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Cercasi Camerierea

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con Mekura, Kaworu

22:30 Mekura:
  [strada] Se vuole trovare sua figlia o meglio, se vuole trovare quella donna deve vivere la zona degli spettacoli direttamente nell'ora migliore in cui quel quartiere si può presentare. Era meglio se scegliesse un tipo di vestiario meno...appariscente, è comunque una donna da sola, allenata e cosciente dei pericoli e preparata alla morte o altro, ma le faceva strano ritrovarsi dentro un bel vestito da sera, seppure non sia molto "ricco". Indosso porta un abito rosso porpora con uno scollo a v profondo che si collega al punto vita della gonna che scende arrivando a metà della coscia con un piccolo spacco sulla gamba destra. Stiletto basso, un paio di orecchini lunghi da bigiotteria e una collana sottile. Porta con se una borsa a tracolla nera che è in tono con il trucco usato per uscire fuori. Le unghie sono laccate di bianco e un paio di calze color carne. Insomma è in tiro per nessun vero motivo apparente se non quello di mischiarsi meglio in mezzo alle persone, alla folla per poter entrare all'interno dei locali, non ha bisogno di troppi blocchi per poter entrare dentro solo per via di un dress code. Così eccola li, a mostrare le gambe mentre dalla strada principale inizierebbe a farsi una idea di dove poter partire. [ch off]

22:43 Kaworu:
  [Strada] In cielo, una luna piena splende sontuosamente in mezzo ad un blu notte, facendo sembrare minuscole tutte le altre stelle che tappezzano quella volta scura che si distende sopra Kagegakure. Luci artificiali scandiscono le passeggiate del quartiere dello spettacolo, insegne luminose e vivaci attirano i più in quei contesti artistici ricchi di un estro totalmente eccentrico. In quello scenario pittoreco, fatto di studios cinematografici, così come anche più classici palcoscenici teatrali, chioschi e bancarelle dove si vendono cibarie ai passanti, il Nero appartenente al distretto della foglia fa la sua comparsa sulla scena. Prestante nella sua mole, è vestito con abiti semplici, un completo scuro costituito da una giacchetta leggera ed un paio di pantaloni semplici, entrambi i capi neri, mentre al tronco una camicia bianca abbastanza semplice spezza la monocromia del vestiario, assieme alle scarpe basse comuni dello stesso colore che calzano ai piedi; sulla fronte, la solita fascia che gli raccoglie i lunghi dreadlocks bruni fino alle spalle, è arricchita dal coprifronte ninja col simbolo di Konoha sulla targa metallica in testa. Alla vita, una tasca porta oggetti mantiene un set di fumogeni, una bomba flash ed i tonici di recupero chakra e vigore. Alle mani, un paio di guanti a mezzo dito tipici da shinobi, rinforzati da due placche di acciaio sui dorsi. Al collo, rimpiattato dall'indumento superiore, un laccettino lascia penzolare il pendente dei cacciatori di taglie, una testa di lupo completamente nera incastrata in un tondo, monile estratto dal choker di Nene, che glielo ha donato. Chakra ancora non impastato, mani nelle tasche e portamento comodo, raggiungendo perciò in assetto di quiete la zona. Occhi di un blu liquido che accendono lo sguardo in quello profilo dalla carnagione scura, guidandolo nell'esplorazione del quartiere dello spettacolo, spiccando non poco per le vette toccate e l'aspetto certamente singolare che lo caraterizza. La sagoma di Mekura, alla quale si farà dappresso randomaticamente nel procedere lungo la strada, spicca come una folgore sgargiante nel bel mezzo della platea, in quel vestito appariscente sfoggiato come se dovesse da lì a poco celebrarsi qualche particolare festival del cinema. Il piglio si contrae in una nota incuriosita, non impassibile all'aspetto femmineo, benché trattenga ogni esuberanza in una compostezza pacata, che sarà anche silenzioso apprezzamento in quell'occhieggiare discreto ma interessato.
{Chakra off}{Leaf's Headband Testa}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}
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22:58 Mekura:
  [strada] Non è mai nera la notte, non è mai notte nel quartiere, il cielo sembra pieno di luci differenti, una cacofonia di suoni e luci che facevano sembrare la Hyuga all'interno di un caleidoscopio. Prende un lungo respiro mentre si ferma per qualche secondo andando a richiamare il chakra. Portando le mani al livello dello sterno cercando di comporre il sigillo della capra, cercherebbe di fare affidamento alla sua concentrazione e raccogliendo quelle energie fisiche e psichiche all'interno del suo corpo le fonderebbe al livello della bocca dello stomaco. Se fosse riuscita a richiamare quelle energie correttamente a questo punto rilascerebbe tale energia all'interno degli tsuba del corpo andando a toccare con questo tutti i 361. Mekura a questo punto manterrebbe in circolo il chakra e ne prenderebbe il controllo in modo che sia sempre mobile e utilizzabile per sfruttare le sue capacità al meglio e essere quanto meno più sicura nel caso venisse attaccata. Alla fine c'è pur sempre un killer in giro e qualcuno che sfrutta questa cosa per il proprio tornaconto. E forse per questo, per la tensione di essere in allerta che incrocerebbe lo sguardo con Ekko guardandolo come un cervo guarda qualcuno che gli sta venendo addosso con i fari accesi. Ha un momento in cui effettivamente lo guarderebbe con attenzione, girandosi per seguire con lo sguardo aspettandosi qualcosa, quando questo non arriva rimarrebbe un secondo confusa domandandosi cosa fosse successo...poi se ne accorgerebbe: il vestito, il trucco <ah> le verrebbe da ridacchiare con un certo compiacimento di quello che è appena successo: si sentiva vecchia dentro quasi in colpa di doversi mettere una cosa del genere, ma se stesse davvero così bene è confortante: può riuscire nei suoi scopi. Continuerebbe a ridacchiare e scuotere il capo portando i capelli dietro le orecchie e riprendere il suo cammino prima di fermarsi di nuovo: quel ciondolo. Era il simbolo dei cacciatori di taglie? SOlleva un sopracciglio e rimarrebbe li a pensarci un po' poi si avvicinerebbe a Ekko. <sera> lo saluta con un mezzo sorriso una volta avvicinatosi abbastanza da essere sentita. [tentativo impasto chakra]

23:12 Kaworu:
  [Strada] Portamento composto in quell'aitante apparenza, sostenuta dal suo fisico slanciato ed imponente, il quale lo erge per tutto il metro e novantacinque centimetri di statura. Corporatura tonica, robusta ed allenata, molto compatta, spalle larghe e busto definito, scolpendo quella muscolatura in un solido atletismo. I dreadlocks bruni scivolano lateralmente sul viso e dietro la nuca, arrivando a toccare appena le spalle del lottatore konohano. Un piercing a cerchietto metallico sul labbro inferiore, mentre due orecchini squadrati si agganciano ad entrambi i lobi delle orecchie. L'incarnato scuro è di giovane maturità, assumendo un aspetto comunque abbastanza adulto per via delle connotazioni di quella fisionomia maggiormente marcate e dai tratti decisi, pur restando glabre. S'approssima ad ogni passo alla Hyuuga, la quale, una volta adocchiata, resta sempre nel campo visivo del genin. < Mh... > i gesti che quella compie sono inequivocabili. Inclina appena la testa, ancora più incuriosito da quell'azione di richiamo del chakra, restando stranito, più che allarmato: una nota guardinga, però, la getterà intorno, forse sollecitato dall'azione della kunoichi. Assottiglia la vista. Un respiro intenso disperde quei dubbi e quelle preoccupazioni nel taciturno abbraccio delle labbra le quali, successivamente, si inclinano in una curvilinea conformazione morbida e cortese, quasi a riflettere i risolini di Mekura. Lei gli viene incontro, la qual cosa non lo turba affatto: anzi, sembrerebbe essere lieto di venire approcciato e salutato dalla ninja donna. < Buona sera a voi. > inevitabilmente, utilizza modi più cortese, che l'altra sembrerà comunque appariscente e gradevole, ma la sensazione di una differenza d'età col cacciatore di taglie sembrerà avvertirla. < In una notte così limpida, a fare da scena per la luna nel pieno del suo candore, voi riuscite a trattenere lo sguardo in terra, facendo invidia al cielo. > pronuncia in direzione dell'altra, i modi garbati, il suono della voce spontaneamente baritonale, le cui note profonde saranno comunque udibili. < Ve ne faccio i complimenti. > prendendo un profondo respiro, a chiosa di quel complimento genuino e cordiale, proferito con placidità e compostezza. < Siete un'attrice di qualche spettacolo? > domanda, indugiando sempre con discrezione sulla figura della burocrate, tenendo la visuale inclinata per poterla inquadrare meglio data la disparità d'altezza. Lo scollo a 'V' profondo di quel vestito sgargiante da lei indossato risulta una clamorosa tentazione, che più volte costringe il ragazzo ad impegnarsi nel tenere quanto più ferme possibili le pupille sull'area del volto dell'altra; ad ogni modo, la prospettiva e l'altezza aiutano a sgattaiolare con un certo riserbo.
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23:37 Mekura:
  [strada] In confronto al ragazzo, la donna era alta un cecio e poco più ci sono più di 30 cm di differenza in altezza costringendola a tenere la testa inclinata verso l'alto per guardarlo in faccia. Piega la testa sorpresa per quelle parole, tratterrebbe di nuovo un sorriso appagato guardando verso il basso a destra. <un vero adulatore > cinguetta, e solleva un sopracciglio mentre ripenserebbe a quello che penserebbero i suoi ultimi due uomini della sua vita e non è una attrice di spettacolo. L'unica cosa che ha in comune con una attrice è che mentono entrambe. <no, sono più una porta borse, attualmente fuori orario di lavoro a passare una serata in un quartiere che non conosco e...amaramente anche una donzella in difficoltà> lo dice chiaramente tamburellando con le dita mentre regge la tracolla con la mano destra. <...è da un po' che non esco fuori in questo modo> afferma parlando del modo in cui si è conciata < e devo dire che mi sento un po' scoperta, per di più devo cercare una persona..sei un cacciatore di taglie?> glielo chiede puntando lo sguardo su quel simbolo per diverso tempo. prima di guardarlo di nuovo in faccia.<so che non è elegante, ma se non hai da fare posso ingaggiarti per questa sera?> [ ch on ]

23:53 Kaworu:
  [Strada] Tira fuori la mano destra dalla tasca, lasciando che comunque rimanga a penzolare, abbandonata lungo il fianco omo-laterale; la mancina invece rimane accasata nella tasca del pantalone, tenendo il gomito abbastanza chiuso sul profilo. Il tronco è dritto, le spalle rilassate, malgrado rimangano piuttosto aitanti, data la complessione prestante del ninja combattente. Il piglio disteso, mantenendo quell'apparenza compassata e placida, animata, ad ogni modo sempre compostamente ed in un approccio equilibrato, da un vitale interesse acceso dalla figura della Hyuuga appena incontrata. Iridi blu focalizzate sui lineamenti chiari di lei, accarezzati dalla capigliatura color cenere, e sopra i quali spiccano gli occhi violetti, dalla particolare struttura: proprio il dettaglio di quell'attributo fisico peculiare sembra attirarlo con un pizzico di curiosità in più, impressione che assume la caratteristica parvenza di chi percepisca un non so che di familiare, nell'osservare quella non comune particolarità. Rimane silenzioso in quell'aria assorta e riguardosa, esponendo un assetto di gratitudine al cinguettio appagato replicatogli dall'altra, formalizzato da un gesto tanto semplice quanto a modo, di mossa d'assenso del capo, breve e concisa. Battito di ciglia, flemmatico, ritrovando a proseguire il colloquio con l'altra, arricchendolo con nuove interazioni. < Una porta borse... > meditabondo, non ricollegando subito e precisamente a quale compito possa assolvere la kunoichi. In quel cipiglio pensieroso, serpeggia anche qualche dubbio, sulla donna in difficoltà. < Allora mi ritengo fortunato di aver avuto l'occasione di incrociarvi in questo raro caso in cui vi mostrate con questo aspetto così sublime. > la voce che accompagna quelle parole sarà sempre profonda e greve, toni bassi e pieni, di quel baritono suono naturale che contraddistingue il proprio eloquio. Sfarfallio di palpebre, concedendosi adesso un'occhiata per intero, squadrandola da capo a piede, con quelle iridi che si illuminerebbero maggiormente, a voler dare maggiore peso ed intensità a quello sguardo. La condotta ottempererà sempre un certo contegno, esprimendo più un encomio, un apprezzamento anche nel modo di ammirare l'altra, senza sordida perversione, quanto più deliziata e fine malizia. < Comprendo. > pacatamente, facendo poi per togliersi la giacca, in maniera molto lenta e leggibile nell'agire, così da lasciare tranquilla l'altra. < Diciamo di sì. > alla domanda sull'essere un cacciatore di taglie, risponde in quella maniera, con una eco più ironica nelle sue sfumature. < Sono ancora agli inizi. > specificando il perché di quella ilarità. < Permettetemi di iniziare aiutandovi così. > e, solo se potrà rendersi conto delle reazioni di Mekura, andrà a TENTARE DI POGGIARLE LA GIACCA sulle spalle, affinché si potesse coprire: il soprabito del ragazzo è bello grosso rispetto alla corporatura della burocrate, quindi sarà comodo per coprirsi facilmente. < Cosa vorreste chiedermi? > domanderà ad ogni modo in conclusione, che fosse riuscito o meno nel gesto precedente, che avrebbe ritratto qualora non fosse stato accettato. Il ciondolo si vede maggiormente daesso, essendo lo scollo della camicia più aperto al tronco.
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00:19 Mekura:
  [strada] <è un modo come un'altro per dire segretaria> spiega la donna un po come se dovesse lei stessa ricordarsi che lavoro faccia la ragazza, un lavoro così distante dalla burocrazia alla quale lei era abituata. Allarga un sorriso, l'ennesimo quando questo le fa quel tipo di complimenti e si ritrova a incrociare le braccia tra loro come reazione involontaria mentre tiene lo sguardo fisso su questo l'unico momento in cui ha una reazione differente è quanto questo, prende la giacca e gliela poggia sulle spalle. Si irrigidirebbe guardandolo in modo guardingo, per poi ritrovarsi con la giacca poggiata sulle spalle. non lo allontanerebbe alla fine e quando sente il peso del capo sulle spalle quel gesto sembra apprezzarlo particolarlmente <ah> Fosse meno esperta sarebbe arrossita copiosamente invece di quel leggero rossore che appare sulle gote. I casi sono due o questo Ekko è un predatore e lei c'è subito caduta in trappola, cosa che non sarebbe poi così insolita, oppure è un super gentiluomo. A prescindere dalle motivazioni ha fatto delle mosse davvero apprezzabili per metterla a suo agio. COn le mani si sistemerebbe la giacca guardando di sfuggita Ekko rilassandosi. <niente di che: devo cercare una persona e se qualcuno mi accompagna posso essere più libera di cercarla senza bisogno di dovermi guardare le spalle> o il culo. Solleva un sopracciglio e sbuffa mentre ci pensa andando di nuovo ad incrociare le braccia sotto la giacca. <solo questo, disincentivare pensieri strani,ora... non ho idea di quale sia la tua richiesta ma non chiedo certo di farlo gratis, quindi dimmi pure quello che vorresti> prima si mette in chiaro il rapporto di "lavoro" prima si più procedere anche se la disturba mettere questa richiesta in modo così freddo. [ch on]

00:32 Kaworu:
  [Strada] Sembra risolvere alcuni dei dubbi riguardo l'impiego di lei. < Ora è chiaro. > alla spiegazione circa il compito della porta borse, esplicitato attraverso quel sinonimo della segretaria. < Beh, è un lavoro onesto. Questo è quel che conta. > volendo sottolineare la nota genuina della mansione, senza far intendere una qualche denigrazione di sorta. Mantiene un approccio equilibrato, molto semplice, e proprio con quella caratteristica, tale da risultare essere cortese. Una volta poggiata la giacca su di lei, di modo che si possa coprire, farà un passo indietro, ricomponendo le distanze tra sé e la Hyuuga, lasciandola perciò tranquilla e forte di poter vantare i propri spazi. Una sorta di premura anche per sé, dal momento che non ha dimenticato che l'altra ha il chakra impastato, per quanto possa essersi definita una 'donzella in difficoltà', è comunque addestrata alle arti dei ninja. Non si sbilancia, perciò, in quell'atteggiamento morigerato, che assume cautela a signorilità comunque molto essenziale, fatta di pochi e piccoli gesti. < Cercate una scorta, dunque. > riassumendo il concetto in una più concisa e schietta referenza. < In questo caso, sarà meglio mi prepari. > prendendo fiato, e senza indugiare oltre, s'affida all'esercizio del proprio intelletto, per principiare il procedimento di ricostruzione delle proprie energie interiori. La mano destra si solleva a mezz'altezza, sulla linea del plesso solare, formando il MEZZO SIGILLO DELLA CAPRA, di modo da elevare il grado di focalizzazione spirituale. Socchiude gli occhi e placa ancora di più il respiro, mentre nel suo inconscio, prova a cercare le due energie basilari, quella psichica e quella corporea, per individuarle nel loro scorrere dentro di sé, TENTANDO DI unificarle nel procedimento di IMPASTO DEL CHAKRA. Due mani che si congiungono, un pugno ed un palmo: questa la metafora a cui si affida per poter fondere le forze elementari del suo essere, lasciando che poi si raccolgano alla volta dello stomaco, fulcro nevralgico di quel vigore speciale degli shinobi. Se fosse riuscito nell'intento, dovrebbe subito sentire i giovamenti di quel potenziale richiamato a sé, rendendo le proprie capacità più efficaci grazie al beneficio dell'energia trascendentale sprigionata. Schiudendo le palpebre, riporta l'attenzione su Mekura. < Mh? > alla domanda indiretta sul prezzo, lascia sfuggire dalle labbra un leggero sfiato di ilarità, fugace. Le porge il braccio destro, piegato, offrendoglielo come ancoraggio a cui potersi appoggiare, qualora volesse. < Parlatemi dell'obiettivo della vostra ricerca. > glissando in prima istanza. < A compito risolto, parleremo del compenso. > chiarisce, ma senza utilizzare durezza, rimanendo sempre con tono sobrio.
{se Chakra On: 10/10}{Leaf's Headband Testa}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}
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00:56 Mekura:
  [strada] Non commenta sul lavoro, è un lavoro per ora, uno come un'altro, uno che potrebbe essere più dignitoso, ma per ora? al momento è quel lavoro che le permette di essere dignitosamente vestita quella sera. Non se ne lamenterà di certo...è un pensiero che dovrebbe ricordarsi di più di farlo per se stessa. <si> c'è poco da aggiungere, Ekko ha capito la situazione e tra l'altro si prepara per questo. Lei lo lascia fare preparandosi per andare in giro ed avere il chakra impastato pronto all'uso. Se lo guarderebbe bene , facendo attenzione alla struttura fisica dell'uomo cercando di immaginarsi che tipo di combattente fosse: con una struttura del genere si potrebbe dire uno che sia improntato sul tai, alto come è ce lo vedrebbe bene. Per il resto, la vita è complicata e sorprendente e lui potrebbe uscirsene fuori come genjutsu, ma questo è solo un passatempo per affinare le sue capacità deduttive mentre gli da il tempo necessario per attivare il chakra. Quando questo parla di compenso una volta finito il compito lei solleva un sopracciglio ma prenderebbe comunque il braccio: deve iniziare a cercare quella donna e lo deve fare ora o mai più. <è una amica di vecchia data, si chiama Masumi. faceva la cameriera in un locale..bhe non proprio normale, uno con una larga percentuale di clientela maschile se mi sono spiegata. Rossa, occhi chiari, ha un neo...ah non ricordo bene se è vicino al labbro superiore o inferiore, in ogni caso uno di quei nei che sono tatticamente piacevoli> aveva anche un carattere piacevole da quello che ricorda...bhe, non è che l'abbia conosciuta così bene. <non la vedo da un po' e mi stavo preoccupando, ma non so dove lavora ora, ma presumo in uno di questi locali..lo so che è una presunzione ma ormai ho poche, pochissime alternative> ed anche per questo che ha bisogno di qualcuno mentre va in posti del genere. <non mi sono presentata, mi chiamo Mekura> e una volta finite le presentazioni la donna proverebbe a tirare fuori dalla borsa una sorta di locandina in pieghevole dove si troverebbero una ristretta lista di locali sponsorizzati, un modo per farsi pubblicità oltre a questo fantomatico ninjagramo. Lo guarderebbe e inizierebbe a fare un cenno con la testa per muoversi verso uno di questi locali, il più vicino possibile dove poter iniziare uno di quelli con le caratteristiche più simili al locale di Orochi. [ch on]

01:16 Kaworu:
  [Strada] Procederà quindi assieme alla Hyuuga, portandosela quindi sotto braccio; una piccola distanza verrà ugualmente lasciata, per non tenersi troppo a ridosso di lei, concedendole quella misura di riguardo anche nell'accompagnamento nel quale si prodiga, compostamente. Dovrà tenere l'arto non troppo teso, tentando di accomodare maggiormente la donna in quel portamento. Nel mentre, lascia che segua i suoi pensieri, senza accennare granché di rimando, esprimendo l'essenziale in battute ragionate e concise. < Masumi. > ripetendo il nome, primo dettaglio fondamentale per identificare l'obiettivo. < Cameriera in un locale... speciale. > riepiloga quelle definizioni, come se facesse un appunto mentale. < Altezza e corporatura? > cercando ulteriori dettagli, oltre a quelli forniti sul colore dei capelli, degli occhi, e dei segni particolari. < Avete provato a cercare il profilo su qualcuno di questi social che vengono utilizzati? > propone quella domanda, forse anche un po' banale, ma sarà anche un modo per capire che passi abbia compiuto. Nel frattempo, tira fuori dalla tasca, con la mano sinistra, il telefono cellulare, facendo qualche check. < ...Devo ricordarmi di aggiornare anche il mio profilo, ora che ci penso. > sfarfallio di ciglia laconico, in una nota un po' buffa. Recupera la normalità anche abbastanza in fretta. < Sembrate molto in apprensione. > parrebbe dedurre da quelle parole utilizzata dalla ninja. < Posso chiedervi quand'è l'ultima volta che vi siete viste, ed in che circostanze vi siete lasciate? > domande di routine. < Aveva qualche frequentazione questa Masumi? Qualcuno a cui poter fare riferimento eventualmente? > interrogando sui contatti del bersaglio, assumendo a tutta quella serie di procedure abbastanza standard in quella caccia alla persona. < Toh, già, è vero. Che maleducato che sono. > ridacchiando poi imbarazzato, prendendo coscienza che fino a quel punto non s'era presentato anche lui all'indirizzo della Kunoichi. < Sono Ekko Makihara. Diplomato Genin all'accademia del distretto della foglia. Cacciatore novizio in lavoro accessorio. > introduzione completa, esaustiva, alla volta di Mekura, adesso una cliente, avendo di fatto preso servizio nell'operazione di scorta e supporto di quelle indagini. Prova a buttare l'occhio sulla locandina tirata fuori dalla Porta borse, ma lasciando che fosse comunque lei a guidare l'incedere di entrambi. Per ora, si mantiene osservatore di un certo riserbo nei confronti della donna, focalizzandosi sulla missione recuperata al volo. Con le proprie abilità sensoriali, TENTA DI fare affidamento sulla sua CONOSCENZA di PERCEZIONE DELLA PRESENZA, sfruttando le particolari potenzialità del chakra nel migliorare i sensi attraverso quella concentrazione particolarmente fine di poter scrutare possibili ulteriori presenze, fatta eccezione a quella della Burocrate al suo fianco.
{Chakra On: 10/10}{Percezione della Presenza}{Leaf's Headband Testa}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}
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01:37 Mekura:
  [strada] <bhe, è una bambola> afferma per sintetizzare la sua risposta alla domanda posta dal cacciatore. <curve al punto giusto, l'altezza non sono sicura ma sicuramente più alta di me> e poi fa la domanda della vita, una di quelle che sicuramente le avrebbero impedito di trovarsi qui questa sera, anche se in realtà la donna ci aveva già pensato. Non risponde verbalmente ma tira fuori dalla borsa il suo cellulare: arma di distruzione di massa una sorta di monolite portatile blu scuro areodinamico come un pesce e contenuto come un nocciolo nucleare per reggere la quantità di ignoranza che detiene. é così ignorante quel cellulare che una volta lei lo ha lasciato da solo di notte senza metterlo in carica e si è caricato da solo! <è eccezionale per un sacco di cose ma non è abbastanza forte per andare su..ninja..g..rrra.aam?o?> ha un dubbio, c'era la o? <non sono pratica di tecnologia, scusami> non che non lo stia puntando è giusto il secondo passaggio, ma avrebbe bisogno di una mano per questo, anche solo per muoversi. <non ci sono mai andata, non saprei neppure come usarlo> risponde lei dando, purtroppo, la valida motivazione per la quale si trova per strada. <lo sono> vuole sapere dove si trova e se sapesse dove si trovasse sua figlia. <ecco> guarda altrove ma del resto è necessario parlarne <mi aveva appena aiutato per una cosa importante, diverso tempo fa , anni fa e da allora è successo di tutto..> e chi la conosceva? bhe di sicuro <..mio marito, il mio defunto marito> si chiude, spegnendosi in un certo senso mentre pensa ad Orochi. <quindi no, non credo che ci sia qualcuno che posso conoscere> ha solo questo, un ricordo. Rimarrebbe concentrata dove camminare andando verso il primo locale e aspettando se vi fosse una fila da rispettare o se fosse un accesso più "libero". Con una certa rapidità pagherebbe l'entrata ad entrambi se ce ne fosse una e senza guardare in faccia nessuno si dirigerebbe verso il bancone del locale. SI metterebbe a sedere facendo cenno ad Ekko di raggiungerla e una volta accomodata la donna partirebbe andando a chiedere una birra, una cosa rapida che comunque non avrebbe bevuto ma abbastanza da fingere pe rgli occhi meno attenti. A proposito di occhi. la donna porterebbe le mani al livello dello sterno e chiuderebbe gli occhi. Prenderebbe un lungo respiro, unisce le mani tra loro sembra quasi in preghiera poi comporrebbe il sigillo della tigre e cercherebbe di accumulare una certa quantità di chakra dalla bocca dello stomaco cercando di direzionarla verso gli tsuba degli occhi. COmprimerebbe una certa quantità nei suddetti punti e lentamente lo rilascerebbe verso il bulbo cercando così di attivare la stimolazione necessaria attraverso il chakra per risvegliare il byakugan. Se così fosse riuscita a fare, la donna vedrebbe attorno agli occhi e sopra le tempie le consuete e grottesche venature ramificate come rami contorti e la sua vista potenziata dalla sua innata con la quale dovrebbe riuscire a coprire frontalmente una visione di 200m, e circolare di 30m su un angolo di 200° permettendole anche di vedere all'interno di oggetti e strutture utile se vuoi cercare velocemente una persona [tentativo Byakugan liv 1 27/30]

01:52 Kaworu:
  [Strada] Sembra che la ricerca tra quei social non abbia prodotto chissà che grandi risultati. Increspa le labbra in una smorfia di disappunto, ma nemmeno poi troppo pronunciata. < Mhpf... Sarebbe stato troppo facile. > trovare quel bersaglio in quel modo così banale; ricaccia quindi il cellulare nella tasca, tornando a liberare la leva superiore mancina, la quale si andrà a depositare lungo il fianco, adagiata in accomodo del proprio profilo. Sospirando via quel debole sconforto, socchiude le palpebre, lasciando rifiatare la propria mente, sgomberandola dai dubbi, per poi andare a procedere per elementi, ricostruendo il caso attraverso i dati acquisiti fino a quel momento, aggiungendo eventualmente dettagli di volta in volta ne riesce ad acquisire altri. Adocchia il cellulare preistorico di Mekura, roba alla nokia 3310. < Ehm... > espressione un po' interdetta. < Temo... Temo di no. > rispondendo alla questione di Ninjagram, il social in questione. < ... Lo vedo. > sfrafallando le ciglia, sentendosi lui più imbarazzato dell'altra. < Non vi preoccupate. Ho già visto, e non mi sembra di aver trovato nulla. Forse utilizza qualche nick particolare. Uno pseudonimo, per la pubblicità del locale... > s'acciglia, facendosi visibilmente pensieroso. Sulla questione del defunto marito, cala un gelo un po' più pesante. < Ah. > deglutisce. < ...M-mi dispiace. > tirando un bel sospirone. < Capisco. > breve constatazione, riservando un ossequioso silenzio all'insegna della vedova. < Toccherà rimboccarci le maniche, allora. > provando a fare un po' di spirito. Continua a farle da scorta, mentre nel frattempo ragiona. Segue la porta borse quando quest'ultima gli fa cenno di procedere verso l'entrata di un locale, prendendo posto con l'altra. Si guarda attorno, accorto, anche se la sua mente ora sembra focalizzata su varie riflessioni. Studia la clientela. Cerca di rapportarla alle parole dichiarategli dalla kunoichi. Qualcosa lo perplime. < mh? > quando chi è di servizio si approccia a loro, lui si concentra pure sul personale di sala. Non solo ne cerca dei riscontri, ma tenta di capire pure che tipo di gente potrebbe essere stata reclutata. Se gli addetti e le addette sembrano andare in linea col profilo del bersaglio. Frattanto che lui agisce più per ragionamenti e congetture, la ninja donna si affida al proprio doujutsu di clan. I sospetti su di lei, pertanto, andranno a confutarsi, ma al momento mantiene contegno, rimanendo prettamente indolente, a sua volta valutando anch'egli le capacità della burocrate, studiando la medesima con interrogativo sospetto, ancora sottaciuto. < Curve al punto giusto... una bambola... > ripete tra sé e sé. < Cameriera in un locale non proprio normale... a larga percentuale di clientela maschile... > tenta di accoppiare tutti quegli indizi, continuando a meditare sul nesso. { Mh... } dubbioso, tace, attendendo magari anche qualche riferimento da parte dell'accompagnata.
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02:03 Mekura:
  [strada] Mekura annuisce <non lo è mai> ormai si è arresa alla idea che le cose non possano scendere dal cielo facilmente. Arrossisce quando sente questo che imbarazzato risponde in quel modo <s-sono un po' rimasta indietro, vecchio stile...ma avev intenzione di prendermi un'altro cellulare più moderno> si sente quasi si dover giustificare la sua situazione <non devi, è successo tanto tempo fa, ormai è una cosa del passato> solo un dispiacere che le cose sianon dovute andare come sono andate. <esatto> sorriderebbe mentre ritornerebbe al lavoro guardando si, ma guardando attraverso l'innata, la quale la userebbe per guardarsi in giro, alla ricerca di quella donna sia tra i cilienti sia tra lo staff. Solo dopo aver fatto questo la donna, tatticamente rilascerebbe il chakra e ritornerebbe con il volto normale, non contorto dall'attivazione del Byakugan. Si rivolgerebbe poi al barista e le chiederebbe <mi scusi, sto cercando una donna con capelli rossi, lunghi, pelle chiara, volevo sapere semmai l'avesse vista e/o offerto un lavoro> almeno così dovrebbe fare prima insieme ad Ekkoin quella ricerca. <si un bordello insomma> [cf on Byagugan liv I off>

02:21 Kaworu:
  [Strada] Scrolla le spalle all'arresa e disillusa idea che quegli incarichi non possano essere così semplici. All'imbarazzo della Hyuuga, circa il vecchio stile, scuote la testa in un gesto di diniego, un po' buffamente. < Oh no, no... non c'è bisogno di spiegarsi... Va tutto bene. > preoccupato di averle dato, in qualche modo, indirettamente, della vecchia. Si ricompone, facendosi più serio sulla faccenda del marito. Annuisce soltanto, mostrando la propria costernazione in modo taciturno, riguardoso, senza spendersi ulteriormente in frasi di circostanza o che, in qualche modo anche per ignoranza, potrebbero urtare le sensazioni e l'umore della donna. In quel frangente, cercherà solamente di poggiare una mano sulla spalla dell'altra, un gesto sempre flemmatico, leggibile, promosso in modo semplice e, in questo caso, quanto più solidale possibile, sebbene accorto nel dover comunque sottoporre all'appena conosciuta quel simbolico contatto fisico. < Mekura. > la voce profonda, piena. < Troveremo questa vostra amica. Andrà bene. > guardandola attraverso quegli occhi irrorati di chakra, senza distrarsi, mantenendo un piglio compartecipe, tentando di confortarla sul presente, esplicitando la propria delicatezza e cordialità in quel rammarico luttuoso di condoglianze attraverso l'incitazione rassicurante che il loro incarico andrà bene. Se fosse riuscito a trovare quelle movenze di intesa, non le prolungherebbe troppo, tirandosi indietro appena ricevuto un riscontro da parte sua, o comunque non troppo oltre a far perdurare il gesto, per non risultare troppo invadente. Rimettendosi composto -postura che avrà mantenuto se l'altra si sarà negata l'approccio più diretto precedentemente formulato-, resta a seguire il fare di lei, che ora ferma uno del personale e gli espone quella domanda. Ascolta l'eventuale replica, così come acquisisce quella specifica in chiusura sul bordello. < Allora avevo capito bene. > pertanto, se si tratta di una cortigiana che stanno cercando, prende un ampio fiato. < Siamo nel posto sbagliato, Mekura. > farà verso di lei, molto placido. < Non la troveremo qui. > asserisce, più lucido. < Non solo in questo locale. Non la troveremo proprio in questo quartiere. > condivide quell'opinione. < Qui ci sono studi cinematografici, teatri, e pochi locali come questo per intrattenere il pubblico passante. Niente che possa corrispondere al tipo di attività che concilia col vostro obiettivo. > sistematico. < Potrebbe esserci una remota possibilità nel centro di Kagegakure, ma credo che fareste meglio ad improntare la ricerca nel quartiere notturno. > asserisce, dopo aver passato quegli ultimi frangenti a riflettere, pensare, su quale zona potesse essere più indicata. < Se è un bordello che cerchiamo, bisogna recarsi lì. E credo che una scorta in quel caso, vi sia necessaria davvero. Questo posto è relativamente tranquillo. Malgrado con un assassino in giro si potrebbe dire che nessun posto è proprio sicuro. > espira placidamente. < Dai, su. Usciamo. > facendole segno di uscire, ma non spostandosi ancora. <... a meno che non vogliate fermarvi a questo punto a bere qualcosa in mia compagnia. > lanciandole un occhiolino più provocante ora, a seguito di quell'invito esplicitato. < Devo dire che a me non dispiacerebbe affatto. > aggiunge in conclusione, sorridendole, più audacemente.
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03:04 Mekura:
 Da quando è tornata dal mondo dei morti, bhe quei 10 anni in un cristallo sono stati tali, con tte le conseguenze del caso ha rivalutato olto la questione del tocco, dell'essere toccata. in un certo modo quasi lo ricerca anche se non locede e fa piacere che qualcuno di toccante quanto meno la accompagni e trattenga l'altra sua parte di se di sbattere qualcuno sul bancone. Intanto lei sbianca: ha proprio sbagliato quartiere. <ow...> era stanca, molto stanca, si sente incredibilmente stupida: non è un sinonimo quartiere dello spettacolo e quartiere notturno ECCO PERCHè! Si vede che non ha mai vissuto quel mondo come invece doveva considerando la natura del marito. <si, preferisco bere, almeno come scusa per quanto è successo e ripartire al meglio per andare poi nel quartiere notturno. <tanto non puntavo a dormire comunque oggi, ma ho bisognod i bere qualcosa> analcolico considerando tutto. Ed è il modo migliore: è inutile cominciare a scattare quando si fa un errore, bisogna riprendersi e contenere i propri spazi. <è anche un modo per conoscerci meglio> la birra arriva e Mekura fermerebbe di nuovo l'uomo dietro al bancone <fammi un analcolico per cortesia> poi socchiude gli occhi guardando il vuoto di fronte a se sorridendo più tranquilla verso l'uomo una volta che si rosse ripresa dall'imbarazzo. <neanche a me...come mai sei diventato un cacciatore di taglie?> chiederebbe la donna iniziando in questo modo il discorso "gioviale". [ch on]

22:01 Kaworu:
  [Locale] Malgrado tenti e ricerchi il contatto con l'altra, anche questa volta, così come lo sono state pure le altre occasioni, avrò mantenuto nelle proprie intenzioni dei gesti, sempre quella volontà di esprimere un approccio molto posato ed accorto, si potrebbe dire tale da voler provare sì a restituire delle sensazioni in quel modo di fare, ma comunque in maniera più contenuta, come se fossero somministrate a piccole dosi. Ritorna ordinato al proprio posto perciò, assumendo adesso una postura più comoda nella seduta quando quella s'accinge ad accettare di rimanere in sua compagnia, tuttavia in un contesto più ricreativo. < D'accordo. Mi sembra una buona idea. > accomodando perciò la volontà della Hyuuga, per poi sospirare un flebile risolino di ilarità. < Massì... dormire è sopravvalutato in fondo. > un motto di spirito quello che esternerebbe all'indirizzo della commensale, volgendo a distendere quell'atmosfera, sia per scacciarne l'imbarazzo, che per l'appunto rilassarsi maggiormente, ora che sanno di dover rivolgere il loro interesse ed impegno di ricerca altrove, concedendosi dei momenti disimpegnati. < E' un piacere per me conoscervi meglio. > ricambiandole il sorriso, placidamente, dispiegando le labbra in modo cordiale. < Diciamo, che mi ci sono ritrovato a farlo. > commenta, frattanto che fa per recuperare la birra, dal momento che l'altra avrà ordinato l'analcolico, supponendo che quella diventi indirettamente e per ragioni di comodo, la sua consumazione. A gesti, le proporrà ugualmente l’invito di prenderne un sorso, magari anche solo un assaggio, senza però forzare. Attenderà ad ogni modo che anche l'altra fosse stata servita per consumare assieme a lei quelle bevande, approfittando per cui di quel frangente di attesa per mandare avanti la conversazione. < Un'amica mi ha regalato questo ciondolo, al quale sembrava essere molto legata. > spiega sommariamente, ma anche in modo piuttosto trasparente, difatti la favella non è arronzata, risultando fermo nel colloquio. < E mi ha chiesto subito una mano con un primo incarico. E diciamo che ho accettato, ma più perché mi piacciono le sfide. > conclude quella narrazione, sbuffando un soffio svagato. Indugia con le pupille sul volto della interlocutrice, carezzandole idealmente, solo con lo sguardo intenso e radioso delle proprie iridi blu, quelle di lei labbra. < Quando lo mostrate, avete un sorriso decisamente apprezzabile. > favella, il tono pieno, profondo, espresso in quella compostezza pacata e flemmatica. < Posso chiedervi la possibilità di darvi del tu, Mekura? > sarebbe a dire di poter entrare un po' più in confidenza con lei, mettendo da parte quelle formalità di registro, senza tuttavia alludere ad una perdita di garbo.
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22:16 Mekura:
 Mekura sorride, quasi come se quella battuta assumesse un nuovo senso per lei <dormire rende deboli> e lo dice come se fosse una verità insindacabile, cosa che dal suo punto di vista lo è. <sai> sospira <anche se ho sbagliato alla fine non è comunque una cattiva idea cercare da queste parti comunque: si cambia spesso, magari con tutta questa distruzione ha avuto modo di migliorare la sua condizione, renderla più "legale", passami il termine> ma sappiamo tutti che è difficile che accadano questi miracoli. Ma adesso la sua attenzione è su Ekko e sul suo lavoro, sulle circostanze per la quale è diventato un cacciatore di taglie <un vero amico> commenta la donna sorridendo al ragazzo. <e come sempre adulatore>, piega la testa di lato e solleva le spalle prendendo un lungo respiro <non sarà che ti hanno chiesto di partecipare alla caccia al terroista recentemente in città, tutti ne parlano e tutti sembrano affascinati da questa cosa, bhe sarebbe una buona taglia visto quello che ha scatenato in poco tempo> Arrivato da bere la donna ringrazia il barista e si metterebbe lentamente a bere con lo sguardo fisso verso Ekko concentrata verso il suo interlocutore. <bhe, perché no, possibilità concessa signor Ekko> assottiglia lo sguardo e da un'altro sorso leggero. <ed a questo punto dimmi anche cosa ti piace bere, se la serata sarà lunga allora facciamola dissetati al meglio> già, la disidratazione è sempre un problema [ch on]

22:27 Kaworu:
  [Locale] Occhieggia Mekura, senza aggiungere troppo altro sull'ironia cica il dormire. Alle successive, invece, una nota meditabonda, sebbene non proprio convinta. < Può darsi. > umettandosi le labbra in modo scevro da doppi fini. < Ad ogni modo, tuttavia, per parere personale, naturalmente, fossi io a dovermi muovere in questa ricerca, partirei con le indagini dal luogo in linea con l'ultimo posto dove saprei di poter trovare il mio obiettivo. > pronuncia, placidamente e senza pretese, condividendo quella opinione con garbo e calma, quella compassatezza che lo contraddistinguendo piuttosto spontaneamente. < Il Terrorista sarebbe l'assassino? > chiede per precisione; qualora fosse stato quello l'argomento, una nota leggermente indecisa fa capolino sul piglio. < Me ne sto interessando esternamente. So che ci sono gli Anbu sul caso. > riferisce, abbastanza pacato. < Cerco di tenermi informato più per mia tutela personale, che per la gloria. > continua. < D'altronde, non ho accesso a tutti i dettagli dei vari crimini che ci sono stati, faccio quello che posso con le notizie reperite sui notiziari, e qualche considerazione individuale. > aggiunge, fermo nella voce. Alla fine, quando anche la Hyuuga sarà stata servita con il proprio drink, porgerà il suo boccale verso il contenitore di lei, invitandola ad un brindisi anche in segno di tacito ringraziamento per avergli acconsentito quella cortesia di potersi appellare a lei senza eccessive formalità. < Tutto ciò che è liquido ed ingeribile, direi. > un sorriso goliardico accompagna tale battuta. < Meglio, se c'è una buona compagnia come la tua. > sfarfallio di ciglia, più intenso e profondo. < Però se vai avanti ad analcolici non vale. > strizza l'occhio destro, in un occhiolino giocoso. < Alla bellezza e la sua adulazione? > intestando così quel brindisi, scherzosamente.
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22:45 Mekura:
 La donna lo ascolta sembrando non troppo interessata alla cosa, come se volesse apparentemente tenersi a distanza <serial killer, terrorista, quello che è> commenta la donna continuando a bere il suo analcolico <dicono che stia tenendo d'occhio i vecchi ninja> afferma la donna mugugnando tra se e se <ma adesso le ultime notizie ai telegiornali sono differenti> come quel povero negoziante nel quartiere povero. <si qualcosa da mangiare non mi dispiacerebbe> afferma cambiando completamente argomento, ridacchiando appena quando sente quella battuta sul suo analcolio <lascia stare, è buonissimo> pompelmo, mango e fragola, con qualcos'altro in mezzo che non riesce ad identificare, forse arancia. Una botta di frutta frullata non indifferente. <va bene, vorrà dire che il prossimo giro sarà una cosa seria e andremo di Sakè, ci stai bel ragazzo?> afferma scherzosamente reggendo il bicchiere tra le dita con un sopracciglio sollevato sentendolo di nuovo parlare di Bellezza ed Adulazione. La donna piega la testa di lato, guardando verso il basso mentre nasconde un'altro sorriso, incrocia le gambe tra loro e solleva l'analcolico per rispondere al brindisi <alla bellezza, alla adulazione ed a tutto ciò che ne segue> sogghigna distogliendo di nuovo lo sguardo verso questo, finendo con il bere il suo analcolio lasciandone solo un sorso per poi porgerglielo <vuoi assaggiare?> chiederebbe aspettando la risposta di questo [ch on]

23:03 Kaworu:
  [Locale] Tiene gli occhi rivolti verso la Kunoichi, scorgendone i lineamenti facciali, accarezzandone il sorriso con quello sguardo blu denso e sommesso, pregno di quella luminosità gioviale e tipica di un senso di quiete e rilassatezza. Il portamento se ne sta regolare, abbastanza comodo in quella seduta, godendosi il momento più distensivo senza tuttavia sbragarsi troppo ed in maniera sguaiata. < Salute! > ricambiando perciò quel brindisi accettato dall'altra, passando a bere, buttando giù in corpo la birra. Deglutisce, espirando successivamente un senso di soddisfazione. < Mh? > all'offerta di assaggiare, sfarfalla le ciglia. < Certo, perché no! > data la cortesia, non rifiuta, facendo per appoggiare il boccale sul piano, allungando la mano verso quella di Mekura ed il suo bicchiere. L'estremità di quella leva destrorsa è grossa, una bella manona, indubbiamente in linea con le fattezze nerborute e prestanti dello stesso genin del distretto della foglia. In quel passaggio di contenitore, PROVERA' A SFIORARE appena LE DITA altrui: nulla di eccessivo, un fugace tocco che vorrà apparire come un normale sfregamento accidentale in quel gesto di recupero, il quale malgrado la disinvoltura e leggerezza, vorrà comunque essere percepibile dall'altra < Grazie. > dissimulerebbe il tutto con l'ausilio della voce, in quel breve ringraziamento che accompagna la raccolta del drink. Lo beve, da un punto preciso, ovvero dov'è rimasto più opaco, ingerendo quegli ultimi sorsi, per poi fare per respirare profondamente, socchiudendo gli occhi. < Mh! > allontanerà perciò il calicino, senza restituirlo vuoto all'altra, ma poggiandolo direttamente sul tavolinetto; la lingua che va ad umettarsi le labbra, raccogliendo quelle stille di rimasugli. < Dopo la birra non è di certo il massimo, ma sì, molto gustoso. > giocosamente commenta, andando poi a rimirare la Hyuuga. < Credo che tu ci abbia lasciato quel pizzico di sapore in più che l'ha reso estremamente più delizioso. > occhiolino invitante, faccia divertita, di modo da alleggerire quella provocazione maliziosa con un'aria più goliardica. < Allora avanti, fammi vedere cosa sai fare, Mekura. > richiamando il discorso del giro più serio, circa l'andare di Sakè. < Accetto la tua sfida. > giocoso, in quell'atmosfera rilassata. < Scegli pure quello che ti piacerebbe stuzzicare. > trovandosi d'accordo sul mettere qualcosa sotto i denti. Dei precedenti commenti, invece, circa l'assassino, non si spinge oltre, avendo inteso la volontà di cercare un minore coinvolgimento da parte della ninja donna, rispettandone per cui le intenzioni, e puntando perciò a passare oltre, sul trascorrere piacevole di quella serata. < E tu? Come mai hai scelto di lavorare come porta borse, comunque? > chiede in coda, nel mentre si preparebbero a rinnovare la comanda con altro da aggiungere all'ordinazione, per tener viva la conversazione con la burocrate.
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23:24 Mekura:
 Vuole vedere fino a dove si spinge, vuole capire come questo si muove e come si comporta, oltre che ad offrire genuinamente quello che sta bevendo. Guarda le mani di questo, guarda come avviene la presa sul bicchiere e "l'accidentale sfiorarsi delle dita". Ekko potrà notare come, per quanto il dorso della mano sia bianco, lattiginoso e la pelle delicata potrà anche sentire anche una parte callosa. Il pugno gentile non è csosì gentile alla fine sulle mani degli Hyuuga, in particolare non lo è mai con chi combatte fisicamente non sono attraverso i Jutsu. Un segno identificativo nascosto a furia di creme, da dove viene quel profumo leggero probabilmente. ma comunque presente. <solo perché non è la birra giusta> poi Ekko si fa più spavaldo, arrivando con una uscita che la fa seriamente divertire e scuotere allo stesso tempo la testa <non sono fatta di miele Ekko, probabilmente hai sentito il mango> intanto le lascia la scelta su cosa mangiare e la donna sollevando le spalle attirerebbe l'attenzione del barista. <una bottiglia di saké e qualcosa da mangiare d'accompagnamento, ci sediamo alle poltrone> afferma quasi con un piglio autoritario andando a sollevarsi in piedi facendo un cenno verso il ragazzone per andare effettivamente verso le poltrone del locale, quelle libere. <diciamo che nella mia vita passata ero abbastanza portata a lavorare con questioni di contabilità, di buorocrazia e quindi perché non farlo di nuovo? certo...è come ricominciare da zero ma la gavetta è parte essenziale di un lavoro, no?> domanda retorica la sua mentre si metterebbe a sedere portando le mani sulle ginocchia <mi permette di prendere di vivere, non troppo, però mi permette di poter andare in giro a cercare vecchie amiche scomparse> sospira pensando tra se e se cadendo in uno stato non troppo sereno prima di scacciare i suoi pensieri dalla testa. <o..bere> e effettivamente è da un po' che non beve [ch on]

23:46 Kaworu:
  [Locale] Quell'elemento sopraggiunto al tatto non sarà di certo ignorato, seppur lasciato taciuto alla sola ed esclusiva presa in considerazione. Allo stesso tempo ed un po' così come l'altra stessa sta facendo, approfitta e raccoglie informazioni attraverso quelle impressioni che può rilevare durante i momenti di calma e piacevolezza che condividono entrambi. < Vero. Non ci si era pensato, tuttavia. > convenendo col discorso dell'abbinamento errato di quelle due bevande, dai gusti percettibilmente diversi che hanno fatto un po' stonare l'assaggio successivo dell'analcolico. < Mi sa allora che non so 'mango' io che ho sentito! Ah ah ah! > battuta bonaria quella che esprime all'indirizzo di Mekura, ridendo ora in maniera decisamente più esilarata e comica, socchiude lo sguardo e portandosi la mano al ventre in quei frangenti di ilarità. Si zittisce poco dopo, scemando gradualmente nel sonoro, lasciando così modo alla Kunoichi di dare disposizioni circa il loro prossimo ordine, e dove intende muoversi. Annuisce al cenno di lei, accompagnandola pertanto nell'alzarsi: la mole dei due è sensibilmente diversa, evidenziandosi maggiormente in quella diversità nel mentre sono più vicini, staccandosi dal suolo per tutto il metro e novantacinque di statura, con quella corporatura atletica ed erculea, robusto e prestante a confronto della minuta e molto più fine sagoma della Hyuuga. < Capisco. > in merito al di lei discorso sul lavoro, sulle questioni della contabilità e della burocrazia, apparendo equilibrato in quella nota compassata sui propri tratti. Ne segue l'incedere, andando a sedersi soltanto dopo che fosse stata lei a prendere posto per prima, accomodandocisi di fianco stavolta -qualora il divanetto fosse di quelli a due piazze-, assumendo una posizione abbastanza comoda, allargando le braccia sull'estremità dello schienale, dal momento che anche da seduto si troverà a superarlo in verticale, rendendogli possibile aprire le leve superiori lateralmente. < Se l'impegno e la precisione sono gli stessi che ti hanno già spinta ad averci a che fare nella tua vita passata, sono sicuro che si dimostrerà una scelta giusta. > commenta, assetto pacato. < Sembra davvero importante la ricerca di questa persona, per te. > sfarfallio di ciglia, interrogativo abbastanza introverso quello sfumato nella constatazione, lanciata in maniera molto blanda e senza pretese, come a non voler insistere in quell'intervista circa faccende che sembrerebbero interessarla privatamente. < Credo che quest'ultima sia molto importante. E' giusto e fa bene divertirsi: ogni tanto ci vuole. No? > retorico il quesito, lanciato più per alleggerire la precedente battuta. < Lavori per qualche privato in particolare, oppure sei alle dipendenze di qualcuno del nuovo governo della città? > tornando ad andare liscio, facendo parlare l'altra, prestandole ascolto, attenzione, nonché tenendola racchiusa nel proprio sguardo, dedicandole le iridi ed i bagliori blu provenienti da quest'ultime in maniera gentile e quieta.
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00:04 Mekura:
 Sorride, ma più che altro per gentilezza, quella battuta l'ha fatta raggelare particolarmente. Ma guarda il vuoto e sorride. Il sakè arriva in suo soccorso: una bottiglietta di ceramica scura viene lasciata sul tavolino di fronte a loro con tanto di stuzzichini da accompagno. La donna ringraziando il cameriere si rivogle di nuovo al cacciatore di taglie andando a versare ad entrambi. Gli porgerebbe un bicchiere e nel mentre risponderebbe a Ekko prendendosi tuttavia il suo tempo, come se volesse ponderare le sue parole: guarda verso il basso, le dita delle mani si intrecciano tra di loro e tamburellano contro le nocche della mano inversa. <bhe per qualcuno non è così, alcune volte si vuole cambiare tutto. Ma di solito si cambia tutto per non cambiare affatto, quindi mi limito a fare quello che so fare meglio e conosco meglio> Insomma prospettiva di vita differenti. <oh si lo è> afferma con un tono di voce serio e lontano. <e se l'ho persa di vista è colpa mia, sono stata una codarda che ha tralasciato le cose importanti della vita e si è fatta schiacciare da questa> e per questo la sua bambina non è li, non si sa dove sia, potrebbe essere anche morta. Sospira pesantemente e va a prendere il bicchiere <nel privato è stato più semplice in effetti: nel privato mi sembra che i criteri per la selezione del personale siano più...elastici> si fa per dire. <ma vorrei fare un gioco ora: ci faremo delle domande a vicenda, domande semplici, sullo stile si e no, direi tre, e se le domande ci piacciono potremmo avere una idea di come proseguire la serta, ci stai?> domanda la donna con il bicchierino in mano. [ch on]

00:19 Kaworu:
  [Locale] L'altra sorride per gentilezza, ed il giovane konohano non s'accorge d'aver causato torto al cabarettismo con quella battuta. Si potrebbe dire che non ha fatto ridere 'mango' un poco. Ok basta. Il cameriere arriva con il sakè e gli stuzzichini: mekura raccoglie la bottiglietta, facendo per versarne il contenuto nei bicchieri tradizionali per la degustazione di quella bevanda alcolica tipica di quella cultura. Lo raccoglierà dalle mani di lei, il tocco sempre indiretto, lisciato, ma senza intenti ulteriori o diversi dalla volontà di recuperare il contenitore. < Anche questo è vero. > accondiscendendo l'interpretazione che la donna dà delle possibilità di ciascuno. Sulla parte più seria del discorso, prova a metterci maggiore compostezza nel proprio aspetto, prendendo un intenso sospiro, assimilando concentrazione e pacatezza. < Gli errori, come i fallimenti, ci servono per dimostrare che abbiamo sempre delle sfide da affrontare, alcune a cui rimediare. > asserisce, con una nota più ponderata, misurando la favella al fine di provare a restituire una frase più conciliante ed in atmosfera allo stato d'animo della interlocutrice, nonché al loro discorso. Non aggiungerà altro, non volendo forzare troppo l'argomentazione, o rischiare di mettere in difficoltà la Kunoichi. La proposta del gioco lo coglie di sorpresa: uno stupore lieto, però, giacché sembra davvero gradire quell'iniziativa. < Oh! Mi piace, suona bene come idea. > facendo delle mosse verticali col mento, lievi, giusto per restituire quel feedback positivo alla ninja donna. < Direi che dovresti cominciare tu, allora. > invitandola a dare il via a quell'intrigante quanto avvincente divertimento innovativo ispirato dalla Hyuuga. Nel frattempo, si prenderà qualche sorso di vino tipico della cultura nipponica.
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00:58 Mekura:
 <stavo pensando a quello che hai appena detto, divertirsi> tamburella con le dita sul bicchiere, mentre si perde di nuovo a guardare il vuoto di fronte a se <qualcuno direbbe che ho fatto cose scapestrate senza sapere come divertirsi, io non sono brava a divertirmi, ma forse tanto vale provare a divertirmi per bene> Quello sembra apprezzare e la donna sorride come una volpe in un pollaio <ah ah> Annuisce seriamente, guardandolo con la testa piegata di lato, rimanendo a fissarlo con lo sguardo diretto verso Ekko. Si fa attendere un poco, confrontando le reazioni, piccole o grandi dell'uomo e poi alla fine domanda <hai cercato di portarmi a letto da quando siamo entrati nel locale?> chiede questa, iniziando a giocare in modo pesante da subito con il ragazzo ed anche a provocarlo per vedere fino a quanto è genuino il suo essere cavaliere in tutta questa storia. <poi domanderei se il pagamento per i tuoi servizi puntasse a questa fine e infine> commenta sollevandosi in piedi, avvicinandosi a Ekko quasi volesse mettersi di fronte a questo. <quanto sei alto?> la domanda implicita sarebbe un'altra, che verrebbe detta in modo indiretto come se cercasse un'altra informazione, non tanto quanto sia alto, alto significa altro e rimane in attesa fissandolo con fare giudizioso come se stesse aspettando il Konohaniano al varco. [ch on]

01:22 Kaworu:
  [Locale] Dopo aver sorseggiato il sakè, riabbassa il contenitore, trattenendoselo tra le dita a mezz'altezza, con la mano che va a coprirne la superficie superiore, di modo da non farlo rovesciare eventualmente ed averlo sempre in controllo. Annuisce alle frasi di lei, assecondando quelle osservazioni che prenderà per buone, senza indagare troppo e emettere giudizi di merito. < Sì. > sospiro più stretto e conciso. < Beh, che tu sia brava o meno, dobbiamo vedere come andrà a finire la serata. > sorridendo enigmatico ed anche un po' più avvincente. < Se vuoi un piccolo suggerimento, comunque, a bere analcolici ci si diverte poco, in effetti. Col sakè, però, già sei sulla buona strada! > sghignazzando in maniera comica. La coglie sorridere ancora, e resta un po' più preso, sarà l'alcol che comincia a salirgli in corpo a fare un po' d'effetto, o magari qualcos'altro che può iniziare ad aleggiare nell'aria: fatto sta che le gote dall'incarnato scuro si vivacizzano appena, nel mentre la ammira. Comincia poi quel gioco, e la domanda iniziale è già bella e diretta. < Oh-wow! > ridacchia, quasi un po' impacciatamente, sentendosi preso di incalzata. < Dritta al dunque, eh? > la bocca s'apre appena, lasciando esternare una nota sì divertita, e anche un po' imbarazzata. < In verità? No, Mekura. > un cenno di diniego, e sembrerebbe essere abbastanza trasparente. < Sei una bella donna, attraente, questo è innegabile. > ammette, non con così tanta difficoltà alla fine, dal momento che i complimenti fatti già in precedenza abbiano espresso chiaramene l'apprezzamento del ragazzo. < Ma che sa usare il chakra, anche. Oltre che ad un'abilità oculare non proprio indifferente. > razionalizza, esprimendole quei concetti in modo chiaro, anche se il gioco non l'ha previsto, provando a prendersi il vantaggio di parlare più diretto con la ninja donna. Sulla seconda domanda, emette di nuovo un risolino esilarato. < All'inizio no... non c'ho pensato. Non volevo nulla e basta. Era un modo per rimandare il discorso. > replica, sempre in maniera chiara. Nel vederla alzarsi chiedendogli poi quanto fosse alto, socchiude le palpebre, finendo di bere il suo sakè. < mh... > mugolio basso, senza verbo, attardando l'ultima risposta. < Un metro e novantacinque. > andrebbe a dire, alzandosi in piedi e fronteggiando la Kunoichi: nel prendere posizione, però, lascerebbe pochissime distanze, forse pochi centimetri, guardandola dall'alto in basso, non in maniera tronfia, bensì con una presenza profonda, calorosa. < Tocca a me fare le domande, immagino. > le labbra in sorriso opaco. < Ti serve davvero una scorta? > esponendo quel dubbio principale. < Anche se sei addestrata nelle arti dei ninja? > aggiunge il secondo quesito, sempre abbastanza serio nell'esposizione, benché rimanga molto calmo, naturalmente impostato in quell'aspetto compassato e fermo adesso, libero dagli impacci. < Ed infine... > l'ultimo e terzo interrogativo < ... Avrei dovuto cercare davvero di portarti a letto? > ma, su quell'ultima domanda, non cercherebbe nemmeno la risposta: non attende oltre, prendendo l'iniziativa da sé, partendo lanciato, TENTANDO DI abbassare il viso verso quello di Mekura, sollevando repentinamente le mani a volerne CERCARE i fianchi, raccogliendoli in una presa solida ma non offensiva, robusta, da farle sentire la propria vicinanza e risolutezza in quel contatto. Con il proprio muso, PROVA a puntare quello della Donna, con l'intenzione di rapirne le labbra, cercando di coinvolgerle in un bacio rubato ed inaspettato, intenzionato proprio a rapirne la bocca con audacia e sensualità. Una prima ricerca di approccio molto più esplicito e diretto, con il quale avanza coraggiosamente e con determinazione quella volontà di mettere in comunione le oralità di entrambi, in un momento più caloroso ed intenso.
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01:41 Mekura:
 Praticamente è come se si fosse parata davanti con una torcia gridandogli contro "Rivela le tue intenzioni" e senza neppure andarci vicino, bhe, meglio così e soprattutto le ha rivelato un'altra cosa: ha notato che lei sa usare il chakra. Probabilmente è accaduto a inizio serata ed anche il fatto che conoscesse la sua innata...bhe le tocca sorprendersi perché a quanto pare non è una cosa da poco. Lo segue con lo sguardo trovandosi di fronte un muro, per via della stazza, di nuovo praticamente con le distanze ridotte notevolmente. Ma ora tocca a lei rispondere <qualcuno direbbe di no, ma in realtà considerando la mia situazione è sempre saggio avere qualcuno dalla propria parte> solleva un sopracciglio < sopratutto se sei addestrato nelle arti ninja: affidarsi troppo al chakra ti rende troppo dipendente da esso, fidarsi troppo delle tue capacità di porta a dover affrontare più nemici da soli, si può fare ma la conseguenza c'è, quindi, cosa è meglio? combattere da soli e sperare che non ci sia nessuno nel tuo punto cieco, oppure avere qualcuno che ti guarda le spalle? anche solo perché hai alzato un po' troppo il gomito> afferma con un leggero rossore sul volto provocato dall'alcol. Poi piega la testa, ritrovandosi le sue domande rigirate contro di lei. Ha il tempo di aprire le labbra quando sente le mani sui fianchi e le labba sulla sua bocca. Si lascia uscire un suono neppure sorpreso, ma è come se stesse lasciando andare un mugugno frustrato andando a rispondere istintivamente a quel bacio anche con l'ardore di un assetato nel deserto. Le mani tentennano un secondo e poi porta le mani sulle spalle in modo da sostenersi considerando la differenza d'altezza.Non si distaccherebbe e perdurerebbe il bacio quasi fino a soffocarne. [ch on]

02:01 Kaworu:
  [Locale] In prima istanza, avrà ascoltato le risposte di lei, senza però avanzare controbattuta: semplicemente, l'ha ascoltata; ne ha percepito i discorsi, ragionando stesso su quella sintassi, dalla quale comunque traspare qualche cosa, qualche allusione circa i trascorsi altrui, lasciati trasparire dalla formulazione di quel periodo, rendendo il mistero sull'identità della kunoichi ancora più avvincente. Tutti quegli anni passati, il mondo che ha cambiato totalmente volto, darebbero comunque difficoltà a riconoscere precisamente e con certezza lo storico titolo di consigliere della Hyuuga, la quale dunque beneficerà del riserbo calato dietro quel velo di riservatezza che la dimenticanza ed il tempo possono aver steso sulla memoria. Il pensiero formulato riguardo al chakra, ne sollecita l'interesse, che resterà comunque sottaciuto, tutto volto a raccogliere informazioni, per conoscere di più la donna, quel suo modo di pensare e di vedere. Avrà sorriso appeno alla constatazione di aver alzato un po' il gomito per quella sera, non sembrandone tuttavia granché turbato. Infine, sull'ultimo interrogativo, la risposta che non aspetta, la riceve dalla reazione della burocrate: l'ardore, quella spinta che gli ritorna, come una forza uguale e contraria allo slancio, magari anche più intensa, avvertendo dopo quel primo momento di titubanza, le mani di lei andare verso le proprie spalle, sentendo la ricerca di quella presa altrui nel bisogno di sostegno. Respira intensamente e con maggiore frequenza, così come anche i battiti nel petto si animano impetuosamente, alimentati come una batteria di quei frangenti passionali, focosi. Socchiude le palpebre ora, lasciandosi andare totalmente agli altri sensi, come l'olfatto, nell'incamerare i profumi dell'altra, e lo stesso respiro, nel quale si può avvertire l'andare ad assottigliarsi, tanta la sfrenatezza messa in quel perdurare del loro contatto orale. Comunione delle bocche, che porta tante sensazioni, attraverso il gusto, che si allieta e galvanizza del sapore di quelle effusioni, innescandolo con maggiore sensualità attraverso l'accompagnamento della lingua, in una ricerca con quella di Mekura, per potervi danzare assieme su quella pista dei loro palati, in un ballo trasportato e malizioso, avvincente nel desiderio che inevitabilmente trasuda, divampando come fuoco lussurioso e sentito, partecipato. Le mani sui suoi fianchi rafforzano la presa, scendendo verso il basso, cercando la zona poco sotto i glutei con ambedue le leve, con l'intento di TENTARE DI AFFERRARE per le gambe l'altra, appoggiarla a sé totalmente, petto contro petto, corpo su corpo, PROVANDO A SOLLEVARE a mezz'aria la femmina, nel diminuire quel distacco creatosi dalla disparità d'altezza, arrivando a tenerla su ed a ridosso a sé qualora fosse riuscito a tirare su la baciata, rendendo ancora più impetuosa e ed esaltata quella esplosione di bramosia ed attenzioni coivolgenti.
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02:34 Mekura:
 Lei è una pessima, pessima persona: doveva cercare sua figlia e lo stava facendo con Saisashi ma con il delirio generale non è riuscita neppure a cercare nulla. E ora si ritrova in un locale a scambiarsi la saliva con un perfetto sconosciuto. Un perfetto sconosciuto alto, un perfetto sconosciuto spesso e che ha saputo giocarsi bene le sue carte, forse non ne aveva neppure bisogno vista la situazione di Mekura.Una delle mani si rigira attorno al collo di questo quando inizia a sentire la terra venirle meno e si ritroverebbe, per reggersi a rigirare le gambe attorno ai fianchi di questo. Le verrebbe quasi da ridere mentre le viene in mente l'immagine di un Koala che si sta aggrappando ad un albero secolare. Ed infatti le sfugge da ridere, costringendola a di staccarsi portando entrambe le mani al volto per evitare che sa seguisse. E ansimando e ridacchiando si prenderebbe un momento per riprendersi cercando di appoggiare la fronte contro quella di Ekko tenendo gli occhi chiusi per poi prendere un lungo e profondo respiro per "gustarsi" questo casuale amante con tutti i sensi a disposizione. Riprenderebbe a baciarlo con dolcezza e quasi morbidezza prima di riprendere con il solito ritmo con la quale ha iniziato con gli occhi lucidi dalla frenesia. Poi improvvisamente rallenterebbe, si staccherebbe e sospira <...Ekko, mi puoi rimettere a terra? credo di aver mostrato un po' troppa pelle alle mie spalle> commenta la donna preoccupandosi di quando si sia sollevato il vestito. <è stato...> inaspettato? certo che no, lo hai accusato te stessa che volesse questo <piacevole> parla per evidenze che non avrebbero bisogno di essere discusse <un po' disperata da parte mia...magari, ma piacevole> si stringe con le spalle ritrovandosi a cercare di nuovo la terra sotto i piedi se gentilmente vuole lasciarla giù. [ch on]

03:08 Kaworu:
  [Locale] Se l'altra si reputa pessima, di certo il nostro aitante giovane non l'ha percepito proprio per niente: anzi, dalle sensazioni che gli scaturiscono in quel coinvolgente momento, pieno di trasporto e di intrigo quanto di slancio e di impetuosità, così come dalle percezioni stesse che riesce a recepire attraverso quell'abbraccio dei sensi, quella comunione profonda scaturita dall'incontro delle di loro bocche, quello che gli ha restituito Mekura è un gran bel bottino di emozioni piacevoli, avvincenti e calorose, che si è goduto, si gode, e continua a bramare in quel connubio tanto affettuoso quanto sensuale. La sente che s'aggrappa a lui con le cosce, si piega un po' all'indietro col tronco, inclinando il busto di modo che l'altra possa scaricare tutta la propria esile mole sulla propria fisicità, costituendo effettivamente un solido appiglio al cui restare avvinghiato. Quando le ridacchia, sorridendo in modo divertito per qualche pensiero metaforica che le sfiora la mente, lui le solleticherebbe le labbra con la punta della lingua, in una carezza tanto giocosa quanto tenera, sorridendo a propria volta anch'egli, in quel pizzicarla in maniera provocante e dolce al tempo stesso, vedendosi poi raccolto il volto dalle di lei dita, in quel frangente di distanziamento che in cui l'altra si lascia sfuggire quel ridere. < .... > il sospiro che alita è un'ulteriore carezza a distanza, tanto quanto vorrebbe essere un richiamo lascivo che andrebbe a sfregarne quei petali sul di lei musino. La guarda, gli occhi blu sono due oceani, resi più liquidi adesso dal lucore docile che ne accende i riverberi, lasciando che possano emettere bagliori maggiormente intensi, vibranti, come quando i riflessi del sole annegano nelle acque marine, rifrangendosi tra le onde. Accosta la fronte contro quella di lei, un movimento lento, ponderato e misurato, affinché quel contatto tra le due pelli, formassero ulteriormente un altro avvicinamento, un congiungimento il quale, sebbene semplice e più pudico, porti con sé un senso di intimità e di trasporto, di avvolgimento. Quando l'altra richiude gli occhi, e prende quel sospiro, lui farà altrettanto, come chi si prepara per andare nuovamente in apnea, inabissandosi in un nuovo tuffo di effusioni, il quale stavolta ricomincia più delicatamente, un approccio che non rifiuta o rinnega, ma anzi, asseconda con una nota di amorevolezza affabile, accogliente, quasi a voler accompagnare in quel docile principio la nuova corsa più frenetica e concupiscente del desiderio scalpitante che divampa ancora sul teatro del loro sodalizio labiale. Uno spettacolo nello spettacolo, quei baci che vanno in scena, che s'arricchiscono sempre di più di nuove battute, schiocchi musicali al ritmo travolgente di una voluttà che sa tanto scomporsi quanto ritrovare la propria compostezza: tant'è che, infatti, alla fine la preoccupazione della Hyuuga d'aver dato effettivamente troppo da vedere a qualche curioso, nel venire sollevata per le gambe e trascinata a mezz'aria, addosso al combattente della foglia, disinnesca quell'esplosione di sensualità, riportando alla coscienza anche lo stesso genin. < Oh... > sfarfallio di ciglia, anche un po' intontito e imbarazzato. < ...Sorry. > mettendola giù, quindi, assecondando quella volontà altrui. < Vero... > annuisce alla constatazione altrui su quell'intesa trovata in modo inaspettato, ma sì, decisamente godevole. Le sorride, in maniera gentile, cercando d'essere carismatico, socievole. < Era quello di cui avevi bisogno. Non devi vergognarti. > un cenno di diniego, circa l'ultimo discorso di lui: il tono è molto fermo, compassato, mettendo in quella frase non una nota di cortesia piacente, bensì risoluta sincerità quanto trasparenza di pensiero. La mano sinistra CERCA DI restare sul fianco destro della kunoichi, mentre la destra TENTA DI salire alla volta della di lei guancia, provando ad appoggiarvicisi con affusolato approccio, quasi possa essere impensabile che una manona tanto grande possa essere leggera come piuma: eppure, l'intento sarà quello di sfregarne la gota sinistra prima con le punte delle dita, e poi, mano mano, far scivolare il resto del palmo, raccogliendo così quella parte del suo viso in un appoggio accomodante, che vorrà essere caldo e garbato, mettendoci una certa accortezza e misura di grazia in quella che comunque rimane una ricerca di contatto fisico, elemento costante con cui lascia trasparire parte del proprio essere.
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01:15 Mekura:
  [locale] La donna vorrebbe spiegarsi ma prima di dire oltre scuote la testa e rimane in silenzio. Si risistema il vestito mentre questo le afferra la testa. Non lo scaccia ma è come se qualcosa avesse castrato il momento. Porta le mani su quelle del ragazzo e chiude gli occhi, il tempo di contenersi per qualche attimo con se stessa e capire come calmarsi <dammi un attimo> chiede a questo mugugnando tenendo le mani contro quelle di Ekko mentre cerca di ascoltare il proprio respiro e cercare di calmarsi. Letteralmente è come se avesse un momento di panico. Cerca il contatto comunque, non vuole staccarsi per ora anche se attualmente sta affrontando un momento personale. Il respiro si fa sempre più lento rispetto a qualche secondo prima e lentamente si normalizzerebbe con questa che sbatte le palpebre più volte andando a guardare di nuovo Ekko. Non direbbe nulla, ha lo sguardo colpevole per quello che è appena successo, un sorriso leggero e lontano nel tentativo di far passare tutto solo come un giramento di capo e nulla più. <avere la mia età e sentirmi come una ragazzina che non ha mai baciato nessuno> fosse solo l'età ma anche l'esperienza, ma era appunto quello il problema. Lo sguardo cade verso il basso di nuovo. prima di riportare lo sguardo su questo <si, mi serviva, mi serviva parecchio...> e purtroppo o forse per il meglio deve andare contro le parole del monaco <e mi serve ancora> il desiderio della carne, magari può superarlo affrontandolo direttamente <sei un po' difficile da raggiungere lassù> afferma mentre cercherebbe di stringere una delle mani di questo con la propria e l'altra invece verrebbe poggiata sullo stomaco andando un po' in esplorazione attraverso il tatto < respiri anche un'aria diversa, bisognerebbe trovare una soluzione per questo, cosa suggerisci? > fa un leggero sospiro, sogghigna e poi solleva lo sguardo verso questo <ultima domanda, sei un taijutser?> chiede giusto per vedere se ci aveva azzeccato prima.

01:38 Kaworu:
 Senza forzarla, le lascerà il tempo di vivere quei momenti in cui la donna si troverà alle prese con sé stessa ed i suoi demoni. Un cenno d'assenso, taciturno gesto per risponderle a quella richiesta di pausa, restando unicamente ad osservarla, rimanendo fermo, una nota non impassibile, quanto più sicura, atta proprio a voler trasmettere quell'apparenza di decisione e determinazione, una sorta di solidità, di robustezza anche interiore. Le mani che vengono raccolte da quelle di lei, non la eviteranno, bensì resterebbero a sua totale disposizione, facendosi toccare, e toccandola di conseguenza. L'accenno sull'età lo glissa clamorosamente, sorridendo unicamente di rimando, senza starci a pensare troppo sul momento, anche abbastanza trasportato dalla circostanza che li trattiene a contatto reciprocamente. < Beh, mi sembrava che fossi abbastanza pratica, a dire il vero. > umettandosi le labbra con la lingua, in modo leggermente malizioso, non troppo sfacciato, lasciando assumere a quella battuta una connotazione maggiormente di ironia, per fare un motto di spirito all'indirizzo della Hyuuga, così da provare a suscitarle un minimo di divertimento in quel momento di disorientamento con cui si trova a fare i conti, tentando perciò di aiutarla in quella maniera semplice quanto essenziale. < Lieto di esserti stato utile, di averti potuto aiutare davvero, allora. > riguardo al fatto che le sia servito, e che lei lo volesse parecchio, come gli ha esternato. Non sembra essere turbato, nel senso di chi possa essere stato o stia venendo trattato come un oggetto: sembra far trasparire, più precisamente, l'impressione di chi sia lì davvero per cercare di dare una mano, al di là del proseguo, dell'epilogo futuribile; in quel momento, Mekura sembra necessitare davvero di un sostegno, oltre gli incarichi di cui si è parlato, una qualche esigenza interiore, nascosta nel suo intimo, congelata come il tempo che l'ha vista chiusa in quel limbo dal quale in molti sembrano essere stati richiamati. < Sono qui, Mekura. > quando l'altra ammette di averne bisogno ancora, tutto ciò che fa, è farle sentire di essere lì, presente. Ricambia perciò la presa di quella mano che lei gli ricerca, andando a provare a far incastrare le dita tra di loro, in un intreccio che sa molto più di dolcezza, gentile ed affettuoso; dall'altra parte, però, non disdegna l'aspetto più sensuale, di modo che quando l'altra mano della Kunoichi arriva a poggiarsi sul proprio stomaco, lui indurirà i muscoli del ventre, così che quella possa sentire la definita struttura degli addominali, scolpiti in quella massa muscolare atletica ed allenata energicamente. < Potresti farmi respirare ancora la tua aria. > allusione che richiama il di lei respiro, lasciando serpeggiare un chiaroscuro più procace al sogghigno che la burocrate gli monta di rimando. < Sei vuoi scoprirlo, dovrai affrontarmi. > una non risposta quella finale sul suo stile di combattimento. < ... però credo che tu abbia già visto qualche anticipo. > facendo per avvicinarsi ancora col viso verso il volto altrui, provando a poggiare la mano libera sulla nuca della porta borse, in maniera delicata quanto sentita, volendo cercare di restituirle quella nota fisica controllata, quasi fosse una scarica di adrenalinico piacere che le possa elettrizzare la nuca, passano da quello sfregamento superficiale fino a sotto pelle. Per cui, senza trattenersi troppo in chiacchiere, abbandona tutti i discorsi, per TENTARE DI avvolgere nuovamente le labbra di Mekura, per ricercare un nuovo appassionato bacio, premendo la bocca su quella di lei, inspirandone il possibile soffio, in una continuità di incastri che totalmente potessero coinvolgerli in un sodalizio seducente e caloroso.
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02:08 Mekura:
  [locale] Le viene da ridere abbassando il capo di nuovo, un po' per imbarazzo, un po' per vergogna. <ho avuto il mio tempo di popolarità> commenta a bassa voce rimanendo a guardare Ekko per un po', rimanendo ad ascoltarlo in silenzio. Sollevando di nuovo gli occhi quando questo la chiama, le dice che è li. Lo osserva incuriosita seguendo le sue azioni un po' come se fosse alla deriva di un mare, un mare pacato ma profondo. Nel mentre ascolta in modo tattile quel corpo, lo valuta, vi passa come se fosse cieca quelle dita basandosi solo su quello che percepisce con queste. <...e tu la tua> non sa in che altro modo rispondere, in realtà non controlla più neppure come rispondere, al massimo potrebbe solo trattenersi dal parlare e l'ironia nasconde molto del suo attuale conflitto interno. Doveva? doveva continuare? perché non doveva comunque? le importa, non deve nulla a nessuno. Potrebbe e dovrebbe, perché vuole e basta. <hu hum> mugugna appena distrattamente quando questo le dice che ha ricevuto un anticipo, non che non le dispiacerebbe ricevere tutto il resto. Quando sente le labbra toccare quelle del uomo, il presunto taijutser, appoggia la fronte contro questo e inizierebbe a provocarlo se possibile dando dei baci, ricambiandolo prima di fuggire per qualche secondo e riportare avanti l'attacco ed infine staccarsi ancora andando delicatamente verso gli angoli della bocca e sotto il mento come se volesse farsi inseguire. <accetto la sfida> il tono è morbido, domato, preso in quel turbino emotivo. <fammi strada> [ch off]

02:27 Kaworu:
  [Locale] Sul passato popolare di lei, non sembra aggiungere granché, se non un divertito sbuffo, un risolino che muore all'esterno, nell'aere circostante, scemando flebilmente e lasciando dietro la propria scia un sorriso tenue, docile. < Lo credo bene. Non sei una che possa passare inosservata a lungo. > breve quel commento, audace quanto garbato, in una gradevole ammissione alla fine in linea con quanto le ha sempre detto durante tutto l'arco della serata. Le dita sul proprio ventre si incontrano con quella fisicità, prerogativa oltre che del proprio aspetto, anche del suo stile marziale, una tecnica basata sull'atletismo, sulla robustezza e tonicità del proprio corpo, il quale sostiene e descrive la sua immagine. Alla replica di lei, sul voler sentire ancora la sua aria, così come lui ha richiesto quella dell'altra, il tentativo di bacio intentato successivamente sarà una conferma di tacito responso a quelle richieste ed esigenze soffiate dalla Hyuuga. < Mhm... > una nota gustosa ed intrigata al sentire l'approccio più sfuggente aoperato dalla donna, caratterizzando le effusioni successive con quei giochi di toccate e fuga, nei quali ella fa per scivolare via lungo la bocca, cercando incastri fugaci ma sentiti, sensuali e provocatori, e poi scappando via, ritraendosi nemmeno troppo a lungo, deviando quelle traiettorie di incontro labiale sulle parti più a margine del muso, facendosi desiderare, in quell'invito a voler essere inseguire, preda e cacciatrice in quello scambio di ruoli continuo ed avvincente. < Sei decisa, dunque... > riguardo all'accettare la sfida, quelle parole diventano un sussurro greve, intensamente sommesso, cercando di scivolare verso l'orecchio di lei, per poterne solleticare l'udito direttamente. La mano che prima ne levigava il collo, ora andarebbe a cercarne il fianco, mentre l'altra rimane intrecciata, dita incastrate tra loro, in una specie di involontario sigillo del serpente fatto in coppia, tenendosi reciprocamente. < Direi che allora sarà meglio che sia tu a scegliere il terreno di scontro... > invitandola perciò a decidere dove voglia andare a rifinire, se le sue intenzioni dovessero essere concretamente quelle di lasciarsi trascinare totalmente nel vortice di quell'emotività scalpitante. < Ti lascio questo vantaggio... > scherzoso, cercando per cui a propria volta di istigarla ancora di più, in una procace tentazione che attenta al lobo del di lei orecchio, umettandolo con l'organo del gusto, lasciando che concupiscenti e appassionate attenzioni scaturiscano da quelle allettanti lusinghe orali.
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03:00 Mekura:
  [locale] Era una bella serata, più di quanto potesse immaginare. Non era partita con l'idea di essere toccata, aveva giusto chiesto ad Ekko di partecipare a questa cosa per evitare tutto questo. E guarda un po'con chi sta sta scambiando affetto, saliva e forse altro? Ekko. Massiccio e confortante come una coperta di linus pronto a picchiare il prossimo. <e tu?> sogghigna guardandolo con un nuovo sguardo, più malizioso di quanto mostrato fin ora. La situazione qui è pericolosamente al di la del controllo che può comunque gestire, o ora o mai. Le effusione che scambia con questo, le fanno chiudere gli occhi e inutilmente prova a staccarsi con le labbra andando a mordersi il labbro inferiore portando entrambe le mani contro le spalle di questo. <sei così sicuro di te da darmi la scelta dello scontro?> mugugna quando questo prova a darle altre lusinghe a circuirla e si ritrova a malapena capace di rispondere a questo con la sicurezza di dire qualcosa di senso compiuto e non solo un gemito trattenuto tre le labbra stretta tanto da arrossarle per il sangue trattenuto tra pelle e denti. In particolare le farebbe sorridere l'ultima cosa dell'orecchio facendole solletico e costringendola ad allontanarsi. <e comunque non qui> lo spinge a fermarsi, controvoglia però è evidente che hanno già dato abbastanza spettacolo. Così gli afferra la mano e lo guiderebbe/trascinderebbe fuori dal locale tornando indietro solo per lasciare il conto sul tavolo e poi riprendere la strada verso l'esterno. L'aria fresca le colpirebbe il viso, sogghigna e si toglierebbe le scarpe dai piedi abbassando notevolmente la sua figura, ma guadagnando tutto in agilità. <vieni> Lo avvicinerebbe per dargli un'altro bacio veloce e solo allora, se permesso continuerebbe a trascinarlo via da li, diretti, bho, verso il primo luogo disponibile per un confronto diretto. [end?]

03:16 Kaworu:
  [Locale] Occhi che cercano i suoi, quando quella lo guarda, ricambiando quell'intreccio delle iridi come una ulteriore comunione tra di loro, un susseguirsi di ricongiungimenti di vario genere. < Dovresti averne avuto ampia riprova... > sghignazzando sofficemente. < Ma se vuoi, ti posso risollevare ancora una volta. > una minaccia? una provocazione? un invito provocante? tutte quelle cose messe assieme, ertamente. I discorsi saranno più semplici, ormai c'è poco spazio per ragionamenti, dato l'alcol e l'adrenalina in corpo per quel desiderio crescente, che già a fatica si contiene, alternando momenti di cieca passione e concupiscenza ad attimi di frenamento e di cognizione di restare comunque in una zona aperta al pubblico. Forse qualcuno avrà pure adocchiato la scena, non proprio contentamente, almeno da quando il ragazzo può averla messa giù e quindi fatto calare il sipario sullo spettacolo visivo che ne si potesse ricavare. < Non sicuro che ovunque sarà, non ti deluderò, perché darò il massimo. > risponde conciso, risoluto, stavolta un po' più temerario, all'unico scopo di incendiare maggiormente le voglie dell'altra. La sta cercando di intrigare, continuando a sedurla, a farla sempre più coinvolgere ed entusiasmare a quella travolgente onda di sensazioni calorose, bramose di quella reciprocità. La sente gemere, e la cosa ne sollecita la fantasia, procurandogli allo stesso tempo un piacere acustico che lo fa vibrare dentro. < Mhm... > quando lo spinge a fermarsi è riluttante, ma sentendosi trascinato via, non può fare a meno di seguire la Hyuuga, totalmente inebriato di quell'estasiante prospettiva futura che possa stare ad attenderli fuori di lì, da qualche parte nella città delle ombre. < Sempre dopo di te... > forse una battuta piccante, un'altra sobillazione all'insegna della donna, ricambiando quel bacio fugace e svelto, ma di certo non con meno slancio. Si lascerà tirare via, seguendo l'istinto per la destinazione, inoltrandosi nella notte per abbracciare la passione, tra cui brucerà assieme a Mekura e quei sentimenti di incantevole e stregante lussuria, di sfrenata e magica dolcezza, ossimori forti, che metteranno in comunione più direttamente le proprie essenze, nel sensuale e afrodisiaco vortice in cui turbinano emozioni sferzanti d'intima ebrezza inebriante. (//END)
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Mekura voleva cercare la figlia.
Bel verbo Voleva, al passato.
Ma perché farlo da sola, cercati qualcuno che ti possa guardare le spalle.
Non l'avesse mai fatto.
In compenso Ekko l'ha effettivamente seguita per tutta la sera compiendo il suo lavoro da cacciatore di taglie.