Bosco dei Ciliegi - Boulevard of broken dreams
Free
Giocata dal 20/04/2021 18:13 al 21/04/2021 02:06 nella chat "Bosco Dei Ciliegi"
[Pressi Panca - Sotto Ciliegio] Grigie le coltri che s'affollano nel cielo, rendendo plumbea tutta la volta sopra l'area del boschetto al confine kusano-sunese, nascondendo il diurno astro, già provato dal tragitto mattutino percorso, e di cui i raggi ormai si fanno opachi per il tramonto prossimo, dietro quelle barriere di foschi agglomerati gassosi condensati. Il soffio di una brezza più frizzantina, sussurro della sera entrante, ma anche della mancanza di calore, quel tiepido abbraccio di un sole latitante in mezzo alle nuvole prepotenti, arrogatesi il dominio del clima della giornata, tra moniti di tempesta, o forse soltanto temporanea collera pronta a fare il suo decorso. Come quel meteo che descrive le previsioni del tempo attuale, l'umore e l'apparenza del Bronzo Kumese sembra essere pienamente riflesso in tale atmosfera. Abbigliamento semplice, ma correttamente abbinato, con una giacchetta a maniche lunghe lasciata aperta sul davanti, un tessuto monotinta stile denim, correlata ad un paio di pantaloni della stessa fattura, in un unico connubio spezzato solamente dalla maglia al torso, senza effigi ed anonima di ghirigori, di colore bianco; quest'ultima si riallaccia con la calzatura ai piedi di scarpe a collo alto chiare, e l'accessorio del borsello portaoggetti agganciata sul fianco sinistro, alla cintura di fattezza comune. I capelli sono legati da un gommino in una coda alta, coi riccioloni che sporgono a comporsi a tipo ventaglio all'indietro, oltre la nuca. Sul petto, scende dal collo una catenina, con le dog tags assieme al pendaglio dei Cacciatori di Taglie, una sorta di medaglione circolare con sopra inciso una testa di lupo completamente nera, sulla cui superficie vi sono riportati dei graffi e segni di usura. Niente guanti o coprifronte, chiudono l'inventario soltanto pochi effetti personali, come il cellulare ed il necessario di circostanza. Rimane accostato presso la ringhiera nelle prossimità della panchina prediletta per quell'occasione: non una qualunque, bensì precisamente scelta, all'ombra di uno dei tanti alberi di ciliegio, le cui fronde, smosse dal vento, lasciano volar via alcuni di quei petali rosati nell'aere circostante. Braccia conserte al petto, osso sacro del bacino che incontra quel ferro orizzontale della balaustra metallica divisoria dal sentiero marmato che inscrive il tragitto calpestabile del parco naturale dentro l'area propriamente verde. [Chakra off][Fianco sx: Tasca Portaoggetti (Flash Bomb x1; Fumogeni set x1; Tonici Hp/Chk)] E' clamorosamente in ritardo di ben due ore, oh si, altro che elegante ritardo per farsi desiderare, qua potrebbe quasi sembrare morta! Ha risposto, ha lasciato il cellulare da qualche parte e niente, li s'è dimenticata di ricontrollarlo, non sapendo che l'orario dell'altro fosse tanto presto- ma ormai il danno è stato fatto, ha risposto che stava arrivando, si, più di mezz'ora prima ove ancora si trovava a casa per sistemarsi velocemente come poteva ed è uscita in fretta e furia. Altro malus del tempo? Il fatto che non è così capace di mantenere il chakra attivo e che le proprie capacità fisiche siano diminuite drasticamente, rendendo la propria corsa quella di una mera, misera, comune, donna. Che fastidio mentre porta i passi uno dietro l'altro in quella corsa che riesce a reggere in quanto fiato e resistenza, quella par esser rimasta per quelle cose semplici, ma per il resto nulla di nuovo. Corre a perdifiato verso il bosco dei ciliegi, incantevole in quei suoi colori rosei e dolci, in quel legno scuro che si inerpica donando a coloro che lo desiderano una copertura intima e dolce per quella primavera piena in cui si trovano - ma non è ancora li per ammirare la bellezza di quel loco, è li per cercar quel ragazzo che le ha dato appuntamento li, dopo tutti quei messaggi che li hanno portati a non comprendersi davvero. E da lontano, li , lo vedrebbe, probabilmente stanco d'aspettare, probabilmente annoiato, eppure l'ha ancora aspettata invero. La corsa che frenerebbe solo davanti a lui, lo stesso corpo che si piegherebbe avanti chinandosi, le mani che si fermano su quelle ginocchia per reggersi col fiatone che sfugge alle morbide labbra < scu - > respira < -tardo> , si , si sta scusando , ma ci vorrà qualche secondo prima che torni in piedi davanti a lui mostrando una nuova veste rosata. Una specie di kimono senza maiche, attillato e scollato nei punti giusti, come il seno abbondante, le gambe rimaste nude dato che il tessuto non scende oltre i glutei stringendoli e segnandoli a dovere. Le maniche che si librano fino alle mani in quella sorta di campane non sono attaccate direttamente alla veste principale, son distaccate e uniche.. e il tutto viene condito da quella cintola violacea che termina in un voluminoso fiocco sulla schiena. Completano quel vestiario quelle calze scure fino a metà gamba, sopra il ginocchio, e i propri sandali ninja, e i capelli, relegati a quell'alta coda di cavallo che scivola come lingue di sangue lungo la schiena. Il viso rimane limpido, pulito in quei lineamenti maturi e femminei, in quelle labbra accentuate da un rosso scuro quanto i capelli, e le ciglia, leggermente macchiate di nero. Si è truccata, almeno un pò, un evento che accade assai raramente . E rimane ferma, impalata in totale silenzio, mentre il cellulare è stato nascosto .. beh, dove non sarebbe mai potuto cadere.. a voi l'immaginazione. [https://i.pinimg.com/236x/bd/2e/c0/bd2ec07d220360b32d8b740f73b235bb.jpg] Dopo l'ultimo messaggio visualizzato, ancora niente all'orizzonte. Occhi che scrutano il confine, senza scorgere altro. Tempo ne è passato, da quell'avviso che l'attesa sarebbe di lì a poco terminata. Un'aspettativa durata a lungo. Molto. Troppo. Anche per la pazienza di uno come lui. < Tsk. > digrigna i denti. Mascella serrata. I pugni si stringono, in quella posa conserte delle braccia. Vibrazioni che scandiscono il suo corpo, in tremori di stizza e frustrazione. Un lungo sospiro, incamerando intensamente aria, per poi ricacciarla fuori, assieme a quella negatività e tensione accumulata. Le labbra si increspano in una smorfia contrariata, in un miscuglio omogeneo di scontento e disinganno. Lascia fuoriuscire la mano destra dalla culla creata in quell'intreccio delle leve superiori, di modo da tentare di compiere il mezzo sigillo della capra: tuttavia, l'intento di impasto del chakra viene stroncato dall'appropinquarsi di Sango, la quale, quindi, si palesa alla di lui volta. Smascella malamente, abbastanza sfibrato da quell'atteggiamento altrui, che l'ha fatto praticamente diventare un altro albero di ciliegio. < Mhpf. > sfarfallio di ciglia, guardando l'abbigliamento assai ammaliante della Kunoichi, benché sia fascinosa ella stessa nel portarlo. Increspatura ammirata che serpeggia i quei connotati induriti dallo scazzo: difatti, gira appena di alto il viso, evitando di guardarla direttamente, di modo da cercare di tenere il punto, indispettito, ma non indifferente alle fattezze della Archivista. < Un altro po' e fiorivo pure io come i ciliegi. Ho messo le radici. > commento sarcastico. Tono basso, di quelle note baritonali, fattesi ora più secche in quella concisa eloquenza. < Potevi dirmelo che avevi di meglio da fare. > è girato, ed a ben ragione, dopotutto: ha aspettato per circa due ore. Incredibile che l'abbia fatto davvero, a dirla tutta. Non l'ha presa bene, ed è pure piuttosto innervosito dalla discussione virtuale avuta durante tutto l'arco del pomeriggio. Se non fosse che è nero di suo, si sarebbe dato quel colore per tutta la circostanza. Le iridi perquisiscono solo di sottecchi la immagine della Ishiba, non scevre di interessa, ma determinato a resistere sia a lei che a quel maledetto outfit sensuale che porta. [chakra off][stessi tag] Si acciglia anche lei per qualche attimo a veder quella stessa espressione, l'altro che la evita perfino con lo sguardo e non v'è abituata, di solito s'ha di avere un corpo che attira gli occhi degli uomini, specialmente in quelle vesti, ecco dunque il perchè andrà a sedersi su quella stessa panchina lasciando della distanza dallo stesso. Braccia incrociate al petto, ruga in fronte spessa e profonda e gambe accavallate, le stesse che tireranno su ancor di più quella gonna al limite della decenza stessa < se non hai voglia di guardarmi mentre parli, non vedo perchè dovrei risponderti > ha chiesto scura, eppure rimane comunque orgogliosa nella consapevolezza che beh, avrebbe dovuto e potuto avvisare. oh sta iniziando ad odiare quella tecnologia, quei messaggi troppo veloci che se li leggi l'altro sa che li hai letti. Se non rispondi, gli altri lo sapranno.. dove son finite quelle missive d'un tempo che si sarebbero perfino potute perdere nel tragitto? Sapevi quando e dove mandarla, e sapevi anche che una risposta non era sempre garantita, quando il proprio cammino prevedeva lo spostarsi in continuazione di loco in loco senza fermarsi mai. Sospira, sbuffa perfino girandosi dall'altro lato al suo stesso modo, per osservar da lontano quelle che paiono persone, concentrandosi più sulla stessa bellezza del loco < la prossima volta me ne ricorderò > non stava realmente facendo nulla di che oltre a lucidar le proprie armi, ha solo dimenticato di veder quel cellulare, convinta che non avessero un orario reale nella quale incontrarsi. un errore umano che pare metterla alla gogna, con quelle battutine che s'hanno di giovane età, ma è pur sempre lei la grande tra i due < di cosa volevi parlarmi?> faccia come il bronzo a metter sulle spalle altrui il peso di iniziare quella conversazione, quella che ha stizzito l'altro e spazientito lei stessa. Come può non capire delle semplici parole? A lei pare così chiaro il significato delle stesse , chiare e limpide, e delle parole ne ha sempre fatto ottimo utilizzo. Che l'altro pensi in modo strano ? Che forse non sia davvero in grado di comprenderla? I dubbi vi sono, ma adesso solo silenzio per lei, non andrà a dire altro, offesa anche lei a suo modo. Capo inclinato verso l'alto, nella direzione opposta a dove si è appena palesata la ninja donna. Le iridi che ondeggiano nelle orbite, andando da un versante all'altro, per rilasciare unicamente degli sguardi laterali alla donna. Il respiro è molto profondo, intenso, e benché possa sembrare un elemento di calma, quando l'aria viene espirata fuori dalle narici, quel soffio che ne viene fuori è pesante, carico di quella emotività vibrante, elettrizzata dalle scintille scoccate nel silenzio e l'oblio della distanza, dove quelle tensioni si sono create e consumate. Statuario nella propria mole, pur restando leggermente incurvato per via della posizione assunta, ovvero col bacino accostato alla ringhiera della balaustra metallica che separa il percorso pedonale del parco naturale dalla zona verde. Spalle larghe, petto imponente, anche sotto quegli abiti, il proprio fisico aitante e massiccio si propone con prepotenza erculea, rendendolo uno scipionico campione della via maestra del vigore e della disciplina marziale. < Ho aspettato due ore per guardarti. Se non avevi voglia di farti vedere, potevi non rispondere. > molto maturo, da entrambi. Del resto, però, lui all'anagrafe, diciassette anni ce li ha per davvero. Al momento, comunque, non sembra curarsi della differenza sostanziale che divide i due di almeno una generazione. < Meglio tardi, che mai. > piccata quanto sagace la risposta che rilascia. Starebbe comunque per cedere, dato che gli occhi si stanno soffermando più a lungo su di lei, dopo i primi scambi infelici di battute: eppure, l'ultima uscita lo fa visibilmente contrariare. < Continui a fare così. A prendermi per uno stupido. > scioglie l'abbraccio al petto delle leve superiori, andandole a far ricadere lungo il profilo dei fianchi, mentre si distacca dal giaciglio al quale s'era accomodato fino a quel punto, prendendo a muoversi attorno al perimetro della panca, per cercare di arrivare nei pressi di Sango, frontalmente. Le lascia comunque lo spazio e la possibilità di potersi alzare, eventualmente: e, qualora lo facesse, si ritroverebbe più o meno petto a petto con lui. < Dimmi. Ti sembro debole? > la sta fissando diretto, ora, dall'alto in basso; dal momento che l'altra si è accomodata, parrebbe ancora più una montagna. Una enorme, maestosa, catena rocciosa, vestita denim. Almeno, è una roccia adeguatamente vestita. Piglio severo. Espressione alterata. Si vede che non è il solito aspetto calmo, quello di sempre. Anche i toni, sono più cupi e rigidi, in quella già baritonale timbrica della voce. [chakra off][stessi tag] [Verso Ekko&Sango] Anche quest'oggi appare timido il sole dietro quelle nuvole all'orizzonte, dal colore grigio al colore chiaro, così flebili nel futuro che potrebbero andare a proferire da qui in avanti, che sia esso di pioggia o di serena notte, che il tempo sappia sentenziare al riguardo. Errante come suo solito è vestito degli abiti tipici della shinsengumi, quelli informali per capirci: Giacca nera che copre le braccia sino a poco sopra i polsi, seguita al di sotto da un pantalone nero anch'esso che s'allunga sulle gambe a risvoltinare poco sopra le caviglie, lasciando visibili le scarpe bianche a coprire i piedi del kokketsu. Sotto la giacca traspirante vi sarebbe la presenza di una T-Shirt bianca priva del tutto di fantasie e richiami vari a qualsivoglia marca d'abbigliamento, mentre al braccio destro di quella uniforme si potrebbe vedere una fascia stretta d'un colorito verde spento, verdognolo quasi, acido forse, a richiamare il grado di Agente Scelto del nostro biondo shinsengumi, accompagnato in quel suo camminare di ronda dalla spilla onnipresente al petto della giacca aperta, proprio all'altezza del cuore, riportante il kanji "fedeltà" in bella vista. Indossa come suo solito quel suo braccialetto in simil oro al mancino arto, mentre, alle orecchie, si possono vedere invece due orecchini sempre dello stesso colore che richiamano esteticamente la forma di due catene dalle modestissime dimensioni, site poco distanti da una collana che copre lo spacco ad U della maglietta, in questo caso, un lucchetto chiuso, sempre d'un colore molto simile all'oro. Cammina come precedentemente detto senza metà alcuna, è in ronda, osserva cosa succede a destra ed a manca senza avere una reale necessità d'essere lì per questa volta, un pò come se stesse controllando che le cose siano tutte okay. Per il resto invece, è inconsapevole della presenza di Sango ed Ekko, fortuitamente sulla sua strada ma ancora troppo lontani per riuscire in quel modo a scorgerli come le persone che conosce, ancora due semplici chiazze non troppo definite nei lineamenti e nei colori, ma metà prossima del nostro eroe. [Chakra Off] [Divisa On] Sembrano quasi due bambini in quel momento, lei ben di più dell'altro se solo rendesse nota quella sua età, eppur quando viene pungolata nei propri tempi e nei propri modi, diviene più sfacciata del solito andando a stuzzicar l'altro, in questo caso proprio il nigga di turno che si troverà vicino, si, ma nemmeno troppo. Quella distanza l'ha messa lei, non andrà di certo ad azzerarla, orgogliosa e ritta sulla sua posizione, schiena dritta poco poggiata allo schienale in legno, elegante il corpo sebbene lievemente indurito nelle spalle e nel viso che nemmeno lo osserva, nemmeno di bieco < me ne ricorderò > che risposte del cazzo, si insomma, potrebbe rispondere in qualsiasi modo, eppure stanca di quel che pare una litigata tra innamorati. Non lo è, sarebbe assurdo e quanto meno acerbo poterlo anche solo pensare, sebbene vi sia una sorta di affetto ma raro e debole allo stesso tempo. < mh?> solleva un sopracciglio a quel dire, sollevando di poco lo sguardo per sentir lo spostamento d'aria, quella mole messale davanti , e l'arroganza sfiorarle la pelle ad ondate ripetute. E lentamente anche lei andrà a voltarsi, eppur il viso cambia nell'espressione, non v'è alcun rossore, alcuna luce ad illuminar lo stesso sguardo, quanto una freddezza palese in quella posizione che non andrà a sciogliersi , anzi, andrà ad irrigidirsi ancor di più, tenendo quella distanza fisica, eppur aumentando quella mentale e quella emotiva. Uno sguardo che s'assottiglia, non lo aveva mai guardato in quel modo, sempre stanca, sempre preda dello sconforto altrui senza lasciarsene tangere mai davvero.. ma par aver perduto la pazienza dopo Dyacon e quell'immotivata gelosia < non osare provare a troneggiare su di me > sibili di lame fredde e gelide, la destra mano ancor nascosta in quello stretto abbraccio proprio, andrebbe a formar li sotto il mezzo sigillo della capra. Lo stesso che le permetterà di potersi concentrare abbastanza per trovar le sue due sfere d'energia, quella mentale al centro della fronte, di quel bianco candido . Quella fisica, nera , al centro del corpo stesso, rappresentante la forza stessa. Due energie che verrebbero visualizzate nel proprio corpo e trascinate l'uno contro l'altro, in un incontro che s'ha di bacio.. un primo tocco, il vortice che inizierebbe a farle fluire l'uno contro l'altra, sempre più veloce provando dunque a impastar il proprio chakra . Non le importa che l'altro possa esser fisicamente più forte di lei, che possa sovrastarla come una montagna.. quello sguardo che s'ha d'assassino lo perfora dal basso verso l'alto, intransigente . < adesso basta > sibilo che continua senza muover ancora un muscolo se non le labbra che snudano i denti affilati, in quello sguardo azzurro che riporta in vita la stessa tigre, un tempo lo avrebbe ucciso per un comportamento del genere. Mancarle in quel modo di rispetto ponendosi sopra di lei, un semplice ragazzino, ecco cosa pensa < non mi importa che tu sia forte fisicamente > potrebbe spiegarsi, cercare di fargli comprender, e forse l'avrebbe fatto senza quella dimostrazione di una qualche superiorità nei propri confronti < ho molta più esperienza di te > e quell'insegnante ancora par che manchi l'altro. Non s'avvede ancora Kamichi, troppo lontano in quel momento di puro confronto , quando la tensione cresce e rimane pronta. Basta farsi calpestare i piedi da quei nuovi nascituri, lei è comunque Byakko, é la jonin del Suono, è la tigre della foresta e portatrice dell'alba. [tentativo impasto chakra 3/4 ] Troneggia sul posto, elevandosi per tutto il proprio metro e novantacinque di statura, ancora di più grazie alla naturale conformazione slanciata delle leve inferiori, che sollevano quel torrione del Taijutser da terra come un vero e proprio bastione fortificato. Il Maschio Angioino di Kumo rimane fermo, solido nella propria posizione, tenendo gli occhi sulla Kunoichi, quelle due gemme blu, dalla consistenza densa, vivida, attraversate da riflessi scintillanti di una risoluzione forte come fossero l'anima di titanio di una lama tanto, affilata quanto infrangibile nella sua durezza. < Non mi importa troneggiare. > pronuncia, con voce greve. Non s'avvede del suo impasto del chakra, né lo ricerca di contro. < Se questo pensi che possa bastare... Non è ciò che conta. > non si scompone alla di lei reazione. Non è la battaglia fisica che gli interessa. < Ma non posso stare in silenzio, ad essere ritenuto uno che non capisce. Che non è abbastanza shinobi, da poter sopportare le difficoltà, il dolore, ed i segreti che esserlo comporta. > ribatte. < Non importa di cosa si possa trattare. > sempre serio, severo. < Ma quello che effettivamente conta, è che cosa tu ritenga opportuno. > ribadisce. < Non ti ho chiesto niente. Né ho preteso alcunché. > prosegue. < Ma se la tua opinione, è questa, di vedermi come un inesperto, che non è alla tua altezza, qui non c'entra il resto. > la relazione, i loro sentimenti in gioco. < Questo è un altro discorso. Si parla di chi siamo. O cosa possiamo essere. > non ha per niente l'aria di essere una conversazione da innamorati, almeno, questo è quello che argomenta lui, il colosso della nuvola, sentendosi oltraggiato nell'orgoglio dall'atteggiamento altrui, sottolineato ulteriormente da quelle maniere altezzose ed arroganti, nel sottolineare il divario di esperienza. Quindi, zittisce, rimanendo austero nella propria posizione, in sostegno della materia di contesa. Di Kamichi non s'avvede, ovviamente, focalizzato sulla rossa che ha dinnnanzi. [chakra off][stessi tag] [Verso Ekko&Sango] Il sole timidamente scompare all'orizzonte, dietro le stesse nuvolone che abbiamo descritto poc'anzi, le stesse, che minacciose e non, coprono con statica rapidità quel quarto di luna crescente, ancora quasi trasparente nell'empireo serale del loco, ancora del tutto illuminata dalle luci di un Elios del tutto impegnato a lasciar spazio alla gemella buia e misteriosa. Cammina in quel suo tap tap, in divisa, ufficiale come un membro della shinsengumi che percorrere quella stradina in cerca di qualche problema o di qualcosa da fare, lui che insieme a determinate persone è riuscito persino a mettersi in contatto con gli Anbu, a scovare una compagnia teatrale collegata all'assassino e a farsi strada nella corporazione dedita alla difesa del villaggio e del consiglio, in un percorso che seppur appena iniziato, appare essere quantomeno ben definito. I passi macinano metri su metri, la distanza da quel duo inizia a frapporsi sempre in negativo rispetto alla velocità di marcia del nostro biondo eroe della shinsengumi, che tomo tomo sembra aver raggiunto la distanza d'ingaggio visivo tra la rossa ed il nerissimo fratello. <Mh?!> mugugna, dubbioso e quasi stranito, vittima forse del non sapere se distinguere quei visi e quei colori per l'Ishiba e per il nerissimo, tanto, che forte della curiosità che lo contraddistingue, farebbe qualche passo in più per avvicinarsi a quei due piccioncini. <E...> si paleserebbe, a circa 2/3 metri da loro, iniziando ad esclamare quelle parole <Ekko?!> continua, verso il fratello dalle treccine del ghetto, il bro che la scorsa sera è stato lasciato dal destino tra le grinfie di Lucy, una non donna forzuta e con peli molto minacciosi; Lo sguardo cade anche sull'Ishiba, sulla rossa ninja traditrice ed omicida del kage di Oto, la bella kunimitsu come rivelatoci da Pakkurida, o meglio, Furaya. <e c'è anche Sango...> lo sappiamo che tra quelle due figure non scorre buon sangue, anzi, decisamente entrambi tendenzialmente potrebbero quasi odiarsi ed uccidersi se non fosse che appartengono ambivalentemente alla stessa corporazione governativa... anche se entrambi con idee e modus operandi abbastanza diversi, in questo caso, chi con la giustizia assoluta e chi con l'espiazione forse di peccati risalenti a passati lontani ed in parte dimenticati. <Bro, dimmi che stai bene> respira, dimenticandosi, in parte, della rossa <Sono ritornato ai bassi fondi ma non c'era più nulla, mancavi sia tu che...> gesticola in maniera scomposta, forse, emozionato dal vedere come il nerissimo riesca ancora a camminare dopo l'incontro con il pitone della figura di Lucy, qualora vi fosse stato <quella cosa strana e pelosa della scorsa notte> è visibilmente sollevato dal rivedere il bronzeo amico e fratello d'avventure, pensava di averlo perso, o quantomeno, di ritrovarlo menomato all'altezza dei glutei. <...> resta infine silente, ritornando sulla rossa, senza dire nulla, è abbastanza esterno a quella loro litigata, ed anzi, forse, i due potrebbero anche smetterla vista la di lui presenza. [Chakra Off][Divisa On] Davvero non gli importa troneggiare? No, non crede, o non avrebbe messo la sua mole d'innanzi a lei che permane seduta invece. Se l'altro permane fermo e ferreo, ella andrà solo alla ricerca di quella profonda pozza di perla che porta nascosta dentro di se dalla nascita. Un piccolo lago che s'ha di pura bellezza liquida, nella quale andrebbe ad intinger il proprio di chakra per sentirlo di nuovo vivo, rinato dentro di se < mi pare che a voi uomini piaccia molto troneggiare > una poco velata allusione a quel che fece il sabaku e che adesso lui stesso sta facendo. Nessuna lite tra innamorati, ma una parvenza di scontro dello stesso orgoglio che combatte contro l'altro < sopporta le tue difficoltà e i tuoi segreti > e le proprie labbra mai si sarebbero aperte per raccontar quei segreti che s'hanno sia di oro che di sangue, troppo preziosi per lei stessa, troppo importanti, troppo pesanti perfino. Lo ritiene debole? forse solo in quell'esatto momento lo vedrà per quella giovane età che poco davvero mostra, di solito molto più adulto nei modi stessi che adesso paiono esser scomparsi dal proprio azzurro divenuto in un attimo ghiaccio < non i miei > e ancor di più ritrarrà a se quella propria energia e anche quello stesso muro che ancor la distacca da quella stessa realtà. un muro freddo ed impenetrabile, nascondendo dentro tutto quanto per non darne effettiva mostra. Troppo debole è stata in quei mesi, preda dei dubbi e dei sentimenti, quando è divenuta così ? Creta per gli altri.. se solo LUI potesse vederla in quello stato se ne sarebbe allontanato in fretta, vergognandosene probabilmente di come sia divenuta talmente morbida e priva di spirito. < pretendi che ti tratti come uno shinobi con decenni alle spalle di esperienza> gira il coltello nella piaga, mostrandogli davvero quella differenza che apre adesso una crepa profonda < sii ciò che vuoi, Ekko. Non pretendere che gli altri ti vedano come vuoi tu, ma dimostralo > e per quello ci sarebbero voluti anni, decenni probabilmente per davvero elevarlo a qualcosa di più grande e non ad un mero genin qualunque che prima o poi sarebbe divenuto carne da macello. Quell'indole imprevedibile, quell'osservarlo come fosse una preda, adesso torna a tingerle lo sguardo dello stesso rosso sangue delle proprie vittime. Il corpo che velocemente andrebbe a scomporsi dai polpacci in giù, carta che viene richiamata intorno a se, per donarle quelle che paiono ali sulla stessa schiena, rosse come il sangue, quelle d'un demone. Ali di carta non troppo grandi ma abbastanza forti per lasciarla sollevare da quella panchina senza nemmeno muoversi , un altezza che giungerebbe i due metri e mezzo circa portandola adesso a troneggiare su di lui, per porgli lo stesso sguardo dall'alto al basso . Per una volta sarà lui a dover alzare il proprio collo e dover esser costretto a guardarla - un angelo? Oh no, non ha mai posseduto il candore d'un anima pura , quanto più della vita e della stessa violenza, figlia del rikudo sannin, plasmata sotto la sua guida di angelo vendicatore , bellissima e terribile quell'innata, proprio come lo è lei. < non osare più provarci > un avvertimento il proprio , eppure non freme, rimane gelida mentre solo le ali sbatterebbero quell'aria per mantenerla in alto dove ha desiderato essere . Lo sguardo che solo al momento andrà a spostarsi verso il nuovo arrivato < di nuovo tu > sempre in mezzo ai piedi e mai che si renda utile a qualcosa - OH se solo sapesse di lui e Furaya, come ne godrebbe, ma lo sguardo che gli lancia è di puro gelo e disgusto . No, è lui che deve andarsene via, stanno discutendo, una persona a modo non si intrometterebbe sebbene abbia captato "cosa strana e pelosa" ma inconsapevole di ciò che sia accaduto all'altro.[chakra on][ tentativo Ishibaku I - controllo della carta] Assottiglia la visuale sulla rossa. < Non scambiarmi per signor zampogna di sabbia. Lo sai che non sono come lui. > asserisce, schietto, avendo bene inteso quell'allusione. < Lo faccio già. > riguardo alle proprie riservatezze, che ella gli dice di sopportare. La stessa Sango, in effetti, è una difficoltà e segreto con cui misurarsi ogni volta, costantemente. Una problematicità con cui doversi continuamente misurare, così come l'importanza che quei sentimenti, che effettivamente sa essere scomodi, controversi da amministrare. < Non l'ho chiesto. > di prendersi carico delle di lei storie, dei di lei dissidi. < Ho solo detto d'esserci. > allargando le braccia, in tono quasi sarcastico. < Ecco. > gioco di parole, in chiave ironica. < Perché credi che stia facendo tutto questo? > tornando composto. Il Chakra impastato dall'altra, si manifesta in quelle ali di carta che iniziano a prendere forma dietro le spalle della Ishiba. < ...! > assottiglia lo sguardo, restando interdetto, facendosi indietro lentamente, con passo cauto, ed anche piuttosto preoccupato. Occhi allargati, mimica tessa, mentre leggeri brividi misti a tremori si farebbero largo lungo la propria massa. La guarda adesso dal basso verso l'alto, non sono molte le volte in cui ha potuto trovarsi in una circostanza del genere: sarà anche per questo, che la cosa lo inquieta. Digrigna i denti, stringe i pugni: nella paura, ha comunque un senso di frustrazione, di collera. L'avvento di Kamichi e le sue parole si perdono un po' nel momento piuttosto concitato, ondeggiante in quella marea di sgomento ed inquietudine. < Biondo. > sentendo soltanto la sua voce, e poco quello che farfuglia. < Sta indietro. Non è il momento. > un'avvertimento, anche abbastanza impensierito, dato il turbamento che la immagine della Kunoichi, in quello stato, ma soprattutto per il chakra impastato rispetto a lui, probabilmente loro, la qual cosa non gli restituisce una buona sensazione, viste le possibili conseguenze che potrebbero scaturire. < Sango, ascoltami. > il proprio verbo è comunque greve, sia per naturalezza, che per cercare di racimolare una nota di determinazione. < Non sarei qui, se non pensassi che la tua esperienza contasse, tanto da valerne la pena. > cerca di argomentare nei confronti della Rossa. < Ho accettato questa sfida e la sto portando fino in fondo per questo. > deglutisce. < Coraggio. > sottolinea. < Te lo ricordi? > quando gliel'ha detto. E, in effetti, il fegato non gli manca, se non se l'è ancora data a gambe, contro una psicopatica traditrice, adesso anche piuttosto indispettita. < Oserò sempre con te. Perché non sono promesse che ti servono. Né vigliacchi dalla pelle debole. > sta cercando di affermare la sua identità, né più né meno. Questo l'ha urtato. Pugno che si solleva al petto, stringendosi brutalmente in una specie di ringhio di caparbietà e spirito combattivo. < Se sono ancora qui, è perché voglio dimostrarlo. E so che non mi basterà un giorno, o due. Forse nemmeno una vita. > digrigna i denti, la paura si trasforma in energia. < Ma se sei veramente la persona esperta che dici, riuscirai a capire che non intendo fermarmi e smettere di combattere. Finché avrò fiato, io continuerò a lottare. > conclude, tenendo fisso l'attenzione sull'arpia di sangue e carta. [chakra off][stessi tag] Quel suo camminare celere, quel suo porsi sempre in maniera amichevole e tranquilla che da sempre lo contraddistingue come persona buona e dallo spirito dedito ad aiutare gli altri, lui che in quel suo stesso essere uno shinsengumi, ha votato in cuor suo la via della giustizia e della difesa di quel piccolo paradiso in mezzo alle antiche bestie divine all'esterno. Le parole della rossa arrivano rapide, dispregiative nei confronti del nostro biondo eroe lì presente in divisa come membro ufficiale della shinsengumi, ora ad assistere la litigata che il nerissimo e la cartacea stanno portando avanti, non riuscendo però da canto suo a capire perfettamente il senso ed i temi di quel discorso, che vista la posizione della rossa, appare essere abbastanza acceso. <Ishiba bada a come parli ed a quello che fai in presenza di civili> riferendosi alla figura di ekko, ed al fatto che lui stesso rappresenta il di lei corpo ed il consiglio stesso, iniziare a volare a caso richiamando il potere cartaceo che la contraddistingue come guerriera, non parrebbe essere una grande idea <Ci sono persone in giro che potrebbero vederti, dai fatti delle faglie e dalle interviste stiamo iniziando ad essere riconosciuti in giro, anche senza divisa, ricordati che sottostai alle stesse regole di tutti> prende fiato, facendo un passo leggero indietro, ascoltando le parole del nerissimo fratello trecciato <Come vuoi bro> ritornando invece alla rossa <Se proprio dovete litigare, evita di mettere in pericolo persone che possono stare qui vicino> è un consiglio da shinsengumi, è la legge del villaggio, il luogo sicuro che il consiglio vuole mostrare a tutti i cittadini, ed in quanto shinsengumi e membro del suo stesso team, sembrerebbe fare l'opera di bene, aka, cerca di farla ragionare sull'uso di quella sua abilità e di quella sua rabbia lì sul momento, in quanto ella stessa è pur sempre una shinsengumi, con o senza divisa. [Chakra Off] [Divisa On] Ormai la notte è calata, quell'ombra dorata e calda s'è nascosta dietro quelle montagne tanto vicine, loco di misfatti e terribili presagi, concatenazioni di vulcani vivi e morti che lambiscono quel lontano skyline naturale. Ma il rosso permane, violento proprio in lei, in quello sguardo che lo trafigge come lancia dell'Arcangelo , e quel suo Farlo già , quello la fa pensare. Dopotutto davvero lotta per lei? < se ti riferisci al fatto che dovremmo esser..qualcosa > non v'è altro termine da utilizzare adesso < rimembra chi io sia adesso > membro di quel villaggio e dello stesso governo < piuttosto che stare in giro con Furaya Nara > glielo rinfaccia con enorme tranquillità , che passi pure il tempo con chi desidera, a lei poco importa, eppur che qualcuno davvero possa vergognarsi di star con lei? Ah, quello non lo digerirà mai. < dunque cosa vuoi da me? > cosa vogliono ancora da lei, quante altre dimostrazioni deve donare a coloro che paiono non fidarsi di lei, bensì di colei che un giorno sarà solo una mera traditrice . Si invertono i ruoli, si invertono i giocatori eppur pare sempre esser dalla parte sbagliata di quell'enorme scacchiera < se vuoi farlo, fallo. Se è troppo difficile per te, abbandona e volgi le spalle. Ne sarai capace. > sibila fredda, lasciando che la propria furia si fermi solo alla creazione di quelle spesse ali di carta, che quella stessa possa reggerla davvero per aria mentre ormai la notte è calata e di lei non resta che un ombra che adesso s'allunga su di lui forse per la prima volta in quella sua vita da nascituro lungo e alto e muscoloso. Lei non ha bisogno di muscoli per troneggiar sull'altro, per gettare ombre orribili su di lui. Ignora di nuovo quel biondo, inutile dire che è il terzo incomodo adesso quando pare vi sia una lotta non di mera forza, quanto più di volontà , e la propria adesso non si piega. Lo ascolta, non ha bisogno di farsi fermare dato che non sta attaccando, ha solo mostrato come la propria altezza possa elevarsi davvero, non per la natura che le ha donato quel corpo, quanto più per quello che lei stessa è riuscita a raggiungere. Oh, come son piccole quelle stesse ali, minime in confronto al proprio vero potenziale, deboli e fragili di ciò che era un tempo < sarei il coraggio? Oh, ti sbagli > è tutto fuorchè lei quella prova di coraggio che pare attrarre l'altro adesso , e un mero sorriso sprezzante spezza la serietà dello stesso, eppure permane freddo, distante , giudice adesso dell'altro. l'adrenalina che ritorna a viver dopo tanto tempo, quella potenza e quel suo esser terribile che si impadronisce di nuovo delle sue carni donandole una sorta di gioia estrema e spietata < ti conviene non osare con me > ha osato e quello è il risultato, ci sono dopotutto delle piccole linee da non sorpassare mai, e la propria ormai è stata così tante volte sorpassate da farle perdere si la pazienza, ma non ancora la lucidità di mente < non devi dimostrarlo a me > la voce che diviene un sussurro < dimostralo al mondo > cosa se ne farebbe di qualcuno debole se non provare a proteggerlo e poi perire nel farlo? Le è già accaduto, tutto merito di Shiroyuki - per lui aveva abbandonato la via dello shinobi, il proprio sogno, per proteggerlo e prendersi cura di lui e quanto se ne è pentita ! < ci sono sogni ben più grandi del tuo > s'arroga il diritto di poter parlare come desidera, giudice in quella disputa nei suoi confronti < che son crollati. > gli mostra quanto fragile e debole può esser quel desiderio, quando è l'egoismo per se stessi che alla fine mantiene viva pur sempre quella fiamma . E solo allora andrà a volgere lo sguardo verso Kamichi a udire le sue parole < sto mostrando la bellezza dell'arte Ishiba > dopotutto non ha nemmeno attaccato, ha solo creato ciò che può creare < ed è molto più bella del tuo sangue nero, vero, kokketsu?> anche lei userà quel suo cognome, in senso dispregiativo < posso donar a tutti coloro che ci circondano, un pizzico della mia bellezza > e in quello stesso momento quelle ali di sangue andranno lentamente a perder pezzi, per trasformarle col proprio mero desiderio in bellissimi fiori di loto, gli stessi che circonderanno la propria figura, danzando nel nulla come fossero sull'acqua < che vedano la mia arte > un arte bellissima, terribile, la carta dopotutto può esser tagliente se solo lo desidera . Il corpo che lento viene portato sulla panca, ma non seduta, quanto in piedi < dunque chiudi quella bocca inutile essere umano. Nessuno ti desidera, tantomeno gli altri della Shinsengumi > odiato e scartato per quello che è, non per quello che ha fatto . Terribile quel sorriso si allarga in quello che sarà il suo sibilo, troppo basso per gli altri, ma non per lui. Non è stupida, non è nata ieri, sa benissimo cosa può o non può fare , e anche cambiare la memoria della gente nel caso volesse, così come Ekko stesso.. e ci sta pensando, seriamente. [chakra off][ishibaku I - uso della carta ][chakra 27/30] I fremiti nel suo corpo saranno tanto di preoccupazione, quanto di adrenalina. La forza dell'Ishiba, declamata dall'innata attiva che la fanno adesso sollevare da terra per due metri e mezzo di altezza, oltre la propria testa dunque, gettano nel ragazzo uno stato di inquietudine, almeno tanto quanto un senso di caparbietà, in un continuo ossimoro, contrapposizione costante, che vede misurarsi lo spirito combattivo del combattente contro le difficoltà di ogni battaglia, le emozioni di paura, quei fantasmi che s'avvinghiano all'animo, bloccando, limitando le capacità. Butta giù quel boccone di saliva, senza sciogliere il nodo alla gola, quel groppo che rimane lì, come la volontà di non arrendersi, di non soccombere. Sono ad almeno cinque metri di distanza essendosi lui allontanato, in arretramento, dopo la dimostrazione di poter creare quelle ali di carta con la di lei innata. < Non mi riferisco al fatto di dover essere niente. > asserisce di rimando. < L'ho sempre saputo. > continua a rinfacciarglielo, e quella è la cosa che sembra che più lo urti. Il fatto che lo prende per stupido, o che lo voglia a tutti i costi intimorire, andare via. < Non hai bisogno di dimostrare niente. Non a me. > e si fa più cinico, divenendo roccioso ora, dal momento che, non essendo un vigliacco, non ama starsene impalato a farsi dare sottilmente del codardo. < Eppure cerchi sempre il confronto con quella donna. > riferito a Furaya, dato che l'ha messo in mezzo, rinfacciandogli quella cosa in un momento in cui non c'entrava assolutamente nulla. < Sei tu che ti sbagli. > quando l'altra lo rimbalza. < Tu sei l'opportunità. > il coraggio è lui, che decide di affrontarla, di percorrerla. < Non ho mai preteso di avere un sogno più grande di quello d'altri. > snasa vigorosamente. < E per quanto piccolo possa essere, per quante volta possa spezzarsi... > stringe i pugni fortemente, tanto da far sbiancare e scrocchiare le nocche, così come le dita. < ... non farà altro che rialzarsi. Che rendersi più forte. > socchiude lo sguardo. < E' vero. Non ho poteri particolari come potrebbe essere la tua bella arte. O le altre arti ninja. > una cosa che gli pesa, la perenne sfida contro sé stesso e quel che è. < Ma ho il potere di restare. La forza stare in piedi, di fronte alla sfida. > l'agguerrito spirito, che ora rifulge dallo sguardo, aperto e fermo sulla Kunoichi. < E non girerò le spalle. > come non lo sta facendo in quel momento. Non interviene sulla di lei diatriba con l'altro agente della shinsengumi: la sua battaglia è un'altra, è quella che sta affrontando con le proprie forze, nemmeno quelle da ninja: ma da uomo. [chakra off][stessi tag] Le parole della rossa, come suo solito, sono cariche alla fin fine di poco senso e di dispregiativi utilizzati principalmente per ledere agli animi delle persone più deboli, in cuor suo forse, forte di poter in questo caso ergersi superiore laddove ella stessa non potrebbe mai farsi strada verso l'alto, e lo screditare d'offesa parrebbe essere l'unico mezzo materiale nel quale perpetrare tale convinzione tossica. <Ci sono delle regole nel villaggio, e lo sai bene Ishiba> prende fiato, verso la rossa <E se nessuno ti è venuto a chiedere di mostrare questa tua> fermo un secondo, rapido, a richiamare in questo caso, quasi virgolettando, le parole di lei <Arte> continua rapido <Non credo sia l'idea migliore, ma fa pure come ti pare, non mi aspetto che un'omicida capisca il senso delle regole> già, così, su due piedi, senza mezzi termini mettendo di mezzo il discorso portato avanti dalla bella pakkurida, la stessa che giorni fa gli ha rivelato di come la regina delle tigri, un giorno ad oto, abbia assassinato la kage reggente, e come tale, macchiatasi di un crimine imperdonabile. <Sei talmente piena delle tue convinzioni da non riuscire a capire che nessuno è qui a misurarsi con te> prende fiato <Tanto meno io ed il mio sangue, Ishiba> continua ancora <E gradirei non essere chiamato con quell'appellativo> non è un kokketsu di famiglia, lui non lo voleva quel sangue nero, quel dono, quel potere che tanto gli fa comodo. Resta però ad osservare entambi, lui che fiero di quello che ora mostra sembra come al solito arrivare a parlare con la rossa, che in mezzo a tutti quei discorsi col nerissimo, sembra iniziare a plasmare un senso alle orecchie del nostro eroe. <Ma non mi dire, offese sulla mia persona? Ti ricordo che il nostro stesso comandante ci ha messo in squadra insieme, e che tu rappresenti il mio stesso grado> diretto, senza mezzi termini, prima rivelandole la verità che gli è stata detta da Furaya in persona, e dopo ricordandole amorevolmente di come lei stessa sia in tutto e per tutto una persona al suo pari livello nella shinsengumi. <Hai il mio appoggio bro> infine verso Ekko, in ultimo, sentendo le sue parole. Vede lo stato dell'altro, quel suo deglutire e in qualche modo le piace, ancora riesce a spaventare, a provocare timore nell'altro essere , le dona di nuovo un senso a quella propria arte, le dona la giusta forza ed il giusto peso . Quello che merita e che si è guadagnata. il cipiglio rimane duro così come quella stessa mascella, lo sguardo di rimprovero carico di freddezza che ancora sosta molto più in alto rispetto all'altro < io non ho bisogno di dimostrare nulla > quasi ringhia a quelle parole, come osa anche solo pensare che stia dimostrando qualcosa < questo è quello che sono > una parte di lei, la peggiore e la migliore allo stesso tempo, di quella forza inaudita di cui s'è presa il merito in tempi passati, e di nuovo se ne riprenderà < davvero, e dunque non dovrei? Stai insieme alla persona che ha ucciso il mio paese, il mio popolo, la nostra volontà perchè debole e il più basso dei kage mai esistiti. Meritava di morire e basta, invece siamo morti noi per colpa della vostra alleanza. E' morto mio fratello, mia madre, tutti coloro che amavo per la vostra sete di potere > una verità scomoda ma vera, un alleanza che ha piegato un intero villaggio per i propri desideri espansionistici, portando su di loro schiavitù e morte , la stessa che anche lei meritava a suo modo, dopo tutte quelle guerre poteva infine riposare in pace, e invece i kami hanno deciso in modo completamente differente . Terribili quelle parole eppure non ne prova alcuna soddisfazione, nemmeno quello stesso odio e rancore come con Yukio.. ma con lui era ben diverso, era cresciuta con lui, avendolo quasi come amico, forse di più ai propri occhi, finchè non l'ha tradita nascondendole cosa davvero aveva fatto, cosa ancora aveva in mente di fare. < non v'è altro di più errato > quale opportunità può donare lei ? Grandezza, potere, tutto quello può donarlo a coloro che si renderanno meritevoli. A coloro che mostreranno d'avere una forza senza eguali lei donerà quella mano come è stato fatto con lei, potrà mostrargli davvero la via per rendersi ancora più grandi < non sai allora cosa sia avere un sogno > spietata come poche altre volte, spietata in quel che constata per lui , che quel sogno non è altro che un miraggio, il velo di Maya che lo allontanerà dalla sua verità < questo potere l'ho guadagnato , non mi è stato donato > anche lei come molti altri ha dovuto faticare, quante ferite ha dovuto subire prima di render quella pelle la propria corazza per non lasciarsi tangere, e forse troppo s'è lasciata andare! < lo fanno tutti, prima o poi > girar le spalle, allontanarsi . Poco conto darà alle parole del kokketsu, dispregiandolo per quel sangue nero che un tempo era anche di Yukio, sebbene fosse un avversario migliore di quanto potrà mai divenirlo lui stesso < ma tu sei sacrificabile, inutile piccolo Kokketsu > lo appella di nuovo in quel modo, sorridendogli vicina < Torna a strisciar da dove sei uscito, con quel sangue immondo che ti ritrovi ad avere > cattiva? Probabilmente , ma poco se ne cura di colui che per lei non ha senso d'esistere, stanca di quella piccola barzelletta che è diventata quella situazione, conscia che alla prima missione farà morire lo stesso kokketsu nel suo stesso sangue. Così come gli altri dopotutto. Li, in quello stesso modo tornerà a comandar quella stessa carta, la stessa che tornerà al proprio posto su quelle ali che ha creato. < non ho nulla da darti > Un singolo battito per portarla di nuovo in alto, molto più in alto rispetto a prima, alla massima altezza e velocità che può avere con quell'innata, per spalancare davvero quelle ali, e con quell'ultimo dire, scivolare via nella notte stessa, librandosi finalmente come avrebbe dovuto far fin dall'inizio , porsi in alto al proprio posto e guardare il mondo che è in basso. Non avrà una direzione specifica, solo muoversi senza l'uso delle stesse gambe, lontano da li, lontano da Ekko, per tornar a librarsi libera dopo tutto quel tempo sulla stessa città . [END] L'intervento di Kamichi, sembra agire più come diversivo, dispersivo, più che altro: dato che l'intromissione del Kokketsu, oltre a farlo diventare bersaglio mobile delle invettive e offese esalate dalla spietatezza d'animo ruggente della ex Signora delle Tigri, in qualche modo, forse, sta facendo mantenere in controllo l'indole sanguinolenta della criminale dell'alleanza. Non si intromette in quella diatriba tra il senso di giustizia dell'altro e la reputazione che disciplina il giudizio di quest'ultimo nei confronti della archivista. Resta totalmente avulso da quelle argomentazioni, d senso delle regole, di giurisdizione, di controllo governativo: non gli interessa, non è lì per ingaggiare materialmente battaglia con la Rossa, ma solo per dimostrarle che, malgrado le spaventose forme che può assumere, così come le cose altrettanto atroci che ella gli ha confessato, quanto le notizie sulla fama che dipingono la stessa, non si è mai tirato indietro. Non l'ha fatto. In nessuna circostanza. L'ha colpito duramente, e lo sta facendo ancora, mettendosi al di sopra di lui, così come a respingerlo; ha giocato anche la carta Furaya, la stessa infida arma di gelosia, che ha saputo essere stata scintilla che ha fatto scoppiare il fuoco in Dyacon. Quella medesima discussione, che in un altro contesto è finita in modo assai diverso, con la rabbia e la gelosia, i sentimenti che hanno preso il sopravvento, questa volta, almeno per lui, diverso interprete, non vuole che vada alla uguale maniera. Non ribatte alle prime di lei, sul fatto che non sembri aver bisogno di dimostrare qualcosa, e che ciò che gli sta mostrando, è quello che è. Rimane più statuario, ormai la paura è giunta ad uno stato di raffreddamento, non perché non tema che l'altra possa attaccarlo da un momento all'altro, ma perché si è rassegnato, che qualunque possa essere l'esito, quella sarà ancora una battaglia da sostenere. E la sosterrà. < Io sono qui. > quando lo accusa di stare insieme a Furaya. < Non c'ero in quell'alleanza. > quando l'hanno creata, non era nemmeno nato. Ed il suo Paese, è quello che probabilmente c'ha avuto meno a che fare. Almeno, finché non ha dovuto trasferirsi a Konoha; ma pure lì, la vita che ha condiviso con quella realtà, è stata breve, marginale. < Guardami. Non sono quello che dici. > non è l'alleanza. Non è un tiranno della pace. Non è uno di quelli assetati di potere. Non è nemmeno della Foglia. Vorrebbe rispondere ancora, ma si zittisce, vedendo l'inutilità di quel dibattito, il quale, malgrado vada avanti, non sta portando a niente. Lo intuisce, quando lei parla del fratello morto. Quello stesso fratello, che lui sa che l'altra l'ha ucciso. Forse, è quello l'elemento che più lo convince, che di fronte a quella evidenza che lei rifugge, incolpando altri, meno che sé stessa. < .... > potrebbe rinfacciarglielo. Potrebbe vantare superbia per quello che ha saputo per sua stessa bocca, ovvero che quel potere che s'è guadagnato, l'ha perso. Sarebbe una bella coltellata. Dirle che non è più la Signora delle Tigri. Dirle che non è più la padrona delle arti della natura; natura che ella stessa, stava pensando di ribaltare, con la ricerca folle della resurrezione, dell'aberrazione del ciclo della vita. Malgrado tutto, quella follia che diventa menzogna, vincere in quel contesto retorico non è ciò che cerca, né da sé, né da lei. Non è troneggiare, come l'aveva accusato prima, quello che vuole. E' esserci, stare solo con lei, anche nel suo dolore. Anche nel suo odio. Anche nella sua spietatezza. Raccogliere la tempesta, come una nuvola. La scorgerà andare via, librandosi in aria. Abbassa la visuale, socchiudendo lo sguardo. Sembra riflessivo, in uno stato di atarassia. Al vento, il sussurro che soffia via nell'aere, portandolo via come l'immagine di quell'angelo cremisi che si allontana velocemente. < ... Perché devi prendere. > solo questo, il suo ultimo verso, probabilmente inudito all'altra, se non a sé stesso. Un momento grigio, di raccoglimento, assente; per poi, tornare regolare. < C'è mancato un pelo, eh? > verso Kamichi, più scherzoso, una goliardia che sembrerebbe essere inspiegabile, irrazionale: e, probabilmente, è solo l'isterica reazione di uno spirito provato, dalla scena appena vissuta. Forte, resistente, ma non immune, non inscalfibile. [chakra off][stessi tag] Le parole della rossa sembrano iniziare ad intonarsi in sensi e significati assai strambi per quelli che potevano essere i temi ed i tempi di quella loro discussione, tanto, che ella, infervorata e rabbiosa forse per chissà quale motivo (ed in realtà noi tutti sappiamo che il biondino kokketsu è tale motivo) s'alza in volo librante con quella sua carta bianca, tagliente e resistente, tale da rendere se stessa invisibile allo sguardo dei presenti abbandonando il loco e la di lei posizione. <Io ho sempre cercato di restare in rapporti pacifici con te> prende fiato <Omicida> manco più ishiba la chiama, per assonanza infatti, verrebbe utilizzato l'appellativo di assassina, omicida, con colei che proprio anni orsono ha reciso il filo della vita della fu konimitsu, kage del villaggio di Otokagure. <Che sia carta o che sia sangue> prende fiato, guardando la giovane iniziare ad ammainare una movenza ascensionale <L'importante è utilizzare le armi come mezzo e tramite per perpetrare la giustizia> ovviamente, siamo chiari, perchè essere un kokketsu o un'ishiba se poi quelle armi vengono usate contro la pace ed il bene comune? <Non finisce qui, sappilo> è categorico con quella figura che da troppo tempo ormai sta portando avanti un discorso puramente basato attorno all'odio ed al disprezzo, a colui che come lei fa parte della shinsengumi, e che come lei è un genin del villaggio delle ombre. <Bro, c'è mancato un pelo dall'attaccarla> continua, verso il nerissimo fratello <Quella lì sta iniziando a dare troppi problemi, avrebbe potuto ferire un civile ed infrangere così delle regole di Kagegakure> continua, ancora, lo sappiamo che quando qualcuno infanga il nome della giustizia non ci vede più, divenendo difatti furibondo oltre ogni dire. <Questa volta ha superato ogni limite, difronte a te ed a tutti gli altri civili, quell'omicida non merita il rispetto che io stesso le ho dato> è davvero arrabbiato difronte quella scena, contro la di lei figura che vola via come un piccolo uccellino, lasciandolo con quel disprezzo e con quell'odio in bocca. <Sei davvero disposto a farti trattare così da una che 10 anni fa è stata macchiata di alto tradimento ekko?> verso il nero, guardandolo negli occhi <Davvero TU BRO, vuoi farti trattare così da una persona del genere?> è inconcepibile che il suo big brother del getto si faccia usare come uno zerbino, da una rossa che volentieri vorrebbe vedere sotto terra. [Chakra Off] Mani che si mettono nelle tasche, mentre soffia un fiato lungo, rassegnato, inquietantemente calmo. Sembra che quella tempesta sia passata. Come se l'avvenimento non fosse mai accaduto. In lui albergano vivide le ombre di quello che è successo: soltanto, non lo dà a vedere, non direttamente, perché i sintomi del dolore non si dimostrano solamente con le normali rappresentazioni canoniche; anche la superficialità, la scioltezza, la stessa allegria, potrebbero essere una maschera per celare il volto della sofferenza, il fare il buffone, l'essere burlato e burlesco allo stesso tempo. < Coooosa? Attaccarla? Ma dico? Sei matto? Io non ci vado in galera! Mica perché sono nero, devo per forza finire in prigione! Eh? Pensi questo? Che debba stare in carcere perché sono Nero? > canzonatorio, grottesco. < Ma no, ma no... non è così sprovveduta. > sventolando la mancina davanti al viso, in un gesto di noncuranza, di leggerezza. < E' troppo furba ed esperta per commettere ingenuità simili. L'hai sentita del resto, no? > scrollando le spalle, con quel fare di indolenza. < Ricorda che ce l'hai come compagna di missione. Anche se, visto come stanno le cose, davvero non ci farei troppo affidamento. Ah-Ah! > ridacchia, ma meno energico del solito. < Ha trattato meglio me, di come sta trattando e tratta sé stessa. > alla domanda postagli dal Kokketsu, socchiudendo le palpebre e divenendo meditabondo per un attimo. Inspira intensamente, incamerando un gran volume d'aria. < Non giudicare soltanto da quello che vedono i tuoi occhi. > gli propone, facendogli presente e riferimento a quello che è stato: è vero, l'altra s'è librata in aria, li ha riempiti di insulti e crudeltà. < Dopotutto, non è proprio la giustizia quella che sa manifestarsi anche in modi più silenziosi? Tu, da Shinobi, ti muovi sotto i principi dell'ombra e della dissimulazione, dopotutto, no? > retorico in quella domanda, che porge all'agente della shinsengumi, facendo affidamento alle conoscenze accademiche di base, quelle teorie elementari che stanno a fondamento del loro comportamento ninja, corporazione o meno che sia. < Comunque, oggi hai visto che anche io a volte toppo con le ragazze! Come ti dicevo l'altra volta! Eh-Eh! > ridacchiando banalmente. < Che peccato però... Era davvero una gran fi**, che adesso è volata via... > guardando con piglio comicamente smarrito e rammaricato per quell'abbandono della Ishiba. [chakra off][stessi tag] Il nero trecciato sembra aver capito solo in parte le parole del nostro eroe, lui che difatti, fiero e forte della giustizia che incarna in quella sua divisa, sembra aver dato già tante altre volte possibilità all'ishiba di evitare questo tipo di confronto, ma questa volta, con ella in borghese, non può in alcun modo perdonare ulteriore macchia sulla corporazione che lo ha reso l'eroe che crede di essere. <Non saresti stato tu ad attaccare lei, bro> avvisa il cioccolatino <Neppure io l'avrei attaccata, ma l'avrei condotta alla sede della shinsengumi per ricordarle come ci si deve comportare al di fuori del nostro corpo> quelle ricerche, quella parola, quel suo essere così maledettamente attaccato alle regole ed alle leggi, quel suo essere inevitabilmente vittima dell'assolutistica visione del governo che lui stesso esercita nella sua visione, tale è la volontà intrinseca nel biondo kokketsu. <Non importa niente a nessuno di quello che le passa per la testa Ekko, lei è una mia collega e non una mia compagna, non ammetto che si definisca tale> disprezzante da ogni poro verso quella rossa, è ribollente d'odio e di rabbia, è davvero furibondo <è un'assassina Ekko, vieni da 10 anni fa ed ha ucciso il kage di Oto> continua, ancora una volta, ricordando al nerissimo cioccolatino che quella ragazza dalla carta facile, è niente poco di meno che una figura criminale sotto ogni punto di vista. <Questa volta non la passerà liscia, sono stanco di vederla agire come se nulla fosse, macchiando la giustizia che noi della shinsengumi incarniamo> ed effettivamente, è anche ora che il biondo cacci fuori ul suo paio di palle, anzi, il suo paio di attributi da shinsengumi. <Quella non è una donna> continua <Bro, è un diavolo, e va estirpato> assoluto nel concetto, passa il testimone. Un cenno d'assenso. < Questo è sicuro. > che non l'avrebbe attaccata. < Non in questa circostanza. > perché è dell'idea che potrebbero servire pure le botte con Sango, per farla ragionare. Del resto, spesso una forza irrefrenabile, deve incontrare un oggetto inamovibile, contro il quale contrastarsi. < Mh. > che non importi a nessuno di cosa passi per la testa della Ishiba, non è tanto d'accordo: lui ci pensa, e pure parecchio. < Sì, è una tua collega... > ribadisce quel punto, facendo per portare le mani dietro la nuca, sotto quella coda della treccia disposta a ventaglio. < E non è una tua compagna. Questo dovrebbe farti capire cosa ti serva fare con lei. > resta vago, sullo specifico: un significato che rimanderebbe al Kokketsu da trovare. < Lo è. > ammette, senza negare o giustificare in alcun modo la traditrice dell'alleanza. < Non si può negarlo. > chiaro, limpido, perché per quanto provi dei sentimenti ed abbia un affetto speciale nei confronti della stessa Archivista, la realtà dei fatti non gli sfugge nemmeno un giorno dalla coscienza. < Così come tutto quello che si dice sul suo conto è vero. > che sia una traditrice, che abbia compiuto azioni orribili. Eppure, non sembra interessargli, sembra star lì a giudicarla, ed a farsi condizionare sia dai trascorsi di lei, che quelle valutazioni assai severe e critiche che piovono addosso alla reputazione della stessa kunoichi. Non ci prova però ad argomentare, se ne rimane oggettivo e composto, evitando la retorica con la mentalità tarata e fanatica del paladino della giustizia: altro sintomo di stanchezza mentale, quella di non pensare di riuscire a reggere un altro scontro dialettico di una certa portata, avendo accusato gravemente quello imbastito con la donna, che pur non sembrando aver sortito apparentemente effetto, i segni sotto pelle li ha lasciati, magari mimetizzati nell'oscuro colore della carnagione del Bronzo della Nuvola. < Parlane coi tuoi superiori, allora. Sono certo che lei, se potesse coglierti in fallo, lo farebbe. > è un dato di fatto, non gli sta dicendo chissà che di nuovo, solo ed unicamente una realtà. Nemmeno lo dice con quella voce di chi stia meditando una vendetta. Pare più un disinteressato commento per dialogare placidamente con l'altro interlocutore rimasto. < Forse hai ragione. > che sia un diavolo, e che vada estirpato. Lo dice con indolenza, né confermando né smentendo. La cosa non sembra preoccuparlo, ovvero che, pure se fosse che Sango davvero vada estirpata, non è il suo compito. Non è ciò che sceglie, o che sia intenzionato a fare. Perciò, se tale concetto è assoluto e predominante per il Kokketsu, che lo sia per il biondo stesso, dato che allo scipionico combattente non pare tangere come priorità. < Ah. C'è un tizio che ti cerca. > già che c'è, coglie l'occasione per dirgli del Nara. < Kazuma Kaneko. E' un reporter, quello che sta lavorando con la... 'Nobile' Shinsengumi, per la questione delle Faglie. > riferisce. < Cercalo. Lo trovi facile su Ninjagram, o comunque alla redazione del suo giornale. Era molto su di giri quando gli ho parlato di te, di un vero paladino del governo. > lo dice con aria sincera, benché la cosa lo lasci alquanto esilarato. [chakra off][stessi tag] Il cioccolatoso ninja del villaggio della foglia, o meglio, del quartiere della foglia, pare aver preso in pieno il punto del discorso, tanto da arrivare in questo caso specifico a capire in cuor suo che quella che sta vivendo è una situazione particolarmente delicata, sia da parte personale che da parte della shinsengumi stessa. <Allora Bro cosa ci fai ancora con una come lei?> prende fiato <Mi ricordo che quando c'incontrammo la prima volta mi parlasti della gente che ti crebbe, degli altri ragazzi che come te sono cresciuti grazie a quelle persone che ti hanno preso e cresciuto> una cosa che il giovane eroe della shinsengumi vuole davvero ricordare al trecciato, fare leva sui ricordi e sul passato burrascoso di cui parlò al tempo al kokketsu. <Come fa una persona come te ad avere a che fare con lei? Solo per il suo corpo saresti disposto a tutto questo? Vale davvero così tanto un suo bacio?> lui si ferma lì con l'immaginazione, non sa dei vari movimenti kamasutraci che il corpo di entrambi può fare in quelle circostanze, anzi, tutt'altro. Passa poi ad un discorso totalmente diverso, ad un qualcosa di decisamente più improntata al suo agire riguardo alla shinsengumi <Ne farò rapporto e riporterò all'interno di tale avviso tutte le varie occasioni in cui la Rossa si è imposta con quel suo fare aggressivo nei confronti miei e della shinsengumi> è categorico, davvero, effimero in quella sua parlata quasi. <Ora credo sia meglio che andiamo però ekko, devo fare rapporto> ha deciso, definitivamente <Kazuma Kaneko dici? Volentieri allora, sarà mia premura fare un giro alla redazione di questo giornalista> perchè gli fa davvero piacere essere riconosciuto a lui, che egocentrico. Abbandona indi il loco, salutando il nerissimo per avviarsi alla base. [End] Un lieve sbuffo d'ironia fugge dalle proprie labbra. < Cosa ci faccio con una come lei? > già, è una bella domanda. Il rifacimento al passato che egli gli rispolvera, induriranno per un attimo i suoi connotati. Diviene più statuario, benché il silenzio abbracci quella parvenza. < Il suo corpo, dici? > socchiude gli occhi. < Beh, sì. E' davvero una bellezza straordinaria. Così come quella sua arte. Davvero accattivante. > quelle ali di carta, quella figura tanto tremenda quanto mistica, di un angelo cremisi, una visione tanto crudele quanto magnificente. Eppure, non è nemmeno quello, ciò che sembra convincere e colpire il Bronzo della nuvola. < Un suo bacio... che valga davvero così tanto... ? > se lo chiede anche lui. Fa da eco alle interrogazioni del biondo, domande che, probabilmente, in quel momento affondano con troppa facilità nell'animo del ragazzo, offeso, ferito da quello scontro, anche se solamente dialogico. I colpi che ha ricevuto sono stati severi, l'altra non s'è risparmiata a cattiveria. Eppure, non s'è spezzato. S'è rotto, ma non s'è distrutto. Anche quando ha preso e fatto a brandelli i suoi sogni, riducendoli a minuscoli pezzi, dall'alto della sua arroganza. Anche quando l'ha messo in disparte, anzi, contro, assieme ad un manipolo di vecchi nemici, di cui lui non ha fatto parte, né ha avuto compartecipazione nella storia. L'ha messo tra i diversi. Tra i discriminati. Le palpebre calano lentamente, scandendo un battito profondo, sommesso. < Tutti ti faranno male nella vita, Kamichi. > commenta, laconico. < Sta a ciascuno di noi, decidere per chi valga la pena soffrire. > aggiunge, greve. < E' come tirare un sasso in un oceano. > prosegue. < Può sembrare urtare la pace dell'acqua. > le iridi blu, osservano il cielo, dov'è sparita la Ishiba. < Eppure, non sai mai davvero, quanto in profondità possa andare quella roccia. > e restare ferma, sul fondo, contro le maree, contro la corrente. E' sempre così che l'ha vista, e che la vede. Le la tempesta, la pioggia, lui la nuvola che lascia andare, il sasso che resta fermo sotto l'acqua. Anche se si bagna, si ferisce. Sente che è l'unico modo, per lui, per andare oltre. < ... Perché dopo il cancello dello stupore, c'è soltanto un'ultima porta, che resta da aprire. > riferimento alle porte del chakra, di cui è l'utilizzatore. Non proseguirà, lasciando scemare via quel flusso di coscienza. < Hai ragione, meglio andare. Ho anche una certa fame! > tornando semplice, leggero. < Perfetto! > riguardo a Kazuma.
Non dirà altro, se non un saluto all'indirizzo dell'agente della shinsengumi, per poi prendersi un attimo, in solitudine. Gli occhi chiusi, per far morire l'umidità sotto le palpebre. Non una stilla verrà versata, in una taciturna commemorazione del dolore. Un momento di intimità con sé stesso, come pochi, prima di passarsi un braccio a pulirsi quel rugiadoso sentore sulla vista, ritornando compassato e dimesso della propria mimica. Di lì a breve si perderà nella notte del villaggio delle ombre. (//END)[chakra off][stessi tag]