Ha i pugni nelle mani (?)
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Giocata dal 10/04/2021 18:54 al 11/04/2021 00:54 nella chat "Bosco Centrale"
[Laghetto] Mossi paiono danzare i petali rosa dei ciliegi in fiore, leggeri e delicati nel coadiuvarsi al vento flebile in quel pomeriggio dagli accenni lucenti di un sole in imperiosa presenza, iridescente facciata di un azzurro empireo volto con le spalle ad una sera ormai non troppo distante, in un tergo dai presagi di scuri momenti. I giochi di luce ed ombre fanno per mescolarsi al loco in ambientazioni assai suggestive, affacciandosi in realtà non dissimili da quelle dei sogni più lontani, richiamando in presenza il colore verde dei prati e degli alberi legnosi che s'ergono come baluardi verso l'alto, mescolati nel variopinto panneggio dall'appartenenza familiare. Vi sono delle stradine predisposte al cammino delle persone, che siano essi shinobi e civili, governativi o rivoluzionari, lì tutti sottomessi alla bellezza naturale del paesaggio al bosco centrale, sito proprio a piedi della grande torre centrale di Kagegakure. V'è silenzio in questo pomeriggio, o meglio, parrebbe esserci solo il leggero fruscio del vento secco a bisbigliare alle orecchie degli audaci che osano ascoltarne i racconti, accompagnati dalle dolci visioni di quei petali trasportati in aria; Al di sotto, poi, la presenza rilassata e calma di un laghetto d'acqua dolce, immobile, impassibile alla presenza umana, acquatica composizione naturale a far le veci di uno specchio d'effimera bellezza, scomposto solo dal dolce candore in caduta dei suddetti petali, gli unici autorizzati a spezzare la quasi soave atmosfera di cristallina quiete creatasi in questo tardo pomeriggio. Una mera staccionata in legno scuro fa da divisorio al cristallino ammasso d'acqua dolce, riflettente alle basi dei ferrosi lampioni utili al pedaggio durante le ore più buie, lucentemente usati per attenuare l'ammantarsi delle ombre. Un solo elemento pare davvero essere fuori posto in questo scenario pittorico d'altri tempi, naturalista, ad apparire come uno schizzo nero su di un quadro dalle tenue tinte, vestito di tutto tono con gli abiti ufficiali della shinsengumi: scarpe, giacca lunga e pantalone neri, accompagnati dalla fascia al braccio riportante il colore del suo grado attuale nel corpo governativo, quello di Agente Scelto. Biondo di capelli e non curante di mostrarli, è lì immobile e statuario ad osservare il naturale evolversi del paesaggio, alla ricerca di una propria calma in questi periodi di conflitti accessi, soprattutto interni, sito alla destra di una panchina in legno scuro, dai supporti al ciottolato sentiero in ferro. [Chakra Off][Abiti Shinsengumi][Inventario:None] [Boschetto | Near Laghetto] L'espressione interroggativo che domina il volto affilato del Konohano è un chiaro messaggio a tutti coloro che posano lo sguardo su di lui, eloquente quanto mille parole: dove diavolo mi trovo? E' un ragazzo, per modo di dire visto che ormai i trenta li ha raggiunti, particolarmente alto, di bell'aspetto alla fine dei conti, con quel volto finalmente ripulito dall'aria segnata - visibilmente - e quelle iridi scarlatte che spesso mettono leggermente in soggezione chi incontra, forse per quel loro color vivo che ricorda un fiotto di sangue fresco. La muscolatura è ben visibile sotto la canotta nera che indossa, di quelle che mai avrebbe pensato d'indossare: lo scollo è particolarmente largo e, allo stesso tempo, lo è anche il buco laterale per le braccia, che arriva anche sotto il costato. S'intravede tranquillamente la sua fisicità, lasciando nulla all'immaginazione, alla fine: un fisico longilineo e, forse, fin troppo esile di chi ha patito la fame - o qualcosa di molto simile - per troppo tempo, che sta ricominciando ad acquisire effettiva tonicità solo da poco, nonostante la massa muscolare sia comunque particolarmente sviluppata, risultando un po' fuori misura per quella sua magrezza. L'intera pelle è ricoperta da un numero particolarmente vistoso di cicatrici: bruciature, tagli, squarci, perforazioni, morsi ed escorazioni, che variano dal bianco più chiaro ad un colore ben più simile a quello della propria pelle, a diversificare la gravità stessa della fu ferita. Il braccio sinistro è interamente coperto, dalla spalla al polso, da quello che ormai è solo l'ombra d'un tatuaggio dalle forme perfette, scure, adesso d'un colore grigio chiaro, sfigurato in più parti da cicatrici ed escoriazioni. Il suo gemello, il destro, presenta lo stesso quantitativo di sfigurazioni, ma nessun tocco di colore artificiale, e come unica "peculiarità" ha una benda che fascia l'intera spalla destra - solo quella - in maniera alquanto stretta, così da andar a coprire quel che resta del tatuaggio del corpo Anbu. Alle gambe - l'unica parte del corpo che non sembra aver risentito troppo della sua prigionia, vista la muscolatura - indossa un paio di pantaloni lunghi grigio topo, abbastanza aderenti in effetti, che terminano in un paio di scarpe semplici nere, a stivaletto quasi. < Umpf... > sospira appena, mentre cammina all'interno di quel calmo luogo. La man destra esce dalla sua dimora, nella tasca del pantalone, per posizionarsi all'altezza del petto nel sigillo della capra, o mezzo vista l'assenza della gemella. Un respiro, leggero, nel tentativo di concentrarsi pacatamente sulla propria figura, sul proprio essere e sulle due energie che ne comandano il corpo. Cercherebbe di richiamare l'energia psichica, irradiata dalla propria mente, verso la bocca dello stomaco, come un fiume arancio che scorre nel proprio corpo, ed allo stesso modo e nello stesso punto cercherebbe di far convergere quella fisica, d'un colore blu, nella sua testa, che fluisce in ogni singolo muscolo e fibra della propria figura, come se generata da quelle stesse parti. Se vi fosse riuscito adesso quelle due energie dovrebbero danzare vorticosamente nella bocca dello stomaco, mescolandosi tra loro e dando vita all'energia prima di un ninja, che, d'un azzurro chiaro, dovrebbe irradiarsi velocemente in tutto il corpo, come un fiume in piena che non può esser contenuto in un singolo posto. Il chakra dovrebbe quindi rinvigorire la stessa muscolatura del ragazzo che, anche se lievemente, andrà a gonfiarsi appena, mentre un leggero "soffio di vento" generato dalla fuoriuscita di quell'energia dai pori andrà a scuotere il capello bianco-argenteo - finalmente tagliato corto. Le iridi adesso dovrebbero risultare anche più accese del normale, come se il chakra avesse preso il controllo di ogni singola parte del corpo. Lo sguardo sempre in avanti, fisso, come se però non vedesse effettivamente nulla. [ Se Chakra ON ] [Laghetto] La giostra della vita pare muoversi indistintamente dagli occhi degli eroi che la guardano, sinonimi imperituri di essenza sparse come i petali che danzano in quel loco, sempiterni nello spirito e nella volontà che esprimono con le gesta calcanti nei loro sentieri. C'è chi resta a godersi la quasi innaturale bellezza di quel loco, chi invece, col senno di poi, rilascia la naturale energia corporea sita all'interno del proprio organismo, coadiuvandosi alla fauna e alla flora come un corpo immerso in quell'azzurrina essenza, mistica se così vogliamo definirla. Casi diversi quelli degli eroi che s'affacciano al mondo attraverso il boschetto centrale, laddove uno di questi, il nostro biondo governativo, par restare immerso nella realtà che lo circonda senza avvedersi nè del giovane, nè tantomeno del suo star fermo a richiamare il chakra. Il sole, le ombre ed il vento sono le sue uniche compagne in questo pomeriggio, e forse servirà proprio qualcuno che lo vada a risvegliare da quella quasi meditazione per sortire degli effetti veri e proprio. <...> il vociare assente, i rumori pure, per quanto sappiamo esso sia un parlatore nato, sappiamo anche quanto amorevolmente perde la concezione dello spazio-tempo quando confluito in realtà oniriche, quasi pindariche se così voglia definirle in parte. Ma fermo resta lì in attesa, impassibile e non curante delle presenze dietro di lui, o al suo fianco, ma non al suo davanti, lì che osserva difatti il laghetto accompagnare il sole calante di un pomeriggio al termine. Non possiede soldi, o meglio, non ne porta con se, e di valore addosso ha forse solo la divisa, che difficilmente potrebbe fruttare ad un ladro, sia chiaro. D'altro canto, anche assassini e violenti vari dovrebbero riuscire a vedere nella di lui figura un target decisamente inappropriato, veste attualmente la divisa del governo, è il consiglio in quello stesso istante, quale stolto si opporrebbe alla giustizia assoluta ? [Chakra Off][Divisa Shinsengumi][Inventario:None] Continua il proprio cammino, mentre l'energia inizia a scorrere nella sua fisicità, dandoli quella leggera tonicità in più che, però, fa una certa differenza nelle sensazioni di Tats che, adesso, scrolla le spalle, lanciando anche qualche occhiata alle proprie articolazioni, quasi a volersi sincerare delle cure dategli dall'ospedale. A parte qualche lievissimo acciacco, nulla di più in realtà, roba che dovrebbe sparire in poco. Passo dopo passo macina metri in quel vialetto centrale del boschetto, continuando a guardarsi attorno con fare abbastanza incuriosito, forse anche perché non vede un ambiente così effettivamente calmo e carino da troppi anni. Proprio in questo suo guardarsi attorno, alla fine, le iridi si posano sulla figura di Kamichi, poco distante ormai, totalmente vestita di nero, con quella fascia al braccio che, per lui, non è altro che una decorazione, non avendo la minima idea di chi diavolo sia quel corpo governativo. Né ha idea della sua esistenza. < Ehi tu > lo richiama, con voce bassa, non più gutturale come quella di qualche giorno fa, ma che ancora sembra mantenere una sorta di ringhio in sottofondo. La voce è alquanto atona, alla fine dei conti, neutra. < Dimmi un po', come diavolo torno a Konoha? > gli domanda, cercando di metterglisi davanti, disinteressato totalmente al fatto che potrebbe importunarlo in quella maniera, ma ha bisogno di riprendere contatto con un contatto sociale decente. < Cioè, il quartiere di Konoha, intendevo... > mormora, correggendosi pochi istanti dopo, in un chiaro lapsus. Lo sguardo scarlatto cade sulla sua intera figura, osservandolo da quei venti centimetri buoni di altezza che li dividono, con sguardo totalmente neutrale, quasi disinteressato in effetti a quella persona che ha davanti. Le mani nelle tasche, in una posa ben più rilassata di quella che l'altro avrà nella sua divisa governativa. < Il giaccone in questo periodo non ti sembra esagerato? > domanda poi, senza però far intendere se sia una presa in giro o, semplicemente, una domanda vera e propria, ma vista la neutralità del tono sarà tutto a discrezione del biondo. [ Chakra ON ] Il silenzio del luogo viene rotto solo dalla presenza, seppur non prorompente, del Tatsuno nazionale, giovane nuovo alla vista del nostro biondo eroe, decisamente atipico nella corporatura di un 16 enne, alto e slanciato, muscolo e ancor più pompato dalla presenza attiva e massiccia del chakra in circolo. Celeri le orecchie del biondo fanno per captare quelle parole, quelle pronunciate frasi che richiamano dubbi e tacciano di giudizi, lì dove lo stesso pareva potersi godere pacificamente una bella giornata al lago, ed invece... <Mh?> mugugna, ovviamente, sorpreso, o forse, decisamente stranito dal sentirsi chiamato in causa da parte di chissà chi, avvedendosi di buon occhio della presenza del giovane ragazzo alto e slanciato, lì ora proprio difronte a lui. <Il villaggio è pieno di cartelli indicatori delle varie circoscrizioni interne> parla, sentenzia, con un tono decisamente più profondo di quello usato con amici e parenti, è un classico tono militare, rigido, ligio, richiamante a se la severità del corpo di cui fa parte. <Ad ogni modo> continua, voltandosi di poco verso manca, issando all'aria quel braccio destro indicante in indice una direzione non propriamente precisa, ma idealmente concepita anche solo da quella sua posizione ove rivolto verso il quartiere di Konoha. <Se vai verso quella direzione, dovresti tranquillamente trovare Konoha> prende fiato <Ragazzo> continua, celere, ad ascoltare i commenti del bianco sulla divisa che indossa, sul giaccone in questo caso, decisamente atipico per il periodo primaverile. <Non ti do tutti i torti, alle volte, fa decisamente caldo qui dentro> parla, risponde, prende fiato e continua <Ma gli ordini sono ordini, e non di discutono> prende fiato ancora, del tutto tranquillo, non teme per se nè della figura lì difronte a lui <Ma considerati gli eventi che si svolgono sul campo di battaglia, alla fin fine, un pò di caldo è visto come un'allenamento sopportabile> ed effettivamente è così, decisamente strano non averci pensato prima, i famosi allenamenti intensivi del sudore, che storia ragazzi. <Cosa ci fai da queste parti> chiede <Non sembri del posto> effettivamente, ha dei tratti decisamente diversi dalle persone che passeggiano serenamente nel loco, chi è quella figura allora? [Chakra Off] Lo sguardo scarlatto permane sulla figura del governativo, sollevando appena il sopracciglio destro quando l'altro parla di cartelli. Non si perde nemmeno troppo a guardarsi intorno, rispondendo rapido. < Non così ben piazzati visto che un nuovo giunto si perde, non credi? > semplicemente, cercando di allontanare la colpa da sé, a prescindere che sia vera o meno la cosa. Segue poi il movimento del braccio altrui, andando a voltarsi nella direzione quasi totalmente opposta a quella dalla quale proviene. Il sopracciglio si solleva ancora, mentre lo sguardo si alterna tra l'indicazione altrui e la strada percorsa. < E come diavolo ho fatto ad arrivare nel luogo opposto? > borbotta, iniziando vistosamente ad infastidirsi del proprio senso dell'orientamente, pericolosamente danneggiatosi negli anni di prigionia, e che ancora deve effettivamente rimettersi in sesto. Quando l'altro poi lo chiama ragazzo solleva le sopracciglia, lasciandosi andare ad una leggera risata che mostra i canini affilati. < Ah cavolo, nessuno mi chiama ragazzo da tempo. > insomma, divertito dalla cosa. < Alla tua età anche io indossavo roba del genere. > ammette poi < Ma quantomeno evitavo nei giorni più caldi. Una sofferenza inutile non sempre è allenamento. Togliti quella roba e vedrai che in combattimento starai anche meglio. > afferma, con l'aria di chi lo sa, forse per esperienza personale. < Che ordini scusa? Qualcuno ti comanda di indossare quella giacca? > rendendo probabilmente noto il suo non conoscere l'organizzazione di cui fa parte. Alla domanda di lui solleva entrambe le sopracciglia, alquanto curioso. < In che senso non sembro del posto? > domanda, prima di rispondere ancora. < Sono un ninja di Konoha. Di quella prima di... Questo... > lanciando uno sguardo intorno quel tanto che basta per far intendere all'altro che si riferisca a Kagegakure. [ Chakra ON ] Continua quello scambio di battute tra il nostro giovane eroe dai biondi capelli, e quella figura sbucata fuori dal nulla, bianca di capelli e col chakra in circolo in tutto e per tutto. <Ma no, sono sicuro che siano abbastanza> prende fiato <Non ti ho ancora chiesto come ti chiami> indirettamente, chiedendogli ovviamente il nominativo, come identificarlo in pratica, che per ora ragazzo e uomo non sono proprio il massimo. <Eh, bella domanda> prende fiato <Forse hai girato attorno a qualcosa senza accorgertene, può essere> continua <O forse non hai prestato abbastanza attenzione ai cartelli> che probabilmente è la cosa più ovvia tra tutte, ma mai dire mai, non tacciamo persone a caso di qualcosa, sarebbe scorretto e poco da eroi. <Alla tua età?> chiede, quasi dubbioso, ammiccando con il sopracciglio alzato una mimica dubbiosa della muscolatura facciale <Ma scusami, quanti anni hai tu?> gli chiede, considerando ovviamente il fatto che esteticamente sembra essere parecchio giovane, decisamente in forma, ma non così tanto vecchio da elargire consigli. <Il lavoro è lavoro, inutile lamentarsi ai piani alti per queste cose, appena ci daranno le divise "estive" le indosseremo, figurati se scomodiamo il consiglio per ricevere dei nuovi outfit prima> ma ascolta poi quella domanda, sul chi comanda chi, sul chi o cosa gli impone ordini e mosse in quella sua autorità vigente di shinsengumi <Ah> asserisce, capendo che il giovane non è forse proprio avvezzo a queste cose <Ma dove sei stato tutto questo tempo scusa? Dentro una campana di vetro?> si dice sotto, non dentro, stupido imbecille, ma vabbe, ormai l'ha detta sbagliata, cosa dirgli. Sorride però in quelle parole, ricordiamo che alla fin fine è un legale buono il nostro giovane eroe, un pacioccone, un piccolo eroe di ogni giorno, votato alla pace e al bene comune... forse. <Questa è la divisa della shinsengumi, siamo la squadra d'esecuzione speciale del governo, e veniamo comandati direttamente dal consiglio stesso> indicandogli con la stessa mano la torre poco distante da loro, quella centrale, ove appunto risiede l'organo centrale del consiglio di Kagegakure. <Ma nulla, hai dei lineamenti diversi dai soliti cittadini del posto> lo avverte <Chissà, forse mi sbaglio, magari siete un pò diversi voi del settore di Konoha e non lo so hahaha> ridacchia, quasi divertito, è sempre ben disposto verso le persone che parlano con lui, a patto che non siano criminali o opposti alla sua legge. [Chakra OFF] Le parole dell'altro lo portano a rimanere silente qualche istante, come a pensar bene alla propria mossa. < Tatsuno Himoto. > risponde semplicemente, pallido, con il fare di chi quel nome un po' lo ha lasciato indietro per molto, forse troppo, tempo. < Tu saresti? > di rimando, dunque, in modo da avere anche lui un modo per ricollegare il volto ad un nome. < Questo posto è così diverso dalla Konoha che conosco che avrò persò l'orientamento nel guardarmi intorno. > mormora, più a sé stesso che all'altro, sebbene il biondo potrà sentire senza alcuna sorta di problema. < Ormai trenta, o trentuno... Dipende da che giorno siamo ed in che anno... > sospira, forse rendendosi solo ora conto di quanto poco abbia prestato attenzione al tempo che è passato nel corso degli anni. Finché era imprigionato a Kusa poteva anche riuscirci, ma per tutto il tempo da solo nel mondo esterno, è stato decisamente difficile. < Ma non farti fregare dall'aspetto. Uccidevo persone dall'età di otto o nove anni, ed ero un bambino dall'aria innocente. > così, lasciandosi andare ai ricordi per qualche istante, anche se la cosa passa oltre in poco tempo. Non si rende nemmeno conto, forse, d'aver detto troppo. < Sarà... > liquidando il discorso vestiario in ben poco tempo. Fa per voltarsi verso il laghetto, scrutandolo per qualche istante con fare fin troppo attento, prima di voltarsi in direzione del Kokketsu che gli spiega di quella organizzazione e, ovviamente, gli chiede dove sia stato. < Dunque siete una sorta di controllori interni... > pensoso < La versione più tranquillona del corpo Anbu. O non esistono più? > s'informa, giacché è lì. < Comunque, se proprio vuoi saperlo... > e la man destra esce dalla tasca del pantalone per indicare, con il pollice, la zona dietro la propria figura. Ma non il laghetto o il quartiere che c'è, l'intenzione è quella di indicare la terra all'esterno delle mura. < Gli ultimi dieci anni li ho passati lì fuori. > con tono totalmente neutrale e con l'aria di chi, semplicemente, stia parlando d'un qualcosa di normale e, forse, tranquillo. < Sono arrivato a Kagegakure solo qualche giorno fa. > ammette. Quando l'altro parla di lineamenti scrolla le spalle. < Non so. Può darsi. > semplice < Quindi come funziona? I distretti sono bloccati tra loro? Non ci si può muovere tra l'uno e l'altro? > continuando a prendere informazioni, così da cercare di capire cosa si possa o non possa fare nel villo. Che poi se ne possa fregare altamente è un altro conto, ma almeno lo sa. [ Chakra ON ] Ascolta le parole del ragazzo dai bianchi capelli, ne percepisce il significato, ne acquisisce il senso ed il desiderio, sino ad assaporarne i significati assoluti in quei loro discorsi tipici di due che si stanno appena conoscendo. <Piace di conoscerti, Tatsuno> prende fiato, andando avanti, leggero nel chinare il capo <Agente Scelto della Shinsengumi> continua <Kamichi> continua <E basta> attaccato, sottolineando come lui cognomi non ne abbia effettivamente. Gli rivela il grado, senza problemi, senza se e senza ma, è in servizio e la stessa fascia farebbe da richiamo nel colore per il grado di agente scelto, laddove però difronte ha qualcuno di poco avvezzo a queste congetture. <Già, ho sentito dire che ci hanno messo un bel pò a ricostruire tutto dopo l'ultima grande guerra> quella contro i kami, le divinità stesse, mica pizza e fichi. <... ne dimostri molto meno Tatsuno, ma davvero molti meno> la fisicità è sicuramente grossa, sicuramente accentuata per un ragazzo, ma l'aspetto non farebbe mai presagire un giovane spirito quasi alla mezz'eta, anzi. <Bhe, l'importante è che non calpesti i piedi al consiglio> continua <In quel caso, l'omicidio ai danni di organi o funzionari importanti del consiglio richiede il nostro intervento> e quindi, cosa fanno loro? <E secondo me tra gli anbu e noi, preferirebbero avere a che fare molto di più con gli anbu, credimi> effettivamente, sono la squadra d'esecuzione speciale, fanno carneficine umane, nel vero senso della parola. <No, tutt'altro> scuota la testa, in segno di disapprovazione <Siamo un corpo governativo ai diretti ordini del consiglio stesso, il quale ha ovviamente potere sui vari villaggi di appartenenza dei vari Anbu> continua, prendendo fiato, verso il bianco ragazzo <Questo significa che noi siamo l'arma principale, e loro una secondaria> non li scredita mica, ammette solo che tra i due sono loro quelli che hanno i contatti diretti con chi comanda, non gli Anbu. <Sei fortunato ad essere ancora vivo Tatsuno, lì fuori è davvero pericoloso, te lo assicuro per esperienza> lui fuori c'è stato ultimamente, lo sa che fuori ci sono le bestie divine, lo sa e come <com'è stato il tuo soggiorno all'aperto?> sorride, ironico, ma tanto vale sapere qualche info in più sul giovane, che se veramente ha vissuto 10 anni fuori le mura, dovrebbe essere al pari di un piccolo Tessai. <Assolutamente no, fintato resti nelle regole imposte dal consiglio, dentro le mura, sei cittadino unico di ogni distretto, puoi andare e fare quello che ti pare> lo avverte, passando il testimone. [Chakra OFF] Lo sguardo permane sulla figura del governativo, cennandolo con il capo alla sua presentazione. < Kamichi. > ripetendolo forse per imprimerlo nella memoria, dando in realtà ben poco conto al grado che l'altro gli dice, non avendo idea di cosa voglia dire, effettivamente. < Non so. Konoha è un rudere di macerie, morti e bestie feroci. > ammette, ancora con quel tono classico di chi sta parlando di cose totalmente normali. Quando l'altro gli confessa di dimostrare molti meno anni, quasi se la ride. < Ah! Questo è un complimento che apprezzo! > divertito, cercando di tirargli una pacca sulla spalla, forse con fin troppa forza, non essendo più totalmente abituato a dosarla, e ancor meno a dare pacche a qualcuno. Quando poi l'altro continua a parlare delle differenze tra Anbu e agenti della Shinsengumi solleva appena le sopracciglia, ma lascia cadere il discorso. < Sarà. > mormora < Ho visto gli anbu all'opera ai miei tempi... Magari adesso son cambiati. > perché prima, lui stesso, da anbu di carneficine ne ha fatte. Alcune volte si è anche dato alla ritintura dei muri con determinati avversari. < Capisco. > terminando quindi quella conversazione e continuando ad annuire qualche altra volta, prima di ascoltare ancora le parole del biondo. Quando parla d'esperienza solleva appena le sopracciglia. < Non è solo fortuna, ragazzo, posso assicurartelo. Perdonami la mancanza di modestia ma so di sapermela cavare alquanto bene. > serio, ma con un mezzo ghigno. < E' stato difficile, ma particolarmente divertente. Ho avuto modo di girare il mondo a piedi. > e sì, non esagera, considerando che ha viaggiato per circa dieci anni senza sosta, coprendo ogni singolo paese del vecchio mondo. < Non so dirti se non lo rifarei. > ghigna ancora, con un certo sadismo nella voce che, dopotutto, non poteva certo abbandonare il vecchio Tats. Adora la violenza, in generale, che sia contro di lui o da parte sua. < Capito. C'è ancora il chiosco di ramen di Ichikaru? > domanda così, a bruciapelo. < Cazzo sono quindici anni che sogno di mangiarlo ancora! > [ Chakra ON ]lanciate un D10 e pregate i kami di fare piu` di 5
Tatsuno tira un D10 e fa 3
Kamichi tira un D10 e fa 3
Vi siete messi d'accordo? Allora vi accontento! Sara` un soffio gelido di vento ad accarezzare il volto dei due, seguito da una sensazione particolarmente calda, o almeno per Kamichi. Si, perche` un rapace che passava sopra le di loro teste pare non essersi sentito molto bene con lo stomaco, tanto da lasciarsi andare, colpendolo sulla guancia sinistra con i propri escrementi. Questi, oltre che a macchiargli il viso, vanno anche a sporcare quei suoi abiti. Ma non mi sono dimenticato di Tatsuno! Speravi eh? Perche` come il rapace e` stato male, successivamente ha proprio perso i sensi, cadendo repentino ed in picchiata. Pochi secondi dopo aver visto Kamichi venir sporcato, un corvo di medie dimensioni ti colpira` in testa con la propria testa per poi stramazzare al suolo. E` vivo se puo` interessarti, ma privo di sensi. Complimenti, hai sbloccato il trofeo "A testate con i volatili"
ps. riprendete a giocare liberamente!
Il bianco dapprima spento nella sua comfort zone, sembra essere riuscito a sbucare fuori con la testa e soprattutto con le mani, dove, oltre a rispondere e domandare cose varie ed eventuali al nostro shinsengumi, pare regalargli anche una bella pacca sulla spalla, in amicizia quasi. <Già, banditi vari ed eventuali, ladri, bestie... le rovine sono un postaccio, ma ahimè, sono rovine di un villaggio che non esiste più> nei confronti del ragazzo neo arrivato al villaggio delle ombre, avvedendosi di come questi, passo dopo passo, sia arrivato al fianco destro del nostro giovane eroe biondo. <Bhe complimenti per come te li porti, ho visto gente molto più giovane sembrare tanto più vecchia> verso il ragazzo altissimo e lievissimo, che ad una velocità follepazzasgravata gli tira uno schiaffetto dietro le spalle, una pacca, amichevole, ma che data la forza e la velocità del giovane, farebbero muovere di qualche passo in avanti il nostro giovane eroe. <OHOHOH> prende fiato <BRO MA TUT...> linguaggio imparato a suon di bruh e bro da parte di ekko, il nerone massimo, inevitabile un marchio indelebile ora nel collettivo delle parole del nostro eroe. Ma proprio mentre quella pacca pare mandarlo in avanti di qualche metro al massimo, dal cielo, il destino lascia cadere un colpo mortale di effimera composizione organica, sterco di uccello, liquido, puzzolente ed appiccicoso, liscio a cadere sulla guancia e sui vestiti. <Ma tu guarda> prende fiato <Ho sporcato i vestiti, dovrò cambiarli> non gli da fastidio quella roba, è nato e cresciuto in mezzo alla sua tribù, la cacca e la pupù erano all'ordine del giorno, del tutto normali, come lo sono anche ora. Si preoccupa più del suo vestito, quello si, se torna macchiato, alla shinse lo fucilano, per davvero, sia chiaro. [Chakra Off] Il bianco continua ad osservarlo, mentre i capelli argentei vibrano alla brezza serale. < Non sono un bel posto, ma sono riuscito a vivercì per un annetto, quindi è pur sempre casa. > quasi se la ride, a quella cosa. < Poca roba esiste ancora la fuori, fidati. > prima di dargli quella pacca che, in un modo o nell'altro, il biondo non dovrebbe nemmeno veder giungere data la velocità del Konohano, che va ad impattare con fin troppa forza sull'altro. Lo vede muoversi di qualche passo in avanti, sollevando entrambe le sopracciglia, sorpreso d'aver impresso effettivamente tutta quella forza. < Ups... > ma non riesce ad aggiungere altro, in quanto una macchia chiara si posa sulla guancia e sul capo dell'altro. Impiega qualche istante a reallizare cosa effettivamente sia accaduto, ma prima ancora che possa divertirsi a riguardo, un colpo sulla testa lo costringe a ritrarre il capo tra le spalle larghe: non prova dolore, giusto un lieve fastidio, ma la reazione è istantanea e, soprattutto, istintiva. Come viene colpito si volta, cercando con lo sguardo scarlatto quell'uccello che, ancora, dovrebbe essere in traiettoria d'arrivo verso terra, svenuto o comunque inerme. Carica il braccio destro, mentre ruota il busto in senso antiorario, con il piede sinistro che fa da perno e quello destro che preme sul terreno per aiutare il corpo a muoversi. Nel momento esatto, o giù di lì, in cui il rapace toccherebbe terra, lo shinobi terminerebbe la rotazione del corpo, ma solo dalla vita in giù, flettendo le gambe e posizionando il ginocchio destro a terra, mettendosi chino. Nello stesso momento chinerebbe il busto in avanti così da facilitare quella sua discesa a terra, mentre la rotazione del busto continua ed il braccio destro scatta in avanti, accompagnato dalla spalla, nel chiaro tentativo di colpire il pennuto a terrà con tutta la forza e la velocità che possiede. Una reazione esagerata, fin troppo innaturale, ma istintiva per qualcuno che, per anni, ha vissuto tra bestie che, in un modo o nell'altro, volevano sbranarlo. Qualora vi fosse riuscito ora sarebbe a terra, con il ginocchio destro sul terreno ed il pugno destro contro il selciato della stradina, e sotto di esso, teoricamente, quello che resta del corvo di taglia media. Lo sguardo è mutato, in un'espressione animalesca, apatica, ma al contempo feroce, che però andrebbe a svanire nell'istante dopo il colpo. [ Chakra ON ] Uccelli o animali vari, esseri dotati di ali e piume ma che cagano a spruzzo come se nulla fosse, un quadretto atipico e decisamente simpatico per essere effettivamente una sera inoltrata di mezza primavera. La macchia è ampia, abbastanza da essere visibile ad occhio nudo, e non tanto quella sul viso, ma quella sulla giacca nera della shinsengumi, che in alcun modo dovrebbe essere macchiata di qualcosa di diverso, se non dei colori stessi dell'uniforme, e de kanji riportati la parola fedeltà. <Merda, devo scappare a cambiarmi, se no qui finisce che davvero mi accoppano> verso il bianco di capelli, il quale, questa volta, pare imprimere tutta la di lui violenza mortifera alle carni molli di un volatile impossibilitato a volare, il quale, pare aprirsi in un tripudio di energia sotto il colpo potente del tatsuno nazionale. <Fratellì, comunque, secondo me dovresti calmarti un pò con quelle mani> continua, rimettendosi in sesto, e voltandosi verso la sede della shinsengumi <Io sono tranquillo, e figurati, non mi spiace conoscere gente nuova> lo avvisa <Ma gli altri nella shinse non sono propriamente così pacifici, ti avviso> tipo nene, o sango, o nobu ad esempio, quelli già sarebbero partiti a lanciare jutsu vari ed eventuali, altro che biondo legale buono. <Ichikaru?> continua <La grandissima catena alimentare multi milionaria?> ormai è un marchio famosissimo, ricchissimo <Li trovi ovunque, se non erro la sede principale ha ancora i vecchi utensili di tanti anni fa, dovresti trovarla nella zona [X]> lo avvisa, in ultimo <Ma mi raccomando, attento che c'è un assassino a piede libero> continua, voltandosi, per la sua strada, ascoltando le eventuali ultime parole del bianco, per poi abbandonare il loco. [End] Le iridi scarlatte brillano per un istante, d'una scrintilla di vitalità esagerata, di pura violenza, così come l'espressione del volto, che torna a calmarsi dopo qualche istante. Impiega alcuni istanti a risollevarsi da terra, osservando quello che resta del povero volatile, ormai quasi totalmetne disintegrato, vista la fragilità del proprio essere. Sospira, prima di voltarsi verso Kamichi, senza rendersi conto degli schizzi di sangue animale che ha sul volto e sui vestiti: pochi ma visibili. < Fratellì? Chi sarebbe? > domanda, prima di riprendere. < Colpa dell'abitudine. Fuori di qui un attimo di esitazione costa la vita. > serio < E comunque non mi pare di aver fatto qualcosa di male. > ammette < Ma in ogni caso... Potrebbero anche tentare di attaccarmi. > lasciando la frase così com'è, senza una fine. Non parla di vittoria, né di sconfitta, dopotutto non è la cosa che gli interessa. Quando l'altro nomina Ichikaru come multinazionale non si trattiene dallo spalancare la bocca, sbalordito. < Davvero?! > non si capisce bene se è contento della cosa o meno, ma non pare volerlo dare a vedere. Ascolta le indicazioni altrui, annuendo, ed alla raccomandazione, semplicemente, sorride. Sbieco, quasi divertito. < Sarebbe un peccato incrociarlo, eh? > non pare proprio, dal suo modo di fare, ma tant'è. Solleva la man destra, sporca di sangue sul dorso, in segno di saluto al Kokketsu che prende ad allontanarsi, senza dire altro. Mani che tornano nelle tasche, poi prende a camminare verso Konoha, come indicatogli. < Furaya dovrà offrirmi una bella cena! > divertito, quasi, all'idea di doverla scocciare. [//end]