Il nuovo Uchiha
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Giocata dal 15/04/2021 21:14 al 16/04/2021 00:05 nella chat "Bosco Oscuro"
Oh come scende fredda quella sera, umida attività d'una primavera che non pare voler sbocciare. I fiori s'aprono eppure permangono acerbi, ma non li, ove le lunghe ombre s'accavallano infinite l'uno sull'altra, mani repentine e scheletriche a destabilizzar l'altro . Chiunque s'avventuri li, non sa quello che davvero fosse quella foresta un tempo. Lunghe vie di alberi a circondar il passato, dieci anni son passati eppure ancora rimembra bene come quelle fronde diventino troppo spesse a coprir perfino il cielo di oscurità. La stessa ove si rifugia, proprio passato, presente, e animo stesso, infondendosi in quella pur di non veder altro e avere la chiara percezione di se, della propria mente e di quei tanti dubbi che adesso sollecitano la mente. Come ha potuto davvero permetter chicchessia di intervenir nella propria di mente, docile? Mai, sempre pronta, tigre bianca che un tempo era ancor sorge dalle ceneri stesse, seppur trasformandosi in qualcosa di più, di migliore, di nuovo. Sospira la stessa donna, formosa in quelle linee che madre natura le ha donato, seno e fianchi in grado d'adattarsi alle mani più grandi perfino,ma cosa ne importa adesso quando indossa striminzite vesti. Nuove, si, ma solo per quell'occasione. Un pantaloncino corto a fil di chiappe - come si direbbe - nero , una maglia sottile nera che cinge il seno privo di alcuna veste sottostante, ne reggiseno ne altro, insomma, la libertà fatta donna. Quei lunghissimi capelli d'un rosso troppo intenso, sanguinolento, scivolano verso la schiena stessa che cinge la vita, liberi di scivolar come macchie di sangue sullo stesso corpo < mh > si, è li, in memoria di vecchi tempi, quando la solitudine l'aiutava sempre e adesso ancor lo farà. Ekko non s'è fatto sentire dopo quella notte, quel messaggio, oh che orribile uomo o meglio, ragazzino, a non risponder nemmeno a quello - inconsapevole davvero che egli sia impegnato con molte altre questioni di carattere differente. I sandali ninja che ancor la portano avanti eppur ne gode di quella piccola brezza che scivola sulla propria nuda pelle, bianca e delicata ancora come neve, in sussurri bassi che dona alla stessa per rimembrar il suo legame con la natura. Viva, lo è anche lei. [Bosco] La notte è calata e le ombre giacciono sull’intero sipario circostante. Il silenzio giace eterno tra il verde della natura ed i lunghi e grossi alberi innalzati per tutto il loco, i cui rami lunghi e sradicati s’intrecciano non permettendo completamente che la luce della mezza luna vada a filtrare e picchiettare sull’asfalto leggermente fangoso. Foglie verdastre e secche, scamazzate mentre trascina il passo, lento e silenzioso, coi sandali lungo uno dei sentire del bosco oscuro lasciando leggere impronte dietro di se. Un lieve venticello soffia piano accarezzandone la pelle appena smunta e smuovendo alcune delle ciocche nere dei capelli che ricadono in avanti ; su quel viso pulito, lucido, la cui fronte è nascosta completamente da una fascia bianca che ne avvolge più volte il capo. Occhioni neri come la pece puntati in avanti a posare lo sguardo lungo il tragitto percorso, accompagnato dalla solitudine che da sempre l’affianca sin dalla tenera età. Una lunga e larga tunica marroncina nasconde quasi completamente la propria mole, decisamente nella media d’altezza, fino a raggiungere gli stinchi. Braccia distese lungo i rispettivi fianchi ma all’interno dell’abito, dando modo alle maniche di risultare completamente vuote. Mantenuto indosso da un semplice laccio bianco annodato ad altezza collo e con un cappuccio, dello stesso colore, piegato e tenuto dietro la nuca. Risuona nelle proprie orecchie un leggero cinguettio di uccelli che svolazzano o son poggiati su qualche ramo, mischiato al fruscio dei cespugli che si smuovono per via di qualche piccolo-medio animale selvatico. Eppure il senso uditivo ne resetta il tutto per un attimo nel momento in cui l’attenzione viene richiamata, in un primo momento, da un rumore scalciato simile al suo e, subito dopo, nel sollevar leggermente il mento, e porre gli occhi peci su una figura femminile che si ritrova a qualche metro più avanti, frontalmente. Stoppa il moto, permanendo immobile e a schiena eretta, senza smuovere un muscolo. Le iridi scorrono lungo il corpo della donna per far suo ogni minimo particolare, dal vestiario alle curve, fino a soffermarsi infine nei suoi occhi chiaro completamente opposti ai propri. Resta per un attimo a fissarla, lasciando che il silenzio vaghi attorno ai tuoi per qualche attimo ; eppure poco tempo passa prima che le labbra si schiudono .. < La notte è affascinante ma è fatta per pochi > .. una voce lenta ma calda, quasi monocorde e che viaggia repentina fino a raggiungere le orecchie di lei .. < Non credi ? > .. impassibile in viso : non lascia trasparire alcuna emozione sebbene le rivolga la parola. Ode serena il rumore del vento, soffia tra quelle stesse per carezzarla dolce come un padre, delicata come un figlio, innalzandola verso l'altro come se davvero potesse librarsi oltre. Una macchia di intenso rosso sangue a impregnar l'oscuro vivere, e il respiro, pregno e partecipe di una vita nuova ed idilliaca quasi, nessun passato, nessun futuro, vorrebbe davvero che fosse così semplice. E alle volte lo è davvero, in quella solitudine che abita da sempre, condita da quell'oscurità che le impregna le viscere, oscure e marce alle volte, di un veleno che vibra nelle stesse vene violente, così come quella stessa vita che vive! OH! Che vorrebbe vivere, davvero, teatrale, anima immonda che vive di una danza che non può appartenerle, quella della stessa vita altrui, libera e positiva, e se ne sente incatenata di animi che vogliono solo lei. Che vogliono prenderla e sottometterla nella vibrante consapevolezza che alla fine, è solo una donna. Kunoichi, jonin, possessore dell'arte della natura, conoscitrice dei segreti più orrendi e bellissimi del mondo, come giace ferma al centro di quel piccolo spiazzo di alberi. Un suono che giunge, umano o animale, troppo vicino perchè non si volti in quel pallido viso contornato dal sangue, e illuminato dalla linfa di vita d'un azzurro intenso e vibrante. Morbide labbra rosse che si schiudono a mò di gigli , sospiro caldo a circondar le stesse per udire ciò che l'altro ha da dire. Un viso che non riconosce, pallido a suo modo , e scuro ancor di più con quegli occhi che s'hanno di tenebra infinita e capelli toccati dalle peggiore delle arpie stesse < l'oscurità è ancor peggio > non madre, ma matrigna, ignobile e orribile anche verso coloro che vogliono ancora amarla e desiderarla. Calda e bassa la voce, sfugge alle gemelle rosse , per scivolar verso l'altro come serpi per morderlo, quasi lussuria, quasi odio, un misto di emozioni che prova e che sfoga in quella notte delle streghe < il non veder nulla mi piace ancor di più alle volte > un gemito basso, sussurrato, un segreto che rivela così come il proprio passo che si volgerebbe verso l'altro. Danza lieve per incontrarlo, per ravvicinarsi in modo da vederlo nel viso bello e giovane < sembrate un demone , pronto a prender la vita pura di qualcuno > una sensazione d'oscurità che la attrae, quella che ha vissuto seppur in modo differente, non mai tanto pregna di tale bellezza che adesso pare volerla bruciare. Lei sempre nel mezzo, sempre dolce o pazza, pregna d'amore e odio al pari passo! Se il suo sarà un viso impassibile, il proprio s'inclina verso destra, le labbra ancora aperte < lo credo > .. < e tu? > sibila a bassissima voce, soffiando con desiderio verso l'altro, alla sua ricerca, alla sua stessa conoscenza. No, ancora deve comprenderlo prima di disinteressarsene, ed è capitato proprio al momento giusto, ove i pensieri e le domande son troppo pesanti da aver una risposta. [Bosco] Ne osserva attentamente le movenze quando richiama l’attenzione di lei, dal momento in cui si volta col viso pallido e quelle scie di capelli fiammeggianti, fino ad incrociarne lo sguardo. Resta immobile senza muovere un dito, col respiro regolare ma lento, di chi ha la sicurezza di tutto cio che lo circonda : quiete, silenzio, pericolo, presenze. La vede avvicinarsi, quanto basta per farsi notare chiaramente in viso. Risuona nelle orecchie la voce di lei, captandola e memorizzandone il suo timbro ; una semplice parola, la prima che gli fa allargare in modo impercettibile le labbra, quasi come se fosse un possibile inizio di sorriso che però mai comincia. Perché è proprio l’oscurità, sottoforma di un velo, che si manifesta attorno alla figura dell’Uchiha. Invisibile, un po' distorta : gioia, felicità, buonismo. Emozioni e sensazioni che per nulla si avvicinano al suo cospetto. Si mimetizza perfettamente con le tenebre ed il silenzio della zona, come se quel bosco oscuro fosse una parte integrante della propria anima che sfocia appena all’esterno e che cerca via via, senza mai smettere, di esplodere completamente fuori e manifestare la sua vera e reale natura eppure, ben contenuta – buon per tutti – almeno per ora .. < Gli occhi .. > .. fa schioccare la lingua sul palato, con lentezza, in modo tale che la voce formi quelle parole quasi a rallentatore, creandone un effetto ancor più insolito specie per lo scenario che si prospetta attorno alle due figure .. < .. Spesso sono la causa di sensazioni sminuite > .. si lascia guardare, la nota come si cimenta ad analizzarlo soprattutto per il proprio aspetto estetico e di quell’espressione che lascia un vuoto colmo di dubbi e domande. Eppure, dopo un po', è lui a spostarsi .. < Pochi hanno il coraggio di chiuderli > .. è un invito implicito a farlo, a calare quelle palpebre e nascondere per qualche attimo le iridi azzurre, in forte contrasto alla pelle pallida e le ciocche rosse. E frattanto che le replica quella sorta d’invito, s’è spostato : macina metri, lentamente e con tanta calma, quasi come se il tempo si fermasse per qualche secondo per dar modo alla ragazza di pensare se accettare o meno di chiudere gli occhi, specie se richiesto da una persona che non conosce affatto. Eppure, qualora lei glielo permettesse, fa in modo che la distanza tra i due svanisca via via al punto tale che quel velo tenebroso ed oscuro che avvolge l’Uchiha, venga risentito ancor di più sulla pelle e nella mente di lei ; mista, al tempo stesso, dall’assenza di alcuna minaccia o pericolo che potrebbe nascere qualora avesse gli occhi chiusi. Quasi cerca di convincerla di fidarsi e farlo .. < Forse si. Forse lo sono davvero > .. un Demone e glielo dice stavolta calando il tono della voce, ben più di prima, data la distanza ormai irrisoria. Soprattutto nel momento in cui, raggiunta, non si sofferma dinanzi ma cerca di deviare il percorso per provare ad aggirarla. Lo fa con estrema lentezza, in silenzio, in modo tale che la ragazza – se ad occhi chiusi – possa sentire quelle stesse sensazioni di prima, non più sminuite, ma bensì più accentuate : il rumore dei passi lenti che scamazzano le foglie sottostanti, il respiro lento dell’Uchiha attorno a se, la presenza di lui stesso così dannatamente vicino a lei. L’odore della propria pelle, quel velo di mistero che sfiora la pelle candida di lei. Udito, olfatto e tatto che di conseguenza risentono completamente ogni minima sfaccettatura di quel contesto, di quella scena or ora in atto. Fin quando non si sofferma dietro di lei, pare siano della stessa altezza .. < La notte mi è amica, porta consigli. Anche a te, in questo momento ? > .. chiede, sussurrandole quasi vicino all’orecchio sinistro nell’allungare un po' la testolina in sua direzione .. < Dimmele. Voglio sentire le tue sensazioni > .. quelle di ora, nel momento in cui lei sarebbe ad occhi chiusi .. < Senti quell’oscurità che ti pervade, così vicina ? > .. si riferisce a lui. Oh come pare quella solo una danza, di morte e di musica che si avvolge nell'ultimo silenzio che par ancora avvolgere quel loco ostile e accogliente solo per quelle anime che sapranno davvero comprenderne il senso. Semplice dono di una madre superiora, che li innalza insieme in una danza che s'ha di oscuro, nera pece a macchiar anima e pelle, nascondendo quel sangue che sgorga infausto dall'animo per unirsi al nulla più totale, e non rimembrar alcunchè della loro vita terrena priva di significato. L'Uchiha che s'avvicina, lento il suo passo ad avvolgerla nella sua essenza - eppur non lede la pelle, ancor pallida, fresca come morte appena avvenuta, di un pallore innaturale per quella luna che la bacia dolce . Un piccolo essere demoniaco nato dalla stessa ombra, che avanza verso di se, e ne provoca quei brividi interiori quasi di paura, di vita perfino! A cui i propri piedi non muoveranno alcun segno, nulla se non il respiro vivo che solleva quel florido petto che ritrova vita dal nulla stesso. Una sensazione nuova, di qualcuno che forse pare essersi addentrato più in fondo a quell'oscurità che la lambisce e a cui non si vuol lasciare andare. Così come quello sguardo di purezza limpida, di azzurro come il cielo più bello dell'estate stessa - e segue quel suono come fosse la propria aria adesso. Basso e pallido, fantasma mai udito, di quelle parole che sminuiscono perfino il più grande dei sensi posseduti - oh la vista stessa, come se ne gode delle bellezze proprie ed effimere, così come quelle dello stesso mondo. Scivola su quel corpo, sottile parrebbe sotto quelle vesti, di sguardi che si trovano perfettamente equilibrati dalla madre Rea. Nessuno di loro dovrà mai alzare o abbassar lo sguardo, simili in quello che li rende uguali d'innanzi l'evidenza di ciò che loro offre la mancanza di luce stessa - e ode quella piccola sfida, quella che la spinge a veder e al celar lo stesso azzurro intenso dietro palpebre tremolanti, vive e pregne di ogni respiro, di ciò che mai le è mancato. Tace, come fosse preda altrui, e cacciatrice allo steso momento, di vita e di morte la stessa andrà a celar lo sguardo altrui < che sia vita o morte cosa importa > entrambe l'hanno colta ormai troppe volte. Labbra che si schiudono come rose in primavera, dolci e morbide a sussurrar allo stesso vento, a colui che starebbe li a circondarla, sconosciuta anima a cui cela il proprio canale che lo porterebbe dritto a quell'anima tormentata che la vive, la abita. Chiude quelle iridi, lunghe le ciglia a sfiorar le gote mentre s'abbandona al nulla e al nessuno stesso, finalmnente è giunta dunque la sua ora? Che la morte sia li , per lei, a lenir un anima tormentata e ambigua - in bilico sempre su quel filo tra luce e non, e ne attende ancora il giudizio. Un sussurro basso, imprevisto, ne assume le forme ignote di un semplice sospiro ad udir quel suo cammino lento, in quel suo privarla quasi di volontà. S'anima forse in quelle sue prime parole , di cos'è o meno < poco importa ciò che sei per adesso > si, non importerà mica davvero, per lei par quasi un sogno arrivato, un anima pia che finalmente ha avuto la decenza d'averla per se. Meritata, senza dubbio, anima ignota. Il suo odor, la presenza, un singolo passo a sentir perfino l'odore del suo stesso corpo sulla pelle, e il proprio che permane selvaggio come quello d'una selva abitata da migliaia di fiori incredibilmente rari come la propria innata, bellissima e letale < la notte dona consigli a chi la sa ascoltare > coloro che voglion rimanere li per sentir qualunque cosa egli abbia da dire, parole nuove, d'un anima quasi sconosciuta a cui dona tutta la propria attenzione < solitudine > comincia da quella che abita la sua vita < odio > sussurra anche quella a fil di labbra, strette < rimorso > di ciò che ancora non si è liberata davvero < niente > cosa rimane a CHI non ha nulla? Il niente, reale, vuoto ronzio che permea l'animo e il corpo stesso < la sento da troppo tempo > un ardore che si apre di nuovo al mondo, vigile e azzurro < prima che tu me lo possa mai dire > [Bosco] Di coraggio ne ha la ragazza, sola nel bel mezzo del bosco oscuro, a chiudere quelle palpebre e privarsi della vista rivolta all’Uchiha, sconosciuto e tenebroso, che si avvicina. Non s’avvede più pertanto delle sue iridi azzurre e frattanto che la raggiunge per aggirarla, posa lo sguardo – così pesante – sul suo corpo, ma principalmente sul viso. Memorizza ogni suo dettaglio, taglio, pronuncia. Tutto ciò che la rappresenta, nel modo in cui gli rivolge la parola, nel modo in cui si lascia andare, balenano in lui pensieri diversi .. [ TAP ! ] .. i sandali affondano su una piccolissima pozzanghera d’acqua, frenandosi con l’intera mole proprio dietro di lei. Il petto quasi sfiora la schiena, sebbene l’indumento di ella va a contatto con certezza con la propria tunica. La lascia parlare, fa si che quelle sensazioni che esplica vengano introdotte nella propria memoria, conscio che in un battito di minuti – molto probabilmente – sa più cose di lei rispetto a persone che credono di conoscerla da una vita. Il capo resta allungato appena innanzi, quanto basta da fare sentire la sensazione del proprio sospiro sul suo collo e quegli occhi neri che da dietro s’appesantiscono su di lei come fossero macigni .. < Vuoi abbracciare la Morte come se fosse l’unica cosa che aspetti da tempo > .. le commenta, sussurrandole con quella fitta e breve voce che viaggia principalmente nel suo orecchio sinistro. Fa eco, come unico rumore di sottofondo frattanto che lei tiene gli occhi chiusi ed il silenzio regna sovrano sulle loro teste, se non di poco infastidito dalla voce – per l’appunto – dell’Uchiha .. < L’unica cosa che dovrai fare per averla .. > .. a mezza voce stavolta, le iridi nere puntano in avanti nella stessa posizione in cui lui era poc’anzi. Ma poi tornano nuovamente su di lei, ad osservare quel lato del viso candido le cui chiome rosse sfiorano il proprio volto. E sottovoce continua .. < .. E’ starle così vicina > .. un consiglio molto probabilmente. Permane immobile dietro di lei senza creare alcun segnale di minaccia o di pericolo, se non soltanto interno, dentro di lei .. < La tua solitudine non è forte, il tuo odio non è abbastanza > .. lentamente dalla tunica sbuca il mancino braccio che viene piegato verso l’alto, allungando di conseguenza la rispettiva mano in direzione della ragazza nel tentativo di raggiungere la sua di mano e sfiorarla appena con le dita sul dorso .. < La tua anima è così simile alla mia. Vuota. > .. la stessa mano scorre verso l’alto, con la punta dell’indice e del medio che cercando di scorrere sul braccio di Sango. Salgono lentamente, lasciando che quel lieve ma duraturo contatto le possano molto probabilmente causare un brivido che ne percorre la schiena. E soffermatosi col palmo ad altezza spalla, la preme appena, quanto basta per provar a far nascere un primo e vero contatto tra i due : non soltanto fisica ma bensì mentale. Il cui odio, la cui malvagità .. l’oscurità ed il buio delle tenebre si mischiano rendendoli un tutt’uno .. < Ti permetto di abbracciarmi > .. si riferisce a ciò che ha detto prima, ad abbracciare la morte. L’Uchiha. Le labbra stavolta davvero d’allargano per disegnarne un ghigno controverso : malefico e pieno d’odio. Sinistro. Che soltanto lei, con la coda dell’occhio, potrà notare nel bel mezzo di quelle tenebre e constatare quanto, in realtà, lui sia davvero un Demone .. < E in cambio ti colmerò l’anima di qualunque cosa tu voglia > .. allontana la mano, dandole modo di potersi girare e decidere. Lui mostra le vie, agli altri scegliere quale intraprendere.
Giocata del 17/04/2021 dalle 14:12 alle 18:15 nella chat "Bosco Oscuro"
Coraggio, stupidità, chissà cosa ancora la ferma li a compiere quell'atto - forse il semplice desiderio della pace eterna che ancora non l'ha presa. Troppe occasioni in cui v'è stata terribilmente vicina, l'ultima del quale l'aveva accettata di buon grado - avrebbe pagato per i propri peccati e si sarebbe un giorno ricongiunta a colui che giace sotto terra da troppi anni. Avrebbe passato l'eternità con egli ma anche allora, quando tutto pareva infine deciso, ecco che nulla di tutto ciò accadde, strappandola anche a quella misera felicità di cui si sarebbe nutrita e accontentata. Il silenzio fa da padrone a quel loco, eppure quel vento tra quegli oscuri alberi innalza lieta quella musica nell'animo, una musica passata e che si condisce di note nuove, di un futuro ancora incerto, d'un presente quasi vacuo e privo di quello spessore a cui aspira. Rumori lievi, passi sottili, acqua che si muove vicina al proprio udito e la calda presenza nuova che si inarca alle proprie spalle provocandole quel brivido di paura che sale lenta sulla schiena e s'annida li, al centro della pancia, piccolo peso che par volerle rendere il tutto più chiaro. i rumori che paiono limpidi, i suoi passi seguiti con estrema attenzione , lasciando che sia egli adesso semplicemente a narrare - curiosa in realtà di sapere cosa egli voglia da lei. Non pare d'averlo mai conosciuto prima , e dunque perchè egli per primo è li con lei? Ad ogni parola, frase, quella ruga nel mezzo della fronte va a incassarsi, il segno che diviene più pesante così come lo stesso peso che porta addosso. Chi è egli per dire cosa è o cosa non è? Sempre con quelle iridi chiuse andrà lei stessa a parlar adesso, in un sussurro basso che quasi s'ha di ringhio, infinito e coinvolgente che viene sputato direttamente dall'animo < pare che la morte non mi desideri ancora > ne permane frustrata, come ad esser scartata dalla stessa - cos'ha ancora da dare? Da donare? Ha già spesa quei trent'anni di vita alla ricerca d'una conclusione , la propria, ma nulla di ciò è mai arrivato. Vento che accompagna quelle sue parole, eppur non s'ha cosa dire, cosa ribattere, udendo solo i profondi brividi di una voce fredda e calda allo stesso tempo .Come si fa a rimener al fianco della morte? Un tocco alla mano inaspettato, la stessa che si muove presa in contropiede da quel tocco senza ancora rifuggirgli , oh, come quelle parole la faranno quasi ansimare per la rabbia profonda e viscerale, la stessa che le farà riaprire gli stessi occhi < tu non sai niente della mia solitudine > sillaba lentamente ogni singola parola, le condisce col proprio odio verso coloro che credono di conoscerla già, come fosse davvero trasparente e leggibile come un libro aperto < del mio dolore, del mio odio > no, non sa nulla di tutto quello. Non conosce nulla di ciò che alberga ancora dentro, di come pare che sia solo quell'antico odio a mandare avanti la propria vita in concomitanza d'una singola, misera speranza , che un giorno possa smetter di lottare per esser felice, per una singola volta. La sua anima è davvero vuota?No, non crede nemmeno in quello, eppur ancora non si volta, lascia che lo sguardo si allunghi verso le scure ombre e il piccolo spicchio di luna alto in cielo < la mia anima è dolore > lo stesso in cui s'annega perfino da sola, riempiendola di quello e donandone piccoli pezzi ad altri. Quella mano continua a carezzarle quello stesso braccio, serpe a volerla per se quasi, come se volesse ipnotizzarla , in quello sguardo che adesso scivola verso di lui a notar quello stesso ghigno a cui non risponderà per qualche attimo, lasciando spazio ad un silenzio carico di parole, di sguardi stessi < ho già incontrato qualcuno di terribilmente oscuro > il possessore del rinnegan, amato e amante, lo stesso che l'ha condotta nell'abisso della propria disperazione per poi prenderne le mani e condurla in quella danza di fuoco, di libertà .. per lasciare solo il niente dietro di se < cosa potresti donarmi adesso giovane sconosciuto che io non abbia già?> ha il potere della conoscenza, ha la propria vita, il proprio corpo, un piccolo obiettivo per cui considerarsi ancora viva < una singola cosa vorrei, ma per quelli come me, è impossibile da avere > qualcosa di così semplice quanto irraggiungibile. L'esser davvero felici e fermare il proprio cammino. Dire basta senza guardarsi indietro. Ed egli cosa potrebbe darle di tanto prezioso in questa notte quando tutto ha attraversato perfino le notti più oscure dove le stelle nemmeno esistono? Volge di nuovo quello sguardo diretto al ragazzo, vicino abbastanza da poterne vedere le profonde iridi oscure di cui è pregno, e non ne ha paura, nemmeno di quell'anima che sembra poter avere, di quell'inclinazione oscura.. no, vuole leggerlo adesso, voltandosi quel che basta per averlo di nuovo d'innanzi a se, estremamente vicina, ma sarà lui a doversi allontanare se lo vorrà fare. [Bosco] Quel silenzio che giace nel loco non è altro che musica per le proprie orecchie. Soffermatosi dietro di lei con la tunica che sfiora la schiena di lei, rabbrividita nel momento in cui i polpastrelli del medio e dell’indice vanno a toccarla il dorso della mano, fin su lungo il braccio rispettivo. Un contatto con la spalla che perdura frattanto che l’ascolta e resta in silenzio per tutto il tempo. Le labbra son serrate e la mano s’allontana dalla sua spalla nel momento in cui lei riapre le palpebre e si volta, affinchè possano porsi frontalmente. Così come quel ghigno che cessa d’esistere, le labbra ritornano serrate e l’espressione permane completamente impassibile fino all’ultimo istante. Non si smuove da lì – affatto – non fa alcun passo indietro : la distanza tra i due è quasi nulla. Così dannatamente vicini al punto che i loro respiri s’intrecciano una volta fuoriusciti dalle narici. Le braccia penzolano nuovamente lungo i rispettivi fianchi, all’interno della tunica ; schiena eretta e petto leggermente in fuori. Una mole asciutta, ben allenata, ma coperta completamente dall’abito lungo. Occhi che per nulla ragione al mondo distolgono lo sguardo da quello di lei, lasciandole la lettura completa delle proprie iridi, nere come la pece e pesanti come macigni. Iridi vissute, segnate da un passato misterioso, piene di dolore e solitudine, cattiveria e malvagità : tutto ciò che lei ha dentro di se e che prova. Ed è per questo che non le dice nulla in merito, lui sa e Sango potrà trovarne la risposta proprio in quelle pupille. Quando lei smette di parlare non controbatte subito, anzi .. l’oscurità e la quiete ritornano a regnare ed i secondi passano, inevitabili ma interminabili, come se il tempo rallentasse lasciando che il peso di quell’esatta circostanza s’appesantisca via via, sempre più, sulla figura della ragazza .. < Se vuoi posso ucciderti > .. lo dice in un modo terribilmente serio, non scherza. Seppur non sia minaccioso, ne inculca lei altrettanto pericoloso, ma l’espressione che mostra fa si che l’ironia e l’umorismo non vanno di certo di pari passo con lui .. < Oppure posso darti il potere. Il potere per raggiungere ciò che più vuoi in questo mondo > .. le dita dei piedi premono sui sandali e, a loro volta, sul terriccio sottostante sollevando di conseguenza i talloni per impuntarsi. Giusto quanto basta non da elevarsi su di lei, bensì avvicinarsi – impercettibilmente – col viso verso il suo. E d’altro canto, se la distanza è effimera, quasi nulla, con quel leggerissimo movimento dovrebbe ritrovarsi a sfiorare il suo viso col proprio, qualora lei non arretrasse. Inclina leggermente il capo di lato e gli occhi per un attimo si distolgono dai suoi per scorrere lo sguardo sul suo volto, delineandone i tagli, la forma del naso e di quella bocca le cui labbra carnose – per un soffio – sfiorano le proprie. Ma poi solleva nuovamente gli occhi verso i suoi .. < Dimmi .. > .. è un sussurro. Per quanto sembri che sia un gesto per baciarla, dato il movimento, in realtà il suo è un movimento metaforico per far si che quello stesso sussurro possa essere sentito soltanto da lei, ma non indirizzandosi verso le sue, ma direttamente tra le sue labbra. Come se volesse parlare direttamente con la sua anima, dentro di se, e confidarsi, parlarsi completamene nudi .. < Qual è la cosa che più desideri ? .. Ciò che più vuoi in questa vita ? > .. nello smuovere le labbra per sussurrarle, sfiora inevitabilmente le sue .. < Al punto da venderti l’anima ? >.. alla Morte, a lui. E seppur intrinseco, lascia intendere – per l’appunto – la scelta dinanzi a se : vivere col rimorso o dargli l’anima per rivivere. Quella danza che permane, leggiadra sebbene le labbra sia tremendamente pesanti, così come il petto che torna a far male - mille aghi che affondano ad ogni momento, ad ogni sospiro che sfugge tra le rose gemelle lievemente aperte . Vicina abbastanza dal sentir il suo stesso aroma, l'odore che s'impregna della nera essenza altrui, fredda e torbida, come melma pesante nella quale andare a districarsi. Lei più selvaggia, di quell'odore che s'ha di foresta stessa, che sa anche di qualche fiore . Affonda in quella pece nera, il proprio azzurro che si scurisce lentamente nel comprender forse che quell'anima sia troppo densa, scura, a donarle la morte in quel modo < ho compreso che la morte vada guadagnata tanto quanto la vita > un ossimoro, eppur veritiero. Nemmeno desiderandola ardentemente quella sarebbe arrivata, perfino in quel loco, perfino in quella desolazione < un giorno forse potrai farlo > una sorta di promessa, una sorta di opportunità che gli dona - la possibilità di coglier il fiore della propria vita, un giorno ma non adesso. Ha ancora troppo da fare, troppo per cui lottare, troppo per cui ancora arrancare < conosco il potere > ne ha visto il potenziale, l'attrattiva stessa, s'è legata lei stessa alle tigri ed è giunta oltre le porte della mera conoscenza della madre Rea. Custode della natura alla quale adesso rifugge, quel Senjutsu alla quale non riesce più ad accedere, e l'anima ancor più frastagliata di dieci anni prima. Troppi pezzi ha lasciato lungo la propria via < mostrami qualcosa di nuovo > un invito a farlo, a donarle qualcosa che possa sostituire quella piccola speranza di poter esser ancora una tigre, di poter aver la libertà solo volendola. Ma li, in quella nuova città, in quel che i villaggi hanno perduto l'onore e l'essenza stessa, vi è davvero posto per lei? Osserva quel movimento, non se ne discosta, lascia che il suo viso possa sfiorar il proprio, che le labbra si tocchino timide e docili, che possa sentire quel respiro sul proprio ad intrecciarsi, a trarne la stessa energia. E se l'altro scosterà lo sguardo, ella non lo farà, alla repentina ricerca della porta per acceder alla sua stessa anima, quegli occhi che richiama con insistenza muta . Cosa desidera di più? Oh che domanda ambigua, quante risposte potrebbe donar lui, quante visioni differenti in gioia e dolore, in vita e distruzione. Ma quel desiderio l'ha già espresso, in una notte di calma sulle pendici della stessa °Otogakure, ove Nemurimasen le donò la sua promessa. Ne trova una sorta di calamita, ne trova quasi una somiglianza allo stesso, in quei capelli, in quegli stessi colori, eppur sente che l'anima ebbra di bellezza non faccia parte dell'Uchiha a lei presente < potrei dirti molte cose, e sarebbero futili > no, quelle cose potrebbe prendersele da sola, allungando le semplici dita ad afferrarla. Un ennesimo brivido corre lungo la schiena, un lieve rossore ad impregnar le candide gote a quello sfiorarsi < voglio portare un morto in vita > si, vuole riavere il suo Ren. Un desiderio che trascende l'umana comprensione, un desiderio senza dubbio impossibile, riportar indietro una persona vissuta trent'anni prima.. ma lo vuole, unico desiderio per cui venderebbe l'anima, ah ma quella? < l'anima l'ho già venduta > tempo prima ha fatto già il suo patto con un demone, eppur non è servito a nulla farlo. Ma riportare il fratello in vita, oh che pensiero orribile, trascinarlo via dal suo sonno per il proprio puro egoismo, per riaverlo li, per sapere cosa fare, per avere quella piccola felicità che anela , per esser infine degna di lui.. ma un desiderio che mai troverà compimento < i miei desideri son impossibili > soffia verso lui, soffia contro le sue stesse labbra a sfiorarle anche lei, dolce e delicata questa volta per sussurrare alla sua stessa anima, per comprender di più, per avere una piccola speranza. < puoi darmi questa speranza? > [Bosco] Seppur le labbra restino serrate, stringe leggermente i denti all’interno in un sorriso forzato ma invisibile agli occhi dell’Ishiba. Un giorno forse potrà ucciderla : molto probabilmente si o forse il contrario. Nella vita ci sono e ci saranno inevitabilità a cui non ci potrà fuggir via, tra cui la Morte stessa. Non le risponde alcun modo se al dire successivo che gli fano smuobvere le labbra e picchiettar la punta della lingua sul palato .. < Nessuno conosce il vero Potere perché non vi è limite a ciò > .. le spiega a mezza voce guardandola dritta negli occhi .. < Chi ha sete di Potere non si disseterà mai > .. e lui lo sa benissimo .. < Se ne vuoi ancora di più dovrai accettare i consigli che ti ho dato > .. e non li ripete, non serve. Entrambi sanno che si riferisce all’odio principalmente : ne serve di più, non è mai abbastanza. Deve crescere tanto quanto il potere che si vuole. Percepisce quel suo brivido dal modo in cui resta completamente immobile nel momento in cui si ritrova a sfiorarle le labbra ; da ottimo osservatore qual è, ne focalizza anche la gote rossa, molto probabilmente per l’imbarazzo o semplicemente per il fastidio che tiene dentro se qualcuno si avvicina così tanto ad ella. In un modo o nell’altro l’Uchiha rischia lo stesso, pur consapevole – saccente – che non vi sia alcun problema. Ogni dubbio viene scacciato via quando la ragazza altrettanto le parla senza allontanarsi, andando lei stavolta a sfiorargli le labbra quando parla .. < Per ogni desiderio ci sarà una conseguenza. Più grande, più difficile o più forte .. il prezzo da pagare sarà altrettanto alto. E ne io ne tu, nessun altro potrà aiutarti a scamparlo > .. tutto sottovoce, tutto sussurrato nella sua anima .. < Magari sarai così debole da non riuscire a raggiungerlo > .. il desiderio di riportare in vita un morto o qualunque altro desiderio che giace nascosto nel suo animo .. < Ma in tal caso, sarò io a tenere a bada ogni sentimento dentro di te che vuole uscire > .. l’essere deboli è dovuto proprio da ciò : dai sentimenti, dalle emozioni, dai legami. Bisogna tagliare ogni filo che li collega per poter ambire all’impossibile .. < Ti darò questa speranza > .. la rassicura in poche semplici parole dette con decisione, sicurezza ma al tempo stesso priva di ogni tono e sfumatura sentimentale. La mancina mano, la stessa di prima che l’ha toccata, viene sollevata nuovamente e stavolta lei potrà guardarla chiaramente essendo frontale. La pelle smunta proprio come il viso, dorso puntato verso l’alto e dita affacciate in avanti. La mano della Morte che lenta ma inesorabile si avvicina a lei, cercando di raggiungerla. L’aggira per poter affondare delicatamente col palmo sulla sua nuca coperta di chiome rosse. Le dita si nascondono tra esse, nel fuoco, per imprimere una leggera forza per permettergli di salire sulla carrozza e prendere le redini in mano. Del suo corpo ma anche della sua anima stavolta .. < A patto della tua fedeltà e fiducia, eterna, su di me > .. la fissa negli occhi. Seri – dannatamente – ricolmi di un buio tenebroso e doloroso ; attende qualche attimo, come a volerle concedere il tempo per scegliere. E’ in base alla volontà di ella che capirà se lo vorrà davvero. Affidarsi e concedersi completamente all’Uchiha. E poi spinge, piano ma quanto basta, quella nuca tenuta nella mancina mano, per provare ad affondare con le labbra sulle sue. Un bacio, agli occhi della luce che li guarda, ma non per loro ; si nasconde ben altro dietro. Prova ad infilarle la lingua nella bocca, non per piacere, non per goduria. Non gli interessa. Semplicemente per intrecciarla alla gemella e successivamente serrare i denti in un morso. Breve ma deciso. Quanto basta per causar dolore ad entrambi e far fuoriuscire il loro sangue, che mischiati ne sancirebbero il patto stesso. Tutto dipende ove i loro occhi punteranno, in quale spicchio di quel loro essere andranno ad incedere. Oh da quanto non sentiva quell'energia stessa permeare il proprio desiderio, di come un tempo la sua ricerca del potere l'aveva portata terribilmente vicina a ciò che desiderava - un legame eterno con quel che vi è fuori, con quel che li circondano adesso. Natura che ha amato e che adesso la rifiuta, un potere che non le appartiene più, a cui lei stessa ha voluto rinunciar per non sentire ancora il peso di quelle scelte prese, di quelle anime spezzate, di quella guerra vissuta e combattuta per il proprio egoismo. Sentimenti che riaffiorano potenti, ne animano il nuovo cupo desiderio di poter trascender un giorno la morte, la vita stessa, e adesso è lei che par risplendere della fiamma della vita insieme al nulla della morte stessa < ne sono consapevole > oh no, non è una sprovveduta, non è una donna appena nata. E' stata un jonin a proprio tempo, ha creato guerre e combattuto quelle degli altri, ma la propria guerra rimarrà sempre la più importante e distruttiva ai propri occhi < ho già il peso di migliaia di vite sulle mie spalle > le stesse che la incontreranno nell'aldilà , che attendono il loro turno, ed ella consapevole sa che il momento giungerà prima o poi. Per mano sua o di chissà chi cosa importa? A quel suo dire, a quella debolezza, lo stesso sguardo s'incendia ancora - com'è possibile che riesca a farla infuriare in tale modo e allo stesso tempo riesca a salvarsi la pelle dalle proprie mani? Mano destra che salirebbe veloce, impulsiva, verso il suo stesso braccio per stringerlo con quelle sottili dita affusolate < non darmi della debole > il ringhio che ne nasce ne impregna perfino quelle iridi, sottili , di quella debolezza avuta pur di prender per se un poco di quella felicità che voleva avere. Il tempo di una distrazione, il tempo di veder completamente crollare il proprio sogno, tutto ciò per cui aveva combattuto, per cui aveva tradito un intera alleanza sotto la bandiera dell'Akatsuki stessa. Quanti che ha tradito, amici, conoscenti, un clan perfino, tutto per raggiunger qualcosa di più grande < non mi rimane niente > Akendo è morto, Ren è morto, tutta Oto par essersi ridotta in cenere. Poco le rimane adesso, quei piccoli pezzi di un clan che cerca disperatamente di metter insieme nuovamente, di ricostruire come quelle che doveva esser una famiglia < non darmi speranze che possono morire > par quasi una minaccia, forse lo sarà davvero. Ma egli potrebbe mai annullare quello spirito che si impregna nell'acqua del proprio villaggio e nel fuoco che arde ancora, debole, al centro del proprio petto? Quel tocco che non sfugge, sente le dita altrui premere contro la propria nuca, intersecandosi nei lunghi fili rossi che scivolano lungo i fianchi. Anche lei permarrebbe col proprio tocco se concesso, su quello stesso braccio < come posso fidarmi di chi non conosco > non sa niente di lui, del suo passato, nemmeno il suo nome < e perchè sei venuto da me > cosa ne sa lui di lei? Cosa può davvero saperne di ciò che è stata, e trovare una sorta di risonanza nel suo stesso pensiero, eppure vissuto già con la propria pelle, con i propri occhi, con la propria vita. Perchè dovrebbe davvero fidarsi di chi non conosce . Dubbio ve ne è, come potrebbe gettarvisi per una seconda volta tra le braccia e tra l'egoismo di un esser come lui, senza venirne lasciata completamente sola come è già accaduto... la pressione che aumenta , lieve, quelle labbra ad infrangersi contro le sue prive di quell'ardore che s'ha d'amore, non vi è nulla di tutto ciò. Solo pio desiderio di qualcos'altro. La lingua che si insinua alla ricerca della gemella, ne sente il gusto, il sapore stesso, il dolore che ne seguirà insieme al sapore del ferro stesso. un breve gemito prima che quello stesso bacio muoia e doni di nuovo respiro . Il sangue che colerebbe breve oltre la porta del respiro, scivola lento sulle morbide labbra < perchè > il tutto si riduce li, a quella semplice domanda. E attende, senza scostarsi di un singolo millimetro da esso, senza scostar nemmeno lo sguardo, in quelle pelle nivea e pallida che non si macchia più di alcun rossore. [Bosco] Sente la pressione di quella mano che va a cingere nel palmo il proprio braccio. SI lascia toccare e si concede a quella forza – seppur leggera – ma che ne richiama la rabbia contenuta dentro di lei. Permane a guardarla negli occhi senza dire nulla ; tutti quei commenti e tutte quelle domande che assalgono in lei dubbi ed incertezze. Com’è giusto che sia, d’altronde non lo conosco. Non sa chi è, il suo nome, d dove viene. Pensieri che la tormentano e che al tempo stesso l’Uchiha ci gioca su senza darle una risposta. Vuole che sia tormentata, pressata mentalmente. Almeno fino a quando le labbra si toccano e le lingue s’intrecciano in u patto di sangue mischiato dalle loro salive. Si stacca quando tutto finisce, ritornando a poggiare i talloni sul terriccio e distanziandosi di conseguenza col viso dal suo, pur sempre tenendo una distanza quasi nulla da lei. Osserva quel fil di sangue al lato della bocca che viene subito ripulito e poi alza gli occhi per incrociare il suo sguardo .. < … > .. ancora in silenzio, interminabile e pesantissimo. Rilascia la presa della sua nuca, con le dita che sfilano tar le ciocche rosse dei capelli. La stessa mano che ritorna in avanti, con l’indice che prova a poggiarsi sotto il mento di lei ed il pollice che, con un leggero movimento, cerca di pulirle il labbro inferiore, quasi in una pseudo carezza .. < Perché io so cosa provi. So cos’è l’odio, la solitudine, il dolore > .. allontana definitivamente la mani che si ripiega all’interno della tunica e lungo il rispettivo fianco, mentre il braccio destro resta ancora tenuto afferrato dalla mano di lei e continua a lasciarglielo fare .. < Ci convivo ogni giorno, sono parte di me. Io sono l’essenza di tutto ciò > .. l’essenza del male. In persona, proprio dinanzi a lei. E l’essere un’Uchiha ne è soltanto una conferma .. < In realtà posso capirti più di quanto credi, più di molti che credono di conoscerti da anni > .. la fissa negli occhi, insistente. DI ferrea volontà, dannatamente sicuro .. < Hai deciso di affidarti a me, hai deciso di cambiare le sorti del tuo destino già da ora > .. un leggero venticello interrompe il suo dire, soffiandogli in viso e smuovendogli leggermente qualche ciocca dei capelli neri che ricadono in avanti sulla fronte nascosta da una fascia bianca avvolta .. < Ora hai qualcosa > .. non può più dire di non aver niente .. < Adesso hai me. Non ti resta che buttarti a capofitto > .. le labbra s’allargano nuovamente, stavolta in modo più visibile, al punto tale da mostrarle un leggero sorriso. Lascia intravedere una dentatura bianca e perfetta ed una curva sinistra ma al tempo stesso dal fascino misterioso .. < Nessuno deve sapere del nostro incontro, né soprattutto di me > .. deve restare ancora nell’ombra, è solo l’inizio .. < Ma per ora, solo per stanotte, puoi avermi nel modo che vuoi > .. avere l’anima di qualcuno significa anche porre rimedio ad ogni suo desiderio. La strada da fare per lo Scacco Matto è iniziato proprio ora .. < Io sono Uchiha .. Unmei > .. rivela il proprio nome e, soprattutto, il clan d’appartenenza che lasciano per un attimo far intendere all’Ishiba, con chi ha a che fare .. < Ed ora in avanti tu fai parte di me > .. Arrogante, spocchioso, avrebbe un sacco di epiteti da poter affidare a quella figura ancora sconosciuta, priva di nome ed identità, priva di una sua vera forma. Il sangue che viene lentamente ripreso, per macchiarne poco le rosse labbra . Non v'è stato alcun tipo di sentimento, niente che potesse farla davvero tremare, solo quel vacuo senso di passato che torna di nuovo a lei < se non sai nemmeno chi io sia, come puoi credere di conoscermi > così come ella non sa chi sia, lui stessa non ha idea di chi sia lei stessa, di cosa sia il proprio passato, di come abbia già venduto l'anima ad un angelo caduto, meraviglioso quanto pericoloso li , con il suo sapere, e il suo stesso rinnegan agli occhi. Ha venduto l'anima ad un kami, cosa può donargli dunque lui? < sembri così sicuro di te > un aggettivo che può essere anche un pregio, alle volte, e altre volte no.. ma ancora tutto deve esser deciso davvero, tutto ancora deve esser detto < cosa ti fa creder dunque che abbia già scelto? > non ha quel potere su di lei, troppo cresciuta, troppo vissuta per lasciarsi andare a qualcosa del genere senza davvero pensarvici. Eppur dovrebbe anche ringraziarlo, per una volta le ha fatto davvero ammettere cosa desidera da quella stessa vita, cosa che mai ha pronunciato ad alta voce sentendosene sporca < non ho ancora deciso > chiarisce semplicemente, lasciando solo che lo sguardo possa continuare a seguirlo, stupita profondamente da quell'enorme convinzione. No, non è li per il cambiamento, quella strada la sta già seguendo , così come quella stessa oscurità che la abita da più di dieci lunghi anni. La ruga che si forma li, al centro delle proprie sopracciglia è profonda, di dubbi che l'assalgono ma rimangono taciuti adesso < nessuno > mormora quella parola, rimanendo stupita da quella sua futura decisione. E li un mero sorriso sboccia tra quelle labbra di primavera < non voglio un oggetto o un burattino > potrebbe davvero averlo come desidera? La stessa mano, ancora pregna di quel suo braccio, andrà a lasciarlo infine, per sollevarsi su quello stesso viso pallido e sfrontato, per donargli una piccola carezza sulla stessa gota bianca < e non lo sei > nessuno di loro lo è, umani nel profondo, troppo legata a qualcosa di più intimo per farle avere quel giovane per il proprio egoismo solo per porre rimedio a qualsiasi proprio desiderio < Ho conosciuto i migliori Uchiha mai esistiti > Nemurimasen, Kioshi e infine la reincarnazione di Madara stesso < spero che tu sia alla loro altezza > un singolo dire, un passo fatto indietro, semplice e dolce. Che forse egli sia davvero in grado di mantenere la sua parola lo dirà solo il tempo, ma adesso è il momento che quest'incontro volga al suo termine < Sango Ishiba > si presenta anche lei < non appartengo ad alcuno > un ultimo sussurro nel vento, prima che gli volti davvero le spalle, prima che possa camminare oltre quella coltre scura di alberi e morte. Orgogliosa come sempre, terribile quando vuole. Non appartiene ad alcuno, solo l'unico che potesse definirla davvero di sua proprietà non v'è più, perchè incedere adesso e subito alle parole di qualcun altro? Dovrà pensare, riflettere, perchè benchè questa notte si stia concludendo, quella conversazione ha portato di nuovo a galla una parte di se che credeva morta.. ma non lo è, per niente. [End]