Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Una serata come le altre

Free

0
0
con Furaya, Mattyse

21:05 Furaya:
 Si direbbe un giorno come gli altri. Nessuno è venuto a disturbare la sua quiete nonostante abbia avuto lo spiacevole incontro con una traditrice del passato. Si tratta d'un incontro del quale deve assolutamente parlare con il suo terrorista di fiducia, al quale tutt'ora s'affianca sulla testa del primo Hokage - Hashirama Senjuu. Inutile ricordare le volte in cui ha passato intere serate su quella testa, al vecchio villaggio - quello vero, ad ammirare il panorama d'una Konoha che prima o poi riuscirà a rivedere, per quanto utopistico possa sembrare. Non s'arrenderà tanto facilmente, si tratta pur sempre del suo sogno e, a differenza dell'Ishiba, non si schiererà dalla parte di coloro che non vogliono il suo stesso desiderio. Lascia che la leggera brezza serale le smuova i capelli rosei e gli abiti indossati, mentre in piedi scruta dabbasso quelle luci e quei grattacieli tanto alti che ormai son diventati la modernità anche nel distretto della Foglia. Una camicia bianca ne copre interamente il busto, maniche lunghe ben chiuse tramite dei polsini, lasciando qualche bottone aperto e mostrando una scollatura normalissima, senza mostrar chissà cosa di quel che v'è sotto se non uno scorcio appena di pelle. Quivi, è anche possibile notare il ciondolo con il ventaglio del Clan Uchiha che mai ha rimosso da quando Hanabi glielo ha donato. Sulle spalle, è inoltre poggiata una giacca in pelle nera senza però la necessità d'infilarvi anche le braccia, giacché l'indumento sventola dietro le di lei spalle. Scendendo, troviamo un paio di pantaloni neri aderenti alle di lei gambe e stringendosi in vita, tenuti su da una cintura in cuoio della medesima tonalità. I lembi della camicia, difatti, sono infilati nel bordo di questi ultimi, in modo che non si muova e che paia anche più ordinata. Ai piedi, infine, calza un paio di stivaletti neri che raggiungono la metà del polpaccio e che sembrano, a ben vedere, anche piuttosto comodi. Sotto questi abiti, son sapientemente infilati anche un paio di vambracci e schinieri metallici, ulteriori difese che potrebbero aiutarla non poco durante un eventuale scontro - ammesso ne avvenga qualcuno. Un paio di guanti neri ne coprono le mani interamente, nascondendo persino le affusolate dita. Il materiale è semplice cotone e pelle, ma sotto d'essi vi si nasconde una piccola placca metallica. Alla cintura, è fissato un gancio tramite il quale ha sistemato uno dei suoi recentissimi acquisti: una frusta dal manico bordeaux, ma per il resto completamente nera, che pende dal fianco mancino. Attorno alla coscia mancina, invece, vi è una piccola fascia con tre scomparti - tre sottili elastici - che contengono un numero identico di kunai con il manico rivolto verso l'alto, cosicché possa estrarli senz'alcuna problematica. Sul gluteo dal lato opposto, invece, prende posto una tasca porta oggetti che contiene tre shuriken, cinque fuuda (di cui due contenenti i tronchetti per la Sostituzione), tre tonici per il recupero del Chakra (avendone perso in quantità rispetto a dieci anni prima) e tre tonici coagulanti (ovviamente per Mattyse, visto e considerato quanto spesso si faccia male). Dal nulla, con il solito tono vacuo che ultimamente ha preso ad usare, senza distogliere per un attimo gli occhi da quello che andrà lavato via con la lava, principia il discorso. Finora non ha fatto altro che star silente, rispondendo a bocconi e a monosillabi, immersa come sempre nei propri perché. <Ho incontrato Sango.> Un nome che anche il bianco dovrebbe conoscere, purtroppo. Un nome che non porta mai buone notizie. [ Chakra ON ]

22:35 Mattyse:
 Una giornata come le altre, ma con un qualcosa di diverso. Anche oggi il bianco ha passato diverso tempo immerso nei propri pensieri, continuando a pensare e a cercare quelle soluzioni che normalmente gli altri non vedono. Cerca, cerca e cerca, cerca sempre qualcosa per trovare quella che per tutti sarebbe una follia, quell'apparente mossa suicida che in fine si rivelera` la mossa vincente. Mat sta faticando a trovarla, ma sa che e` li`, la trappola che schiaccera` kagegakure e` li` vicina a loro... c'e` quasi, deve solo distinguerla tra quella massa di passi falsi. Dopo l'incontro con Kamichi il bianco ha preso a indossare in maniera piu` frequente quegli abiti eleganti, si tratta di un paio di scarpe basse, diverse dai soliti stivali neri, queste sono nere e mostrano qualche centimetro delle calze sulla caviglia, calze che subito si rintanerebbero dentro ai pantaloni eleganti e in cotone, con due tasche e ben stretti in vita da una cintura in cuoio, rigorosamente nera. La cintura non stringe solo i pantaloni ma anche una camicia bianca, pulita e ben stirata, abbottonata fino all'ultimo bottone e con una cravatta dello stesso colore dei pantaloni al collo... ovviamente con un nodo lento, ma sempre meglio di quello che aveva qualche giorno addietro. In quello che e` l'outfit di un uomo in carriera (o uno yakuza), non mancherebbe certamente la giacca, posata sulle spalle a coprirle dal lieve venticello... Giacca che verrebbe afferrata dalla mano destra per essere levata dal proprio busto e avvicinata alle spalle della rosata su cui tenterebbe di posarla per riparare ora le di lei spalle. La donna di lava che prende un raffreddore dovra` rimanere solamente una barzelletta. Il bianco successivamente cerchera` di sedersi sulla testa del primo hokage, colui che e` suo antenato, nonostante si riveda di piu` nel fratello... Ma quando deve cercare una soluzione preferisce Hashirama, ritrovandolo sempre piu` pacato e pacifico... In effetti, quella di sedersi sulla testa del primo hokage, e` l'ennesima cosa che ha in comune con la rosata, pero` non si sono mai incontrati li`... Che strano. La voce della Nara rompe il silenzio, ma il Senjuu non voltera` lo sguardo nella sua direzione, si limitera` inizialmente ad ascoltarla. <Sango> Ripete cosi` il nome della rossa traditrice, assottigliando un poco lo sguardo. <E` invecchiata o anche lei e` rimasta intrappolata chissa` dove?> Chiede quell'info utile a capire quanti altri possano esser rimasti congelati come loro, in quanti potrebbero esser saltati fuori come funghi e quanti ancora potrebbero apparire... <Io invece sto pensando a Tachiko...> Non e` stata una bella scena quella di vederla afferrarsi la testa tra le mani per scuoterla e ripetere "Tachiko e` brava"... Lo sguardo del bianco ora si sposterebbe, portandosi verso i propri piedi. Non e` qualcosa che sta accettando facilmente, vorrebbe non proferire quelle parole, ma lo stato della donna e` compromesso. <Furaya... Fino a quando non dara` segni di guarigione, reputo Tachiko sospesa.> E lo direbbe cosi`, rapido per levarsi il dente, parlando in maniera ufficiale come se stesse ancora dinanzi all'hokage a cui dovrebbe delle spiegazioni. <Per la sua sicurezza, deve rimanere fuori dalle nostre operazioni. Almeno per ora.> La speranza e` l'ultima a morire e lui non la abbandonera` cosi` facilmente.

20:12 Furaya:
 Le lieve brezza serale continua a scostarle - al pari d'una carezza - i rosei ciuffi che scivolano lungo le spalle, spinti in aria. Scosta il di lei peso sulla leva inferior manca, incrociando le braccia al busto. Gli occhi glaciali continuano ad ammirare, per così dire, il panorama che scorge da quei nuovi monti. <Vorrei essere nella tua testa per sentire i tuoi pensieri> Pronuncia, costretta a muover appena il capo in sua direzione per scrutarlo con la coda dell'occhio, ricercandone appunto la presenza che sa essere comunque al suo fianco. <talvolta parlare è superfluo e non ti fa capire ciò che ti passa per la mente.> Un modo come un altro per invogliarlo a dire apertamente ciò a cui sta pensando, anziché lasciar intendere che abbia la mente occupata senza possibilità per l'altra di capire cosa gli ci frulli dentro. Erano davvero troppo abituati a quel dannato sigillo empatico. Certo è che talvolta è meglio così, è meglio non sapere quali sentimenti stia provando quella determinata persona o quali tu gli faccia sentire. Non si tratta di qualcosa che puoi comandare come le frasi che si pronunciano. Nonostante le stesse abitudini, alla fin fine, si son sempre incontrati all'interno dell'ufficio dell'Hokage, dunque nella Magione, la quale veniva reputata una sede ben più seria e ben lontana dalle orecchie indiscrete che sarebbero potute esserci sul Monte dei Volti o comunque fuori da essa. La spiegazione logica che si possono dare sul non essersi mai incrociati lì sopra non è altro che questa. Lo sente - lo percepisce - avvicinarsi e poggiarle di rimando la sua giacca sulle spalle di lei. Piega appena un sopracciglio, ma l'accetta di buon grado. Non avrebbe certo mai ammesso di star provando un minimo di freddo per via di quel venticello che soffia in alto al monte. L'orgoglio è un'arma a doppio taglio, del resto, e la stragrande maggioranza delle volte fa soltanto del male a chi ne usufruisce tanto come la Nara in questione. <...> Tacito è il ringraziamento che gli rivolge, tirando appena un lembo della giacca dabbasso con l'ausilio della destrorsa, facendo in modo che possa sistemarsi al meglio sulle di lei spalle, senza lasciargliele scoperte. Quando lui si siede, al contempo farebbe altrettanto. Piega le gambe e le incrocia, poggiando delicatamente i glutei sulla fredda roccia, adoperando la mancina per scostare quanto basta la katana e il relativo fodero affinché non le dia alcun problema nella seduta. Affiancandolo, reputa necessario un ulteriore contatto: non vuol sentirlo distante da sé. Tenendo stretto l'indumento, reclina il capo da un lato, portando la tempia a poggiare con delicatezza contro la spalla del Senjuu. Niente di più e niente di meno. Lo sguardo non si discosta dal mondo sotto di loro. <Identica a dieci anni fa.> Decreta come risposta alla domanda relativa alla traditrice dai capelli rossi. <Temo che la mia copertura sia appena saltata.> E' assai naturale che Sango vada dicendo in giro che il Decimo Hokage è tornato, quindi aspetta già che qualcuno arrivi da lei, che qualcuno la cerchi o chissà cos'altro. Sta di fatto che non si farà di certo trovare impreparata: non ha alcuna paura di lei. <Credeva fosse sotto genjutsu quando mi ha vista. Non pensavo di fare un simile effetto.> E sbuffa dalle labbra a mo' di risata trattenuta, lasciando perdere un argomento del genere adesso, avendolo quanto meno annoverato circa quanto successo. Il discorso riguardante Tachiko, invece, è molto più importante e necessita della sua completa attenzione. <Tachiko la conosci quanto me e sai bene che non ci sarà alcun segno di miglioramento. Deve prendere le medicine per mantenere sotto controllo quel caos che ha nella testa. Senshi la tiene sulla retta via, ma basta farle presente che potrebbe accaderle qualcosa che scatta sull'attenti.> E impazzisce di rimando. <Dieci anni fa, non era molto diversa> Sempre riferendosi al comportamento che ha tenuto durante la prima serata in casa sua, nella quale si sono appunto trasferiti. <e la task force era un buon modo per tenerla impegnata, facendole fare ciò che preferiva fare davvero.> Ovvero uccidere, torturare, dando fondo alla sua vena omicida senz'alcuna ripercussione. Adoperarsi del settore della tortura nella corporazione Anbu è sicuramente ciò che le riusciva meglio fare al tempo. E' come averle tolto improvvisamente l'essenza vitale. <Per ora, mi trovi d'accordo, ma conto di riportarla indietro a far quello in cui eccelle.> Seria anch'essa nel pronunciarsi, or gli cede parola. [ Chakra ON ]

21:36 Mattyse:
 Sedutosi a terra, il bianco, rimarrebbe inizialmente con lo sguardo perso nel vuoto, accennando ad un piccolo sorriso che spunterebbe sul suo volto. <Cerco solo di ricreare quella sicurezza che avevo prima> parla della rete di contatti, di tutte quelle persone che prima avrebbero interceduto per non farlo arrestare o entrare nei casini, tutte quelle trappole utili a fargli guadagnare tempo per scappare... <Anche io posso sbagliare e se dovesse accadere voglio qualcosa che mi dia il tempo di rimediare> un paracadute, una protezione aggiuntiva in pratica. Mat poi volterebbe lo sguardo in favore della rosata, avvicinando le proprie labbra sulle di lei capa per lasciarvi sopra un piccolo bacio. Una sera come le altre, ove il bianco e` intenzionato a parlarle di tutti quei pensieri, tutte le soluzioni che sta studiando e quelle per cui ha gia` praticamente deciso. Ma un passo per volta. Ecco che la Nara parla di Sango, probabilmente anche lei e` rimasta bloccata nel cristallo, motivo per cui non sia invecchiata. Poi la paura della nostra ex hokage. <Anche io penso di essere sotto genjutsu ogni volta che ti spogli...> Cos'era, un complimento? <Possiamo non farla saltare. E` la parola di una traditrice dell'alleanza, potrebbe aver visto una persona che assomigli alla decima hokage... potremmo farti passare per una sosia, una parente. E` una tua scelta il da farsi> Solo che se sapessero che lei e` proprio la decima, potrebbero starvi piu` addosso di quanto tu possa pensare. <Anzi, tanto meglio. Possiamo usarla come capro espiatorio> Come lui ha fatto con Tamaki sul ponte Naruto. <Possiamo far ricadere le colpe su di lei e lasciare che sia la Shinsengumi e gli ANBU a sbarazzarsene.> Molto semplici, dovranno solo non farsi scoprire come dei bambini. Poi e` meglio lasciare un momento di pace, un momento in cui sara` il soffio del vento ad accarezzare le sue guance, sfiorare le sue orecchie e impedire a quel silenzio di fargli pensare ad altre cose. Deve mettere un punto ai pensieri precedenti, non puo` continuare a creare nuovi pensieri e a lasciarli li` campati per aria. La mano destra verrebbe allungata verso la donna, posando il palmo della mano sulla di lei coscia a lui piu` vicina, con le dita ben allungate e premendo con tutto il palmo sulla sua leva inferiore. Vuole che senta quella presa, quella presenza, come lei ha fatto con la fronte. <E` quello il problema. Il caos che ha in testa non e` un male, e` lei.> Il bianco vede qualcosa di diverso a quanto pare. <La nostra Tachiko c'e` gia`, solo non si accetta, e questo la porta a sembrare qualcun'altra> e` solo paura, paura di essere cattiva che rovina la cugina della decima, la paura di perdere il controllo e che questo venga preso da qualcuno che in realta` e` lei stessa. <controllare quel caos, per lei, e` come per me controllare i miei pensieri. Sono parte di me, i miei studi, le mie teorie... Deve solo accettarlo> Non c'e` bisogno di dire che per questo motivo pensa che quelle medicine siano superflue vero? <Pero' fin quando non avra` piena coscienza di se sara` meglio tenerla lontana. Come ultimo incarico mi portera` nel quartiere generale ANBU.> ecco, qui si riallaccerebbe il secondo piano malefico del bianco. Mat ha recuperato qualche informazioni particolare in quei giorni, quale il fatto che gli anbu siano sottomessi alla Shinsengumi, corpo armato del consiglio. E se il bianco conosce abbastanza Boryoku, la cosa deve stargli in culo piu` di quanto le avesse dato fastidio essere fregata da un genin come il Senjuu. <Penso di poter conquistare il corpo ANBU come dieci anni fa. Anzi, ne sono quasi sicuro.>

22:50 Furaya:
 Conosce bene quanto la sicurezza altrui - non quella che ci si sente d'avere, beceri orgogliosi - pregna di contatti che riuscivano a tirarlo fuori da qualunque impiccio. Ed è altrettanto consapevole del fatto che adesso ne siano profondamente privi. Lei non conta più alcunché, Boryoku si teme non sia neanche dalla loro parte. E pensare se il generale fosse stato qualcun altro: avrebbero perso anche il vago tentativo del bianco di riuscire a portarselo dalla propria parte. <Finché non perdi tutto quello che hai, non immagini neanche lontanamente quanto tornasse utile.> Chiosa a mezza voce, sollevando le spalle. Con la sua posizione, riusciva a far collidere tutto ciò di cui avevano bisogno. Boryoku non possedeva alcuna voce in capitolo per quanto riguardava l'esistenza o meno della task force, doveva sottostare alle leggi espresse dall'Hokage in quanto Anbu legato unicamente a quest'ultima. Allo stesso modo, doveva sottostare eventualmente alle leggi degli altri Kage fintantoché restava Generale assoluto e non sa se questo sia davvero cambiato. Ancor con gli occhi che rimirano ciò che il mondo è diventato, un mondo fatto soltanto da conigli braccati dai predatori, avverte l'attenzione che Mattyse le rivolge, poggiandole un delicato bacio sui capelli. Mugola appena, restando nella medesima posizione assunta in antecedenza, apparentemente comoda purché stia appoggiata a lui. <Ho notato che non riesci a distogliere lo sguardo, in effetti.> Rispondendogli a tono e con la stessa ironia, vedendosi persino costretta ad arcuare l'angolo delle labbra per mostrare un sorrisetto divertito. Il discorso glissa poi rapidamente alla volta di Sango, cercando di trovare un pretesto per evitare di farla fuori. Il ragionamento altrui non fa una piega, lo si potrebbe considerare eccome se non fosse per un dettaglio in particolare del quale lui non poteva in alcun modo tenere conto. <Sango fa parte della Shinsengumi> Una nuova corporazione quella nata all'interno del villaggio che ambedue hanno iniziato a conoscere, sentendone parlare e raccogliendo le giuste informazioni affinché non ne fossero privi. Come sempre, la raccolta è importante soprattutto per decidere come muoversi in futuro. <anche se non capisco come ciò sia possibile. Infatti vorrei incontrare nuovamente un agente scelto della stessa fazione, tale Kamichi. E' stato lui a dirmi che Sango ne fa parte. Vorrei capire se sono informati del fatto che lei sia una traditrice, vorrei comprendere le ragioni che li hanno portati a farla lavorare per loro.> In realtà, a questo quesito potrebbero rispondersi anche da soli: li hanno perdonati. Il problema sussiste ancora poiché la rossa le ha riferito che, in realtà, i ritornati vengono trattati anche piuttosto male dal popolo attuale, considerando come abbiano lasciato morire dei valorosi ninja in battaglia soltanto per un capriccio dei piani superiori. Va da sé che quindi non si abbia a disposizione una risposta adeguata, tanto meno coerente con tutto quello che accade all'interno di Kagegakure. Sia chiaro inoltre che non gli sta chiedendo alcun permesso, anche perché sa bene come comportarsi col prossimo in una situazione del genere: vanta comunque una buona preparazione, per non parlare dell'esperienza sul groppone. <Sarebbe un ottimo piano> Quello di farsi passare per una conoscente od una parente. <se non fosse che possono sicuramente leggermi nel pensiero, specialmente se Boryoku è dalla loro parte adesso.> E' un meccanismo che usavano anche dieci anni prima, crede fermamente che sia usufruibile anche in quest'epoca. E potrebbe continuare ancora sul motivo per il quale non sia un piano perfetto, ma sceglie di soprassedere. <Mi chiedo cosa succeda se venga alla luce il fatto che io sia tornata> Se lo sta chiedendo davvero da qualche tempo. <anzi, direi che sarebbe utile dal fronte del clan.> Si riferisce senz'ombra di dubbio ai Nara e alla questione che ha dovuto affrontare con la stessa Tachiko. Il discorso riguardante quest'ultima, poi, entra facilmente in vigore in un secondo momento. La di lui mano scivola lungo la coscia a lui più vicina, costringendo la fanciulla a chinar appena il capo dabbasso a fissar quell'intrusione nel suo spazio vitale. <Rischi di distrarmi, specialmente se continui a vestirti così.> Le s'annebbia la vista e le cola il sangue dal naso al sol pensiero di venir presa con quella cravatta attorno al co-- Furaya, contegno, per piacere. Non sono pensieri che potrebbe fare una grande donna come la Decima Hokage, perfettamente pudica e con il miglior ritegno che si possa desiderare. Bene, ora rimettiamoci in carreggiata per cercare di capire dove Mattyse voglia andare a parare. <Ha paura di perdere Senshi. Bisogna anche capire questo. L'ha cresciuta per dieci anni con le sue sole forze, si è affezionata a tal punto da essere sua figlia.> E le fa male, tremendamente male, infatti s'irrigidisce nel dirlo e, giacché l'altrui mano è sulla coscia, non farà grande fatica a notare questo suo comportarsi. <Io e Saisashi siamo apparsi praticamente dal nulla: la sottoscritta a chiederle di farmi conoscere Senshi e Saisashi a pretendere la paternità. Immagino sia stato un duro colpo per una psiche tanto fragile come la sua.> In breve, può capirla alla perfezione, ma ciò non toglie che le dia fastidio il sol pensiero della vocetta di Senshi che continua a chiamarla "mamma", quando la reale madre è lei, è tornata e vuol prendersene cura. Ma resiste, resiste perché comprende che ha giurato a Saisashi di lasciargli la paternità finché non avrà sistemato le cose, finché non saranno tornati alla vecchia Konoha. Non può prendersene cura adesso come una vera madre vorrebbe, questo è quanto. <Io mi occuperò di fare delle ricerche sul kanji che le hanno impresso. Voglio capire a quale tecnica sia legata e se sia possibile al contempo scioglierlo. So soltanto che indica "pena", ma non è sufficiente ad illuminarmi.> Niente da ridire a proposito delle di lui intenzioni, tanto vale che faccia una prova. Ha soltanto un'accortezza da fargli, tanto da costringerla ad allungar la mandritta in sua direzione una volta aver raddrizzato il capo. Conduce il pollice s'una guancia e le restanti dita sull'altra, in modo che possa chiuderne il mento in una debole morsa, data la poca forza a disposizione. Il gesto è atto soltanto da indurlo a ruotare il capo verso di lei: pretende che la guardi negli occhi. <Fatti arrestare e ti ammazzo> Seria, lo sguardo lo è altrettanto. <fatti ammazzare e ti riporto in vita per ammazzarti di nuovo> Quasi le viene da ridere, il labbro inferiore trema appena. <torna da me intero, soltanto io posso marchiarti.> Il capobranco si preoccupa sempre del suo territorio e del suo branco, giusto? [ Chakra ON ]

19:44 Mattyse:
 Le parole della rosata sono particolarmente bizzarre per il bianco. Per quanto siano veritiere, poiche` la razza umana non e` in grado di capire quanto valga una cosa fin quando non ne senta la mancanza, lui sapeva bene quanto valesse quella rete di conoscenze e di protezione che si era creato, proprio perche` la aveva creato con uno scopo, perche` non gli e` stato regalato come succede a molti, ma se lo e` sudato, rischiando il tutto e per tutto con la sua bellissima psicologi e i suoi studi... Lui ci aveva rischiato la pelle e la donna sa bene che non e` solo in senso figurato visto il marchio che gli e` costato. <Questo puoi dirlo a Saisashi per vostra figlia.> Sbuffando un soffio di aria verso i suoi capelli. Non e` infastidito, la battuta e` puramente ironica e mirante a darle una risposta. <Io so bene quanto fosse importane ed e` per questo che punto a riaverla...> Ma e` pericoloso. Sbagliare una mossa od una parola potrebbe costargli molto... La cosa peggiore e` che sbagliare potrebbe avere delle ripercussioni anche sulla Judai. Quando risponde a quella sua battuta totalmente fuori contesto, lo sguardo del bianco si perderebbe nel vuoto mentre il labbro inferiore verrebbe catturato con forza tra i denti per essere stretto fino a crearvi una lieve spaccatura da cui uscirebbe un rigolo di sangue. <Come se la cosa vi dispiacesse, Hokage.> e la richiamerebbe con quel titolo, consapevole del rischio, ma utilizzando un tono malizioso quanto profondo, tirando appena in dietro il capo per osservare meglio la sua figura. La mano destra, posata sulla di lei coscia, qua stringerebbe la pressa sulla di lei carne, tentando di affondare con le dita e far si che vengano sentite maggiormente. Poi quella rivelazione, Sango fa parte della shinsengumi. <Anche io ho parlato con Kamichi, sembra essere interessato ai Kokketsu per qualche strano motivo... Va bhe, in ogni caso il fatto che ne faccia parte non influisce il piano. Anche io ero un ANBU.> E chissa` se qualcuno si ricorda dei tuoi attentati, anche se furono solo due. Un sospiro, piu` che altro il bianco tenterebbe di richiamare quanta piu` aria possibile all'interno dei propri polmoni speranzoso che questa possa calmarlo, aiutarlo a fare le cose seguendo un nesso logico... Perche` i pensieri sono tanti, i piani e le idee sono direttamente proporzionali a questi e l'unica via di fuga da questa catena rovinosa di mappe e tattiche e` la rosata, che in questo momento pare voler sempre di piu`. <Tutto e` possibile, basta volerlo...> Tono piu` basso, mentre le pupille vengono nascoste sotto le palpebre, intento a distrarsi per poter mantenere una sorta di contegno. Hey Mat? Tutto bene? Stai andando in calore? Un profondo respiro prima di riaprire gli occhi, la mano mancina verrebbe fatta sollevare, piegando tanto il gomito da portare le dita sul nodo di quella cravatta, mirante a tirarlo a sufficienza da allentarlo. Il tessuto scivolerebbe all'interno di quel nodo, andando lentamente a scioglierlo per poi penzolare dal collo di lui, meta` della cravatta a destra, e meta` a sinistra. <Dici?> inerente all'argomento distrazione a causa di quell'abbigliamento <Il fratello di Eiji si vestiva cosi`... non era malaccio> Si, perche` ricordiamo che il primo punto di riferimento del Senjuu fu Itsuki Goryo, traditore dell'alleanza e shinobi del suono, uomo che voleva nella propria squadra e che ha spacciato come Eiji Goryo per paura di rovinare la sua copertura da finto morto. L'argomento torna su Tachiko, il bianco abbassa appena lo sguardo e stringe con forza la mascella. Ecco, la sua testa prende nuovamente a pensare, c'e` qualcosa che non va. <Crescere Senshi avra` sicuramente migliorato Tachiko, come dover recuperare Kimi ha sicuramente migliorato me> Si, in maniera diversa. Prima alle cose ci avrebbe girato attorno all'infinito fino ad averle, ora ha un tasso di tollerazione che, raggiunto la soglia, prevede il massacro. <Rischiamo pero` di essere un peso...> Si, perche` se i tre, includendo anche Keiga, venissero scoperti come sovversivi vi sarebbero buone possibilita` che vadano a prendere tutta la task force... kachigaru compresa. <Ma in tal caso, o si svegliera` o dovremo fare le cose in maniera un po` aggressiva.> E no, non parla di svegliarla ma di difendere lei e la bambina. Si, so che volete il piano di Mat. E` semplice, se le cose si mettono male, si mena fino al sangue! Le parole della rosata contuinano a dare info riguardo a Tachiko, come il kanji che porta appresso. <Pena?> Chiede conferma il Senjuu, pensandoci su un secondo. <Possibile che sia un sigillo di controllo. Del tipo "fai cosi` o soffri"> Presente i collari elettrificati per cani no? Ecco. <Ma dovrei approfondire la questione... un tempo ero bravo con i sigilli> Avresti sigillato anche tua madre se la cosa la avesse riportata in vita. La mente pero` e` presa altrove, e` ad immaginare quella che sara` l'incontro con Boryoku, sempre ammesso che ci arrivi. La donna pretende che non si faccia arrestare, non si faccia ammazzare e che torni intero. <Bhe, non posso prometterti di tornare intero, lo sai...> Si, chiedere ad un masochista di non farsi male non e` il massimo. <Ma quanto meno non saranno marchi.> E questo lo promette, a costo di scarnificarsi da solo sappiamo tutti che lo fara`. <Se propri non vuoi che mi faccia arrestare...> E tonalita` varierebbe rapidamente, lasciando la mano destra avvicinarsi in direzione del bacino di lei, premendo sempre le dita nella sua carne prima di roteare appena il polso verso punti piu` interessanti, tentando di avvicinarvisi le dita. <...dammi un motivo per tornare, no?> Si, un tono di voce piu` basso, piu` profondo e particolarmente malizioso. Ha appena decretato che ha pensato abbastanza per oggi e che vuole stare bene, godersi quella serata con la rosata. <Qualcosa per la quale potrebbe valer la pena non morire...> Tipo vivere? tipo tua figlia? Tipo quella relazione con Furaya? Tipo i tuoi piani? TIPO TUTTO? BESTIA DI SATANA IGNORANTE CHE NON SEI ALTRO? <O ha paura di qualcosa... Hokage?> E sempre li`, con aria di sfida, andando a cercare con il proprio sguardo il suo, sottolineando quel titolo che piu` non le appartiene, ma con cui rimarra` sempre nella sua mente. Un bel gioco zozzo di potere no?

21:29 Furaya:
 L'argomento Saisashi purtroppo è impegnativo. La rete d'informazioni e di coperture che aveva il bianco non l'ha mai messa in discussione, perché ha riconosciuto l'altrui caparbietà assieme alla volontà ferrea di riuscire in qualunque cosa facesse. Parlare invece del taijutser non è sicuramente tutto rose e fiori. Purtroppo, ciò che li univa esiste ancora e la Nara non lo ha mai dimenticato per davvero. Quel giorno ai Monti ardenti, durante la disfatta che ha segnato per sempre le loro vite, ha pronunciato due fatidiche parole ch'erano dirette ad entrambi. E quindi si limita a sospirare. <...> Non trova realmente delle parole da aggiungere, consapevole che tutte non sarebbero né a favore né contro quest'ultimo. S'aggancia invece al discorso della rete d'informazioni, volgendo il capo in sua direzione così da poter guardarne i lineamenti. <So bene anch'io quanto lo fosse. L'assenza d'una rete simile ci preclude di molto le nostre azioni future.> Se prima potevano vantare sulla possibilità di persone di spicco che riuscivano a tenere la situazione sotto controllo, adesso risulta essere tutto tremendamente difficile, oltre che diverso. Devono rintracciare qualcuno di cui potersi fidare ed è qui che sovviene la domanda successiva della donna, scrutandone ancora i lineamenti di sottecchi, appena illuminati entrambi dal chiarore della luna che irradia luce sul Monte dei volti. <Cosa ne pensi di quel ragazzo, di Ekko?> Questa è la vera domanda che vuole rivolgergli, per comprendere almeno cosa ne pensa in merito, lasciando questo discorso in favore dei successivi, dandogli il tempo necessario ad elaborare comunque una risposta adeguata. <Non sai quanto, terrorista.> Se vuole usare i nomi di ciò ch'erano una volta, eccolo accontentato. La parte divertente è che, in qualche modo, riescono perennemente a sviare discorsi importanti, finendo col prendersi in giro a vicenda, provocandosi al contempo e lasciando scatenare quella perversione unita alla necessità di prevalere sull'altro. Costantemente, sembra non sappiano fare altro. E' pur vero che i discorsi tanto seri finiscono per essere noiosi a lungo andare, stancando in maniera eccessiva la mente che vi lavora dietro affinché siano di facile comprendonio. Spezzare la monotonia discorsiva, dunque, non è affatto un male e non v'è niente di sbagliato. <Non mi tange a cosa sia interessato tanto meno che faccia parte del clan di Yukio> Detto nella maniera più placida possibile, facendo di conseguenza spallucce proprio per sottolineare la minima importanza che questo dettaglio ha per lei. <potrei anche chiedergli se lo conosce.> Ecco, questo è un dettaglio che potrebbe fare la differenza, ma malauguratamente la risposta la possiede anche il bianco. Il tentativo che vuole fare nei di lui confronti è proprio quello di capire il motivo che ha spinto una corporazione presumibilmente buona, dal lato del Consiglio, ad accettare tra le proprie fila un elemento pericoloso come un Mukenin. Il discorso conseguente viene ascoltato decisamente poco. La frase che annuncia che basta volere qualcosa per essere possibile non esiste in un frangente del genere, dove l'altrui mano scivola al nodo della cravatta, sfilando il tessuto che la compone e aprendola, lasciandola infine ciondolare sul petto. <...> Gli occhi della donna, solitamente gelidi, si fanno apparentemente curiosi, mossi dalla voracità di veder ciò che v'è sotto quell'indumento, bramosa di togliergliela di dosso nonostante siano all'aperto e s'un Monte sicuramente trafficato la maggior parte delle volte. <Non ho mai detto che sia malaccio, infatti. Ti sta bene.> Il guizzo dello sguardo si sposta dal nodo della cravatta alla mano che avverte dabbasso, la quale ne stringe la carne della coscia, continuando per l'appunto a distrarla. Glissa rapidamente a proposito di Eiji, un altro traditore che sta bene nella tomba dove si trova adesso, e del quale preferisce non parlare. Il lato positivo è che questa gente non sembra essere sopravvissuta a parte la Ishiba della quale stavano parlando poc'anzi. Si riprende quel minimo che basta per affrontare l'argomento di Tachiko. <Ad essere sincera> Mordendosi appena il labbro inferiore, ma nient'affatto in maniera maliziosa questa volta. <sono un filino gelosa del rapporto che ha con mia figlia. Comprendo la situazione ed il legame che s'è instaurato tra di loro, ma talvolta mi trovo a pensare che non sarebbe dovuta andare così.> E lui potrebbe tranquillamente risponderle che, a differenza di Kimi, lei ha almeno qualcuno che la chiama mamma, seppur chiami in tal modo anche quella persona che l'ha cresciuta durante questi dieci anni. Tachiko, in fin dei conti, è un punto di riferimento per Senshi, molto più della madre naturale. <Vorrei valere per lei un po' di più.> V'è un filino di sconforto nella voce e, sinceramente, la butterei di sotto dopo un'affermazione del genere. Uscita dal cristallo, disse a Mattyse che Konoha aveva la *precedenza* anche su sua figlia, pronunciando di fatto delle parole che avrebbe quanto meno dovuto evitare, non tanto nei di lui confronti quanto per rispetto verso se stessa. Si tratta comunque d'un argomento delicato, rendendosi conto soltanto adesso che la vita è una, che sua figlia è ancora viva e che Konoha può attendere. Tuttavia, deve - pretende - mantenere la parola data quando divenne Decimo Hokage della Foglia e lei non rinuncia mai ad una promessa, portandola a compimento sempre, fallendo mai. Tranne durante l'ultima guerra, ma quella è stato un fallimento su ambo i fronti. <Possiamo cercare assieme una biblioteca. Me la cavavo anche io coi sigilli.> E allungherebbe la mano in sua direzione, provando a sfiorare quel kanji marchiato a fuoco che ha sul petto, alludendo ovviamente al sigillo che gli ha impresso durante la notte in cui le ha rivelato ch'era lui l'autore dell'esplosione del Ponte Naruto e non una ragazzina dai capelli rossi che gli aveva soltanto rubato un libro. I polpastrelli ne seguono pian piano i contorni da sopra l'indumento, qualora non venga in alcun modo fermato il suo fare. Il problema del loro rapporto verte esclusivamente sul fatto che si provocano a vicenda. Ed è esattamente quanto farebbe il bianco. E giacché la di lui mano provoca ben più delle parole, scivolando in lidi già esplorati e dove non dovrebbe andare, la Decima allunga ambedue le mani alla volta di quella cravatta che pende dal collo. Tramite quest'ultima, consapevole anche del fatto che un minimo di dolore gli piace a prescindere, vorrebbe tirarlo contro di sé. La forza è naturalmente poca, quella che adesso ha a disposizione, ma qualora non dovesse opporsi, dovrebbe farcela con facilità ad attirarlo verso il suo volto. Non lo bacia, sia mai che gli dia un regalo del genere gratuitamente. Lo fermerebbe a pochi centimetri dal suo naso, chinando appena il capo da un lato così da poterlo inquadrare meglio, lasciando che le iridi di ghiaccio si riflettano in quelle ambrate altrui. La punta del naso sfiora la sua, con un far che ha sia del dolce che del malizioso. <Concordo che sia stupido chiederti di tornare intero, visto come ti sei fatto combinare per vendicarti di Orochi.> Al Tanzaku Kai, durante quella bellissima esplosione con tanto di fuochi d'artificio finali. Il di lei respiro si riversa fuori dalle labbra assieme a quel profumo che sa sovente di rose o di qualche fiore generico nel peggiore dei casi proveniente dalla sua pelle. L'altrui provocazione verbale viene recepita chiara e forte, mentre una mano calerebbe dabbasso per spostare quella di lui. Non è il momento di giocare e vuole avere - almeno per un altro po' - quella coscienza doverosa per riuscire quanto meno a dialogare in maniera adeguata. Gliela scosta ad altezza del fianco, in modo che abbia comunque presa su qualcosa che la farebbe impazzire comunque. <Hai un villaggio da distruggere> Ecco il primo motivo per il quale dovrebbe tornare sano e salvo indietro. Non da lei, non per lei. <devi svolgere ciò che ti viene meglio fare.> Ossia il terrorista. <Devi sovvertire le regole che questi conigli hanno fatto, vivendo all'interno di quattro mura che sarebbe bene far esplodere. Non prima d'avere un posto nel quale rifugiarci noi.> Il loro piano, fatto e finito. Non tollera che quel posto sia diventato un baluardo al posto di Konoha. Non tollera che Konoha non esista più. <Mi hai promesso Konoha.> Il secondo motivo, questo per tornare da lei effettivamente, poiché è una promessa che ha rivolto direttamente alla fanciulla. <E per Konoha vale la pena morire o almeno lo vale per me.> Cadrebbe in difesa del vero Baluardo della Pace, come ha promesso, come un guerriero merita esattamente di morire. Son discorsi che vengono comunque pronunciati ad una distanza davvero effimera dal viso del ragazzo, abbassando il tono, tramutandolo in uno ben più profondo, carico della tensione accumulata e dell'adrenalina per ciò che vogliono compiere. <Temo soltanto che tu stia facendo il passo più grande della tua gamba andando incontro a Boryoku> La reale paura che prova in questo momento. <e non voglio perdere qualcun altro d'importante nella mia vita.> Sì, è un filino più seria del previsto. Questo perché effettivamente ha perso davvero tanto e non vorrebbe in alcun modo far una pazzia più grande di se stessa nel caso in cui lui non dovesse per qualche ragione tornare. <Soddisfatto? Perché non me lo sentirai dire un'altra volta.> Sancisce, lasciandogli andare la cravatta senza alcun premio finale. [ Chakra ON ]

22:32 Mattyse:
 Il bianco non sa piu` cosa dire riguardo quel discorso iniziale, in fondo come tutti e` andato pian piano a raggiungere un decadimento, uno svanire di importanza quanto di argomentazioni. Lo scambio di opinioni ha riguardo e` giunto presto al termine obbligando il bianco a non lasciarvi piu` spazio, anzi, lo sostituirebbe pure con attimi di silenzio, ottimi per pensare a quale discorso intavolare come suo sostituto. Forse vi son troppe cose ancora da dire, troppe possibilita` di cui potrebbe voler un parere e di cui non e` ancora pronto per parlare, ma per fortuna l'argomento successivo vien tirato fuori proprio dalle labbra da lui piu` bramato. Cosa potrebbe mai pensare il bianco di un ragazzo che per lo meno ci ha provato a dare una valutazione oggettiva della situazione? <Non male. Rispetto a Tachiko e Keiga avrebbe molto meno da imparare, potrebbe essere un ottima risorsa... Vi e` solo un problema...> Un problema che non e` nemmeno poi tanto piccolo. <Tachiko l'hai mandata te. Keiga l'ho fatta catturare e le ho dato la scelta di unirsi o di essere braccata dal magico duo che la aveva arrestata... Ma lui? Non abbiamo una base per fidarci di lui come lui non ha una base per fidarsi di noi.> Se solo tu sapessi che ha fatto con Keiga, piccolo bianco! Perche` se tu lo sapessi la utilizzeresti come il peggior subdolo bastardo di questa terra. <Dobbiamo solo trovare un motivo per cui debba volerci aiutare.> Perche` aiutarli a distruggere Kagegkure? Perche` dovrebbe? E perche` non dovrebbe denunciarli? <E` un discorso delicato.> Pensa, pensa. Pensa. <Buttiamolo in un vicolo. Impediamogli di impastare il chakra e non lasciamogli scelta. Con noi subito o fuori dal cazzo. Senza incertezze.> Metodi pratici e brutali, pochi inclini al dialogo, devono entrare nella sua mente e trovarvi una posizione in tempo zero, che sia positiva o negativa. Lo sguardo di Mat inizialmente si perderebbe altrove, tornando poi sulla rosata mentre la mano prenderebbe a stringere ed allentare quella presa sulla di lei coscia, come un messaggio, soprattutto a quella sua risposta alla propria provocazione. Ma questo sara` solo un gioco di sguardi, non siamo ancora giunti al 'ding' della lampadina che si accende. Perche` si, abbiamo una lampadina che si accende. O forse e` meglio dire un villaggio che si accende? <Non sa nulla di Yukio. Lo conosce solo di nome e giusto perche` glie ne ho parlato io come una leggenda.> Silenzio, pensaci su. Ragionaci su stellina. Te lo sei rigirato come un calzino senza che potesse capire nulla. PENSACI. La mente sta disegnando qualcosa, un tragitto che prima di allora aveva ignorato, una serie di scelte e di eventi che potrebbero portarlo ad un determinato risultato. Nel mentre, lei pare studiarlo mentre si scioglie quel nodo al collo, cosa che non farebbe altro che strappargli un piccolo sorriso sul volto. <Visto qualcosa di interessante?> Osservandola con la coda dell'occhio mentre una piccola risata scuoterebbe le sue spalle. Ma il discorso eclissa, nuovamente, su qualcosa di piu` importante. Tachiko, ancora, e Senshi. Il bianco poserebbe il proprio occhio ambrato sul suo labbro, quello che ha preso a mordersi. <Ora capisci almeno in parte perche` ti dicevo di metterla sempre al primo posto.> Perche` e ` solo una delle tante motivazioni. <Datevi tempo, ancora qualche settimana, poi parlane con Tachiko. Sono certo che capira`.> E su questo la donna non deve aver da ridire. Non puo` pretendere che tornando Tachi le dia carta bianca, dovra` ricompensarla e mantenerla all'interno della vita della figlia anche con una certa presenza. Ma il bianco e` fiducioso, le due troveranno un accordo pacifico con l'avanzare dei giorni. Si spesa. <Ma sappi che se lo farai poi il villaggio non dovra` venire prima di tua figlia.> Un'avvertimento, anche un po' una richiesta di fiducia, vista la presenza sua e delle altre, a cui potrebbe commissionare i lavori e le decisioni in base alle loro attitudini ed esperienze. E noooo, non sto dicendo in nessun modo che il bianco sarebbe perfetto nella gestione militare, ma figuriamoci! E poi? Cosa potrebbe mai succedere> Bhe, la rosata lo afferra dalla cravatta, tirandolo verso di se dopo aver spostato la sua mano. Il bacino ruoterebbe utilizzando il gluteo destro come perno, avvicinandosi cosi` alla di lei figura, mentre la mano destra scivolerebbe dal suo fianco al terreno, su cui poserebbe il palmo per tenere il proprio peso e non caderle addosso, rovinando quello che sarebbe il momento ideale. Lui inizialmente attenderebbe un bacio, ma la Nara parrebbe essere di tutt'altro avviso... Un altro sorriso si sommerebbe ai precedenti, mostrandolo divertito e contento di tutti quei commenti che portano il suo nome, come la serata magica passata in compagnia di Orochi. Ma le parole successivo fanno sparire subito quel largo sorriso per lasciar spazio a qualcosa di piu' attento. Qualcosa di piu` sicuro. Qualcosa che il mondo degli shinobi non vedeva da dieci anni! Le parole della rosata entrano nelle orecchie di Mat, facendogli aprire gradualemnte sempre di piu` quel bel paio di occhi, mentre il mento verrebbe lentamente sollevato per sprizzare sicurezza anche dalle narici, mentre il sorriso tornerebbe ad adornare il suo viso, piu` vistoso, piu` largo e sicuro... quasi psicopatico. E` un brivido che percorre la sua colonna vertebrale, risalendola fino a dietro la nuca per poi dividersi in due parti, che attraverserebbero i bicipiti, causandogli la cosi detta pelle d'oca e... Qui, quando lei mollera` la cravatta, lui lo prendera` come il segnale piu` sbagliato che lei potesse mai dargli. Era il cane della Judai, e la Judai ha appena mollato il guinzaglio. Mat subito spingerebbe sul terreno con il piede sinistro, spingendo la propria figura verso le di lei labbra intento a strapparle un bacio, se vi fosse riuscito, le si getterebbe praticamente addosso, intenzionato a farla cadere e a finirci sopra. Un bacio che di casto non potrebbe che avere solo il nome, unito un po` troppo a passione, desiderio e voglia di far scoppiare le cose! Mat salterebbe poi in piedi, utilizzando entrambe le braccia e facendosi forza con i pettorali. Un push up, seguito dal ginocchio destro che viene posato a terra per permettere al piede sinistro di cercare la posizione adeguata sul terreno su cui far forza mentre il rispettivo ginocchio verrebbe addrizzato, portandolo in quella che sarebbe la posizione eretta. Il Senjuu farebbe un paio di passi verso quella che sarebbe la fine della testa di Hashirama, portando entrambe le mani verso il colletto della propria camicia. <Facciamo un imboscata ad Ekko e capiamo se puo` unirsi a noi.> Si, si e` accesa la lampadina. <Faremo lo stesso con Kamichi. Sara` lui a darci la rete. Se gli anbu stanno agli ordini della Shinsengumi, noi entreremo nella Shinsengumi.> Perche` essere il cane da battagia quando puoi essere lo scommettitore? <Nel mentre cerchero` informazioni su Kimi, anche nei panni di Sango.> Mettiamo la Yakuza sulle tracce della rossa. <Appena avremo un locale entriamo e lo svuotiamo> sangue come se fosse un fiume. <Nel mentre troviamo qualche altra informazione. Mi piacerebbe molto far crollare il portone e vedere come il villaggio reagirebbe all'ingresso delle chimere...> Perche` sono bestie prive di padrone, potrebbero tranquillamente divenire loro alleate se sapessero come utilizzarle. E Mat in questo momento appare come un che sappia come fare. Il Senjuu utilizzerebbe poi il piiede destro come perno, ruotando di centottanta gradi per portare la rosata dinanzi al proprio cono visivo, mentre le dita andrebbero a slacciare i primi due bottoni piu` alti di quella camicia, mostrando la pelle sotto, tra il lato rovinato delle ustioni e quello marchiato dalla sua lava. <Ma per farlo, abbiamo bisogno di armi. Avvisiamo Dyacon che ho bisogno della sua sabbia. Faremo degli stampi per permetterti di creare delle armi particolari.> La sua mente va a disegnare cose nuove ed innovative, come sempre no? Il bianco la osserverebbe ora, quella donna che si e` presentata a lui come hokage dieci anni prima. Un paio di passi in avanti, verso la sua direzione... e la mano destra verrebbe allungata nella sua direzione. Lo sguardo andrebbe man mano a tornare normale, occhi meno spalancati e sorriso meno sadico, lasciando spazio ad uno sguardo piu` dolce. <Pero` devi essere sicura al cento per cento Pakkurida. Un dubbio e siamo spacciati.> Come sempre, se qualcosa andasse storto e si salterebbe al piano B. Ad Orochi e` piaciuto molto il piano B. A Mekura un po' meno. <Devi capire completamente ogni azione e se non la capirai dovrai fidarti ciecamente.> una richiesta molto semplice diciamo. <Ogni movimento... Ogni passo... Ogni follia.> Follia, ad esempio?

17:39 Furaya:
 I loro discorsi glissano in favore di Ekko e d'un suo papabile coinvolgimento nella task force. <L'ho incontrato mentre andavo a procurarmi alcuni materiali> Commenta al suo indirizzo, principiando dunque quello che deve effettivamente dirgli. <e gli ho chiesto cosa ne pensasse della Shinsengumi e del fatto che avessero al loro soldo un mukenin.> Appare altrettanto ovvio che non tutti possono pensarla in egual maniera, il mondo è bello perché è vario. La risposta di Ekko, tra l'altro, è stata quella che le ha fatto storcere meno il naso. <Ha risposto che finché non sono sulla sua strada, non ha motivo per fregarsene.> Ed è proprio in questo punto che sorge l'inghippo. Come puoi riuscire a coinvolgere qualcuno se non ha alcuna motivazione per spingersi nei confronti del nemico? Il nemico non è anche il suo, non ancora. <Se non volesse star con noi, il problema diventerebbe reale. E cosa faresti? Lo uccideresti soltanto perché non è dalla nostra? Dal mio punto di vista, si tratta di prenderci confidenza.> Si stringe nelle spalle, gesticolando appena con la mandritta sottolineando il discorso che gli ha appena rivolto. Ha una mezz'idea per farlo. Ha un nome da rivelare. Non crede possibile che nessuno si ricordi di lei, in fondo ha svolto un egregio incarico come Hokage, nonostante abbia poi fallito durante la guerra, lasciando morire molte persone. Eppure potrebbe essere proprio questo il principale inghippo che potrebbe portare Ekko da tutt'altro lato. Sono molte le variabili, specialmente senza conoscere il diretto interessato come si vorrebbe. La di lui mano permane ad altezza della coscia, saggiando la consistenza del muscolo altrui, allentando e riprendendo la presa sulla carne di lei. L'argomento glissa in favore di Kamichi, il quale non pare conoscere affatto Yukio. <Chissà che fine ha fatto.> Parla proprio dell'Hasukage che riteneva - e ritiene - un grande amico, oltre che alleato. Hanno creato davvero una bella Alleanza, gestendosi assieme il villaggio di Kiri alla morte del Mizukage Hotsuma Oboro. A conti fatti, sono molteplici i piani e le parole che potrebbero sprecare per parlarne. La parte difficile è sempre attuarli o metterli almeno in pratica, dato che risulta difficile far conciliare tutto. Alla di lui domanda, qualora avesse visto qualcosa d'interessante, la donna si permette di far la gnorri, girando il capo dall'altro lato e negando assolutamente con un movimento della testolina rosata. <No no, assolutamente.> Non ha proprio visto niente in effetti, dato che ha ancora tutto addosso ed è ben abbottonato, ad esclusione della cravatta che or gli pende dal collo e che lei vorrebbe avere in tutt'altra parte del corpo, ovviamente. Mettere al primo posto la sua bambina, comunque, è sicuramente importante, al tempo stesso diviene una debolezza che lei non può in nessun modo permettersi. Abbassa per un attimo gli occhi dabbasso, non riuscendo a dargli una risposta adeguata ed aspettando appunto d'averla. E' complicato, davvero tanto. I di lei occhi chiari vengono adesso rivolti verso quel panorama che rappresenta Kagegakure, ma che tutt'ora continua a non piacerle per alcuna ragione. Dal Monte dei volti, vuole soltanto riuscire a vedere Konoha e non un villaggio che non merita neanche di esistere. Durante questi anni, hanno soltanto pensato a rinchiudersi al loro interno per salvarsi dalle chimere, quando avrebbero in realtà potuto cercare di affrontarle per riprendersi gran parte dei territori. E l'unica cosa che son stati in grado di fare è stato festeggiare la caduta del Finto Dio. Certo, è naturale, ma non c'è niente da festeggiare se sono costretti ad aver minata la loro stessa libertà. E sospira, di nuovo. <Saranno sullo stesso piano> La mandritta sale a contatto con la fronte, coprendo l'occhio e inoltrando le falangi lungo le ciocche rosee che tira appena, salvo poi sistemarle di nuovo. Non può comportarsi in maniera diversa. Sia sua figlia che il villaggio hanno pari importanza per lei. Anzi, proprio all'inizio di questa nuova avventura, aveva professato come sua figlia fosse ad un piano nettamente inferiore, ma soltanto perché, in quel momento, non l'aveva davanti. Le somiglia più di quanto pensasse. E merita di vivere una vita serena in un villaggio che l'accetti per quella che è, proprio come sua madre: come la figlia del Decimo Hokage. <non posso fare più di questo.> Tuttavia, è un risultato migliore di quanto ci si potesse aspettare da qualcuno che ha pronunciato una frase molto poco da madre appena uscita dal cristallo, ecco. C'era anche da considerare che il trauma di veder la sua gente morta e il villaggio distrutto ha fatto comunque il suo bel daffare per indurla a pronunciarsi in siffatta maniera. Nel corso del tempo, ha anche imparato a comportarsi nei confronti del terrorista che ha di fronte, imparando le sue attitudini e il pensiero che l'accompagna. Il legame empatico che una volta condividevano le ha fatto aprire bene gli occhi su di lui. Non è insano ammettere che potesse conoscerlo meglio di Mekura, anche perché altrimenti non sarebbero arrivati dove sono adesso. La dimostrazione viene data dalla di lui reazione, giacché la Judai pare aver toccato un dettaglio fondamentale, tanto da spronarlo, spingendolo esattamente contro di lei che ancor lo trattiene dalla cravatta. Sgrana gli occhi, ritrovandosi immantinente bloccata a terra con le di lui labbra a pressare con voracità e foga contro le proprie. Perde l'equilibrio, portando però una mano a poggiarsi al terreno in modo che possa in qualche modo rallentare quella caduta, onde evitare che sbatta con la nuca sulla testa di Hashirama. Si tratta pur sempre di pietra, rischia di farsi del male a causa del Senjuu. Mugola un piccolo lamento che si tramuta immantinente in piacere una volta aver preso un minimo di redini. Socchiude gli occhi, godendosi di quell'attimo di quiete, spingendo anche le proprie di labbra contro le sue, affinché possa ricambiare il gesto... se non fosse che la lascia così, di punto in bianco, perfettamente intontita. <Perdonami?> Lo richiama immantinente, piegando la testa da un lato con innumerevoli punti interrogativi che andrebbero a formarsi sulla sommità del capo della fanciulla, ritrovatasi improvvisamente gettata a terra dalla foga del momento, salvo poi venire abbandonata, lì. Da sola. Lontana. Strafatta di quell'ardore che ha provato e del quale non è sazia, pare quasi imbronciarsi al sol pensiero di non ricevere dell'altro da parte del bianco. <Non mi sembra affatto giusto quel che hai fatto.> Bofonchia, cercando di rimettersi quanto meno a sedere, mollando difatti quella cravatta. Ha lasciato che il cane potesse attaccare chi volesse, camminare e correre libero, liberandolo dal guinzaglio che lo teneva legato. Perché se dapprima era soltanto un cane che doveva sottostare, al cinquanta percento, ai suoi ordini poiché era *lei* a parargli il sedere, ora è tutto totalmente diverso. Devono pararselo a vicenda. I discorsi delicati riprendono subito dopo, mentre lei è ancor seduta a gambe incrociate, riprendendosi dagli ormoni schizzati alle stelle. <Voglio prima parlare con Kamichi, voglio capire cosa ne pensa dello stesso argomento, trattandosi appunto d'un membro della Shinsengumi che collabora direttamente con un traditore.> Vuole scoprire le loro carte, vuole capire se il Kokketsu riuscirà a stare dalla parte di coloro che vogliono riprendersi la vera Konoha e i villaggi esterni, in una visione più ampia del piano inizialmente ideato. I due nomi citati potrebbero risultare vagamente accettabili, sta da capire soltanto in che misura e se davvero riusciranno a trovarsi in sintonia con quelle che sono le ideologie di due vecchi ninja del passato. <Sta attento.> Mettersi nei panni di Sango potrebbe essere alquanto deleterio, poiché bisogna che faccia particolare attenzione al di lei modo di fare oltre che di muoversi. D'altro canto però non è nessuno per vietargli un piano, consapevole del fatto che è sovente stato lui quello che ne creava la parte teorica. Si fida. <Per il portone, c'è da lavorarci sicuramente su. Dovremmo iniziare ad adottare le nostre maschere e credo sia giunto il momento di sceglierne una per me.> E' l'unica che n'è sempre stata priva, dovendo dimostrare al mondo e all'Alleanza di non averci assolutamente niente a che fare con una massa di terroristi che si divertiva a far saltare le cose. Che poi fosse tutto il contrario, beh, finora non l'hanno ancora scoperto e tanto basta per permetterle di vivere con tranquillità, fintantoché non dovranno agire nei confronti del villaggio delle ombre. Anche se tranquillità è un modo di dire... I loro piani dimostrano come non siano affatto tranquilli, ma sicuri di sé sicuramente: al cento percento. <Degli stampi? Se avete bisogno d'un'arma particolare, ricordati che so anche disegnare.> E piuttosto bene oseremmo dire, trattandosi comunque d'un'ex tatuatrice che s'è poi messa a far il fabbro per via della doppia innata acquisita. Da qui il dubbio che Dyacon possa effettivamente servire a qualcosa in questo piano. <Sai, avrei pensato di coinvolgere anche lui, ma in questo momento è troppo vicino a Sango.> E sarebbe troppo complicato per tutti metterlo in mezzo, rischiando che quella donna possa venire a conoscenza d'informazioni troppo importanti, usandole a suo vantaggio, ammesso sappia come fare. Le sopracciglia s'aggrottano, notando poi il di lui braccio venir disteso porgendole la mano. Allunga la propria, ancor infastidita da prima, afferrandogliela con forza e cercando di rimettersi rapidamente in piedi. La brezza del vento la investe in pieno, scostandole i lunghi capelli rosati, liberandole la pallida pelle del viso da ogni ciocca che lo coprisse finora. Gli s'affianca, stringendone ancor la mano, a meno che non le lasci andare anche quest'ultima. Divarica appena le gambe per riuscire ad aver un equilibrio stabile giacché, cadendo da quell'altezza, rischierebbe soltanto di rompersi l'osso del collo. Insomma, non sarebbe in alcun modo una degna fine per la Decima Hokage, per un guerriero della sua risma che ha combattuto innumerevoli battaglie senza mai chinare il capo, non arrendendosi mai neanche una volta. Non è nel suo DNA. <So a cosa sto andando in contro> Portandosi direttamente frontale a lui, in modo che possa guardarlo direttamente negli occhi, nonostante la differenza d'altezza sia senza dubbio evidente, costringendola a sollevare il capo per mantenere il contatto visivo necessario. <e so anche come devo comportarmi nei tuoi confronti. Allo stesso modo, sono conscia del fatto che non dovrò avere alcun ripensamento, ma non credere che io voglia entrare a far parte di quell'ammasso di conigli.> Riferendosi alla Shinsengumi, irrigidendo per un attimo la muscolatura facciale, stringendo i denti. Non vi resisterebbe neanche un giorno, neppure un paio d'ore, specialmente se tra le sue fila c'è Sango. Almeno una volta al minuto, finirebbero con il pungolarsi a vicenda, insultandosi come due vecchie amiche a cui una delle due ha rubato il fidanzato. E, prima o poi, il corpo della Ishiba verrebbe ritrovato senza vita in un vicolo buio e sperduto, gettato come spazzatura. No, non riuscirebbe in alcun modo a sopportare l'altrui presenza, neppur fosse Mattyse a chiederglielo per favore. Preferirebbe tornare a strisciare in battaglia, grondante di sangue e sudore, prossima alla definitiva fine anziché cercare d'andar d'accordo con qualcuno che preferirebbe di gran lunga vedere tre metri sotto terra. Anche sette, per arrotondare. <Dobbiamo iniziare ad allenarci, allora.> Ma chissà perché non pare riferirsi ad un allenamento vero e proprio valutando il tono della voce che si fa appena più caldo, lascivo. Gli angoli delle labbra si piegano a formare un sorrisetto tanto divertito quanto sinistro. Semina ciò che raccoglie, purtroppo. E' un lupo affamato. Non può fare a meno di reagire ai suoi istinti, facendoli propri ed abusandone finché non saranno stati domati. Tuttavia... come domi un capobranco? Una volta, c'era quasi riuscito. [ Chakra ON ]

18:39 Mattyse:
 Vi sono sempre un infinita` di incognite che possono compromettere la realizzazione di un piano. La reazione di un passante, reazioni improvvise dei propri compagni, reazioni inaspettate di un nemico... E quale puo` essere la soluzione ad ognuna di queste? No, tenerne considerazione durante la progettazione di un piano non basta. Ma proviamo a risolvere un problema alla volta, no? Problema numero uno. Ekko. <Allora non diamogli un nemico> Lui ha esposto alla rosata che fin quando non si metteranno sulla sua strada non saranno un suo problema? Allora bisogna dargli un tragitto che poi incrocera` quei soggetti. <Chiediamogli di aiutarci a liberare Konoha. Uniamolo alla parte piu` legale e lentamente si ritrovera` tra noi nella maniera piu` completa, senza nemmeno avere il tempo di accorgersene> Il metodo da utilizzare e` chiaro nella mente del bianco, ma non e` sicuro di riuscire a far si che sia altrettanto chiaro in quella della Nara. <Deve essere qualcosa di graduale...> abbassando ora la voce, parlando piu` per se che per comunicare con la rosata. Sta diventando pian piano troppa roba da gestire e sta facendo fatica a mantenere un filo conduttore. Le parole successive vengono praticamente ignorate, anche perche` alcune sono difficili per il bianco da accettare. Quelle riguardanti la figlia. Mat non puo` che sperare che la rosata non debba mai combattere per la sua bambina come invece sta facendo lui, anche perche` sembra dare molto per scontato che quel legame possa renderla debole... Un altro essere che non comprende il potenziale che danno i legami, quando nella testa vi e` una vocina che continua imperterrito con un "non puoi sbagliare". Non un "non devi", non un "Ce la puoi fare". Non puoi sbagliare. Perche` in certi casi sbagliare non equivale solo a morire, sbagliare significa aver perso tutto. Casa, vita, amici, parenti... Figlia... Perche` Mekura ha sbagliato lui ha perso un occhio e ancora non ha abbracciato sua figlia. E la rosata qui presente continua a mettere sullo stesso piano un villaggio che l'ha sempre giudicata con Senshi. Meglio non rispondere, meglio non appiccare un incendio che porterebbe a qualcosa di molto peggio di un litigio... Meglio evitare, per questa sera. Interrotto quel bacio il bianco si e` alzato ed allontanato, ha fatto quello che potrebbe anche apparire come un grande monologo utile a rendere una vaga idea di quanto abbia architettato nella sua mente e come sia quasi pronto a riportare il tutto nel mondo reale. Il bianco attenderebbe che la signorina afferri la sua mano per poi piegare il gomito, gonfiando cosi` il rispettivo bicipite per tirarla verso la propria figura mentre la mano sinistra verrebbe lanciata verso il suo fianco, che supererebbe prima che possa venir piegato il polso ed il gomito, mirante e intenzionato a posare il palmo sul di lei deretano, allungando le dita verso il basso, palesando l'intenzione a rivolgere quelle estremita` in punti sicuramente piu` caldi. Se cio` gli fosse permesso, Mat solleverebbe la mano destra, tirando con se quella di lei, portandola all'altezza del suo capo, andando ad assumere una posizione simile a quella consona per la danza classica. <Faro` io la proposta ad Ekko. E parlero con Kamichi, invogliandoli ad aiutarmi...> Vi sono diversi modi per entrare nella Shinsengumi e non tutti vedono il duo arruolati ufficialmente tra le loro fila. A contrario, il bianco vuole rimanerne fuori, vuole ricreare Konoha con un corpo armato suo, staccato dagli ANBU e con piu` poteri di quanti gia` non ne avesse. Lo sguardo ambrato di Mat, proveniente ora solo dall'occhio destro a causa delle ferite riportate nel suo ultimo scontro, si abbasserebbe per posarsi sulle sue labbra, soffermandovisi un paio di secondi prima di risalire verso i suoi occhi freddi come il ghiaccio. <Dyacon verra` con noi quando usciremo da Kagegakure. Dobbiamo prima tirare su le mura di Konoha, poi potremo disinfestarla... E mentre saremo fuori, qualcuno potra` urtare le mura di Kagegakure> Avvisando e dando qualche problema ai conigli, giusto per fargli capire che quella gabbia non gli tiene al sicuro. <Quando Konoha sara` libera, andremo a viverci dentro... Insieme...> E qui, la tonalita` di voce si abbassarebbe, diverrebbe calda quanto quella della donna che ha appena proposto un allenamento, mentre il sorriso prenderebbe una nota palesemente maliziosa. La mano mancina, se prima le fosse stato concesso il posarsi sul di lei lato B, stringerebbe quel gluteo tra le dita con particolar forza, mentre la destra allenterebbe la presa sulla mano che avrebbe accompagnato per andare ad afferrare la propria cravatta, che tenterebbe di far passare attorno al collo della rosata. Il piede destro che indietreggia di circa trenta centimetri, seguito poi dal mancino mentre entrambe le mani risalirebbero per afferrare i due lembi di quel tessuto che ha adornato il suo collo fino al tramonto, cercando di ricreare quel nodo sulla decima, sempre ammesso che lei glie lo conceda. <primo allenamento...> Sussurrerebbe incrociando il suo sguardo carico di passione e malizia, mentre il labbro inferiore verrebbe catturato tra i denti come fatto in precedenza, stringendolo con forza tanto da segnarlo. Se gli fosse stato concesso di far quel nodo, ora dovrebbe aver terminato, il bianco avvolgerebbe le dita della propria mano mancina con quella cravatta per poi strattonarla con forza, intento a tirarla verso di se, per avvicinarla al suo corpo, al suo viso, quasi dando una prova di forza che in realta` sappiamo tutti non avere. <...mostrare quanto possiamo aver paura di quei conigli...> Scopandoci sopra per caso? Ed il bianco qui allungherebbe il piede destro in questa stessa direzione, intento a fare un passo di lato per concedere alla donna di avere dinanzi a se il villaggio che e` intenzionata a distruggere, stringendo sempre con la mancina quella stoffa.

20:46 Furaya:
 Gli argomenti da trattare sono alla fine del tutto esauriti. Non resta che concluderli con le ultime specifiche, iniziando a lavorare sul piano anziché continuare a cincischiare. Questo, ovviamente, soltanto dopo aver terminato un allenamento in particolare. <Allora, posso pensarci io.> Si riferisce ad Ekko, al quale ha promesso di rivelargli il suo vero nome prima o poi. Trova che potrebbe essere giunto finalmente il momento, prendendo al balzo anche l'eventualità che Sango abbia iniziato a dirlo in giro. <Posso iniziare quanto meno a spianarti la strada.> Sempre nei confronti del nigga del quale stanno parlando ovviamente. C'è da tenere conto parecchio nei suoi confronti così come in quelli degli altri, dunque fare attenzione è sicuramente altrettanto importante. Il discorso dell'importanza di Senshi a carico della Nara passa per fortuna in secondo piano. Egli permette alla discussione di cedere, evitando che prenda totalmente inizio. Qualora non si fosse comportato in questo modo, con assoluta probabilità, avrebbero finito con il litigare, anche di brutto. Dal punto di vista della fanciulla, sua figlia ha sicuramente importanza, non lo metterebbe in alcun modo in dubbio. E' passata dal mettere Konoha al primo posto a metterle sullo stesso piano. E' un passo in avanti notevole perché al Villaggio della Foglia lei ci tiene più della sue stessa vita. Ha giurato di servirla per il resto della sua vita, fin da quand'era soltanto un Genin ed aveva conquistato il coprifronte della Foglia, lo stesso che adesso però non porta indosso, lasciato alle cure del sangue del suo sangue. Ciò sta quanto meno a significare che morirebbe anche per sua figlia nel caso in cui qualcuno dovesse osare attaccarla, farle del male o qualunque altra azione vada - appunto - contro Senshi. E considerando come con Saisashi le cose non stia andando granché bene, tenendo persino conto del fatto che Tachiko intenda mettere becco in quello ch'è il normale allenamento per un'aspirante ninja come sua figlia, sta a significare che dovrà darsi da fare anche con le sue mani. Non può permettersi di lasciare tutto nelle mani del padre, così come non è granché d'accordo nel fatto che qualcun altro tenga sua figlia al posto di sua cugina, soltanto perché quest'ultima si fida di colui a cui la lascia. Anche in quest'ambito vi sarebbe molto da dire, ma continuare a farlo è inutile. Come le ha detto anche il bianco, hanno entrambe bisogno di tempo: Tachiko per accettare che siano tornati i veri genitori della bambina, Furaya per riuscire a ingoiare il rospo che sua cugina ormai le faccia da madre più di quanto abbia potuto farlo lei. In maniera velata, riesce anche a comprendere cosa possa portare il terrorista a reagire così nei confronti della rosata quando esce fuori l'argomento della maternità, conscia del fatto che lui non ha ancora mai avuto davvero modo d'incontrare sua figlia, tanto meno d'abbracciarla al petto. Al contempo, la fanciulla non riesce a ragionare nella sua stessa ottica, non al cento per cento quanto meno, ma è tutta questione di prospettive. Al suo posto, molto probabilmente, si sarebbe comportata nella stessa maniera. Gli schiocca un'occhiataccia di traverso quando avverte la di lui mano stringersi attorno al gluteo sodo, scendendo fin dove gli è possibile fare in quella posizione, il che spinge la donna a sollevarsi quel tanto che basta per acchiappare tra gli incisivi e i canini il labbro inferiore del terrorista. E tirarlo, piano, neanche troppo forte, verso di sé. Lo lascia andare soltanto dopo pochi secondi, come a volergli far capire chi stia comandando: ossia non soltanto lui. E allora lo provoca, com'è diventata stranamente brava a fare, in quella che appare una danza - la loro solita danza. Anche la posizione assunta or dall'altra mano pare evidenziarlo piuttosto approfonditamente. <Ci parlerò anch'io, ma l'ultima parola spetta comunque a te.> Com'era una volta. Lei proponeva le persone che avrebbero potuto assecondare il desiderio di quella strada, salvo poi lasciar decidere al ragazzo se fossero davvero in grado di riuscire a starvi dietro. E' altrettanto chiaro che anche questo metodo sia cambiato nel corso del tempo, ma ciò non toglie che ci penseranno assieme. Anche l'argomento riguardante Dyacon in primo piano può ritenersi essere concluso, trovandosi irrimediabilmente d'accordo con quello che Mattyse le ha appena pronunciato. Gli occhi chiari si soffermano in quelli ambrati altrui. <Su questo, non ho altro da aggiungere.> Mostrando per la prima vera volta un degno sorriso che possa finalmente essere chiamato col suo nome, definito tale, incapace d'essere sfrattato dal di lei viso almeno fin quando il ragazzo non adotterà la sua cravatta per qualcosa di speciale. La sposta attorno al collo della Judai, la quale è or alla sua mercé non potendosi in alcun modo sottrarre, non provando neanche un minimo a fare resistenza nei suoi confronti. Avverte quella presa attorno alla sua gola, abbastanza da farle mancare il respiro per un istante, lo stesso che fluisce fuori dalle sue fauci in un lento quanto basso gemito. Si mescola al buio della notte, alla lieve brezza che s'è innalzata e che colpisce in pieno i monti, mentre la notte inizia a scendere inesorabile coprendo tutto con il suo immancabile buio. <Devono imparare a temerci.> Come la temevano una volta, ma con una marcia in più dettata proprio dalla volontà d'apparire come l'esatto contrario di quella ch'era un tempo. <Mostrami come.> Allusiva, al tempo stesso lascivo il suo dire in tal modo pronunciandosi, permettendo al villaggio sottostante di guardarla, se volesse. La task force non li teme. [ Exit >> Non vi dico dove finisce 'sta role perché è chiaro ♥ ]

20:10 Mattyse:
 Sono diversi i discorsi che il bianco lascia cadere, poco intenzionato ora a continuare quel dibattito che porta il nome di Ekko, Kamichi e Senshi. Meglio non far pensare la rosata a sua figlia nel momento in cui le cose si fanno forse un po` troppo piccanti, no? Sarebbe alquanto... strano e contro producente. Lo sguardo di lui inizialmente si abbasserebbe sui di lei denti che afferrano il proprio labbro, mentre le dita della mancina stringerebbero con maggior forza il di lei gluteo, tentando nel mentre di allungarle, come gia` detti, in luoghi piu` adeguati per quelle attenzioni che pina piano si avvicinano sempre di piu`. A quella piccola danza il bianco tenterebbe di staccarsi dai suoi denti, per poi staccarsi da lei, tenendola solo da quella cravatta che ora potrebbe apparire piu` come un guinzaglio che come un indumento elegante. <Ci temeranno...> risponderebbe con una tonalita` bassa e maliziosa, allungando la mano destra verso il suo fianco, intento a superarlo con questa per andare a posare il palmo dietro alla sua schiena. Successivamente cercherebbe di girarle attorno, portandosi dietro quella cravatta e di farla girar attorno al di lei collo, tirandola appena per tenerla sempre in tensione. Mat vorrebbe portarsi alle sue spalle per poi posare il proprio petto contro la sua schiena, mentre la mano destra scivolerebbe sul suo fianco destro per andare lentamente a posarsi sul suo ventre. Il Senjuu chinerebbe il capo, sempre verso destra, avvicinando le proprie labbra al collo profumato della Judai contro cui si infrangerebbe il proprio caldo respiro. Anche il bacino verrebbe portato contro il suo, premendovi contro per far si che possa sentire quella sua volonta` di farla propria, in un posto poco adatto, in cima al villaggio che le e` nemico. Tenterebbe di allungare l'indice ed il medio della dominante verso quei pantaloni che cingono la sua vita, andando ad accarezzare inizialmente con i polpastrelli quei bottoni che li tengono chiusi, afferrandone poi uno tra pollice e indice per slacciarlo. Il volto del cinghiale verrebbe appena sollevato per avvicinare le labbra al suo orecchio, respirandovi contro. <E noi scoperemo sulle loro macerie...> un filo di voce, appena sussurrate quelle parole che verrebbero pronunciate proprio accanto al suo apparato uditivo, mentre la mancina tirerebbe con ritrovato vigore quella cravatta e la destra tenterebbe di far scivolare quattro delle cinque dita sotto ai suoi indumenti, lasciandovi fuori giusto il pollice per incastrarli e cercar cosi` di farglieli scivolar giu`. Il tutto sempre lentamente, godendosi ogni attimo di quella sera ed ogni centimetro di quel corpo. <E sulle loro teste...> Perche` e` questa la premessa, no? [Exit>>>Vietato ai minori di 18]

Mat e Fru raggiungono i volti di pietra e, avendo i due alcuni pensieri di cui parlare, iniziano a dibattere di alcune faccende piu` e meno delicate. Da Sango si va a Tachiko, Ekko e Kamichi. Anche Dyacon non manca all'appello, come non manca la richiesta della decima: Qualsiasi cosa Mat faccia, dovra` tornare. Che sciocca!