L'arte della forza e della bellezza
Free
Giocata di Clan
Giocata del 12/04/2021 dalle 16:07 alle 21:03 nella chat "Quartiere dei Clan [Ame]"
Dolore, ad ogni respiro le costole pressano sul lato del corpo stesso, pugnali che paiono volerle togliere via l'aria stessa. Lividi che si son aperti sotto le vesti presso le ferite ancora fresche che si annidano sotto la protezione d'una veste leggera, di un kimono corto sotto i glutei e lungo fino ai polsi, il suo rosa è delicato proprio come i petali di quel ciliegio ove la notte precedente ha potuto riposarsi e leccarsi le ferite con dignità. Decisamente più semplice rispetto ai propri soliti, benchè la fascia sia tenuta abbastanza larga per non premere sulla stessa ferita e renda quella veste più morbida sulle spalle, snudando la pelle candida e chiara , priva di alcuna impurità. I capelli son stati raccolti da uno chignon alto sul capo, le bacchette che si intersecano tra loro per reggere i rossi fili di sangue - ma alcuni ancora s'attardano sulle stesse spalle, recuperati dal vento a solleticarla e distrarla dal continuo dolore che pressa ad ogni singolo passo, ad ogni singolo respiro, eppure bellezza e dolore sempre son andati a braccetto, legati indissolubilmente perfino in quei momenti, ove si costringe ad indossar quei tacchi ai piedi per darsi un tono all'interno dello stesso dojo Ishiba. Una regola non scritta, vestirsi al meglio, sia mai che venga fuori il capo clan a vederla e renderle la vita un ulteriore inferno.. oh questi uomini, dovrebbe farne a meno, e invece che fa? Sta con il cellulare nella mano destra con una chat aperta, dove poche righe vanno a impregnar il bianco schermo. Poche parole da parte d'entrambi eppure si dilunga a scriver qualche altro rigo, solo per sentir qualcos'altro, per tirargli fuori quelle parole che non riesce a dire.. e lei ne ha dette troppe la notte precedente. Il passo che ormai la porta a quel che è il dojo principale, non troppo lontana dalla propria casa appena presa, e immergendosi nella luce di un timido sole che spunta da dietro le nuvole per lei , per illuminar quel meraviglioso giardino in pieno fiore, con l'ombrello di carta che ancora viene retto sul capo per non impregnarsi anche lei di troppo caldo - legata indissolubilmente a quell'antica usanza ove la pelle di una donna non dovrebbe mai veder la luce del sole diretta. I passi che si fermano, lo sguardo che si sposta alla ricerca di colui che ha cercato per questo giorno, potrebbe riconoscerne senza dubbio i capelli cespugliosi, no? [ombrello di carta ] [Dojo Ishiba] Un sole striminzito prova a farsi spazio tra quel cielo nuvolo che sembra volergli dar fastidio, oscurando un po' i raggi solari del sole. Non una giornata ottima dunque ma d'altronde per gente che ha vissuto ad Ame questi climi non sono di certo una novità, anzi si aspettano di molto peggio visto la pioggia continua che erano abituati a sorbirsi. Di parte controcorrente c'è Yori che invece con la pioggia non vuole avere niente a che fare, preferisce un gioioso sole, rispetto a delle lacrime sofferte...forse perchè ne ha già usate troppe di lacrime e ora preferisce avere solo un posto felice come prato soleggiato dentro se. Al momento si trova nel dojo, mentre si incammina per incontrare Sango che lo ha chiamato con un altro biglietto, sperando che non sia un altro scherzo dei suoi...l'ultimo per quanto alla fine sia andato abbastanza bene non gli è piaciuto troppissimo. I capelli sono al solito arruffati, ingestibili come di norma sua, indossa tuttavia una camicia bianca ben abbottonata sul petto, e che presenta qualche motivetto sulle maniche e sulle cuciture delle spalle, mentre invece alle gambe porta un pantalone semplice, un Jeans blu, che tuttavia sta volta rispetto a gli altri pantaloni è della taglia giusta, indossa anche il solito citurino alla vita, non per qualcosa in particolare ma perchè ormai è abitudine, ai piedi indossa invece delle scarpe nere in cuoio che chiudono fino a poco prima della caviglia e che son ben allacciate. Non ci si trova bene in quei vestiti ma non avendo ancora un kimono e dovendosi per forza vestire bene quando si va al Dojo del clan non ha altra scelta che indossa quelle tenaglie alle gambe <uff>sbuffa, non sa ancora il motivo della convocazione ma vedendo l'ultima volta <se rincontro quello lì sono spacciato..> si riferisce al Capo clan, e visto che non ha ancora fatto nessun passo avanti, se non imparare a come fare un semplice origami a farfalla, non pensa che ne sarà troppo contento visto la poca fiducia che ha già in lui.., il solo pensiero lo demoralizza, gli occhi scendono a terra e nel mentre passo dopo passo, con le scarpe che battecchiano sul terreno argilloso si avvicina all'entrata del Dojo, dove la sta già aspettando Sango, non la riconosce subito in realtà vedendola, il viso è coperto dall'ombrello di carta e lo Chignon che ha non gli fa accorgere dell'elemento forse più caratteristico della ragazza, ovvero i suoi capelli rossi.., con un po' di timidezza si avvicina alla figura che sta nel giardino del dojo e che sembrerebbe aspettare qualcuno o qualcosa <..s-sango ?>domanda, con una voce fioca, che non sa bene se spingersi per non fare una figuraccia nel caso fosse la persona sbagliata. La voce che giunge d'innanzi a se, il cellulare che lentamente viene portato verso il basso per sollevar il viso pulito e pieno di graffi, così come il suo corpo, ancora pregni di quella sabbia che le ha fatto decisamente male. lo sguardo che si impregna della visione del nuovo arrivato a cui ha dato un appuntamento li, per quell'ora, e in quello stesso loco. L'ombrellino che viene spostato più indietro poggiandolo sulla spalla libera e dolorante < Yori > un sospiro ne andrà ad aprir lieve le labbra, boccioli di rosa fresca che si inarcano verso l'alto in un tacito consenso. Si , è lei , chi altri sennò < perdonami per l'ultima volta > in quel giorno in cui ha dovuto di nuovo avere a che fare con quell'uomo di cui adesso vuole solo rifuggire. < ho avuto.. da fare > come minimizzare insomma. Il dojo par pieno di gente che scivola indaffarata verso i propri compiti, eppure del capo clan ancora non v'è traccia per loro somma fortuna, d'entrambi, sia chiaro. Il cellulare che viene posto li alla cintola destra, tra i due tessuti, per non cadere, priva oggi di altre protezioni oltre che quell'ombrello stesso < ti ho chiamato per parlarti > il viso permane dolce, eppure stanco in quelle profondo occhiaie che porta oggi, segni di una mancanza di sonno che l'ha tenuta sveglia a rimuginar su quelle ferite ancora aperte, quelle che non si vedono ad occhio nudo, quelle dell'anima ancora intenta a comprender cosa abbia realmente fatto per meritar tutto quello. < vieni > un invito dolce ad accompagnarla verso l'interno dello stesso , col passo lento e cadenzato, l'ombrello tirato sulla sinistra a veder il suo stesso viso < come stai? > oh se solo qualcuno potesse vederla in quei panni, in quei modi che s'hanno di madre e sorella maggiore atti a preoccuparsi per coloro di cui ne condivide il sangue. Davvero la crederebbero ancora una shinobi crudele e senza cuore? Ma quello permane comunque nascosto ad occhi altrui, lasciandosi andare in quelle piccole coccole solo quando può farlo, senza esserne vittima dello sguardo e dell'egoismo altrui. I passi fan fatica ad avanzare, così come lo stesso respiro che ancora la tramortisce ferendola ad ogni singolo istante, eppure non un gemito di dolore andrà a sfuggire a quelle sue labbra, permane stoica e senza paura, pur di non vedersi crollare ancora una volta. Attende con la giusta pazienza, non sa nulla dell'incontro avvenuto tra il Maeda e l'Ishiba capo, non sa cosa sia realmente accaduto, è li per adempiere alla propria promessa. Prendersi cura dei propri clannati, come un tempo anche adesso non vi rifugge, trovandovi dentro un senso di pace e un piccolo desiderio da poter portare avanti. [ombrello di carta] [Dojo Ishiba] Per sua fortuna non si sbagliava, la persona sotto l'ombrello di carta è proprio sango che non ci mette nemmeno un istante a rispondergli una volta udita la sua voce. I passi si avvicinano ancora più alla ragazza fino ad arrivargli di fronte. Ascolta le sue scuse che ovviamente accetta < capisco, non preoccuparti>sospira, ma in modo felice sapendo che quindi non era uno scherzo <almeno so che non era stato una scherzo quello di farmi venire qui senza trovarti..>se ci ripensa, sembrava davvero tutto perfetto e invece è stato solamente un caso. Le mani iniziano già a sudacchiare dai polpastrelli, evidentemente al solito il parlare con una ragazza e soprattutto con una così bella ragazza lo mette ancora a disagio, tanto che dunque si posiziona le mani in tasca per non darle a vedere in quelle condizioni. Non riconosce il fatto che la ragazza non stia troppo bene, nasconde bene i suoi sintomi e non avendo esperienza nei combattimenti non si mette nemmeno più di tanto ad indagare sulle varie ferite che qualcuno potrebbe avere...soprattutto in un tempo di pace come questo < certo dimmi tutto>indubbiamente è lì per ascoltarla, è venuto apposta dopo il suo messaggio, il suo sguardo va a guardare l'ombrello, pensando se mai si potrebbe riprodurre anche una cosa del genere con gli origami. In ogni caso coglie l'invito e la va a seguire affiancandola e camminando al suo stesso passo verso l'interno del dojo <beh devo dire che non mi posso lamentare troppo..>seppur non sia ben amato dal capo clan almeno ne è riuscito a strappare un periodo di prova per poter essere considerato veramente uno di loro <diciamo che incontrare il capo clan così dal nulla non è stato proprio così entusiasmante come potevo pensare..>professa, pensando che tuttavia sapesse già tutto, <mi avevi anche avvertito del suo comportamento ma in un primo momento non mi sembrava nemmeno così cattivo>è dopo che è cambiato tutto, con la passeggiata <un bel narcisista heh heh>ridacchia per sdrammatizzare un po' quell'aria che lui stesso ha creato < comunque il fatto che già abbia accettato di darmi una chance non è male...dovrà ricredersi su i suoi pensieri >i brutti non sono inutili e soprattutto non vede come potrebbe condizionare l'abilità di un discendente di sangue di questo clan.., il solo pensiero gli ribolle in testa ma si contiene, potrebbe sbucare da un momento all'altro e già il commento di prima forse era meglio non farlo <te invece ? che problemi avevi...no niente, scusa>capisce solo dopo che forse è meglio non impicciarsi degli impegni di una donna, forse non è carino..., l'accompagna col passo in attesa dunque di quel che gli dovrebbe dire Perchè dovrebbe fargli uno scherzo ? La piccola ruga si ferma sulla fronte di nuovo, piccola e profonda mentre riflette su quelle stesse parole, senza dire assolutamente nulla in merito. S'è scusata, eppure sa che quel comportamento non è stato per nulla elegante dalla propria parte, no, dovrà scusarsi decisamente meglio. Avanzano entrambi con dolcezza, la natura che ormai s'è risvegliata in tutto il suo splendore, odori nuovi che impregnano l'etere e lo rendono dolce ma non stucchevole come possa sembrar l'estate stessa . Attende il suo dire, quelle piccole rivelazione fatte su quell'incontro già avvenuto eppure finito abbastanza bene per il ragazzo stesso < sarebbe stato peggio se ci fossi stata io con te > un mormorio basso , intimo, per non farsi sentire da alcuno mentre parla del capo clan stesso < sai, credo si sia perduto il concetto di Ishiba nel tempo > il viso che torna davanti a se , fiero e rigido, la mascella contratta per non sputar via alcun gemito di dolore < ecco perchè ti ho chiamato qui > per insegnar lui la storia, ma non solo, l'essenza stessa della loro innata. Loro non comandano solo la carta, non sono semplicemente belli, loro son guerrieri che della bellezza ne hanno saputo far fuoriuscire anche l'arma più bella e terribile che porta alla morte. A quella domanda sorride lievemente < puoi chiedermi tutto ciò che desideri, vedrò di risponderti fino a dove posso > dopotutto quella non è una domanda a cui vuol negare la verità stessa , e si trovan li anche per proprio volere, il minimo e raccontar qualcosa di se, qualcosa che dovrebbe esser innocente insomma < ho avuto problemi con un uomo > potrebbe esser semplice come problema quando si metton in mezzo sentimenti differenti , quando la verità non viene udita dall'altro lato < non ha accettato che io non potessi amarlo come lui desiderava , non credevo che potesse divenire violento, ma la vita è pregna di sorprese > il passo che si fa più lento mentre andrà ad evidenziar con lo sguardo una panca vicino al giardino, sotto l'ombra di quei petali di ciliegio che scivolano verso il basso con le loro mille sfumature, il viso che permane rilassato, steso in quella maschera di dolcezza che vuole avere, non vuol pensare ad altro < amare è difficile, quasi impossibile. Accettarlo altrettanto > la destra che va ad indicar quella stessa panca vicina < ti spiace se ci sediamo, non sono in ottima forma adesso > per non pesare sull'altro e su se stessa, in una camminata dolorosa se dovesse continuare a quel ritmo. Se solo l'altro avesse acconsentito si sarebbe diretta li verso la stessa , sedendosi semplicemente su quella panca ad osservarlo < cosa hai compreso di questo clan che hai appena conosciuto? > curiosa di saper e conoscere la sua stessa visione, di sapere cosa ne abbia appreso dall'incontro avvenuto con lo stesso capo clan. Narcisista senza alcun dubbio, dispotico in altrettanto peso. Un singolo attimo in cui la luce del cellulare andrà a riflettersi, un breve sguardo, un sorriso e uno stacco dello stesso, che rimanga in attesa dunque. [ombrello di carta] [Dojo Ishiba] Un raggio di sole riesce a trapelare in un buco di una nuvola che si era messa in mezzo e che illumina proprio il viso del capellone, che invece di apprezzarlo come a suo solito si infastidisce, visto che punta precisamente al suo occhio. L'ascolta, sentendo le sue risposte in merito <mmh si forse hai ragione..>mormora, pensieroso mentre si gratta il mento con la mano destra < non è stato particolarmente felice di sentire il tuo nome quando ti ho nominata nella conversazione che ho avuto con lui>non voleva aizzare più rancore o rabbia ma non riflettendo abbastanza ha finito per farlo nominando il suo nome <si me lo avevi già detto..., non ti piace l'andazzo che sta prendendo il clan..>risponde a bassa voce sempre, tenendo uno sguardo per terra a guardare i propri piedi <e dunque..?>queste son cose che si erano già detti al loro primo incontro, se lo ha chiamato è perchè c'è qualcosa di più o almeno immagina, lo sguardo è frenetico...ogni volta che si trova in questo posto ha paura di incontrare il capo clan, che potrebbe saltare da qualsiasi parte. continua con l'ascolto intanto la sua frase forse non era così indisposta < ah grazie..>lo prende quasi come un privilegio, o un favore tanto da farlo arrossire <coff coff> se ne accorge subito tuttavia e con due colpi di tosse prova a rimettersi composto con il proprio corpo <...>l'ascolta, ascolta i suoi problemi con un uomo, del quale non accenna al nome, giustamente <ti ha aggredito ?> domanda visto quell'affermazione sulla violenza e il continuo di certo non rassicurante, la sua aria è mista in imbarazzo per aver chiesto di un qualcosa di cui lui non dovrebbe saper nulla visto che si tratta della vita privata, e soprattutto amorosa ma anche un po' amareggiato di quel che gli par di aver capito dalle sue parole e di quel che gli è successo <si è vero..>sibila una frase di circostanza, visto che lui di situazioni amorose non è ha mai avute in questi trent'anni che lo sperano dalla sua nascita, un verginello che di amore non ne sa nulla, e che a malapena riesce a parlare con una ragazza senza imbarazzarsi <certo sediamoci pure..>il viso è imbarazzato a il suo sguardo è rivolto verso il basso, visto che nel suo animo sente di aver chiesto una cosa che non avrebbe dovuto fare. Si siede sulla panchina, lentamente, dopo che la stessa ha fatto lo stesso <mh..>sente la domanda postagli, e ci rimugina un po' prima di dar una risposta <ecco non saprei...>si bagna le labbra prima di riprendere la parola e rivolgergli lo sguardo <diciamo che non è quello che mi aspettavo..>sibila <non è ancora considerabile come concezione di famiglia questa qui...>professa con un po' di malumore in viso <certo non mi demoralizzo di certo ma sembro abbastanza un estraneo a gli occhi del clan...forse il mio aspetto influenza così tanto chi sono..> un pensiero libero, preso solamente dagli sguardi che gli altri gli hanno rivolto quel pomeriggio <però immagino che debba dargli tempo, sia per me che per loro...>professa con un tono calante ma ottimista in fin dei conti Consapevole di quel che abbia potuto dire il capo clan, non si intromette nelle sue parole, piuttosto permane silente a notar il suo essere, ciò che ne segna il viso - di imbarazzo e forse disagio, alla quale però non andrà a dir nulla di importante per evitar di metterlo ancora più in soggezione < è vero, non mi piace come sia cambiato > non che ne abbia mai fatto un mistero, eppure a quella domanda non risponderà se non con un sorriso < sono qui per mostrarti cosa è la nostra arte > che sappia già usarla o meno non importa, deve scoprire la forza e il potenziale che vi è dietro come maggior espressione di se e del proprio essere interiore. < potrei dire che volesse uccidermi > si, se quella lancia non fosse stata spezzata prima di impattar sul corpo, probabilmente sarebbe in ospedale con serie ferite addosso . Ma non è li per parlar di quello, più per conoscer l'altro nella sua timidezza non sapendo che sia un pò propria colpa indiretta. Siedono mentre lei andrà ad osservarlo con attenzione , quelle giuste parole che pronuncia lui stesso < siamo qui per ricrear quella famiglia, o almeno > sorride mesta < vorrei provarci > che sia quella la propria vocazione intima lo scoprirà ben presto < s'è perso da tempo il concetto che ci ha sempre legati gli uni agli altri, noi non siamo mera bellezza > di quelle fragili per qualche attimo, per poi sparire senza lasciar alcun ricordo < la nostra forza sta nella nostra arte, la più bella che mai potrai vedere > dalla manica stessa andrà a far fuoriuscire della carta , tanti quadrati tutti completamente bianchi da spargere adesso sulla stessa panca nel breve tratto che ancora li separa < noi impregniamo la carta della nostra essenza, è ciò che ci contraddistingue. Non limitarti a comandarla, ma a sentirla tua > lei stessa che andrà a concentrarsi adesso, la destra che si solleva al plesso solare a formar il mezzo sigillo della capra. La mente che vola alla ricerca del proprio essere, di quelle due sfere d'energia che la abitano visualizzandole in due punti contrapposti - li alla fronte visualizza quella della mente, dei pensieri, della logica stessa, e al ventre quella della forza, la stessa che muove i muscoli e la vita stessa. Visualizzate quelle andrebbe a comandarle , quella della mente che scenderebbe e in contemporanea quella della forza che salirebbe, per ritrovarle entrambe al plesso solare. Un primo contatto per farle unire, un vortice lento che andrebbe sempre più a velocizzarsi fino all'ultima unione tra loro per donar vita al proprio chakra. < impasta il tuo chakra, oggi ti farò conoscer meglio tutto il clan, o almeno, quello che doveva esser secondo la nostra madre Konan > la figura che ancora svetta nei loro cuori e nelle loro menti, colei che ha donato vita a quel clan togliendoli da un futuro di sola morte < mi hai detto che non avevi mai vissuto ad Ame, la nostra vera Ame, giusto? > richiede ancora prima di interrompersi per lasciarlo parlare, per lasciar lui lo spazio di potersi esprimere. [ombrello di carta] [Dojo Ishiba] Si ricordava bene a quanto pare, tanto che è lei stessa confermare quel che il capellone aveva già detto <la vera arte ? ..mh, che intendi ?>domanda incuriosito dalle sue parole che pendono dalle sue labbra. <ucciderti ?? >ne rimane stupito in malomodo, non riconosce come si potrebbe fare un gesto tanto orribile per l'amore...<ma questo è totalmente impazzito, come può fare un gesto simile>seppur la strana notizia tiene un tono composto, non gli piace farsi notare troppo nel clan e dunque contiene le sue emozioni dall'esternarle fuori, le mani si stringono a pugno però, intende sfogare lì le sue emozioni e la rabbia di cui si è sentito pervaso nel momento in cui ha sentito la parola uccidere per un motivo così futile a gli occhi suoi...,visto che di amore da parte di altre persone all'infuori dei suoi cari non ne ha mai avuto<...>ascolta le sue parole, concise, profonde, rivolte verso yori e allo stesso clan < in che modo vorresti ricreare quella famiglia ?>domanda, forse un po' troppo generale o ingenua <in che modo dovremmo dimostrare che la nostra forza è la nostra arte..al nostro clan..>o meglio la loro..al loro clan, lui al momento riesce a fare a malapena un origami a forma di farfalla con un esecuzione abbastanza straziante e in termini di partecipazione beh è praticamente un reietto. La osserva fare quel gesto, spargendo sulla panchina quei quadratini di carta bianchi <ehmm...ok..>non sa bene come farlo ma ben presto le istruzioni gli vengono date, deve impastare il chakra..probabilmente dovrà immetterlo in quei quadratini, forse è quello che intende per la propria essenza..<va bene lo faccio subito..>chiuderebbe gli occhi preparandosi per fare il sigillo della capra ma un'ultima domanda lo interrompe, apre un occhio e risponde <esatto io sono nato a kusa e ho vissuto lì gran parte della mia vita...>detto ciò andrebbe a fare il sigillo della capra e facendo due grossi respiri e concentrandosi andrebbe a visualizzare le due sue energie, quelle mentali e quelle fisiche, la prima predisposta sul suo viso e la seconda sulla propria vita del busto, due energie incomplete, che hanno una forma a spirale, che dunque hanno un inizio e una fine e che continuano a girare all'infinito senza un reale obbiettivo, concentrandosi dunque yori andrebbe ad avvicinare queste due forze fino a farle raggiungere a metà strada sul proprio ventre, unendole e mescolandole tra di loro in quel vortice che loro stessi hanno creato fino a formare una sfera perfetta e completa, senza alcun imperfezione. Riapre gli occhi <ok fatto..ora?>domanda alla stessa che gli ha dato quell'ordine < già > non credeva nemmeno lei che un sentimento del genere potesse tramutarsi tanto velocemente in qualcosa di terribilmente opposto e dissimile dal primo. Impasta il proprio chakra, vivo dentro di se adesso e pronto ad esser usato per la miglior dimostrazione che possa dargli < di certo iniziando a comprendere chi siamo noi > preannuncia tranquillamente, lasciando che le sue domande possano fuoriuscire velocemente verso di lei, per farlo avvicinare passo dopo passo a qualcosa di più grande < cosa pensi che facciamo noi? Comandiamo meramente la carta? > solleva quel sopracciglio in quel che pare un piccolo rimprovero eppure espresso delicatamente per non urtarlo < la nostra forza non sta solo nell'abilità che possediamo. Sta nel nostro passato e nel nostro presente, in quel siamo stati pure > un passato antico , troppo forse per lui, lieta d'averlo visto lei stessa in quei primi dieci anni di vita dentro lo stesso dojo < Konan insieme a Pain riuscirono a portare una sorta di pace nella nostra terra. Fermarono il sangue e dichiararono a tutto il mondo che la nostra terra non sarebbe stata più di alcun altro, solo nostra > comincia la stessa, osservando come l'altro inizi a concentrarsi facendo il sigillo adatto ad impastar il chakra. Lascerà il silenzio ad aiutarlo nella concentrazione stessa , prima di continuare ancora < lei ci ha donato il suo potere e il desiderio di proteggerci sempre dagli altri.. e da noi stessi > quante lotte, quanto sangue sparso anche all'interno dei confini dello stesso paese del cielo, troppe morti che ancora piangono la loro fine < adesso richiamiamo l'innata > un sussurro basso, lento e caldo, mentre le proprie mani verranno poste verso l'altro con i palmi aperti, in attesa che le prenda . Se egli l'avesse toccate allora andrebbe anche lei a concentrarsi < vai alla ricerca della pozza della nostra essenza > lei stessa andrà alla ricerca di quella limpida acqua che la abita, profonda e intoccabile per altri < immergi il tuo chakra > un altro suggerimento mentre la stessa si protrarrà nell'intingere il proprio chakra dentro la stessa pozza. In quel momento dunque sentirebbero entrambi come lo stesso chakra cambi, come la loro innata sia viva e vegeta < cosa credi che possiamo fare con questa? > le mani che lente scioglieranno quell'eventuale tocco, per porre la mano su quel foglietto di carta bianco lasciando che la propria energia si leghi ad esso. In quello stesso istante la stessa carta andrebbe a macchiarsi lentamente d'un rosso intenso, una macchia di sangue che sporca quell'immacolato bianco puro < questa è la mia stessa essenza > un mormorio basso mentre la stessa carta andrebbe semplicemente a formar un origami d'una farfalla. La stessa che andrà a svolazzare intorno a lei < la nostra anima si riflette in ciò che facciamo. Tutta la carta che io tocco diviene rossa, sempre. > espressione massima di ciò che cela al proprio interno, di quel colore che la contraddistingue da sempre < prova tu, non pensarla solo come del chakra, ma come se fossi tu stesso > [chakra on][tentativo Ishibaku I ][ chakra 29/30][ombrello di carta] [Dojo Ishiba] <che fine ha fatto questo qui ?>professa chiedendogli in merito a quest'uomo, andando subito in contro ai sentimenti di prima in cui diceva di non doversi impicciare nella vita amorosa altrui...tuttavia si tratta di violenze, tutt'altra cosa di quel che ci si aspetta. <...> continua ad ascoltarla nei suoi discorsi, molto interiori <no immagino di no..>sua madre e suo nonno erano molto altro rispetto alla sola carta che riuscivano a maneggiare <e per chi non lo ha vissuto quel passato come si intende fare invece..?>mormora pensieroso, lui ha il suo passato ma non centra nulla con il clan non sa molto di esso <basta sapere cosa hanno fatto Konan e Pain per capire a fondo la storia del clan ?>avranno fermato anche molte guerre ma lui non le ha vissute era lontano dalla maggiorparte dei problemi e quando invece sono arrivati gli hanno portato via tutto quanto..<...>continua ad ascoltarla serioso, con un occhio di riguardo che sta attento su tutto quello che gli sta circondando al momento <s-si..> un "si" sibilante e incerto, che lo fa pure arrossire nel momento in cui l'altra gli chiede di porgergli le mani con le sue <devo..>indica con lo sguardo le mani altrui <immagino di si..>imbarazzato visibilmente e con molta forzatura va a prendere con le sue stesse i palmi della ragazza, stringendoli delicatamente ai suoi <pozza?>non capisce ma c'erca di concentrarsi.., scava nel suo animo, sfuggente, fioca, ma pian piano la trova in quel buio che solo lui può vedere <s-si..>risponde sentendosi ancora un po' a disagio, il suo ardore misto al chakra va a infondersi nella pozza prima trovata, mischiandosi come per gli altri elementi < uhm...non so>risponde fiocamente, ma l'altra ha già in mente una dimostrazione vera e propria in realtà. La osserva in quell'opera che per lui è davvero bella <quindi questo rivela quello che noi siamo..veramente?>domanda, prima di fare anche lui quello stesso gesto, andando ad appoggiare la mano sul foglietto e infondendo il suo chakra, vedendo che pian piano il colore non cambi...o meglio cambi ma in una maniera quasi impercettibile, visto che da bianco diventerebbe più un bianco sporco, sul grigiastro...non di certo non un bel cambiamento <mmh...non è cambiato molto..>grigio, un colore così triste per una persona che in realtà prova sempre ad essere il più gioiosa possibile, nel mentre la carta diventerebbe anch'essa una figura, ma non una farfalla, ma bensì una tortora, un uccello comune di ridotte dimensione ma il cui suono sentiva sempre dalle finestre della casa con cui stava con suo nonno. Essa inizierebbe a svolazzare fino a raggiungere l'albero lì vicino <wow...non pensavo->si guarda le mani estasiato <di esserne capace>.[Chakra on][tentativo ishibaku I][14/15] < credo sia.. libero a far qualcosa > spera lontano da li, molto lontano, per non dover di nuovo combattere quando la stanchezza è così pressante. Eppure è li per un altro motivo, per aiutarlo a comprendere, per aiutarlo a capire quanto la sua forza e la sua bellezza possano esser insiti in lui < non solo la storia, quella la puoi leggere nei libri > son molti i testi che ne parlano su ciò che accadde < ma su quello che proviamo restando qui nella nostra casa. Non solo gli Ishiba, ma tutti gli Amesi > son tutti uniti nel veder quel Pain come il loro salvatore, la loro speranza, la cui statua svetta imponente al centro della loro piazza. Lui è stato il loro simbolo fin da anni e anni, troppi anni < comprendere te stesso prima di comprender il resto è fondamentale > le mani che sfiorano delicate le sue, lo aiuta a regger il suo stesso chakra concentrando il proprio sulle stesse mani. Un energia nuova sentirà pizzicargli il corpo, non fastidiosa, quando diversa < ti aiuta a capire cosa vi è in te quando non riesci a spiegarlo > continua, nel sentire il suo chakra smuoversi, nel veder la sua concentrazione mentre andrà alla ricerca della sua innata, quella che adesso lentamente sfoggerà verso la stessa carta < i cambiamenti non sono sempre grandi > bastano pochi piccoli pezzi da aggiungere < ogni volta che cambierà una parte di te, anche la carta ti seguirà > allo stesso modo andrebbe a recuperar quella farfalla nelle mani ormai libere, di quel rosso che lentamente andrà a scurirsi fino a divenire quasi nera, vi è fatica nel farla divenire così scura eppure molto più semplice che farla tornare bianca. Osserva anche quel suo uccello prendere il volo, non una farfalla, ma qualcosa che lo lega ad essi. Qualcosa di suo e personale, decisamente < ognuno di noi è particolare, non siamo tutti uguali > vuole farglielo comprendere , e lui stesso potrà capire come quella carta non sia altro che una sua stessa estensione, dell'anima e del corpo, della mente e del chakra stesso < puoi fare e creare qualsiasi cosa tu voglia > un sussurro basso mentre andrà a comandar altre carte di quelle presenti per unirle insieme alla creazione voluta in una lancia di un metro di lunghezza, appuntita sul davanti a puntar dritto verso il suo viso al centro degli occhi < come un arma > ecco dove sta la loro forza, bellezza sempre, eppure pregna di tutto ciò che desiderano. E quelle stesse carte che andrebbero a sciogliersi così da poterle comandar tutte quante insieme per porle dietro le spalle con una specie di imbracatura a formar delle ali rosso sangue che iniziano a muoversi sollevandola per qualche attimo da terra . Pochi centimetri prima di abbassarsi di nuovo e sparire per tornar ad essere bianca carta morta < puoi essere chi vuoi > . [stessi tag][4/4 controllo Ishinaku I][28/30] [Dojo Ishiba] <..capito..>non gli va tanto bene che ci sia in giro della gente così, ma deve trattenersi non sono impicci che gli riguardano. <comprendere me stesso..>ripete quelle parole, imprimendole nella testa, forse non ha effettivamente capito che tipo di persona è lui stesso, che ha fatto in questi trent'anni...sono bastati per dargli un identità nel mondo e per se stesso ? tante domande, poche risposte certe al momento. Sente intanto un'energia nuova pervadergli il corpo, prova una sensazione piacevole al sentire del contatto umano con Sango, e una altrettanto strana riguardo l'energia che si sente in corpo <si, penso tu abbia ragione> ascolta piacevolmente la sua voce ronzargli nelle orecchie e forse non dovrebbe nemmeno rovinare quel momento con qualche parola, solo lasciarsi andare, lasciare che la ragazza faccia il suo lavoro indisturbata e senza che lo stesso yori se ne accorga <quindi se mi succede qualcosa di brutto, immagino che la carta cambi colore...e viceversa per un evento positivo>più un affermazione di quel che ha capito, che una domanda <indubbiamente>tutti sono diversi tra loro, e dunque è normale che tutti abbiano un estensione della propria anima diversa da gli altri, come Sango è riuscita a trasformare la carte in rosso, per la sua diversità yori l'ha fatta diventare grigia <...>al sentire del suo sussurro un brivido lo pervade, forse si sta emozionando troppo o sta semplicemente ricevendo troppe sensazioni nuova tutte in una volta, un velo di imbarazzo si cala sul viso, ma viene subito scosso da lui stesso che se ne accorge, e va ad osservare la nuova creazione che lei stessa gli punta contro è[gulp] un grumo di salica scende per lo spavento. Gli occhi fissano le sue creazioni intensamente e ancora di più quando la stessa ragazza assume una forma d'angelo con la carta, incantevole e allo stesso tempo forte. I suoi occhi non si riescono a scollare da lei e dalle sue gesta con la carta..e nel momento in cui proprio sbatte le ciglia, il ricordo di sua madre riaffiora nella mente. Quelle cose le aveva già viste, sapeva già come sarebbero potute diventare...eppure per qualche motivo l'aveva scordato, c'è stato bisogno che ci fosse Sango a ricordargli come fosse essere un ishiba <certo>accenna a un sorriso, incerto in realtà, sapere già adesso chi essere gli mette agitazione e non sa bene come si comporterà.[chakra on][13/15] < forse dovrei..> ma si ferma nel parlare, i pensieri troppo confusi su quell'argomento che non sta toccando ancora, lo lascia in sospeso per riflettervi dopo. Avrà modo di potervi pensare, ma adesso è li per lui, per veder lui stesso cosa può fare < è solo la tua mente a non preveder cosa potresti fare > si accorge di quella sua visione, di quel suo essere stupito da tutto quello, come se un ricordo davvero si fosse acceso nelle sue iridi < è il tuo cambiamento che si riflette nella tua arte. Può essere una sfumatura, ma non ti mentirà mai > quando e se fosse cambiata quella grigia carta, avrà la sicurezza d'essersi evoluto lui stesso come ogni essere vivente li < non esserne impaurito > è paura quella che legge? Disagio? Non lo sa, eppure sa che deve dir lui qualcosa < i cambiamenti spettano a tutti noi, eppure arriveranno con il loro tempo e con la tua strada > l'ombrello ormai non più necessario andrà ad esser chiuso con un semplice tocco dello stesso pollice . Il corpo lentamente che andrà a sollevarsi da quel trespolo per dedicarsi alla madre luna che svetta sui loro capi, mentre la sera è scesa e le luci s'accendono d'un arancio caldo e confortevole < la nostra bellezza sta nelle nostre convinzioni, nella decisione di prender una strada e proseguirla > un occhiata che viene lanciata al proprio coetaneo, potrebbe definirlo così se solo non avesse dieci anni in più da scontare sulla pelle < anche quando tutti ti diranno che è sbagliato, quando vorranno fermarti > il viso rilassato eppure lo sguardo che arde d'un fuoco intenso dietro le iridi stesse, fiamme che lo vogliono avvolgere < se senti che quella strada è giusta, perseguila, sempre. Non permettere mai ad altri di decider per te cosa sia giusto o sbagliato, decidi da solo, sempre > e con un lieve cenno del capo andrà ad allontanarsi lentamente verso la propria casa. Non aggiungerà null'altro per questa sera, sa che l'altro dovrà avere il tempo di metabolizzare chi egli sia davvero, cosa lo abiti, chi vuole essere. Domande che avranno bisogno di una risposta e non è detto che quella sia dietro l'angolo, magari anche lui come lei dovrà iniziare un cammino contro qualsiasi altro per se stesso. E starà li a guardarlo, da lontano adesso, quando penserà anche che è giunto davvero il momento di farlo. Chiamare la Shinsengumi. [end] [Dojo Ishiba] <...>rimane in silenzio di fronte a quella frase che non va ad essere compiuta, è già stato inopportuno fino a quel momento non gli sembra il caso di dover continuare a ritirar fuori l'argomento <....>la osserva, lasciandosi trasportare dalle sue parole non sta facendo niente, eppure gli sembra di star facendo già molto forse è la stanchezza <si..penso di capire>non è difficile in realtà, la fa più lunga lui del dovuto, ma d'altronde perchè rovinare il momento con della frenesia che non fa che stonare in questo ormai pomeriggio passato in armonia <non.. lo sono>non è paura è semplicemente ignoto, non sa cosa lo aspetterà ne cosa gli succederà, ne cosa sarà, ma sa che andrà bene, che farà parte di lui e che ogni cambiamento sarà ben accetto se rimarrà lui, Yori, <certo, è chiaro> risponde con voce sibila, mentre la guarda alzarsi dalla panchina <...>e lui l'ascolta senza troppe parole in mezzo, non ha nulla da dire ha solamente da ascoltare e d'apprendere per poter continuare a vivere qui, gli concede giusto un cenno con la testa su e giù accompagnato da mugugno con le labbra sigillate, indicando che per l'appunto si trova d'accordo e farà quel che farà <ciao Sango> la saluta, guardandola mentre se ne va, e riportando al suo posto la tortora grigia che ritorna sulla panchina per qualche secondo, per poi dissolversi in fogli di carta come erano prima, si guarda la mano e la fissa al confronto con la luna che sta spuntando pian piano <mi piace..> riferendosi a questo potere nuovo che gli è stato concesso e che assieme a lui muterà. La notte in ogni caso sta iniziando a calare e il freddo a investire tutte le strade <meglio andare adesso..>si mette le mani in tasca e...<che scomodi queste pantaloni, non c'è niente da fare..> non gli piace proprio vestirsi così, e con il viso crucciato mentre passo dopo passo, raggiunge l'uscita dal dojo dirigendosi verso casa sua...visto che al momento non può di certo considerare questa la sua.||