potrebbero attaccare anche altro. > insomma, non è detto che si fermino. Gli intenti del trio di ignoti pirati delle faglie resta tutt'ora una grossa incognita, che mette tutti, dai negativi ai neutrali ai positivi, in guardia. Braccia che si portano conserte al petto, assumendo un'aria più imponente e prestante. Non sta troneggiando su di lei, però è un po' pavone, e visto che magari s'è accorto che l'altra gli ha guardato l'addome -ben in vista data l'apertura sul davanti della camicia-, si sta intostando per far vedere i muscoli ed il fisico. Un rituale di corteggiamento preistorico, vichingo, ma pur sempre molto virile nella sua efficacia. {Chakra off}

01:36 Keiga:
  [Testa Decima] Alla spiegazione dell'altro le scappa una smorfia <Lo so cos'è un dannato squarcio> Risponde e pure male, come al solito. Ma poi sospira cercando di far spazio nella mente a tutte quelle informazioni che l'altro inizia a darle. Ed è per questo che gli occhi si chiudono per un attimo, come a cercare la giusta concentrazione per immagazzinare le informazioni. Una volta riaperti porta gli occhi sul ragazzo, ascoltandolo. Cerca di ricordare i nomi, cosa per lei difficile. Kagegakure, Shinsengumi, sono tutte parole che non sono presenti nel suo vocabolario giornaliero. E lei ha la memoria di un toast. Distoglie lo sguardo, annuendo come se incitasse l'altro a continuare. Solo quando dice d'essere un cacciatore di taglie, gli occhi gli donano un ennesimo sguardo. E chi se lo aspettava. <Ma pensa..> Non afferma d'esserlo a sua volta. Non lo ha mai detto a nessuno in realtà. Forse lo sanno solo quelli che reputa la sua famiglia. Akuma che continua ad essere un pastore italiano e non tedesco, inclina il muso di lato, perchè questo non l'ha capito. Ma poco male visto che precede l'umana che per un pò lo segue anche con lo sguardo. Torna su Ekko quando da quella descrizione dei tizi. Abbassa gli occhi ed annuisce di nuovo, almeno fino a che non nomina Pakkurida. Rialza gli occhi con la fronte aggrottata <Chi cazzo è Pakkurida> Sempre gentile lei e con il linguaggio di una principessa. E quando l'altro indica il testone lei abbassa lo sguardo. REsta qualche secondo a guardare la cima della testa su cui stanno sostando per poi sospirare e guardare verso il villaggio. Ha capito, ma il tizio qua sa troppo. Più che altro come lo sa che è in contatto con Furaya? L'espressione mostra apatia. Ci si può fidare di quelle parole? Poi l'altro continua ma lei continua a guardare il villaggio illuminato sebbene con qualche luca in meno di prima <Ho capito> E' tornata ai monosillabi. Schiude le labbra comunque e fa per girarsi verso di lui, notandolo in quella posa diversa da prima. Aggrotta la fronte, guardandolo dal viso al busto e viceversa <Che fai, ti gonfi?> Non è nel mood. Neanche per cogliere il mettersi in posa dell'altro che in altre occasioni e se non fossero sulla testa di Furaya, avrebbe provato a distendere con happy ending. Non sa se credere, ma di certo andrà a riferire il prima possibile su ciò che le è stato detto. Gli dona ancora uno sguardo dal basso in alto prima di voltarsi ed incamminarsi verso la scalinata. <Ci sei vede, pisellone> Un saluto pure tranquillo il suo ed il passo subito dopo si fa svelto. Deve raggiungere Akuma. [Chakra OFF] <//end>

01:54 Kaworu:
  [Capoccia Furaya] Una nota ironica, quando lei gli fa notare che conosce cosa sia uno squarcio. < Ah. Buono. > che ne sa del livello culturale della kunoichi. Dopotutto, per lui, abita nei boschi, conduce uno stile di vita selvatico, e non crede ci siano biblioteche o scuole, in mezzo alle fresche frasche. < Eh già. > al suo fare sorpreso. Resterà ignorante del fatto che siano 'colleghi', dal momento che ella non se lo scuce. Sospira rassegnato, quando avverte la perplessità dell'altra sulla storia di quel soprannome. Ovviamente, com'è successo già altre volte, era preparato al fatto. < Bene. > scrollata di spalle, piuttosto confortato che sia riuscito a farsi capire, senza dover mettere in pratica chissà quale altro artificio. La testona di Furaya, è servita a qualcosa di veramente utile, e non a far copulare qualcuno. < Ehm. > al suo gonfiarsi. < No, ehm. E' che fa freddo, sai com'è... è sera, allora sì, mi gonfio, per fare resistenza... > un po' buffo, per apparare la storia delle strane pose. < Ehi..! > quando lo saluta, ma con quel nominativo. < Mi chiamo Ekko, eh! > ci pensa un attimo. < ... Però pisellone va bene comunque, effettivamente. > dopo tutta quella solennità, quel mistico dialogo su imporanti sentimenti, spirito e volontà della foglia, come si possa finire a quelle castronerie, è tutto un programma. < Il tuo nome non me lo dici? Ragazza col cane? > che alla fine, nessuno dei due s'era presentato: e quando chiese di lei a Furaya, ella non gli disse il nome della Inuzuka, ma solo che la conoscesse, e che poteva riferirsi a lei per trovarla. La guarda andare via, a passo svelto. < ... Mi pare brutto chiamarla Cagna. > sembra un po' offensivo, effettivamente. Però, dovrà accontentarsi. La Yoton, dopotutto, l'ha chiamata per un po' 'Signora del Fazzoletto'. Sono i disagi di quando fai il latitante. Nu latitant, nu ten chiù nient, lontan ro cor, lontan ra gent... < Ach.. sta iniziando a piovere... > le prime gocce della tempesta cominciano a venir giù dal cielo. Probabilmente per raffreddare i bollenti spiriti del bronzeo 'pisellone'. < Meglio andare. > così, in maniera sfalsata rispetto alla kunoichi, si ritirer dal luogo. (//END)

Monte dei volti di pietra - Testa di Furaya.
In un momento di solitudine e riflessione, la testa di Furaya farà da promontorio al giovane Ekko, dal quale far spiccare il volo ai pensieri che si affollano come nubi in un cielo incerto. Durante la seduta meditativa, entra in scena una conoscenza latitante da tempo: un vecchio incontro tra le vie del ghetto, qualcosa che è stato ricordato ben più positivamente rispetto a delle recenti iatture. I dialoghi che scaturiscono con Keiga, saranno dapprima molto risicati: l'approccio è guardingo, da parte della Inuzuka, benché intimità già ci fu stata, le riserve non sembrano sciolte nell'animo della silvestre. I punti di vista emergono, e la rabbia spregiudicata della kunoichi si incontrano contro il pragmatismo catartico del Taijutser, in uno sfogo altrui che è grido di un orgoglio identitario messo a dura prova dai due lustri di lontananza, e le ferite ancora aperte di un passato drammatico per quella generazione defraudata di tutto. Mentre affronta quell'ennesima sfida coi fantasmi d'una generazione ed un popolo che non gli appartiene veramente, il figlio adottivo della foglia si troverà a mettere al corrente Keiga del fatto che, se intendono tornare alla loro vecchia casa, un nuovo pericolo si prospetta all'esterno delle mura: Le Faglie dimensionali. Fatto presente di quelle che sono le notizie in suo possesso riguardo il fenomeno appena scoperto, i due si divideranno, in un finale che, dopo l'introduzione arida e secca, sa bagnarsi con un po' di pioggia e comicità.