Brilla alto il sole pomeridiano che man mano volge al tramonto. La signorina Nori viene convocata, tramite missiva ufficiale, da parte del Clan Yoton. Le viene chiesto di presentarsi in data odierna nel quartiere adibito a dojo del clan, in modo che possa aver un incontro diretto col capo clan o con chiunque possa farne le veci. E' solitamente nota che una convocazione del genere possa essere attribuita all'eventuale sviluppo dell'innata, il che rende l'invito molto importante. Il dojo è abbastanza ampio, ma per il momento non è importante quanto bello o fantasioso sia, poiché attendiamo l'arrivo della fanciulla nel luogo apposito. Basti sapere che l'ingresso è adornato da una struttura cremisi a forma di doppia T. Al centro esatto della struttura orizzontale superiore, splende il kanji in nero che rappresenta il simbolo del clan Yoton, un clan al quale Nori è legata fin dalla nascita e nel quale or s'appresta ad avanzare per la prima volta in quanto membro effettivo. Una strada lastricata in mattonelle bianche attraversa e divide a metà un piccolo parchetto composto da cespugli fioriti e alberi ben tenuti. A circa una decina di metri, v'è l'ingresso vero e proprio del dojo, un edificio piuttosto semplice dalle tonalità del cremisi e dell'arancio, tipiche per un'innata che adotta di fatto la lava come arma di distruzione di massa. Alla fin dei conti, non resta che avanzare e andare in contro al proprio destino. Al momento, non pare esservi nessuno nei dintorni, almeno per quanto riguarda l'esterno. [ Ingresso in clan per Nori || Chiusa ]
La struttura interna del dojo è particolare, tendente all'antico e ai colori più caratteristici dell'innata. La porta d'ingresso è la classica in carta di riso a scorrimento, la quale può essere appunto spostata verso la propria sinistra per permettere d'entrare nella struttura. Una volta al suo interno, la pavimentazione è d'un beige chiaro, mentre s'alternano sulle pareti il cremisi del fuoco ed il bianco delle porte a scorrimento che dividono l'area d'allenamento da quella degli uffici o delle sale da ritrovo. La zona dall'allenamento, alla quale ha fatto accesso Nori, è invece abbastanza ampia ed occupa gran parte del dojo in sé. Al centro del suddetto, v'è quella che somiglia ad una vasca piena di cenere nerastra e grigia, usata e bruciata, senza dubbio. Il motivo è facilmente intuibile, trattandosi d'un clan che usufruisce della lava, la quale brucia ogni cosa che incontra prima di solidificarsi e risultare inutilizzabile. Una lanterna illumina la zona che viene occupata sia da Nori che dall'uomo che la sta aspettando. Si tratta d'un ragazzo dal metro e ottantasette circa, all'incirca sulla trentina per quanto riguarda l'età (zozza, lo so che stavi pensando già a male). Siede s'un trono, vestito soltanto d'un paio di jeans aderenti alle lunghe e muscolose inferior leve, che culminano in un paio d'anfibi slacciati. La schiena è poggiata sol per la parte superiore contro il trono alle sue spalle, risultando essere piuttosto stravaccato che seduto come si deve, mostrando una sicurezza di sé che farebbe invidia a chiunque fosse anche solo un po' timido. Il fisico che vien mostrato, poiché privo di qualunque indumento nella zona superiore del corpo, è ben allenato, dalla muscolatura definita, facendo risaltare le spalle e i bicipiti, oltre alla tartaruga addominale che, per quanto visibile, non è sicuramente definita come un body builder. E' soltanto ben allenato e senz'alcun dubbio tonico. I capelli corvini son del tutto scompigliati, con un ciuffo che pende dal lato sinistro del volto, occultando appena l'occhio mancino le cui iridi brillano d'un'ambra piuttosto acceso. Vistose cicatrici sono disseminate per l'intero addome e schiena del ragazzo, per non parlare delle braccia e del labbro inferiore, la quale lo rende molto più accattivante. Il suddetto trono - anch'esso d'un bordeaux - è posto alla sinistra dell'ingresso, alla sinistra stessa della vasca di cenere che Nori potrà avere appena mette piede dentro il dojo. <Benvenuta, Nori-san.> L'accoglie con un sorrisetto, mentre nella dritta stringe una spada di pregiata fattura che poggia al suolo, usandola al pari d'un sostegno, nonostante sia seduto. La gamba manca è sollevata, piegata, e la caviglia poggia sul ginocchio opposto. <E' il momento di far sul serio, non trovi?> E solo allora, poggiando il piede precedentemente sollevato al suolo, s'ergerebbe nella sua statura, compiendo appena un passo in direzione della Shizuko, tornando silente e scrutando l'altrui figura dalla testa ai piedi come se ciò servisse a comprendere qualcosa in più su di lei. [ Dojo: https://i.pinimg.com/564x/01/2f/7e/012f7e595954ccae5442df7bc9bafceb.jpg ][ Ingresso in clan per Nori || Chiusa ]
L'albina comprende che è il momento di darsi da fare, d'iniziare un nuovo percorso. Ciò che le occorre fare, prima di tutto, è effettivamente condurre le mani al centro del petto per ricreare il sigillo caprino. Le due energie dapprima immaginate verrebbero poi unite, formando di fatto un corretto richiamo del Chakra, così come ci si aspetterebbe da un Genin. L'uomo la scruta dall'alto, data la differenza d'altezza, trascinandosi dietro l'arma che poc'anzi utilizzava per sostenersi in quella posizione sbracata, ma assurdamente comoda: una classica posizione per chi sta al comando. Un guizzo della lingua fa sì che quest'ultima sbuchi dalle labbra socchiuse, passeggiando alacremente lungo quello inferiore, venendo ritratta soltanto in un secondo momento. Sta ovviamente saggiando la figura che ha di fronte, portando la testolina dalla zazzera corvina a piegarsi verso una spalla. <Come ben saprai, la nostra innata può raggiungere vette di calore piuttosto elevate. In quanto membro del clan, è giunto il momento di risvegliare questo potere.> Asserisce, schiarendosi appena la voce e divenendo d'un tratto più serio di poc'anzi, sicché or non sembrava affatto un capo clan, bensì soltanto qualcuno che ama divertirsi e prendere in giro il prossimo, valutando il suo atteggiamento. <Dopo tutti questi, credo che tu non sia neanche interessata a starmi a sentire riguardo la storia, i fasti del nostro clan, la grandiosità del nostro distretto o del Villaggio della Nebbia ch'eravamo una volta.> E fa roteare gli occhi verso l'alto, agitando appena la spada da un lato, impugnata nella destrorsa mano, ma anche la mancina or si solleva gesticolando nell'etere come se, appunto, sottolineasse quanto in realtà non gli importi di tutto questo. <La storia la scriviamo noi ed è quella che ti deve interessare più d'ogni altra cosa. Porta onore al clan e non ti getterò nel vulcano più vicino. Porta onore al distretto ed eviterò di farti imprigionare.> Ti ricorda qualcosa? Un sorrisetto sinistro, di quelli dai quali faresti bene a diffidare, si palesa sul viso del ragazzo, il quale s'assesta di fronte alla fanciulla, mantenendosi ad una distanza non inferiore ai due metri. Indica con un cenno del capo la vasca di cenere ardente che viene usata notoriamente per allenarsi. [ Ingresso in clan per Nori || Chiusa ]
L'uomo stanzia ancor frontale alla donzella, dalla quale ascolta le parole che vengono sciorinate in merito alla storia del clan e al suo interesse in merito. Una mano vola sul fianco, poggiandosi leggiadra, mentre la gemella sorregge la spada di pregiata fattura. <Non basta essere interessata alla storia per portare onore al nostro clan. Dovrai lavorare sodo, ma son frasi fatte, parole che qualunque Sensei potrebbe dirti soltanto per invogliarti, sfruttando il vantaggio dato dal nome o dall'esperienza.> Bofonchia ancora in sua direzione, mantenendo un tono sì pacato, ma al contempo scocciato, come se avesse pronunciato proprio quelle frasi abbastanza volte da averne fatto un dialogo preimpostato. <Chiunque altro sarebbe senza dubbio soddisfatto di ciò che hai pronunciato davanti a me> Pronuncia ancora, abbassando gli occhi ambrati e gelidi al tempo stesso sul volto dell'albina, aspettandone una qualunque reazione. <ma personalmente m'interessa vedere i risultati.> Non vuole soltanto parole, insomma, vuole anche delle dimostrazioni, dei fatti, affinché riesca in ciò che ha promesso e che non sia soltanto aria data alla bocca. Compie un altro piccolo passo, portando il capo a piegarsi da un lato, di nuovo, facendosi meditabondo ed interrogativo nell'espressione facciale che le viene rivolta. <Per attivare la nostra innata, piccola fenice> Sorrisetto sghembo e soprannome estrapolato dalle di lei precedenti parole. <devi unire il chakra elementale del Fuoco e quello della Terra. Probabilmente ne avrai risvegliato soltanto uno adesso, ma nel tuo sangue deve scorrervi per forza, altrimenti non sarai in grado d'attivare alcunché.> E si stringe nelle spalle, portando la punta della spada a colpire la pavimentazione lignea, scalfendola appena, con qualche scheggia di legno che si solleva, ondeggiando nell'aere, ricadendo poco distante da sé. <Non hai bisogno di sigillo alcuno, ma unisci i due elementi e conduci il chakra generato, lo Yoton, nelle tue ghiandole salivari.> A parole, sembra essere tutto abbastanza semplice; l'eventuale problema potrebbe avvenire nella parte pratica, ma tutto sta nelle mani e nell'utilizzo del Chakra da parte della Shizuko. Eventuali domande, dubbi o informazioni relative all'innata le verranno comunque fornite in seguito, ma adesso è bene che si concentri esclusivamente sull'attivazione, sulla prima volta in assoluto. [ Ingresso in clan per Nori || Chiusa ][ Inserisci i tag relativi all'attivazione dell'innata, consuma 1pt chakra ]
Nori s'adopera affinché abbia ben in mente la visione di due sfere di Chakra: una rappresenta il Fuoco che tutt'arde e l'altra la Terra dalla quale tutto nasce. Un circolo vizioso che, una volta unito, non darebbe altro se non alla vita il Chakra Yoton, la lava. Seppur ne avverta il sapore sulla lingua, ella n'è ovviamente immune. Non viene danneggiata in alcun modo dal proprio potere, altrimenti di tale non si potrebbe affatto parlare. Il Sensei continua ad osservarla, aspettando che faccia con comodo, che la utilizzi pure se vuole. Ed è esattamente ciò che la nostra Nori andrebbe a fare, generando uno sputo, dunque di piccole dimensioni, che però risulterebbe essere poco più largo, raggiungendo un buon cinque centimetri. Si tratta pur sempre d'una Yoton alle prime armi, quindi il controllo della sua innata è primordiale: dovrà senz'alcun dubbio allenarsi. Ciò che viene eruttato, giusto perché stiamo parlando di lava, è un getto bollente di lava dalla larghezza, come detto, di cinque centimetri, quindi comunque minore di quello a cui potrebbe arrivare. La lunghezza del getto non supera i dieci centimetri. Viene gettato nella vasca di cenere dove tutti vanno ad allenarsi onde evitare che il dojo venga rimesso a nuovo ogni giorno, trattandosi d'una innata piuttosto particolare. <Per fortuna, non sei inutile come credevo. Forse, riuscirai davvero ad ottenere quello a cui aneli.> Professa in sua direzione, lasciandosi scappare una piccola risata. Lo sguardo raggelante si mantiene sul volto della fanciulla. <Sei immune al tuo stesso potere e puoi anche ricoprirti di lava se lo volessi, generando un'armatura sui tuoi arti. Ti limita i movimenti e la composizione dei sigilli, ma ti difende dagli assalti nemici.> Questo in base a come voglia decidere di combattere ovviamente, ma sta nell'indole dell'albina decidere come comportarsi. <Se non hai altre domande, puoi tornare qui nel momento in cui vorrai allenarti.> Ammesso non trovi un luogo altrettanto appropriato. <Ma se hai qualcosa da chiedermi, fallo adesso che ne hai l'occasione.> E tamburella di nuovo con la punta della spada sulla pavimentazione, in attesa appunto ch'ella possa porgli i quesiti che ha in testa, ammesso appunto ne abbia. [ Ingresso in clan per Nori || Chiusa ]
Il capo clan si stringe di nuovo nelle spalle. Le permette d'esprimersi come meglio preferisca, soffermandosi sul viso dell'altra e seguendone man mano le parole sciorinate da quelle labbra chiare. <Ottimo, Nori.> E compie qualche altro passo attorno alla di lei figura, mantenendo la schiena ben ritta e la fascia addominale in tensione. <Potrai sfruttare questo dojo o il campo d'addestramento adiacente all'accademia del distretto.> Per eventuale potersi allenarsi, tornando al discorso dell'innata da lei appena risvegliata. Arresta il proprio incedere, è costretto a farlo nel momento in cui la ragazza annuncia quella che per lei non è altro che una leggenda. Era molto piccola quando avvenne la battaglia di Kiri, laddove i Sette spadaccini della nebbia vennero sgominati dall'Alleanza Konoha - Kusa e sparirono senza lasciar traccia alcuna né delle spade né dei loro ricordi. <Ciò che posso dirti è che dovrai farcela con le tue sole forze, che sia o meno una leggenda come dici. Nulla ti verrà regalato, niente ti verrà donato come se ti spettasse. Il futuro dipende dalle tue azioni.> Enigmatico, non fa altro che girare attorno alla domanda della fanciulla, quasi come se desiderasse non rispondere affatto, risultando fuorviante. I di lui occhi ambrati giacciono immobili, austeri per un momento, sulla figura minuta di Nori. <Scopri da te dove finisce la leggenda e dove comincia la realtà.> Si tratta di parole che lei deve in qualche modo decifrare e, per farlo, deve correlarsi alla frase precedente del capo clan. Questi, dopo essersi così pronunciato, non farebbe altro che prendere tutt'altra direzione, dandole le spalle e avviandosi verso l'uscita laterale della struttura. Non la saluta, tutt'al più l'abbandona lì coi suoi dubbi e i suoi perché. Non son molte le risposte che può darle sicché si tratta d'un capo clan e non d'un Kage del distretto, i quali è ben noto che abbiano informazioni maggiori su taluni argomenti. Va da sé, quanto meno, che sia riuscita ad ottenere lo Yoton quest'oggi e che potrà iniziare il suo nuovo percorso con una marcia in più. [ Ambient END ]