Non sempre chiedere una sigaretta è una buona idea
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Giocata del 15/04/2021 dalle 16:01 alle 21:37 nella chat "Quartiere Notturno"
Un sole splendido quello di oggi, che irradia tutti i passanti con i suoi raggi, che a quanto pare dicono che bacino solo i belli...in questo caso allora Yori non c'entrerebbe un bel niente visto che nel Clan di certo non è ben visto per la sua bellezza incommensurabile che si porta dietro tra quei riccioloni che non fanno che spuntare da ogni dove e in ogni momento. Fatto sta che il sole oggi baci un po' tutti i passanti, evidentemente è caritatevole...e tra tutti quei passanti per le vie del quartiere notturno c'è anche Yori, vestito a modo suo, si è tolto tutti quei vestiti scomodi e attillati che deve indossare quando è presente nel clan, ma bensì si è messo addosso la sua solita maglia rossa senza maniche, presa tempo a dietro in un qualche mercatino dell'usato che aveva trovato, sfoggiando dunque con totale libertà le sue braccia poco carnose e di certo non fisicate come si potrebbe pensare da un normale Shinobi che è riuscito a passare l'esame da Ghenin. Più in basso si può notare come porti un pantalone blu scuro, anch'esso preso in un mercatino con la maglia e che però indossa con un cinturino a stringere alla vita, visto che per non spendere tanto si è dovuto accontentare di una taglia più grande della sua originale. Alle caviglie porta delle bende che stringono la fine del pantalone, in modo che lui stesso non inciampi su quelle zampe d'elefante che si ritrova nel pantalone..., alla pianta del piede porta delle ciabatte ad infradito con la sua suola in cuoio duro, lasciando così il suo piede in bella vista seppur sia ben curato. In questo momento si trova qui per un momento di spaesamento, si trovava a girovagare per i vari quartieri ed è finito tra le vie del quartiere notturno..., di certo non il miglior momento per poterci andare visto il sole bello scintillante che hanno sopra le loro teste. Un sigaretta intanto pende dalle sue labbra, è accesa e sembra anche l'ultima del suo pacchetto e questo è un male <tsk è davvero l'ultima...>non ci crede nemmeno lui, e anzi una certa paura in realtà inizia a salirgli visto che senza di esse rischia di finire in grossi crisi motorie e psichiche. Vede comunque di godersela mentre fa un giro di qua e di la per la via, notando le varie case d'azzardo, bar e anche le sale da thè a lui tanto care quanto le tisane, da buon vecchio trent'enne qual è. Il rosso l'ultima volta lo ha incontrato in tal loco, magari la fortuna gli sorride nuovamente ritrovandolo sdraiato sulla stessa panchina. Le speranze son piuttosto labili ed evanescenti, difficile trovare un uomo due volte nello stesso posto, specialmente se esso sfrutti quel luogo per dormire e passare la notte. I ricordi sono vecchi, risalenti ad anni orsono ma neanche lui crede che si sia ridotto alla stregua di un senza tetto, solo un mero caso fortuito il proprio; in virtù di ciò, il fato, comincia a lavorare mostrandogli l'effettiva inutilità di un simile viaggio tramite una panchina vuota e priva di vita, sicuramente priva di Rasetsu. Le cobalte iridi vanno a soffermarsi su essa con il resto del corpo immobile e diritto, silente nel permettere al pensiero di annullarsi nella sua totalità e lasciando che un leggero sorriso macchi il viso dell'azzurro. Trovarlo risulta difficile, ancor di più compiere l'atto finale con le sue, per il momento, misere capacità; tra gli shinobi del suo anno non è mai risultato essere il più forte o il più abile, non ha mai ambito ad un simile titolo onorifico e quell'incidente di certo non ha favorito una sua crescita in tal senso. Rimasto ai livelli di allora, si ritrova, adesso, a dover fare il doppio della strada per raggiungere un uomo capace di imprigionarne un altro e vessarlo come se niente fosse, a riprova del suo essere totalmente all'oscuro dei veri cambiamenti di questo tempo. Un sospiro si lascia scappare mentre il passo ricomincia avvicinando il corpo alla panchina, il busto flesso in avanti ed il palmo destro poggiato nel lato dove, giorni fa, il rosso ha poggiato il capo. Il calore della sue persona può ancora sentirlo, inebriando l'essenza della stessa della sua vita. Deve trovarlo, vederlo e assaggiarne, come promesso, il sangue così tanto simile al suo da spingerlo a catturarlo. I raggi solari della giornata scendono su Kagegakure portando con se i primi sprazzi di bel tempo estivo rendendo le giornate più vivibili e meno glaciali. Le vesti indossate comprendono un singolo paio di pantaloni color del latte la cui larghezza si evince soprattutto nella parte superiore degli arti ed un paio di semplici e banali sandali shinobistici. Una giacca, bianca, ricopre il busto e gli arti superiori, chiusa fino all'ombelico da una cerniera. Capelli corti e brizzolati di un color azzurro mare mentre sul viso, per concludere, una mandibola umana a ricoprire il lato destro del volto. Continua a camminare, gironzolando per il quartiere che al momento di giorno probabilmente non sta dando il massimo della vivacità che si potrebbe trovare di notte, con il calare del buio che fa risaltare quelle altre stelle più piccole e scartate per l'ego di un sole presuntuoso. Tiene le mani in tasca, continuando a strusciare il proprio pollice contro un foglietto di carta di 20 x20 cm piegato, che si sta portando dietro da quando Sango è riuscita a risvegliare la sua innata, facendogli fare cose che fino a quel momento poteva solo rimembrare tra i ricordi dei suoi cari che facevano parte del clan. Il fumo uscente dalla sigaretta non fa che inebriargli il naso di quell'adorabile gusto di tabacco, che deve continuare a persistere attorno alla sua vita se non vuole riscontrare alle conseguenze che il suo stesso corpo gli ha imposto, nel momento in cui fumare gli è diventato un vizio vitale più che un gioco per passar il tempo morto, il solo pensiero lo fa rabbrividire, ha provato a smettere per una settimana e gli effetti sono stati disastrosi, le braccia gli si sono contorte tutte e non aveva più controllo dei propri arti superiori. Passo dopo passo visiona vari luoghi, tutti interessanti ma che di certo a quest'ora del pomeriggio non sono interessanti, anzi fanno solo passar la voglia. Tuttavia il suo sguardo ricade su un tizio più tosto strano..., un ragazzo con i capelli blu che sta "seduto" su una panchina...insomma il tizio perfetto per chiedere se abbia una sigaretta, visto che di certo non può sviarsela ignorandolo e sorpassandolo, vi si avvicina con un passo calmo rilassato mentre continua a con la mano destra a sfregare il pollice sulla carta come se fosse un antistress, nell'avvicinarsi però trova una cosa ancora più interessante, la sua maschera! è fantastica per lui, e soprattutto gli calza proprio a pennello, probabilmente pensa che faccia parte di un qualche serie Horror che ancora non ha potuto vedere o che gli è sfuggita negli anni, lo sguardo gli si illumina e ci si fionda subito contro, arrivando a piedi della panchina per vederla <ma è fantastica quella maschera!>esclama, proprio come se fosse un bambino che vede il suo giocattolo preferito per la prima volta <sembra quasi vera>una maschera di uno scheletro davvero fatta bene, <di che saga horror fa parte eh ?>gli occhi sbrilluccicano, non si presenta nemmeno e soprattutto non è lì nemmeno per quello per cui era venuto, ovvero per la sigaretta, rimane lì osservando con un sorrisone a trentadue denti che l'altro gli possa dare delle risposte in merito, visto che lui è un grande appassionato. Non seduto bensì ai piedi di quella panchina, chinato in avanti per toccarne le fattezze; un semplice gesto il suo per ricordare il proprio carceriere imprimendolo al meglio nella mente. Non lo necessita ma lo esige per se stesso, un modo al quanto primitivo per attendere il loro prossimo incontro e di certo sarebbe stato molto più interessante. Adesso i ricordi son vividi da entrambi i lati, non sussistono più segreti o sorprese ma questo è solo quello che il genin crede, la realtà è ben diversa e le sorprese sono innumerevoli, il destino solo sa cosa lo attenda nel prossimo futuro. Quella mole di pensieri viene interrotta dal sopraggiungere di una figura al quanto particolare, attratta dal proprio outfit visivo, la mandibola presente sul volto lo ha attirato a se risvegliandolo da quel torpore. Lieve è la sorpresa dipinta sul volto dell'Otatsu nel momento cui raddrizza il busto per portare lo sguardo su Yori; basito dall'altrui aspetto, in particolare dalla chioma in suo possesso lasciando che le cobalte restino su essa ancora per qualche momento prima di donargli l'attenzione da lui richiesta. Labbra schiuse man mano che le parole sopraggiungono, preso alla sprovvista e in contropiede. Fino a tal momento nessuno gli ha mai parlato della maschera facendo domande o chiedendo qualcosa in merito; stranamente è sempre riuscito a passare inosservato sotto quel punto di vista portandolo a non dover mai rispondere a qualunque tipo di quesito, fino ad oggi. Ironia proviene dal dire del Maeda, se solo sapesse la vera natura di quell'indumento non si dimostrerebbe tanto eccitato <Scusa?> perplesso nell'essere ricondotto a qualcosa di Horror, una saga non comprendendo il verso significato di quelle parole. Man destra che d'istinto tocca il viso percorrendo la mandibola materna lungo tutta la sua lunghezza, dita a scivolare nel ricordo del genitore <Non credo di capire, ci conosciamo?> ne dubita parecchio per via della differenza di età evidente ma mai dire mai dopotutto, forse anche lui è un rimasuglio del vecchio mondo e gli incontro non sono poi così rari <Non mi sembra di averti visto prima d'ora> non lo ricorda per nulla nonostante gli sforzi di memoria, un buco nero si presenta sul passato ma è probabile non sia niente di troppo grave. Forse un po' troppo irruente nell'approcciarsi ma l'emozione lo ha sopraffatto, d'altronde non ha ancora ben capito come approcciarsi alle varie persone, avendo vissuto per la maggior parte del tempo da solo o solo strettamente con i suoi genitori e il nonno. Giustamente l'altro forse non capisce, ha parlato troppo veloce e d'altronde un capellone vestito in quel modo sciatto, e senza un senso non può di certo ispirare sicurezza in quelle parole pronunciate. La cenere dalla sigaretta cade, avendo raggiunto lunghezza troppo lunga, finendo da sola per terra mentre le iridi di Yori sono fisse sul viso del ragazzo dalla tinta blu <no non ci conosciamo, ed è la prima volta che ci vediamo..> pronuncia le parole con calma, grattandosi la guancia con l'indice, accorgendosi effettivamente che non è stato il modo migliore forse per approcciarsi, tanto che in viso si schiera un'espressione un po' di disagio dal aver sbagliato qualcosa <comunque sono Yori piacere> cerca di recuperare, presentandosi sfoggiando un lieve sorrisetto <hai davvero un bella maschera, dove l'hai comprata ? non l'avevo mai vista in commercio>parla, non sapendo di star involontariamente indagando su un fatto estremamente personale del ragazzo e del quale se sapesse farebbe molto a meno di parlare. Fa un altro tiro di sigaretta, inspirando lentamente il tabacco della sua ultima sigaretta e facendo fuori uscire lentamente. La sua mente viaggia freneticamente e dopo qualche secondo di pausa tra i due ricorda anche il vero motivo per cui era venuto a parlare con questo Ventenne così appariscente <ah giusto> schiocca le dita della mano destra <non è che avresti una sigaretta o hai visto un distributore ?>chiede lentamente con tono cordiale <questa era l'ultima...e diciamo che il tizio che voleva vendermi quella sigaretta speciale in quel vicoletto qualche minuto fa non è stato molto convincente >probabilmente era droga ma lui non lo sapeva, è un ingenuo trent'enne che da poco ha ritrovato una via e un qualcosa per cui cercare di vivere bene, < cinque ryo per una sigaretta roba da matti tse...ma dove vivono questi..>ancora ingenuo del fatto che ovviamente della droga la si paghi di più di normale sigarette <questi casinò gli avran dato alla testa..>suppone nel mentre che parla a ruota aspettando la risposta altrui Come approccio va a dimostrarsi troppo diretto occupando lo spazio vitale del nostro, solo per constatare un dettaglio e fare una domanda. Le cobalte non vanno a staccarsi dalla figura del genin che si eleva dinanzi a se e quella massa di capelli capace di attirare l'attenzione di chiunque nella zona e nel circondario e per quanto non si ritenga un tipo ironica, un pensiero ne attraversa la testa, una battuta di scherno ai danni dell'altro. Tace ovviamente non esponendo quella parte di se destinata a soccombere molto presto; non gli piace, non è lui quando tali pensieri emergono, l'ironia non porta da nessuna parte se non al circo insieme ai clown <Capisco> non suo è il problema, la mente non gioca brutti scherzi, semplicemente l'altro è uno sconosciuto piombato dal nulla. L'intelligenza rimane, fortunatamente, intatta, non sta giocando brutti scherzi e quel po' di sanità mentale rimasta continua ad esistere <Piacere> apprendendone persino il nome <Sono...> schiarendo la voce <...Rk> stesso ed identico codice fornito anche a Kamichi, stesso nome donatogli dal rosso, un tributo a quella figura capace di plasmargli l'esistenza più di chiunque altro in questa vita. Lo sguardo viene distolto per guardarsi intorno, guardare i vari luoghi di svago più o meno depravati creati da Kagegakure, giochi d'azzardo, night club, bar ed è sicuro della presenza di luoghi ancor più osceni di quanto questi non siano <In un emporio che non esiste più> dal suo punto di vista può essere considerata una verità, il genitore non è più tra loro, di conseguenza la sua fornitrice è andata via. Tanto basta da sapere, non entra nel merito e nel dettaglio del proprio privato, non con qualcuno di cui non sa niente, di cui non conosce nulla se non un nome <Perchè ti interessi a questo genere di cose? Ti piace il macabro?> comincia così di conoscere il proprio interlocutore apprendendo qualcosa di più interessante e non solo le solite e banali formalità quotidiane. Capo piegato sulla destra alla domanda e solo ora nota la sigaretta in suo possesso, oramai del tutto bruciata e priva di utilità ma la risposta non giunge, interrotto da quella sequela di informazioni nei riguardi dei costi del fumo da quelle parti <Non fumo> inizia prima di tutto <E quella sigaretta speciale non conteneva tabacco presumibilmente e neanche dovresti sorprenderti visto il quartiere in cui ci troviamo> di tutto si può dire di quel posto tranne che non sia coerente con se stesso <Vai in qualche bar, qualcuno avrà ciò che cerchi> discorso lineare privo di pieghe. Continua a conversare nel bene o bel male con questo ragazzo sulla ventina che aveva adocchiato alla panchina, non sa bene cosa stesse facendo e ne gli interessa in realtà visto che è stato più affascinato da quella maschera che tiene addosso. <Rk ? ho capito bene ?>domanda per aver conferma anche se gli sembra di aver sentito bene <un nome corto..>più del suo, del quale pensava di essere già abbastanza corto. In ogni caso non ci si sofferma più del dovuto, un nome è pur sempre un nome non ha un grande significato per il capellone, tanto che non è nemmeno a conoscenza del significato del suo nome e forse mai lo verrà a scoprire. Lo sguardo continua a fissarlo, affascinato ma contenuto dall'esternare troppo le sue emozioni per non sembrare più strabo di quel che è già <ah caspita...che sfortuna> digrigna un po' i denti al sapere che non potrà trovarla più, non che gli starebbe bene in faccia ma il solo collezionarla non gli sarebbe dispiaciuto <uff>sospira, scontento <un vero peccato>pronuncia, prima di abbassare le leve inferiori per poi sedersi sulla panchina che gli è posta d'avanti, nel lato tuttavia a fianco del quale il ragazzo stava guardando prima dell'avvento di yori nella sua giornata di sole. Si siede dunque, dispiaciuto della notizia e forse anche un po' stanco dalla camminata di tutto il giorno che si porta dietro e sotto le suole delle scarpe <beh perchè sono interessanti...non piacciono a tutti anzi.., e questo già li rende speciali >professa iniziando ad argomentare la sua scelta <inoltre vedere un horror su una pellicola ti fa vivere dei brividi e delle sensazioni che l'uomo comune non vivrebbe>per lui che è sempre stato lontano dalla guerra è così, ma è consapevole che ci siano persone che hanno vissuto cose molto peggiori e macabre di quello che si può trovare in una pellicola, in cui ci sono dei semplici attori a recitare <insomma ti fa sentire un po' speciale sapere che ti può piacere un qualcosa che non normalmente non piacerebbe..., è bello> da sensazioni che lui non ha mai avuto, che forse vivrà adesso che è diventato uno sninobi a tutti gli effetti, ma che a tutt'ora non ha ancora potuto vivere...e forse spera di non vivere. Continua la conversazione, a quanto pare continua ad andargli male con le risposte, tutte negative <beh fai bene a non fumare, poi finisci come..e non ne riesci più a far meno> lascia intendere quel che vuole intendere, non è molto escplicito, d'altronde ne sa solo lui degli effetti che esso gli da <come non conteneva tabacco ??>domanda, stupito <e cosa allora?> ingenuo e un po' fuori dal mondo, non sa come funzioni e non capisce che si possa trattare di droga. Gli occhi si spostano su un bar lì vicino al sentire della sua risposta <mmh, si...potrei provare effettivamente lì> tuttavia dovrà inventarsi un'altra scusa per entrare e non sentirsi inopportuno. Consapevole della stranezza di possedere un appellativo tanto corto e inusuale per una persona normale ma non indossarlo sarebbe uno sfregio troppo grande ai suoi occhi, inaccettabile <Si> ha capito bene e quella reazione neutra, indifferente risulta, paradossalmente, accettata dall'azzurro rispetto alla risata proferita dal Kokketsu <Purtroppo non siamo noi a scegliere quale nome portare. Possiamo solo adeguarci> e andare avanti sfoggiando tale nominativo a testa alta, nonché con una certa fierezza. Sollevata lenta di spalle nel donargli una notizia, a quanto pare, sconvolgente per l'altro, il suo non poter acquistare un oggetto da collezione come quello, unico nel suo genere, un solo esemplare al mondo ed è in suo possesso ma se solo sapesse, ne potrebbe trovare a centinaia anche da quelle parti. Basta solo guardarsi intorno e scegliere la persona giusta. Permane in piedi seguendone il moto verso la panchina la quale lo ospita, lasciandolo parlare, rimanendo interdetto da quanto ode <Sono interessanti perchè non piacciono a tutti? Ti piace essere la voce fuori dal coro?> intento ancora ad indagare sull'altro ma è il successivo dire ad elevare l'interesse dell'azzurro nei propositi altrui <Ne sei sicuro?> chiede allargando le labbra in un piccolo sorriso, lasciando intravedere parte di quel sadismo che risiede dentro. Pupille a rimpicciolirsi mentre le immagini dei mesi di prigionia passano davanti a se, quelle torture che superano di gran lunga le immagini di una pellicola, dimostrando che la finzione non è nulla se messa a confronto con la realtà <Speciale, pensi di esserlo per questo?> non può fare a meno di chiederlo. Da quando si è risvegliato, questa è la prima volta che ha a che fare con un qualcuno che possa essere definito davvero normale, una persona qualunque con interessi di routine senza nulla di particolare. Il focus si sposta sull'altrui dipendenza dal fumo, palese fin dai primi attimi la sua natura di fumatore ma nulla che possa interessargli veramente <Una dipendenza si combatte con un'altra dipendenza> ragionamento assai contorto e privo di fondamenta su cui ergersi, per il momento <Il cosa non te lo so dire ma se torni nel vicolo, sono sicuro che te lo saprà dire> perchè mai evitare gli squali quando puoi buttarci le vittime <Hai sempre vissuto a Kagegakure?>. Gli viene confermato il fatto che abbia quel nome così bizzarramente corto, <capito capito..> lo accetta ovviamente, non si fa domande altrui <giusto, maledette madri eh..., sempre i nomi più bizzarri ci affibbiano heh heh >sfoggia una risatina isterica, ironica, buttata per armonizzare l'ambiente come piacerebbe a lui, gioioso e divertente...horror a parte ovviamente. Finisce la sigaretta con l'ultima tiro, cercando di aspirare le ultime energie che quella pagliuzza poteva dargli e che gli dovrà durare da qui fino a un po' di tempo, se non si deciderà di andare a chiederle da qualcun altro. Lo sguardo continua a ricadere sul ragazzo, ormai abituatosi che esso abbia una maschera in faccia nota la sua indifferenza per certi argomenti, un ragazzo ancora rigido per i suoi standard. Continua comunque la conversazione <beh se vogliamo metterlo su questo punto per certi versi si...almeno in un qualcosa vorrei differenziarmi dalla massa, penso sia un pensiero abbastanza comune nella testa della gente>o almeno lo pensa, tutti almeno una volta hanno voluto differenziarsi in un qualcosa nella vita, fa parte del genere umano suppone e non ci vede nulla di sbagliato <beh si..>lo guarda un po' stranito, da quell'espressione, e dal fatto che abbia aperto le braccia come se si sentisse in un certo senso superiore< certe sensazioni può dartele solo la pellicola horror...>professa, con un leggero timore che gli pervade nel corpo, del quale però non ne sa la causa < beh si sono "speciale" nel contesto in cui mi espongo..., come detto non molti li guardano e questo non è che mi renda migliore, ma semplicemente diverso.., penso almeno>espone come la vede lui, di certo non si crede nessuno, perchè lui non è mai stato nessuno, ancora tutt'ora è un trentenne che il sabato sera preferisce starsene sul letto a bere una tisana calda guardando i cellulare..., una persona qualunque. La frase che proferisce dopo lo incuriosisce <mmh...ma a quel punto, non diventerei dipendente della dipendenza che sconfitto l'altra dipendenza ?>domanda nel suo ragionamento contorto , lo sguardo va rivolto verso il vicolo incriminato che visto prima <mh direi che non ci tengo così tanto.., rimarrò con il dubbio..>di non sapere cosa ci mettono <beh no, solo da poco tempo..., sono tornato per ricercare la mia famiglia> o meglio per cercare qualcosa che potrebbe richiamare una volta per tutta "famiglia" visto che quella vera è ormai morta In tutto ciò che è successo nella sua infanzia, non può recriminare il vero nome che possiede trovandolo, da sempre, unico nel suo genere, armonioso nel sentirlo pronunciare scatenando una certa imponenza in esso. Nonostante l'altrui risata, questa volta, non vi è reazione, non parla del rosso ne di altro che lo riguardi così come non parla neanche della propria madre, in una qualche maniera si è chiuso in una bolla verso cui non possono giungere attacchi di alcun tipo. Non ne ricambia, ovviamente, il riso ne professa parola nei riguardi del genin; il proprio nome non va dibattuto più di tanto, esso è quello e nessuno può farci niente se non lui stesso ma questa è un'altra storia di cui non si parla nella giornata odierna <Essere come tutti gli altri è troppo umiliante? Perchè credi sia un pensiero comune? Molti darebbero la vita per essere come tutti gli altri e tu cerchi di allontanarti, di essere diverso, di emergere. Dal mio punto di vista, ti senti inferiori e una nullità, hai bisogno di qualcosa per essere notato> personale lettura del comportamento del vecchietto davanti a se, non conosce l'età esatta ma la differenza si vede nell'aspetto, molto meno nel comportamento. Il sorriso permane largo sul viso, l'arcata dentale viene mostrata quasi nella sua interezza lasciando intravedere, vicino al lato destro delle labbra, una piccola porzione di cicatrice, quasi impercettibile <Io scommetto che quelle sensazioni posso fartele provare amplificate per dieci, vuoi provare?> paura e sangue sono elementi che viaggiano su uno stesso binario, dolore e sofferenza sono il contorno di essi. Perchè rifugiarsi in un film quando tutto quello lo si trova nel mondo reale? Ciò che ha visto e subito sono di grande insegnamento, tecniche di tortura, metodi nuovi e innovativi ma già dal proprio comportamento può notare come Yori cambi elargendo un leggero timore <Si, questo lo abbiamo capito e oltre a questo, non hai nient'altro da offrire?> solo una sfrenata passione per il macabro della finzione, nulla più che possa portare all'attenzione dell'azzurro. Il prurito del divertimento comincia a farsi sentire, la voglia di sperimentare ciò che il proprio corpo ha sentito emerge da ogni singola parola, atto o movimento <Non tutte le dipendenze sono nocive> molte di esse sono una malattia ma almeno non sono il fumo. Tralascia il vicolo e il venditore di finzione dietro l'angolo <E l'hai trovata?>. Non sembra proprio che riesca a trasformare l'atmosfera come piace a lui, le battute ironiche non sembrano funzionare, il ragazzo è impassibile, glaciale, non mostra alcuna reazione al capellone che si ritrova forse ad aver scelto non la persona più adatta a lui a chiedere una sigaretta. Continua la conversazione di certo non con una bella tensione attorno ad essa, visto il commento che il ragazzo fa senza peli sulla lingua al povero yori, lo sguardo si assottiglia verso la sua figura, lo squadra per bene < diciamo che ci hai parzialmente azzeccato, è vero che mi sento inferiore, ne sono consapevole, non ho mai fatto nulla di speciale nella mia vita..come potrei pensarlo>lo sguardo è fermo sul ragazzo, mentre lui è sempre seduto sulla panchina sulla quale si è seduto prima < tuttavia, non è un problema per me e il mio intento non è essere notato....parliamoci chiaro, non verrò di certo notato per guardare dei film horror, tuttavia il fatto di essere in quella minoranza che li guarda, mi rende felice..>continua a esporre <te l'ho già detto, è essere diverso quello che mi piace non cerco di certo di elevarmi in un qualcosa rispetto ad altri e non li si otterrebbe di certo guardando un film Horror>conclude, esponendo come la pensa e si sente, non vi è alcun sorriso nella sua bocca, gli è passato il momento felice che poteva avere prima rispetto ad adesso, in cui l'intera atmosfera si sente essere cambiata e più fredda <amplificate per dieci? tu vorresti farmi provare la tensione e la paura che vedo in un film amplificata per dieci e come faresti?> domanda con un leggero tintinnio a proporre, di certo questo ragazzo inizia a inquietarlo un po', quello stesso sguardo che sembra così assetato <no, nient'altro di più, non sono speciale te l'ho detto>categorico, non accenna a nessuna parola in più <ma una dipendenza è pur sempre una dipendenza...il fatto che sia nociva non mi preoccupa, moriremo comunque tutti prima o poi..>più poi si spera ovviamente <no, non ancora...ma ben presto la ritroverò> grazie all 'aiuto di Sango potrebbe farcela, ricostruire il clan a modo loro, come pensano che bisogni viivere. L'avanzare della conversazione è privo di intoppi ritrovandosi nel parlare con uno che è l'esatto opposto di se in ogni ambito. Uno sembra pregno di luce mentre l'azzurro non sa neanche cosa sia ne li comprende tutti quei modi goliardici che Yori è solito mostrare. In virtù di questo non trattiene le parole ne la descrizione formatasi nella mente nei riguardi del capellone, l'espone con semplicità e chiarezza, in maniera diretta così da essere capito e fare in modo che quelle parole giungano a destinazione con il giusto effetto; effetto che sembra essere arrivato, magari non quello sperato e voluto ma è arrivato, qualcosa ha suscitato in lui. Un'ammissione di inferiorità, uno spreco della propria esistenza in favore di una visione finta del mondo, evitato e non affrontato come qualunque essere vivente avrebbe fatto dall'emissione del primo vagito <Hai detto che siete una minoranza, basta questo come tentativo di elevazione ma se ti rende felice, vivi nella tua bolla di finzione> la semplicità di Yori è quasi straniante agli occhi dell'azzurro, davvero ha a che fare con qualcuno di dannatamente normale, qualcuno che rientra nei canoni della persona comune. Per quanto lo abbia provocato con quelle parole, esso non si discosta restando in una semplicità di pensiero estrema ma le osservazioni lasciano il tempo che trovano. La finzione in cui si immerge l'uomo è nulla, il mondo reale, invece, può rivelarsi ben più crudo e crudele, alla continua ricerca del sangue ed è ciò che lo fa sorridere in quel modo <Se te lo dicessi, minerei la magia del momento ma lo scoprirai presto e ogni volta che guarderai le tue pellicole, ti ritroverai a pensare quanto esse siano stupide e infondate> lasciandosi scappare una leggera risata di puro godimento mentre la lingua viene fatta passare velocemente sulle labbra, assaporando l'aria. Sorpassa il suo non essere speciale, va avanti in qualcosa di più divertente, circa <Scegliere come morire decreta chi siamo> di suo lo ha già scelto da anni e anni e attende quel giorno con ansia e trepidazione. Inspira donando le spalle all'uomo ed effettuando un paio di passi in avanti <Vuoi un consiglio? La famiglia è sopravvalutata, trovati un altro obiettivo> riprendendo il cammino verso uno dei quartieri di Kagegakure che ancora non ha esplorato in toto, quale ancora non si sa. [END] Le ombre calano anche in quel quartiere che pian piano si sta iniziando finalmente un po' a rinvigorire di gente, pronta a sbancare al casinò o a bersi anche solo una birra insieme ai propri amici nei vari bar che costeggiano le vie del quartiere assieme a tutte le insegne sbrilluccicose che con l'avvenire della sera si sono accese illuminando la zona. Continua la conversazione, di certo l'andazzo che ha preso non è quello che si poteva aspettare dalle prime battute che invece aveva percepito parlando con il ragazzo <bolla di finzione eh..>una parola di cui non ne capisce l'intero significato che l'interlocutore vuole far arrivare al capellone, ma che comunque suscita un certo senso di disagio in lui <non sono d'accordo, ma ti lascio libero di pensarlo>non si trova d'accordo nel pensare che sia un tentativo di elevazione rispetto a gli altri, e soprattutto anche se fosse non ne vede il disagio. Continua la conversazione seppur ormai sia diventato tutt'altro che genuina, il ragazzo dimostra di avere un comportamento forse anche un po' presuntuoso, o semplicemente vero secondo la sua natura < bene, non vedo l'ora..>non ne capisce l'attaccamento così forte rispetto al capellone che a malapena conosce ma a sto punto non si fa nemmeno troppe domande, ormai è così perchè cercare di cambiare le cose. Le pellicole dal canto suo sono tutt'altro che stupide, ricostituiscono un senso di piacere di emozioni con la semplice finzione, senza veri spargimenti di sangue che si dovrebbero avere se fosse nella realtà, senza altre inutili guerre che non fanno che costruirsi su basamenti inutili e futili < può essere si..>e lui accetta quel che è in quel momento, come accetterà i cambiamenti nella sua vita che succederanno e che macchieranno quel foglio di carta di un altro colore, non più un grigio ma chissà cos'altro <mi spiace non ne ho al momento...tsk>risponde con un tono ironico, cercando di rispondere al tono che a lui sembra presuntuoso, mentre lo guarda andarsene via <uff finalmente..>tira un bel sospiro, non sa quanto avrebbe retto ancora quell'atmosfera che gli stava così stretta <devo imparare a trovarmeli da soli i distributori..., è già la seconda volta che trovo la persona sbagliata...>e forse dovrebbe contenere anche le sue fissazioni visto che la sigaretta alla fine è diventato un pretesto per ammira quella maschera da film horror.||