cheentiyon चींटियों
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Giocata del 12/04/2021 dalle 15:20 alle 20:55 nella chat "Bosco Dei Ciliegi"
15:29
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] È l’anno 10 dg (83DK), alle 15:28 minuti e 40 secondi, una falena della famiglia della famiglia Bombyx mori, capace di 18.850 battiti d'ali al minuto, plana sul Bosco dei Ciliegi di Kagekaure, alla ricerca di qualche foglia di gelso. Nello stesso momento, tra le tante panchine del posto una coppietta sta litigando per uno screzio amoroso, il vento si insinua magicamente sotto la gonna della ragazza infuriata con il ragazzo facendo il tessuto rosa come gli alberi di ciliegio del posto, facendo intravedere appena le cosce dell’amante, forse in quel momento il ragazzo capisce che si poteva evitare quei like alle svariate tipe su ninjiagram, quando vicino a se aveva qualcosa di più bello. In quell'istante, dall’altra parte delle strada,un ragazzo sta cercando “l’amore della sua vita” su un app di incontri dal suo smartphone. Infastiditi un po' dal vento invece, la piccola Akexia ( circa 5 anni) e il vecchio Xin (60 anni)s’alzano dalla loro panchina per andare a prendere un gelato. La panchina viene occupa successivamente da un ragazzo dai capelli bianchi, dimostra circa 18 anni d’età, le ciocche bianche toccano appena le spalle, solamente le punte timide le pizzicano appena. Pelle chiara, estremamente chiara, cosi tanto che spicca leggermente nella folla come la chiara luna spicca in un sereno cielo notturnoquel ragazzo ovviamente è Shiroi ,recato li per trovare pace dopo l’incontro del giorno precedente con Mekura che sembra averlo scosso pareccihio . Occhi grandi e profondi come l’oceano. Un viso dai tratti innocenti, immacolati, puri. Indossa scarpe da shinobi nere che lasciano visibili le punte dei piedi smaltati di nero, pantaloni comodi anche essi neri con una stampa di farfalle rosse a stormo sulla coscia destra e elastici che stringono sulle caviglie. Una volta arrivato alla panchina si siede poggiando le spalle sul freddo marmo della panchina,mentre gli occhi d’oceano fisso per un attimo la coppietta litigare e poi il ragazzo preso dallo smartphone. Lo sguardo dello shinobi di carta si stranizza un pò per poi uscire un sacchetto di carta bianca con dentro il suo spuntino. <<Non capisco sai?>> Domanderebbe a voce bassa , verso la piccola amica Luna che immobile sbatte di tanto in tanto le ali Bianche mentre poggia adagiata sulla sua spalla sinistra per poi aprire la busta di carta e prende una delle due mele rosse al suo interno ,lui ama le mele rosse, proprio come il padre , infatti la punta della sua lingua scivola lungo le sue chiara labbra prima di morderla per poi gustarsela soddisfatto mentre il suo sguardo fissa il bosco di ciliegio che gli si pone davanti . << ..Perchè non si godono lo spettacolo. Io non capisco…>> sussurra alla piccola amica mentre continua a mangiare facendo attenzione che il Kimono superiore non si sia sporcato , è di colore rosso scuro sulla sua manica sinistra anche li è stampato uno storno di farfalle nere ma sulla schiena è raffigurato lo stemma della pioggia..un bel completo coordinato insomma, d’ottima fattura anche se sembra un po' vecchio , vissuto, proprio come il coprifronte che del villaggio che porta largo al collo. Gli occhi truccati leggermente d’orato però tornano lentamente sulla farfalla e sembrano rattristirsi per un nanosecondo, la gente sembra diversa da quella descritta dal padre, chissà cos’è successo… la gente non sembra essersi evoluta, sembra aver dimenticato il Suono della Pioggia, sembra presa più dalle notifiche delle svariate app che dalle sue radici. fa un grande respiro per poi truccare il suo viso di un falso e grosso sorriso….Il progresso forse è più potente dei ricordi ,ma non sembra essere un male , tutt’altro la gente sembra felice e in pace adesso . [Chakra: Off] A grandi falcate sta percorrendo i viali di quell’immenso bosco di ciliegi, lascia che il vento le faccia cadere davanti dei piccoli petali rosati che senza pietà alcuna va a calpestare con le sue sneakers nere e rosse. Si muove agile seppur non eccessivamente veloce, una corsa che punta più a rafforzare la resistenza che a potenziarne la velocità. Le caviglie candide sono scoperte, lasciate nude da quei legghings sportivi aderenti neri dai profili color panna. Si allunga la gamba destra, poggia la punta del piede ed eccola sfruttare la presa sul terreno e imitare il movimento con la sinistra. I capelli legati in una lunga coda alta ondeggiano e sferzano la pelle nuda dell’addome. Il ventre che si mostra in quei suoi toni estremamente chiari, rischia di scottarsi persino ora che le nuvole a tratti nascondono il sole. Un top sportivo abbinato al resto del vestiario ad aiutarla in quella corsa e poi una felpa scura legata in vita, null’altro. Poche le gocce di sudore che le scendono dalle tempie provare, apre appena le labbra, socchiudendole come una rosa che sboccia, mentre gli occhi rossi si guardano intorno per scongiurare sfortunati scontri. Tocca il terreno e se ne separa come se da quell’allenamento ne andasse della sua stessa vita. Passa tra le fronde dei ciliegi, tra le ombre delle nuvole ed i suoi capelli mutano lievemente il colore, passano continuamente da un biondo cenere ad un rosa pallido a seconda di come i raggi la colpiscono, donandole luce. Accoglie quella folata di vento freddo come una benedizione, il corpo accaldato viene colpito e rinfrescato senza alcuna preghiera precedente, sospinta alle spalle da un soffio debole ma amico. L’orologio al polso destro suona, segnando il suo momento di recupero. Rallenta gradualmente la corsa posando lo sguardo su quella coppietta, non li comprende, perché legarsi così tanto? Non sembrano felici e allora perché farlo? Perché rischiare. Si ferma davanti ad una panchina mentre questa viene occupata da un ragazzo vestito in maniera molto tradizionale. Lo osserva qualche istante esattamente come ha fatto con la coppietta e poi divarica appena le gambe, entrambe le mani si spostano prima verso la caviglia destra, conta i secondi prima di voltarsi e passare alla sinistra. Il respiro è affannato, chiaro che il suo tentativo di migliorare la sua resistenza stia dando ancora troppo pochi frutti. Ode le parole a mezza voce pronunciate dallo sconosciuto. Una domanda quella che viene rivolta a qualcuno eppure a chi? Alza appena il mento così da lasciare che i suoi occhi rossi cadano sulla figura, il tempo necessario per rendersi conto che forse non è con lei che parla. Peccato sia l’unica abbastanza vicina per poterlo udire. Perplessa si volta verso la coppietta. Nemmeno lei li capisce. Presa ancora nei suoi esercizi annuisce silenziosa come se fosse stata coinvolta in quel discorso <perché non si lasciano e basta> replica appena lei, unendosi quindi a quel discorso privato che non sa di interrompere, ancora indecisa su cosa pensare. Che stesse davvero parlando con lei? [abiti https://www.pinterest.it/pin/274578908521204020/]16:02
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Ancora assorto dai pensieri fissa la coppia litigare, occhi freddi quelli del genin mentre li fissa mentre la ragazza furiosa urla << Sei un bugiardo! Ero io con un profilo fake !>> esclama furiosa per poi schiantare la sua mano destra sul viso del compagno ormai probabilmente ex compagno per poi voltarsi e lasciarlo li donando cosi a lui un nuovo tatuaggio in viso, una bella cinquina in the face. <<Azreal sei un bugiardo seriale !>> aggiungerebbe in fine furiosa lasciandolo li , abbandonato come un vecchio giocattolo che ha perso la sua importanza per un fanciullo che sicuramente ha giochi migliori. Shiroi stringerebbe adesso i denti vedendo la scena ma una voce arriva alle sue orecchie attirando la sua attenzione, a quanto pare qualcuno ha risposto al posto di Luna. Adesso gli occhi di zaffiro si poggiano sulla figura sconosciuta, vestita in tenuta sportiva mentre si allena. <<Bhè… mi sa che l ha mollato adesso.>> Risponderebbe alla sconosciuta dal corpo sodo e tonico vicino a lui mentre la mano destra adesso andrebbe ad aprire la busta di carta. Luna a sua volta decide di spiccare un piccolo salto dalla spalla del ragazzo ishiba, per poi iniziare a sbattere le ali raggiungendo la sconosciuta svolazzando intorno a lei mentre s’allena. << Luna! Non infastidire la signorina! >> verso la morpho polyphemus dalle ali bianche tentando di richiamarla a se ma non sembra riuscirci anzi se ne sbatte proprio continuando a svolazzare intorno a lei imitando un girotondo intorno alla shinobi in solitaria . <<… mi sa che gli stai simpatica.>> aggiunge subito dopo mentre la mano destra s’alza poggiandosi dietro il capo scuotendo un po' la criniera bianca imbarazzato per la scena dell’amica alata, gli occhi si socchiudono e l’imbarazzo adesso si disegna anche nel suo viso … sicuramente Luna sa socializzare meglio di lui ormai, se non fosse per lei, Shiroi non avrebbe conosciuto almeno 80% della gente conosciuta fin ora. [Chakra Off] La discussione continua mentre lei va a raddrizzare la schiena. Ha finito quel primo esercizio e ora passa ai prossimi. In qualche video sul web ha scoperto che è così che si fa, oltre al fatto che spesso va a spiare gli allenamenti di Nene, chiedendosi come faccia a sopravvivere a certe prove fisiche. Ridacchia poi alle parole dello sconosciuto dopo aver osservato quello schiaffo, sicuramente meritato. Torna con gli occhi su quella presenza mentre la gamba destra va a flettersi, dietro alla schiena la mano per andare ad aggrapparsi al collo del piede e tirare così il muscolo. Resta quindi su un piede solo: il sinistro. Un allenamento semplice il suo, solitario come la maggior parte della sua vita. La farfalla viene poi colta in quell’avvicinamento, la destabilizza quel tanto che basta da interrompere l’allungamento dei muscoli. Infatti fissando gli occhi su quell’animale in movimento finisce per perdere l’equilibrio, un paio di inutili salti sul piede sinistro nel tentativo di ristabilire la sua posizione e poi la rinuncia mentre muove il capo all’inseguimento della farfalla. Torna quindi con entrambe le scarpe sul suolo, le suole che aderiscono per bene a quelle mattonelle chiare della pavimentazione <Luna eh?> domanda appena distratta e per un attimo rapita. Una farfalla può appartenere a qualcuno? Di appartenenza si tratta? Si perde in quei ragionamenti, riflettendo ancora una volta sul suo concetto di legami. Non ha mai sentito di un simile animale legato ad altri, non ha mai nemmeno pensato che le si potesse dare un nome proprio dando quasi per scontato che ogni interazione con quelle delicate creature sia unica ed irripetibile, concetto che adesso va ad incrinarsi <sicuramente un nome migliore di Azrael> ammette poi sovrappensiero, riferendosi a quella scenetta appena compresa. Quindi sono legati? O forse è solo un pazzo? Osserva a lungo quello svolazzare ignorando invece l’Ishiba a cui per un lungo periodo di tempo non dona più attenzioni, concentrata su sé stessa e sui suoi ragionamenti <perché le hai dato un nome?> eccola alla fine chiedere. Non indossa la divisa, può fare tutte le domande che vu9ole, mostrarsi impicciona e lasciar stare, nessuno la costringe alla perfezione anche quando non è in servizio. Accetta la possibilità di sbagliare, questa volta ne vale la pena. I capelli si appiccicano appena al collo reso lucido da quelle gocce di sudore che proprio ora che si è fermata aumentano16:32
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Gli occhi tornano ad osservare per un attimo il ragazzo con occhiali neri che seduto molto più lontano da loro , si tocca il viso dopo la cinquina doton in the face , si guarda un po' in giro vedendo che ha palesemente fatto una figura di merda in pubblico. Trasuda chiaramente tentando di rifarsi in qualche modo e dice. << Si picchia pure un ragazzo cieco brava! Come potevo sapere che quella bionda con il lato b sodo potevi essere tu?! NON CI VEDO!>> esclamerebbe cosi e un espressione parecchio confusa si disegnerebbe adesso sul viso di shiroi che si limita ad aggiungere. <<…nani?>> con quella voce da ragazzino che si ritrova per poi tornare sulla sconosciuta ricordandosi solo ora che Luna è ancora li a infastidirla. << Scusami ciò che vedo mi sta confondendo palesemente…>> direbbe ancora imbarazzato non schiodandosi dalla panchina. Adesso la mano destra s’alzerebbe fino all’altezza del mento , chiudendo a pugno la mano a esclusione dell’indice che rimare rigido e retto, come se stesse indicando il cielo. << Dai Luna per piacere vieni qui…>> direbbe con la voce seccata verso l’amica alata che dopo un ultimo giro si dovrebbe dirigere verso il dito del ragazzo, vestito da lei da piedistallo. A quanto pare sembra davvero essere la sua farfalla. Gli occhi d’oceano si poggiano sulla farfalla dispettosa che una volta aver atterrato sul l’indice del giovane shinobi, muoverebbe le piccole zampette su esso, roteando come una ballerina. Shiroi vedendo questa scena esploderebbe in una risata ricchissima di vita , una risata educata e pura come quella di un piccolo angioletto. Ma adesso la voce della sconosciuta richiama a se l’attenzione dell’angelo di carta che nuovamente le dona il suo sguardo allegro, ancora sorridente per la scena della Farfalla ballerina. <<Scusami la mia maleducazione, non si dovrebbe rispondere a una domanda con una domanda ma…>> Adesso Luna spicca nuovamente il volo andandosi ad appoggiare sul viso del ragazzo, sulla sua guancia destra. << Perché no?>> risponde cosi sorridendo facendo spallucce alla sconosciuta. Una risposta semplice quella del ragazzo che sembra la rincarnazione della felicità, eppure ha un coprifronte al collo… ma non sembra per niente uno shinobi. [Chakra Off] Ha smesso di dedicarsi a quella scena, non ha senso cercare un rapporto, un legame quando tanto la fine naturale di essi è sempre la sofferenza e la perdita. Meno persone hai intorno meno soffrirai, non importa quanto Haru le dica il contrario non riesce proprio a trovare la verità nelle sue parole. Haru, Fuji per un attimo la sua mente sovrappone le immagini di quella litigata mettendo lei e loro a quel posto, scuote il capo sospirando appena per cancellare quella visione. Vorrebbe solo essere come quella farfalla, libera di non legarsi senza ferire nessuno. Anzi no cosa? Osserva adesso la farfalla tornare da quello che ora pare a tutti gli effetti il suo padrone. Inclina appena il volto verso destra perplessa, ascoltando quella risata, cogliendo quell’espressione felice incapace di comprendere. La contro domanda che le viene rivolta ora assume un significato completamente diverso. Aspettate tutti. Torna a raddrizzare il volto con il cervello che si mette in moto alla ricerca di una spiegazione logica e razionale <di solito non si da il nome ad una creatura che è solo di passaggio nella propria vita ma> eccolo il ma. Sì normalmente non ci si lega ad una farfalla, bellissime ed effimere, libere di andarsene quando preferiscono nonostante la loro apparente debolezza. Forse è questo che invidia agli animali, la loro libertà, nessuno si offende quando un gatto ti gira le spalle e mangia in una casa diversa, nessuno viene ferito da una volpe che dopo essersi avvicinata fugge lontana verso qualsiasi cosa abbia catturato la sua attenzione e allora perché lei non può fare come loro? <ma> lo ripete mentre persa nei suoi pensieri cerca di formulare la frase nel modo meno rozzo e scortese possibile. Ha escluso tutte le spiegazioni impossibili quindi per quanto improbabile rimane una sola spiegazione <è tua?> è chiaramente concluso. Ha solo adottato un ragionamento di deduzione logica, il comportamento di “Luna” sembra a tutti gli effetti quello di un animale addomesticato, da compagnia <perché questo cambierebbe tutto> persino le sue curiosità in merito a quei due. Tante le domande che l’assalgono davanti a quella possibilità mentre il mondo viene lasciato da parte. Che lei sia la “Luna” del finto Dio? Che non sia altro che un suo animale addomesticato? Potrà mai spezzare quelle catene? Si sta comportando proprio come lui avrebbe voluto? Viene assalita dai dubbi mentre lo sguardo si fissa sulla coppia davanti a lei, immobile se non fosse per il petto che si alza e si abbassa. Un ninja ed una farfalla. Quindi potrebbe esistere un Dio ed un ninja17:02
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Adesso il capo del ragazzo va a chinarsi di lato mentre gli occhi restano immobili su Saigo , tutto il resto del corpo resta immobile, movimento un po' ambigui quelli del ragazzo che muove il capo come un gatto in questo momento mentre Luna permane nella sua guancia . Shiroi ascolta Saigo e riesce a vedere la sua difficoltà nell’esprimersi e non sembra volerla interrompere aspetta solamente che lei ci provi ascoltandola come un canta storie, interessato alle sue domande mentre sul viso diafano dello shinobi del Cielo si palesa l’interesse nelle sue parole. << mia? >> domanda stranito verso la sconosciuta per poi raddrizzare nuovamente il capo. << Non è mica una mia schiava, lei è una creatura libera… la sua essenza si rispecchia nella libertà , definirla mia sarebbe un modo possessivo di metterle delle catene invisibili non pensi? >> Domanda gentile per poi sorridere. << Da quando ne ho memoria lei è sempre stata con me, non mi ha mai abbandonato e le sono parecchio grato per questo.>> Ora socchiuderebbe gli occhi per un momento per poi donare a Saigo un sorriso sincero più s’espone più sembra un angelo in carne e ossa, sicuramente un tipo “diverso” da quelli che si può vedere in giro. <<Tu non hai amici?>> domanderebbe curioso per poi riaprire gli occhi e portarli nuovamente sul sacchetto di carta che aveva portato con se, per poi aprirlo e porgerlo verso la sconosciuta , se Saigo s’avvicinerà potrà vedere che all’interno del sacchetto ci sono due mele rosse. <<..Ne vuoi una? Ah dimenticavo.>> Arrossirebbe per un attimo. << Io mi chiamo Shiroi, scusami se non mi sono presentato prima.>> Aggiungerebbe in fine con estrema educazione. Più che un genin sembra un pacifista il ragazzo sembra quasi un contro senso che lui porti un coprifronte, una persona del genere sembra che non possa far male neanche a una mosca. [Chakra Off] Più parla di quella farfalla meno comprende il discorso. Lo fissa però in attesa di quella risposta, di qualcosa che possa in qualche modo lasciare che la sua mente colga il discorso, le ragioni e soprattutto la verità. Una folata di vento che leggero va a scuotere i suoi capelli, l’accarezza su quella candida pelle nuda lasciando che il sudore reagisce, un brivido che corre lungo la schiena mentre i bulbi piliferi sulle braccia si manifestano, la famosa pelle d’oca. Lei poi odia il freddo. Andrebbe dunque a spostare gli occhi verso la felpa legata in vita. Non che abbia smesso di ascoltarlo. Le mani si portano entrambe su quel nodo <se non è tua perché le hai dato un nome?> domanda ancora una volta. Intanto dovrebbe essere riuscita a slegare le maniche così da poter poi infilare le braccia in esse, tiene entrambi i lembi di quella felpa scura oversize dal tessuto pesante, invernale, l’interno appare estremamente morbido e pelosetto. Le piace il caldo, non le basta il tepore lei desidera tutto. Un passo in avanti per non perdere l’equilibrio mentre la testa si abbassa così da andare ad infilarsi definitivamente l’indumento. Per qualche sitante sembra restare bloccata all’interno del tessuto, sono i capelli rosa i primi a spuntare dall’altro. Resta silente in quel frangente. Appena è riuscita effettivamente a metterla lascia che i lembi inferiori le cadano al di sotto delle natiche, crogiolandosi per un istante nell’immediato senso di casa che sente appena il calore della felpa l’avvolge. Fissa poi quelle mele offerte, scuote appena il capo ma gentile sorride, difficile dire quanto sia un sorriso spontaneo e quanto sia invece costruito, un’attrice sempre pronta a dare il meglio di sé pur di essere ben vista, apprezzata <no grazie> replica subito. Non ha ignorato la domanda precedente, stava solo cercando di coprirsi. Un passo in sua direzione e poi si siede sulla panchina, portando così per una pausa più lunga durante quell’allenamento <uno solo> una pausa <di amico intendo> si spiega meglio. Lo sguardo che viene rivolto verso il ragazzo ancora una volta, si volta appena pure essendosi seduta al suo fianco su quella panchina, senza nemmeno un invito <e questo limita già la mia libertà> ammette. Non che rifiuti il legame con Fuji, è in realtà l’unico che riconosce ed accetta, da quell’elenco si ostina a non includere Nene o Haru, due importanti legami che sta stabilendo ma che al contempo rifugge con tutta sé stessa <non fraintendere sono contenta che almeno lui sia ancora vivo> scuote le spalle appena <ma a volte penso che se fosse morto avrei finito di aver paura> già. Aver paura di soffrire, aver paura di perdere. Che senso avrebbe la vita senza Fuji? Nessuno. Proprio per questo una piccola parte di sé preferirebbe averlo già visto morire, così nemmeno lei avrebbe avuto motivo di restar oltre su quella terra, stanca di sopravvivere e trascinarsi tra una crisi e l’altra <mi chiamo Saigo comunque> ed è con queste parole che allunga la mano destra verso di lui, palmo aperto, pronta a compiere quel gesto di presentazione <ora che ci conosciamo posso chiederti se vieni da fuori le mura?> che sia un ninja ritornato? Fin ora le persone più strane incontrate si sono rivelati ninja del passato, meglio saperlo subito17:44
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Ed ecco (e non EKKO) arrivare quel leggere vento che se accarezza la sua fredda pelle, per lui è come ricevere una coccola che scuote le sue bianche ciocche di capelli a differenza per la sua nuova amica che sembra odiare quella sensazione, cercando di rifugiarsi nel calore della felpa mentre continua a ribattere sul motivo per cui una comune farfalla ha un nome, razionale il suo pensiero a differenza di quello dell’angelo di carta forse. << Perché è una mia amica, facile no?>> Risponde ancora sorridendo mentre Luna, zitta zitta inizia a muovere dei piccoli e lenti passi andando a rifugiarsi nella chioma bianca del genin ,andandosi quasi a mimetizzarsi con il colore dei suoi capelli. Saigo rifiuta l’offerta del genin che per un attimo palesa un espressione dispiaciuta sul suo candido volto, come se lei volesse prendere le distanze da lui che è cosi strano e diverso dalla gente comune, come se si sia rifiutata di giocare con lui. <<..oh..ok.>> replicherebbe per poi tentare di nascondere il viso dispiaciuto sentendo il suo dire sull’amico di cui pare quasi detestare la presenza come se sia un peso. << Hai perso cosi tanta gente?>> domanderebbe con la voce da bimbo che si ritrova . << bhè avere paura di perdere qualcuno è brutto, io non so come riuscirei a vivere se perderei mia sorella ora che mi ci fai pensare. >> Lo sguardo adesso s’alza vedendo le nuvole che creano rifugio a un sole che gioca a nascondino. << Io penso che la gente che entra a fare pace della nostra vita , la renda più bella sai?>> adesso con un gesto veloce del capo tornerebbe ad abbaiare Saigo di blu mare alle sue iridi. << Saigo è un bel nome… Scusami se mi permetto ma forse hai troppi scheletri nell’armadio che ostacolano la tua vita, cosi non puoi trovare la tua vera essenza, cioè…>> Si fermerebbe un attimo tentando di non essere maleducato e fuoriluogo. << Sembra che tu abbia cosi paura di perdere questa persona che preferiresti averla giù persa. >> accenna un piccolo sorriso adesso per poi aggiungere. << Pensi troppo a cosa può capitare domani , togliendoti il piacere dell’oggi. Poco fa hai detto una cosa molto triste. Perché dare un nome a una farfalla?>> quel sorriso che sa cosi tanto di pace ancora permane nelle sue labbra anche adesso che finalmente da una risposta precisa alla domanda che tanto sembra assillarla. << Perché a tutto va dato un valore, tutto lo merita anche se può essere solo di passaggio…Almeno per me.>> Adesso andrebbe a chiudere il sacchetto di carta con le mani, a quanto pare è passata pure a lui la fame. << Si vengo dalle mura da un villaggio molto lontano da questi paese, sono stato qui per diventare uno Shinobi a tutti gli effetti .>> Tornerebbe a fissare Saigo adesso fiero delle sue parole. << è la mia essenza diventarlo, uno shinobi di Amegakure. >> Preciserebbe come un bambino che sogna cosa vuole fare da grande [Chakra Off] Rifiuta quella mela è vero ma solo perché troppo sana per i suoi gusti, ormai le papille gustative sono completamente assuefatte al gelato e l’esagerazione di zucchero raffinato, un frutto non ha alcuna attrattiva ai suoi occhi, nulla che la spingerebbe a mangiare anche se non prova fame almeno. Lo osserva reagire a quel rifiuto con un trasporto che giudica quasi eccessivo, chiedendosi ancora una volta cosa le sta sfuggendo di quel ragazzo che invece sembra saperla leggere così bene, beh non che abbia reso così difficile l’impresa. Lo osserva semplicemente ascoltando le parole e nascondendosi, scappa dal confronto, scappa dalle verità e fa ciò che le riesce meglio: correre via. Quel sorriso è uno scatto lontano da discorsi che le fanno ancora troppo male, fugge dai ricordi e dalla consapevolezza di ciò che ha perso, un lutto che non ha mai davvero superato. Lo sguardo si fa dolce, delicato così come l’espressione del suo viso che si modella su quei personaggi visti in televisione e studiati con attenzione nel suo lavoro, si fa scudo con l’espressione più gentile ed adorabile che conosca, nascondendosi dentro ad un guscio capace sì di difenderla ma che contemporaneamente l’allontana sempre di più dal resto del mondo rendendola più sola e quindi a suo modo ferendola. Meglio la solitudine però rispetto a tutto il resto. Ne vale la pena. Quasi istintivamente la destra sale verso il cappuccio di quella felpa, come a volersi nascondere lo trascina a nascondere il suo capo, quei capelli di cui ora spunta dalla spada destra la coda <conosco una persona che la pensa come te> ammette. Haru. Le fa meno male adesso che il pensiero l’assale, lui è sicurezza, non teme di perderlo e non solo perché s’illude di non soffrirne e di non essersi legata, semplicemente in sua presenza si sente così protetta che le basta ricordare quella sensazione per percepire parte del peso della sua disperazione sollevarsi dalle spalle. <dovrei farvi conoscere> interpreta un personaggio, questo è ciò che direbbe una ragazzina gentile o forse è davvero curiosa, una piccola parte vorrebbe provare ad ascoltarli entrambi, farsi convincere che hanno ragione, che legarsi è bello. Attratta da quelle parole si lascia per un solo istante trascinare nella vita che ha costruito attorno al personaggio che ora interpreta, oh avere degli amici deve essere così divertente. Ma la sofferenza no. Si richiude a riccio. Il discorso prosegue mentre le sue difese s’innalzano pronta a sentirsi ferita, pronta a quella rabbia che la travolge, all’odio e al rancore che prova per tutti quei ninja che dopo dieci anni dalla loro sconfitta sono tornati, ma non accade. Lui non è uno di loro a quanto pare <uno shinobi?> domanda appena. Lei stessa appartiene a quel mondo, ma le sue motivazioni sono decisamente meno nobili o come la vede lei: ingenue <perché in un mondo come il nostro? Ha ancora valore?> domanda come se stesse riflettendo ad alta voce <gli Shinobi hanno fallito destinandoci tutti alla disperazione, ora che non hanno più valore perché tu credi ancora?> lei è cresciuta a Kagegaklure, da dieci anni ormai dimora e quella società ha plasmato il suo pensiero, il suo rancore l’ha allontanata dalla classica visione di quella categoria. Non c’è nulla di bello o nobile nell’essere ninja è solo una questione di egoismo, di arrivismo, di ricerca di potere. Esseri che arrivati al culmine del loro ego hanno creduto d’essere invincibili e sono stati distrutti, spazzati via dallo stesso essere che la tormenta ogni notte con la stessa frase18:27
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Ed ecco che inizia l’opera che preferisce osservare la gente mentre recita la sua parte sul palco scenico della vita imitando un personaggio che nella propria mente è migliore di come sono veramente, maschere su maschere fino a non ricordare più chi sono. << bhè io conosco con piacere la gente sai Saigo?>> risponderebbe gentile e sorridente ancora per poi voltarsi e poggiare la nuca sulla panchina lasciando ancora che il vento vada a scuotere la sua chioma color luna dalla quale fuoriesce nuovamente la farfalla bianca , che adesso decide di muoversi nuovamente verso il viso dello shinobi che schioda lo sguardo dalla sua interlocutrice per ammirare nuovamente il Cielo. << Non saranno gli altri, nemmeno i nostri padri a dar valore a qualcosa ma siamo noi … E da quello che so abbiamo avuto periodi peggiori di quelli d’oggi. >> Sorride ancora allegro quasi come se le parole della ragazza non avessero toccato, scalfito minimante il suo pensiero. << Persone provenienti da diversi villaggi, nonostante tanti attriti e sangue versato da una parte e dall’altra adesso convivono nella stessa terra. Molti lavorano addirittura insieme .Forse per paura, forse per il dolore adesso tutti convivono nello stesso villaggio. >> Torna a fissarla ma questa volta il suo sguardo sembra cambiato non è più come il precedente e freddo e quasi privo d’emozioni. << Sei sicura che questa sia disperazione? E poi uno Shinobi può lottare nonostante tutto per la gente che ama, per la gente che vuole difendere…per i suoi cari. >> Nuovamente torna a fissare il cielo rimanendo con la nuca sulla panchina che fa da freddo cuscinetto mentre i suoi occhi angelici si perdono nella vastità del “cazzo che me frega…ah no sorry” Cielo. << questo fa parte del mio credo da ninja…e forse farebbe bene pure a te , che sembri mascherare le tue emozioni ma non sembri riuscirci… e si vede da come cambi argomento…Scusami se posso sembrarti arrogante, non è mia intenzione ma forse anche tu dovresti ritrovare la tua essenza per essere libera…come una farfalla. >> Direbbe cosi lo shinobi dalle vesti a fantasia FARFALLOSE mentre Luna finalmente arriva alla sua meta , la punta del naso di Shiroi per poi spalancare le ali. Loro saranno strambi e poco razionali ma almeno sono liberi. Sono loro stessi. [Chakra Off] Sorride ancora, imperterrita come se nulla stessa accadendo come se lui non ci prendesse perfettamente con ogni minima frase. No lei è il suo personaggio ora, non deve temere nulla. Disegna una strada da percorrere, nella sua mente appaiono le frasi da dire, come rispondere, come mentire e nascondersi, se solo potesse nascondersi anche da sé stessa sarebbe tutto facile, se solo non sentisse gravare sulle sue spalle la peggior promessa mai sentita, lei non è libera fintanto che le mani di quel Dio saranno sul suo collo, lì dove si era ferita la spalla in quel tentativo fallito di suicidio ora sente una scossa, come se il dolore si fosse trasformato in fisico. Sorride. <Immagino che te lo presenterò Shiroi> ed ora che lo osserva, ora che ci pensa bene e si immerge in quel ruolo interpretato, solo ora le torna in mente dove lo ha visto. Ninjagram, lui rientra in uno di quei profili sulla sua schermata iniziale, scorre spesso attraverso le foto che posta, non che abbia mai avuto qualche interazione ma tace. <La disperazione viene nascosta nello sfarzo, conosci davvero i membri di questo villaggio? Siamo nati nell’ombra di epoca passata fatta di guerre e devastazioni, siamo i figli sani della distruzione> sani, ceeeerto. Sorride gentilissima, lasciando che quel pensiero sembri sbagliato pronunciato dalle sue labbra. Una ragazzina così dolce, docile ed indifesa come potrebbe mai partorire un simile pensiero? Come potrebbe il pozzo essere così profondo? Lo osserva adesso, senza rifuggire dallo sguardo ed alzando il cappuccio, la destra che lo fa nuovamente scivolare via rivelando tra i raggi del sole ad intermittenza i suoi capelli <che valore possiamo avere noi quando basta il capriccio di un Dio a spazzarci via tutti? Per difendere chi si ama bisogna essere forti e gli shinobi hanno chiaramente dimostrato la loro debolezza> il potere stesso. I villaggi non hanno fatto altro che imporsi l’uno sull’altro, aspirando sempre e solamente ad essere più forti e questo a cosa li ha portati? Ingoiare il rospo delle passate ferite per convivere, collaborare con lo scopo di sopravvivere. Nemmeno può definirsi vita la loro, attaccati ad un villaggio morbosamente, consapevoli di non poter sopravvivere a lungo lì fuori. Lei è libera come lo è una formica, non è abbastanza forte da potersi imporre sui suoi predatori ed è costretta a collaborare, che lo voglia o meno il suo valore è nulla rispetto alla comunità nella misura in cui è il numero a permettere al singolo di sopravvivere. Non si fa problemi a calpestare gli altri per avere di più ma sta ben attenta a non calpestarne troppi o finirebbe per ritrovarsi sola e ancora più indifesa. Eppure mentre parla la voce suona come un dolce canto, come se stesse dichiarando il suo spassionato amore per quella vita che tanto detesta al punto d’aver provato a privarsene <la nostra illusione della libertà dipende solo da quanto ci viene concesso dalle nostre catene> i rapporti. Catene che impediscono di riuscire lì dove si vuole o forse una spinta a migliorarsi, solo il tempo le risponderà ma ciò che è certo è che tutti loro sono incatenati alla loro debolezza <e tu conosci le tue catene?> domanda semplicemente tornando ad alzarsi. Non che se ne stia andando, si limita a sgranchirsi le gambe adesso che i muscoli freddi iniziano a dolerle19:09
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Resterebbe li a fissare il Cielo sorridendo assorto da quanto sia grande, sembra quasi rilassarlo,no come la pioggia ma quasi. La discussione tra i due continua eppure sembrano due facce diverse della stessa medaglia ma forse anche Saigo è riuscita a toccare un tasto dolente del ragazzo…alla fin fine anche lui ha dei scheletri nell’armadio da quando è arrivato qui. Lo sguardo si scurisce mentre la farfalla smettere di battere le ali – InizoFlashBack- Shiroi si trova al centro di una strada molto lussuosa. Intorno a lui ci sono molti presenti, lo fissano mentre lui mostra le sue ali di carta a forma di farfalla, un uomo ride di lui.Un uomo molto bello , qualcuno abbassa lo sguardo mentre lui deride il giovane che sembra dare qualche dimostrazione per essere accettato dai suoi stessi membri di Clan. –FineFlashBack- <<…e chi ti dice che non c’è nulla da fare in questo caso Sagio?>> Direbbe nuovamente mentre la voce torna ad essere fredda come ghiaccio che punge l’anima e lo sguardo si scurisce sempre di più. E Ancora un battito d’ali. -InizioFlashBack- Il capo sembra obbligare il giovane a spogliarsi d’ogni veste davanti a tutti sottomettendolo e deridendolo, mentre chi con vergogna guarda il corpo del giovane privo di vesti e con lo stemma del villaggio della Pioggia inciso a fuoco sull’addome, altri abbassano lo sguardo mortificati da tale brutalità. Altri restano incantati nel vedere che nonostante tutto la Speranza Ishiba mantiene gli origami a forma d’ali di farfalla sulla schiena nonostante la sottomissione. -FineFlashBack- [Giocata: L’Angelo del Futuro.] Impressivamente però un sorriso si disegna su quel volto che continua a fissare il cielo. << … Bisogna fare pulizia magari .>> Il sorriso morirebbe adesso per poi voltarsi e poggiare lo sguardo nuovamente gli occhi di zaffiro sulla sua interlocutrice. << Io non ho catene, solo affetti e se sarà un dio a minacciare la loro pace, come il sommo Pain anch’io diventerò Dio e li proteggerò uno per uno fino a quando i miei occhi non si chiuderanno per sempre.>> Direbbe serio per poi…PUFF… sorridere di nuovo vestendosi d’angelo felice, come se non permetta che niente lo possa toccare. Lui è puro e lo resterà sempre…almeno cosi sembra. [chakra off] Non sa in che punto del suo discorso ma le sue parole lasciando intravedere una frattura, qualcosa che ès tato colpito ed incrinato. Fare pulizia. Oh sì bisognerebbe eppure qualcosa le suggerisce che non danno a quella frase lo stesso sottointeso, non si lascia quindi tentare. Non si conoscono, non ha idea di chi sia e per questo non può fidarsi come è stato per Nene e Nobu, non conosce gli obiettivi altrui. Sorride appena all’ultima frase voltando anche lei lo sguardo verso il cielo ed il tramonto che a tratti viene nascosto dalle nuvole, prepotenti e scure minacciano le loro teste <parli di una storia troppo antica per poter essere ancora presa ad esempio>. Cosa ne sa di Pain? Poco e niente a dirla tutta, non si è mai persa troppo nei grandi nomi del passato, la conoscenza è finalizzata solo ai suoi scopi e la storia non è mai stata presa troppo sul serio, almeno non i grandi nomi Shinobi, le guerre e come sono scoppiate invece sì. Ad ogni modo quello è un nome che chiunque almeno una volta nella sua accademia ha sentito nominare e tanto le basta, è passato, appartiene ad una generazione così lontana da loro da essere considerata più una favola per bambini che qualcosa a cui ambire ed aspirare davvero. <le tue parole derivano dall’ignoranza> sorride gentile <oh non prenderla come un’offesa. Intendo semplicemente che tu non hai mai incontrato il falso Dio> non come lei. Ogni suo incubo è pieno di quell’entità, tante forme, tante voci eppure lo sente continuamente nella sua testa, con quella singola frase che si ripete da anni. Il suo errore? Essere stata così fortunata da aver saputo attivare l’innata a sei anni, essersi salvata e aver salvato Fuji, le bestie li hanno lasciati indietro ed ora eccola lì ad affrontarne le conseguenze, come se da quel momento in poi il finto dio avesse messo gli occhi su di lei, senza mai lasciarla mentre pian piano allungava le dita verso il collo, ed eccolo lì che la stringe, cerca di farla morire e poi la libera. Le da l’illusione di avercela fatta solo per rimettersi a giocare <ma se me lo concedi posso mostrartelo> davvero? Non lo sa nemmeno lei, si sta esponendo pure nascondendosi, non dirà mai la verità, non lascerà mai che lui sappia quanto c’è di reale in quello che dice, non può fidarsi ma può quantomeno provare a fargli capire cosa voglia dire vivere in quel mondo, in quel villaggio. Tutto perché? Orgoglio. Non sa da che parte stia la ragione ma vuole che anche lui muti l’atteggiamento verso gli shinobi, avere un credo ninja, che insulto per chi come lei si è avvicinata allo studio di quelle arti con il solo scopo di comandarle, di poter decidere chi cosa e come, solo per avere il potere di liberarsi da quella presa e non essere più assoggettata ad un essere egoista che la tormenta di nascosto, è bastato instillarle il dubbio per cambiare gran parte della visione che aveva di sé stessa. Aspira solo ad una boccata d’aria19:48
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Ancora lo guardo blu dell’angelo di carta permane su quello rosso sangue della donna appena conosciuta, i due colori si mischiano per un attimo e forse le maschere dei due stanno stano calando. Lo sguardo di Shiroi si scurisce nuovamente sentendo parlare di come la storia sia sminuita, cosa che per lui non lo è soprattutto per com’è cresciuto. Lo scambio di sguardi sembra essere cosi particolare che anche Luna sembra sentirsi di troppo e pian piano torna a posizionarsi sulla guancia del suo Shiroi , quasi come mettersi fuori da questo scontro, ma non lasciandolo solo ed è nuovamente un battito d’ali. –INIZIO FLASHBACK-Un piccolo cucciolo d’uomo si trova ai bordi di un fiume , può avere circa 8 anni sta osservando il padre che a petto nudo, privo di vesti sta uscendo dal fiume dopo essersi fatto un bagno, alle sue spalle c’è una donna , una bellissima donna che sta pettinando una piccola donna , poco più grande di lui. << Non ti muovere o ti farai male è importante prendersi cura dei capelli . >> dice la madre mentre la ragazzina sbuffa. Ma il bambino fissa il padre che passa al suo fianco e vede delle linee verticale incise a fuoco nella sua schiena. << Chi ti ha marchiato a fuoco papà?>> domanda il bambino dispiaciuto nel vedere tali segni. L’uomo si volta verso di lui e si china. << Non fare quello sguardo dispiaciuto , esistono uomini che una volta ottenuto il potere ne vogliono sempre di più e sottomettono il prossimo per senso di superiorità per sentirsi come un dio.>> Il bambino si rattrista ancora di più e accenna a piangere. << No..Non lo fare… non piangere . fa parte del gioco della vita, se piangi rendi un falso dio, un dio. Fare il loro gioco non è sottomettersi…Ricorda che una stella per splendere ha bisogno di bruciare. >> Il bambino spalanca gli occhi e cerca di trattenere il pianto più possibile. >> -FINE FLASHBACK- <<… La Storia non è mai antica solo da quella possiamo tranne lezione per non commettere i stessi errori. Sono cresciuto con il Suono della Pioggia e il suo canto di dolore farà di me uno shinobi diverso da questi esemplari che tu dici…. Questa non è ignoranza.>> direbbe ancora freddamente mentre l’umidità della sera che arriva aumenta sempre di più . –INIZIO FLASHBACK- na Donna grida vedendo il suo piccolo figlio a terra vicino al camino, sembra tremare. L’uomo , il capo famiglia entra vedendo il figlio tremante a terra si getta su di lui ma uno strano odore di pelle bruciata arriva al suo naso . << Cazzo hai fatto?!>> esclama preoccupato mentre si accovaccia a lui per soccorrerlo. Il ragazzino sorride voltandosi . << io brucio con te papà>> Dice mostrando lo stemma d Amegakure automarchiato a fuoco all’altezza dello sterno del petto . L’uomo spalanca gli occhi e….-FINE FLASH BACK. - <<Quindi tu puoi mostrarmelo? Allora fammi conoscere il tuo dolore Saigo. Quando vuoi. >> Aggiungerebbe in fine parlando come un contenitore vuoto che vuole assimilare tutto ciò che lo può rendere ancora più simile al nonno. Pain. Lo ascolta, osservandolo quasi estraniarsi, non che ci faccia troppo caso in realtà è lai la prima che tra und discorso e l’altro si perde in ricordi, pensieri e constatazioni. Si odia. Non vorrebbe sentire la sua voce o conoscersi meglio ma al tempo stesso sente il bisogno di farlo, di analizzare e di comprendere chi o cosa è davvero. Non è per nulla semplice stare in quella testolina fatta più che altro di contrasti continui. Perfettamente incoerente nella sua coerenza. Un ossimoro molti potrebbero pensare eppure in qualche modo lei riesce ad esserlo, odia e ama, sé stessa e gli altri, ci sono difetti che non può perdonare ma che riconosce in sé come non così tanto disgustosi ed è per questo che poi li odia. Orgoglio e paura in contrasto, fame e sete a sospingerla. La strada è tracciata deve solo seguirla <non è conoscere il passato che ti rende ignorante è la tua scarsa conoscenza del presente> replica a sua volta andando semplicemente a saltellare sul posto, ora che l’oscurità cala sul villaggio delle ombre deve rientrare, coprirsi e farsi una bella doccia per evitare di ammalarsi <e non sono le mie ferite che ti mostrerò ma quelle del villaggio> nessuno avrà mai accesso a quella remota parte di sé stessa, non vuole mostrare la morte dei suoi compagni, il suo più grande dolore e trauma. No vuole solo che comprenda quella paura che la muove, la consapevolezza d’essere troppo debole, una piccola formica che potrebbe venir spazzata via in pochissimo tempo. Eccola quindi voltarsi verso il territorio di Suna, deve rientrare e per quanto vorrebbe trattenersi e metterlo a parte di quelle visioni non può ora <devi solo capire dove e come> già. Ninjagram. Lei ci è arrivata ma lascia a lui la possibilità di ricontattarla < certo se vorrai affrontare tutto ciò che ti aspetta> scuote appena le spalle. Non lascia il numero o il contatto, che sia lui ad arrivarci, che da solo possa comprendere. Sorride ancora una volta come se stesso parlando del loro dolce preferito, il gelato per inciso, e poi gli dona le spalle ricominciando con quella corsetta. Riprende ad allenarsi fino a casa, qualche pausa qui e là per sgranchirsi camminando velocemente e poi ancora corsa. Deve diventare più forte. [end]20:49
Utente anonimo:
[Panchine del Parco/Zona ciliegi] Ancora resta li, ad ascoltarla i due che sembrano cosi diversi eppure il dolore di lei è quasi palpabile e l’occasione di sentirla parlare di questo gli fa quasi venire l’acquolina in bocca, una sensazione unica e inebriante con lei forse non ha bisogno di nascondere troppo la sua natura che da buon Ishiba come un Origami cambia forma tra la gente, ascoltandola come uno spettro, senza mai esporsi del tutto, forse pure per questo non mostra mai le sue arti d’origami, infondo meno si sanno queste cose e meglio è no? Un leggero sorriso si disegna nel volto del ragazzo che capisce ora la sua nuova amica deve andare.Il capo si porta verso l’alto guardando il cielo dipingersi sempre più di notte,il pensiero va verso la sorella che sicuramente sarà già rincasata chiedendosi cosa l’aspetterà per cena, oggi pizza d’asporto gli allenamenti e questo simpatico incontro hanno rubato troppo tempo per mettersi a cucinare anche se questo lui ama cucinare per il suo sole. Anche Luna sembra segnalare che è ora d’andare via infatti si alza leggera in volo svolazzando un po' intorno ai due per poi andare verso il sentiero che porta a casa. <<…è il suo modo di salutare…non farci caso…>> sorridere per poi chinare il capo verso lei prendendo i suoi contatti. <<è stato un piacere incontrarti. Spero che le nostre strada si possono incrociare di nuovo…grazie del tempo che mi avete concesso e non vedo l’ora che mi mostri le ferite del villaggio….e le tue.>> direbbe con una voce educata e serena,quasi creepy …le mani si portano unite al petto in segno di preghiera per poi distaccarsi una volta che il busto si raddrizza. Un ultimo sorriso e… <<..LUNA ASPETTA! >> esclama inseguendo la dispettosa ma bellissima amica alata. [Chakra Off][End][Off : grazie mille è stato un bellissimo piacere ♥]