Giocata
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[Oasi - Panchina] oggi è una bella e normale serata come tante altre, seppur il medicozzo in un momento libero se la passa un pochino all'aria aperta: seduto su una panchina vicino all'area dell'oasi nella zona sunese. Addosso veste con abiti sportivi e adatti alla stagione primaverile, composti da un paio di pantaloni stretti alla caviglia e larghi ai polpacci, un paio di scarponi anfibi neri ai piedi con una maglietta a maniche corte nera che lasciano scoperti gli avambracci, li dove al polso sinistro porta un elastico per capelli e al contempo il proprio Ninja Watch. Una gamba si trova accavallata su un altra, mentre sulla coscia tiene una banana - si una banana - con il quale si sta esercitando nelle suture, mantenendo ago e filo nelle mani mentre cerca di ricucirla. La bocca si muove masticando quelli che sono i rimasugli della banana appena mangiata, con la lieve barbetta ben curata attorno al mento e i capelli medio lunghi che scendono liberi dietro alla nuca fino le spalle. Gli occhi azzurri fissano attentamente il lavoro che sta facendo, lasciando che una lieve brezza gli sfiori la pelle in questa calma e serena nottata. Indosso la donna porta un paio di vecchi Jeans blu scuri a gamba larga che arrivano alla caviglia con un leggero risvolto verso l'alto e una camicia ampia bianca lasciata per metà fuori e per metà all'interno e sulle spalle porta uno spolverino color sabbia lasciato aperto. Scarpe basse in tela nera e una collana sottile attorno al collo femminile che accentua il distacco con i capelli neri tenuti corti. Una borsa a tracolla rimane pigramente sulla spalla sinistra e la donna si guarda attorno con fare affascinato e curioso. Questo nuovo mondo ha sicuramente un sacco di difetti, eppure, ha qualcosa di buono e senza neppure grattare troppo la superficie. Stava prendendo un po' d'aria fresca e lo sta facendo sempre andando in giro per scoprire quanti più angoli della città e sempre con la speranza di vedere una bambina con i capelli bainchi e gli occhi dorati da qualche parte. Si stava facendo i fatti suoi, più o meno intenta ad andare a prendere del te da bere, quando noterebbe una figura familiare, uno di origine di Oto, uno del clan degli Uchiha. Mekura sorride e si avvicinerebbe lentamente cercando di fare meno rumore possibile, in particolare perché si stava gustando la sua banana sia mai che qualcuno lo disturbasse mentre mangia. Infatti lascia che questo finisca la banana in questione e solo allora lo approccerebbe sul serio <è un momento di pausa tra un turno e l'altro oppure hai proprio staccato?> domanda la donna per poi salutarlo propriamente con un sorriso <ciao dottore. Non ci vediamo da un po', disturbo?> chiede la donna aspettando la sua risposta. [Oasi - Panchina] è molto attento in questo momento mentre lavora, lo sguardo serio concentrato e professionale che rimane fermo a guardare quella pelle di banana con particolare attenzione fino a quando non finirà. è in quel momento che sente la voce di Mekura arrivare alle proprie orecchie <Mh?> rialza lo sguardo per voltare leggermente il capo e dunque incrociare i propri occhi azzurri con quelli di lei, odendo le sue parole e quindi andare a replicare con molta calma e attenzione <Ho staccato> risponde chiaro, secco e preciso <Volevo passare del tempo fuori da quattro mura.> gli mancava un po' del sano tempo all'aria aperta nell'effettivo, attento ora a quello che fa mettendo da parte quella buccia di banan <No, non disturbi. Mi stavo esercitando con le suture.> adora il suo nuovo lavoro, tanto che anche quando ha staccato in ogni caso deve in un modo o nell'altro tenere la mente e le mani stimolate in qualche modo prifucuo. <Siediti pure se ti va.> cercando di spostarsi leggermente verso destra scivolando verso tale posizione, cercando ora di disfare la sutura dalla banana lentamente così da poter ricominciare da capo. <Come procede la vita nella modernità? Sei riuscita ad adattarti?> chiede cercando di fare un po' conversazione con ella e interessarsi dei suoi progressi.
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