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con Saigo, Nobu

22:40 Saigo:
 Ha palesemente interrotto qualcosa, questo è abbastanza chiaro, seppur non subito. Lei è quindi impegnata a sistemare il suo termostato, rialzando la temperatura così da potersi mettere mezza nuda e comoda come suo solito, c’è un motivo se la festa in costume è stata particolarmente azzeccata in quella casa, nonostante l’assenza di una piscina. Ascolta distrattamente il pezzo di conversazione che sta udendo, comprendo come seppur siano nel suo appartamento in realtà sia Fuji a tener banco, sospira appena rinunciando persino alla confusione, ormai ha perso le speranza di riuscire un giorno a capirci qualcosa. La destra traffica veloce ma non abbastanza per voltarsi prima che Nobu le tocchi la spalla portandola a voltarsi appena spaventata. Colta di sorpresa quasi sobbalza a quel contatto calmandosi subito dopo, una reazione istintiva ad un gesto inaspettato e decisamente non previsto, come un animale colto sul misfatto. Sorride poi <oh ciao sei tu>. La situazione si fa ancora più strana quando con la coda dell’occhio nota Fuji affrettarsi, a modo suo, verso la camera da letto, unica altra stanza di quel grande appartamento sprovvisto però di stanza per gli ospiti. Scuote lievemente il capo in risposta, i capelli che ondeggiano intorno a lei per quel movimento, seguendola quasi a rallentatore, disegnando delle onde intorno a quel corpo longilineo. Non fa domande, non sta a farsi venire complessi è palesemente impazzito, evidentemente bacia davvero male. Andrebbe dunque a dare le sue attenzioni a Nobu soprattutto vista la frase appena rivoltale. Sta per andare in crash definitivo, riavvio del sistema. Lo sguardo si fa quasi vuoto a metà tra il perplesso ed il confuso, bloccandosi con la bocca che disegna un’espressione ebete per qualche istante. Lo guarda. Cosa? Continua a non capire ma per via di tutte quelle stranezze accumulate nemmeno riesce a comporre un pensiero coerente. Rinuncia <eh?> ora rende palese quella confusione <e quando ti avrei scritto io?> effettivamente dimentica di aver dato il telefono a Nene per avvisarlo della riunione. Un paio di passi successivi verso il ripiano della sua penisola, il reale divisore tra l’area della cucina e quella della sala. La sinistra si alza e va ad appoggiare il sacchetto su di esso <vuoi un mochi gelato?> offre pure. Prima di tutto comunque si limiterebbe a tastare nelle sue tasche così da estrarre il cellulare, veloce lo sbloccherebbe e con dei movimenti decisi e rapidi si limiterebbe a mandare un messaggio a Nobu. Il testo è molto semplice “questo per ora”. Finché non litigherà nuovamente con Fuji quantomeno, dovesse cambiare ancora numero avviserà tutti coloro per cui si vorrà considerare reperibile

23:09 Nobu:
 Se Saigo cade dalle nuvole a quella domanda, lui è anche peggio. Si affretta ad afferrare il telefono, cercandolo prima in tasca e poi sul tavolo per afferrarlo e farle vedere il messaggio che aveva ricevuto da quel numero che è quello appunto di Saigo con il contenuto alquanto scortese proprio per la sera della riunione. < Ehm parlo di questo… ma fa niente. > fa spallucce a riguardo, se non se lo ricorda non se lo ricorda, nulla da fare ! A differenza sua lui era già accaldato al punto che Saigo se lo ritrova in quella maglietta che non lascia nulla all’immaginazione ma che potrebbe pure togliersi dal momento che ha acceso i termostati e sembra di stare nel deserto effettivamente. È la classica persona che viene dal deserto ma che lo ama di notte, quando l’escursione termica elevata lo fa pure coprire per non patire quel venticello e quelle temperature più rigide. < Si grazie, prima che si scioglie! > accetta l’offerta visto che è stata così cortese da offrirglielo. Abbassa lo sguardo a guardarla di nuovo mentre ha un flashback del costume a forma di ananas. Scuote il capo al pensiero, tornando sul pezzo quando sente il telefono vibrare con Saigo che gli risponde a quell’ultimo quesito. Ottiene da Nobu un cenno d’intesa ma nient’altro. Si volta però a guardare Fuji ancora lì. Aspetta che questi si sposti per lasciarli da soli, come gli aveva detto prima, dovevano discutere di una faccenda lavorativa e che sarebbe stata comunque resa pubblica a breve visto che il tema verrà trasmesso in onda. Una volta rimasti soli andrebbe a sedersi nuovamente al tavolo, aspettandola per poter dialogare. < Se hai carta e penna ci tiriamo giù una scaletta magari che i temi e i dettagli da trattare sono assai, Saigo. > le chiede educato, appoggiando i gomiti al tavolo prima di rendersi conto che aveva fumato a casa sua, magari le da fastidio se si sente ancora del fumo nell’aria.

23:20 Saigo:
 Allunga lo sguardo verso quel messaggio inizialmente, socchiude le palpebre cercando a fatica di mettere a fuoco, forse è stanchezza o forse è il caso di farsi una visitina medica, che il dio la stia rendendo cieca? Ormai non ha più limiti il suo dubbio in merito. Dopo estenuanti istanti riesce a leggere il contenuto ed è solo grazie a quello che può finalmente ricordare <oh non ho scritto io> solo dopo le sopraggiunge il dubbio. Se dicesse la verità magari metterebbe nei casini Nene per via del tono usato, non sa nemmeno a che punto sia il loro rapporto ma sono alleate e non può certo permettersi uno sgarro simile <ho dato il telefono al tizio strano per scriverti, che io parlavo> e ci finisce di mezzo Kamichi. Sango manco la nomina, ha una totale repulsione nei suoi confronti mentre il biondino, seppur lo ritenga uno stupido, non le ha davvero dato motivo per essere odiato. Certo non esiterebbe un istante a prenderlo a botte o a sacrificarlo ma questo è tutt’un altro discorso infondo. Si sfila dunque la giacca, scrollando ripetutamente le spalle e sobbalzando appena sulle punte dei piedi per far sì che la gravità faccia cadere a terra quell’indumento. Di solito si premura di raccoglierli tutti prima di andare a letto, ma ora sospetta di avere una cameriera privata segreta quindi la sua strafottenza nei confronti degli abiti è aumentata. Osserva di sottecchi Aozora che presumibilmente se ne va con Fuji, chissà solo se troverà un posto nel suo letto o dovrò prenderli a calci entrambi. Cioè il marionettista, si trova comoda a dormire abbracciata alla marionetta. Fatto ciò, eccola andare ad aggirare la penisola lasciando che lui si accomodi su uno sgabello <serviti pure> indica così il sacchetto di plastica poggiato su quella superficie bianca. All’interno una quantità esagerata di mochi gelato dai gusti più disparati, tra cui persino la fragola. Che poi quanto mai le è piaciuto il gelato alla fragola? Da brava iperattiva sta ora cercando tra i cassetti della cucina un piccolo blocco notes ed una matitina, di quelli che una persona normale userebbe per farsi la lista della spesa ma che lei ha riposto lì da qualche parte e poi abbandonato <chiederò al mio agente di strutturare anche le domande degli intervistatori> replica per tutta risposta <almeno non saremo impreparati. Sei mai stato davanti ad una telecamera Nobu?> domanda voltandosi in sua direzione con un entusiasta sorriso sul volto. La spiegazione di quell’espressione sta nella sua mano destra, ha trovato ciò che stava cercando. Un colpo di fianco verso il cassetto che andrà semplicemente a richiudersi, rallentando in autonomia la sua corsa per non sbattere. Annusa un po’ l’aria, percependo quel sentore di fumo ma senza apparire infastidita, ci mancava solo Fuji che si mette a fumare nel suo salotto, dovrà parlarci quando smetterà di evitarla. Sempre più pazzo.

00:04 Nobu:
 Fa esattamente quello, si alza e si serve. Cerca nelle credenze che aveva visto aprire qualche sera addietro, durante la festa, qualche piattino e un cucchiaio per prenderlo. FA tutto quanto, come se fosse a casa sua ormai e torna a sedersi, con lei, o meglio di fronte. La guarda negli occhi senza troppi problemi, esattamente come si dovrebbe guardare nell’obiettivo di una telecamera dato che glielo ha appena chiesto. < No, non sono mai stato ripreso direttamente come protagonista di un qualcosa, né tantomeno intervistato. Tuttavia sono bravo a fingere. > le risponde, sorridendo, falso appunto. Smorfia amichevole che sparisce un attimo dopo tornando al suo modo classico serio ma comunque composto. L’idea di aver un agente in grado di strutturare le domande è un ottima trovata, soprattutto se gli intervistatori si atterrano a quello che si prospetta quasi essere un copione, o una scaletta da seguire. < Io rimarrei per ora sul generico in realtà, abbiamo poche informazioni per essere specifici. Inoltre meglio non dare informazioni false che potrebbero causare il panico, non trovi? > le domanda mentre infila le mani in tasca dei pantaloni e si da la spinta indietro con le punte dei piedi in maniera da dondolare sulle gambe posteriori della sedia che sta occupando, pensieroso su che tematiche e fino a dove possono spingersi effettivamente. Riflette anche al tizio strano che gli ha detto che gli ha scritto, Kamichi mi pare si chiami. Arriccia le sopracciglia, pensieroso, con qualche ruga di espressione che si vede ora per come ha i muscoli facciali contratti. < Ma quell’imbecille con un desiderio di morte non aveva il mio numero di telefono. Non lo so Saigo, sei… kinda sus? > le chiede perplesso ma non ha voglia di indagare troppo, troppe indagini. Se voleva fare il detective sarebbe andato ad arruolarsi in polizia!

00:15 Saigo:
 Tutto sommato l’aria è rilassata, nonostante i problemi che l’attendono ad un corridoio di distanza, nonostante i continui dubbi su chi è davvero, in quel momento si stanno godendo una semplice serata come se non stessero discutendo di qualcosa di estremamente importante. Solo ora che può davvero osservarlo nota quella maglietta fin troppo attillata per quel che è in grado di sopportare, alza gli occhi verso il soffitto andando semplicemente a togliersi l’elemento di distrazione da davanti mentre cerca di concentrarsi. Nene è una sua alleata. Nobu è di Nene. Non si guarda Nobu. Concetti appresi passivamente dai telefilm visti nella sua vita che non riesce davvero a comprendere, non prova gelosia nemmeno per Fuji solo per il suo ruolo, per sé stessa. Non sarebbe mai capace di avere una relazione simile, le piace troppo illudersi d’essere libera e troppo distaccata per poter soffrire ancora. Le mani si allungano andando a prendere ora uno di quei mochi gelato, sceglie il cocco senza nemmeno rendersene conto. Indice e pollice che si sistemano sul cibo. Abbassa gli occhi proprio su quell’alimento per qualche istante mentre ascolta le parole dello Hyuga <dobbiamo puntare sulla potenziale pericolosità di questi elementi> replica lei nuovamente seria. Il Mochi che viene portato verso la sua bocca, labbra che si schiudono ed eccola lanciarselo completamente in bocca. Freddo. Lascia le labbra semi aperte mentre con forza sbuffa tutta l’aria fuori, cercando in qualche modo di portare una temperatura adeguata tra le sue fauci. Il discorso si interrompe il tempo necessario poi per masticare e deglutirlo. Non sono giganti per fortuna, ha preso la versione piccola <ci serbe> la bocca lievemente anestetizzata dal freddo del gelato <che la popolapione sia spinta a collabovave e denunciave> nonostante la nuovissima r moscia non sembra aver imparato motivo per cui allunga le mani ancora una volta verso la scatolina. Qualcosa el va di traverso, soffoca appena, presa alla sprovvista. Lei al momento non indossa maschere, non è pronta e quindi non riesce a mentire, non ne sente la necessità quindi non si nasconde <ehm sì boh> appena imbarazzata. L’ha beccata subito <a qualcuno ho dato il telefono> taglia corto, sperando di aver salvato la faccia Nene, almeno un pochino

16:06 Nobu:
 Apprende e soprattutto annuisce con l’idea di base che sta esponendo Saigo riguardo ai temi da trattare per quella intervista dove loro due saranno le persone sotto osservazione principalmente. Ha ragione, dovrebbero puntare sulla pericolosità degli elementi che sono immischiati in questa faccenda. < Siamo sicuri, ora come ora per quegli imbecilli degli Anbu la popolazione è già preoccupata per il serial killer, pazzesco che non riescono ancora a catturarlo. Dobbiamo soppesare bene le parole per me. > inizia ad esporre il suo piano, la sua idea che ha sul come dover fare per poter mantenere comunque la situazione sotto controllo nonostante stanno dicendo alla popolazione appunto delle faglie. < Fargli capire che è un pericolo ma che su di loro veglia appunto la Shinsengumi, che non hanno bisogno di avere paura, tuttavia facendoli collaborare come hai detto. Sarebbe ideale avere pure la collaborazione di qualcuno di decente, come i cacciatori di taglie… > Gli vengono in mente un paio di nomi per assegnare le indagini soprattutto o per fare almeno da front office senza che la popolazione si avvicini direttamente a loro. Un po' come filtro per le informazioni che potrebbero essere eccessive e false, causando un dispendio di personale nel caso dovessero controllarle una a una. Si alza quando Saigo comincia a soffocare, non ricollegando al fatto che le ha detto che è sospetta su quello che gli sta dicendo. Ripensa a chi erano su quel tetto ad aspettarli per poi chiudere gli occhi azzurri e sorridere, scuotendo il capo. Ha capito ovviamente, l’unica persona che aveva il suo numero lì sopra e che appunto lo conosceva era appunto Nene. Si avvicina a lei cercando di posare quella mano destra che è effettivamente gigante sul corpo di Saigo, visto che ha si delle mani snelle ma pari a un giocatore professionista di pallacanestro per intenderci. Cerca di darle un paio di colpi sulla schiena leggeri, per poi premere appena in un movimento circolare dato che si stava strozzando. La faccia la guarda con fare gentile, come se ci fosse un implicito quesito semplice come ‘va meglio?’. < E dimmi, è anche questa persona che per caso mi ha tirato in mezzo? Mi sembrava strano appunto che una tale comunicazione non mi fosse stata recapitata dai nostri superiori. > inclina appena il capo, sempre con gli occhi chiusi mentre sorride, mostrando la dentatura bianca e curata. Carino sì ma è anche facilmente interpretabile come un sorriso un po' sinistro e interrogatorio. Si rialza dato che si era inchinato appena in avanti con il tessuto della maglietta che si era distaccato dalle membra a causa della gravità, rendendo visibile la linea delle clavicole giungersi in quella valle dove pettorali accennati erano visibili appena, chiaramente non un body builder. < Ti spiace se apro un po'? Ho caldo e non vorrei rimettermi come nella festa a petto nudo. >

16:26 Saigo:
 Un semplice pat pat sulla schiena che apprezza seppur non sia necessario, spera almeno. La destra si porta davanti alla bocca mentre tossisce. Deglutisce e prende il prossimo Mochi Gelato andando ad osservarlo il tempo necessario per deglutire nuovamente con forza, non si guardano le cose di Nene. Sorride. Maledetta lei deve trattenersi, almeno oggi <parlerò solo in presenza del mio avvocato> ammicca lievemente. Distoglie lo sguardo e si butta in bocca il secondo mochi. Deve controllarsi, deve stare zitta, deve guardare altro. Dai smettila di osservare lo stupido petto di quello stupidissimo Nobu. <p.> si ferma. Fortuna che ha la bocca piena e non può dire ciò che vorrebbe in merito all’aumento di calore. <scerto scerto fai pure> tra una masticata e l’altra, con la bocca nuovamente congelata ed anestetizzata. Mentre mangia riempiendo il buco nello stomaco con grassi in eccesso e zuccheri che finiranno per renderla iperattiva per qualche tempo, almeno fino al raggiungimento dell’apice e del successivo crollo. Lo zucchero è per lei a tutti gli effetti una sostanza dopante, talmente tanto assuefatta alla sua assunzione che non è poi così raro sperimentare sintomi simili a quella dell’astinenza, tra cui l’aggressività. Fortuna comunque che ora si sta semplicemente nutrendo, pagherà tutto questo spropositato consuma di gelato quando crescerà, intolleranze e pessimo metabolismo l’aspettano dietro l’angolo dell’età adulta. Grazie anche alla forza ritrovata per via degli alimenti che sta ingerendo il cervello si aziona con maggior velocità lasciando che il suo pensiero corra riflettendo sulle informazioni che si stanno scambiando, su quei modi di procedere, il piano. Le piace prepararsi bene prima di fare qualcosa, le piace sapere cosa accadrà, avere una strada da seguire la fa sentire sicura. Annuisce quindi a Nobu sentendolo parlare <indubbiamente> concorda così lasciando che il silenzio la faccia da padrone mentre riflette <lasciamo che paia un pericolo per ora lontano ed in avvicinamento, sottolineiamo come ci stiamo già muovendo per prevenire> annuisce <lasciamo che siano consapevoli della potenziale gravità tanto da spingerli a collaborare ma al tempo stesso che sottovalutino il pericolo senza vivere nell’ansia. Dobbiamo apparire come i loro eroi> rialza lo sguardo andando a sorridere affilata a quelle parole. Macchinosa, attenta ma soprattutto chiaramente calcolatrice, in quel discorso non c’è nulla di lasciato al caso. Trovare il punto di terrore tollerabile, quella per lei è la chiave, devono riuscire a colpire il popolo senza però esagerare, senza portare ad isterie di massa o peggio ad ignorare la questione per l’incapacità di reagire a quella minacciosa notizia <i cacciatori? Nene era una di loro immagino abbia dei contatti> propositiva <l’importante è poi prenderci i loro meriti. Che nessuno possa dire di aver fatto il nostro lavoro> il sorrisetto è lo stesso identico di poco prima. L’apparenza è tutto, non importa cosa si faccia davvero per il bene della popolazione, ciò che davvero conta è far credere loro che a salvarli sia stato il consiglio e quindi il loro braccio armato. Oh sì e lei nello specifico, deve far carriera.

16:51 Nobu:
 Si dice che chi tace acconsente, inoltre poteva benissimo rispondergli dicendo di no se così non fosse stato. Ridacchia una sola volta con un < pfft >, una risata sommessa che gli fa saltare appena il petto e contrarre l’addome quando torna a parlargli con la testa e la bocca ghiacciata per il mochi gelato che sta ingerendo. Allunga le mani verso il pacchetto di sigarette che aveva lasciato sul tavolo. Senza Fuji, senza quel discorso così delicato per lui aveva ritrovato la calma necessaria a rimettere su la maschera per non dimostrarsi il cane rabbioso che è in realtà, meglio così visto che con Saigo ci avrà a che fare quotidianamente. Afferra una sigaretta dal pacchetto e l’accendino, portandoselo di nuovo alle labbra mentre solo ora si avvia verso la finestra che da sul terrazzino aprendola. Si appoggia con gli avambracci sul frame basso. Scapole che si allungano indietro, deformando la maglietta che si alza appena lasciando intravedere la linea di quella spina dorsale e il sedere che viene appena spinto in fuori con la gamba sinistra che si stende a tenere bene il peso e l’equilibrio mentre la destra si piega appena. Indice e medio della destra che si avvicinano alle labbra, lasciando la sigaretta lì per quei cuscinetti di cioccolato, così che possa afferrare il filtro. LA sinistra invece va ad accendere l’estremità con la gemella che fa da scudo contro il vento per quella fiammella debole. China la schiena in avanti dopo che se l’è accesa, inspirando, serrando i denti e buttando giù quel fumo in un sonoro <SSS> per poi esalarlo dal lato destro della bocca <fuuuuu> in una nuvoletta grigia. Stringe i polpastrelli al filtro, azionando la ball al gusto di lampone che si rompe nel suo solito rituale, [Click]. < Sono contento che siamo sulla stessa pagina Saigo. Posso capire come mai hanno assegnato a noi due l’incarico. Nene non è bravissima a parole, Kamichi è stupido come un asse di legno e Sango mi è sembrata troppo acida e dispotica, inoltre è comunque una kunoichi del passato. Te invece mi sembri razionale, con la testa sulle spalle. > Un qualcosa che di certo apprezza e che il team ha bisogno di avere visto che solo i muscoli non bastano e, per quanto anche lui sia tatticamente addestrato, non si può mai sapere come quel bisogno di adrenalina lo possa spingere ad agire nelle situazioni di pericolo. Pensa a quello che dice, con Nene che era uno dei cacciatori di taglie, esattamente come lo era lui infondo visto che facevano squadra prima di licenziarsi per passare allo step successivo e definitivo. < Anche io Saigo, eravamo in squadra insieme. Il ragazzone nero che ci stava provando con te durante la serata della festa lo abbiamo introdotto ai cacciatori insieme. Posso chiedergli qualche favore in giro in maniera discreta. Potremmo far aprire una rubrica a Kazuma sul giornale dove la popolazione può segnalare il tutto facendo indagare appunto terzi. > le spiega l’idea che ha di base, un piano per delegare i lavori più noiosi e meno importanti, lasciando comunque che loro, la Shinsengumi, si prenda il merito di quello, facendo fare il lavoro ad altri proprio per farli collaborare con loro mentre possono essere così pronti e reattivi in caso di un pericolo vero. Lascia perdere il discorso di come Nene lo abbia convocato nella squadra, anche palese dal fatto che già sapevano che tipo di abilità avesse per renderlo la retroguardia, non la vuole stuzzicare troppo anche perché stanno parlando di lavoro.

17:08 Saigo:
 Lo osserva allontanarsi per accendersi quella sigaretta. Ecco chi ha instradato Fuji alla via del fumo allora, non commenta comunque, non che sia interessata a chi si fa cosa insomma. L’assenza di commenti da parte sua è anche aiutata dal tirare della maglietta altrui, da quella vista che vien donata senza troppe remore andando a costringerla a mangiare e buttarsi in bocca il terzo mochi, ormai non c’è più nemmeno la sensazione di congelamento nuova, non essendosi ancora ben ripresa da prima. Mastica lasciando che id enti le comunichino continue stilettate alle tempie come punizione per aver e star guardando il culo di Nobu. Non si fa. Annuisce comunque a quei commenti concordando ancora una volta su tutta la linea <le parole sono la mia arma> scuote appena le spalle. Non è nemmeno così lontana dalla realtà, lei usa solo l’atteggiamento e le illusioni, le parole che vorrebbe pronunciare e quelle che nella realtà vengono dette, una differenza su cui ha costruito un vero e proprio castello <e per Sango bah> decisamente infastidita. Non dimentica mai che lei è una dei ritornati dopo dieci anni, non dimentica le sue colpe e non è in grado di superare l’odio che serba nei suoi confronti e di quelli come lei. <se sparisse il mondo ne gioverebbe> non lo nasconde, dalle parole altrui ha capito di potersi spingere fino a quel punto, non lo mette certo a conoscenza di quel piano a lungo termine ma inizia a tastare il terreno, almeno quel poco che le serve per comprendere di chi fidarsi <Kamichi> scuote nuovamente il capo, come delusa <ha rischiato di ucciderci tutti> fuori dalle mura, la sua più grande paura <ma gli incidenti capitano, immagino nessuno si sarebbe insospettito se l’avessi abbandonato al suo destino> cosa che peraltro ha provato a fare chiedendogli di allontanarsi per coprire loro le spalle. Non che ci sia riuscita sfortunatamente. Apprende poi parte del passato altrui mentre deglutisce e fissa il quarto dolcetto gelato. Potrebbe mangiarlo ma non ha più così tanta fame. Si volta distogliendo lo sguardo dalla schiena di Nobu, diretta verso il frigorifero che apre senza grossi problemi <birra?> domanda andando semplicemente a prendersi una lattina e attendendo una risposta. Seppur sia ancora minorenne ha imparato a procacciarsi l’alcool senza grossi problemi <posso pensare io a Kazuma e tu parli con Ekko> propone, altruisticamente pronta a lavorare pur di vedersi come parte di quel progetto. L’importante è che lei abbia dei meriti <ahn direi divisa formale all’intervista> questa piccola aggiunta è fatta mentre se ne sta piegata verso il frigorifero, la lattina di birra nella sinistra mentre la destra regge lo sportello e il suo peso. Non suona assolutamente come una domanda, più che altro una semplice constatazione. Bisogna farsi belli

17:36 Nobu:
 Le sue parole sono la sua arma? Qualche innata legata al potere delle parole o qualche tecnica? Prende quella frase proprio in stile più figurato di quello che in realtà è, ricordandosi solo ora. < Ah, penso sia anche inutile dirtelo in realtà ma, tieni il segreto dei miei occhi. In poche persone lo sapete e così deve rimanere. Non mi fido di quei due. > le spiega per poi appoggiare un attimo la sigaretta tra le dita e voltarsi a guardarla solo per vederla chinata sul frigo. Un corpo immaturo che è ancora in procinto di sbocciare con curve accennate messe appena in vista dal vestiario o meglio, ricordate da quel costume con l’ananas di qualche sera fa. La guarda tranquillamente, esattamente come si osserva tutte le persone, con un occhio oggettivo, senza farsi troppi problemi a differenza di Saigo. Forse è anche la diversa esperienza maturata nel tempo, che comunque si danno due o tre anni di differenza i due anche se è molto meno pudico rispetto a quanto possa essere la ragazza dal crine rosato. < Si grazie, specialmente se è fredda! > china appena il capo in segno di ringraziamento per poi spostarsi appena sul lato destro, lasciandole spazio accanto a lei per guardare fuori dalla finestra e ben oltre la terrazza sul piazzale ben in vista considerando il piano elevato dove si trovano. Riprende la sigaretta tra le labbra, esaudendo il desiderio di nicotina che il suo corpo gli sta reclamando in maniera passiva. La aspetterebbe quindi, almeno fino a quando non gli porterà la birra, non la costringe a venire accanto a se. < Come gli ho detto quella sera sul tetto, non ho intenzione di rischiare la mia vita per qualcuno della squadra. Se dovesse ficcarsi nei guai la missione viene prima della vita di quel babbeo. Sango… mi da noia. > le spiega ma non la guarda con quelle iridi di ghiaccio che sono ancora fisse fuori, con l’astro celeste e la luna che si riflette in quegli occhi e la brezza gli smuove un paio di ciocche di quei capelli mori più lunghe sulla frangia. Se si fosse messa accanto a lui potrà notare quei tratti del viso duri, spigolosi con un naso particolarmente dritto a differenza della sua carnagione, preso da sua madre, mentre la mascella è abbastanza squadrata e larga, presa da suo padre. L’arcata sopraciliare è protesa in avanti con gli occhi profondi, lasciando sempre un chè di ombra sulle palpebre per l’anatomia del viso. < Mi da fastidio come sia responsabile di tutto il disastro che è avvenuto dieci anni fa. La detesto come parla ancora di voler ammazzare tutti e detesto come si senta sopra tutti. Ancora mi chiedo che cazzo hanno pensato alla cerimonia a prendere una persona così nella Shinsengumi, per non parlare di quell’altro. > Si volta a guardarla ora con fare abbastanza preoccupato eppure si legge una smorfia in viso, chiaramente contrariato. < Non so te, non ti conosco, ma allora tutto quello che abbiamo fatto io e Nene per arrivare qui, a che cosa è servito? >. La parte della divisa la omette, o meglio un po' le ha già risposto riferendosi alla rossa che si sente sopra a tutto, specialmente da non indossare la loro divisa. Lui la divisa la indossa ogni giorno della settimana, anche per andare in sede e tornare a casa, proprio perché è uno della Shinsengumi quando lo fa. Era ovvio anche a lui che la divisa doveva essere quella formale da cerimonie.

17:52 Saigo:
 Annuisce a quella prima richiesta, senza nemmeno rendersi conto che forse non la sta minimamente osservando. A quel gesto i lunghi capelli rosa ondeggiano intorno al suo corpo. Si sente stranamente a suo agio in presenza di Nobu, parlare di lavoro la mette sicuramente in una comoda posizione ma tutto sommato non sente dietro l’angolo la necessità di scappare, di doversi coprire. Lima il suo atteggiamento intorno alle reazioni altri ma comunque non è un lavoro faticoso, non ci sono maschere e sorrisi falsi, solo qualche frase di circostanza, verità tralasciate e pensieri segreti <non era mia intenzione dirlo> almeno ora, le informazioni sono una moneta di scambio di valore ed estremamente rara, non ha alcuna intenzione di aprire la sua bocca a vanvera, se dovesse un giorno presentarsi l’occasione di guadagnarci qualcosa allora sarà pronta a farlo ma per adesso non le pare. Soppesa sempre vantaggi e svantaggi, vive in un eterno bilico, perennemente combattuta sulle proprie azioni a seconda di quello che le porterebbe di più. Ogni suo passo le fa perdere qualcosa, le ha fatto perdere qualcosa, per questo ora ha deciso di non possedere nulla. Basta guardare quella casa spoglia, senza soprammobili od oggetti affettivi. Se non ha nulla da perdere allora sarà più semplice decidere, finché sarà libera non si sentirà mai in trappola, spaventata all’idea di prendere decisioni sbagliate eppure già adesso mentre allunga la mano destra per offrire quella birra è legata. Legata a Nene e al rispetto che pensa di doverle, la distanza che si impegna a rispettare con quello che considera il suo ragazzo. Eccola poggiare la seconda lattina davanti a Nobu, senza però soffermarsi troppo a guardarlo <ecco> detto ciò lei tornerebbe a sedersi al suo posto, la scatolina di mochi che intanto inizia a vedere il cibo morire al caldo. Tira con l’unghia dell’indice destro la linguetta ed eccolo il tipico sfrigolio dell’aria liberata dalla lattina <la penso come te> sospira infine decidendo solo a questo punto di prendere un sorso, lascia che il freddo alcolico le scenda lungo la gola, solleticandola appena. Che pessima dieta la sua <non perché ci siano o a cosa siano serviti i nostri sforzi ma so che loro torneranno utile> la sua voce è apatica in questo momento, fissa il vuoto davanti a sé mentre la destra lenta porta la birra verso il ripiano bianco, lentamente come se temesse di mancarlo <è più facile salire quando si ha qualcuno da calpestare> criptica? Nemmeno troppo in realtà, parla proprio perché si sente a suo agio e quasi non si rende conto di quanto si sveli eppure lo percepisce come alleato al momento, hanno un nemico comune quindi può lasciare che conosca quel lato, che abbassi la guardia in sua presenza quel tanto che le serve per avere qualcun altro a spingerla verso la cima. Evidenziare gli errori altrui, sembrare perfetta in confronto è il modo più semplice per abbagliare la vista di un giudice e lasciare che i propri difetti vengano nascosti dalla luce.

18:13 Nobu:
 Afferra quella lattina con la mano sinistra, girandola appena fino a che non sia il pollice ad aprire quella linguetta producendo quel rumore tipico di quel diossido di carbonio che si espande a contatto con l’aria. Un po' di schiuma bianca cola dalla fessura creata, cascandogli addosso il dorso delle quattro dita rimanenti che erano avvolte attorno alla lattina di quella bevanda per adulti. Ascolta ciò che ha da dire, quel pensiero che li accomuna sugli altri due membri con la quale hanno a che fare nella loro squadra di esecuzione speciale, gente che ovviamente non hanno scelto loro, l’unico che è stato quasi imposto è proprio Nobu. Si annota mentalmente l’ambizione di crescita di Saigo, si vede che vuole arrivare in alto anche a costo di essere un arrivista appunto, di calpestare chi si mette di mezzo. Alza le spalle < Kamichi lo vedo come un sassolino a bordo strada, non ho un opinione positiva di lui e penso che ignorarlo sia la decisione migliore, infondo non merita le mie attenzioni. Sango invece è come una zanzara fastidiosa, un qualcosa di inutile che comunque ti reca danno, proprio come in una notte d’estate a Suna, con il caldo torrido e questa che si infila dalla finestra aperta per pungerti ma soprattutto ronzarti nell’orecchio per darti fastidio. > non gli piacciono le persone che si atteggiato, specialmente chi lo fa senza un vero motivo. Ai suoi occhi tutti gli ex ninja sono minacce, esattamente come esposto durante la cerimonia, essendo in totale accordo con le azioni intraprese quando l’avevano incarcerata. Fosse per lui ci sarebbe dovuta rimanere per espiare dei suoi crimini di guerra, ma per fortuna non è ne lui ne Saigo parte integrante del consiglio di Kagegakure. < Io punto a salire quanto basta per potermi levare il collare di dosso. Sono entrato nella Shinsengumi proprio per questo motivo. Per questo ho dato le chiavi della mia museruola e le redini del mio guinzaglio al consiglio. Perché solo loro possono allentare la presa attorno al mio collo. > E mentre parla, con la sigaretta ormai quasi finita che rimbalza tra le labbra, allunga la mano destra su quel collo così delineato, allargando quelle dita enormi fino a stringerselo quasi per strozzarsi, una sensazione che prova spesso, che ha provato anche prima con Fuji quando gli ha messo lui stesso quella mano meccanizzata addosso al proprio collo. Tutto questo è dannatamente opprimente, soffocante eppure è giusto così, si chiama civiltà. < Parlo io con Kazuma. Non ci siamo lasciati benissimo dopo che sembrava non particolarmente soddisfatto con la nozione di sapermi membro della Shinsengumi, solo perché sono disponibile a tutto per la missione. > le dite, prendendo ora lui una decisione. Allenta la presa sul collo solo per afferrare il filtro della sigaretta e lanciarla via, oltre la balaustra del pianerottolo giù nell’oasi. Afferra infine la lattina per poi avvicinarsi a Saigo e sedersi di fianco a lei. Ne beve un sorso per poi tirare fuori il proprio cellulare, aprire l’app di messaggistica sul suo contatto e cominciare a scrivere la scaletta, praticamente spalla a spalla con la ragazza che può sentire quel profumo che usa, in un primo momento speziato fresco e ambrato, per poi cambiare con delle note di cuore più agrumate, aromatiche, legnose e muschiato con bergamotto, pepe , lavanda, patchouli, cedro, muschio. Note che appunto di intrecciano in una composizione molto primaverile ed estiva. < Inoltre non l’ha detto chiaramente, ma Ekko ci è rimasto un po' male dal fatto che l’hai usato per far ingelosire Fuji, o almeno lo hai lasciato appeso così. Sarebbe il caso di chiarire. Non so cosa sia per te il morettino ma non l’ho trovato troppo garbato. > la sgrida? Non proprio, le esprime la sua opinione di cui può o non può fregarle proprio niente.

18:28 Saigo:
 Nuovamente si porta alla bocca il metallo di quella birra. Ora che le labbra sono state bagnate e che la lingua si è nuovamente scaldata può percepire il sapore ferroso, acido quasi in confronto a ciò che il riso fermentato le ha dato. Le piace quella sensazione, ne apprezza proprio il fatto che sia così disgustosa, adora che il suo corpo senta le necessità di allontanarsi più velocemente come se provasse ribrezzo, le piace costringersi ed esitare lì con la lingua poggiata sul metallo, così vicina ai bordi abbastanza affilati da tagliarla se solo non facesse attenzione. Giocare con il fuoco. A volte è divertente fare qualcosa di tremendamente sbagliato, che potrebbe portare delle conseguenze, muoversi e pensare come se il futuro non fosse un problema, come se non dovesse temere nulla. Le parole del ragazzo la raggiungono portandola quindi a voltarsi in sua direzione mentre le si siede accanto. Ancora non si stacca dalla lattina e mentre il profumo la travolge lei quasi affonda nella birra, premendola maggiormente sulle sue labbra nella speranza che quella sensazione di acido e amaro insieme offuschino tutto il resto. Che il gusto prenda il sopravvento sull’olfatto. Torna a fissare davanti a lei, dandosi un nuovo limite, tornando alla realtà fatta di conseguenze e fa un piccolo secondo sorso. Pulisce le sue pupille gustative con la birra e lascia che sia il dolciastro a pervaderla, quel liquido dal retrogusto così pungente ed amaro la salva. <ognuno di noi ha le sue nobili motivazioni> si lascia sfuggire. Ma non ricambia quel favore, non si apre. A nessuno ha mai detto perché ha scelto di diventare un cane del consiglio, nessuno conosce la sua reale motivazione. Eppure si tratta solo di paura, perché non dovrebbe dirlo? Urlare al mondo che ha una maledetta paura di soccombere davanti al mondo, di essere ancora una volta troppo inutile e troppo debole per salvare i suoi amici, beh solo Fuji considerando che le è rimasto solo lui, unico che consapevolmente accetta come affetto. Il discorso vira, torna a diventare impellente, si sono appena divisi il lavoro e quindi annuisce poggiando la lattina sulla penisola <beh è stato irruento> sì va bene lei voleva solo far ingelosire Fuji ma diciamo che non è nemmeno poi così abituata al contatto fisico e si è spaventata. All’improvviso quel sexy petto, no ha anche un cuore non è solo un corpo. No vabbè al momento Ekko per lei non ha una faccia o una voce, ricorda solo il suo corpo ed è esattamente questo per lei, ditele pure che è sessista ma il cuore vorrebbe davvero non possederlo <ma va bene me ne occupo io> non si scuserà, non chiarirà finchè non lo reputerà nel suo interesse, evita di specificarlo ma lascia che Nobu pensi un po’ quello che vuole. Sospira poi pensando per un attimo a Fuji <non che abbia funzionato farlo ingelosire> in effetti nonostante tutto sembra non essere incline a quel sentimento. Meglio così. Non commenta oltre, non difende Fuji, non ha idea di come sia con il resto del mondo, sa solo di conoscere parti di lui che nessun altro vede, lo comprende molto meglio di come comprenda sé stessa ed ormai non è nemmeno più questione di giusto o sbaglio, di simpatico o antipatico, per lei è così. Null’altro <ahn dammi il numero di Ekko così gli scrivo> si era persa per un attimo in quei pensieri ed è con quella frase che torna ad osservarlo e si riscuote. Il profumo e il corpo dell’altro tornano a colpirla. Forse deve davvero accoppiarsi come un animale così la pianterà di provare queste cose

18:51 Nobu:
 Non le ha chiesto il motivo, non gli importerebbe comunque a dirla tutta, lo avrebbe fatto se fosse stato il contrario anche se è uno che di solito fa sempre la prima mossa, quindi probabilmente le avrebbe detto anche in quel caso il motivo per la quale è entrato in Shinsengumi. Era più un identificarsi come un possibile alleato e non una minaccia al vertice dato che non è interessato a fare il capo, troppo lontano dal campo di battaglia, troppo in bella vista. Idealmente Nobu è Capitano o al massimo un Maggiore, non si riesce neanche ad immaginare come Generale se proprio vogliamo dirla tutta. Le inoltra il contatto di Ekko tramite messaggio con il nome completo: Ekko Makihara. Allunga la sinistra ad afferrare di nuovo la birra ma sta volta la fa prima impattare contro la lattina di Saigo e poi se la porta alla bocca. Un brindisi? E per quale motivo o quale ricorrenza starebbero celebrando? < Un tempo tra compagni ci si scambiava una tazza di sakè per dimostrarsi ‘alleati’. Il sakè non mi piace: ha un sapore troppo raffinato, mi ricorda che ho le papille gustative rozze. Inoltre a oggi giorno e in questa situazione, considerando il nostro stato sociale, penso che queste lattine di birra siano più consone, non trovi? > le chiede, spiegando appunto quel gesto visto che ha bisogno di una spiegazione, troppo fraintendibile altrimenti. Era palese a tutte le persone esterne che Saigo provasse un qualcosa di forte nei confronti di Fuji. Ignora le dinamiche tra i due, i loro trascorsi. Non li conosce bene e forse proprio oggi è la prima giornata in cui ci ha a che fare direttamente: quel discorso con il marionettista e quel discorso infine con lei adesso. < Eppure mi sembra una persona molto intelligente Fuji. Possibile che non l’abbia capito? > Non dovrebbe parlare lui che spesso non si accorge di gesti o altro proprio da parte di Nene, ma questa è una storia per un altro giorno. Si limita quindi a tirare giù insieme a Saigo la scaletta con le varie domande, decidendo chi risponde a chi e che cosa, per poi probabilmente finire la birra, lasciare l’organizzazione dell’intervista al suo agente e salutarla, congedandosi per tornare a casa dato che ormai si era fatta notte. [END]

Saigo interrompe la chiacchierata tra Nobu e Fuji.
Rimasti soli discutono sul compito affidato dalla Shinsengumi e sulle loro simpatie.
Concordano sulle antipatie.


Nuovi alleati?