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con Nobu, Hanami

21:49 Nobu:
 Martedì sera, così come gli altri cinque giorni feriali vuol dire solo una cosa: è di ritorno dalla sede centrale della Shinsengumi dove passa il tempo a ricevere allenamenti su corpo a corpo, tattica, strategia. Tutto quello che è necessario nel trasformarlo nella perfetta macchina da esecuzione degli ordini del consiglio e infondo, va bene così, sta arricchendo il suo bagaglio tecnico in attesa che gli liberino il guinzaglio e levino la museruola per farlo tornare a mordere, questa volta in tranquillità, senza ripercussioni. Qualche giorno fa ha avuto un assaggio di quel territorio esterno, della flora incontaminata da dieci anni e, grazie a non si sa quale Kami, visto che il biondino che era in team con loro ha deciso di svolazzare e spargere sangue, non sono stati aggrediti da qualche bestia sacra o peggio da qualche orda, visto che il pericolo è nel numero. Domande legittime che si è posto: non è possibile riprendersi l’esterno, ampliare l’influenza di Kagegakure tutto intorno? Al consiglio conviene davvero? Dubbi e quesiti che rimangono ovviamente solo un neo nei pensieri dello Hyuuga visto che anche volendo fare qualcosa, non è nella posizione tale per poter decretare nulla. Veste come al solito in divisa, non ha sbatti di portarsi un cambio ogni volta anche perché si allena in completo da combattimento, la divisa è solo per il tragitto da casa alla sede e vice versa. Le sclere sono leggermente arrossate, stanche, inumidite come ogni sera dal collirio, nascoste dietro a un paio di occhiali da sole a lente gialla con forma circolare che rimangono sul ponte nasale. I capelli con quell’undercut moro sono ancora bagnati della doccia mentre la pioggia lo bagna comunque, evitando che si asciughino propriamente. Gli occhi sono abbassati sul cellulare, guardando la mappa mentre un cursore si muove verso una destinazione. La destra lo sorregge mentre la sinistra si allontana e ritorna nella tasca solo per allontanare la sigaretta al lampone dalle labbra, esalando quel fumo. Veste un completo nero con giacca appoggiata solo sopra le spalle e i pantaloni con piega tenuti in vita da una cintura di cuoio anch’essa nera con fibbia argentata. Le scarpe sono degli anfibi neri a modi di scarpa, non i classici stivaletti. Sotto le frange della giacca a mantella si intravede la camicia color antracite con quella cravatta bordeaux che balla con ogni passo. Occhi che si fermano appunto sullo schermo del telefono in prossimità dell’obiettivo puntato, distaccandosi infine da quel led solo per appoggiarsi su quelli dell’insegna del seven eleven più vicino.

22:05 Hanami:
 Il centro di Kagegakure quest'oggi è piuttosto poco animato rispetto al solito, non vi è il solito viavai di gente a causa della pioggia che imperversa su tutto il villaggio ricadendo copiosa, discende dall'empireo percorrendo la sua strada fino ad infrangersi al suolo come fosse fatta di vetro, un meteo poco favorevole per passeggiate all'aperto ma nonostante tutto una fanciulla si aggira per le strade, una ragazza bellissima dall'aspetto più che gradevole, una bellezza più unica che rara dal crine candido come la neve, grandi occhioni bianchi dalle sfumature lilla decorano un viso dalla carnagione diafana, una pelle perfetta e priva di qualsivoglia imperfezione, un viso dolce e gentile dalle femminee linee e tratti quasi ancora acerbi di chi è alla fine dell'adolescenza e si avvia ad esser donna. Attira non pochi sguardi di quei pochi presenti che sfidano la pioggia e s'aggirano comunque per le vie, complice anche l'abbigliamento abbastanza succinto composto da un corpetto bianco con una scollatura a cuore, un aori bianco ricopre le esili spalline con le maniche molto lunghe e svolazzanti, ad avvolgere i generosi e morbidi fianchi un pantaloncino del medesimo colore e degli stivali lunghi fino a metà coscia bianchi anche essi con un tacchetto ad innalzarla da quel metro e cinquantacinque da cui si eleva, a decantarne il mestiere vi è il coprifronte avvolto attorno all'esile collo. Gli occhioni vagano per le strade scrutando i passanti, inconsapevolmente si fa sempre più vicina allo Hyuga che può già intravedere in lontananza, un volto non familiare nonostante sia un parigrado. Le manine sorreggono l'asta di un ombrellino nero poggiato sulla spallina dritta che la ricopre dalla pioggia, avanza a falcate lente e cadenzanti facendosi via via più vicina al ninja dalla scura carnagione, letteralmente lo yin e lo yang i due, il bianco e il nero, opposti nei colori se non fosse per gli occhi abbastanza simili. Si distrae per qualche momento con lo sguardo che mira nel vuoto e l'espressione persa, evidentemente immersa nei suoi pensieri, non manca di dimostrare la sua impacciatagine, infatti se Nobu non si scostasse la kunoichi andrebbe a finirgli addosso in un tonfo. Urterebbe con la testolina -vista la differenza d'altezza- contro il petto del giovane parigrado finendo a causa dell'impatto ad indietreggiare, perdere l'equilibrio per poi capitolare con il sedere in terra. < Ahi... > Le iridi biancastre s'eclissano dietro le palpebre ed il dolce visino si deforma in un'espressione di dolore che permane per qualche istante prima di lasciar posto ad una smorfia di totale imbarazzo con le gote deliziosamente arrossate, l'ombrello finisce al suolo a qualche metro di distanza.

22:21 Nobu:
 C’è da dire che pure Nobu è abbastanza assorto nei suoi pensieri e soprattutto non sono dei più nobili dato che si sta domandando di continuo se prendere del ramyon con il kimchi, dei tteokbokki rossi, qualche toast o magari un bel pollo fritto… forse dovrebbe prendere tutto quanto e farsi meno paranoie in realtà… ha fame, una giornata di movimento, combattimento e studio lo rende sempre quasi moribondo la sera. Non ha voglia di andare dalla colonia dei gatti randagi ai quartieri di Oto, oggi non ce la fa, piove e soprattutto sta in un mood abbastanza scazzato per fatti e robe varie. Pollice destro che si muove rapido su quella rubrica a cercare il numero di Naomi per mandare un messaggio e chiederle di occuparsene lei stasera che non ce la fa proprio, tanto sono letteralmente dietro il suo appartamento e due panni non fanno di certo male a quella weebo che sta sempre chiusa a casa. Blocca lo schermo e infila di nuovo il telefono in tasca mentre la sinistra butta la sigaretta, o meglio, il mozzicone che ne rimane nel posacenere esterno, soprastante il porta ombrelli del locale. Fa per fare un passo e buttare appunto il mozzicone quando quel passo è ciò che fa impattare Hanami contro il petto del Ryuuzaki. Poverina, Nobu non è esattamente nerboruto, non è un energumeno anzi, è atletico e snello, ha un fisico asciutto e tonico, tuttavia è particolarmente resistente, forse fin troppo, risultando in una sensazione pari ad andare a sbattere contro una colonna di legno o quasi. Abbassa il capo solo per vedere quella macchia ancora indefinita rimbalzare contro di lui e cadere inesorabilmente a terra. La osserva per un attimo lì, per terra, con quei tratti così bislacchi e unici se vogliamo dire, quasi l’anteposto di Nobu: tutto nero, pure di carnagione e vestiario. Sbuffa via l’ultimo poco di fumo che aveva nei polmoni di quella sigaretta dal retrogusto fruttato a pulirgli la gola. Gamba sinistra che si allunga con il piede che prima appoggia il tallone per poi spostare il peso interamente sulla punta, flettendosi appena. Allunga la sinistra, ora libera, alla volta della maniglia di quell’ombrello, raccogliendolo per poi rimettersi in posizione eretta. La protezione dalle precipitazioni tuttavia non la estende a se stesso, bensì la riporta in testa ad Hanami con il braccio testo parallelo al terreno mentre il destro si estende verso di lei. Può vedere quella mano, malandata, un po' gonfia con principi di calli alla base del palmo e sulle pieghe delle dita. Queste sono affusolate ma incredibilmente lunghe, così come quel palmo è enorme, mani da giocatore professionista di basket per intenderci. Sulla manica sinistra della giacca, svolazzante, è visibile quella fascia verde con il kanji della corporazione d’orata, identificato anche dalla spilla onoraria che ha sul bavero destro della giacca. "Tutto bene? Meglio alzarsi che è bagnato per terra. " la esorta così ad afferrare quella mano e se l'avesse fatto, ecco che avrebbe flesso il braccio destro per issarla di nuovo su quegli stivali, restituendole l'ombrello.

22:35 Hanami:
  [Centro Kagegakure] Come un gatto solitamente è sempre all'erta, timida com'è solitamente è guardinga e raramente si distrae, ma tanto è attenta in determinati momenti tanto è impacciata in altre situazioni, la testa fra le nuvole l'ha portata in questa situazione, stava probabilmente anche lei pensando a cosa mettere nello stomaco, ragion per cui ha raggiunto il locale ove Nobu si era fermato a gustare quella sigaretta. Un tonfo secco nel momento in cui le morbide natiche vanno a scontrarsi contro la marmorea superficie della strada, la testolina ha impattato contro il petto del ninja dalla scura carnagione e sarà fortunata se non si ritroverà un bel bernoccolo sulla fronte. I candidi occhioni son serrati e la manina destrorsa si massaggia la rispettiva natica, le gote si sfumano di un delizioso rossore a rendere quel dolce viso ancor più tenero di quanto non lo sia già, qualche istante per riprendersi e rendersi conto della situazione prima che vada a riaprire gli occhi bianchi come la neve che vanno ad issarsi posandosi sul volto del genin. La prima cosa di cui s'avvede è la manona di lui protesa in sua direzione. < G-gomenasai. > Sgrana gli occhi completamente impanicata, ambo le manine andrebbero ad afferrare quella di lui, la differenza di dimensione è assurda, la kunoichi ha due mani dai palmi piccoli e delle dita affusolate e strette, la pelle estremamente liscia e piacevole al tatto dal diafano colorito quasi cadaverico pare di porcellana. Un poderoso colpo di reni vien eseguito, si lascia aiutare dal parigrado nel rialzarsi ed ecco che in pochi istanti si ritrova in eretta postura di fronte allo Hyuga. Con la mandritta riprende l'ombrello nel momento in cui l'altro glie lo porge prendendosi la premura di coprire anche il ragazzo dalla pioggia, è il minimo che possa fare dopo essergli andata addosso < Scusami davvero... Non l'ho fatta apposta... > Abbassa lo sguardo con l'espressione di un cane bastonato, evidentemente molto timida < C-Come posso farmi perdonare? > Cinguetta con un tono di voce estremamente femminile e cristallino, piacevole all'udito. Gli occhioni vanno poi a posarsi sull'uscio del locale ove Nobu sostava < Se eri qui per mangiare ecco... Potrei offrirti la cena se vuoi... Ero venuta qui anch'io per mangiare qualcosa. > Conclude con il dolce visino rivolto verso il pavè completamente zuppo.

22:48 Nobu:
 Non gli pare qualcosa per la quale doversi scusare, soprattutto considerando il fatto che chi è finita peggio è proprio la ragazza che ha di fronte eppure sembra entrare in uno spirale di scuse dove è difficile intervenire per farle capire che non è appunto necessario. Formalità, etichetta, educazione, tutta un figurato che è necessario mantenere per Nobu data la presenza comunque della divisa che ha addosso, in questo momento, anche se non è in servizio, è una figura pubblica di quella corporazione che è vista come elitaria, come ultimo baluardo di Kagegakure, appunto la spada e lo scudo del consiglio. Scuote il capo, dovendosi abbassare per non impattare le stecche ricurve interne dell’ombrello con il proprio capo visto che le da poco più di trenta centimetri di differenza, un qualcosa di normale alla quale è abituato. Menomale ci sta Ekko che non lo fa sentire troppo un pennellone, maledetto gorillone dai due metri. " Non è necessario scusarti e non c’è nulla da perdonare. Sono incidenti che capitano. " eclissa quel discorso, aprendo le braccia in quell’impressionante apertura alare a mostrarsi integro e illeso dall’accaduto. Alza di nuovo lo sguardo verso l’insegna del kombini visto che anche lei era alla ricerca di cibo anche se forse non le può piacere quello che preparano lì, eppure se era lì un motivo dovrà pur esserci. Sempre abbassato supera quell’ombrello che in realtà gli da un po' fastidio, un elemento anarchico Nobu, preferisce la pioggia sporca e bagnata ma è infastidito dalla neve candida e forse Hanami gli ricorda proprio questo con il candore di cui si avvolge. " Non tanto la cena, sto ancora ponderando cosa mangiare. Ma ti faccio offrire la cena al mio gatto, Poldo, se proprio insisti. " altro motivo per la quale si era fermato al kombini più vicino dalla sede centrale era proprio acquistare il cibo a quel grassone che era a casa ad aspettarlo. Entra quindi dentro lo store, aspettando al coperto la ragazza.

22:59 Hanami:
  [Centro Kagegakure - Konbini] Sfarfalla un paio di volte le lunghe ciglia bianche mentre osserva il membro degli Shinsegumi ammirandolo in tutta la sua mole decisamente enorme rispetto alla piccola e minuta corporatura della shinobi, bassa e magra nelle spalle, un girovita tanto stretto che pare possa spezzarsi se non "maneggiata con cura" si allarga sui fianchi morbidi e generosi, un fisico a pera privo di qualsivoglia imperfezione quello della kunoichi. Scuote un paio di volte il capo a destra e manca in segno di diniego alle parole del genin che nonostante l'aspetto si dimostra gentile e rassicurante nei confronti della timida parigrado. < Ti sono venuta addosso perché ero distratta... > Le gote son animate da una sfumatura purpurea a decantarne un'estrema timidezza < Non dovrei essere così goffa essendo un ninja ma ero sovrappensiero... > Continua a giustificarsi nonostante tutto. Le nivee iridi vanno a posarsi poi sull'insegna del konbini raffigurante un 7, tipico marchio della catena di minimarket aperti ventiquattro ore su ventiquattro. Al dire del giovane gli occhioni della fanciulla si animano di migliaia di scintillii < Un gattino? > Cinguetta rallegrandosi < Gli offrirò volentieri la cena allora, me lo farai conoscere? > Piega la testolina verso la spalla dritta con fare quasi bambinesco. Va a richiudere l'ombrello con ambo le manine posandolo nel portaombrelli per poi raggiungere il ragazzo dalla scura carnagione all'interno del konbini. Viene accolta dal tepore dell'interno del locale e le luci illuminano il figurino della shinobi facendola risplendere, candida nei colori che la compongono e nel vestiario in netta opposizione al ragazzo nero nella pelle e nelle vesti. < Prendi quello che vuoi per il tuo gattino. > Sul dolce visino della fanciulla va a dipingersi un tenero e delizioso sorrisino, le carnose labbra s'inarcano timidamente verso l'alto. Si dirige quindi verso uno dei vari scaffali da cui va a prendere un onigiri confezionato per poi avvicinarsi alla cassa, dal portaoggetti posto dietro al fianco sinistro tira fuori un portafogli a forma di fragolina da cui tira fuori i ryo necessari per pagare il tutto. < Io sono Hanami... Sono una genin. > Si presenta posando lo sguardo sul volto del giovane < E tu? > Conclude.

23:22 Nobu:
 Alza le spallucce alle scuse che gli porge, finirà probabilmente con lui che continua a dirle che non è necessario mentre lei che insiste nel scusarsi, per questo ha accettato che comprasse una scatoletta per Poldo. Anche essere un ninja, non è una scusa per essere sempre impeccabile, ci sta che si è distratti, sopratutto all'interno delle mura cittadine, al sicuro e senza il chakra impastato ad affinare i sensi, diammine se dovessero essere sempre all'erta, avrebbero i nervi a fior di pelle tutto il tempo, una nevrosi comune non indifferente sostanzialmente. " Gattino? Ahaha " ride al termnine gattino conoscendo Poldo che di tutto quel romanticismo intrinseco nel nome non ha nulla. " Ti sbagli, è un vitello da nove chili, ti mangia un polpaccio se non ci presti attenzione. Inoltre fartelo conoscere vorrebbe dire portarti a casa, non mi pare propriamente il caso... anche perchè non vivo esattamente in un quartiere decente come siete abituati nel distretto Konohano " le risponde indicando il coprifronte che ha al collo mentre lui stesso si muove a prendere una confezione di quelle da terminare a microonde cucinata, abbastanza gourmet se vogliamo dirlo ma si limita a del riso con manzo cucinato alla yakiniku, con shitake e peperoni. Cammina tranquillamente nelle corsie varie e prende una lattina di straccetti di pollo, mettendola insieme al cibo che ha preso Hanami, pagando poi a parte la sua cena, spostando il bavero della giacca ad infilare la mano destra nelle fondine di cuoio dove tiene il porta oggetti e le varie cianfrusaglie da ninja. Tira fuori i Ryo della cena e imbusta il tutto in un sacchetto bianco, prendendolo dalle maniglie. " Hanami... è il tuo periodo dell'anno allora. Chissà come ti fischiano le orecchie con il bosco centrale e il bosco a nord della torre con tutti i ciliegi vari. " fa ovviamente riferimento al significato del nome che gli ha fornito anche se di rosa del ciliego in fiore ha ben poco vedendola da vicino. Suole che percorrono il pavimento del kombini , alzano la mano sinistra senza voltarsi quando il commesso lo saluta per deformazione professionale, sventolandola appena. Non appena fuori dalla porta che si apre scorrevole con il sensore di movimento ecco che infila proprio la sinistra in tasca a prendersi un altra sigaretta e l'accendino, dandole vita, o forse è meglio dire cominciando a ucciderla, fumandosela. Inala dal naso e produce quel tipico suono di fumo che viene spinto in gola per poi premere il filtro. [click] si rompe la ball con il sapore di lampone, gustandosi solo il primo tiro di tabacco puro, rituale di un fumatore. Espelle il fumo proprio dalle narici, come un drago e, una volta che lo ha raggiunto fuori " Nobu Ryuuzaki. "

23:35 Hanami:
  [Centro Kagegakure - Konbini] Gli occhioni candidi vagano fra i vari scaffali alla ricerca del pasto con cui si sazierà questa sera, sceglie un onigiri con ripieno al salmone crudo che va a prendere con la mandritta, si dirige quindi alla cassa andando poi a tirare fuori dal portaoggetti con la mano libera -la mancina- una manciata di ryo necessari per pagare il tutto che va a posare sul bancone. Inarca le sopracciglia nel momento in cui nota che lo Hyuga va ad acquistare anche altro oltre che al cibo per gatti, restando sorpresa quando il ninja dalla scura carnagione paga la sua parte < Avrei potuto offrirti anche la cena... > Cinguetta estremamente buona e gentile come sempre, probabilmente si sente ancora in colpa per l'accaduto. Alle parole del giovane la fanciulla dal candido crine scoppia a ridere in una risatina sommessa che lentamente sfuma < Un vitello? > La cosa la diverte particolarmente e la timidezza per qualche istante pare svanire, i due stanno rompendo il ghiaccio a poco a poco. < Beh questo vuol dire che è ben nutrito, anche io ho un gatto ma è ancora piuttosto piccolo, è bianco a pelo lungo. > Tanto per cambiare, tale gatto tale padrona (?). Si dirige verso l'uscio imboccandolo con la porta scorrevole che si apre automaticamente al passaggio della coppia, recupera con la mandritta l'ombrellino andando ad aprirlo, il braccio manco vien sollevato in modo tale da farci stare sotto all'ombrello anche Nobu senza infastidirlo a causa della sua altezza. A passo lento e cadenzante avanza ascoltando il dire del parigrado che fa ironia sul significato del suo nome < Hai ragione... Inoltre questo è il mio periodo preferito, non c'è nulla di più bello dei ciliegi in fiore... > Lo sguardo è sognante, dolce e ingenua. Comincia a mangiare l'onigiri, non si abbuffa apparendo comunque educata e dai gesti leziosi anche mentre mangia un semplice onigiri. < Io torno a casa, si è fatto tardi... > Cinguetta esibendosi nell'accenno di un inchino verso il giovane < Spero che il tuo gatto apprezzi il cibo... Buona serata Nobu-san... > Saluta il ragazzo avviandosi quindi verso la sua dimora.

00:03 Nobu:
 Acqua che smette di cadergli in testa grazie di nuovo a quell'ombrello. La sente ridere in quella risata effettivamente sommessa ma monto fanciullesco, tipico di una ragazza della sua età che a conti fatti è più o meno simile a quella di Saigo, ancora qualche anno acerba rispetto a lui e alla sua maggiore età. Si gode quella sigaretta con quel retrogusto fresco al lampone. La lascia parlare con quelle orecchie che si riempiono della voce aggraziata di Hanami mentre riflette a sua volta su quel nome e quel periodo, meno male è il suo preferito, immaginate ad avere un nome con un significato che non ti piace. Insomma un pò come lui con il suo nome di battesimo che ha cambiato non rispecchiandosi più in esso. Segreto conosciuto a due persone: se stesso e Nene, neanche i suoi genitori lo sanno che non si fa più chiamare con quel nome. " Ecco, non dargli troppo da mangiare che poi diventa come il mio. " le dice, tirando fuori con la mano destra il telefono a mostrarle la foto di quel ciccione: un catto dal muso e dalla pancia bianca mentre il dorso, orecchie, coda e la mascherina sono gialli tigrati, occhioni verdi come una prateria e una pancia impressionante, almeno può dire in giro di aver visto Poldo senza esser andata a casa sua. Se naviga su Ninjagram sicuramente potrà ricondurlo a qualche foto visto che ne pubblica assai. "sicuramente apprezzerà, apprezza pure le ciabatte, figurati. Fai un buon rientro. " la saluta infine, prendendosi quel suffisso onorifico che spesso gli danno ma alla quale non è abituato visto che usa un altro tipo di sistema onorifico come spesso chiamato da nene con 'oppa'. La guarda allontanarsi, vedendo anche come quel pantaloncino e haori bianco sono ancora bagnati e attillati alle forme acerbe della ragazza. Che qualche Kami la mandi buona, dai, magari non vive come lui nel quartiere del divertimento, magari ci sono solo persone per bene dove abita! Rimane a finire la sua sigaretta per poi riprendere a incamminarsi a sua volta verso quel monolocale soppalcato dove vive. [END]

Hanami incontra per caso Nobu andandoci a sbattere contro. I due fanno conoscenza per poi prendere la strada di casa