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Monte dei volti di Pietra - Guardare all'orizzonte

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con Kaworu, Nori

18:13 Kaworu:
  [Testa Furaya] Che abbia scelto volontariamente o meno di trovarsi coi piedi sulla raffigurazione della capoccia di Furaya, rimarrà un mistero. Fatto sta, che alla volta del grugno della decima Hokage scolpito nella pietra, l'immagine del Nerone Nazionale fa la sua apparizione sulla scena. Impostato in quella sagoma dall'aria aitante ed imponente, si erge dal suolo per tutta la propria prestante statura, slanciata sulle leve inferiori robuste ed allenate, lasciandolo sollevare per oltre il metro e novanta di altezza. Corporatura dalla fisicità pronunciata, tonico nel profilo quanto massiccio, delineando due spalle larghe che rientrano verso un petto ampio e vigoroso, a sua volta montato sopra un busto marmoreo e stoico, costeggiato dal paio di braccia che scendono come due arbusti nerboruti, di notevole spessore. Bacino rifinito, scivolando verso un comparto inferiore granitico posteriormente e forzuto nella muscolatura cosciale, contribuendo a dare alla sagoma nel suo complesso un contorno bilanciato da quel senso di sportivo atletismo. Capelli marroni, sistemati in quell'acconciatura particolare di lunghi Dreadlocks, i quali vanno a scendergli lateralmente e dietro la nuca, appena raccolti dall'ausilio di una fascia in testa che, sulla parte della fronte, si agghinda di una lamina d'acciaio con nel mezzo il simbolo della vecchia Konoha. Due orecchini squadrati ai lobi, piercing a cerchio al labbro inferiore ad arricchire la bocca carnosa e pronunciata, di un colore più tenue rispetto all'incarnato del giovane, che propone delle tonalità piuttosto scure di pelle. Occhi blu molto densi ad accendere i connotati maturi, seppur mantenga generalmente un'aria giovanile sul viso glabro e virilmente definito da tratti marcati e duri, sfumati dall'aria parecchio compassata e calma che ne contraddistingue il piglio. Abiti di un completo scuro, formato da una giacchetta nera anonima ed un paio di pantaloni in tinta unita, che terminano nella calzatura di scarpe bianche ginniche e comode; accessori, oltre al coprifronte in capo, dei guantini a mezzo dito con placche di ferro sul dorso, a rinforzarne la copertura superiore, mentre al collo, attaccato da una catenina, vi è un pendaglio raffigurante una testa di lupo completamente nera; monile dall'aria vissuta, un po' segnato da qualche graffio superficiale, così come da lievi sfibrature della cromatura. Chiude l'inventario una tasca portaoggetti penzola sul fianco sinistro, contenente la bomba luce, due tonici dall'effetto diverso, e la bombola col set di fumogeni. All'orizzonte, un paesaggio tinteggiato dalle sfumature del vespro, in mezzo a nuvole che tappezzano la volta celeste dall'indecisa scelta metereologica.
{Chakra off}{Leaf's Headband Testa}{Guanti ninja mani}
{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}
{Hunters' Pendant: https://i.imgur.com/3jivRzY.png}

18:35 Nori:
 E' stata faticosa la salita, i gradini in ferro non sono il massimo da percorrere, specie se i lembi del chimono fanno strascico tanto da rischiar di finire sotto i piedi, eppure, alla vista dei mastodontici volti, un brivido le percorre dolcemente la schiena. Ammirazione? Oh, no. Ribrezzo? Mamma, non ne avrebbe il motivo. Rimane li, con il nasino puntato verso il cielo volto all'imbrunire dove, l'Astro notturno, proprio non ne vuol ancora sapere di ritardar del tutto la sua apparizione, lì dove s'erge il Nono Hokage al quale son donate tutte le dovute attenzioni, in direzione frontale al monumento che, prossimamente, sarà vittima d'uno dei capricci c'attanaglia la piccola mente deviata nascosta nella scatola cranica. Inutile dire quanto Ekko ancor venga gettato al di fuori dal proprio raggio oculare, insomma, Furaya sembra essere molto mento interessante rispetto Hitomu, senza un'apparente motivazione ovviamente. La mancina si intrufola nella larga manica dal quale vien tirata fuori una piccola fionda rudimentale, si direbbe che ci abbia messo l'intera mattinata per costruirne una fittizia neanche fosse una ragazzina in fase di pubertà <Che faccia di culo...> borbotta con una chewing gum enorme conservata nella guancia paffuta, essa viene spezzettata con i denti, appallottolata tra i polpastrelli ed incastrata nell'elastico per catapultarla il più vicino possibile all'Ex Foglia defunto. Qualche proiettile potrebbe raggiungere il naso, qualcuno le labbra, la Dea Bendata magari ci bacia per colpirgli l'occhio, così via, fin quando si sentirà soddisfatta o il cibario avrà esaurito le scorte. La donna non è molto alta, centocinquanta centimetri circa, delicata, posata, lontana dalla frenesia della farfalla in volo, ma così maledettamente similare alle nuvole sospinte dal vento. Baciata dalla fioca luce Lunare è l'epidermide pallida, tanto da parer un fantasma, inumana, creatura non appartenente alla Terra, ipotesi avvalorata dalla lunga e setosa chioma bianca che si distende a cascata fin alle caviglie; viso angelico, dai tratti fini, freschi, dove in alcune zone son stati dipinti dei piccoli cerchi cremisi che spezzano il chiarore con crudeltà, certamente meno invasivi dell'azzuro cielo presente negli occhi, ma non così acceso, oh, ma la sfumatura assunta in una giornata apatica, dove non promette pioggia ma neanche il sole, come quando, la volta ed il mare, decidono di incontrarsi all'alba, prima dello spuntar del sole. Minuta la corporatura, esile, formosa, avvolta in un abito dal tessuto apparentemente costoso, le bordature richiamano il rosso acceso dei simboli e la gonna presenta due spacchi laterali che scoprirebbero le cosce ad ogni falcata. Assenti i calzari, tuttavia, le caviglie son adornate da cordicelle, non vi è un reale senso, semplicemente le piacciono poichè in tinta con il restante abbigliamento. Non vi sono armi, perchè dovrebbe portarle con se? In fin dei conti, non avverte minacce imminenti.

18:48 Kaworu:
  [Testa Furaya] Mani nelle tasche, mantenendo quell'assetto abbastanza comodo, benché ugualmente gagliardo data la sua naturale struttura corporea. Le spalle larghe segnano delle linee appena un poco scese, indice che non v'è tensione nella nervatura muscolare, pur restando due ali prestanti di quella corazzata nera potemkin. I tratti facciali rimangono definiti, inscritti in quella tela bronzea qual è il suo viso, illuminati dagli occhi blu il quale, con accesi riverberi, s'accede come fari in quell'incarnato figlio delle ombre e della notte. Tra le dita della mancina, infilate in quelle sacche dei pantaloni, è tenuto il mobile phone: proprio quest'ultimo viene tirato fuori, sbloccato e attivato, visualizzando le ultime notifiche, forse in attesa di qualcosa, o soltanto in pensierosa reminiscenza di quanto già inviato e ricevuto. < ... > un soffio senza verbo, un fiato solitario e taciturno, spira nella brezza del meriggio inoltrato, abbracciandosi al vespro, assopendosi in esso, così come il sole va calando sempre più, attimo dopo attimo, salutando il giorno e lasciar spazio alla notte. < Magari rubo uno scatto a questo tramonto. > per i social, le followers, anche se non è un influencers tutto sommato, si tratta pur sempre di un giovane miraillenias, e farsi i selfie e sponsorizzarli comunque fa buona pubblicità, specie per il lavoro. Girandosi quindi nel cercare l'angolazione, dovrebbe avvedersi, qualche ciuffo più in là, verso la capoccia di Hitomu, della piccola immagina di Nori, intenta a giocare al tiro al bersaglio, aggiungendo qualche caccola artigianale alla raffigurazione rocciosa della dispersa (che pare non sarebbe ancora morto il Nono Kage del fuoco, Hitomu per scaramanzia grattati, ovunque tu sia) ex forza portante di Konoha, sparando con una fionda artigianale varie cibarie, fino ad esaurimnto scorte. < Ma da dove escono tutte ste fie... > commento scombussolato, enunciato a mezza voce, nello studiarsi -inevitabilmente dall'alto in basso- il profilo formoso della kiriana, raccolta dentro un abbigliamento dall'aspetto blasonato. Abbassa il braccio che mantiene il cellulare, facendo per avvicinarsi a passo lento ma falcate ampie, divorando ugualmente una certa distanza ad ogni movenza che si stampa sulla terra. < Mh. > alterna lo sguardo tra Nori e la sua opera d'arte. < Sono sicuro che stia meglio così di quanto lo sia davvero. > sarcastico il proprio esordio, di certo non intento ad un rimprovero o a are problemi; del resto, non è mica il custode. Leggero riso sghembo a quella battuta pronunciata, rifinendo con il porgere solamente mezzo viso all'insegna della Shizuko, rimanendo di taglio rispetto a lei, scrutandola lateralmente.
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19:10 Nori:
 Impegno, dedizione, un vero portento. Se esistesse uno sport simile, sicuramente si classificherebbe alle olimpiadi, ma, come ogni momento nella vita, anche il divertimento sembra avere una fine. Chewing gum terminata. Si gonfia il petto semi scoperto dalla scollatura, uno sospiro sgattaiolato via tramite le narici, tacito quanto il vento che lascia ondeggiar la chioma albina nell'etere come il mare in un giorno di quiete <Che seccatura..> un sibilo tra i denti nel mentre, attuando qualche passo indietro, la schiena vien poggiata contro il bordo della staccionata in ferro. Flesso, il ginocchio, lascia sgusciar fuori la coscia affinchè la suola del sandalo prema sul rinforzo, braccia incrociate, espressione imbronciata e sguardo perso nella vastità di Hitomu ancor troppo pulito per i suoi gusti. Che sia morto o meno non ha importanza, i pensieri che le massacrano la mente sono ben lontani dagli Hokage ed i loro gesti, specie se si tratta della Foglia, preferisce cercar di comprendere come riportar in auge Kiri, la sua possenza, la fierezza con il quale spargeva paura il solo nomignolo portato con orgoglio sin a scomparire. Sono ridotti in distretti, con la scusante della protezione e del dopo guerra, ma adesso, se volessero ribellarsi ad un sistema obsoleto, limitante e vagamente dittatoriale, cosa accadrebbe davvero? Non esistono più ninja capaci di scatenar rivolte, come se fossero trasportati da una corrente troppo forte. Combattete, innamoratevi della conoscenza, studiate la storia e scovate il cavillo che distruggerà le mura di Kagegakure. Flemmatico è lo scivolar dell'attenzione su Ekko, non la sorprende il suo arrivo, malapena volgeremme un'occhiata in tralice, preferendo dunque il mezzo profilo mostrato agli occhi dell'uomo <Lei dice?> commenta con voce suave, carezzevole all'udito, il canto d'una sirena privata però di sensualità e spirito lussurioso. Un pezzo di ghiaccio in pieno inizio estate. <Secondo me si potrebbe far di meglio...a meno che lei sia una guarda ed intenda arrestarmi per la vergognosa condotta dimostrata in un luogo sacro> arriccia il nasino, ironica, divertita, scuote la fionda prima di lanciarla giu dalla scalinata. Povero il malcapitato che se la prenderà in testa <Devo dire che...gli Hokage amavano la discrezione, per niente egocentrici> che vuoi che sia...

19:25 Kaworu:
  [Pressi Nori] Costeggia la figura di Nori, ritrovandosi su di un lato di lei, a seconda dell'orientamento dell'ordine dei volti e della loro prospettiva rispetto ad essi. Anche di fianco, è praticamente il doppio di lei, superandola di circa quaranta centimetri in verticale, così come in spessore la sua mole andrà a metterla praticamente in ombra: insomma, qualora dovesse nascondersi per sfuggire alle sue marachelle, il Cacciatore di Taglie risulterebbe essere un ottimo palo. Uno sbuffo sardonico sfiata nel sentirsi dare del 'Lei', proprio a sé, uno dei più giovani in mezzo a quella generazione di mummie riesumate dall'era glaciale. < Mh-mh... ma dammi del tu. Non sono mica così vecchio. > commenta, la voce dal timbro baritonale, dai bassi profondi, si eleva con tonalità compassate, di una sommessa calma, statuaria come quella complessione prestante che lo identifica. Le pupille scivolano verso l'abbigliamento di lei, impossibile non affacciarsi su quella balconata lasciata aperta da uno scollo generoso e infido, ispirando i migliori tuffi a libera fantasia da quei due monti di pietra attaccati al corpo della Kiriana. < Si può sempre fare di meglio. Chi si accontenta gode così così, dopotutto. > Ekkobue, direttamente dall'albulm 'certe fie', compilation disco di bronzo, come il suo autore dalla pelle speciale. < Oh beh... > ridacchiando poi sull'essere una guardia, e sull'arrestala. < Ad arrestarti, t'arresterei volentieri, ma non di certo per questo. > un cenno più diretto, ad indicarle le floridità. < Con quegli esplosivi che ti porti addosso ammazzi la gente che è una bellezza. > sarcastico, umettandosi le labbra, per poi soffiare una certa ilarità, socchiudendo gli occhi e tirando indietro la testa, mirando il viso verso l'alto. Inspira profondamente, alcuni attimi di silenzio. < Ho sentito dire da una leggenda che è stesso la montagna che scolpiva i volti di ogni nuovo eletto. > scrollata di spalle. < ... ma sarà stata la classica favola della buonanotte per far andare a letto i bambini. > con leggerezza, si volta quindi a porsi frontalmente alla Shizuko, rimanendo a quel metro e mezzo circa di distacco, con portamento placido e rilassato, in quella compostezza marmorea. < Non sei della vecchia e della nuova Konoha, vero? > domanda tipica, giusto per non farmi morire lì la conversazione, cercando un po' di soddisfazione alla curiosità circa la figura appena incrociata. Nella tasca, delle vibrazioni, il cellulare che rileva delle notifiche, alle quali tuttavia non bada per ora, sebbene ne prenda coscienza, trattenendo l'oggetto dentro la tasca sinistra tra le proprie dita. Taciturno, resta pacatamente a guardare l'originaria della nebbia.
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19:47 Nori:
 Gli permette d'affiancarla seguendone ogni minimo movimento con la coda dell'occhio, in fin dei conti, rimane uno sconosciuto dalla pelle scura. Razzismo? Possibile, di solito son loro a vantare la peggiore reputazione, tra spaccio, omicidi, rapimenti...Leggera la smorfia disegnata sul viso dai lineamenti delicati, un petalo di ciliegio distaccato dal fiore che, però, secca velocemente nell'udir tale abominio <Non importa l'età posseduta dall'interlocutore. Fino a prova contraria, lei rimane per me un estraneo e quindi, al momento, meritevole di rispetto> schiocca la lingua contro il palato, stizzita, acida. Un vero palo nel cu- <Come prego?> inarca il sopracciglio nel mentre, il capo, scatta in sua direzione nell'esatto momento in cui sopraggiungono complimenti troppo spinti sulle forme, banalmente, mostrate. No, non è mai stata sua intenzione svendersi, sfortuna vuole che Madre Natura l'abbia dotata di grazie prosperose, appetibili, irresistibilmente celate da un tessuto che lascia ben poco all'immaginazione data la presunta assenza d'intimo a sorreggere i così detti monumenti <Non sia volgare, vi sono donnicciuole che, con il giusto pagamento, sarebbero ben disponibili nel soddisfare i suoi impulsi primitivi ed irrazionali> perchè, in fondo, l'attrazione è per deboli. Giusto? SBAGLIATO. Ma lasciamoglielo credere, piccola figlia delle stelle <Immagino che la motivazione sia legata alle eroiche gesta, la loro infinita bontà e devozione verso il popolo da proteggere> sbuffa, incurva gli angoli delle labbra pallide, un sorriso fantasma, sarcastico, a tratti schifato <senza calcolare i poveri stronzi che, sotto loro ordine, son morti> un'uomo solo è il nulla senza dei seguaci, ma i potenti saranno ricordati nella storia mentre i braccianti seppelliti chilometri sottoterra. Dimenticati. <Non bestemmi> scuote il capo prima di soppesar Ekko da cima a fondo, le chiare scivolano su ogni sfaccettatura, ne studia i dettagli senza però risultare invadente <Sono Nori Shizuko, Distretto di Kiri...La nebbia insaguinata> gode nel pronunciare il nomignolo antico, nettare divino che le riempie il palato, scende in gola, risalda l'esofago come il miglior liquore servito nei più caratteristici tra i chioschi <Con chi ho il piacere di parlare questa sera?> le vibrazioni del telefono, nel silenzio interrotto solo dallo scrosciar delle fronde, le fa rotear le orbite per aria. Scioglie l'intreccio delle braccia per posar il palmo mancino sulla coscia scoperta <Arrestarmi per altri scopi...> sussurra neanche fosse un pensiero espresso a voce alta <non mi dica che ama i giochini di ruolo> esatto, lo prende in giro. Maledettamente divertente.

20:14 Kaworu:
  [Pressi Nori] La reazione tutta acida della Shizuko lo lascia più divertito, che risentito, estinguendo un soffio ilare ma contenuto, flebile, divenendo facile preda della brezza che si fa più frizzantina al sopraggiungere della sera. Le illuminazioni artificiali cominciano ad accendersi, irradiando fiochi bagliori iridescenti che consentono però di mantenere una certa visibilità. < Dal momento che siamo ad imbrattare importanti monumenti di figure insignite della più alta onorificenza del villaggio, presumevo una maggiore spigliatezza affine ad un senso dell'umorismo più leggero e disinvolto. > sì, perché lo sa usare il linguaggio non volgare, se vuole farlo e ritiene di dovercisi mettere. < Ad ogni modo, grazie per l'illuminante suggerimento. > sorriso sghembo, dal taglio goliardico, inciso di una certa indolenza. Ancora una nota ironica, nell'averla sentita prima fare tutto uno sproloquio sulla volgarità, per poi scivolare con quell'uscita oxfordiana sui poveri 'stronzi'. < Interessante argomentazione, condita della dovuta finezza. > una maniera sottile per evidenziare quella nota un po' stonata, senza però marcare con del biasimo il tutto. < Ciascuno decide di morire per quel che ritiene giusto farlo. Se quelle persone l'hanno fatto, probabilmente è perché credevano nella causa portata avanti. > la sua considerazione, molto schietta e concisa, racchiudendo un principio di coscienza nel significato della sua elucubrazione esternata in replica alla volta della interlocutrice. Ricerca quegli occhi della ragazza, i quali a loro volta lo stanno studiando: i dettagli che restituisce, sono quelli di un omone parecchio grosso, un gigante bronzeo, dall'aria parecchio compassata, ferma, solida come la roccia stessa che fronteggiano e nella quale sono scolpite le facce degli eroi del passato. Oltre all'equipaggiamento, il pendente a testa di lupo è l'unico accessorio che risalta, in quell'aspetto tutto particolare che poco comunque s'adatta ai canoni del comune originario della foglia. < Mh. Il quartiere Kiriano, dunque. > constata dalle notizie donategli direttamente dalla kunoichi. < Sono Ekko Makihara. Genin assegnato al distretto della foglia. > non aggiunge altro, in quell'essenziale introduzione che è solito dare. Le ultime di lei, lo faranno velare ancora di umorismo. < Mi diverto come possibile, senza troppi pensieri a riguardo. > sfarfallio di ciglia, noncurante nel piglio. < Dopotutto, sembra fare altrettanto canzonandomi. > affermazione valutativa, ma senza giudizio: non sembra accusare, né cercare un fuoco di contesa. Semplicemente, dialoga. < In fin dei conti, chi guarda l'orizzonte e vede soltanto una linea, arriva solamente fin dove gli occhi gli permettono. > ermetico paradigma, che lascia sospeso proprio fissando quell'infinito oltre di loro. < Cosa vede, Shizuko? > chiede, in conclusione, inclinando appena il capo di lato, appoggiando uno sguardo sempre disteso quanto risoluto.
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21:34 Nori:
 Nonostante non voglia darlo a vedere, la diverte il modo in cui l'altro le fa notar il cambio di linguaggio, addirittura canzonandola sino a sottolineare lo strafalcione pronunciato in gergo volgare, poco elegante. Rudimentale <Infatti ho semplicemente specificato di voler evitare una certa confidenza verbale in quanto, nonostante la collaborazione nel non chiamare le guardie durante la marachella, Lei per me risulta essere un estraneo> scatta nuovamente sul viso avverso lo sguardo, quasi ci si potrebbe specchiare nelle iridi cristalline come i ghiacciai innevati dell'antartico, seppur pecchino di brillantezza, vitalità dissipata nell'etere, assente, senz'anima a render gioiosa la prole dell'inverno, ormai, dimenticato. Torna a toccar il suolo la scarpa, ed ecco che il lembo di tessuto c'ancor svelava la coscia, riprende a nascondere l'epidermide Lunare sotto il delicato manto in seta. Mani nascoste nelle rispettive maniche, espressione più cupa, seriosa, a tratti riflessiva, una ferita non del tutto guarita d'un cuore illuso, nascosto al mondo pur d'evitare l'ennesimo colpo là dove il sangue ancor sgorga a fiotti <Le persone possono seguir le loro cause, sempre, e con fierezza, purchè siano ricordati. Che sia vittoria o sconfitta, esse vengono raggiunte dalla determinazione d'ogni uomo caduto in battaglia in nome di un falso Re> tagliente, la lingua, sembra sputar via le parole con parziale disprezzo, scacciato da un mero sospiro che cattura la freschezza serale. Il sole, finalmente, sembra voler abbandonare il cielo, nascosto dietro la linea dell'orizzonte che or ammira dopo aver roteato l'intero corpo in sua direzione. Affianca Ekko senza timore, incurante dell'eccessiva vicinanza, ma persa nella miriade di sfumature a colorar la volta divisa tra ombra e luce <Questo perchè si continua a minimizzare il piacere come mero sfogo fisico e non come unione spirituale> solleva le spalle con sufficienza <ad ogni modo, meglio prenderla sul ridere, la vita è fin troppo amara per perdersi in futili discussioni> arriccia il naso, sarà l'ultimo quesito a far calare il silenzio tra i due, dei minuti intensi, traboccanti di risposte seppur nessuna sembra poter soddisfare i sentimenti c'affiorano nel petto, nello spirito catturato dalla natura e la sua maestosa bellezza <Non sempre è facile...> enigmatica, risulta esser stata presa in contropiede. Cosa vedi, Nori? S'assottigliano le palpebre, il canino affonda nell'inferiore, vorrebbe stringersi a se stessa in un abbraccio immaginario, protezione involontaria, dettata dall'istinto. Non è strana la Luna? E se davvero sei riuscita ad aprirti con Dyacon, perchè adesso la voce muore in gola? <Cosa vedo...> un sussurro flebile <Speranza...rinascita, un Limite che nessun essere umano ha mai voluto superare> leggero il sorriso ad accarezzar le labbra pallide, l'epidermide sembra rispledere ad ogni attimo in cui, la Notte, avanza per far spazio agli astri di brillare. Lei, una piccola stella la cui bellezza è apprezzabile solo se i raggi fuggono senza mai incrociarla. Lei, al quale i poeti potrebbero decantar le lodi seppur mai potrà eguagliare la famosa Luna <Ma riesco a scorgere anche il fallimento, il tramontar delle leggende, la nascita dei peccati che macchiano tutti noi in una continua gara colma di falsità> flemmatico, il cranio, nuovamente torna a desiderar di poter scorgere i lineamenti avversi <e lei cosa vede, Makihara?> neutrale il tono, rilassato adesso, abbandona la stizza per poter semplicemente conoscere senza pregiudizi. Chiamiamola curiosità.

21:57 Kaworu:
  [Pressi Nori] Rimane divertito dall'espressione avversa che accompagna il piglio di diffidenza di Nori, mantenendo quell'assetto equilibrato tanto nel portamento quanto nella mimica facciale. < Beh, ora sa come mi chiamo. > ad implicitamente suggerire che ora è meno estraneo. Non c'è tentativo di rabbonimento, quanto più indifferente ironia sia nel non lasciarsi scalfire dalla verve fredda e ingenerosa dell'atteggiamento altrui, sia per manifestare apertamente la propria compassata franchezza. < Questo è vero. > annuendo blandamente alle affermazioni successive, sul memento mori in onore dei caduti, così come sull'amarezza della vita, piuttosto trasparente nella propria accondiscendenza. Una unica postilla, però, gli verrebbe di aggiungere al concetto di minimizzazione del piacere fisico. < Delle labbra, anche se baciate, non perdono il loro calore, se sanno rinnovarsi, come fa ogni notte la luna. > parafrasi decameronica, asserendo in quell'aforisma un ulteriore e più profondo concetto, seppure enunciato con essenzialità dialogica e semplicità metaforica. L'esitazione di lei alla propria domanda, lo fa sorridere: di un calore fraterno, un'espressione scevra di presunzione, quanto di malizia. Socchiude lo sguardo per pochi frangenti, sospirando lungamente, distendendo il proprio petto con rilassatezza flemmatica ed ordinata. Quando le iridi si riaffacciano, sentendo nuovamente la voce della kiriana asserire responso, la visuale s'adagia piano e comoda sulla minuta ed esile sagoma della Shizuko, nella maniera in cui, pur restando prestante e mastodontico, quegli occhi sanno essere anche un conforto sicuro e gentile. < Coraggio. > la domanda d'ella, troverà una una semplice risposta. < Per affrontare la sfida di tutto quello che hai detto. > la bocca si increspa in un'audace risolutezza, e quei connotati si irrigidiscono in una posa di determinazione fiera e combattiva. La leva maggiormente prossima al versante dove si trova l'originaria del paese della nebbia, estrarrebbe la propria mano, anche se restando sempre lungo il proprio profilo, col pugno che si chiude, stingendo le dita fortemente tanto da far scrocchiare le nocche. Tira poco indietro la testa, inclinandola sul collo e riserbando un'occhiata di traverso alla kunoichi: non rude, nemmeno tronfia; solamente convinta quanto intraprendente. < Perché quando credi di aver raggiunto il limite, a volte basta soltanto guardarsi indietro per capire quanti ne hai già superati, sapendo dove dovrà stare il prossimo. > un flebile cenno col mento, un assenso, a rafforzare la propria certezza, lasciano a Nori un silenzio fertile come un terreno da coltivare.
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22:33 Nori:
 S'inarca il sopracciglio alle prime battute, riservandogli un'occhiata in tralice servita per soppesarlo fugacemente. Per sfortuna, però, non sopraggiunge una risposta verbale, bensì, un leggero riso soffocato dallo strattornar del labbro inferiore attraverso la dentatura, susseguito dal dissenso scherzoso effettuato con il capo scosso. Ancor vien carezzata la chioma albina dal vento, esso rilascia la fragranza d'agrumi che tanto la caratterizza, ricorda l'estate seppur, a vederla, continui ad emanare la freddezza glaciale dei poli lontani terrestri <Anche questo è vero, vuole dire> pecca di modestia, ovviamente, dettaglio impossibile da passar inosservato. Va scemando l'interesse, le stelle risultano esser troppo affascinanti nonostante la portino nuovamente ad un risvolto meditabondo <La Luna non vien posseduta da tutti, essa non si rinnova, semplicemente...ogni notte mostra un lato diverso di se> bacchetta bonaria e, le mani, continuano ad affondar nelle rispettive maniche <Se fosse alla portata di tutti...probabilmente non la si apprezzerebbe allo stesso modo. Quanto più è prezioso, anche il più piccolo raggio, maggiore sarà il desiderio di raggiungerlo> perchè ciò che è alla portata di tutti, prima o poi viene rovinato, esaurisce l'energia, cade in mille pezzi, un' amante dopo l'altro, fin quando, di essi, non rimarrà che un'involucro vuoto. <Se da un raccolto vien sempre estratto un frutto, senza mai coltivare e lasciare di se anche il più piccolo dei semi, o la minima goccia d'acqua...il terreno diverrà arido, povero> ecco, questo è l'essere umano. L'avidità e l'egoismo di possedere con la scusa di dover cogliere l'attimo. Carpe Diem, vero? Eppure, dei mille battiti di ciglia, si potrà solo ricordare quello usato per levar la polvere pruriginosa nell'occhio, durante una giornata ventosa. Silenziosa, ascolta la risposta avversa, capta l'atteggiamento ammorbidito, la coglie nuovamente di sorpresa, tanto da spalancar le chiare, catturarle neanche fosse il miglior flautista con il peggior cobra rinchiuso in un cesto. Scivolano verso l'arto chiuso a pugno, ode le ossa scrocchiare, la pelle sfrigolare, ed infine, il buio sulle loro nuche. Il Coraggio. Altri mille mila limiti superati. <Dovrei imparare questo da lei...Makihara. Guardarmi indietro per trovar la forza di raggiungere il nuovo Limite da superare> poichè il pessimismo, alle volte, logora lo stomaco sino a farti capitombolare in un oblio senza fine <E' paradossale però...non possiamo far altro che avanzare e sfondare, ogni volta, nuovi orizzonti> nonostante nulla sarà facile. Sarà questo che dovrà aiutarla a riportare in alto la fierezza dell'amata Kiri? <Dimmi...> muta il modo di porsi, più diretto sta volta, come se volesse compiere un piccolo passo metaforico per ridurre la distanza autoimposta <Dove vuoi arrivare quindi?> svelami i tuoi obbiettivi, magari, potremmo percorrere la stessa via per qualche miglia prima che il destino determini gli svincoli opposti da imboccare.

23:01 Kaworu:
 Alla riflessione di lei, molto comodamente, non si sente di concordare. < Nah. > un cenno di dissenso, blando. Non ha per forza da andare d'accordo, od assecondarla. Per quanto sembra una bella presenza femminile, non è il tipo da assoggettarsi per convenienza. < Il chakra è alla portata di tutti i ninja. Lo usano tutti. Eppure, è prezioso e con molteplici sfumature. Oltremodo, non tutti lo sanno usare alla stessa maniera. > osserva, molto semplicemente, quello che è il concetto che risultava racchiuso nelle proprie parole, nel senso delle sue cose. < Così come ha detto dei falsi Re, e dei comandanti. Non tutti nascono come tali, o sono destinati a farlo. Dovremmo perciò ricordarli meno? Solo perché avranno vissuto una vita come tutti, e una morte comune? > estrapola il proprio significante anche dalle di lei parole, quelle che ha utilizzato in precedenza. < Proprio così. > la similitudine del raccolto la trova più calzante, già significativa di per sé. < Farlo però è alla portata di tutti. Bisogna saperlo rendere importante, ogni volta che si ara e poi si miete il raccolto. > essenziale, ma non per questo scevro di importanza. < Mh. > sul fatto che dovrebbe imparare da lei, una nota indolente, come se non volesse mettersi al di sopra: se lei pecca di modestia, il colosso, dall'alto della sua statuaria e granitica fermezza, sa rimanere comunque modesto, un'umiltà principe, dalla quale saper imparare ad essere grandi davvero. < Qualunque sia la direzione, è il passo che la segue che conta. > aforisma semplice, il quale tuttavia è culla e fondamento del proprio pensiero, per replicare a quello che per lei sembra essere paradossale: ogni direzione è un passo, ogni meta un tragitto, ogni obiettivo uno sforzo; l'esegesi della sfida, dell'azione, del sempre scorrere. < Ovunque possa trovare un nuovo modo di vedere le cose. > risponde, conciso, in un pragmatismo non avulso da una certa pienezza, profondità espressiva, manifestata attraverso quella sentenza cruciale, definitiva, la quale si rafforza di un vigore di concretezza, pur spiegando le ali dell'immaginazione, dell'illimitato. Un sogno, che è ambizione, così come solida volontà, muscolo d'animo volitivo e caparbio. < Sapresti venirci con uno sconosciuto come me? > domanda, guardandola in modo compatto, dentro un mutismo risoluto, tenace, come un vichingo che si avventura in quel glaciale freddo che gli occhi di lei emanano. I densi cristalli blu sono bagliori fieri quanto selvaggi, vibranti, come il calcio della sua arte marziale, poderoso e brutale colpo dalla veemenza indomita come il cuore di chi lo scaglia.
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23:33 Nori:
 Storce il naso e, nuovamente, risale l'atteggiamento pungente mostrato poco prima <Non ha alcun senso ciò che dici. Il chackra è alla portata di tutti, Makihara, eppure ne esistono di potenti e rari> schiocca la lingua contro il palato prima d'abbandonar l'orizzonte per poterne fronteggiare il fianco <non esisterebbero altrimenti pietre più preziose di altre, perchè ciò che tutti possono toccare con mano e possedere, automaticamente perde di valore> non riesce a comprendere il punto di vista dell'altro, inconcepibile, un'ostacolo insormontabile <l'esempio che utilizzi è palesemente sulla diversità, essa ci rende speciali poichè ognuno di noi possiede un dono, talento, alcuni lo sfruttano sviluppandolo, in altri rimane assopito. Ma fondamentalmente, se lo si spreca ovunque, rimani vuoto> durante un combattimento ci insegnano ad evitare gli eccessi, si rischia di sfiorare la morte, la stanchezza. Funziona così anche tra i rapporti umani <L'umanità è avida, pretende senza mai dar niente, ti prosciuga, risucchiando anche la più piccola goccia d'acqua dal tuo terreno sin quando, finalmente, produrrai la stessa erbaccia che ti conformerà al restante gregge da loro sapientemente addestrato> le mani, da prima nascoste sotto il chimono, stringono saltamente i rispettivi polsi, eppure, quell'epidermide pallida, diafana, mai assumerà un colorito più vivido, se non per le pitture sferiche vicino le gote e la fronte. Qualche minuto di silenzio sembra ristabilire, però, la quiete. Un respiro gonfia nuovamente il petto prospero, rallenta il battito, cala il sipario delle palpebre prima di svelar le chiare proiettate al cielo stellato <Tuttavia, ognuno è libero di pensarla come gli pare...questa, per fortuna, è una delle poche libertà ancora a noi concesse> la mente non possiede catene, essa vaga il luoghi lontani, riesce a creare l'angolo felice che ci aiuta a fuggir dalla cruda realtà. Qual'è il problema? Il risveglio. <Il modo di veder le cose lo puoi trovare solo in te stesso. Basta cambiare prospettiva, perciò...direi che se tu il tuo punto zero> non saranno gli altri a donar una scintilla dell'anima. <Impara ad osservare anzichè guardare. Ama ascoltare anzichè sentire> e tra terminologie così similari, vi è tra loro un oceano infinito, sta agli altri assimilare, elaborare e applicare. <Uhm?> inclina lateralmente il capo, compie qualche passo indietro con l'intento di spostarsi alle sue spalle <No, non saprei farlo> sancisce iniziando a camminare verso la scalinata in discesa <O forse ho semplicemente paura. Il tempo...> ed ascende il primo gradino <solo il tempo me lo dirà...sempre che i nostri cammini si incroceranno un'altra volta> leggero il sorriso sulle labbra, ora. Ed il fantasma sembra voler uscire dalla scena, l'apparizione di una cometa fugace a fender l'oscurità della notte <Arrivederci, Ekko Makihara> gli addii son solo per i defunti. [Exit]

00:03 Kaworu:
 Appare assai divertito dall'incapacità dell'altra di non riuscire a comprendere cosa le stia dicendo, il suo punto di vista. < Se ne sei convinta. > scrollando le spalle, non argomentando oltre, tant'è chiara la differenza di opinioni, e la divergenza di vedute. Per quanto egli concerne la realtà esperita dall'altra, non può abbracciarla, non del tutto: perché nella sua natura, uno come lui, in quel mondo disegnato, non avrebbe senso, non avrebbe futuro; un ninja che sa usare solo le arti marziali, e nient'altro, sarebbe limitato. Eppure, egli è convinto, caparbiamente, che per sé possa esserci più di un traguardo, anche se forse è l'elemento più comune, il diamante più grezzo tra quei protagonisti in possesso delle più disparate conoscenze. Rispettandoli tutti, rispetta sé stesso, la sua dimensione, affermando la propria identità con risolutezza, con diritto di esistenza. < Mh-Mh. > un cenno d'assenso a quelle successive di lei, senza ribattere, portando le braccia al petto, incrociandole, in quella posta statuaria e marmorea. Ne segue le ultime parole, senza rispondere: almeno, finché non starà per andare. < Nori Shizuko. > la richiama, sciogliendo quella posizione, girandosi verso di lei, guardandola con aria seriosa, la prima volta che monta quell'espressione: non è ruvida, ma robusta, i tratti di quel volto nero saranno sorretti da una risolutezza determinata, così come quell'austerità trasmette unicamente la durezza di uno spirito rinsaldato. < Il salto dall'orizzonte, non si fa con la rarità, qualcosa di prezioso o potente. > asserisce, pacato, netto. < La paura blocca, e può farci cadere. > ammette, senza denigrazione verso di lei, ma consapevolezza: non la compatisce, né insulta, ne concerne il dilemma, la battaglia da intraprendere. Per questo, il suo verbo sarà solo un colpo di mano, una parola svincolata da interessi, se non quello di restituire alla Kiriana una possibile meditazione. Un altro punto zero. < ... ma può essere anche spinta dello spirito. Quanto ci solleva, per rialzarci più in alto. > chi non ha paura, non è forte, ma un bugiardo. Mente a sé stesso. Oppure, come dice la stessa, è vuoto. Non avere stimoli, non avere correnti, significa non avere energia. Avere paura, perciò, può essere una propulsione, energia dell'anima, a fare un salto più in alto verso l'orizzonte. Chi riesce ad affrontarla, chi riesce a farla propria, l'energia della vita, può sentirne la motivazione dentro di sé. Quella mimica facciale tenace ed inflessibile, lascerà spazio ad una chiosa più mite, un'espressione serena, con la quale accompagnerà il commiato gestuale di un saluto, sventolando la mano destra nell'aere lateralmente a sé, una volta, armoniosa ma concisa, per congedare la donna del distretto della nebbia. Quando si sarà allontanata nella notte, tirerà fuori il proprio cellulare, riprendendo un po' quelle conversazioni a distanza lasciate in sospeso, aggiornando i contatti e le notifiche ricevute. Solo dopo, abbandonerà il posto. (//END)
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Monte dei Volti di Pietra - Konoha District.
In un pomeriggio come tanti, passato nel sollazzo di un momento di riflessione e raccoglimento sulla testa della decima hokage Furaya, Ekko incontra Nori, intenta in un birbante attacco vandalico di poco danno all'insegna della faccia di Hitomu, l'ex Nono Hokage. Intercettata la ragazza senza bellicosi fini, i dialoghi che scaturiscono dal duo, dopo un esordio non proprio amichevole, riescono a seguire due percorsi paralleli, che si avvicinano solamente in alcune occasioni, senza però arrivare a toccarsi mai. Che questa sia l'unica equazione tra la Shizuko ed il Makihara? Manca ancora il voto del destino, che può confermare o ribaltare il risultato.